[Κεφάλαιο 8]
29 marzo 1992
BEVERLY HILLS L.A
Il cielo era dipinto di un blu intenso, tappezzato di tantissime stelle.
Sandie non riuscita a prendere sonno, così si mise a guardare le stelle attraverso la finestra.
L'aprì per far entrare un pochino di aria primaverile che giaceva in quella notte.
La ragazza indossava un camicia da notte color avorio, lunga fino ai piedi come fosse un vestito, coperta da una vestaglia calda per difendersi dal freddo.
Era seduta sul davanzale a guardare le stelle, e per compagnia, si accese una sigaretta.
Non fumava come prima, ma di tanto in tanto, le scappava lo sfizio di fumarsi una sigaretta, il che non le dispiaceva.
Lei pensava, pensava a quella persona.
Quella persona che le faceva perdere la testa.
Tra le stelle, e nubi leggere, vide la splendida e divina figura della luna.
Era una luna piena, la sua mente proiettò l'immagine di Michael all'interno di essa.
Si leccava le labbra, pensando a quel momento.
Perciò, chiuse gli occhi dando azione al flashback.
«Esprimi un desiderio.» aggiunse Michael accarezzandole i capelli con dolcezza, lei chiuse gli occhi, pensando al desiderio che pregava di essere espresso.
E mentre pensava, sentì una presenza avvicinare sempre di più al suo viso, e poi, le labbra di Michael sfiorarono le sue fino a unire in unica bocca.
Fu così, la creazione di un bacio d'amore.
Era un bacio delicato, pieno di affetto.
Le labbra si muovevano lentamente, come in un ballo lento nelle feste di fine anno.
Le lingue si sfiorarono appena, e i loro cuori battevano come tamburi continuando a baciarsi e baciarsi.
Si sentiva il rumore del vento che creava musicalità insieme agli schiocchi dei baci dei fanciulli, che teneramente si stavano baciando con amore. Era come una melodia iniziale di una canzone d'amore. Ma non sapevano, che erano loro, la canzone stessa.
«Michael ...» sussurrò tra i baci la ragazza dalle iride verdi, la mano destra di Michael poggiò sulla guancia dipinta di blush e illuminate della giovane con delicatezza, senza smettere di baciarla. Questa volta il bacio si faceva sempre più intenso, e passionale «Amo i tuoi baci.» sussurrò ancora.
Ed io amo te.
«Non parliamo dei tuoi.» rispose il cantante sussurrando schioccando le labbra.
Erano come eroina appena entrata nel naso, e non potendone fare a meno.
Loro si sentivano così.
Come la droga più potente del mondo.
Era piacevole.
Un piacere che amavano entrambi.
Si stava toccando le labbra, la magia di Michael era proprio il suo contatto, quando Sandie sentiva il suo contatto, difficilmente poteva dimenticare oppure non sentirlo più.
Persino nei punti più sensibili, come le labbra.
Lo amava, lo amava da morire, e lo avrebbe perfino seguito al tour pur di stare con lui, per sostenerlo e dargli una mano.
Non lasciandolo nella buca dell'agonia, proprio come stava succedendo ad Ethan.
Ma c'era un ragazzo dall'altro lato, che anche egli non si dava pace con il sonno. Era Michael.
Anche lui guardava le stelle, ma questa volta non in cerca di ispirazione, ma di soluzioni. Non riusciva ad altro che pensare a Sandie e tutto quello che aveva detto a Liz quella sera.
Sentiva di aver buttato tutto l'amore per quella ragazza, e di aver detto le cose giuste. Quando pensava alle sue parole, mise una mano sul petto sentendo il suo battito cardiaco. Era un battito d'amore. D'amore per quella ragazza dalle iride verdi. Ricordava ancora quello che aveva detto ad Elisabeth.
«Per due anni, ho mentito a me stesso, ho mentito ai miei sentimenti. Credevo che si potesse mentire all'amore, ma invece non ne puoi sfuggire. È l'unico sentimento che non puoi mentire. Per due anni sono stato con una donna che non amavo, ma che consideravo e che considero tutt'ora come una splendida amica. Alla fine, mi sono reso conto di amarla in una maniera inspiegabile. Io la amo Elisabeth. Mi sono innamorato di Sandie. Mi sono innamorato di lei sin dal principio. Mi sono innamorato del suo sguardo così puro, mi sono innamorato della sua dolcezza, mi sono innamorato della sua bellezza, mi sono innamorato del suo carattere, mi sono innamorato della sua determinazione, mi sono innamorato dei suoi difetti, mi sono innamorato delle sue passioni. Potrei continuare all'infinito. La amo in tutti suoi aspetti. Per Dio, avrei potuto ammettere prima i miei sentimenti, averla con me, tenerla stretta fra le mie braccia e dirle che non l'avrei mai più lasciata, avrei potuto essere meno ingenuo e testardo, avrei voluto essere meno paranoico e amarla come Romeo amava Giulietta, sarebbe nato un amore molto più forte di loro. Ma vedi, la realtà è dura da digerire, se non ho ammesso i miei sentimenti ci sono delle motivazioni. Dovevo tenerla al sicuro dal mio mondo, dai paparazzi dai media, e dal mio caos interiore.
Elisabeth, per me Sandie, è come un cristallo, è prezioso e va custodito. Ed è il motivo per cui non voglio portarla al tour. Lei ha la fortuna di vivere una vita in piena libertà, può vivere una vita normale capisci? Cosa che io non ho. Io voglio che lei viva questa vita. Lei tra meno di un mese e mezzo si prende la laurea e comincerà il suo percorso per raggiungere il suo sogno. Anche se lo volessi, perché credimi anche io vorrei portala con me in tour, non posso farlo Elisabeth, sarebbe troppo egoistico da parte mia, devo lasciare che lei viva. E deve vivere come tale, deve farlo, chi può farlo meglio di lei?»
Aveva buttato tutto l'amore che aveva in corpo, tutto quello che provava per Sandie, e dopo due anni di silenzio, di frustrazione e di bugie. Aveva ammesso a qualcuno i suoi sentimenti, i suoi veri sentimenti.
Aveva amato delle donne in passato, ma con Sandie ere tutto diverso.
Percepiva in sè un amore tenero e dolce, ma allo stesso tempo anche una forte attrazione. Il suo forte desiderio era quello di averla con sé, di proteggerla dal male, come se volesse sfaldare i suoi errori precedenti. L'aveva lasciata andare, credendo che quel professore fosse l'uomo giusto per lei, ma invece aveva incontrato un trauma che difficilmente si sarebbe staccato dalla mente di Sandie. Perciò voleva proteggerla, tenerla al sicuro, darle amore, per farle capire che nel mondo c'era ancora quel briciolo di umanità, e di speranza.
Proprio come credeva lui insieme alle sue opere benefiche. Amava aiutare il prossimo, anche se gli sarebbe costato caro.
Ma le parole di Liz, erano come chiodi, esse erano chiodi conficcati nel cuore. Fisse e bucate su di esso.
Lasciando così un fastidio.
«Sandie ha bisogno di te! Della tua presenza, perché tu sei l'unica persona che può ridare quella luce negli occhi che quell'uomo l'ha portata via. Perché non lo vuoi capire?» Michael la guardò con occhi neutri, cercando nella sua anima di riflettere «Ti avverto Michael, te ne pentirai amaramente di questa tua scelta. E non dirmi che ti avevo avvisato, poi quando mi telefonerai non voglio sentire "Oh Elisabeth mi manca così tanto Sandie.
Ogni parola ed ogni azione, hanno delle conseguenze.
Ricordalo.»
Mise le mani sul viso coprendo il suo volto mentre ricordava quelle parole, e la voce della sua migliore amica completamente arrabbiata e severa.
«N-non posso ... non posso portarla con me.» mormorò con tono disperato «Lei deve vivere la sua vita, ha la libertà e la fortuna di vivere una vita normale. Io non ho tutto questo.» ma poi, d'improvviso, si ricordò perfettamente di quel momento in cui Sandie e Michael erano su quel prato a guardare le stelle e baciarsi con tanto amore.
E che successivamente, Sandie supplicò al cantante di portarla in tour.
Non poteva dimenticare la sua triste voce, e il suo calore.
«Portami con te.» disse poi, lui si maledí, voltando lo sguardo da un'altra parte.
«Sandie io-» lo interruppe baciandolo.
«Ti prego.» lui scosse la testa.
«Hai una laurea tra le mani, e devi prendere in mano la tua vita. Non permetterò che per causa mia mandi tutto all'aria quello che hai costruito con le tue mani, insieme a tutti quei sacrifici.» spiegò lui con voce profonda.
«Ma io voglio starti accanto ...» mormorò lei.
«Sandie, ci sono tanti mezzi di comunicazione, ci sono le lettere, il telefono. E poi quando farò un concerto nei dintorni ti conserverò un biglietto per te.» lei lo strinse a se, sentendo a pieno il suo contatto, le sue braccia. Non voleva lasciarlo andare, non voleva farlo andare via per non vederlo per due anni.
Scoppiò a piangere, cacciando dei piccoli singhiozzi.
Michael si fece condizionare dal pianto della ragazza.
Appoggiò la mano delicatamente sui suoi capelli.
«Stellina ... ti prego.» mormorò con voce strozzata.
«Ho bisogno di te Michael, ho troppo bisogno di te, ti prego non abbandonarmi di nuovo.»
Michael a quel ricordo riuscì a trattenere le lacrime, il suo cuore e il suo istinto chiamava il nome di quella ragazza. Ma doveva combattere con la realtà. Doveva lasciare vivere la sua vita.
Lui non poteva vivere una vita normale, a causa della sua eccessiva fama, ma lei si. Lei poteva farlo, e pregava che Sandie vivesse la sua vita e la sua libertà anche per lui.
Non devi odiarmi Sandie, ti prego, io lo faccio per te e per il tuo bene.
Il Signore ti ha donato la vita e la libertà di viverla in pace, non sprecare questo dono.
Credimi, anche io vorrei che tu venissi con me, ma non posso. Sei all'inizio del tuo sogno e non voglio che io sia un ostacolo. Non posso.
Ti amo, ma devi vivere.
Promettimelo Sandie.
Pensò il cantante nel mentre stava disegnando su un semplice foglio bianco, una figura splendente e meravigliosa.
Quella di Sandie.
Sorrise.
LA MATTINA DOPO
Il mattino dopo al Neverland Valley Ranch sarebbero venuti dei bambini malati appartenenti ad un Ospedale di New York.
Michael li avrebbe ospitati con gioia per passare la giornata con loro, facendo attività divertenti.
«Allora bambini, che cosa volete fare?» domandò il cantante sorridendo ai bambini a trentadue denti.
«Michael! Giochiamo a nascondino!» propose una bambina di sei anni dagli occhi verdi e capelli rossi, dalla pelle molto chiara e dalla voce tenera.
«Sii a nascondino!» dissero in coro i bambini con tono entusiasta.
«D'accordo, e nascondino sia!» disse il Re del Pop alzandosi dal prato totalmente euforico di fare il gioc0.
Così i bambini e Michael giocarono a nascondino, il cantante contò per primo, e cercò i bambini per tutto il Ranch. Trovandoli e tornando a giocare.
Questa volta però, fu un bambino a contare, e Michael era nascosto dietro ad un tronco di un grosso albero. Rideva mentre vedeva senza farsi scoprire il bambino che stava contando.
«Non mi troverà mai, è un posto sicuro.» sussurrò furbamente.
«Beh, io ti ho trovato.» a quella voce conosciuta Michael si girò, ed era Sandie, la sua amata Sandie. Sempre bellissima. Indossava un jeans nero con delle scarpe bianche semplici, una maglione blu intenso e una giacca nera con una borsetta bianca a tracolla.
«Sandie ...» mormorò lui sorpreso.
«Come stai? Ti volevo fare una sorpresa ma vedo che sei impegnato.» parlò lei notando gli altri bambini con le guance lievemente rosse sentendosi di peso «Se vuoi io-» la interruppe baciandola tenendo stretta a sé la ragazza.
Non voleva lasciarla andare.
Il mano del moro era poggiata delicatamente sulla guancia della fanciulla accarezzandola dolcemente, e lei, si aggrappò a lui, trasformando un bacio pieno di intensità e attrazione.
«Resta, non andare via.» disse lui affannato con il fiato che congiunge quello di Sandie, che nel frattempo, decise di rimanere.
[...]
Ore 4:34 p.m
«Come profumi Sandie ...» complimentò un bambino che aveva la testa completamente rasata, appoggiato sulle gambe di Sandie mentre lei lo coccolava con amore.
«Ti ringrazio Philip.» ringraziò la fanciulla con tono imbarazzato e dolce.
«Che profumo è?» domandò il bimbo curioso.
«Giorgio Beverly Hills.» rispose lei a sua volta, Michael la guardò sorridendo,
«Anche Michael profuma molto, sa ... sa di buono.» intervenì una bambina, essa era sulla fascia elementare, capelli biondi ed occhi marroni. A Sandie le mancò un battito, perchè quella bambina assomigliava ad una che conosceva tanto bene. Cloe.
Quella povera bambina morta a causa di una malattia cardiaca.
Vedeva in quella bambina la forte somiglianza, ma soprattutto i momenti che avevano passato insieme e quando si conobbero.
Michael guardò gli occhi della ragazza di cui era tanto innamorato, ed erano tristi e sperduti.
Che sia tornata l'immagine di Cloe nella sua mente?
Sandie ... amore mio.
Nonostante il poco tempo che Sandie e Cloe avevano trascorso insieme, lei cercò in tutti i metedi di poter trovare un modo per salvarla. Ma non ci riuscì, e per la prima volta si sentì sconfitta. Cloe per lei era stata importante, una bambina da una vita difficile, e con la speranza che in una vita nuova possa trovare la felicità, la salute che le era mancata in vita, e una mamma che potesse prenderne cura.
Con Cloe, Sandie capì il vero valore della vita e lo capì ancora attraverso quei bambini malati che aveva in quel momento in braccio, chi era malato di cancro, chi di leucemia, chi di AIDS, chi di una malattia del corpo incurabile. Sapeva di essere fortunata, ma nonostante ciò, non smise mai di aiutare il prossimo.
Per questo, scelse di fare il medico con la possibilità di aiutare le persone a continuare a vivere, e particolarmente di non far aprire un trauma alle persone care di questa gente. Proprio com'era successo a lei con sua nonna partena. Avrebbe promesso che avrebbe fatto tanti sacrifici pur di aiutare le persone in difficoltà, di aiutarle a vivere, e pur di non far vivere il suo trauma ad altre persone, ed ora il suo sogno stava per realizzarsi.
I bambini nel tardo pomeriggio andarono via e Michael e Sandie, rientrarono dentro casa del cantante per stare al caldo poiché era una fredda giornata di fine marzo.
«Vuoi qualcosa di caldo Sandie?» domandò il cantante mentre Sandie si sedette sul divano del grande living room, lei scosse la testa.
Michael notò che Sandie era parecchio giù di morale, così decise di confortarla «Ehi, tutto ok Sandie? Perché sei triste?» domandò lui preoccupato andando vicino a lei.
Ella sospirò appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
«Quella bambina che era vicino a te, mi era sembrata di vedere Cloe per qualche instante. La mia mente mi ha fatto proiettare i momenti in cui le sono stata accanto fino alla sua morte e perfino quando l'ho conosciuta. Mi manca ... con lei mi sono resa conto ancora di più di quanto a volte la vita sia ingiusta, e di quanto noi persone fortunate dobbiamo prendere più valore della vita. Anche se Cloe ... non meritava di morire. Io mi ero promessa di salvarla e invece ... lei è ...» spiegò la ragazza con tono spezzato fino ad interrompere il discorso.
«Sandie, non devi farne una colpa. Tu hai fatto il possibile credimi. Ma pensa che Cloe è in un posto migliore dove non potrà più soffrire. Ora lei è in pace.» Sandie a quel punto scoppiò a piangere.
Il ricordo di quella bambina l'aveva presa in sopravvento, la sua mente si offuscò a tal punto di lasciarsi piangere «Sshh ... Sandie tesoro mio.»
«Non me lo perdonerò mai.» disse lei tra i pianti.
Lui le prese il viso asciugando le lacrime con i pollici le tempie bagnate della ragazza, guardandola dritta negli occhi.
Possibile che sei bellissima anche quando piangi?
Le diede un bacio a stampo, con le lacrime salate di Sandie entrando nelle loro bocce.
«Tu hai fatto tutto il possibile Sandie, e tu lo sai, perciò non scaricarti colpe inutili stellina mia.» lei appoggiò la testa sul petto continuando a cacciare dei singhiozzi «Sandie, ti do qualcosa di caldo, così starai meglio.» Michael andò in cucina a prepararle una tisana a frutti di bosco, mentre Sandie piano piano di calmò con il pianto asciugandosi il viso con un fazzoletto che aveva dentro alla borsa.
Di punto in bianco l'occhio della ragazza guardò sul tavolino davanti al divano, c'era un foglio bianco che spuntava su un raccoglitore verde fluo. Lo tirò fuori, ed era un bellissimo disegno di se stessa. Curato nei minimi dettagli.
In basso c'era la firma di Michael e il nome del disegno "Little star" ovvero "Stellina"
Sandie si commuove vedendo quel disegno così perfetto senza un errore.
Oh Michael, sei così caro.
«Eccomi Sandie, ti ho portato una tisana ai frutti di bosco, bevila, ti farà bene e-» si interruppe vedendo che Sandie stava guardando il suo disegno, che aveva fatto le sere precedenti.
Si imbarazzò.
«È bellissimo Michael, non so che cosa dire non pensavo disegnassi così bene. Sei davvero un'artista completo.» lui sorrise con il suo meraviglioso ed unico sorriso, illuminando il living room sedendosi vicino a lei.
«Dai, non è niente di che. È solo uno schizzo, l'ho fatto in questi giorni. Non riuscivo a dormire così decisi di uscire per prendere un po' d'aria. Mi arrampicai sul mio giving Tree con la speranza che l'ispirazione venisse all'interno nella mia mente. Ma poi, come per magia, arrivasti tu. Presi il mio quaderno, e ti disegnai, cercando di rispettare la tua immagine, la tua bellissima immagine su un semplice foglio di carta. E ci sono riuscito. Ieri notte l'ho completato in camera mia.
Ho tante muse ispiratrici per la mia creatività. La natura, l'arte, la bellezza, i bambini e tu.» a quel punto Sandie scostò lo sguardo dal disegno per guardare il volto lucente e genuino del cantante «Tu sei una di queste mie muse ispiratrici.» confessò egli avvicinandosi sempre di più a lei, poggiando le dita sulla sua guancia.
Il respiro della ragazza si fece sempre più intenso.
«D-davvero Michael?» lui annuì dandole una carezza sulla guancia con le dita.
«Come ti avevo già accennato in precedenza, tu sei sempre nei miei pensieri. E lo sarai per sempre. Fin quando Dio non mi chiamerà per raggiungerlo.» Stellina percepiva che queste parole erano dette con il cuore, con tutto l'amore del mondo. Si sentiva speciale, si sentiva euforica. Ma voleva mettere in chiaro con lui, un pensiero che non le dava page da tanto tempo.
A quel punto, lei poggiò il disegno dove lo aveva trovato, e prese le mano del riccio.
«Sandie.» la chiamò non capendo.
«Direi che è il momento giusto per dirtelo. Non te l'ho detto in modo diretto perché con quello che è successo tra noi non c'è stato la possibilità di spiegare. Ma penso che tu lo sappia.» fece una pausa, per poi baciarlo con intensista e dolcezza tra le labbra del ragazzo. Il vortice dell'attrazione arrivò tra i due ragazzi, come in un film fantasy romanzato. Le mani del moro erano appoggiate sul viso di Stellina, mentre quella della ragazza sulle spalle.
Erano così delicati, così dannatamente puri.
Creati appositamente per stare insieme.
Le lingue si toccarono, baciandosi anche loro.
Le forme dei ragazzi era diventata come una corda di violino. Una curva bellissima, la più romantica che Dio avesse mai creato. Loro, erano il ritratto della curva d'amore.
Poco dopo, si staccarono sempre com delicatezza formando uno schiocco, un suono bellissimo. Michael sorrise dandole successivamente un bacio a stampo sulle labbra.
Lei sospirò.
«Io ti amo Michael.» parlò la ragazza, in quel momento il cuore del ragazzo fece miliardi di capovolte, ma voleva stare lì, vicino a lei. Ed ascoltarla «E questo bacio lo dimostra. Ma in realtà, l'amore lo si dimostra con dei gesti minuti pieni di significato, ed io ti potrei dimostrare che ti amo attraverso le piccole cose.
Io sono una ragazza semplice, amo le cose umili, amo tutto ciò che è semplice, ed io ti amerei dimostrandoti con dei gesti molto, beh appunto semplici.» soffiò il naso, la sua voce era tesa e nervosa, poiché erano tanti anni che non faceva una seria dichiarazione d'amore.
«Sai, quello che ho capito in questi anni in cui ti ho conosciuto. È che ti ho sempre amato.
Ti amato quando ti ho visto sdraiato in quel lettino nello studio di Klein. Ti ho amato quando ti ho visitato per la prima volta. Ti ho amato quando mi hai sorriso. Ti ho amato quando abbiamo parlato. Ti ho amato quando ti imbarazzi. Ti ho amato quando mi portasti in quel negozio di giocattoli, aiutandoti a scegliere i regali per i tuoi nipotini. Ti ho amato quando ti ho incominciato a frequentante al di fuori del contesto lavorativo. Ti ho amato quando mi hai dato il tuo numero di telefono. Ti ho amato quando abbiamo fatto quelle meravigliose telefonate, passando le ore a parlare del più e del meno. Ti ho amato quando sei venuto a trovarmi in ospedale quando feci l'incidente stradale, standomi accanto. Ti ho amato quando hai pianto. Ti ho amato quando ti sei sfogato con me per tutti i problemi che ti tormentavano. Ti ho amato quando mi hai regalato la collana a forma di stella. Ti ho amato quando abbiamo passato delle giornate bellissime a Neverland. Ti ho amato quando quando abbiamo visto i film insieme. Ti ho amato quando ci siamo fatti gli auguri di Natale e dei nostri compleanni, scambiandoci i regali. Ti ho amato quando abbiamo passato il Capodanno insieme. Ti ho amato quando abbiamo litigato. Ti ho amato quando ci siamo allontanati, e ... ti ho amato quando ci siamo baciati. Ma soprattutto, ti ho amato perché ho scoperto una persona così pura, così genuina, così colta, così gentile, così delicata. Oh Michael, io amo anche i tuoi difetti. Amo tutto di te. Io in questo momento non voglio una tua risposta, ma sappi che quando sarai pronto. Mi troverai. Io sarò qui. Io ti aspetterò.
Perciò ...» Sandie d'un tratto si interruppe, pensando che tutto quel discorso potrebbe essere di cattivo gusto, ma non per Michael, che durante quelle magnifiche parole pronunciate da quella voce angelica della ragazza. Si commosse da lasciare cadere una lacrima lungo il suo candido viso. Lui prese la mano incitando a continuare a parlare.
Così fece.
«Perciò io ti aspetterò, qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa tu faccia. Io ti aspetterò. Ti aspetterò su una sedia, su un letto, su un altalena, sotto la pioggia torrenziale, sotto il sole più caldo e accecante, su una montagna piena di neve qualora si sfocia in una tempesta bianca.
Ti aspetterò in qualsiasi posto, anche se sarà il posto più brutto del mondo, io sarò lì ad aspettarti. Ripeto, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi: giorni, settimane, mesi, anni. Perché so, che vale la pena aspettarti, Dio se ne varrà la pena.
Il tempo è una delle cose più preziose che abbiamo nella vita, non deve essere utilizzato in modo superficiale, e non delude mai se hai la forte pazienza di aspettare che si avveri il tuo desiderio. Perché il desiderio non si costruisce solo con la nostra forza di volontà, ma anche con il tempo, di cui dobbiamo sempre rispettare come se fosse una divinità.» a quel punto il tono di Sandie si fece più greve, più triste.
«L'unica cosa in cui ti chiedo, è quello di non farmi del male, ti prego, non farmi del male come mi ha fatto quell'uomo e tu lo sai. Non intendo vivere un altro trauma oppure un altro incubo. So che tu non saresti mai in grado di toccare una mosca però, non resisterei ad un altro dolore psicologico. Perciò ti scongiuro, non farmi del male come mi buttasti via quella volta dopo il matrimonio di Elisabeth. » lei a quel punto si tirò un sospiro di sollievo, per la prima volta in vita sua confessò i suoi sentimenti ad una persona in piena libertà. Dicendo tutto ciò che pensava.
Aveva sgualcito il velo che le impediva di parlare.
Proprio come il velo di Maya, il velo che permetteva di non vedere la realtà.
Michael era visibilmente commosso.
Nella sua vita non aveva mai sentito parole così tanto gentili, dolci, e piene d'amore.
Quelle parole, erano l'amore che parlava.
Nella bocca di Sandie, nella sua voce, sentiva certamente che erano i suoi sentimenti.
E capì di quanto lei, lo amasse veramente.
Di quando lei fosse innamorata.
E di quanto lui si sentisse una formica.
Sentiva di non meritare una ragazza come Sandie Vrachnos.
Così, tra un miscuglio di emozioni, il Re del pop scoppiò in lacrime davanti alla ragazza dalle iride verdi.
Si coprì il volto con entrambe le mani.
Lei si avvicinò preoccupata dello stato dell'uomo che amava.
Quando poi, il ragazzo parlò.
«Io non ti merito ... io non ti merito Sandie, non ti merito, non ti merito cazzo non ti merito.» disse tra i singhiozzi, Sandie aveva la bocca leggermente aperta mentre accarezzava la testa del cantante, lui si rifugiò nelle sue braccia.
«Michael.» lo chiamò continuando ad accarezzarlo con la speranza che si calmasse.
«Io non ti merito, non ti merito Sandie.» un mix di emozioni negative erano varcate nell'io di Michael, provocando così un pianto liberatorio, un pianto d'amore.
Perché Michael l'amava.
L'amava eccome.
Con tutto il suo cuore.
Ma sentiva di non meritarla.
E di una tremenda paura di farla soffrire per la millesima volta.
Sandie aveva già sofferto abbastanza per colpa di quell'uomo che le aveva tolto la luce nei suoi occhi, e anche per colpa sua per non essere stato chiaro con se stesso. Non si sarebbe mai perdonato che Sandie si sarebbe rovinata per causa sua.
Ma cosa poteva fare?
A chi poteva rivolgere aiuto a questo amore che gli mangiava l'anima?
Solo se stesso.
Doveva chiarirsi con se stesso e trovare la risposta giusta prima che Sandie ritornasse di nuovo a soffrire. E se fosse stato troppo tardi, non se lo perdonerà per il resto della sua vita.
Successivamente i due decisero di prendere un po' d'aria fresca e Sandie doveva andarsene via.
«Che farai stasera Michael?» domandò Sandie camminando al passo insieme al cantante, con le mani dentro alle tasche della giacca.
«Stasera ho una cena molto importate, ci saranno i futuri vincitori degli MTV Contest e-» ma Michael si interruppe vedendo Kylie con due valige in mano dirigersi in macchina, il suo battito cardiaco si accelerò a mille.
Che cosa ha intenzione di fare Kylie?
«Ehi Michael, ma Kylie sta partendo per caso?» domandò Sandie con tono curioso, lui non rispose e andò da lui cercando di capire che cosa stesse succedendo.
«Kylie.» lo chiamò con tono serio, lui si girò con un lieve sorriso, un sorriso che dietro celava una tristezza incolmabile.
«Buonasera, Mr Jackson.» aggiunse lui con tono cordiale.
Era strano, non era il solito Kylie gelido e serio com'era quotidianamente, c'era sotto qualcosa.
«Dove vai?» domandò il cantante guardando le valige.
«Me ne vado Mr Jackson, mi sono licenziato.» gli occhi di Michael si spalancarono dopo udita quella frase.
«C-Cosa e perché?» domandò lui con voce spezzata.
Lui appoggiò una mano sulla spalla del cantante.
«Ho avuto una proposta di lavoro molto importante che aspettavo da tanti anni. Mi dispiace, ma non ho potuto rifiutare. E quindi, me ne andrò Mr Jackson.» spiegò il bodyguard dagli occhi gelidi.
«Stronzate! Tu te ne vai per me! Dimmi la verità Kylie!» insistè Michael con le lacrime.
«Ascoltatemi Mr Jackson, stando al vostro fianco la mia vita è migliorata, è cambiata in meglio rendendola meravigliosa, e con il sorriso sulle labbra. Io mi svegliavo la mattina con la felicità negli occhi per andare a lavorare per voi, per proteggervi. Io amavo lavorare per voi. Perché si, perché io vi amo. Ma io davvero ho ricevuto questa proposta di lavoro. Nel vostro ufficio ho lasciato le dimissioni. Ora dovete cercare qualcuno più capace di me.» fu in quel punto che il cantante lo abbracciò.
«Ma Kylie ... come faccio senza di te?» lui ricambio l'abbraccio.
«Mi avete sempre trattato con tanta dolcezza, come un gigante gentile, avete sempre intuito la mia parte buona nonostante la mia gelida personalità. E voi, avete sciolto il mio cuore di ghiaccio solo grazie a voi, ed i miei sentimenti. E ve ne sono grato. Perché ora sono diventato un uomo migliore. Vi lascio in buone mani, perché c'è Sandie con voi, l'unica donna di cui può darvi la felicità che tanto desiderate. Ma promettetemi una cosa Mr Jackson.» spiegò Kylie con il luccichio agli occhi.
«Cosa Kylie?» l'uomo prese una mano del fanciullo stringendola.
«Promettetemi di stare attento alle persone che cercano di approfittare del vostro cuore, della vostra bontà e della vostra generosità. Promettetemi di essere più egoista. Promettetemelo vi prego. Perché solo così potete vivere una vita serena.» Michael rimase sbigottito a quella promessa, ma lui comunque accetto di mantenerla.
«Va bene.» disse poi.
«È un si?» il cantante annuì.
«Lo prometto, ma ... noi ci rivedremo non è vero?» Kylie annuì.
«Certo, vi verrò a trovare. Mi raccomando a lei Mr Jackson, state attento e vi auguro buona fortuna per il tour.» disse sorridendo appena con le lacrime agli occhi. Kylie si allontanò un momento dal cantante per raggiungere Sandie, lei era lontana e non aveva sentito niente della loro conversazione, perché intuiva che era una cosa privata di loro due.
Ma aveva intuito, che Kylie se ne sarebbe andato via per sempre.
«Kylie ... allora te ne vai non è vero?» domandò lei con il cuore spezzato, lui annuì e le prese la mano.
«Sandie.» la chiamò, lei lo guardò «Abbi cura di Michael.» lei non fece in tempo a rispondere che Kylie tornò da a Michael per abbracciarlo di nuovo, voleva dare un bacio di addio, ma non lo fece. Così diede un bacio sulla guancia.
«Abbiate cura di voi.» lui non rispose, cosi Kylie caricò le valige in macchina, poi salì, azionò e se andò via.
Lasciando un Michael completamente triste e angosciato. Sentendosi completamente in colpa per questa faccenda. Non voleva che Kylie se ne andasse, poiché si era completamente affezionato a quell'uomo dalla personalità fredda ma dal cuore buono. Lo aveva protetto, e gli era grato per questo.
Durante il tragitto Kylie pianse ininterrottamente pensando che non potrà mai più vedere il suo amato, e che aveva mentito sul suo licenziamento.
Sapeva benissimo che prima o poi, questo giorno sarebbe arrivato.
Michael, promettimi di essere felice, abbi cura di te. Mi dispiace di averti mentito, ma non potevo più stare al tuo fianco, ora, spetta a Sandie a starti vicino a te.
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