[Κεφάλαιο 63]






27 Gennaio 1994



Quella notte Michael fece molta fatica a dormire, il sonno non gli venne in alcun modo, era nervoso e non riusciva a stare fermo, più si girava dai lati del letto più non riusciva a prendere sonno.
Mise una mano sulla fronte in segno di afflizione.
Voleva in tutti modi dormire ma era troppo in ansia per quello che sarebbe accaduto il giorno dopo.
Sarebbe stato il giorno della "fine" delle accuse, Michael e i suoi avvocati avrebbero incontrato i Chandler per il colpo finale, prendere i soldi di Jackson e mettere la parola fine su quella tremenda situazione che lo aveva prosciugato e fatto a pezzi come il vetro di uno specchio.
Non sapeva se aveva preso la scelta giusta, avrebbe voluto praticare un'altra molto più sicura, ma se era l'unica soluzione da uscire e per non finire in un aula di tribunale così sia.
Avrebbe preso anche la peggiore delle decisioni pur di bloccare il suo inferno e riprendere la sua vita, optava molto il suo futuro.

Il cantante si alzò dal letto, si massaggiò gli occhi emanando un pesante sospiro.
Provò a leggere un libro di saggezza con la speranza che gli venisse sonno, ma avvenne il contrario, Michael completò la lettura del libro che aveva interrotto mesi fa.
Non rimanendo contento della lettura optò per il disegno, prese un libro per avere come base, un foglio bianco e una matita, guardò l'orario erano le quattro e un quarto del mattino.
I suoi occhi marroni posarono sul foglio giocherellando con la matita, fino a poi a disegnare un cerchio, non fece dei disegni precisi ma dei piccoli scarabocchi, nel foglio se gli veniva una frase in mente la scriveva per non perderla, provò a disegnare una spiaggia, ma il disegno gli venne male tant'è che strappò il disegno a pezzi aumentando il suo nervosismo.

Accese la tv, con la speranza di guardare qualcosa per accogliere il sonno negli occhi.
Trasmettevano film che aveva visto più volte oppure le notizie del giorno, dicevano sempre le solite notizie, si parlava ormai solo di politica e di morte. Sospirò affranto.
Fino a che non trasmisero la notizia della lavorazione di un nuovo cartone animato della Disney che sarebbe uscito due anni dopo, "Il gobbo di Notre Dame" il telegiornale fece vedere i primi schizzi dei disegni, e del cartone, mostrando solo una piccola parte.
Gli occhi di Michael erano puntati sulla figura del protagonista, Quasimodo, il gobbo campanaro, i capelli erano di un rosso tenue, vestito con una maglia verde e pantaloni beige. Michael sapeva perfettamente la storia del personaggio, avendo letto il romanzo originale di Victor Hugo "Notre dame de Paris" visto più volte il famoso musical dalle sue parti, adorava la storia in particolare quel personaggio, in qualche modo lo rispecchiava, e ne era eccitato che la Disney stesse creando un cartone di quel personaggio con la rispettiva storia.
Dai disegni della Disney sembrava un personaggio molto dolce, pieno di tenerezza e amore, lo schizzo rappresentava Quasimodo parlare con tre statue a forma di gargouille, molto caratteristiche e importante proprio della cattedrale di Notre Dame. Michael, non vedeva l'ora di vederlo, magari con il suo futuro figlio in braccio.

Parlando di futuro, Michael che era nervoso all'incontro con i Chandler dall'altro lato era emozionato di poter aprire un portone importante della sua vita, quello di unirsi al matrimonio con la donna della sua vita, diventare padre della loro unione. Amare quello che era sangue del suo sangue, e quello di Sandie.

Il cantare prese un altro foglio bianco, scrisse una lista, una sorta di lista del suo futuro, aveva gli occhi incollati sul foglio mentre la televisione parlava a vento, Michael neanche sentiva quello che stava trasmettendo.

Un futuro d'amore
- Chiedere a Sandie di sposarmi, Dio come sarò emozionato nel chiederlo!
- Organizzare il matrimonio (Location, prete, invitati, vestito, fedi, testimoni, damigelle, mago, dj, torta, menu) deve essere un matrimonio perfetto, indimenticabile agli occhi di tutta la gente che inviterò.
- Luna di miele, potremmo andare alle Canarie se vogliamo andare al mare, oppure in una città tranquilla da visitare tipo Berlino, o Disneyland, in Italia non sarebbe male, in quei giorni devo darmi da fare con l'intimità
- Musica, devo comunque lavorare, creare la mia musica e le canzoni, anche poesie se mi vengono
- Fare dei figli, magari Sandie rimarrebbe incinta dopo la luna di miele, sarebbe fantastico, altrimenti ci daremo ancora da fare, anche lei vorrebbe un figlio e perché non accontentare il nostro desiderio.
Oh mio caro Signore, fa che avvenga, non importa il sesso ma la salute di mio figlio.
Magari quando sarà incinta potrò concedermi meno lavoro e stare con lei per supportare la gravidanza, mio Dio piangerò solo al pensiero di andare dal ginecologo per l'ecografia.

Michael sorrise impacciato formando nei suoi occhi un bellissimo barlume di emozione e il battito del suo cuore accelerare come il motore di una moto, il pensiero di una futura gravidanza e di vivere assieme a lei il momento più bello della vita lo faceva emozionare a tal punto di esplodere.
Si toccò la punta del naso, accennando una piccola risata. Sentiva nei suoi occhi che stava lacrimando. Passò la punta dell'indice sotto alle occhiaie.
«Mio Dio, che bello pensare a queste cose.» disse e continuò a scrivere:

- Gravidanza: devo riempire di regali al bimbo, e fare una bellissima cameretta, quel bambino insieme alla madre saranno il frutto delle mie prossime canzoni.

Sapeva perfettamente che Michael sarebbe impazzito per quella creatura, pensando di dargli il mondo e dedicargli la luna, per un artista come lui prospettava di creare tantissime ninna nanne, e canzoni amorevoli per il piccolo, sarebbe stata la sua più grande ispirazione artistica.
Prese il pupazzo a forma di orsacchiotto e se lo mise tra le sue braccia mentre continuava a scrivere.

Infine, cosa più importante.
- Amare Sandie, il matrimonio non cambierà il mio modo di amare, resterà sempre lo stesso, avrà un titolo di moglie, ma resterà sempre la mia stellina. Amandola con tutto me stesso e prometto di farle rendere la donna più felice del mondo.
Mi auguro di essere un buon marito per lei, sperando che andrà tutto bene, le litigate ci saranno di certo, e le affronteremo con determinazione, perché altrimenti, come potrei vivere senza di lei?



ORE 9:34 a.m

Los Angeles


«Buongiorno a tutti.» disse Michael entrando in una sala dov'erano presenti i suoi legali, si avvicinò a loro per salutarli stringendo la mano di ognuno. Erano in piedi di fronte a un tavolo di legno.
Michael era vestito elegante, una giacca nera molto lunga che arrivava fino alle ginocchia, occhiali da sole nonostante non ci fosse il sole ed era dentro ad una sala privata, la coda bassa e il cappello di federa.
Aveva un espressione neutra in volto, come se non provasse nulla, in realtà aveva una paura all'interno del suo corpo fino ad avere i conati di vomito.
«A che ora arrivano?» domandò il cantante con voce profonda.
«Tra venti minuti.» rispose Matthew controllando l'orologio al polso.

Michael si sedette su una poltrona beige ad aspettare, posizionò la gamba destra sopra a quella sinistra coniugando le braccia, mosse la pianta del piede in segno di nervosismo, gli avvocati lo osservarono e non capirono per niente la tensione del cliente, nella loro testa pensarono che fosse un uomo molto infantile.
Si creò un'aria pesante in quella sala.
«Dovresti essere felice Michael, finalmente chiudi questo capitolo.» mormorò Abraham.
Lui sorrise amaramente.
«Si certo, secondo te io sono felice di chiudere la questione così? Dando dei soldi? Erano quello che volevano fin dall'inizio, ma non importa, va bene così.» disse con tono nervoso.
L'importante è che finisca.
«Non farne una tragedia, preferivi andare in tribunale?» domandò Beau con tono gentile, il moro scosse la testa.

L'attesa sembrava infinita, Michael emanò dei sospirò profondi, era nervoso, ma soprattutto arrabbiato perché non aveva la minima intenzione di pagare coloro che lo avevano accusato di un reato così grave.
Ma non aveva altra scelta.
Si sentì con le mani legate in una catena di ferro e doveva in qualche modo liberarne.
«Senti Michael.» domandò Matthew per sciogliere il ghiaccio «Dopo questa situazione, cosa hai mente di fare più avanti? Nel senso, hai dei progetti per il futuro? Che ne so, sposarti, fare ancora musica cose così.» domandò.
Michael accennò un sorriso.
«Creare musica è il mio lavoro, non smetterò mai di creare la mia musica. Mai, voglio donare ancora una volta al mondo le mie canzoni, e sì, credo che mi sposerò.» rispose con il sorriso.
L'avvocato più giovane sorrise stupito.
«Sul serio?» domandò «E chi è la fortunata? Scommetto che è una donna del tuo rango.» il sorriso di Michael scomparve all'istante a sentire quella parola, ancora una volta si sentiva in dovere di proteggere la sua amata.
«Sarà una sorpresa, non vi dirò chi è, lo scoprirete presto.» rispose lui con una buona risposta.
«Tu frequenti belle donne Michael, soprattutto famose, non uscivi con Brooke Shields un tempo? O ricordo male?» domandò l'avvocato.
La sua espressione divenne seria, quasi infastidito.
«Un tempo.» ripeté il moro «Ora non so che fine ha fatto.»

Nel frattempo i Chandler con i rispettivi legali arrivarono nella sala, c'erano tre avvocati ed Evan, Michael non vide Jordan.
«Se cerchi Jordan non c'è, è a scuola, ti dispiace non poterci fare sesso con lui?» domandò Evan accennando una risata al quanto crudele, quasi come un demonio.
Michael scosse la testa disgusto dalla risposta.
Evan godeva in qualche modo di vederlo in quello stato, pieno di tristezza e angoscia, era riuscito a farlo ridurre a pezzi e a rovinare la sua reputazione, non si sentì per niente in colpa, anche se erano false le accuse, per lui la cosa più importante era vedere il declino di Michael Jackson, in tutto e per tutto.
Il cantante non si sentì per niente a suo agio.

Uno degli avvocati di Chandler ordinò al cantante di prendere un libretto di assegni, Michael controllò le tasche, non c'era nulla. Capendo di non averlo con sé, Beau glielo diede dicendogli di averlo messo nella sua valigetta per non perderlo, lo ringraziò, prese una penna stilografica, aprí il tappo, posò il libretto sul tavolo aprendo una pagina vuota, cominciò a scrivere e nel mentre il cantante chiese la cifra, era una somma enorme di denaro, il cantante gli venne un mancamento al cuore, emanando un pesante sospiro, scrivendo la cifra, che tutt'ora non si sa il numero, e scrisse nel libretto.
Non bastò un libretto di assegni, quello era solo un antipasto, il vero piatto venne servito per ultimo proprio come un dessert.
Michael consegnò al suo accusatore una valigetta metallica con dentro altri soldi, contanti da milioni di dollari, Evan contò i soldi per vedere se erano tutti.

Si morse la guancia, e con un gesto deciso staccò il foglio.
Lo diede agli avvocato e insieme ad Evan controllò se c'era tutto, annuendo successivamente la testa.
Era finita.
«Bene, direi che possiamo anche finirla qui, non voglio avere più niente a che fare con questa storia.» disse l'uomo con tono tanto arrogante avviandosi alla porta senza salutare né Michael né i suoi avvocati.
Quelli di Chandler invece li salutarono in segno di educazione.
«Jackson.» chiamò Evan girandosi dalla sua parte, il moro la guardò «Buona ripresa, o affinché riesci a riprenderti.» disse con un sorriso malvagio sulle labbra a quel punto lui varcò la porta andando via.

Il moro emise un suono gutturale e si sedette di nuovo sulla poltrona, mise una mano sul petto vedendo di realizzare per quello che era successo.
Era finita.
Tutto era finito.
La guerra era finita.
«È finita ragazzi, direi che abbiamo fatto un buon lavoro.» mormorò Beau con il sorriso.
«Avanti Michael! Si deve festeggiare! Hai vinto e finalmente potrai riavere la tua vita.» disse Matthew entusiasta dirigendosi vicino al cantante posando le mani sulle spalle, lui lo guardò con le lacrime agli occhi, si alzò di scatto dirigendosi verso il bagno chiudendosi a chiave.

Era vero, era finita, un capitolo orribile della sua vita era chiuso definitamente.
Voleva sorridere ma allo stesso tempo gli veniva da piangere, sentiva di non aver vinto, ma il contrario.
Ma cosa poteva fare? Più volte aveva implorato di trovare un'altra soluzione, ma invano, i soldi erano l'unica cosa che volevano.
Aveva il cuore in mille pezzi e l'anima a brandelli per tutta quella situazione, poteva sì riavere la sua vita ma rimarrà comunque un trauma per sempre, non si sarebbe mai più dimenticato un periodo come quello dov'è tutte le persone lo avevano pugnalato alle spalle e tradito. Da quel momento in poi, Michael non si sarebbe mai più fidato facilmente di nessuno.




[Il pomeriggio]



Ritornato a Neverland, il cielo divenne scuro e nero, era arrivato il buio nonostante fossero quasi le sei del pomeriggio, era in salone a leggere un libro, aveva gli occhiali da vista posati tra i lati del naso, seduto comodamente sul divano, fino a che ad interrompere la lettura non fu qualcuno bussare il campanello, Candice si stava dirigendo verso la porta ma Michael la fermò dicendo che sarebbe andato lui ad aprire.
Si alzò dal divano dirigendosi verso l'ingresso, aprì e vide Sandie, aveva una piccola valigia accanto a se.
«Amore mio!» esclamò Sandie con il sorriso.
Michael sorrise anch'egli vedendo la figura della ragazza buttandosi poi tra le sue braccia.
Ispirò nelle sue narici l'odore del suoi capelli e della sua pelle, sapeva di buono, di dolce, di lei.
«Stellina, che bella sorpresa.» disse a sua volta con tono dolce staccandosi dall'abbraccio «Come mai hai quella valigia, è successo qualcosa con Nicole?» ella scosse la testa.
«La mia università resterà chiusa per ristrutturazione, quindi non potrò frequentare i corsi, così ho pensato di stare un po' da te, se ovviamente non disturbo.» Michael udendo che Sandie sarebbe stata con lui per vario tempo si sentì sollevato, non avrebbe pianto ma bensì passato momenti di felicità con lei.

Senza pensarci due volte la prese in braccio cogliendola di sorpresa, stringendola forte a se.
«Oh mio Dio, Sandie!» esclamò con gioia.
Sandie gli accarezzò la schiena posando con tenerezza la testa sulla sua spalla, odorando i suoi capelli e il suo profumo.
Michael scoppiò a piangere.
«Ehi, amore.» disse Sandie sposando la testa per guardare i suoi occhi, asciugando le lacrime con le punte delle dita.
«Scusami, è che sono molto felice che tu stia con me, tanto felice, vieni qui.» la baciò con tanto amore, creando un ballo tra le loro labbra, Sandie percepì dalla sua bocca il sapore salato delle sue lacrime, pensò quindi, che gli era successo qualcosa che lo aveva fatto stare male.

Erano in salotto e Sandie notò che Michael era completamente elettrizzato della sua presenza, la riempiva di coccole, di attenzioni, come se stesse cercando di dimenticare qualcosa.
Era in vena di coccole, Michael aveva la sua stellina tra le sue braccia, seduti sul divano  e Sandie era sopra di lui mentre il moro la riempiva di baci, lei sorrideva a tratti le scappava una piccola e tenera risata.
«Come sei affettuoso oggi.» mormorò la ragazza.
«Io sono sempre affettuoso amore mio, resta in silenzio e lasciati coccolare.» Michael posò la mano sul collo della ragazza, baciando il suo meraviglioso incavo, attorno al collo c'era la catena d'argento della collana con il ciondolo a forma di stella che le aveva regalato anni fa, Sandie sentiva le sue labbra sul collo e non poteva fare a meno di eccitarsi, lui sapeva come farla eccitare.
Le scappò un gemito, si coprì la bocca.
«Mhm ... interessante.» disse Michael con voce profonda.
«Fermati, o rischierò di saltarti addosso.» lui si fermò per guardarla.
Era dannatamente bella.
Troppo bella.
Le prese il viso con le dita per affondare i suoi occhi marroni in quelli verdi della ragazza.
Lui scosse la testa perdendo nei suoi occhi.
Una scia di brividi arrivarono in tutto il corpo, Michael chiuse gli occhi per qualche secondo per emanare un sospiro.
Poi li aprí.
«Guarda le mie braccia Sandie, scoprile.» ordinò, Sandie scoprì le braccia tirando lievemente le maniche della camicia, e vide le braccia di Michael completamente immerse in un fiume di brividi «Questo è l'effetto che mi crea quando ti guardo, sei così bella a tal punto da farmi venire i brividi.» affermò, Sandie perse un battito e Michael le prese la mano per posarla sul cuore, attraverso la mano Sandie sentì il cuore del cantante battere velocemente «Come tu mi fai battere il cuore non lo fa battere nessuno.» affermò.
Lei si emozionò così tanto che abbassò lo sguardo sorridendo impacciata, non pensava minimamente dei bellissimi effetti che scaturiva su di lui.
Lui le alzò la testa per guardarla di nuovo, avvicinò il suo viso per baciarla dolcemente tra le labbra fino a consumare il tutto con un abbraccio.
«Amami Sandie, amami ti prego, ti prego, amami. Lasciami abbandonare a te, al tuo amore, al tuo corpo, lasciami perdere in te su questo bellissimo calore.» il moro bacio le labbra di quella fanciulla con amore e desiderio allo stesso tempo, stringendo tra il suo corpo quello armonioso della fanciulla abbandonandosi in quel bellissimo corpo che lui considerava come sinonimo di perfezione.

Sandie lo guardò intenerita ma allo stesso tempo stranita, aveva come un presentimento in se come se Michael le stesse nascondendo qualcosa.
Voleva accontentare la sua richiesta.
«Non c'è bisogno di chiedermelo Michael, io ti darò l'amore che meriti fino al mio ultimo respiro.» Sandie percepiva in un certo senso che il suo destino era già scritto nelle stelle.
Pensava e pensava più volte che nel campo dell'amore era destinata a farsi consumare da quell'uomo in tutto e per tutto, e anche se avesse provato ad amare un altro uomo non sarebbe stata la stessa cosa, anzi, avrebbe cercato il suo sguardo, le sue mani, i suoi occhi, il suo corpo e la sua voce. Lo avrebbe fatto e lo sapeva. Lei era destinata a lui in tutti i sensi, da quando aveva incontrato i suoi occhi per la prima volta l'universo ha subito fatto centro.
Un centro perfetto, riuscito perfettamente.

Loro due insieme erano qualcosa di magico, da commuovere anche la coppia più arrugginita, perché rappresentavano il vero amore, e il vero amore era fatto da rispetto, fiducia, combattimento e lealtà.
Si amavano a tal punto di consumarsi fino all'ultima goccia di sangue e lo sapevano.
Michael dubitava altamente di trovare un'altra donna come Sandie, perché neanche la donna più famosa del mondo lo avrebbe amato come lo amava Sandie.
Si sarebbe distrutto in mille pezzi per lei, pur di stare con lei e vedere il suo sorriso.
E anche lei avrebbe fatto lo stesso per lui, a costo della vita, donandogli ogni parte del suo corpo per dimostrare il suo amore.
Lo amava a tal punto di tagliarsi le vene, quell'uomo per lei rappresentava il suo battito cardiaco, rappresentava l'essenziale per la vita. Lo stesso valeva altamente per lui se non in maniera più forte, molto più forte, se qualcuno gli avesse detto di morire per dimostrare il suo amore per lei, non avrebbe pensato due volte di spararsi un colpo di pistola in testa.





[...]



«Allora amore, cosa vogliamo fare, ti va di guardare un cartone della Disney?» domandò il cantante con il sorriso.
«Assolutamente sì» rispose la mora.
«Oh bene bene, sono molto contento. Ora controllo le cassette e scegliamo insieme il cartone.» disse avvicinando verso un piccolo mobile vicino alla televisione dove al suo interno contenevano le VHS dei film della Disney.
«Vediamo ... Biancaneve e i sette nani?» domandò il cantante.
«L'ho visto di recente.» rispose la mora.
«Pinocchio?» lei scosse la testa.
«Cenerentola?» propose di nuovo,
scosse di nuovo la testa.
«Alice nel paese delle meraviglie?» lei sorrise.
«Ma sai che non me lo ricordo tanto bene? Vorrei tanto rivederlo.»
«Perfetto, è deciso, magari prendo anche dei popcorn mentre guardiamo il cartone. Oh che bello, come sono contento di stare con te e guardare i film della Disney, sono così felice.» prima che si diresse verso la cucina Sandie lo fermò guardando con occhi interrogativi.
«Michael.» lo chiamò «Per caso mi nascondi qualcosa?» domandò la mora sospettosa.
Michael si sbiancò.
«N-no, perché mai non dovrei nasconderti qualcosa? Solo perché sono più affettuoso del solito non vuol dire che-» si interruppe, non aveva il coraggio di mentire, non poteva farlo. Abbassò lo sguardo e le diede le spalle.
«Michael, che cosa è successo? Mi devo preoccupare?» domandò la ragazza preoccupata.
Lui emise un gemito.
«Vedi ...» parlò, strinse le mani in pugni.
Forza Michael, diglielo.
«Le accuse sono finite.» continuò in modo diretto, Sandie alzò un sopracciglio perplessa.
«In che senso sono finite?» lui si voltò verso di lei.
«Che abbiamo raggiunto un accordo con i Chandler per far sì di non ampliare la situazione nel peggiore dei modi, sai bene quanto sono stato male in questo periodo lo hai visto con i tuoi occhi, ho consultato con i miei avvocati e li ho pagati.» spiegò, Sandie spalancò gli occhi, per un attimo penso di aver udito male.
«Aspetta aspetta, hai pagato i Chandler in modo tale di mettere la parola fine a questa situazione?» domandò lei cercando di capire bene formando una sua teoria.
«Sì li ho pagati. Ho pagato i Chandler Sandie.» Sandie rimase scioccata e mise una mano sulla fronte, non ci poteva credere che avesse compiuto un'azione del genere.
«Per l'amor di Dio Michael, possibile che tu sei così ingenuo?» domandò lei irritata.
«Come prego?»
«Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Hai pagato i tuoi accusatori pur di ricevere il silenzio, chi cazzo ti ha detto di fare una cosa del genere?» il suo cervello stava esplodendo come un vulcano in eruzione, sentiva che le sue vene stavano scappiando e che la rabbia aumentava dentro al suo corpo.
«I miei avvocati.» rispose.
«E tu li hai ascoltati come se fossi un cane!?» domandò stellina andando di volta in escandescenza.
«Fa il favore di abbassare la voce.» disse Michael infastidito.
«Alzo la voce quanto cazzo mi pare, sei uno stupido! È stato un gesto che non dovevi fare!»
«Stupido a me? Stai scherzando!? Non giudicare se non conosci i fatti, hai idea di cosa ho dovuto affrontare in questo periodo!? Ero un cadavere che cammina Sandie e tu lo sai!» bottò il moro alzando la voce.
«Dovevi trovare un'altra soluzione!» urlò lei.
«Era l'unica soluzione da fare e non avevo altra scelta!» le rispose alzando ancora il tono di voce, Sandie scosse la testa guardandolo con uno sguardo pieno di delusione e Michael lo vide nei suoi occhi, gli si spezzò il cuore.
«Ti ho visto morto tante volte e ti ho salvato la vita, ti ho visto piangere all'infinito, ho cercato di farti rialzare per combattere Michael, ma con questo gesto tu non hai combattuto, hai preferito il silenzio piuttosto che affrontare una battaglia. Cosa pensi? Che la gente si dimenticherà di questa faccenda dopo che hai pagato i Chandler? Ti sbagli di grosso Michael, avranno ancora più dubbi sulla tua innocenza, mi dispiace dirtelo ma è così. E loro volevano i tuoi soldi sin dall'inizio, ucciderti con i media facendoti diventare dipendente dai farmaci, hai pagato il diavolo e lo hai fatto vincere, prendendo una decisione totalmente errata, si poteva risolvere con tanti modi, e hai preferito scappare. Mi hai deluso, mi hai deluso tanto Michael.» era arrabbiata e il suo era un rimprovero, era la prima volta che Sandie si dimostrò così dura nei suoi confronti, i suoi occhi parlavano, era così delusa dal suo gesto che in quel momento non voleva vederlo per qualche ora, così si diresse verso la porta, ma Michael la fermò.
«Ti prego Sandie, non dire così, ho dovuto farlo io mi sentivo morire dentro, vedevo la gente che mi guardava con disgusto, persino la maggior parte dei miei dipendenti che ritenevo amici hanno preferito una somma di denaro piuttosto che alla lealtà, persino un membro della mia famiglia che consideravo mia sorella, tu lo sai quanto mi sono sentito profondamente ferito, mi stavano uccidendo piano piano, era l'unico modo per almeno far smettere tutto ciò. Mettiti nei miei panni ti prego.» lei non rispose, rimase in silenzio, si staccò dalla sua presa e varcò la porta della stanza del cantante.

Da lì Michael aprí gli occhi, li aprì udendo le parole di Sandie, capendo di aver firmato una sua condanna a morte.
Fu un gesto che sicuramente ritenne il suo grande errore che aveva commesso.
Aveva ragione, mettendo il silenzio la gente avrebbe davvero dubitato della sua innocenza, ma non aveva avuto altra scelta, e lui voleva prendere un'altra via, ma non c'è stato verso, i suoi avvocati lo dissero chiaramente, o i soldi, o il tribunale.
Aveva scelto i soldi dando così la vittoria ai mostri.
Non lo aveva fatto solo per lui e per stare meglio fisicamente e mentalmente, l'aveva fatto per lei, per il loro futuro per avere costruire una famiglia.
Lo aveva fatto anche per lei.

Sandie era furiosa, non pensava che Michael venisse così manipolato dalle persone sbagliate persino i suoi avvocati erano delle sanguisughe, non poteva di certo stare con le mani in mano, era arrabbiata ma doveva prendere in mano la faccenda, se Michael avesse assunto ancora gente che lo manipolava solo per soldi, allora sarebbe stata la fine. La sua fine.





Ore 22:35



Erano passate circa due ore, Michael era ancora in camera ma non ci fu traccia di Sandie, non pensava minimamente che si arrabbiasse così tanto a tal punto di distaccarsi e non rivolgergli la parola per tutta la sera.
Decise quindi di andare da lei e in qualche modo chiarire la questione.
La cercò per tutta la casa ma non c'era, nemmeno nelle tante stanze per gli ospiti, per un attimo gli venne un mancamento al cuore pensando che se ne fosse andata, invece no, uscendo di casa la trovò, era tra i prati di Neverland, da sola, con il freddo di Gennaio che le avvolgeva il corpo.

Non aveva neanche il giubbino, era lì, con una felpa seduta sul prato pieno di neve tra i suoi pensieri, Michael andò a prendere una coperta per poi incamminarsi verso di lei, che tra i suoi pensieri sentì qualcosa avvolgere il suo corpo, era una coperta, si girò di lato ed era Michael che si sedette accanto a lei.
Lei subito distolse lo sguardo.
Lui abbassò il volto verso il basso.
Ci fu un silenzio tombale, quasi gelido tra loro, in particolare da parte di Sandie.
Sospirò.
«Mi dispiace.» mormorò il cantante con voce rotta «La verità è che dovevo uscire da questa faccenda, e so benissimo che la gente dubiterà ancora di me perché queste accuse rimarranno per tutta la mia vita fio a quando non morirò, e da lì che combatterò per dimostrare che sono innocente. Ma credimi, non l'ho fatto solo per me, l'ho fatto anche per te Sandie, per il nostro futuro. Per noi. Io ho combattuto lo stesso, per me e per te in particolare.» spiegò posando il suo sguardo su di lei.
Lei a quel punto lo guardò.
«Dovevi combattere in modo diverso Michael, e su questo non cambierò idea.» rispose seria.
«Non pensare che sono un debole ti prego.» supplicò con la paura che governava la voce.
«Non lo penso, solo che dovevi risolvere la situazione in modo diverso, ti sei lasciato manipolare ancora una volta dalla gente sbagliata e che vuole solo il male per te. E non voglio che ti lasci manipolare ancora Michael, non voglio, devi essere un po' più stronzo con le persone Michael, avere l'intuito di distinguere dalle persone buone a quelle sbagliate, e non dare subito la fiducia verso gli altri.
Io ho imparato che nella vita essere stronzi non fa mai male, perché è un modo per scacciare delle persone che ti manipolano e che ti fanno del male. Devi sforzarti ad essere più stronzo se non vuoi che accada di nuovo una situazione del genere, io so che sei forte, quando vuoi sai essere un leone, quando qualcuno ti fa un torto tu lo sbrani, allora perché non lo fai con queste persone? Perché non cacci le zanne? Di che cosa hai paura Michael? Che quella gente sia più forte di te? Ti sbagli, loro sono delle formiche e tu sei il leone, loro vedono la tua potenza e cercano di ridurla sotto lo zero, ti prego, non permettere a nessuno di portare via la tua brillatemzza che c'è intorno a te.» Sandie era calma, non era più arrabbiata, era tornata a ad essere quella di prima, nella sua voce c'era tanta saggezza, cercando di dare i consigli giusti al suo uomo.
«Non ho più quella brillantezza.» mormorò lui.
«Non è vero, hai sbagliato sì, ma questo non impedisce di riprendere ciò che è tuo.» lui sorrise appena «Avanti Michael, di cosa hai paura?» domandò.
Lui la guardò con uno sguardo serio.
«Di perderti.» disse con voce profonda quasi tremolante «Per un momento, ho pensato di perderti stasera, pensavo che eri tornata a casa.»
«Io quando mi arrabbio ho bisogno di stare da sola per i fatti miei, ma poi come vedi, torno quella di prima. Sono fatta così, ma a perdermi Michael, non succederà, non mi perderai così facilmente sappilo.» lui accennò una lieve risata.
«La stessa cosa vale per te.» i due si diedero un bacio a stampo guardando poi la luna che illuminava quella meravigliosa coppia.
Sandie gli diede la mano, la strinse fino ad intrecciare le dita, posò la testa sulla sua spalla, con gli occhi incollati sulla luna.
«Sii più stronzo Michael.» lui strinse le dita, come se avesse paura, ma aveva ragione, non poteva più stare in quello stato, era arrivato il momento cacciare le zanne e diventare un leone.
«Ci proverò, te lo prometto.» rispose lui.
«Devi.» lo corresse, lui annuì con il capo con gli occhi ipnotizzati su quel cielo blu pieno di stelle con la luna incollata su quel tappeto luminoso, pregando a quelle stelle di dargli la forza di essere un po' più cinico con le persone.
Anche se in qualche modo, sapeva in cuor suo che non sarebbe cambiato niente.

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