[CAPITOLO 22]
25 settembre 1997
Ore 6:03 a.m
Sandie si svegliò verso quell'ora, d'improvviso il sonno l'aveva abbandonata, si stropicciò gli occhi ed emise uno sbadiglio posando la mano davanti alla bocca.
Guardò Chloè, vicino a lei che dormiva, le diede un bacino sulla fronte e una piccola carezza tra i capelli ribelli.
Afferrò il libro che gli aveva regalato Vincent appoggiato sul comodino, era un semplice romanzo, ma che lei lo stava divorando in men che non si dica.
La storia parlava di una giovane donna in carriera, un medico, che si innamora di un paziente.
La trama può sembrare scontata ma in verità la scrittrice era molto brava a descrivere le emozioni, i luoghi, e i momenti della coppia.
Sandie, non caso, stava leggendo proprio una scena erotica del libro.
Si morse il labbro inferiore quando lesse la parte dei preliminari, e la fantasia non poté farne a meno. Anzi, l'immaginazione.
Si stava eccitando, la voglia cresceva, percependo che si stava bagnando piano piano, ma doveva contenersi poiché di fianco aveva la bimba che dormiva.
Quando arrivò al punto della penetrazione, Sandie emise un sospiro.
«Cristo santo.» sussurrò mordicchiando l'unghia e sentì un piacevole tepore nel suo fiore.
Non poteva fare nulla.
Neanche toccarsi.
Sbuffò alzando gli occhi al cielo e posò il libro sul comodino, si distese comoda sul letto e cercò di dormire.
Provò a dormire, a sognare qualcosa di talmente bello da rapire la mente portandola nel mondo dei sogni, e lasciare che gli occhi vengano abbandonati al sonno.
Avvolta tra le braccia di sua sorella di appena quattordici anni, Sandie era nel prato di casa sua, da poco avevano finito di giocare a pallavolo. Era una bellissima giornata di sole, e ad Atene regnava l'estate ormai giunga alle porte.
I capelli della ragazza erano accolti in un lieve vento estivo, i suoi occhi verdi erano puntanti sulla dolce sorellina che riempiva di baci la sua adorata sorellona.
Ridevano, sorridevano.
Erano adolescenti.
Due ragazze adolescenti che amavano la vita e la famiglia.
Raggiunse Alexandre, in ottima forma, indossava un jeans nero, e una camicia bianca estiva. Il fascino e la bellezza di quell'uomo rapiva gli occhi di qualsiasi donna, soprattutto quelle delle figlie.
Lo guardavano, nei loro occhi fanciulleschi, come se fosse l'uomo più bello del mondo.
Aveva le mani dentro alle tasche, un sorriso raggiante e gli occhi puntanti su quelle che lui considerava dei gioielli.
I suoi gioielli.
«Bampá!»Papà! esclamarono le ragazze nella loro lingua, e raggiunsero il padre circondando la vita con le braccia.
L'uomo le avvolse con entrambe le braccia, una mano accarezzava la testa di Sandie, l'altra quella di Nicole.
«Koritsákia mou...» bambine mie ... mormorò l'uomo con occhi illuminati abbassando lo sguardo verso le ragazze che teneramente lo abbracciavano.
Sandie sentiva un buonissimo odore di muschio, un odore talmente maschile e forte che mai le sue narici avrebbero dimenticato, anzi, se le sarebbero ricorrete per tutta la vita.
Nicole considerava quel profumo come una casa, sapeva perfettamente riconoscere suo padre tramite il profumo. Si alzò in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia, assaporando tra le labbra il dopobarba.
«Se agapáme tóso polý bampá.» ti amiamo tanto papà disse la figlia più piccola, Alexandre sorrise abbassando angora di più il capo per farle un bacio sulla guancia.
Fino a che l'uomo non si dissolse nel nulla come un fantasma, come una nuvola di fumo nell'aria, e le ragazze, interdette e spaventate urlarono il suo nome.
Sandie sussultò non appena udì una piccola voce.
Era Chloè.
Era sveglia e aveva tra le braccia un pupazzo a forma di cucciolo di elefante.
Sandie rimase turbata dal sogno che aveva fatto, mise una mano sul petto emettendo un grosso sospiro.
Guardò l'orario ed erano circa le otto del mattino, era riuscita a dormire per qualche ora. Ma si era svegliata con un vuoto al petto.
«Mamma.» chiamò la bambina, il volto della donna adocchiò su quello di sua figlia, la prese tra le sue braccia e la bacio sulla fronte.
«Buongiorno amore mio.» disse la mamma con il sorriso.
«Buongiorno mamma.» disse la bimba accennando una dolce risata.
Sandie sorrise, ma il suo svanì non appena ricordò quell'immagine del sogno.
Suo padre, l'uomo della sua vita che era dissolto nel nulla fu come un quadro che non le diede tregua.
Institivamemte prese il telefono e chiamò Nicole.
«Mamma.» la chiamò Chloè vedendo la madre al telefono «A chi telefoni?» domandò la bambina con tono curioso.
«Zia Nicole.» rispose lei concentrata udendo solo dei bip dall'altra parte del capo.
«La cliente da lei chiamato, non é al momento, raggiungibile. Lasciate un messaggio.» lei sospirò e si alzò dal letto iniziando a camminare per tutta la camera da letto mentre sua figlia la osservava con attenzione e curiosità.
«Ciao Nicole, so che in questo momento sarai dormendo ma non posso tenermi dentro ciò che ho sognato poche ore fa. E sto con un vuoto al cuore che è inspiegabile. Ho sognato che eravamo a casa, ad Atene, eravamo adolescenti, ridevamo, scherzavamo proprio come facevamo una volta.
É come se fossi tornata indietro nel tempo. Ad un certo punto papà ci ha raggiunte, e siamo corse ad abbracciarlo. Fin qui nulla di male, ma senti questa. Papà ad un certo si dissolve come un fantasma, e Dio mio, siamo entrate nel panico, e piangevamo come pazze.
Nicole, mi sembra tutto così strano, mi sembra di associare come un saluto finale, non lo so ...
Adelfì, dopo questo sogno sono turbata e questa immagine non mi sta dando tregua. Adesso tu mi devi dare una risposta sicura e non mentirmi chiaro, o giuro che prenderò il primo volo per Los Angeles per sapere la verità. Papà sta bene?» a quella domanda il corpo di Sandie si irrigidì, si grattò il mento e sospirava come se stesse andando nel panico «Telefonami al più presto.»
Quel pomeriggio
«A me piace Belle.» disse Chloè indicando la figura della principessa Belle con il dito.
«Ma lo sai che é la mia principessa preferita?» domandò Vincent formando tra le labbra un bellissimo sorriso.
«A me piace Biancaneve.» intervenne la madre di lui con tono sicuro.
Vincent alzò gli occhi cielo.
«Scherzi?» domandò scettico, lei scosse la testa.
«Affatto.» rispose lei accennando una risata.
Il moro scosse la testa.
«Belle é dolce, ha carattere, non si fa mettere in piedi in testa da nessuno, é altruista e ...» spostò lo sguardo su Sandie, che era comoda sul divano accanto a sé a leggere un libro, il libro che le aveva regalato qualche settimana prima «Ama leggere.» confermò, la donna lo guardò formando un bellissimo e raggiante sorriso.
I cuori dei due palpitarono fortemente.
Vincent la guardò come se fosse il diamante più bello del mondo, ogni volta che incrociava quegli occhi verdi e il suo bellissimo sorriso, si innamorava ancora di più.
«Vincy!» esclamò la piccola distogliendo l'attenzione, fece il broncio.
«Ehi.» disse Vincent divertito «Sei gelosa di me?» domandò per avere conferma anche se lui lo intuiva perfettamente.
«Sì.» rispose la bimba dandogli le spalle.
«Sei gelosa di me e della mamma?» lei annuì con il capo. Lui ridacchiò e la prese da dietro per darle un bacio in mezzo si capelli.
«Non devi essere gelosa piccola mia, in realtà quello geloso sono io.» la bimba si voltò verso di lui e si sedette in maniera composta.
«Si?» domandò la bimba dalla chioma riccia.
«Oh sì, io sono molto geloso di te.» Sandie accennò una risata a quella risposta. Lui la fulminò con lo sguardo e la vide ridere posando il libro dinnanzi al volto coprendo le labbra.
Corrugò la fronte e scosse la testa.
Afferrò con dolcezza il viso della bambina e la guardò dritto negli occhi.
«Sei una bambina straordinaria e non permetterò a nessuno di farti soffrire o del male. Nel modo e nell'altro cercherò sempre di proteggerti e di vederi sempre sorridere.» la madre di Vincent sorrise commossa a quelle parole così vere e sincere del figlio, diede una carezza alla testa della bambina mentre lei si affondò nelle braccia di Vincent odorando il buonissimo profumo che portava, sentendo quelle braccia possenti e paterne che tanto adorava. Per lei, quell'uomo era casa. Una casa accogliente, e tanto amorevole.
Sandie non smise di guardarlo, si perse completamente nella sua figura, chiuse il libro perdendo il segno fregandosene di dover rileggere il libro fino a dov'era arrivata.
«Vado a prepararmi, Chloè ti va di aiutarmi a scegliere i vestiti?.» domandò la donna, lei accettò molto volentieri la proposta della donna e Chloè si incamminò con la madre di Vincent, lasciandoli soli, se ne andò e lui si voltò per guardare Vrachnos con un espressione furba.
«Gelosa?» lei scosse la testa.
«Molto.» sussurrò lei.
«Siamo pari.»
«Esito un bacio dottor Voorhees.»
«Ogni tuo desiderio é un ordine dottoressa Vrachnos.» l'afferrò a sé per buttarsi sulle sue labbra.
Il bacio divenne oltre più che passionale, Vincent mentre la baciava con ardore le accarezzava la coscia nuda della ragazza procurandole un gemito di piacere tra le labbra.
«Sei incredibile.» mormorò lei continuando a baciarlo e si mise a cavalcioni su di lei.
Vincent le mise una mano sulla guancia e l'accarezzò con amore. E il bacio divenne pian piano un bacio pieno d'amore. Le labbra danzavano tra di loro, si sfioravano le lingue e il ritmo più lento, più dolce.
«Lo sai.» disss Sandie «Adoro quando mi accarezzi la guancia.» confessò lei con un sorriso impacciato, lui la guardò smettendo di baciare «Mi da una forte sensazione d'amore inspiegabile, ho sempre amato le carezze, mi danno tanta sicurezza.» continuò, lui notò un lieve rossore nelle guance, come se fosse imbarazzata. Senza esitazioni riprese ad accarezzare la guancia di Sandie e lei chiuse gli occhi.
«É un gesto che amo anch'io.» parlò lui incantando sul viso di lei non smettendo di accarezzarla «Amo accarezzare le persone che amo, soprattutto te. Accarezzarti, darti amore, é quello che amo fare con te.» disse con il sorriso.
«Davvero? Ti piace accarezzarmi?»
«Moltissimo.» confermò il moro accarezzando la tempia di stellina con le nocche delle dita «Perché pensi il contrario?» domandò perplesso, lei alzò le spallucce e abbassò lo sguardo.
«Non lo so Vincent, a volte penso di non essere mai abbastanza per nessuno.» lo disse con voce rotta.
La sua autostima era così bassa che non si accettava neanche per quello che era.
Prima che le accadessero tutte le cose più brutte e immaginabili, aveva un buona autostima che col tempo venne calpestata con tanta cattiveria.
Non si reputava una bella donna, tantomeno attraente.
«Perdonami, non volevo dirti queste cose, a volte mi capitano momento come questi e-»
«Non devi scusarti Sandie, anche se penso che tu sia una donna bellissima. E piena di valori rari. Sei una persona meravigliosa, una grande mamma e una dottoressa con i fiocchi.» accarezzò le tempie con la punta dei pollici incitandola a guardarla negli occhi «Sei bellissima in ogni forma, in ogni momento, in ogni istante della tua vita. Sei bellissima al mattino, sei bellissima quando sei stanca, sei bellissima quando sei arrabbiata, sei bellissima quando dormi, sei bellissima quando ti perdi nelle pagine di un libro, sei bellissima quando ti trucchi per farti ancora più bella, sei bellissima quando cammini per la strada mostrando il tuo portamento. Potrei continuare all'infinito, ma per me rimani bellissima in ogni secondo della tua vita, in ogni azione che compi. Tu, Sandie Vrachnos, sei la completa bellezza femminile. Capisci ora?» Sandie non aveva mai udito parole più sincere in vita sua, si poteva percepire un forte amore nei suoi confronti e questo la faceva sorridere, la faceva in qualche modo sentire sicura e più bella.
Era Vincent la sua nuova cura ora.
Solo per merito di Vincent se lei si sentiva più bella. Quell'autostima che le era stata sottratta ingiustamente stava mano a mano con piccoli passi tornando in lei.
Un'ora dopo
Decisero di andare al parco tutto insieme, la madre di Vincent faceva divertire Chloè facendola andare sulle giostre, come scivoli, altalene e cavallucci. La bambina sorrideva e divertiva.
Vincent dalla panchina la guardava con il sorriso.
«Vincy! Uadda!» esclamò la bimba volteggiando la mano verso di lui mentre scivolava sullo scivolo.
Vincent la guardò accennando un piccolo sorriso, poi guardò Sandie, sorrideva e salutava la bambina mormorando di quanto si divertisse.
Lui guardò quel sorriso luminoso, quella linea di denti bianchi perfetti, le labbra carnose allargate per formare il sorriso e quegli occhi verdi che sembravano il più pregiato dei cristalli.
Le prese la mano, accarezzando le dita, e lei rispose a quel contatto accarezzando la sua di mano.
«Mamma! Mamma!» indicò la bimba l'altalena.
Sandie a quel punto si alzò verso di lei, incamminando verso l'altalena, la madre di Vincent si spostò di lato e Sandie si posizionò dietro di lei.
Diede una spinta e la fece volteggiare leggermente facendola ridere.
«Ancora!» disse Chloè, e Sandie la spinse ancora con il sorriso.
«Wiiiii.» mormorò Sandie divertita spingendo la schiena della figlia sull' altalena.
«Più in alto!» e Sandie a quella richiesta la spinse per farla volteggiare più in alto, stando sempre attenta.
Vincent vedendo quella scena gli parve in un attimo di vedere il suo futuro, un domani insieme alle donne che amava con tutto il cuore di vivere la vita con loro.
Una bambina che ne andava matto, una madre meravigliosa, e in particolare una donna che amava con tutto il cuore.
Sospirò con il sorriso sulle labbra.
«Posso?» domandò un uomo anziano, Vincent lo guardò e gli fece spazio per farlo sedere «Grazie mille.» disse l'anziano sedendosi comodo sulla panchina.
«Si figuri.» rispose Vincent ritornando a guardare Sandie e Chloè divertirsi.
«Sposato?» domandò l'uomo, egli scosse la testa.
«É davvero adorabile sua figlia.» Vincent a quell'affermazione ridacchiò nervosamente.
«Non é mia figlia.» disse con l'amaro in bocca «Ma la considero come mia figlia in un certo senso.»
«Quindi la madre ha avuto una storia con un altro uomo, l'hai conosciuta, e ti sei legato a lei e a sua figlia. Vero?» cercò di indovinare.
Il vecchio ha fatto centro.
«In un certo senso sì. Io e la madre non stiamo insieme ma ...» si prese una pausa «Ci stiamo frequentando.»
«Ho la netta sensazione che tu sia innamorato della madre della bambina.» Vincent emise un pesante sospiro come segno di risposta.
«Si, la amo.» rispose schietto.
«E perché non ti dichiari?» Vincent sussultò a quella richiesta.
«Non potrei, non credo che proverebbe i miei stessi sentimenti.» affermò con tono sicuro.
«E che ne sai?» gli domando il vecchio «Non potrai mai saperlo se lei prova i tuoi stessi sentimenti se non glielo dici. Ragazzo mio, la vita é una sola, può essere bella ma bastarda allo stesso tempo. Non fare le cose prima che sia troppo tardi o te ne pentirai, perché non c'è cosa più peggiore di avere un rimpianto. Lo dico per esperienza. Dichiarati, apri il tuo cuore, e chi lo sa. Può darsi che lei provi lo stesso per te.» effettivamente il signore non aveva tutti i torti, poteva dirglielo e sapere cosa Sandie provasse per lui. Da una parte lo voleva sapere, ma dall'altra parte aveva paura di essere rifiutato, di essere in qualche modo deriso da lei. Sandie non lo aveva trattato nel migliore dei modi dall'inizio della loro frequentazione. Ma da poco lei aveva capito di aver sbagliato, e aveva cominciato ad essere più dolce con lui. Lo si vedeva dagli atteggiamenti, da come gli parlava e lo guardava.
Aveva fisso nella sua mente gli occhi dolci di Sandie, il suo contatto gentile talvolta innocente e puro.
Si trovò in un bilico difficile ad uscirne.
Davvero doveva dire a Sandie che l'amava? Non c'era a problema a dirlo, il vero problema era il dopo.
[...]
«Mamma, ha mangiato fin troppi dolci, almeno falle risparmiare il gelato.» disse Vincent con tono contrario.
«Non esiste!» obiettò la madre.
«Beh ma almeno dagliele qualcosa di più leggero.»
«Vincent, stiamo in un parco, ci sono solo dolci e patatine o i popcorn.»
«Popcorn!» esclamò la bimba con un sorriso compiaciuto, Vincent abbassò gli occhi su Chloè.
Era una vera e propria bambolina.
Indossosava un tutina rossa e delle scarpe da ginnastica bianche, con i capelli ricci legati ad una coda. Sembrava uscita da un negozio di giocattoli per quando era bella.
«Vuoi i popcorn?» domandò Vincent, ella annuì con il sorriso.
«Per favore ...» supplicò con voce dolce sia a Vincent che a Sandie, ella con un sospiro non resistette a dirle di no.
«Va bene Chloè, ma non tutta la busta okay?» confermò Sandie.
«Tranquilla, gli altri li mangio io. Andiamo Chloè?» disse la madre di Vincent prendendole la mano, ella annuì e le diede la manina.
Si allontanarono e la coppia sorrise accennando una lieve risata.
«É davvero una bambina adorabile.» mormorò Vincent.
«Soprattutto golosa. Ama mangiare.» disse Sandie alzando gli occhi al cielo.
«Come la mamma.» disse Vincent prendendole per mano, intrecciando le dita con le sue.
Lei lo guardò e sorrise.
«Ti va di andare a fare una passeggiata? É quasi l'ora del tramonto, mi piacerebbe vederlo con te mentre passeggiamo nel verde.» Sandie senza pensiero, accettò la proposta.
———
Camminavano da ormai mezz'ora, e tra risate e sorrisi, l'espressione di Vincent divenne cupa, come se fosse tormentato da qualcosa.
«Non potrai mai saperlo se lei prova i tuoi stessi sentimenti se non glielo dici. Ragazzo mio, la vita é una sola, può essere bella ma bastarda allo stesso tempo. Non fare le cose prima che sia troppo tardi o te ne pentirai, perché non c'è cosa più peggiore di avere un rimpianto. Lo dico per esperienza. Dichiarari, apri il tuo cuore, e chi lo sa. Può darsi che lei provi lo stesso per te.»
«Vincent? Vincent.» la voce di Sandie lo fece arrivare alla realtà.
«Dimmi.» disse il moro con il sorriso.
«Tutto okay? Ti vedo turbato.» disse lei preoccupata. Lui sospirò in segno di afflizione e fermò il passo.
Lei si mise di fronte a lei e gli afferrò il viso con dolcezza.
«Se ti turba qualcosa dimmelo, ti aiuterò.» disse con tono sincero, fino a che Vincent non alzò gli occhi al cielo e vide il crepuscolo.
«Alza gli occhi Sandie.» ordinò, lei lo alzò e vide il tramonto insieme a lui.
Il cielo divenne di un rosa scuro con le luci arancioni, era un vero spettacolo della natura e rimasero incantati.
«Wow ...» mormorò Sandie «É stupendo.» Vincent abbassò il capo e la guardò.
«Come te.» Sandie abbassò il capo per incrociare i suoi occhi «Dirti che sei bella quanto il crepuscolo per me é minimo.» le accarezzò la guancia con le dita.
«Siamo romantici stasera eh?» scherzò la ragazza.
«Sono sempre stato un romantico e lo sai.» Sandie intuì dal suo tono di voce che era serio, e lo guardò negli occhi iniziando un vero e proprio contatto visivo.
Lui le prese la mano e gliela strinse.
«In quest'ultimo periodo ci siamo avvicinati molto, abbiamo costruito un bellissimo rapporto e siamo stati più vicini. Più intimi. Il che non me lo sarei mai aspettato da parte tua.
Forse lo avrà già intuito ma non c'è la faccio più a tenermi tutto dentro.» lui a quel punto si sedette sul prato e guardò un punto fisso. Sandie con aria perplessa e interrogativa si sedette accanto a lui per ricevere delle risposte.
«Cosa tieni dentro? Dimmelo.» incitò lei per farlo parlare, lui la guardò negli occhi.
Un momento di silenzio glaciale avvenne tra i due, mentre il cuore di Sandie andava a mille per l'ansia, e lo stesso valeva per lui.
«Ti amo Sandie.» disse diretto, Sandie lo guardò quasi scioccata, era da tempo che qualcuno non diceva quella parola, quel famoso ti amo, o che qualcuno si dichiarasse a lei.
Rimase in silenzio mentre Vincent si avvicinò al suo viso per baciarla sulle labbra dolcemente a stampo.
«Va avanti da sempre, credo di averti sempre amato, ma volevo negare a me stesso perché all'inizio mi trattavi male e pensavo che mai sarei stato qualcosa per te, volevo essere solo tuo amico. Ma poi ho capito che posso mentire alla mente ma non al cuore. E lo dico di nuovo finché non avrò più fiato, io ti amo Sandie. Voglio essere il tuo domani, e il tuo futuro. Voglio essere qualcosa di estremamente importante per te, voglio essere non solo il tuo compagno, ma qualcosa di più, voglio essere il tuo porto sicuro, la tua casa, il tuo sorriso, voglio essere nella tua vita ogni giorno, anche quando non hai voglia di vedermi. Voglio essere un padre vero e proprio per Chloè, accudirla e amarla come fosse mia figlia. Voglio vederla crescere, sorridere, mentre lei impara cose nuove, darle consigli ed esserle un punto di riferimento. Io voglio essere nelle vostre giornate, in tutte le vostre giornate. Io voglio essere la tua famiglia Sandie. Non ti chiedo di darmi una risposta ora, ti chiedo solo di non ferirmi. Tutto qua, ma quando te la sentirai, mi darai una risposta sincera.» era sincero, Vincent era più che sincero, voleva essere una casa per Sandie, un uomo che l'amasse e che le degnasse dell'attenzione che meritava.
Si era dichiarato nella maniera più semplice e pulita del mondo, e cavolo, le parole le erano entrate dritte nel cuore.
Lei lo amava.
Lo amava.
Voleva stare con Vincent.
Voleva passare le sue giornate con lui fino a che la terra non sarebbe svanita.
Voleva essere un nuovo inizio.
Un nuovo capitolo per la sua vita.
Avrebbe ottenuto felicità e pace.
Sandie aprì bocca, ma quando stava per pronunciare parola il suo telefono squillò. Si scusò con Vincent e si alzò in piedi allontanandosi leggermente per rispondere alla chiamata.
«Pronto?» domandò, ma dall'altra capo del telefono sentiva un respiro affannato, come se qualcuno stesse avendo un attacco di panico.
«Sandie.» poteva conoscere quella voce meglio di chiunque altro. Era Nicole. Sua sorella.
«Nicole! Dio era ora che mi chiamassi! Hai sentito la chiamata? Allora? Papà come sta?» non ebbe nessuna risposta, sentiva solamente il suo respiro.
Nicole era nel panico più totale, e non riusciva a mentire oppure a stare tranquilla.
«S-sandie ... » non riusciva a parlare, il fiato le sospese in gola.
«Cazzo Nicole! Parla! Papà sta bene?» Sandie però udì qualcosa, come se ci fosse un'altra persone dall'altro capo del telefono.
«Devi dirglielo, non puoi mentirgli Nicole.» era la voce di Cheyenne.
«Come faccio!? Piuttosto mi butto giù dalla finestra!» esclamò la sorella più piccola con la consapevolezza di aver coperto l'auto parlante, ma non lo fece.
Sandie poteva già intuire qualcosa.
«Nicole! Parla! Cos'è successo a papà!? Dimmelo ti prego! Papà sta bene!?» urlava, andò nel panico più totale, mise una mano sulla fronte mentre il suo cuore andava a mille.
«Sandie ... papà ...» no ... non poteva dire quella parole.
«Su, dimmelo Nicole. Dimmi la verità, come sta papà?» disse cercando di stare calma e cercando di dirle la verità.
«Vieni in America, te lo dirò di persona.» a quella frase Sandie diede di matto, percependo una bruttissima sensazione.
«Vuol dire che non sta bene! Cos'è successo a papà! Dimmelo!» urlò ancora.
«É morto Sandie!» Sandie a quelle parole gli cadde di nuovo il mondo addosso, le vene e tutto il resto del corpo sembrava essere congelato.
Un'altra ...
Un'altta persona a lei importante era andata via.
Aveva gli occhi sgranati e le lacrime che uscivano dalle orbite rendendo gli occhi di Sandie gonfi e rossi.
Il battito era accelerato e lo stato di shock era al massimo.
Attaccò la chiamata e fece cadere il telefono tra i ciuffi verdi del prato.
«No .... No ... no ....» non riusciva a realizzare, allora quel sogno di stamattina era un sogno premonitore.
Suo padre non c'era più.
L'ultima volta che si erano visti era stato nel mese di marzo, e non stavano passando un bel periodo tra di loro. C'erano stati tanti litigi.
Quando la sua mente proiettò l'immagine nitida di suo padre, si accasciò per terra emettendo dal corpo un urlo liberatorio.
Vincent udendo quell'urlo corse da Sandie che la vide accasciata per terra, con la mano nel petto, urlava e piangeva.
«Sandie! Sandie!» urlò allarmato, e la fece alzare da dietro ma lei si buttava di nuovo per terra.
«No! No! Noooooo! Den boreí na eínai alítheia!» non può essere vero! «Den boreís na me écheis enkataleípsei ki esý!» non puoi avermi abbandonato anche tu!
Urlava frasi in greco che Vincent non riusciva a capire, ma Sandie sembrava come impazzita.
Si dimenava da Vincent e si mise le mani tra i capelli urlando a squarciagola
I passanti del parco guardarono quella donna in preda dal dolore con sguardi scioccanti, si allontanarono pensando che fosse pazza.
«Bampá ... BAMPÁ!» urlò in greco tra le urla e le lacrime.
Aveva perso suo padre.
L'uomo della sua vita.
L'uomo che l'aveva amata sin dalla nascita, che l'aveva cresciuta, supportata, che le aveva insegnato ogni cosa riguardante alle passioni, alla vita, e alla cultura.
Suo padre era stato il primo uomo che aveva amato per davvero e lo resterà per sempre.
Aveva perso una parte di sé.
Ritornando ad essere morta.
«Mamma ...» Chloè guardava di nascosto sua madre avvolta nella tristezza più totale, era nascosta dietro ad un albero mentre assisteva tutta la scena.
Fu la prima volta che vide sua madre piangere.
Con un pianto straziato. Quasi violento.
Fu una scena che non avrebbe mai più dimenticato, ma inconsciamente non sapeva che aveva perso suo nonno. Il nonno che tanto amava, che la riempieva di coccole e sorrisi.
Non avrebbe più rivisto il nonno, come Sandie non avrebbe mai più rivisto suo padre.
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