[Κεφάλαιο 44]
24 Agosto 1993
•BANGKOK - THAILANDIA•
Proprio quel 24 Agosto del 1993, sarebbe ufficialmente iniziato la tranche asiatica del Dangerous World tour, il primo concerto in Thailandia, al National Stadium di Bangkok largo ben 82 metri; il radio city music hall di New York, il più ampio d'America, ne misurava solo 57.
L'ambasciata americana di Seul, Corea, chiese formalmente al ministro della cultura di permettere a Michael Jackson di esibirsi, ma non c'era ancora una decisione definita e sicura.
Nel frattempo Sandie, e gli altri membri dello staff, andarono in sala a consumare la colazione.
Era seduta vicino Karen, Nadia e un altro ballerino, di nome Nathan.
Jennifer non venne perché non aveva fame.
Quando Nathan e Sandie si presentarono gli occhi di stellina si illuminarono.
«Ti chiami come mio nipote.» affermò lei con il sorriso.
«Davvero? Quanti anni ha?» Sandie non poté non sorridere a quelle domande, la sua testa si collegò subito a quel bambolotto di suo nipote.
«È piccolo, ha solo dieci mesi.» rispose la mora.
«Ooh, piccino.» annuì «Che meraviglia, i bambini sono una benedizione. La mia compagna è incinta di sei mesi.» affermò il ragazzo con il battito accelerato.
«Ooh, davvero? Ed è maschio o femmina?» domandò Nadia.
«Femmina.» rispose il ragazzo «Abbiamo scelto anche il nome. Si chiamerà Emily.»
«Un bellissimo nome per una bambina, semplice ma principesco.» commentò Karen portando poi alla fine un pezzo di torta in bocca.
«Lo penso anch'io Nat, è davvero splendido. E tu Sandie?» domandò Nadia alla fine rivolgendosi alla ragazza.
Lei annuì con il capo.
Tra il discorso, Sandie aveva la testa tra nuvole.
Pensando se il suo primo figlio fosse stato maschio o femmina.
Anche ai nomi.
Se fosse stato maschio, lo avrebbe chiamato come suo padre, oppure Ethan, per onorare il suo migliore amico, scomparso un anno prima.
Se fosse stato femmina, senza alcun dubbio, avrebbe scelto Diana, in onore alla donna del suo cuore. La principessa del Galles.
Sospirò al pensiero, ere rimasta delusa dal test di gravidanza svolto solo due giorni prima.
Ma Michael la tranquillizzò.
Dicendole che c'era tutto il tempo a fare un figlio.
Infondo erano ancora giovani.
E pieni di impegni.
Sandie dopo il tour avrebbe ripreso gli studi, si stava informando prima di partire, l'università per fare la specializzazione in cardiologia.
Ormai aveva deciso.
Avrebbe fatto la cardiologa.
Il sogno della sua vita.
Era pronta a tornare tra i libri.
A studiare per sapere nuove cose.
Con l'obiettivo di diventare una cardiologa con i fiocchi.
Realizzando così, il lavoro dei suoi sogni.
Solo all'idea divenne entusiasta.
«Sandie ci sei?» disse Nadia volteggiando la mano sul volto.
Ella tornò alla realtà.
«Eh? Si ci sono.» rispose.
Ma le ragazze fecero un espressione perplessa e furba.
«Se, come no.» Sandie notò che Nathan non era più al tavolo con loro.
«Ma Nathan?» domandò.
«È andato in camera.» rispose Karen.
La ragazza si imbarazzò.
«Mi ha salutato per caso?» domandò Sandie.
«Sì, ma dato che non rispondevi ci ha detto se potevamo salutarla noi da parte sua.» raccontò Nadia, Karen accennò una lieve risata.
«Eri proprio sulla luna Sandie.» mormorò Karen.
Sandie rimase imbarazzata molto di più del previsto.
«Dopo gli vado a chiedere scusa.» disse stellina con tono piccolo «Altrinenti penserà che sono pazza.»
«Lo ha capito già Sandie.» bottò Nadia.
Stellina sospirò senza speranze.
«A proposito? Ma il ciclo?» domandò Karen con tono curioso.
«È andato in ferie, evidentemente lo capisco. Infondo con il ciclo sono insopportabile, meglio se non c'è-» ma improvvisamente, Sandie sentì un liquido fuoriuscire dalla sua intimità.
Spalancò gli occhi.
«Ehm ...» la ragazza si alzò «Ragazze ho i pantaloni sporchi?» domandò mettendosi di spalle.
Le ragazze guardarono il sedere della loro amica, annuendo il capo.
«Sul sedere stellina.» dissero in coro.
Sandie corse in bagno andando a controllare.
Quella sensazione le diede conferma.
Il ciclo era tornato.
«Non ci credo, appena l'ho nominato è venuto subito. Come per dire "Sorpresa stronza, pensavi di sbarazzartene di me?" E invece no! Fanculo, e ora come faccio?» l'unica soluzione ere mettere varie pezzi di carta igienica in mezzo alle mutande.
Li avrebbe tolti quando sarebbe andata in camera.
«Karen.» chiamò Nadia.
«Mh? Dimmi.» disse bevendo un sorso di caffè.
«Hai qualcosa per il mal di testa?» domandò massaggiandosi la fronte.
«In camera ho le medicine, ma quelle di Sandie sono più efficaci.» non appena nominò Sandie la truccatrice la vide tornare dal bagno.
«Ho il ciclo.» confermò Sandie tornando a sedersi, le ragazze fecero un piccolo applauso «Oh Dio raga no. Ci guarderanno tutti.» mormorò stellina imbarazzata.
«Eh ma sti cazzi?» disse Nadia, le ragazze risero «Stellina hai per caso qualcosa per il mal di testa? Mi sento esplodere.» lei annuì.
«Ho delle compresse adatte per il mal di testa. Solo che ho lasciato in camera il kit con dentro tutte le medicine.» mormorò la mora.
«Andiamo un attimo, Karen vieni?» disse Nadia voltandosi di lato verso la bionda.
«Oh yes girls.»
Andarono in camera di Sandie, alla quale la ragazza prese il kit con dentro tutte le medicine, diede una Nadia una pasticca per il mal di testa e la prese bevendo un sorso d'acqua.
«Starò meglio dopo questa pasticca?» domandò Nadia, mentre Sandie andò in bagno a sistemarsi.
«Sì, ci vorrà un po', ma vedrai che non avrai più dolore.» disse attraverso la porta «Dio, che schifo.» disse togliendo i pezzi di carta igienica buttandoli dentro al water, scaricò lo sciacquone.
Si pulì in quel punto delicatamente .
Prese finalmente un assorbente e lo mise.
«Stellina comunque è bello che tu faccia il medico qui in tour. Sei davvero di grande aiuto. Se non fosse per te non avrei retto nessun concerto con tutti i dolori che soffro. Okay sono comuni, ma li soffro.» disse Nadia, Sandie uscì del bagno illuminata con un bellissimo sorriso.
«Ti ringrazio, beh, vi ricordo che oggi abbiamo un concerto. Quindi, forza e grinta Nadia. Che tu sei bravissima a ballare.» disse alzando le braccia, Nadia l'abbracciò con calore e affetto. Ringraziandola per le bellissime parole di incoraggiamento.
Anche Karen si unì all'abbraccio trasformando così un bellissimo abbraccio di gruppo.
Per un momento, nella mente di Sandie apparve un deja-vù. Un deja-vù nostalgico.
Forse era dato al calore delle ragazze.
Era lo stesso calore che davano Milly ed Ethan.
Lo stesso amore.
Lo stesso affetto.
Gli stessi sorrisi.
Tutto le apparve così simile.
Chiuse gli occhi, godendo così quell'attimo, che non lo percepì da un anno.
Ma ad interrompere il momento, qualcuno bussò alla porta. L'abbraccio si sciolse, Sandie andò aprire alla porta.
Era Ben.
Il manager di Michael, con una faccia molto preoccupata.
«Mr Ammar.» parlò «Cosa è successo?» domandò.
L'uomo fece un intenso sospiro.
«Sì tratta di Michael, vieni con me.»
~~
«Michael Jackson, la star più famosa del mondo è stato accusato di un'incriminazione molto grave che può danneggiare la sua vita e la sua carriera. Molestie su minori.» parlò i notiziari «Proprio qualche giorno fa la Polizia di Los Angeles ha perquisito la residenza del cantante, il Neverland valley ranch.
Sequestrando oggetti personali di Jacko come videocassette, diari, quaderni e foto.» mostrarono le varie immagini del Neverland valley ranch, e le foto dove i poliziotti perquisivano la bellissima residenza.
Sandie scosse la testa con un espressione schifata vedendo quei notiziari.
«Ma com'è possibile? È assurdo!» esclamò.
Ben incrociò le braccia con aria seria.
«Ad accusare la star è stato un ragazzino di tredici anni, Jordan Chandler, un amico stretto di Jacko che ha confessato di aver dormito con lui, nello stesso letto e che lo avrebbe abusato.» Sandie spalancò la bocca sentendo il nome dell'accusatore.
Non poteva crederci che era stato quel bambino.
Era un amico di Michael.
Proprio lui a tradire la loro fiducia amicizia.
Sandie sapeva che in quella famiglia c'era qualcosa di losco.
Lo sapeva dall'inizio.
Con il cuore in gola, spense la tv cliccando il testo rosso del telecomando.
Abbassando leggermente la testa verso il basso.
«Sono scossa.» disse la ragazza.
«E questa reazione lo avrà in tutto il mondo.» commentò il manager.
«Io lo avevo avvertito di stare attento a quei Chandler. Gli avevo avvertito di essere prudente. Sapevo che c'era qualcosa che mi puzzava in quella famiglia con lui.» mormorò mettendo una mano sulla fronte, chiudendo gli occhi per pochi secondi.
«Tu hai solo cercato di portarlo nella retta via, ma come ben sai, Michael quando si mette in testa una cosa non c'è ne per nessuno. È molto cocciuto, ma anche ingenuo. Ora è nei guai nel vero senso della parola.» commentò di nuovo il manager guardando un punto fisso nella stanza.
Stellina si massaggiò la tempia con le dita, preoccupata per Michael, non poté immaginare la sua reazione se avesse scoperto questo tipo di accuse.
Avrebbe solo sofferto.
E vedendolo soffrire le creava solo una crepa al suo cuore puro.
«Lui lo sa?» domandò Sandie.
«No, ancora no, le notizie delle accuse sono apparse pubblicamente solo stamattina. Ho dovuto mandare Michael fuori dall'hotel con una scusa, e pregato tutti i santi non di accedere la tv.» rispose guardando il pavimento.
Lei annuì, aprendo gli occhi.
«E ora dov'è?» domandò.
«Allo stadio, a provare.»
«Capito.» sospirò, restando in silenzio per vari secondo «Ben.» lo chiamò, l'uomo alzò la testa «Non deve saperlo.» disse.
Il manager ridacchiò alla sua richiesta.
«Che pensi? Che questo tipo di notizie non faccia il giro per mondo? Ti sbagli Sandie, I mass media sono come i passa parola. Vanno dappertutto. La gente saprà che Michael ha abusato di quel ragazzino, si faranno un'idea disgustosa sul suo conto .
Niente sfugge ai media, sono davvero pericolosi, corrono come un treno. Mi dispiace Sandie, lo dico con tanta franchezza. Ma Michael lo saprà.» parlò con tono serio, Sandie lo fulminò con lo sguardo.
«No! No cazzo! Se saprà questo tipo di accuse lui-»
«Per Dio Sandie, ti vivi nel mondo dei sogni.» parlò con rabbia, avvicinandosi a lei «E tu saresti la ragazza di Michael Jackson? Che sei completamente la sua copia? Ma per favore, Michael merita una donna che ha carattere, obiettiva con la realtà. Tu non meriti per niente un uomo come Michael, neanche di stare con lui.» parlò con tanta rabbia, ma soprattutto odio verso la ragazza.
Le parole di Ben erano parole pesanti, erano come frecce appuntite. Ella rimase schifata, stava parlando con il pregiudizio, senza conoscere la persona.
A lei, questo particolare le dava parecchio fastidio.
«Attento a come parli.» disse Sandie alzandosi dalla sedia «Tu non mi conosci, ed è meglio se stai zitto.» bottò con rabbia.
«Ti sei montata la testa dopo uno schiaffo e il coltello ritrovato in faccia. Ti senti più potente e forte. Ma sei solo una formica Sandie.» dopo quella frase piena di superficialità e di insensibilità, Sandie esplose.
Gli diede uno schiaffo potente in piena guancia, aumentando lo schifo verso quell'uomo senza un minimo di sensibilità e intelligenza.
«Tu non sai cosa ho passato, non sai cosa ho dovuto affrontare. Se tu lo sapessi, non diresti certe parole. Michael ha insegnato che non bisogna giudicare una persona senza sapere la sua storia. Beh, mi dispiace tanto per lui ma con te non ha funzionato per niente. Sei una brutta persona, sia dentro che fuori.» raccontò, il suo sguardo era con aria di sfida, il manager rimase in silenzio «E adesso? Chi è che vive nel mondo dei sogni?» domandò alzando un sopracciglio.
Andò via, tornò in camera trovando le ragazze chiacchierare e ridere.
Quando videro la ragazza tornare, subito notarono la sua espressione turbata, a tratti scossa.
Sandie non disse nulla, si sedette sul letto.
Le amiche chiesero che cosa fosse successo con Ben. Lei rispose che andava tutto bene.
"Michael merita una donna che ha carattere, obiettiva con la realtà. Tu non meriti per niente un uomo come Michael, neanche di stare con lui."
"Ti sei montata la testa dopo uno schiaffo e il coltello ritrovato in faccia. Ti senti più potente e forte. Ma sei solo una formica Sandie."
Non c'è la fece più.
Provò a non piangere, con tutte le sue forze.
Ma quelle parole le avevano portato a orrendi ricordi.
Pianse.
Mentre le ragazze le dettero conforto, vedevano che faceva fatica a respirare.
Così aprirono la finestra per farle prendere un po' d'aria.
Si calmò piano piano.
Facendo dei profondi respiri per riprendersi.
Aveva il cuore che batteva forte.
Mise una mano sul petto, sentì di quanto il suo cuore batteva forte.
Ma non in modo positivo, bensì in negativo.
Stavano succedendo troppe cose.
Ma il suo pensiero principale era Michael.
Sperava con tutto il cuore, che quelle accuse non le avrebbe mai sapute.
Ma lei non era famosa, non sapeva con correttezza il mondo dei mass media.
Del loro schifoso lavoro, capace di dipingere le celebrità con le storie più assurde.
Di perseguitare con le maniere forti le celebrità.
Con lo scopo di metterle in cattiva luce e distruggerle.
Non sapeva che le notizie, proprio come aveva detto Ben, erano un passaparola per tutto il mondo.
Era ingenua su questo punto di vista.
[...]
Michael era allo stadio per provare lo spettacolo, che si sarebbe tenuto nel pomeriggio.
Era carico ed energetico, pronto per dare il meglio di sé, riprendere i concerti e vedere i suoi amati fan.
Ma mentre Michael ballava insieme ai suoi coreografi, qualcuno entrò nello stadio con la rabbia del corpo.
«Michael Jackson!» urlò, smisero le prove, come se qualcuno avesse premuto il testo Off.
Michael guardò quel ragazzo, era uno degli operai che aveva montato il palco.
Il ragazzo indicò il cantante con l'indice in preda alla rabbia.
«Sei un pedofilo!» urlò andando vicino a lui, ma i bodyguard lo fermarono in tempo.
«Dove credi di andare?» disse uno dei bodyguard tenendolo stretto per non farlo passare.
«Pezzo di merda! Sei solo un figlio di puttana stupratore di bambini! Che cosa hai fatto a quel ragazzino!? Devi morire! Devi morire cazzo!» urlò di nuovo con le vene gonfie del corpo, mentre la sicurezza lo portò via dallo stadio.
Michael, nel frattempo, ere rimasto pietrificato dalle tremende parole piene di odio.
Ma i conti non tornavano.
Stavolta non erano i soliti e comuni insulti che faceva la gente per quando riguarda l'aspetto fisico, oppure la sua vita.
Si trattava di una cosa molto più grave.
«Michael?» domandò Lavelle con tono preoccupato, poggiando la mano sulla spalla «Tutto ok? Stai bene?» non rispose, era immobile come una statua.
Pochi secondo dopo però, voltò verso Lavelle.
Per cercare una risposta.
«Perché?» domandò il cantante «Perché quel ragazzo mi ha urlato in quel modo?» domandò «E poi ... mi ha chiamato-» si interruppe, non voleva ripetere quella parola.
Tutto staff, che erano sul palco si guardarono.
Michael notò il loro comportamento.
Capendo che loro sapevano qualcosa.
Sapeva che stavano nascondendo qualcosa di brutto.
Ma non parlarono.
Nessuno disse una parola.
«C'è una tv nei camerini?» domandò il cantante.
Nessuno rispose.
Posò il microfono con rabbia, andò via dal palco per vedere se in uno dei camerini ci fosse la tv.
Non c'era.
In tutti i camerini non c'era una tv.
Ma trovò una piccola radio portatile.
Così l'accese, alzò l'antenna, e come se fosse una tv, con il pulsante attaccato al lato della radio, accese.
Indagò, muovendo una specie di rotellina di lato. Fino a che nel secondo canale.
Trasmise quella che secondo Michael, era la notizia più brutta che potevano dare sul suo conto.
«Michael Jackson è stato accusato di pedofilia.» disse una voce femminile «Hanno perquisito la sua eccentrica dimora, sequestrando vari oggetti personali.» continuò.
«Già, a quanto hanno detto in tv hanno sequestrato degli oggetti molto personali a Neverland, per indagare la sua colpevolezza di questi orrendi crimini. A proposito? Chi è il bambino che il cantante avrebbe molestato?» domandò un altro speaker con voce maschile.
Ma Michael, udendo il nome del ragazzino, gli sembrò uscire il cuore dal petto.
«Un certo Jordan Chandler.»
~~
Michael, nonostante il suo basso umore, si esibì davanti a migliaia di persone, con un energia pazzesca.
Sul palco diventava completamente un'altra persona.
Sandie, dal lato sinistro del palco, lo guardò con il sorriso. Era magico per lei.
Un uomo dotato di una magia intensa, di un talento così splendente da far accecare gli occhi.
I suoi movimenti, mentre ballava, erano più decisi del solito, come se stesse sfogando.
Stellina capiva perfettamente che il palco, era la sua valvola di sfogo.
Ma come poteva non essere considerato uno sfogo, quando lo hai vissuto sin dall'infanzia?
Infondo, la musica, era il suo angelo custode, era il suo sacco da box, era il suo rifugio, era tutta la sua vita.
Lavorava con la musica.
Quando poi, era lui, la musica stessa.
Michael, in verità, su quel palco voleva urlare.
Voleva urlare dall'afflizione che stava provando solamente da poche ore prima che iniziasse il concerto.
Potevano dire tutto, ma tranne che avesse abusato sessualmente di Jordan.
Lo aveva trattato come un figlio, ospitato a Neverland con amore, gli aveva dato consigli, aveva condiviso con lui dei viaggi, e delle giornate indimenticabili.
Possibile mai che Jordan avrebbe avuto un tale coraggio da dire una bugia con un contenuto così grave?
Mentre cantava nelle note di She's out of my life, la sua voce era piú dolce, a tratti celava una grande tristezza.
Aveva gli occhi splendenti.
Voleva piangere.
Ma a donargli tranquillità fu un tenero abbraccio da parte della fan che aveva scelto tra il pubblico.
Si tranquillizzò.
Il suo cuore riprese a battere in modo regolare.
La lacrime che volevano scendere sparirono.
I suoi fan erano il suo porto sicuro.
La spalla su cui si fidava più di ogni cosa.
Quando Michael sentì pronunciare un gentile "I love you" da parte della ragazza, percepì davvero di essere al sicuro. Che i fan, non li avrebbero mai e poi mai lasciato solo.
Ne era sicuro.
Quando lo spettacolo finì, ci fu un grande applauso tra i musicisti.
Sandie corse da Jennifer, abbracciandosi calorosamente.
«Stellina!» esclamò la chitarrista.
«Diventi sempre più mostruosa.» commentò la mora tra le braccia.
Jennifer sorrise, si staccò dall'abbraccio.
«Ti ringrazio Sandie, sei tanto dolce.» sorrise
«Dico solo la verità, hai spaccato. Hai suonato con molta più grinta del solito. Diventi una tigre con quella chitarra.» la bionda dalle chiome colorate ridacchiò.
«Una tigre insieme che suona insieme una pantera nera.» disse riferendosi a Michael.
Ridacchiarono divertite.
Jennifer fece uno sbadiglio mettendo la mano davanti alla bocca.
«Ho un sonno da urlo, non vedo l'ora di tornare in hotel solo per stendermi sul letto e dormire.» affermò Jen.
«Chica!» esclamò Nadia andando verso Jennifer dandosi il cinque «Sei stata strepitosa!»
«Senti chi parla, tu sei stata splendida con quella danza. Ballare con Michael aiuta eh?» stuzzicò la chitarrista.
«Modestamente mi sento più sensuale e bella quando ballo assieme a lui.» affermò Nadia spostando una ciocca di capelli.
Sandie schiarì la gola per ricevere l'attenzione di Nadia.
«Guarda che parli del mio ragazzo.» disse la mora alzando un sopracciglio.
Nadia ridacchiò.
«Tutto tuo tesoro, ma sai qual è il sogno proibito di ogni donna che sta intorno a lui? Scopare Michael Jackson.» Sandie spalancò gli occhi, diede una pacca sulla spalla della ballerina.
Le ragazze risero.
«Venite in camerino, ho tante cose da raccontarvi.» annurono, si incamminano verso il camerino della Batten, fino a che non sentirono degli urli.
Si fermarono ad ascoltare chi fosse ad urlare, ma c'era troppo casino, non riuscirono a capire niente.
Fino a che Ben non uscì dalla porta.
«Fa come cazzo ti pare, sappi che per me sei stato solo un idiota!» esclamò puntando il dito contro chiudendo la porta. Quando poi incrociò lo sguardo delle ragazze, e quello di Sandie, che il suo sguardo divenne impassibile vedendo il manager.
Ben sospirò esausto.
Alzò le mani.
«Vrachnos, pensaci tu.» disse semplicemente, e se ne andò con passo veloce.
Le ragazze si guardarono con tanti punti interrogativi intorno alle loro teste.
«Ma cosa sarà successo?» domandò Nadia.
«Non ne ho idea. Se Ben ha detto a Sandie di pensarci lei ma a chi si riferiva?» domandò Jennifer.
«Michael.» rispose Sandie, avvicinandosi alla porta «Io entro dentro, vi raggiungo più tardi.» le ragazze se ne andarono mandandole dei baci all'aria.
La mora entrò.
Vide Michael seduto, davanti al grande specchio, il trucco era sciolto, il nero della matita colava sul suo viso.
Aveva la testa abbassata, indossava solo la canotta bianca e i pantaloni neri.
Preoccupata per il suo stato, andò verso il cantante, mise una mano sulla spalla, che non appena sentì il contatto, ci fu un piccolo sussulto da parte del cantante.
«Amore.» lo chiamò Sandie, nessuna risposta, così la ragazza si avvicinò di lato per vedere se stesse bene.
Piangeva, e aveva la testa abbassata.
Le lacrime erano come una vera e propria potente cascata, scorrevano velocemente senza fermarsi su tutto il viso del moro.
Sandie prese un fazzoletto, asciugando le lacrime del ragazzo.
Nonostante asciugasse la lacrime, nuove lacrime e più lucciche vennero fuori dagli occhi.
«Tu lo sapevi?» domandò il ragazzo con voce nitida.
Sandie inarcò un sopracciglio.
«Cosa?» domandò.
Michael accennò una risata nervosa.
«Michael.» lo chiamò «Che cosa io sapevo?»
A quel punto il cantante si alzò dalla sedia, guardandola dritta negli occhi.
«Non mentirmi!» le urlò «Non mentirmi cazzo!»
Sandie spalancò gli occhi.
«Michael ma che hai?»
«Le accuse, tu lo sapevi?» parlò cacciando l'argomento.
Fu lì che il cuore di Sandie smise di battere rimanendo pietrificata come una colonna greca a ordine ionico.
Michael scosse la testa.
«Anche tu lo sapevi ... lo sapevano tutti.» disse con voce rotta senza smettere di lacrimare.
«Michael, ascolta io non volevo che tu lo sapessi. Ma a quanto pare quello che ha detto Ben è vero. I media sono un passaparola.» spiegò. Michael accennò una risata nervosa.
«Cosa pensavi? Che facessero il contrario? Ti sbagliavi. Tra pochi giorni questa notizia si spargerà per tutto il mondo. Ma infondo tu non conosci bene i lati schifosi dei media.
Non sei famosa, il che mi rassicura.» disse voltando le spalle, cominciando a spogliare per cambiarsi.
Sandie non rispose, lo guardò solamente, guardò ogni suo movimento innocente mentre si toglieva la maglietta, prese un disco di ovatta bagnandolo con del liquido struccante.
Quando poi lo cominciò a passare per tutto il viso, Michael venne colpito da un folgora di ansia e tristezza.
Si accasciò per terra, cominciando a piangere.
Sandie lo raggiunse e lo abbracciò stringendolo tra le sue braccia.
«Io non ho fatto niente, sono innocente! Sandie io sono innocente! Non toccherei mai un bambino. Piuttosto mi ucciderei. Non ho fatto del male a Jordan. Io mi fidavo, mi fidavo cristo!» Sandie sentendo le parole del suo amato, in preda ai potenti pianti che emanava, sentiva una scossa di disgusto verso l'essere umano, con una crepa nel cuore «Ora non riesco neanche a guardarmi allo specchio, mi sento un mostro! Mi sento un mostro! Sandie, io sono innocente, Dio sa la verità!» si accucciò di più belle braccia di Sandie, continuando a piangere, Sandie lo accarezzò cercando di farlo calmare, ma invano. I pianti di Michael furono molto intensi. Talmente intensi che d'un tratto Michael sentì mancare il respiro.
«Michael, Michael.» disse Sandie con tono allarmato, gli prese il viso tra le mani, e lo accarezzò «Shhh, amore respira.» lei respirò l'aria in modo tale che Michael replicasse, lo fece «E inspira.» disse buttando l'aria dai polmoni, lui replicò. E ripetè, facendo dei respiri profondi «Bravo, così, respira e inspira.» disse con una mano accarezzandogli la schiena, e dall'altra i capelli.
Piano piano, stellina capiva dai movimenti della schiena che facevano su e giù, lentamente, si stava calmando «Shh, bravo.»
Michael poco dopo si calmò, si alzò in piedi riprendendo a struccarsi.
Rimasero entrambi in silenzio, ma Sandie rimase lì, dentro al camerino. Non voleva andare via, aveva paura che si sentisse di nuovo male.
«Sandie.» la chiamò «Perché ami me? Perché hai scelto di amare proprio me?» disse con il cuore in gola.
Sandie lo fece voltare dalla sua parte, gli prese la mano e la strinse.
«Amore, ne abbiamo già parlato più volte di questo discorso. Io mi sono innamorata. Punto. L'amore ha chiamato il tuo nome. Non si deve giustificare per nessuno, sopratutto all' amore. Io ti amo, sono follemente innamorata di te, questo ti basta saperlo.» egli scosse la testa.
«Non dovevi.» obiettò.
«Invece si, io ti amo e tu mi ami. La cosa è reciproca.»
«Non me lo perdonerei se tu venissi coinvolta con questa storia.» ella scosse la testa.
«Non importa, io sono sempre qui della tua parte, io so che sei innocente. Hai avuto sempre un comportamento dolce, tenero e corretto sui bambini. Hai donato anima e cuore a loro, anche se diciamo la verità, ti avevo avvertito di stare attento ai Chandler, il mio intuito non sbaglia mai.» spiegò, lui stette in silenzio «Michael.» lo chiamò, egli la guardò.
«Qualunque cosa accada, io non ti abbandonerò mai. Resterò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa succeda. Io ti difenderò sempre. Ti prometto che ti farò uscire vivo da questa schifezza di situazione. Io ti credo Michael, senza pensarci due volte. Io ti credo, perché io ti vivo, io ti conosco, e so che non saresti mai capace di fare del male neanche ad una mosca. Non saresti tu. Perciò ti chiedo di contare sul mio aiuto, e delle altre persone che ti staranno vicino.» spiegò con grinta e fiducia verso il suo amato.
Michael non rispose, la sua risposta fu un bacio a stampo congiungendo in un abbraccio.
Si tranquillizzò, le parole dolci e sincere di Sandie gli avevano dato conforto.
La strinse.
Se aveva lei al suo fianco, ogni ostacolo lo avrebbe affrontato con coraggio.
Perché lei era la sua cura, la sua ancora di salvezza.
Ma aveva paura.
Lui contava solo su Sandie, ma non su gli altri.
Questa storia era anche un test sulle persone da cui era circondato, immaginando se lo avrebbero tradito oppure se stessero dalla sua parte.
Sapeva perfettamente che questa situazione sarebbe stata molto difficile da affrontare.
Ed era solo l'inizio del suo incubo.
Un incubo creato dall'insensibilità, dall'invidia e dall'ignoranza della gente.
Ben presto tutto il mondo divenne contro ad un singolo innocente essere umano dotato da una potente e magica grandezza che divenne ben presto, vittima.
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