[Κεφάλαιο 47]








IL GIORNO DOPO



Michael dormì solamente cinque ore, fu un record per la sua insonnia.
Si svegliò verso le quattro del mattino, si girò verso l'altro lato del letto, con la coda d'occhio vide Sandie accanto a sé che dormiva profondamente.

Accennò una sorriso alla vista della ragazza, si perse completamente nel suo viso dormiente, sentí i suoi respiri leggeri, vedendo il petto fare fluidi movimenti, sù e giù, sù e giù.
Era molto tenera mentre dormiva.

Stellina era vestita con una semplice canotta bianca estiva, e dei pantaloncini corti simile a delle culotte, di colore verdi con linee gialle all'estremità.
Voleva toccarla, entrare in contatto con sua pelle delicata, ma la lasciò dormire.

Senza fare rumore, il moro si alzò dal letto per andare in bagno, chiuse la porta, fece i suoi bisogni per poi afferrare di nuovo quel dannato beauty case, tirò fuori una bottiglia di Demerol ingurgitando sei pasticche, due alla volta.

Tornò a letto, Sandie stava ancora dormendo, riprese a guardarla.
Solo a guardare quel viso addormentato, bello e dolce. Si trovò in pace.
In una pace che avrebbe voluto avere da tanto tempo.

Era sempre stato preso di mira, sia dalla famiglia che dalla gente, in ogni sua caratteristica.
Da lì nascque la sua insicurezza.
Non sembrava, ma era un uomo molto insicuro di sé stesso.
E l'unica persona che gli faceva sentire sicuro di sé era Sandie.
Avrebbe voluto una persona come Sandie ai tempi della sua infanzia, della sua pubertà e della sua adolescenza.
Magari le cose si sarebbero ruotate nel modo giusto.

Ma ora non si doveva più preoccupare, lei era lì al suo fianco.
Un po' si commosse, perché non aveva mai avuto un amore così grande nei suoi confronti.
La gente era sempre stata indifferente con lui, o lo guardavano per poi commentare tra di loro alle spalle. O semplicemente rimanendo ammirati e scioccati dalla sua presenza. Ma lei era diversa.
Proprio come lui.
Entrambi erano diversi dalle persone che le circondavano.
Erano unici, rari e speciali.
Con delle affinità che li portavano all'amore.
Loro erano anime affini che si accarezzavano divenendo un'unica anima colma di amore, di passione, di lacrime e di sorrisi.

Michael le diede un lieve bacio sulla fronte, lei mosse la testa, sorrise.
Si avvicinò più a lei e la prese delicatamente tra le sue braccia, coccolandola con dolcezza come una bambina di quattro anni.
Quel giorno avrebbe conosciuto una parte della sua famiglia, ad eccezione di sua madre, di cui Sandie aveva conosciuto anni prima.
Avrebbe conosciuto suo padre e i suoi fratelli.
I suoi fratelli non sapevano nulla di lei. Ad eccezione di Janet, ma né suo padre, né il restante dei suoi fratelli erano a conoscenza della sua relazione con Sandie. L'aveva tenuta per se, fino a quel giorno.
Pensò se la sua famiglia l'avrebbe accettata, ma se mamma Katherine l'aveva adorata sin dal primo giorno, allora anche il resto della sua famiglia l'avrebbe amata.


~~

Erano circa le sette, Sandie si spostò dall'altra parte del letto, si stiracchiò e si girò nel lato dov'era Michael che l'accolse con un sorriso nelle prime ore del nuovo giorno.
Lei sorrise massaggiandosi gli occhi.
«Buongiorno.» parlò con voce assonnata.
«Buongiorno a te stellina.» rispose il moro.
Lei guardò il soffitto sbattendo piano piano gli occhi, e poi il suo sguardo si posò su quello del suo amato.
«Da quanto tempo sei sveglio?» domandò la ragazza.
«Da un po'.» rispose, si avvicinò al suo volto per baciarla «Come sei bella mentre dormi, sei bellissima Sandie.» mormorò tra i baci.
«Senti chi parla, tu sei adorabile mentre dormi, mi viene voglia di riempirti di baci talmente che mi intenerisco a vederti addormentato.» rispose accennando una risata cristallina.
«E perché non lo fai?» domandò.
«Perché non ti voglio svegliare.» rispose.
«Non importa, non c'è cosa più bella di sentirsi amati anche quando si è nel mondo dei sogni. Vieni qui.» la prese mettendola sopra di lui, ella sorrise riprendendo a baciare con amore.

Entrambi sorridevano tra i baci, ed erano splendidi nella loro forma d'amore più pura e dolce che possa esistere.
Michael aveva le mani poggiati suoi fianchi, e percorrevano nel sedere della ragazza fino alla schiena.
«Mhmm come sei sexy con la canotta e i pantaloncini.» mormorò bagnatosi le labbra, ella ridacchiò.
«Scemo.» gli rispose.
«Sei adorabile vestita così, ma allo stesso mi fai eccitare da morire stellina.» mormorò baciandole il collo, palpando le natiche con entrambe le mani.
Sandie gemette alzando il capo.
Mosse leggermente il bacino, era un segnale. Michael lo accolse pienamente, se Sandie muoveva il bacino in quel modo, significava che voleva essere spogliata.
«Ora ti spoglio, tranquilla.» le tolse la canotta, la ragazza rimase a petto nudo con i semi scoperti.
Le labbra di Michael si avvicinarono all'areola del seno destro, lo baciò con delicatezza quella carne così scura e morbida.
La lingua del moro prese parte al gioco, e percorse fino al capezzolo.
Con una mano poggiata sulla schiena il ragazzo la tenne stretta a sé, e con l'altra palpava l'altro seno.
Sandie gemette, chiamando il suo nome.
Era eccitata e bagnata.
La sua intimità chiamava disperatamente il suo nome, implorava di farlo entrare dentro di lei.
«Piano piano, con calma stellina.» disse Michael passando la mano sulla natica per palpare in modo sensuale.
Sandie le sfuggì un gemito.
«M-mi fai eccitare così.» mormorò la ragazza tra il piacere con le guance arrossate.
Michael si fermò.
«Pardon?» domandò, Sandie non rispose, le dita di Michael erano tra l'elastico dei pantaloncini. Sandie sospirò affannosamente «Ripeti stellina.» ordinò.
«M-mi, mi fai eccitare.» ripeté la mora.
Il moro si morse il labbro inferiore.
«Ooh.» rispose il cantante compiaciuto.
Ci fu a quel punto un cambio di posizione, con una piroetta Sandie si trovò Michael sopra di lei, alla quale con un gesto deciso le tolse i pantaloncini. Michael inarcò un sopracciglio quando si accorse che non aveva gli slip.
Sandie si imbarazzò.
Aveva il cuore a mille.
Guardò da un'altra parte.
Michael con tanta dolcezza le fece girare dalla sua parte.
Ogni tanto le partiva un momento di imbarazzo quando faceva l'amore con lui.
Non disse nulla, non voleva parlare.
Egli la vide guardare con quegli occhioni verdi bellissimi, incontrando i suoi occhi marroni profondi quanto l'oceano.
Si avvicinò al volto per baciarla in modo puro e dolce.
«Ti amo.» disse il moro «Sei tutto per me, ti amo, ti amo.» i baci si moltiplicarono «Oh Sandie.» lei ridacchiò.
«Ti amo.» rispose stellina a sua volta.
Entrambi sorrisero come due piccoli bambini, i loro nasi si sfiorarono, come le fusa di un gatto, il tutto con un bacio a stampo.
«Fa l'amore con me Michael.» incintò la ragazza, a quel punto il ragazzo si tolse i pantaloni e i boxer, Sandie gli tolse la maglia che gli copriva quel bellissimo torace.

I due innamorati si misero sotto le lenzuola, videro tutto color avorio intorno a loro, non esisteva altro in quellla stanza se non le lenzuola e l'eros.
Con il braccio la tenne per la schiena per sollevarla un po', con l'altra mano poggiava la coscia, fino a che non scivolò dentro la sua carne.
Gemettero.
I due si baciarono quando Michael cominciò a spingere lentamente.
I loro gemiti erano intensi, pieno di un grande piacere, accolti con l'amore verso l'uno per l'altro.
Tra i baci gemevano tra di loro, chiamandosi a vicenda, dicendo parole d'amore, le lenzuola divennero ben presto una danza.
Una danza piena di passione come quella spagnola. Loro non erano solo due essere che si davano amore, ma che quando volevano, creavano una danza. La loro danza.

John arrivò di fronte la porta di Michael, ma quando stava a bussare sentì dei gemiti attraverso la porta.
Accennò una lieve risata.
Decise di lasciarlo stare, e di tornare più tardi.
«Sì danno da fare quei due.» parlò una voce femminile. Si girò ed era Nadia.
A vederla non poté non sorridere.
Era vestita con una piccola canotta nera, una gonna abbinata. Le snickers al piede e una giacca color verde militare.

«Buongiorno signorina Watson.» disse con le guance lievemente rosa.
«Buongiorno a lei Mr White.» disse Nadia passando la lingua sulle sue labbra.
«Ha dormito bene?» domandò il ragazzo cercando di attaccare un discorso.
«Avrei preferito dormire un altro po'.» rispose alzando gli occhi al cielo.
John ridacchiò.
«Se per questo anche io.» rispose.

I due si guardarono con aria curiosa, ma allo stesso tempo intenso.
Nadia provava una forte attrazione fisica verso il nuovo manager.
John aveva una piccola cotta verso la ballerina dai capelli neri.

La ballerina di avvicinò con passo sensuale verso il ragazzo, egli passò la lingua tra le labbra, mordicchiando l'interno della mandibola.
«Vieni a fare colazione con me?» domandò la ballerina con voce roca.
Lui accennò una piccola risata in segno di imbarazzo.
«Con piacere.» rispose.
Nadia indicò il braccio per farsi che si metta sottobraccio, egli l'accontentò.

Entrambi camminarono a braccetto fino alla grande sala dell'hotel.
Nadia si staccò per prendere posto, trovò un tavolo proprio vicino alle pietanze, sia dolci sia salate.
John si diresse verso di lei accennando un sorriso, allo stesso tempo era leggermente in imbarazzo.
Il sorriso del ragazzo era puro e dolce come un bambino, quello di Nadia era molto provocatorio.
Accennò di nuovo una piccola e leggere risata.
In segno di imbarazzo.
Poi rendendosi conto di essere stato maleducato mise la mano davanti alla bocca.
«Perdonami, non volevo essere scortese. Ci sono tante cose buone, cosa ti porto?» domandò il manager.
Nadia si morse il labbro inferiore.
«Direi che una fetta di torta al cioccolato e un bicchiere di latte è più che sufficiente.» rispose la ragazza con un sorriso.
«Bene.» disse John alzandosi in piedi «Arriverà la tua colazione in un battibaleno.»
«Guarderò l'orologio per vedere se sei veloce.» i due ragazzi risero divertiti «Scherzo, vengo con te.» disse Nadia raggiungendo il ragazzo, dirigendosi ai lunghi tavoli coperto da una tovaglia avorio piene di buone pietanze.


~~

I due innamorati erano stesi sul letto, nudi com il fiato intenso.
Michael accarezzava con dolcezza la schiena di Sandie, dandole qualche bacio sulla tempia.
Ella sorrise.
«Sai.» parlò Sandie per catturare l'attenzione di Michael «È meraviglioso fare l'amore con te.» mormorò con un velo di imbarazzo, ma schietta e sincera.
Egli la guardò fino alla profondità dei suoi occhi enormi e verdi.
«Davvero? Ti piace fare l'amore con me?» domandò Michael accarezzando la guancia del suo amore con le nocche delle dita.
«Lo farei solo con te, è tutto così magico, quando ti unisci a me sembra di toccare le nuvole del paradiso. Diventiamo un'unica persona, un unico amore.» spiegò con il cuore tra le sue mani.

Il cuore di Michael aveva un battito accelerato, era felice ma allo stesso tempo in imbarazzo come un bambino.
Aveva paura di non soddisfarla e di non darle amore anche nei momenti intimi.
Aveva paure di non essere abbastanza per lei, e sentire il contrario dei suoi pensieri dalla voce della donna della sua vita, le sue paure scomparvero.
E niente aveva paura quando c'era lei a dargli rassicurazione nella sua anima.

«Amore mio.» mormorò il cantate con un il suo sorriso raggiante, le diede un piccolo ma dolce bacio a stampo «Anch'io lo farei solo con te. Solo, solo con te.» l'avvolse di nuovo nelle sue braccia, per sentire il suo odore, il contatto della pelle con la sua, il suo fiato, il suo bellissimo e piacevole calore.
Amava quella donna più di ogni cosa al mondo.
Era la sua donna.
Chiuse gli occhi pensando che lei era la cosa più bella che gli sia mai capitata.
Conoscerla.
Ascoltarla.
Proteggerla.
E amarla.

L'amava a tal punto di essere pazzo.
Era pazzo di lei.
Perso di lei.
Era onorato di avere una donna come Sandie, di amare Sandie, di tenere Sandie tra le sue braccia e baciare le sue labbra.
Era onorato.
Ella rispecchiava la figlia di madre natura, una donna pura, amorevole, altruista, determinata e forte.

«Ti amo Michael, ti amo tantissimo.» parlò Sandie con una tenere voce.
Lui le baciò la spalla.
«Puoi amarmi tanto quanto ti pare, ma non puoi battere l'amore che provo per te.»
Stellina gli prese il viso.
«È il contrario.» obiettò.
«No, stavolta sono io che ho ragione.» si mise sopra di lei «Ora dimmi.» parlò «Dove lo trovi un altro uomo che ti sappia baciare con un amore immenso tra le labbra.» le baciò le labbra «Che ti sappia toccare con dolcezza, ma allo stesso tempo con tanta sensualità da farti perdere la testa.» le toccò la coscia, ella emise un gemito «Che ti sappia amare in modo incondizionato, che ti guardi come l'unica cosa più bella del mondo, con l'amore peso negli occhi, che ti sappia comprendere a pieno i tuoi turbamenti. Ma soprattutto, che ti faccia sentire una donna.
Una donna speciale, rara, e forte.
Nessun altro uomo può amarti come ti amo io. Nessuno Sandie, solo io posso amarti in questo modo. Solo io Sandie.» le sue parole erano come frecce di Cupido, che appena scagliate colpendo il cuore, rimanevi incantata e innamorata di quella persona. Sandie era rimasta incantata dalle parole di Michael, il suo cuore voleva uscire dal suo petto per andare incontro con il suo.
«Non ti dimostrerò che ti amo solamente con le parole, ma anche con i fatti. E lo sai.
Adesso, vorrei che ci unissimo di nuovo, ancora una volta. Voglio amarti ancora Sandie, ancora e ancora.»
«Fallo.» incitò la mora, gli prese il viso «Amiamoci ancora Michael.»



~~

Due signori d'età, una donna, e due uomini tutti di colore entrarono l'ingresso dell'hotel.
Era la Jackson Family.
Katherine, la madre di Michael, con suo marito Joseph, e i suoi figli, Randy, Jermaine e Rebbie.
Erano venuti a Singapore per vedere Michael, per stargli vicino in un momento difficile e vedere anche uno dei suoi tanti spettacoli.
«Però, è un albergo splendido. Mio figlio ha dei bei gusti a scegliere alloggi come questi.» mormorò Joseph posando gli occhiali da sole dentro alla tasca della giacca di pelle.
«Sì, è adorabile. Molto orientale, e sai che a Michael piace molto questo stile.» intervenì Katherine sistemando la borsa lungo il braccio.
La donna non solo era felice di vedere suo figlio, ma anche di vedere Sandie, era da molto tempo che non la incontrava e le avrebbe fatto piacere vederla e parlare con lei.

«Joseph vado io alla reception.» disse Jermaine andando verso la reception per prendere le chiavi della stanza e per avvisare Michael del loro arrivo.
«Buongiorno signore.» disse un uomo con giacca e cravatta dietro al grande bancone di marmo.
«Buongiorno, qualche settimana fa ho prenotato ...» Jermaine contò con le dita il numero delle stanza «Cinque stanze.»
«Okay, controllo subito.» l'uomo prese dei fogli, mise gli occhiali da vista afferendo una penna «Mi dia il cognome.»
«Jackson.» rispose, egli controllò con le penna afferrata tra le punte dell'indice e del pollice, facendola scorrere tra i vari fogli. Trovando poi il cognome.
Nel frattempo il resto della famiglia raggiunsero Jermaine.
«Jermaine Jackson.» pronunciò.
«Esattamente.»
«Perfetto, c'è tutto, ma prima di darvi le chiami mi potete gentilmente dare i vostri documenti?» annuirono senza problemi, presero dal ogni portafoglio della famiglia Jackson la carta d'identità.
L'uomo segnò su un foglio i loro dati, insieme agli altri clienti, uno sotto l'altro.
«Bene, ora vi do le chiavi.» si girò di spalle, e prese ben cinque chiavi «Siete nel sesto piano, uno vicino all'altro.»
«La ringrazio, senta mi può fare un ultimo favore? Può chiamare mio fratello? Mr Jackson, per dirgli del nostro arrivo.» chiese il fratello con tono gentile.
«Sì, certamente.»

Michael era nella sua stanza, con Sandie, sul letto a fare di nuovo l'amore.
Erano di nuovo nel loro vortice di passione.
Michael spingeva, Sandie gemeva il suo nome.
Le loro fronti si sfioravano, erano sudati, ma pieni d'amore nei loro corpi e nei loro cuori.
«Michael, Michael.» lui sapeva, era vicino, quando Sandie gemeva il suo nome più volte vuol dire che stava per venire.
Michael accolse il messaggio.
Continuò a spingere.
Mancava poco all'orgasmo, ma lo squillo del telefono della sua stanza interrompe tutto.

Michael smise di spingere, uscì fuori dal suo corpo. Sbuffò e rispose al telefono.
«Pronto?» domandò seccato.
«Mr Jackson, la vostra famiglia è arrivata.» Michael sospirò mise due dita sui lati del naso.
«Per favore, li faccia accomodare in sala, vengo tra venti minuti.» rispose
«D'accordo Mr Jackson.»
«La ringrazio.» attaccò la chiamata, appoggiando il telefono sul comodino.
Michael sospirò in segno di scocciatura, si alzò dal letto per andare in bagno, che era a due passi dal letto, cominciando a prepararsi.
Sandie si girò dal lato del letto.
La coperta le copriva le natiche, e aveva la schiena nuda in cui i suoi capelli lisci e marroni sfioravano la sua stessa pelle.
«Sono arrivati i tuoi genitori?» domandò la mora.
«Sì, c'è mia madre, mia sorella Rebbie, e i miei fratelli Jermaine e Randy, anche mio padre.» disse Michael entrando in doccia.

L'acqua scorreva nel bellissimo corpo del ragazzo, Sandie era ancora sul letto, stavano parlando mentre Michael faceva tranquillamente la doccia.
«Sai, io e Marlon quando eravamo bambini, facevamo degli scherzi ai miei fratelli.
Una volta io e Marlon entrammo di nascosto nella camera di Jermaine, ci nascondemmo sotto il letto.
Jermaine entrò con una ragazza e si misero davanti al letto, in piedi, parlavano, poi c'era qualche bacio.
Fino a che io non poggiai la mano sulla gamba della ragazza, le piaceva ed era convinta che fosse Jermaine.
Lui rimase confuso fino a che non becco me e mio fratello sotto a letto. Ci cacciò fuori ma fu molto molto divertente.» raccontò Michael con un sorriso uno dei tanti ricordi della sua infanzia, successivamente uscì dalla doccia, si mise l'accappatoio e con un asciugamano si tampono i capelli.
Sandie accennò una risata al racconto.
«Che burloni.» commentò.
«Oh si, adoravo fare gli scherzi, e mi piace ancora farli.» Michael girò lo sguardo verso la ragazza, vide la sua espressione completamente persa.
Egli uscì del bagno e si sedette vicino a lei.
«Stellina.» la chiamò «Tutto ok?» domandò preoccupato.
Ella lo guardò, il suo sguardo era tenero ma un po' spaventato.
«Ho paura.» rispose.
«Di cosa?»
«Di non piacere alla tua famiglia, ho paura di non essere gradita.» rispose, la sua voce era un sussurro.
Il cantante, intenerito dalla risposta della sua amata, le prese il volto e con le dita le accarezzò gli zigomi.
«Non dire sciocchezze, c'è mia madre che non vede l'ora di vederti. E poi, diciamo la verità, chi non gradisce una ragazza così adorabile come te? Solo gli idioti.» ella ridacchiò «Stai tranquilla, e poi ci sono io.» le diede un bacio sulla fronte «Vogliono solo che io sia felice, e tu sei la mia felicità Sandie. Tu mi rendi felice, e il fatto che mi rendi felice, anche loro saranno felici.» parlò con il cuore palpitante.
«Michael io-» la interruppe con un bacio.
«Smettila di essere così insicura. Non capisci quanto valore hai in te? Devi amarti un po' di più amore mio. La piccola Sandie che è in te non merita questa sofferenza, non merita tutta questa insicurezza.» disse con voce morbida e gentile nei confronti della sua amata, le accarezzò la tempia con le nocche delle dita, ella fece un piccolo sorriso.
Michael voleva che Sandie si volesse bene, ma sapeva benissimo che non era un percorso facile, lo sapeva lui stesso.
«Lo so Michael, io avevo intenzione di andare a fare delle terapie una volta finito il tour. Sono successe troppe cose nel giro di pochi anni. Sento di scoppiare.» mormorò con tono piccolo, come se fosse in imbarazzo.
«Non dirlo come se fosse una cosa brutta, la terapia aiuta, certo, ci vuole tempo ma vedrai che con il tempo si aggiusterà tutto. Ti prego Sandie, fallo. Fallo per te, non puoi andare avanti così.» ella lo guardò, i suoi occhi erano luccicosi come stelle, verdi come il prato, il suo sguardo era così piccolo da farle tante coccole.
Avrebbe fatto di tutto pur di tenerla al sicuro, di renderla felice e di vederla serena con sé stessa.

Nel frattempo la famiglia Jackson era nel grande salone dell'hotel, Katherine sfogliava una rivista, vedeva solo le immagine poiché la lingua era il malese, Joseph si guardava intorno per vedere l'arredamento dell'hotel, Rebbie aveva in mano un ventaglio, con dei movimenti decisi creò un po' d'aria davanti al suo volto, Randy si guardò l'orologio, e Jermaine sbuffava in segno di noia.
«Sì sarà perso tra gli ascensori?» domandò Jermaine poggiando la testa sul palmo della mano.
«Si starà preparando, lascialo stare.» lo riprese la madre.
«Ma è da un ora che siamo qui ad aspettare.» si lamentò il fratello maggiore.
«Quante storie Jermaine! Vedrai che starà arrivando.» lo riprese stavolta il padre, con tono duro e seccato.
Jermaine tornò in silenzio.

Michael uscì dall'ascensore dell'hotel, si sistemò il colletto della camicia gialla, camminando verso la grande sala.
Entrando, con la coda d'occhio li vide subito.
Katherine posò la rivista e si alzò dalla poltrona.
«Tesoro della mamma.» disse la donna allagando le braccia.
Il moro si gettò nelle sue braccia formando un bellissimo abbraccio tra madre e figlio.
«Ciao mamma.» disse «Che bello averti qui.» disse il ragazzo accennando un sorriso.
Aspirò nelle sue narici il profumo che portava sua madre, era intenso ma dolce.
Le era mancato il suo profumo e il dolce contatto che solo la madre poteva dare.

Salutò Jermaine e Randy con un piccolo abbraccio e una pacca sulla schiena, salutò Rebbie con un bacio sulla guancia e per ultimo, salutò suo padre.

Lo guardò per una manciata di secondi, quando Joseph accennò un piccolo sorriso e allargò le braccia.
Michael aveva uno sguardo neutro, ma ricambiò il gesto, il padre gli diede una leggera pacca sulla schiena.
«Ciao Michael.» disse.
Il moro si sciolse dall'abbraccio, con un piccolo sorriso.
«Ciao Joseph.» rispose, avrebbe voluto dire "ciao papà" ma era sempre stato abituato sin da bambino a chiamarlo per nome.
Ebbe un nodo alla gola solo a guardarlo, emise un respiro sonoro e guardò verso il basso.

Fino a che non sentì dei passi, si girò e rimase incantato dalla meraviglia che aveva davanti ai suoi occhi. Era Sandie vestita con un bellissimo abito a fiori e delle ballerine bianche abbinate al piede. I capelli piastriati per bene? con un trucco molto naturale.
Era una meraviglia scesa dal cielo.

Katherine esclamò il suo nome, e corse ad abbracciarla, Sandie sorrise arricciando il naso mentre era tra le braccia della donna.
«Fatti vedere meglio cara.» si sciolse dall'abbraccio per vedere meglio la ragazza «Oh Cielo, come sei diventata bella.» mormorò incantata.
Sandie ridacchiò imbarazzata.
«Ti ringrazio.» rispose.
«Sono così felice di vederti cara.» la donna la porto verso gli altri.
Michael si mise vicino a Sandie e le prese la mano.
«Jermaine, Randy, Rebbie, e Joseph. Lei è Sandie Vrachnos, la mia fidanzata.» presentò Michael con tono orgoglioso, la ragazza ebbe un sussulto al cielo alla presentazione.
Lui sentì la mano di stellina tremare leggermente, ma lui l'accarezzò in segno di calma.
Aveva le guance rosee, si inumidiva le labbra e il suo sguardo era molto teso e nervoso.
«Finalmente mio fratello ha una ragazza!» urlò Randy con tono felice, Michael fece segno di stare zitto, il fratello le prese la mano per fare il baciamano «Molto piacere miss, sono Randy Jackson, fratello di questo burlone che hai affianco.» stuzzicò.
«Ma senti chi parla.» rispose il riccio.
Jermaine si fece avanti e le strinse la mano «Un onore conoscerti. Sono Jermaine.» disse semplicemente.
Rebbie, fu molto spontanea, l'abbracciò che fece cacciare un piccolo urlò a Sandie.
«Finalmente una cognata!» esclamò la donna, Sandie accennò una piccola risata.

Fu il turno di Joseph, la guardò dalla testa ai piedi, analizzandola per bene.
La tensione dentro la ragazza aumentò a dismisura, conoscendo finalmente il padre che aveva fatto soffrire il suo amore ma allo stesso tempo portato al successo.
Michael aveva ragione, il suo sguardo era così autoritario da far venire la nausea, e per un attimo Sandie pensò di non sentirsi bene.
L'uomo non disse nulla, le diede la mano.
«Joseph.» disse, ella ricambiò il saluto.


[...]


Era arrivata l'ora di recarsi allo stadio, Sandie aveva portato con se un enorme kit del pronto soccorso. Ella dietro al Van chiacchierava allegramente con Rebbie e la mamma.
«E dimmi un po' cara, come vanno gli studi?» domandò la madre reggendo meglio la borsa.
«Oh, beh, non ho ancora iniziato la specializzazione. Ho preferito andare con Michael in tour e mettere in pratica quello che ho imparato svolgendo il ruolo come medico del tour. Penso di iniziare gli studi dopo la fine del tour, farò cardiologia.» spiegò la ragazza con tono dolce.
«Figo! Cardiologia deve essere molto interessante.» commentò Rebbie.
«Eccome, io amo questo ramo né sono totalmente folgorata.»
«E dimmi Sandie, a che università ti sei laureata?»
«Alla Ucla.» rispose
«Alla Ucla? Wow, sei un tipo tosto per fare questa facoltà.» commentò la donna stupita.
«Ma no, semplicemente ho sempre amato il mondo della medicina e il fatto di curare le persone.» disse Sandie a sua volta.
«Proprio come stai facendo con mio figlio.» intervenì Katherine. Sandie la guardò «Sandie, lo sai che Michael sta passando un brutto periodo e-»
«Katherine, se mi volevate ringraziare non devi. Io amo tuo figlio, è l'amore della mia vita, e come tale è un piacere immenso prendermi cura di lui. Stargli vicino e amarlo.
Altrimenti che compagna sarei? Non c'è la farei a lasciarlo, io, io sono troppo innamorata di lui.»
«Si vede che lo ami, e che ci tieni a lui. I tuoi occhi parlano d'amore. Il tuo sguardo è perso, si nota che sei sincera. E ti ringrazio anche da parte mia. Mio fratello finalmente ha trovato la felicità.» la mora sorrise al commento della sorella maggiore, nonché primogenita dei coniugi Jackson.
«Sei una ragazza d'oro Sandie. Davvero.» intervenì di nuovo la madre.
«Ed io ne sono onorata di poterlo sentire da te.»

Dietro c'erano John, Michael e Randy a parlare del più e del meno, ma l'argomento centrale era Sandie.
«Ma è da tanto tempo che sto con lei, e che la conosco.» disse Michael.
«John, tu che sei il più esperto ed io non ne sapevo nulla, a parte mia madre, da quanto tempo mio fratello sta con quella ragazza?» disse con tono ironico.
«Tre anni che la conosce, due anni che stanno insieme.» rispose John ridendo.
«Sei uno stronzo Michael, potevi pure confidarmelo.» gli puntò il dito Randy fingendosi offeso.
«Avevo intenzione di tenermi questa storia per me Randy, mi conosci, lo sai che sono un tipo riservato su queste cose.» rispose.
«Sto scherzando, lo so bene quanto ci tieni alla tua privacy. E dimmi, sei felice con lei?» domandò.
«È inspiegabile di quanto io sia felice avendo lei con me.» rispose con il cuore a mille.
«E il sesso?» domandò Randy.
John a quella domanda spalancò gli occhi scoppiando a ridere pensando a quello che aveva sentito stamattina davanti alla porta.
«Dai Randy.» bottò il moro infastidito.
«Che c'è? Perché non si può parlare di sesso?» domandò alzando le braccia «Anche perché ti ci vedo molto a fare queste cose, fai tanto il timido ma tu dai dentro. Insomma John, immagina Michael sentirlo gemere "Oh si, si Sandie".» disse Randy imitando la voce del fratello in un momento intimo. John, non voleva ridere, ma continuò a ridere comunque.
Michael scosse la testa accennando un sorriso.
«Che cretini che siete, due cazzo di cretini.»
«Posso dirti la mia? Sei fottutamemte eccitante quando dici le parolacce.» disse il fratello con tono serio.
Michael alzò gli occhi al cielo.
«È la verità fratello.» disse.
«Chiudi quella bocca. Grazie.» Michael si massaggiò la tempia, chiudendo gli occhi per riposarsi per qualche minuto.
«A proposito di lei, come stai Michael?» domandò il fratello riferendosi alle accuse, a come le stava affrontando. Un sussulto al cuore di Michael comparve, il suo viso divenne spento e stanco.
Molto stanco.
«Sto bene.» rispose, ma entrambi sapevano che stesse mentendo, che non stesse bene e stesse soffrendo.

Jermaine e Joseph erano in un altro Van a parlare, gli argomenti principali erano Sandie e le accuse.
I due avevano notato la felicità negli occhi del ragazzo guardando solo il viso di Sandie, ma allo stesso tempo di quanto fosse spento a causa delle accuse.
«Tu cosa ne pensi di questa situazione?» domandò Joseph.
Jermaine emanò un pesante sospiro.
«Che ho paura per mio fratello, lui è un tipo molto sensibile e ho paura che gli possa succedere qualcosa.»
«C'è Sandie con lui, può dargli una mano e stargli vicino se è una donna e ama davvero mio figlio.» puntualizzò.
«Joseph ma hai visto come lo guardava? Sembrava così persa di lui, così ... innamorata. A me ha fatto una buona impressione, dev'essere una brava ragazza.» spiegò «E dev'essere molto dolce.» aggiunse.
«Vedremo quanto durerà.» mormorò il padre.
«Almeno sii felice per Michael, per anni ha desiderato essere amato da una donna e finalmente lo è.»
«Lo sono, solo che sto pensando più a quello che gli sta succedendo piuttosto che a quella ragazza. Gli avevo detto a Michael di stare più attento con le persone.» borbottò il padre.
«Sai bene com'è fatto Joseph.»
«Essere troppo generosi fa male, e ricordati, questo lo porterà alla rovina.» gli disse alzando l'indice, come se sapesse già tutto.

Arrivati allo stadio, Michael e il suo team cominciarono a provare per il prossimo spettacolo.
Karen, Rebbie e Katherine erano nel camerino di Nadia a parlare, mentre Jermaine parlava con un membro dello staff e Joseph che da dietro le quinte guardava Michael mentre provava.
Notava un particolare, si massaggiava la testa di continuo, pensò che non stesse bene, che gli facesse male la testa, respirava con fatica, ma nonostante ciò riusciva a cantare alla perfezione.
Joseph scosse la testa.
Quel concerto non sarebbe finito bene.

Le ore passavano, Michael si preparò per lo show, sentiva dal camerino le voci dei fan chiamare il suo nome. Michael Bush, il suo stilista personale, gli sistemò la giacca olografica, e Karen i capelli.
«Come sei bello amore della mamma.» mormorò Katherine con tono emozionato.
«Devo ammetterlo, sei un gran figo.» intervenì Rebbie. Michael ridacchiò imbarazzato.
Sandie lo guardò, ma con uno sguardo preoccupato, vedeva Michael molto pallido in viso, come se non stesse bene.
Emanava dei piccoli respiri, e ogni tanto chiudeva gli occhi, come se volesse dormire.
Sandie stava per aprire bocca, quando John entrò nel camerino di Michael.
«Michael, è ora.» lo avvertì. Il ragazzo annuì, ringraziò Karen e Bush e uscì con passo deciso dal camerino.

Sandie però, avendo un brutto presentimento lo seguì, fino a che Michael non si resse a John, come se avesse l'impressione di perdere i sensi.
«Ehi ehi, Michael.» parlò John con tono allarmato cercando di reggerlo in piedi, lo guardò meglio in volto, non stava bene «Mike, sei troppo pallido, non stai bene è meglio se rimandiamo a domani lo spettacolo.» ma Michael non voleva deludere il suo pubblico, i suoi amati fan, che sentiva ancora le loro immense urla. Sorrise a udire le loro voci.
«John ha ragione Michael, non puoi esibirti in queste condizioni.» intervenì Sandie preoccupata. Ma egli scosse la testa, alzò la mano in segno di stare tranquilla.

Camminò di nuovo verso il palco, ma questa volta aveva un passo molto più debole, barcollava, e chiudeva gli occhi. Fino a che non si accasciò per terra, perdendo i sensi.
«No! No cazzo!» Sandie si abbassò prendendogli la testa, gli diede dei piccoli e leggeri schiaffi per cercare di farlo riprendere, ma senza successo «Merda! No! No!» urlò stellina nel panico.

Katherine uscì dal camerino, ed emise un grido di terrore vedendo suo figlio accasciato per terra.
«Michael! Michael!» esclamò la madre.
«Oh Signore!» esclamò a sua volta Rebbie.
Randy, Jermaine e Joseph , ed erano tutti intorno a lui con un'aria molto preoccupata .
«Allontanatevi! Serve aria!» disse Sandie gesticolando con le mani, in segno di stare lontani da Michael per fargli avere aria.
«Sandie, ti prego, aiutalo.» supplicò la madre con voce rotta.
«Randy, vai sul palco, e dì quello che è successo, dì che il concerto sarà rimandato a domani.» gli ordinò John.
«Vado subito.» Randy andò sul palco, invitando ai fan, con grande dispiacere che Michael era svenuto dietro alle quinte, e che il
concerto si sarebbe svolto il giorno dopo.

Sandie, applicò di nuovo, il metodo della rianimazione.
«Michael! Ti prego!» urlò Sandie tra le lacrime, mentre faceva pressione verso il basso le mani congiunte sul petto del cantante.
Non si svegliò.
Così provò con la respirazione bocca a bocca, riprese conoscenza.
Tossì, e respiró con fatica.
Sandie, riuscì a salvarlo per la seconda volta.
«Grazie Signore.» disse Jermaine con un sospiro di sollievo, il cuore batteva forte per lo spavento.
«Dobbiamo riportarlo in hotel, immediatamente.» disse Rebbie.
John e Jermaine lo alzarono piano piano, mentre Sandie era per terra, con le gambe unite, la mano sul petto per lo forte spavento che aveva avuto.
Fu la seconda volta.
Si spaventò sul serio, se fosse accaduto una terza non sarebbe finita bene. Con la paura che lo avrebbe perso per sempre.
Scoppiò a piangere solo al pensiero di perderlo, di vederlo steso per terra privo di sensi la uccideva.
Nadia l'abbracciò da dietro, la consolò dicendole di stare tranquilla.
«N-non posso stare tranquilla, ha rischiato di nuovo. E se succedesse di nuovo, ho paura che-» non finì la frase che il suo pianto aumentò.
Nadia continuò ad accarezzarla.
«Sandie.» la chiamò «Torniamo in hotel, Michael ha bisogno di te.»

Il concerto fu annullato, tutti tornarono in hotel, Sandie si procurò una flebo che applicò l'ago nel braccio destro di Michael.
Dormiva, il suo respiro tornò piano piano ad essere regolare.
Ma lo visitò, per capire cosa era stato a procurare lo svenimento.
«Allora?» domandò Joseph, Sandie poco dopo posò i suoi strumenti nella piccola valigetta.
«La causa dello svenimento è stata una grande forma di emicrania.» parlò «Ecco perché si massaggiava la testa. I mal di testa possono essere molto pericolosi, perciò non devono mai essere sottovalutati. Per fortuna non ha sbattuto tanto la testa.» spiegò con un nodo alla gola.
«Gli ho detto tante volte di non prendere troppo antidolorifici.» mormorò Rebbie, Sandie spalancò gli occhi.
Sperava di aver sentito male.
«A-Antidolorifici?» domandò incredula.
«Michael ha questa dipendenza, prende antidolorifici a quantità industriale come se fosse cibo. E penso che ne stia abusando tanto in questo periodo particolare per lui. Sono la sua valvola di sfogo.» Sandie fece due più due, ma voleva avere la conferma, si alzò per andare in bagno. Nel suo bagno, quando poi di nascosto fece una vera e propria ispezione.
Rebbie non stava mentendo, trovò bottigliette di farmaci, alcune nuove, altre mezze vuote, degli stessi farmaci che aveva trovato a Neverland.
Sandie né prese uno, e cominciò a tremare

"Ci proverò Sandie, te lo prometto."

Aveva provato a combattere contro quelle pillole, ma non ci fu verso per farlo smettere.
Quella, fu la risposta ai suoi innumerevoli svenimenti.
Doveva fare qualcosa, era arrivato il momento di agire, se Michael avesse ancora preso quelle pillole, la sua vita si sarebbe spenta come un tasto off della luce.
Sarebbe stata più attenta, e meno superficiale, avrebbe fatto di tutto pur di non perderlo.



[...]


Poche ore dopo la Jermaine fece una conferenza stampa, comunicando il suo sostegno e quello della famiglia verso il fratello per un momento così difficile per lui, riferendosi alle accuse, che nel frattempo la polizia passò a Las Vegas, al Mirage Hotel, entrarono nella sua stanza ma non trovarono nulla per poter incriminarlo.
Parlò anche di uno special televisivo intitolato The Jackson Family Honors, le cui riprese sarebbero iniziate a dicembre.

«Ma che cazzo me ne frega dello special televisivo! Quando tuo fratello sta qui, in un letto, con la flebo attaccata al braccio e invece di concentrarti di più sulla sua salute di tuo fratello preferisci fare show?! Ma che cazzo di fratello sei!? Che cazzo di famiglia siete!?» urlò Sandie furiosa, buttando per terra il kit del pronto soccorso, scoppiando a piangere. John l'abbracciò cercando di calmarla.
«Sandie, tranquillizzati, grazie al tuo aiuto Michael sta meglio.»
«Ma è la seconda volta che lo vedo svenire, e la sua famiglia fa una conferenza stampa del cazzo al posto di stare qui con lui!» pianse, la paura di perderlo di nuovo le aveva fumato la ragione.
Era arrabbiata, ma triste.
«John, Michael ha bisogno di fare delle visite in ospedale.» intervenì Nadia girando il capo verso di lui.
«Sono assolutamente d'accordo, se Michael domani starà meglio, lo porteremo in ospedale a visitarlo.» rispose John rassicurandola.
Sandie non si calmò, aveva scoperto che Michael stava continuando a prendere i farmaci, lo aveva visto di nuovo privo di sensi, e salvarlo ancora. Non poteva più convivere con la paura che se sarebbe svenuto per la terza poteva essere fatale per lui.
Sandie, al costo di litigare tutti i giorni con Michael, lo avrebbe tenuto d'occhio in ogni suo momento della giornata, e cercando di farlo ragionare.
Non poteva più prendere quelle pillole, gli sarebbe costata la vita.

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