[Κεφάλαιο 52]






Il secondo giorno Michael e Sandie andarono a visitare la città, stellina gli fece da guida per condurlo nei posti più belli di Atene.
Visitarono l'acropoli, la piazza Monastiraki, il quartiere famoso per il mercatino delle pulci. In quella piazza regnava l'anima popolare di Atene, specie nei fine settimana quando le bancarelle invadevano progressivamente le strade a discapito dei negozi. Negozi che poi la domenica restavano chiusi a vantaggio esclusivo degli ambulanti che esponevano merci di ogni tipo e provenienza. Non fu tanto il valore commerciale dei beni, erano oggetti di poco valore, in cui capotava ogni tanto l'affare, ma della grande partecipazione popolare che vedeva la convivenza pacifica di greci e immigrati parimenti impegnati a sbarcare il lunario.
Michael comprò una piccola statuetta di marmo, era la replica della statua di Amore e Psiche di Canova, amava immensamente quella statua, per lui era il genere d'amore che aveva con Sandie. Proprio come quello di amore e Psiche. Non l'avrebbe messa tra le statue di Topolino e Peter Pan, ma nel suo comodino di camera sua a Neverland.
Sandie invece comprò dei quadri di vari periodi artistici, come il puntinismo, o il romanticismo. Adorava decorare la sua casa con dei piccoli quadri, anche se doveva combattere con Nicole per metterli, perché lei affermava che rendeva la casa con un atmosfera antica e non giovanile.
A Monastiraki c'erano due cattedrali, la piccola, Mikri Metropoli, e la grande Megali Metropoli, la vera Cattedrale di Atene, e c'era anche la moschea Tzistarakis, simbolo della secolare dominazione ottomana in città e in tutta la Grecia.
Michael supplicò a Sandie di visitare le cattedrali, lei acconsentì molto volentieri.
Lui adorava le cattedrali, o comunque i luoghi religiosi, e la figura di Dio. Era un cristiano e credeva in Cristo, era un ragazzo molto fedele nella sua religione che durante i momenti di sconforto si ritirò nelle preghiere. Studiò tutte le religioni ed era aperto a molte pratiche diverse.
Vedere la figura di Gesù o comunque entrando in un luogo sacro, nel suo corpo il suo spirito rasserenò. Aveva un senso di pace, e di grande ammirazione verso l'arte della fede che tanto amava.
Sandie le sfuggì quel bellissimo aspetto di Michael, lo osservava mentre si perdeva tra la bellezza delle cattedrali, rimaneva più che affascinata.
Era un uomo che amava l'arte e la fede.
E molto spirituale.

Per non mancare a visitare luoghi di cultura, Sandie lo portò ad una tappa immancabile, il museo archeologico. E non potrebbe esser altrimenti trattandosi del più grande museo di tutta la Grecia, nonché di uno dei più importanti al mondo. Custodisce una quantità enorme di sculture, vasi, statue e altri reperti che vanno dal periodo miceneo a quello romano. Tutti rigorosamente raccolti e catalogati in anni di scavi condotti in lungo e in largo sul territorio nazionale.
Videro la maschera funebre di Agamennone, il bronzo di Poseidone, il fantino di Artimissio e la testa di Zeus.
«Ti ricordi la morte di Agamennone?» domandò Michael guardando quella maschera funebre color oro splendente.
Stellina annuì il capo.
«Fu ucciso dalla moglie Clitemnestra per vendicarsi dell'uccisione della figlia Ifligenia, uccisa da Agamennone stesso, lo fece per Artemide, dea della caccia, per placare la sua ira di averla offesa con un precedente sacrificio e solo sacrificando la colomba più pura poteva placare la sua ira lasciandolo partire senza problemi per andare a combattere verso la città di Troia. Naturalmente si trattò di sua figlia.
Egisto, cugino di Agamennone e amante di Clitemnestra, aiutò la donna a pianificare l'assassino. Fu ucciso con una lábrys, era una specie di ascia bipenne se non erro.» Michael ascoltando la risposta poteva percepire nella voce di Sandie una grande attrazione verso la mitologia greca. Raccontava con passione e tanto piacere.
«Mi sono venuti i brividi.» commentò il cantante.
«L'Iliade è una delle mie storie preferite, la adoro, mi piace anche l'Odissea. Amo in generale tutte le storie della mitologia greca.» rispose stellina.
«Lo percepisco nella tua voce amore mio. Racconti una meraviglia, è bellissimo sentirti raccontare le storie che ti piacciono.» Sandie non poté fare a meno di sorridere.

Il museo aveva oltre 25.000 reperti per un arco temporale che andava dal terzo al ventesimo secolo: icone, affreschi, manoscritti, ceramiche, tessuti, dipinti e mosaici che rappresentavano una delle collezioni d'arte bizantina più importanti al mondo.

Michael era completamente immerso tra l'arte greca e quella bizantina.
Sandie osservava attentamente gli occhi pieni di curiosità, aveva gli occhi innamorati dell'arte.
Michael era un grande appassionato di arte, amava ogni tipo di arte, il fatto di condividere questa sua passione con Sandie lo rendeva estremamente felice.

Fu un giorno molto attivo per i due innamorati, nonostante c'era il sole abbagliante che non collaborava tra le varie camminate il che rendeva tutto molto più stancante, si divertirono comunque.
Michael ebbe il desiderio di ritornare in barca, un po' godersi l'aria di mare ma anche per percepire quel bellissimo e mozzafiato senso di libertà.
Voleva sfruttare il tempo per delle cose molto semplici, che lo rendevano felice.
Sandie acconsentì la sua richiesta senza pensarci due volte, così nel tardo pomeriggio ritornarono in barca per fare un giro in mezzo al mare.
Ad accompagnare il momento era il tramonto, il calare del sole, le nuvole erano colorate di rosa e il cielo di un giallo arancio molto appariscente.
Ispirava dentro alla sue narici l'odore del Dio mare, il leggero vento scompigliare i suoi capelli, allargando leggermente le braccia.
Si sentiva in paradiso.
Le sue pupille erano illuminate dalla luce solare, rimase incollato al cielo, e Sandie, che nel frattempo aveva fermato la barca, lo abbracciò da dietro dandogli un tenero bacio sul collo.
Michael sorrise accennò un sorriso.
Le prese la mano unendo le dita con le sue formando un'unica mano.
Le chiese di restare con lui a godersi il tramonto, e così fecero.
I due ragazzi guardarono il tramonto senza dire una vocale, era la prima volta che Sandie vedeva il tramonto con qualcuno in barca.
Quando era piccola, lei e la sua famiglia andavano in barca tornavano a casa prima il tramonto.
Per lei fu la prima volta.
Fu tutto così romantico, essere baciati dal sole era una grande benedizione.
L'acqua cristallina era come uno specchio, c'era il riflesso dei ragazzi seduti comodi a guardare il sole calare piano piano.

Mentre osservava la grande stella il moro entrò in uno stato di riflessione.
E fu così che le sue paure vennero a galla, nonostante provò interiormente a metterle nel profondo dell'oblio non ci riuscì.
Provando un grande senso di angoscia.
Guardò Sandie, invasa dalla bellezza della natura, i suoi occhi verdi riflessi dal sole. Si chiedeva semmai meritava una donna come lei, ma dall'altra parte la guardò come il più grande desiderio della sua vita, avendo trovato lei era come se avesse esaudito l'esistenza della vita, lo scopo della sua vita. Essere amato.
Si chiedeva se mai quelle maledette accuse sarebbero svanite, diventando solo un brutto ricordo. Anche se sapeva in cuor suo che quella brutta situazione lo avrebbe portato fino alla tomba, macchiando il suo nome e la reputazione per sempre.

Appoggiò la testa sulla spalla di Sandie, ispirò il suo dolce profumo, toccando la sua pelle liscia quanto un petalo di tulipano.
«Sai, non ho bisogno che guardo il sole.» mormorò Michael, ella si voltò per guardarlo.
«Perché? Non trovi che sia mozzafiato?» Michael ridacchiò come un bambino.
«Stellina mia, lo vuoi capire che nella mia vita ho un sole molto più bello di quello che sto guardando?»
«Sono io?» domandò Sandie con tanta dolcezza.
Egli le diede una dolce carezza sulla guancia.
«Sei tu, e nessun'altra donna al mondo. Amo il sole, amo tutto ciò che riguarda la natura, ma non riesco ad amare tutto ciò quanto provo per te.» precisò il moro con tono serio, la ragazza sorrise con tanto di emozione nel corpo.
Ella chiuse gli occhi.
«Baciami Michael.» mormorò stellina.
«Ti bacio amore mio.»



[...]


Era giunto l'ultimo giorno del loro viaggio, battezzato come luna di miele.
Il terzo giorno era arrivato.
Sandie e Michael dormivano profondamente, fino a che la fanciulla non si svegliò di soprassalto a causa di un tuono.
Si alzò dal letto e controllò il tempo attraverso la finestra, non era una bella giornata. Atene era invasa dalla pioggia e dal cielo grigio con un po' di vento.
Sandie sentì un leggero freddo tra il suo corpo, e si abbracciò per tenersi al caldo.

Quando si incamminò per tornare a letto Sandie emise un piccolo grido all'udire di un altro tuono mettendosi a terra.
Michael si svegliò di soprassalto, trovò Sandie inginocchiata con le mani che coprivano il volto.
Si alzò dal letto per andare verso di lei.
«Amore.» le toccò le braccia, e tremava, tremava come una foglia «Amore ma tu tremi.» la prese in braccio come una sposa per poi stendersi sul letto.

Michael l'accarezzò con la speranza che lei si calmasse, ma continuò a tremare.
Fino a che Sandie non urlò di nuovo per un altro tuono.
«Ssshh, tranquilla, shhh, ci sono io amore mio. Va tutto bene.» la rassicurò Michael con voce dolce dandole tante carezze e baci sul viso e sui capelli.
Sandie si calmò,ma il tremolio non era ancora svanito.
Si sentiva ridicola a spaventarsi per i tuoni, non era normale da una donna di ventisei anni ad avere paura per i tuoni. Lo facevano i bambini.
«M-mi dispiace ... scusami, scusami Michael.» scusò la ragazza con una voce tremolante.
«Amore mio, ma scusarti di cosa?» neanche un tempo di rispondere che un altro tuono fece urlare Sandie, il che si accucciò al moro come un koala, tremò di nuovo «Sshh piccola mia, è tutto ok. Sshh.» Sandie poteva ben odorare il buonissimo profumo della sua pelle, il suo calore, e il cuore che batteva. Amava sentire il calore del suo corpo.
«She was there just sitting at the table
Thinking now that things won't be the same
And wouldn't you like to go with me?
And she answered, "No" to me
But I guess I learned my lesson much too soon.» Sandie udendo l'angelica e magnetica voce di Michael smise di tremare, ritornò ad essere calma e cosciente.
Alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi mentre cantava una canzone.
«I never thought she'd leave me here forever
But who knows just what the future brings
And wouldn't you like to go with me?
And she answered, "No" to me
But I guess I learned my lesson much too soon.» restò incantata, voleva che cantasse per sempre.
E lui avrebbe cantato per lei per il resto della sua vita, avrebbe spaccato le sue corde vocali solo per lei.
«Take away this never ending sorrow
Take this lonely feeling from my soul
If only I knew what things bring tomorrow
She'd be sitting here beside me
And my heart would dimly go
"Da-da-da-da-da-uh"» fu la parte più bella della canzone, poté percepire una dolce melodia alla quale Sandie immaginava all'interno della sua testa. Una melodia tenera, ma allo stesso tempo malinconica.
Quelle parole però, le sembrarono familiari, come se fosse un deja-vù.
Provò a ricordare, ma la sua testa fu completamente invaghita della voce di Michael che non sforzò a risolvere i dubbi della ragazza.
«I hope to make a change now for the better
Never letting fate control my soul
And I'm hoping that my prayers will see
The day that she'll come back to me
But I guess I learned my lesson much too soon.» Michael si fermò un secondo, con un dolce gesto le spostò una ciocca di capelli poggiandola dietro all'orecchio «Yes, I guess I learned my lesson much too soon.» la canzone finí, Michael unì le sue labbra con quelle di stellina, creando un bacio a fior di labbra.

«La canzone Michael, è stupenda.» commentò la ragazza incredula, la sua mano posò sul collo, le sue dita scorrerono sul pomo d'Adamo «Sai che amo la tua voce quando si trasforma in un canto vero?» lui sorrise afferrando con dolcezza la mano, avvicinandola alle sue labbra per baciare le dita.
«L'ho scritta per te.» rispose, stellina pensò di aver sentito male.
«Come?» domandò incredula «Davvero?» lui annuì.
«L'ho scritta l'anno scorso, io e te eravamo in quel periodo di grande distacco, tu eri fidanzata con quell'uomo, io invece mi sentivo la persona più spaesata del mondo.
In quel periodo non ho mai smesso di pensare a te, a preoccuparmi per te ogni santo giorno della mia vita. Mi sentivo un coglione per come ti avevo trattato, soffrivo in silenzio, e la mia testardaggine mi ha impedito di ammettere i miei sentimenti. Così scrissi questa canzone.» spiegò con un nodo alla gola «Solo Liz sapeva della mia situazione e nessun altro, mi sono permesso non vivere più la sensazione di solitudine dentro alla mia anima, non più. Da quando stiamo insieme non sono più solo Sandie.» continuò «Io ti amo, ti amo tantissimo amore mio, ti amo da morire. Quando ti guardo vedo la stella più bella della galassia, quando ti tocco provo una sensazione di benessere, di sicurezza. Quando parlo con te mi sento finalmente compreso e amato da qualcuno, quando facciamo l'amore diventiamo un'unica persona, un unico amore. Non trovi che sia meraviglioso che i corpi di due persone che si amano diventano un tutt'uno? Io lo trovo così bello, quando mi unisco a te sono felice, quando ti guardo sono felice, quando ti parlo sono felice, quando ti bacio sono felice. Quando mi consoli sono felice. Quando mi ami sono felice, quando sto con te sono felice in tutto stellina mia.» la voce di Michael divenne rotta dalle parole che stava pronunciando in quel momento, il suo cuore batteva veloce quando un tamburo.
Batteva d'amore solo per lei.
Solo ed esclusivamente per lei.
L'amava, l'amava con tutto se stesso.
E si sarebbe impegnato all'ultimo sangue per renderla felice.
«Sono le parole più belle che abbia mai sentito in ventisei anni della mia vita.» mormorò stellina con l'emozione nella sua voce.
«Lo capisci? Capisci quanto io sia pazzamente innamorato di te Sandie? Per te potrei dedicarti poesie più belle di Shakespeare.» ella ridacchiò scuotendo la testa affondando le sue labbra contro quelle del moro.

Le mani del ragazzo sfiorarono il bellissimo viso di stellina, ella sentiva le sue dita tra la mandibola, la fronte, e le guance, mentre i baci si facevano sempre più audaci di sentimento. Quelle labbra non baciavano, ma danzavano.
Stellina sentendo l'erezione del moro completamente in escandescenza, colse l'occasione. La mano scivolò nei pantaloni, inserendola nei boxer rossi del cantante fino tirare fuori la sua intimità per massaggiare.
Muoveva su e giù, finendo come un massaggio.
Michael sentendo quella mano e quei movimenti gemette il suo nome.
«S-Sandie, Sandie.» gemette Michael chiudendo gli occhi.
Sandie mentre continuava l'atto intimo avvicinò le sue labbra sul suo orecchio.
«I tuoi gemiti mi fanno bagnare.» disse esplicitamente la ragazza, Michael emise un gemito come risposta.

La sua carne ere bollente, e gonfia.
Stellina si leccò le labbra, mordendo il labbro inferiore.
Una mano era poggiata sul petto di Michael, ancora coperto della maglia del pigiama, ella con una mossa decisa la tolse. Facendolo rimanere a petto nudo.
Michael muoveva lievemente il bacino, come se stesse ad indicare di voler entrare.
Ma Sandie lo voleva ancora gustare prima di fare l'amore.

Aveva fame, e voleva nutrirsi della sua preda.
Così gli tolse i pantaloni con i boxer, abbassò il capo per succhiare la lunghezza.
Torturò con la lingua il glande, il che fece emettere dei piccoli urletti.
Il cantante strinse le lenzuola, mosse la testa di lato, sentendo un enorme piacere che stellina gli stava regalando.
Gemeva e gemeva.
Alzava il capo all'indietro, facendo mettere in risalto il suo pomo d'Adamo, mordeva le labbra per non gemere troppo, il che fu impossibile per lui.
Con dolcezza, posò la mano sulla nuca della ragazza, mente codesta continuava a succhiare.
Era vicino, sentiva di essere vicino.
«Oh Dio, oh mio Dio.» disse tra i gemiti.
E cinque, quattro, tre, due, uno.
Raggiunse l'orgasmo. 
Aveva un fiato affannato, il suo cuore batteva forte, ebbe una sensazione meravigliosa all'interno del suo corpo.
Percepì una vicinanza, dei capelli, era Sandie che dolcemente lo baciò a fior di labbra. Percepiva il calore della sua pelle, il suo profumo e il suo amore.

Stellina, si posizionò per farlo entrare, ma Michael la fermò prendendole la mano.
«Voglio farlo io.» disse, egli la fece stendere sul letto a pancia in su, ella lo guardò con tanto amore perso in quegli occhioni verdi.
Aveva lo sguardo così innamorato da incantare qualsiasi essere umano intorno a lei.
Guardava Michael, mentre si posizionava di fronte di lei per spogliarla, come la creatura più bella che Dio avesse creato.
Aveva i piccoli cuori al posto delle pupille, la labbra leggermente aperte, le guance rosee.
Lui accorgendosi del suo tenero e dolce sguardo, le diede un bacio sulla fronte.
«Ti amo così tanto.» mormorò la ragazza dalle iride verdi con il cuore fuori uscire dal petto.
«Stellina mia.» rispose il moro sfiorando le sue labbra, Sandie si aggrappò a lui, poggiando le mani sulle spalle.
Allargò le gambe, Michael si posizionò in mezzo tra di esse, poggiò le mani sui fianchi, e con una spinta sicura entrò dentro di lei.

Spinse prima lentamente, come se stesse assaporendo e gustando con esaltazione un dolce al cioccolato.
Le loro fronti si sforarono, fino a sentire i loro gemiti.
Si godevano del piacere, si godevano del momento, sapendo che dal giorno dopo entrambi sarebbero stati immersi nei loro impegni di lavoro e non avere più tanto tempo per loro.
Volevano ancora sentirsi amati.
E fare l'amore.
Amavano fare l'amore.
Era come se stessero danzando il lago dei cigni, nel momento in cui Odette e il principe danzarono un ballo raffinato.
Erano proprio come ne "Il lago dei cigni" Sandie era Odette, il cigno puro con una bellezza splendete, il principe era Michael, il ragazzo innamorato perso del cigno bianco.
In qualche modo, in quel momento mentre facevano l'amore sentirono i protagonisti di un ballo classico.
Michael dentro di sé, l'aveva sempre paragonata al cigno bianco, una essere umano che doveva essere trattato con cautela, una ragazza pura con una dolcezza immensa nell'anima.
Anche nel suo viso trasmetteva sicurezza, amore e dolcezza, bastava solo guardarla nel profondo delle sue iride verdi.

Michael continuò a spingere più veloce, i gemiti di Sandie si fecero più intensi, la sua voce in preda di piacere chiamava il suo nome.
Michael le baciava il petto, fino a sfiorare con le labbra l'areola del seno destro percorrendo fino al capezzolo.
Un voluminoso brivido percorse per tutto il corpo della ragazza.
Quella labbra erano così magnetiche da essere magiche.
Sandie si sentiva in un mondo paradisiaco che andava oltre il paradiso, afferrò il viso del moro facendolo avvicinare il suo.
Si baciarono con tanto ardore, passando la lingua sui lati delle loro labbra, gemendo tra di loro.
«Non mi stancherò mai di te.» disse la ragazza tra i gemiti.
Michael spinse ancora più a fondo facendo urlare la ragazza, egli si leccò le labbra.
«Lo stesso vale per te.»



~~


Il temporale si calmò, ma continuò a piovere, il che fece costringere i ragazzi a restare a casa.
All'ora di pranzo mangiarono una semplice insalata greca, e qualche patatina fritta.
Durante il pranzo Sandie e Michael non fecero altro che chiacchierare, fino a che il moro non sentì da fuori un certo venticello.
«Oggi il cielo è cattivo.» affermò il riccio.
«Più che altro è arrabbiato, con quei tuoni di stamattina ero terrorizzata.» sospirò con aria dispiaciuta «Mi dispiace per prima, non è da persone mature avere paura dei tuoni.» si scusò con tanta vergogna.
«Non lo dire neanche per scherzo Sandie.»
«Vedi, la verità è che ho proprio una fobia dei tuoni, quando ero piccola mia madre mi lasciò a casa da sola perché doveva comprare non mi ricordo cosa, ero in camera mia, e fuori pioveva, fino a che non ci fu un temporale vero e proprio, con tuoni veramente assordanti.
Urlavo ma non c'era nessuno a consolarmi, in più saltò la corrente. E immagina una bambina di tre anni in casa da sola, al buio con i tuoni in sottofondo. Sai, avevo paura che un mostro stava per venirmi a prendere. Da lì ho il trauma, e la mia fobia per i tuoni.» raccontò la ragazza con le guance rosse dall'imbarazzo, il ragazzo le prese la mano, accarezzando le dita.
«In una paura c'è sempre una storia dietro stellina.» rispose il moro «Quindi non ti vergognare.»
«Non mi consideri immatura?»
«Ma sei scema? Assolutamente no.» sospirò «Sai, anche io ho una fobia, e vuoi sapere qual è? Quella del cani, soprattutto quelli piccoli, mi sale una paura immensa perché penso al morso del cane. Però c'è da dire che c'è una storia dietro, quando ero piccolo vidi mio fratello Randy attaccato da una cane, e questo episodio mi traumatizzò formando col tempo una fobia.
E sono animali che tutti amano alla follia, mi prenderebbero per pazzo se dicessi che ho la paura dei cani, ed io sono un grande amante degli animali e tu lo sai, ma con i cani non ci riesco. Ma ognuno ha le sue fobie, tu hai paura dei tuoni ed io dei cani. Fregatene degli altri se ti prendono in giro, hai me che ti amo anche se hai paura della cioccolata.» raccontò Michael accennando un piccolo sorriso, al finale del racconto fece ridacchiare Sandie.
«Dai scemo, allora vuol dire che ti stuzzicherò con questa fobia dei cani.»
«Non osare.»
«Jackson solo io ti posso provocare.» lo ricordò.
«Ti sbagli, perché anche io posso provocarti.»
«No.»
«E perché?»
«Perché mi fai eccitare anche solo a sentire la tua voce. Sei un fuoco per me Michael.» il moro si morse il labbro inferiore.
«Molto interessante, dopo facciamo i conti Vrachnos.» Sandie penetrò con la forchetta un pezzo di pomodoro, fino a portarselo all'interno della sua bocca per mangiarlo, leccandosi poi le labbra.
«Al pensiero che faremo di nuovo sesso mi eccita ancora di più.» precisò la ragazza.
«È l'effetto del temporale, siamo qui in casa a causa del maltempo, perché mai non dovremmo approfittare?»
«Beh hai ragione, anche perché è l'ultimo giorno e da domani in poi torneremo alla vita di prima.» egli scosse la testa a quella risposta.
«Questo non significa che non staremo insieme.»
«Michael tu avrai da fare con i concerti e-»
«Ti prego, non ricordarmelo.» supplicò «Ti prego Sandie, non roviniamo questa vacanza.» Sandie abbassò lo sguardo.
«Scusami.» mormorò con il senso di colpa «Non volevo farti intristire, perdonami.» Michael le prese la mano per intrecciare le dita con le sue.
«Non voglio ricordare la realtà, godiamoci quest'ultimo giorno e facciamolo finire nel migliore dei modi stellina.»
«Dimmi cosa vuoi che facciamo, ed esaudirò il tuo desiderio.» il moro strinse di più la mano di Sandie, aveva uno sguardo puro, dolce e con le guance rosse che dipingevano le sue guance.
«V-voglio fare l'amore con te Sandie.» rispose, stellina si torturò una ciocca di capelli in modo sensuale.
«Non sei mai sazio di me vero?»
«Mai, ed io voglio fare il secondo round stellina.» Sandie si morse il labbro inferiore, mentre Michael si alzò dalla sedia per per prenderla in braccio.
Ella ridacchiò, fino a che il moro non la portò sul divano per poi fare di nuovo l'amore.



~~


Smise di piovere dopo l'ora di cena, il cielo si calmò, non piovve nemmeno una goccia d'acqua, tornò la serenità.
Sandie e Michael erano in salotto da ora di pranzo, si guardarono due film, ma si annoiarono volevano fare qualcosa di nuovo.

Michael si alzò dal divano per gironzolare per la casa, quando gli catturò l'attenzione su un grosso libro, lo guardò ed era un album di foto.
Lo afferrò e andò verso di Sandie per vederlo con lei.
«Posso?» chiese con gentilezza, stellina annuì con il capo accennando un piccolo sorriso.
Il moro aprí l'album trovando davanti a se tantissime foto di Sandie quando era una bambina, poteva avere sui sei anni, ritraeva tantissimi momenti con Nicole e la sua famiglia.
«Che amore di bambina, bellissima già in tenera età.» commentò Michael vedendo una foto di Sandie giocare nel prato con le Barbie.
«Tu dici? Non ero così tanto bella da piccola.» commentò Sandie a sua volta.
Il fanciullo le diede un occhiataccia.
«Stai scherzando spero.»
«No, penso che col tempo sono migliorata molto esteticamente parlando. Ma da piccola si, ero carina ma non tutta questa bellezza.»
«Sei troppo severa con te stessa, guarda questa foto Sandie.» indicò com il dito una foto di carnevale, dove la piccola Sandie era vestita nel personaggio di Biancaneve «Non vedi quanto eri adorabile?»
«Era carnevale è normale che ero più decente.» egli sospirò in segno di afflizione.
«Mi fai incazzare quando dici queste puttanate.» mormorò Michael con tono arrabbiato.
«Ehi io-»
«Sono serio.» la interruppe «Tu sei troppo severa con te stessa. Sai cosa vedo? Una splendida bambina solare, allegra e che ama la sua famiglia.» disse Michael sfogliando l'album, trovando foto di Sandie insieme ad una piccola Nicole che faceva il gesto delle corna con le dite, gli sfuggì una risata, in un'altra dove la mora baciava la guancia della sua sorellina «Andiamo Sandie, guarda che carine che siete. Le sorelle più amorevoli che abbia mai conosciuto.»
«E vediamo, chi preferisci di più tra le due?»
«Ovviamente tu, lo sai molto bene che sei il mio punto debole.» disse il moro rubandole un bacio, continuò a sfogliare l'album trovando tantissime foto di Sandie e Nicole da piccole, vedeva Sandie sempre una principessa, mentre Nicole faceva delle smorfie, era già una ribelle da piccola «Tu e Nicole siete molto diverse, come me e Janet. Anche io ho lo stesso rapporto, mi rivedo molto io da piccolo quando tu eri piccola Sandie.» mormorò Michael guardando con attenzione le foto, Sandie posò la guancia sulla spalla del cantante.

Il moro sfogliò un'altra pagina, catturando la sua attenzione su una foto.
Una foto di famiglia.
Alexandre aveva un braccio Nicole che salutava alla fotocamera, mentre Sandie era in braccio a Chantal, con un grande sorriso.
La foto esprimeva solo una parola:
Famiglia.
L'espressione di Sandie cambiò vedendo quella foto, e voltò pagina.
Michael capí il suo stato d'animo.
«Perdonami, non volevo-»
«Tranquillo, va tutto bene.» lo rassicurò.

Nel frattempo si fece notte fonda, e tra chiacchiere e ricordi del passato, non si accorsero che il tempo passava in fretta.
Sandie vide l'orario, ma in quel momento le venne un'idea in mente.
Si alzò dal divano andando verso il piano di sopra.
«Cambiamoci Michael.» lo avvisò mentre si incamminava verso la camera dei suoi genitori.
Egli la seguì raggiungendola, e Sandie si mise velocemente un vestitino.
«Non capisco Sandie, perché ti stai cambiando?» domandò con un espressione perplessa.
Ella si voltò verso di lui.
«Non fare domande, e mettiti qualcosa addosso.» rispose schietta.
Egli non poteva fare altro che obbedire.




~~


Michael non si truccò, fu Sandie a dire che non c'era pericolo, uscirono di casa, alle due di notte, Atene era ancora bagnata a causa del forte temporale, e non c'era anima viva per strada, il deserto più totale.
Andarono a piedi facendo una camminata di venti minuti.
Si tennero per mano, ma Michael non vedeva l'ora di vedere il posto dove avrebbe portato Sandie.
«Dio Sandie, non sto più nella pelle!» esclamò il fanciullo eccitato.
«Sshh, così svegli tutti, cammina e basta.»
«Okay capitano.» ella smise una risata.

Poco dopo arrivarono in una piazza dove davanti c'era il monumento più importante della città.
Il Partenone.
Era completamente illuminato, e rendere splendente fu una luna piena incollata nel cielo nero.
Michael rimase incantato, era la prima volta che vedeva un monumento importante da vicino, senza essere disturbato.
Per un attimo sembrò di sognare.
«Allora? Non è meraviglioso?» domandò la mora, Michael restò cinque minuti in silenzio.
«Mio Dio Sandie, n-non so cosa dire, è tutto così bello.» Sandie rivide di nuovo quelli occhi pieni di gioia, sapeva che quelle erano piccole cose che lo rendevano felice. Poiché aveva un limite a tutto a causa della sua fama.
Voleva farlo sentire come un essere umano. Non solo Michael Jackson, il Re del pop, ma un essere umano.
«Io, Nicole e le mie amiche di qui andavano sempre qui quando uscivamo la sera. Dio, che ricordi, mi sembrava ieri che avevo sedici anni. E pensare che sono cambiate tante cose nella mia vita in dieci anni, mi sono trasferita in America con mia sorella, mi sono laureata e ho trovato l'amore della mia vita.» quando pronunciò l'ultima frase si voltò di lato per vedere Michael, il che ricambiò lo sguardo.
«Nella mia vita mai mi sarei aspettato di incontrare una ragazza come te. Sei tutto quello che desideravo nella mia vita. Con te mi sento un uomo completo, un uomo felice e amato. E ti ringrazio di esistere e di farmi felice. A volte penso di non meritarlo.» rispose con il cuore che batteva forte.
Pensò veramente di sognare, di vivere l'amore che aveva sempre desiderato, poiché questi amori non erano di tutti i giorni. E il fatto di amare e di stare con una ragazza come Sandie si sentì al settimo cielo.
«Per me non c'è cosa più bella di renderti felice, mi emoziona e col tempo rendo felice me stessa. Perché Michael.» gli prese la mano per stringerla «La tua felicità è la mia felicità, il tuo sorriso è il mio sorriso, la tua gioia è la mia gioia. È tutto collegato capisci?» i due innamorati si baciarono sotto alla luna e al Partenone illuminato, la mano di Michael poggiò sulla guancia della ragazza, sorridendo tra le labbra.

Si staccò dalle labbra, guardando di nuovo il monumento, il suo sguardo divenne poi nostalgico, quasi triste.
«Non voglio tornare in tour.» parlò poi «Non voglio tornare alla normalità, non voglio tornare a fare i concerti.
Per la prima volta, nei miei trentacinque anni di vita, mi sono sentito un essere umano. Una persona normale che fa cose normali come tutti gli altri con la sua ragazza, come andare in barca, visitare i musei, la città e guardare il Partenone accompagnato dalla luce lunare. Io prima di te non potevo fare tutto questo. Perché non avevo la possibilità, ma quando ho conosciuto te, è come se fossi rinato.
Per la prima volta non ho avuto paura di essere scoperto, solo grazie a te.
Grazie a te ho avuto una cosa che desideravo da anni, la libertà e te ne sarò riconoscente.
Grazie a te ho capito quanto tu mi ami, e fai tanto per me. Ti ringrazio immensamente per questi meravigliosi tre giorni passati insieme a te, con donna che tanto amo. Mi dicesti che avrei passato i tre giorni più bella della mia vita, avevi ragione, cavolo se avevi ragione. Volevi rendermi felice, rilassarmi e non farmi pensare a niente, e hai centrato in pieno il tuo obiettivo. Ci sei riuscita alla grande stellina.
Mi sono innamorato della tua città, della cultura, dell'arte, e della tua lingua. Io non voglio andarmene da qui Sandie. Io voglio restare qui, ad Atene, a condurre una vita normale, a fare le cose che fanno tutte le coppie. E lo so che è impossibile ma la speranza è l'ultima a morire.
Non voglio fare questo tour, non c'è la faccio, e soprattutto affrontare notizie disgustose come le accuse e lo sai meglio di me.» spiegò con aria affranta, piena di tristezza, il tormento che tra poche ore entrambi sarebbero tornati a lavorare era un pensiero che non rendeva tranquillo.
Non voleva tornare alla realtà.
Non voleva abbandonare quel paradiso che Sandie gli aveva concesso per tre giorni.
Ma come ogni cosa consegnata andava restituita.

Sandie non parlò, infondo anche lei aveva passato dei giorni indimenticabili, non voleva tornare neanche lei alla realtà.
Voleva stare con lui.
Nella sua casa e amarlo ancora.
Ma come tutti i momenti belli, andavano via in fretta.

Michael d'un tratto le prese la mano, e la guardò negli occhi.
«Stellina.» la chiamò, il suo tono era serio e lei lo guardò negli occhi «Quando questa brutta situazione finirà, la prima cosa che farò sarà quello di chiederti di diventare mia moglie.» ella spalancò gli occhi, sorrise impacciata con la paura di aver udito male le ultime parole.
«N-non mi prendi in giro vero?» domandò esterrefatta.
«Sono serissimo, io voglio sposarti Sandie, voglio avere una famiglia con te, voglio avere dei figli con te. Io voglio essere il padre dei tuoi figli, che diventeranno nostri figli. Voglio passare il resto della mia vita con te, voglio vederti con il vestito bianco mentre cammini all'altare verso di me per l'inizio di una vita. Voglio vederti con il pancione, accarezzarlo dolcemente per sentire i calcetti del bambino, voglio prendermi cura di te, darti amore e sostegno. Voglio regalarti la luna, le stelle e se potrò anche l'intera galassia. Voglio darti tutto me stesso per vedere solo il tuo sorriso.
Voglio renderti felice. Voglio che i nostri litigi diventeranno una chiave per migliorare il nostro rapporto. Voglio fare l'amore con te fino al giorno
dopo.
Voglio invecchiare insieme a te mentre vediamo crescere i nostri figli. Voglio che sia tu il sole che illumina le mie giornate.
E tutto questo solo con te. Perché tu sei la donna della mia vita. Tu mi rendi vivo Sandie.» gli occhi di stellina erano luccicosi, voleva tirarsi l'orecchio per capire se tutto quello che aveva sentito era vero, ma era la realtà. Non era nel mondo dei sogni.
Le veniva da piangere dalla felicità, urlare per tutta Atene di essere la ragazza più felice del mondo. Ma si contenne.
Quelle parole le tatuarono il cuore, in lei ci fu una felicità inspiegabile.
Fu un momento che aveva sempre sognato, e lo aveva proposto di fronte al Dio Partenone.
Le lacrime scorsero sul viso di stellina, non riuscì a trattenerle. Troppo la felicità era immensa, e mai si sarebbe scordata di quelle parole.
«Amore mio.» mormorò Michael asciugando le lacrime con le nocche delle dita.
«Sai già la mia risposta non è vero?» lui annuì accennando un sorriso «Io ti direi mille volte sì.»






"Voglio portarti sulla luna, e guardare il mondo dall'alto
voglio baciarti davanti all'universo
e al matrimonio delle stelle
voglio sentirti completamente fare del tuo corpo
luce dei tuoi occhi
tesoro di sogni
mentre l'onda massima arriva ed entrambi siamo nello spazio."
-Anonimo

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