[Κεφάλαιο 61]
BEVERLY HILLS, LOS ANGELES
5 gennaio 1994
Si aprí un nuovo anno, un nuovo portone, 1994.
Un anno pieno di novità in tutti i sensi.
Tra i calici di champagne, il suono dei fuochi d'artificio in sottofondo, e la spensieratezza della gente, tutto il mondo augurò l'anno nuovo esprimendo tanta felicità e salute ai loro cari.
Michael ritornò in America il giorno prima di Capodanno poiché aveva tanto lavoro da fare.
Sandie rimase in Grecia a godersi l'ultimo dell'anno con la sua famiglia.
Il cantante vedendo il giorno di Capodanno i fuochi d'artificio, con le voci della gente gridare "Buon anno", intravide il suo futuro con le rispettive speranze.
Si augurò la fine delle accuse, in modo tale da poter stare con Sandie, sposarla e creare una famiglia tutta loro.
Si augurò la salute, di avere sempre la forza di stare sempre bene.
E infine, che il suo lavoro procedesse ancora per il meglio.
Si augurò tante cose belle, e percepì che il 1994 sarebbe stato meglio rispetto all'anno precedente. O almeno, così credette in quel momento.
Era il cinque Gennaio del 1994.
Michael era nella sua casa a Beverly Hills, erano circa le sette e mezza del mattino.
Tra un paio d'ore sarebbe venuto Abraham, il suo avvocato, Beau e Matthew per vari impegni personali, non potevano presentarsi.
Il moro era seduto sul letto, già vestito e preparato, indossava una felpa nera, dei Levi's chiari e delle scarpe bianche da ginnastica al piede.
Giocherellava tra le dita una piccola scatola di pelle bordò, aprendola al suo interno c'era un anello. Un anello trilogy.
Quel gioiello con su tre piccoli diamanti posti sull'anello avevano un bellissimo e romantico significato. Soprattutto per gli innamorati.
Rappresentavano l'eternità.
Esprimevano tre semplici parole.
Ti amo.
Ti ho amato.
Ti amerò per sempre.
Quando Michael andò nella sua gioielleria di fiducia, e il commesso raccontò il significato dell'anello Michael lo prese immediatamente senza pensarci due volte.
Era l'anello perfetto per il loro amore.
Evidenziava il passato, il presente e il futuro.
Lo avrebbe dato a Sandie quando avrebbe fatto la proposta di matrimonio
Tirò fuori dalla scatolina l'anello, era bellissimo e quei diamanti brillavano come stelle, proprio come gli occhi di stellina.
Sorrise e il suo cuore perse un battito.
Voleva sposarla.
Voleva renderla felice a tutti i costi.
Quando finiranno le accuse, la prima cosa che farò, è proprio quello di chiederti di diventare mia moglie. E lo farò. Io ti voglio in ogni mio giorno, perché sei e lo sarai per sempre, l'amore della mia vita. L'unica donna per me sei tu.
Non vedeva l'ora, tutto ciò lo elettrizzava da impazzire come una scarica elettrica.
Voleva vedere il suo sorriso pieno di emozione mentre lui le faceva la proposta, dire il fatidico sì e infilare l'anello nell'anulare.
Voleva fare i preparativi del matrimonio insieme a lei, rendendo il matrimonio come una favola della Disney.
Poi voleva vedere la sua futura moglie vestita di bianco, il più fiabesco di sempre, con il velo che le copriva il volto, Alexandre che l'accompagnava all'altare.
Scoprire il velo, darle un bacio sulla fronte, pronunciare le famose parole e scambiare le fedi.
Giurandosi amore eterno, davanti a Dio.
Voleva vedere la sua bellezza aumentare ancora di più, con un trucco meraviglioso dipinto nel suo bellissimo viso, con quei capelli lunghi mori racconti in una crocchia, oppure sciolti e ondulati.
Voleva vedere i suoi bellissimi occhi verdi bagnati dall'emozione, ma in particolare il suo sorriso, quel bellissimo sorriso che gli faceva battere il cuore. E il suo contatto dolce, tenero sempre puro, come un cigno bianco.
Era la donna che aveva sempre sognato.
E il Signore aveva accontentato le sue preghiere.
Ma doveva aspettare.
Voleva essere più tranquillo prima di sposarsi, solo con la fine delle accuse poteva realizzare il suo desiderio.
Riposò l'anello nella sua scatola, si alzò dal letto e la mise all'interno del suo comodino.
Udì poi lo squillo del telefono di casa poggiato sul comò, si incamminò per afferrarlo per poi rispondere.
«Pronto? Qui è Michael.» rispose.
«Qui è Sandie.» rispose la ragazza.
Lui accennò una dolce risata.
«Proprio a te stavo pensando stellina.» affermò.
«Io ti penso ogni secondo delle mie giornate.» il cuore di Michael perse un battito, posò la mano sul suo petto.
«Mi fai sciogliere il cuore amore.» confessò.
«Mai quanto me lo fai sciogliere tu.» sorrise «Ti ho chiamato per sapere se potevo venire a casa tua oggi pomeriggio, è da un po' di giorni che non ci vediamo. Voglio vederti.» la sua voce era piccola, quasi come quella di una bambina triste.
Si intenerì sentendo quella voce.
«Passa a casa mia verso le quattro, ti aspetto stellina.»
«Davvero?»
«Certo amore.»
«Senti, se per te non è un disturbo, posso dormire da te?» domandò la mora.
«Si amore, l'unica cosa è che stasera devo andare ad una premiazione. E tranquilla tu non mi crei mai disturbo e lo sai.» Michael quella sera sarebbe andato a Pasadena per i ventiseiesimi NAACP Image Awards. Nessuno a parte il direttore dell'evento, sapeva che Michael si sarebbe presentato, lo avrebbe fatto per premiare Debbie Allen per la sua eccezionale coreografia.
«Non importa, ti aspetto a casa.» rispose lei con il sorriso.
«Ma poi non voglio che mi aspetti tutta la notte. Lo sai che con questi eventi faccio sempre tardi, e poi ti ricordo che hai ripreso a studiare. Devi dormire per poter avere le energie giuste per affrontare lo studio.» il suo tono fu quasi paterno, era come se stesse parlando a sua figlia. Ma semplicemente Michael non voleva che per causa sua, Sandie non affrontasse con piena energia lo studio.
«È bello aspettare la persona che ami, ho aspettato tanto per far sì che ci amassimo per quasi due anni e fai la predica per una premiazione? Dai Michael, questo non è niente in confronto a quello che ho dovuto passare.» disse la ragazza con tono ironico.
Lui a quel punto la sua espressione divenne cupa, un forte senso di colpa entrò nel cuore, si dett ancora volta dello stupito nell'essere stato così egoista e cieco nel non amarla prima.
Probabilmente tante cose sarebbero cambiate.
Non lo perdonò mai.
«Sandie.» la chiamò.
«Si?» ci fu qualche secondo di silenzio.
«Hai aspettato così tanto per me?» domandò.
Lei ridacchiò dall'altro capo del telefono.
«Michael, io non ho mai smesso di aspettarti. Di rispettare i tuoi tempi fino a che non sei corso tra le mie braccia sfiorando con dolcezza le mie labbra, toccando con tanta delicatezza e armonia il mio corpo, fino ad unirlo con tuo. E sappi una cosa, che qualsiasi cosa accada io ti aspetterò sempre, tutta la vita, e sceglierò sempre te. Tu sei l'unico uomo che sceglierei ad occhi chiusi.» parlò stellina con l'amore che governava la sua voce.
Il moro perse di nuovo un battito.
«Mi ami così tanto a tal punto di aspettarmi per sempre?» il suo tono sembrava commosso, come se in qualche modo non meritasse tutta quella meraviglia che stava vivendo con lei «Capace di rinunciare a tutto per me?» la sua voce divenne rotta.
«Rinuncerei a tutto pur di stare con te, Michael, cazzo, lo vuoi capire che io senza di te non posso vivere? Io sono nata per te, ne abbiamo già parlato. Io voglio essere tua moglie, la madre dei tuoi figli, starti nei momenti di difficoltà cercando di rialzarti ed essere più forte. Io voglio invecchiare con te mentre vediamo crescere i nostri figli. Ti amo Michael.» a quelle meravigliose parole trattenne il pianto.
Quell'uomo era così sensibile, di una sensibilità pura e dolce.
«Nessuna donna mi amerà come mi ami tu.» commentò con tono sicuro.
«Mi fa piacere che te ne sei reso conto.» rispose la ragazza.
Era la verità.
Nessuna donna al mondo, neanche la più bella del mondo avrebbe amato Michael come lo amava Sandie.
Era uno di quegli amori rari, bellissimi e speciali, che sarebbero durati per sempre, anche oltre alla morte.
Ore 10:34 a.m
«Perdonami per il ritardo Michael, ma ho trovato un traffico infernale.» disse Abraham entrando in casa del cantante.
«Figurati, come stai?» domandò il cantante incamminandosi con lui verso il salone.
«Molto bene, come sono andate queste feste natalizie?» domandò.
«Bene bene, mi sono rilassato.»
«Ottimo.» disse l'avvocato sedendosi sul divano.
«Ci sono novità?» domandò il cantante sedendosi anche lui sul divano.
«Si, e anche buone.» rispose posando la cartella di pelle color marrone di fianco a lui.
Il cantante sorrise a trentadue denti.
«E allora? Sputa il rospo!» chiese lui euforico.
«Dopo un scontro con gli avvocati di Chandler siamo riusciti a non fare entrare il caso in un aula di un tribunale. Non ci sarà un processo.» spiegò, per un attimo Michael pensò di aver sentito male.
«Davvero? Sei serio?»
«Serissimo, quindi questo caso non si risolverà in tribunale e non farai un processo ma-» il cantante si alzò dal divano per camminare verso il salone con passo veloce.
La buona notizia lo aveva fulminato così tanto a tal punto di esplodere dalla gioia.
«Svegliami Abraham, ti scongiuro svegliami. Oh mio Dio finalmente questo maledetto incubo finirà, non affronterò un processo e-»
«Michael ascoltami un minuto.» interruppe l'avvocato dalle lenti quadrate.
«No, sono troppo felice.»
«Cazzo Michael, c'è una condizione da rispettare?» botto Abraham con un tono molto serio.
«Ovvero? Avanti dillo, farò tutto quello che posso pur che queste accuse se ne vadano a fanculo.»
«Dovrai pagare una somma di denaro alla famiglia Chandler.» il sorriso e l'entusiasmo di Michael svanirono in un nano secondo.
La sua espresssione divenne piena di rabbia, ma cosciente del fatto che se era successo tutto quel caos era solo per soldi.
Solo, esclusivamente per soldi.
E lo sapeva.
Ma mai si sarebbe aspettato che per porre fine alle accuse si sarebbe arrivato ad un punto di consegnare una somma di denaro ai suoi accusatori.
«Stai scherzando?» domandò stupito voltandosi verso Abraham.
«No.» rispose l'avvocato, posando la gamba sopra all'altra, congiungendo le mani formando una sfera di dita intrecciate tra loro.
«Fammi capire, io devo pagare una somma di denaro a loro per porre fine a tutto questo inferno?» domandò con la rabbia in gola.
«Si, e devi farlo.» ostinò l'avvocato.
«Ti prego, c'è un'altra soluzione? Dimmi di sì ti prego.» supplicò con l'amaro in gola, dove in fondo al suo cuore custodiva un briciolo di speranza come il vaso di Pandora, quella speranza piena di luce che aveva il potere di sconfiggere i mali dell'umanità.
«Mi dispiace Michael, ma l'accordo è già stato fatto. Tu dovrai pagare questa somma che non dovrà sapere nessuno, nemmeno alla persona più cara al mondo. È l'unico modo per finire queste accuse Michael, e mi devi stare a sentire.» spiegò l'uomo di legge con voce determinata, e sicuro di sé.
«E non ti sei confrontato con me prima di prendere una decisione del genere!? Cazzo Abraham! Ma che-»
«Niente obiezione Michael, se vuoi mettere la parola fine a carattere cubicali devi pagare i Chandler. Altrimenti dovrei affrontare un processo. È questo quello che vuoi?» interruppe l'avvocato alzandosi dal divano, quasi come se fosse infastidito dall'atteggiamento secondo lui infantile del cantante, come se ne avesse già abbastanza per tutta quella situazione che si era creata in poco tempo.
Un sospiro sonoro conficcò nella gola di Michael, come se si fosse rassegnato all'idea di dover pagare quegli individui.
Non aveva altra scelta.
In più non avrebbe retto né psicologicamente né fisicamente un processo, che sia penale o civile. Se era l'unico modo di mettere la parola The end, a quell'incubo, e di non andare in un aula di tribunale doveva pagare con i soldi.
La cosa lo faceva disgustare.
Ma non aveva nessun'altra soluzione.
«D'accordo, pagherò i Chandler.» rispose in segno di arresa «Se è l'unico modo di dissolvere questa situazione e riavere la vita di prima, così sia.» un nodo stretto si creò nella sua gola, il barlume dei suoi occhi divenne più intenso, come se stesse crollando al pianto. Si trattenne.
L'avvocato annuì in segno di accordo.
«Ti farò sapere la data Michael.» lo informò.
«Mh.» Abraham notò il suo stato d'animo, come se avesse udito una sentenza di una provvisoria condanna a morte. Gli dette una pacca sulla spalla «Michael.» lo chiamò, gli occhi del moro puntarono sul suo legale «Lo so che per te è un
azione un po' da vigliacchi, lo so. Ma è l'unico modo per riavere quella spensieratezza nella tua vita, quella luce che governava le tue giornate. Pensa a questo, riavrai la tua vita.» lui sorrise amaramente.
«Riavrò pure la mia vita, ma queste accuse resteranno indelebili per tutta la mia intera esistenza.»
«Michael, tu non vorresti sposarti, crearti una famiglia? Ormai hai trentasei anni.» domandò con tono curioso.
«Mi consideri vecchio?»
«Non ho detto questo. So solo cercando di consolarti.» Michael afferrò una bottiglia d'acqua, aprendola, versando il liquido all'interno della sua bocca, rinfrescando la gola.
«A sposarmi, lo farò.» affermò «Ciò che desidero è la realizzazione completa della vita. Vedi, non basta solo il successo, il denaro, e il fatto di essere rispettato dagli altri. C'è altro molto più importante di questo, la famiglia e l'amore. Io ho trovato l'amore della mia vita e mi sposerò non appena tutto questo finirà. Sposero la donna che amo e faremo dei bellissimi figli insieme. Allora sì che mi sentirò un uomo completo, percependo la realizzazione di una vita che ho sempre desiderato. È questo quello che voglio realmente.» spiegò con il cuore che batteva forte, l'immagine di Sandie comparì nella sua mente.
Lei.
Lei era la realizzazione di una vita che tanto aveva desiderato da bambino.
Era il dono più prezioso, oltre a quello del talento musicale, che Dio gli avesse donato, gli aveva detto "Ti do questa donna, amala, proteggila,
falla di te tua moglie e la madre dei tuoi figli. Ma amala, sii la sua corazza" questo gli aveva detto. E lo avrebbe fatto.
Lo avrebbe fatto con tutto se stesso.
Anche se non sapeva che in quel preciso istante aveva confermato il più grande errore della sua vita.
Ore 3:47 p.m
Michael era in salone, steso sul divano con il polso appoggiato sulla fronte, mentre i suoi occhi erano puntati verso la tv. Aveva messo un cartone animato della Disney "Le avventure di Paperino" lo adorava, amava tutti i personaggi della Disney. I suoi preferiti erano Topolino e Paperino.
Adorava guardare quel papero inglobato dalla sfortuna, gli succedevano solo guai, e questo faceva ridere alla gente e ai bambini.
Michael rise con la sua risata cristallina ad una scena di quel personaggio.
Udì poi qualcuno bussare alla porta, mise pausa, si alzò dal divano per aprire la porta.
Era Sandie.
Lo accolse buttandosi tra le sue braccia.
«Amore mio!» esclamò la ragazza con gioia.
Michael la strinse.
Quando abbracciava quella ragazza sentiva unire i loro cuori, non solo si abbracciavano i loro cuori pieni di grande amore, ma anche le loro anime e i loro corpi formando un unico calore.
«Stellina mia.» disse, chiuse la porta senza staccarsi dall'abbraccio.
I capelli di Sandie profumavano di un'essenza alle rose, la sua pelle dove il naso di Michael sfiorava l'incavo del collo, era così dolce che sembrava di odorare una tavoletta di cioccolato.
Sandie aveva la mani poggiate sulla schiena, assorbita nelle braccia di Michael, aveva gli occhi chiusi, e non nessuno disse una parola.
Era come se si fossero posizionati per un dipinto.
Le mani di Sandie esplorarono la schiena di Michael all'interno della felpa verde.
Sentiva l'osso delle scapole, e anche quelle della colonna vertebrale, la sua carne sembrava così morbida come quella di un pupazzo.
Quell'abbraccio durò cinque minuti.
Un abbraccio pieno d'amore che le parole non servivano per esprimere il loro momento.
Anche abbracciarsi, era sinonimo di fare l'amore.
Michael e Sandie guardarono un po' di cartoni della Disney, erano seduti sul divano, concentrati a divertirsi e tornare bambini.
Michael però a stento riusciva a guardare il cartone, era troppo impegnato a guardare stellina con il sorriso, vederla ridere per una buffa scena.
Oppure sentendo la sua voce mentre commentava il cartone.
La sua voce.
La sua risata piena di divertimento e dolcezza.
Erano i suoni più belli che avesse mai sentito.
Il moro tirò fuori dal polso un elastico nero, afferrò con delicatezza i lunghi capelli della ragazza, pettinandoli piano piano con le dita.
Sandie accennò un dolce sorriso.
Michael cominciò a dividere i capelli a ciocche.
In un lato cominciò ad unirle divenendo una lunga treccia, lo stesso fece con l'altro lato.
Le fece le treccine.
Trovò un altro elastico per l'altra treccia sul tavolino, e completò la pettinatura.
Sorrise soddisfatto.
«Sei bellissima.» lei voltò lo sguardo verso di lui e si toccò le treccine. Arrossì, Michael con le punte delle dita accarezzò le guance dipinte di un tenue colore rosso «Mi piace questo tuo tenero lato. Mi piace da impazzire, sei tanto tenera Sandie.» confessò il fanciullo.
«Sono tenera?» domandò lei con tono bambinesco.
«La persona più tenera che conosca, hai dei modi così delicati, puri, quanto quelli di una bambina. Anche le tue espressioni.
Sei così rara Sandie.» le sue dita toccarono il collo fino a toccare il ciondolo dorato della piccola stella.
Lo afferrò e sorrise «La mia stellina.» disse poi.
«Lo sarò per sempre.» parlò la ragazza «Resterò per sempre la tua Stellina.» precisò.
Con la punta del pollice sfiorò le sue labbra, morbide e lisce.
«Sandie.» la chiamò «Baciami, adesso.» lei non ci pensò due volte, lo baciò, affondando le labbra con quelle di Michael, il loro bacio divenne in pochi secondi una scarica d'amore e passione messi insieme, non poteva mai mancare quelle carezze erotiche.
Michael la toccava con eleganza, che fosse la gamba, il petto, la schiena. Il corpo di Sandie era anche il suo, e viceversa. Ogni volta che si toccavano diventavano padroni dei loro corpi, divenendo quasi proprietari. Ma non in senso negativo, in senso romantico.
Michael adorava baciare il collo della ragazza, amava torturarlo, baciarlo, formando qualche succhiotto.
Le mani finivano dentro alla maglia della ragazza arrivando fin sopra al petto, dove c'erano i seni custoditi in un reggiseno bianco.
Lo tirò fuori dal reggiseno cominciando a palparlo.
Accarezzava il suo didietro, fino alle gambe.
Non fecero l'amore.
Ma in qualche modo lo fecero.
Il sinonimo di fare l'amore era una sfera piena di azioni, come gli abbracci, le carezze e i baci. Anche senza togliere i vestiti era uno dei tanti sinonimi di fare l'amore.
~~
«Ti va di fare qualcosa?» domandò il moro.
«Certo, ma cosa precisamente?» domandò poi la ragazza, l'indice del ragazzo si posò sul mento.
«Mhmm ... vediamo un po'. Che ne dici di stare un po' all'aperto?» Sandie arricciò il naso.
«Io ho freddo ...» rispose.
«Allora stiamo qui.» in quel punto gli venne un idea «Ti insegno a fare il moonwalk, voglio che lo impari. Su alzati, e cominciamo.» loro due si alzarono dal divano e si misero in un punto della casa dove al loro intorno non c'era niente, ma solo i fanciulli dove i piedi erano poggiati su una superficie liscia del pavimento.
Sandie accennò un sorriso, Michael osservò i calzini della ragazza, si abbassò per toccare il tessuto «Mh, va bene. Dunque ...»
«Non con le scarpe?» domandò la ragazza.
«È meglio se lo fai prima con i calzini, risulterà più semplice. Per prima cosa, abbiamo una superficie liscia, ed è la cosa più importante. Ora segui le mie istruzioni, metti un piede davanti all'altro e stai sulle dita della gamba che si trova indietro.» Sandie obbedì, sollevò la gamba destra e posizionò la punta del piede destro verso il pavimento, circa pochi centimentri dietro la gamba sinistra.
«Così?» domandò, lui annuì.
«Molto bene, però amore, tieni le braccia lungo i fianchi.» lo fece, ma sollevò per sbaglio il piede sinistro.
«Tieni il piede sinistro a terra.» disse Michael con tono gentile, la ragazza sorrise impacciata.
Quanto sei adorabile amore mio.
«Il segreto è mantenere l'equilibrio. Devi creare una piccola distanza fra le gambe e i piedi finché non raggiungerai una posizione stabile.
La distanza deve essere tra i dieci e i quindici centimentri fra gli alluci.» spiegò il cantante, Sandie fece un espressione perplessa.
«Uhm ... vediamo.» osservò, distanziò le gambe e i piedi, ma non con la distanza giusta «Troppo vero?»
«Sembra che devi fare la spaccata.» disse il moro accennando una risata «Aspetta, guarda.» lui si abbassò verso le gambe della ragazza, aiutandola con la distanza «Ecco così.» la guardò, era tutta rossa, le prese il viso con dolcezza «Stellina mia, tranquilla.» le spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
«Scusami, è che sono un po' tesa, non lo so perché.» confessò la mora.
«Rilassati amore, è solo un passo di danza. Guarda me.» lo guardò, lui non riuscì a trattenersi. La baciò.
I due si toccarono di nuovo, finendo nel vortice della cupidigia «Okay, finiamola altrimenti finiremo per farlo.» i due accennarono una risata dolce, quasi divertita e si staccarono «Ora ascoltami, fai scivolare il tallone sinistro all'indietro e sopra il pavimento.» lei al posto di scivolare il tallone, lo fece strisciare.
Entrambi ridacchiarono.
«Ho sbagliato.» disse lei.
«Tranquilla, è la prima volta che lo fai ed è normale sbagliare. Fai scivolare il tallone.» lei ci riprovò ma sbagliò di nuovo.
«E dai!» esclamò alzando gli occhi al cielo, lui ridacchiò «No, devo riuscirci, ore diventa una questione di principio.» lei ci riprovò più volte, fino a che Michael non le diede il suo aiuto.
«Guarda amore, così.» mostrò i piedi e i talloni posizionati come aveva spiegato precedentemente «Lo devi fare quando ti pieghi all'indietro sulla gamba destra, in modo che il piede sinistro finisca dietro la gamba destra. Durante questo passaggio, il tallone destro deve rimanere alzato con le dita ben piantate sul pavimento. Devi spostare tutto il peso della gamba sollevata, sgravandolo da quella destra.» fece il passo completo, battezzato come moonwalk, divenendo uno dei suoi campi di battaglia nel mondo della danza, era liscio perfetto, e fluido, rimase incantata.
Lui si grattò la nuca arrossendo leggermente «Così devi fare.» annuì e ci riprovò altre tre volte
fino a che non fece scivolare il tallone all'indietro.
«Evviva! Guarda Michael.» disse la ragazza, rifacendo il movimento, egli contento le diede un bacio a stampo.
«Bravissima stellina.»
«Arrivati a questo punto muovi il tallone sinistro verso l'alto, mentre muovi simultaneamente quello destro verso il basso.» lei mosse i talloni in modo corretto, come se stesse facendo un esercizio in palestra.
«Brava amore, ora prova ad invertire i piedi. Il piede destro dovrebbe essere di fronte alla gamba sinistra, anziché il contrario. Per fare correttamente il Moonwalk, solo uno dei piedi dovrebbe essere sollevato in un dato momento.» spiegò lui, mostrando di nuovo il passo.
«Naturalmente lo devi rifare più volte per farlo correttamente.» lei annuì e riceve il movimento completo, andando con i talloni in indietro, ma il primo tentativo, ci riuscì.
Sorrise stupita.
«Ecco! Così!» esclamò Michael con il sorriso.
«Oh mio Dio.» mormorò stupita, rifece di nuovo il passo, e mentre eseguiva il famoso passo di danza Sandie accidentalmente scivolò cadendo sul pavimento, gemette dal dolore beccando una botta sulla testa.
«Sandie!» Michael si abbassò verso di lei con aria preoccupata, mentre gemeva dal dolore, lei lo guardò e scoppiò a piangere a causa della botta alla testa, le aveva procurato un forte dolore.
«Ahia, mi fa male.» si lamentò tra le lacrime, lui la prese in braccio facendola stendere sul divano.
«Mi dispiace Sandie.» in qualche modo lui si sentì in colpa. Lei scosse la testa gemendo del dolore.
«N-non devi sentirti in colpa.» disse.
«Vado a prendere un po' di ghiaccio. Tu resta qui.»
Michael tornò con una busta di ghiaccio, si mise vicino a Sandie, le alzò il viso poggiando il ghiaccio dietro la testa.
«Qui amore?» annuì, chiuse gli occhi, esprimendo un po' di dolore in volto.
Lui però, non nascose la risata «Che caduta che hai preso.» anche lei rise, aprí gli occhi.
«Sono caduta come una deficiente.» commentò lei con tono quasi severo, come se stesse facendo un rimprovero a se stessa.
«Amore è normale che la prima volta si sbagli, ci vuole tanto allenamento per far sì che il passo esca perfetto. Anche io sbaglio, a differenza tua io mi incazzo come una iena. Perché sai, sono un perfezionista.» si guardarono, Michael si perse nei suoi occhi, di nuovo si perse in quei magnifici occhi verdi della ragazza, poteva vedere il prato, gli alberi, gli smeraldi. Tutto ciò che era collegato al colore verde.
Lui scosse la testa.
«I tuoi occhi mi fanno battere il cuore, vedo la tua pura anima, la tua personalità, la tua bellezza. I tuoi occhi sono gioielli. Sono così belli Sandie.» commentò il moro con la voce perse nell'amore «Mi perdo completamente, sono perso di te lo sai?»
«Anch'io sono persa di te.» disse la ragazza completamente ipnotizzata da lui «Mio Dio, sei incredibile.» i due si scambiarono un dolce bacio sulle labbra. Aggiungendo appena la lingua.
«Ti amo così tanto.» mormorò il cantante, accarezzando la guancia con le nocche delle dita, Sandie notò che stava leggermente tremando.
«Amore.» lo chiamò preoccupata «Perché tremi? Non ti senti bene?» domandò.
Lui sorrise, quasi con emozione.
«Tremo d'amore. Tremo perché ti amo, perché davanti a me ho la donna che amo con tutto me stesso. Non è un tremolìo di paura. Anzi. È un tremolio romantico. Mi emoziono solo a guardarti, a sentire la tua voce, al tuo tocco, a esplorare il tuo splendido corpo. Mi emoziono così tanto che mi viene da piangere.» gli occhi di Sandie si riempierono di un bellissimo barlume di commozione.
«Non pensavo che ti potessi causare un effetto del genere. Io ...» i suoi occhi divennero rossi e volteggiò la mano per non piangere «Dai Michael, perché mi devi fare piangere?» lui le diede un bacio sulla fronte.
«Perché devi sapere quanto io ti amo, gli effetti che mi fai, e le emozioni che mi dai solamente a guardare il tuo volto e ...» si bloccò, anche i suoi occhi divennero rossi pieni di lacrime
«Dannazione mi fai piangere anche a me stellina.» i due si commossero insieme, si commossero per il loro amore. Per il forte sentimento che provavano l'uno verso l'altro. Per i bellissimi ed emozionanti gesti e parole d'amore che trasparevano solo ad un piccolo sguardo.
Era un amore fortemente grande e pieno di emozioni.
«Non è meraviglioso?» domandò Michael «Guarda Sandie, guarda come ci amiamo, mai mi sarei aspettato di vivere un'amore cosi.» disse Michael con voce rotta «Tutto questo mi sembra un sogno, anzi, sto vivendo un sogno.» lei gli prese la mano, e gli fece togliere il ghiaccio dietro alla testa.
«Non basta una busta di ghiaccio per farmi passare una botta alla testa, solo il tuo amore incondizionato può guarirmi ogni mia ferita.» disse «Ora vieni Michael, vieni tra le mie labbra, vieni tra le mie braccia, vieni tra le mie carezze. Vieni nel mio amore. Lasciami ancora una volta farti sentire amato.» lui le strinse la mano intrecciando le loro dita, sentì il battito del suo stesso cuore, per poco non esplodeva come un palloncino.
«Invece lasciami fare a te la donna più preziosa che esista, fammi accarezzare il tuo corpo, lasciami sfiorare quelle labbra meravigliose, accarezzare il volto, i tuoi meravigliosi capelli. Lasciami ancora una volta, perdere in te.»
Spazio autrice:
Penso sia stato uno dei capitoli più romantico che abbia mai scritto, mentre scrivevo mi sono commossa da sola, è l'amore che desidero, perciò mi ha fatto commuovere.
Spero di avervi strappato qualche lacrimuccia anche a voi XD
Vi lascio una chicca che ho fatto io stelline.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ci vediamo al prossimo!
-4 alla fine del libro!
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