[Κεφάλαιο 42]
12 giugno 1993
A Beverly Hills regnava il caldo tiepido di Giugno, i fiori completamente sbocciati e il sole che spiccava in alto con la sua bellezza mozzafiato nel bellissimo cielo azzurro.
Sandie era in un parco, da sola, stesa sul prato coperto da un pareo colorato a prendere il sole.
L'albero che era accatto all ragazza faceva il ruolo di ombrello.
Quel parco era noto come il parco più grande di Beverly Hills, venivano le persone di tutte l'età, anche gli adolescenti, per fare i picnic e i gavettoni.
Sandie non era in costume, aveva una gonna bianca e un top nero estivo, con gli occhiali da sole e la borsa di paglia accanto a lei.
Era in pace.
Udiva i suoni della natura.
Sentiva il profumo fresco dei fiori, qualche farfalla che volteggiava qua e là, e il lèggerissimo venticello.
Udì poi delle voci.
Delle voci giovanili.
Alzò la testa e vide un gruppo di ragazze adolescenti fare i gavettoni.
Si bagnarono tirando tra loro le bottiglie piene d'acqua. Urlando nella maniera più pura del mondo.
Lei sorrise, e vedendo quell'immagine le bastò portarla nel passato.
Era una comune giornata di Luglio.
Il caldo era diventato insopportabile.
Milly, Sandie ed Ethan erano nel grandissimo parco di Beverly Hills a fare un picnic.
Da poco avevano concluso la sessione estiva, dando così l'inizio alle vacanze.
Erano seduti su il prato coperto da un pareo rosso, mentre si gustavano dei semplici sandwich.
«Finalmemte anche questa sessione è finita.» commentò la bionda.
«Non ne potevo più lo sai? Questi esami sono stati molto difficili.» commentò Sandie bevendo un sorso d' acqua «Ed è il secondo anno.» puntualizzò alzando l'indice.
«Per fortuna ancora per poco.» bottò Ethan emettendo un sospiro alla fine «Vi giuro, non vedo l'ora di stare con le pacche dentro all'acqua.» mormorò il ragazzo.
«A chi lo dici, non vedo l'ora di andare a Palma de Mallorca.» disse Milly alzando gli occhi al cielo.
«A Palma de Mallorca vai? Oddio che meraviglia!» esclamò Sandie accennando un sorriso. La bionda annuì «È quando partirai?» domandò.
«Il primo agosto, fino al venti, sarà una vacanza di famiglia purtroppo. Ma spero di fare amicizia.» mormorò con un po' di preoccupazione.
«Vai tranquilla Milly, sono sicuro che farai tanti amici e scoperai un bel manzo spagnolo.» rispose Ethan con un sorriso furbo.
Milly diede una pacca alla spalla del ragazzo.
«Sei proprio una puttana.» mormorò la bionda con tono ironico.
Ethan alzò uno sopracciglio. A quel punto il riccio prese la bottiglia, l'aprì e la puntò verso Milly, con un gesto deciso, bagnò la ragazza.
Ella sospirò scioccata.
Ethan rise, alzandosi in piedi.
«A chi hai dato della puttana?» Milly si alzò, prese la sua bottiglia dello zaino e fece lo stesso gesto.
Quando Ethan sentì l'acqua tra di sè emise un urlo.
«Adesso vedrai chi è la puttana qui!» i due ragazzi corsero tra il palco, mentre Sandie era seduta a gustare il suo sandwich divertita di vedere i suoi amici giocare.
Ma successivamente, Sandie venne bagnata in modo accidentale.
Si girò ed era stato Ethan.
«Ehm ... Sandie io, ehm ...» Sandie si alzò, prese la sua bottiglia incominciando a bagnare Ethan piano piano.
«No! No cazzo!» disse Ethan correndo e Sandie lo rincorse, ma poi si fermò.
«Chi si bagna di più, vincerà un bel premio!» sfidò la ragazza.
«E quale? Sentiamo.» disse Milly.
Sandie ci pensò.
«Una giornata a New York!» esclamò la ragazza.
«Ci sto porca puttana.» disse Milly entusiasta, e da lì, i tre amici iniziarono la vera e propria battaglia con i gavettoni. Divertendosi come dei bambini al luna park.
Sorridendo nel modo più puerile di questa terra.
Sandie sospirò nostalgica accennando qualche sorriso.
Ormai quel famigerato trio, si era sciolto.
Pensò a quante cose erano cambiate nella sua vita, sia in modo negativo che in positivo.
Nonostante i cambiamenti, lei era rimasta la stessa. La Sandie di cinque anni fa non appena arrivata negli Stati Uniti.
Era quella ragazza.
Ancora.
Ma con un'unica differenza.
Il suo cuore era diventato più sensibile con una corazza di vetro attorno.
Quella corazza si sarebbe spezzata solo se qualcuno le avesse davvero spezzato il cuore.
Di nuovo.
~~
Dopo pranzo, Sandie se ne andò, aveva voglia di stare in acqua e si diresse in un gigante palazzo dove all'ultimo piano c'era una grande piscina.
A Beverly Hills, non marcavano di certo le piscine all'ultimo piano dei palazzi.
Il proprietario conosceva molto bene Sandie, andava sempre lì a fare il bagno in piscina, divenendo una delle sue clienti preferite. Quando pagava il lettino era l'unica ad ottenere uno sconto nel prezzo. Anche se Sandie ribadiva più volte di farle pagare il prezzo originale, dicendo che non era giusto nei confronti degli altri clienti.
Sandie, dopo aver fatto un bagno in piscina, si stese sul lettino a prendere finalmente un po' si sole.
Era in costume, con gli occhiali da sole neri.
Fino a che non sentì passare l'ombra di una figure femminili.
Con una voce molto familiare.
Alzò il busto, vedendo quella figura femminile.
Spalancò gli occhi quando tolse gli occhiali da sole.
Era Annalisa.
Sdraiata sul lettino a bere un succo di frutta, accanto al suo fidanzato.
Quella volta, non avrebbe negato il saluto.
Non per la seconda volta.
Si alzò, con passo deciso andò verso di lei, aveva il cuore pieno di emozione di rivedere la sua ex coinquilina.
Ella si avvicinò verso di lei, e la indicò.
«A-Annalisa.» la chiamò.
La bionda si voltò verso la ragazza, e spalancò la bocca.
Si alzò dal lettino, la trovò di fronte a lei.
«Sandie ...»
Si guardarono per qualche minuto, rimanendo immobili, fino a che non si abbracciarono, gemendo dalla commozione di essersi riviste dopo un anno dal terribile evento.
~~
«Mio Dio Sandie, ma che fine hai fatto? È da un anno che non ti sento.» mormorò Annalisa con un tono quasi dispiaciuto.
Sandie sospirò.
«Perdonami, ma dopo quello che mi è successo non ho avuto pace. Ho dovuto rimettere in sesto la mia vita.» parlò stellina con tono mortificato.
Dopo la morte di Diego è come se avessi avuto una specie di maledizione.
Il mio migliore amico è morto nel giorno della mia laurea. E per me è stato un secondo shock. Ti giuro Annalisa, è stato orripilante emotivamente parlando.
Non ho avuto un briciolo di pace.
La tristezza e il dolore mi stavano mangiando l'anima.
Ma grazie a Dio, c'è stata una persona al mio fianco che mi ha fatto passare tutto.
Grazie a lui sono riuscita a rialzarmi e diventare una donna forte. Ma con delle cicatrici nel cuore e nel corpo.» spiegò con il cuore in gola, ricordando i traumi più grandi della sua vita.
Ricordando ogni instante.
Ogni lacrima.
E ogni dolore.
Annalisa, aveva il cuore a pezzi per la sua amica. Quel maledetto uomo le aveva rovinato la vita. Ma nonostante tutte le peripezie che aveva affrontato, vedeva in lei una sorta di forza, una grande forza che le aveva spinto ad andare avanti con la vita, archiviando tutto quello che era successo, nella cartella del passato.
Il passato, i momenti bui, formavano la persona.
Potevano formare una persona cattiva, debole, o buona.
Nel caso di Sandie, era diventata ancora più buona di quanto Annalisa se lo aspettasse.
La consolò accarezzando la spalla, con un espressione triste in volto.
Ella accennò un piccolo e tenero sorriso.
«Non saresti dovuta venire in Italia.» mormorò Annalisa con il cuore pesante.
Sandie scosse la testa.
«Invece sono rimasta contenta di andare lì.» Annalisa la guardò «Se non fossi venuta, non avrei conosciuto una donna speciale come te. E sai che ti dico? Sono grata per quello che mi è successo, perché ho imparato una grande lezione. Quello di non fidarsi troppo delle persone, e di stare attenti di chi abbiamo intorno. Perciò, sono contenta.» spiegò stellina con un piccolo sorriso.
Annalisa sembrava non essere d'accordo alle parole della ragazza. Ma l'ammirò.
L'ammirò per il suo coraggio e per la sua grande determinazione.
Era davvero una ragazza speciale.
«Wow.» mormorò Vittorio, il ragazzo di Annalisa «Come cazzo hai fatto a superare tutto questo? Insomma ... hai affrontato l'inferno e tante altre cose.» spiegò il ragazzo con tono pieno di ammirazione.
«Semplicemmete perché lei ha preso consapevolezza di quello che le accaduto, lo ha accettato ed è andata avanti.» spiegò Annalisa «Sei la donna più forte che io conosca Sandie.» disse alla fine.
«Ma no, ho fatto quello che dovevo fare. Andare avanti, no?» Annalisa sospirò.
«Fidati, anche per me è ancora difficile accettare la realtà e andare avanti. Infondo sono stata anch'io una sua vittima. Ma ho avuto la soddisfazione di vederlo morto, di aver visto la sua orrenda anima lasciare la terra e varcare nelle porte dell'imferno.
Gli incubi ritornano, certo, perché sono esperienza che ti segnano la vita. A te però, è andata peggio. Ma poteva capitare anche a me, mi dispiace se è capitato a te, perché non lo meritavi per niente.» spiegò la bionda con voce rotta, Vittorio l'abbracciò da dietro.
La ragazza guardò Sandie con gli occhi lucidi.
«Sono dovuta andare da uno psicologo per riprendermi da tutto ciò che era successo.
Mi sono sentita troppo responsabile per te Sandie. Mi sono sentita uno schifo, una specie di oggetto sessuale. Ne ero stanca di tutta questa merda.» spiegò l'italiana.
Sandie le prese la mano.
«Non sentirti per nulla in colpa. Quella che si deve dare la colpa sono io. Infondo mi ero innamorata di lui. Tu hai cercato di aiutarmi, dandomi dei consigli giusti. Ed io non ti ho ascoltato, ne ho pagato le conseguenze.» ribadì la ragazza dalle iride verdi.
«Ma io-»
«Ma tu niente Annalisa.»
«Ha ragione Sandie amore, non devi assumerti la colpa. Se proprio vogliamo dare la colpa a qualcuno era di quel depravato. Infondo era quello il suo obiettivo, manipolare le vittime. Come tutti i serial killer. O Cristo sono così contento che è morto.» intervenì Vittorio con tono pieno di rabbia.
Annalisa trattenne le lacrime.
«E lo psicologo ti ha aiutato Annalisa?» domandò stellina.
Ella annuì.
«Moltissimo, mi ha aperto gli occhi e sono tornata ad essere quella di prima.
Ancora oggi faccio le sedute, mi aiuta a stare meglio. E sai, anche io mi sono laureata.» Sandie spalancò gli occhi felice.
«Davvero!? E quando?»
«L'anno scorso, 110 su 110. Confesso che è stato uno dei momenti più belli della mia vita.»
«Oh Dio Annalisa. Sono così felice per te.» l'abbracciò in segno di affetto e orgoglio.
«A chi lo dici. Sai, stavo pensando di fare la specializzazione qui. In America.» Sandie spalancò la bocca.
«Sei seria?» domandò distaccandosi dall'abbraccio.
Annuì.
«Ho sempre amato l'America, il mio sogno è di vivere qui.» poi si girò verso Vittorio «Con la persona che amo.» mormorò alla fine con tono dolce.
Vittorio le spostò un ciuffo di capelli, accennando un bellissimo sorriso.
«Per te andrei in capo al mondo.» si baciarono con tanto amore.
Sandie si intenerì, quella coppia le ricordava troppo lei e Michael.
Solo al pensiero, le si sciolse il cuore.
Si staccarono e sorrisero.
«E in che parte dell'America vorresti trasferire?» domandò la mora.
«Stavo pensando New York.» rispose.
«Figo! E la specializzazione in cosa?» domandò ancora.
«Neurologia.» rispose la bionda.
«Adoro!» ridacchiò.
«Dovrei sbrigarmi a decidere, ma per ora voglio una bella vacanza. E tu Sandie? Cardiologia se non mi ricordo male.» disse Annalisa tirando ad indovinare.
Stellina annuì.
«Wow, hai già incominciato?» alla domanda Sandie mordicchiò il pollice.
«V-veramente ancora no. Neanche io ho iniziato.»
«Tranquilla, pensa a divertiti e a rilassarti. Hai il ragazzo?» domandò Vittorio.
Sandie annuì con aria felice ed emozionata.
Annalisa emise un piccolo urlò.
«E dimmi, come si chiama? Quanti anno ha? È bello? Che lavoro fa?» domandò Annalisa con tono pieno di entusiasmo.
«Un attimo, un attimo.» disse stellina ridendo. Ma sapeva che doveva mentire pur di mantenere privata, la vita di Michael.
«Sì chiama Michael, ha trent'anni, e studia per fare il pediatra, ed è bello come il sole.» rispose dicendo una mezza bugia. Annalisa fischiò
«Interessante, mi piace. Ed è buono,? È gentile?» domandò ancora.
«Oh si, non ho mai conosciuto un ragazzo così gentile e buono. E ...» guardò il cielo «Ed è perso di me, come io lo sono per lui. Mi tratta come la sua principessa.» Annalisa la guardò con occhi sognanti.
«Wow, se ti tratta bene ci basta sapere quello. Mi piace perché ha il nome del Re del pop. Ti ricordi amore? Siamo andati a vedere il concerto di Michael Jackson l'anno scorso.» le ricordò Vittorio con il sorriso.
Annalisa alzò gli occhi al cielo in segno di estasi.
«Dio, quel concerto. Io e Vittorio siamo andati a Roma a vedere Michael Jackson dal vivo. Una delle esperienze più belle della nostra vita. È stato pazzesco.» raccontò la bionda.
«Il concerto più bello della nostra vita, pensa Sandie, io ho ancora conservato il biglietto.»
«Idem, lo terrò per ricordo di quel momento. Abbiamo preso anche la fascia e le magliette, ricordi?» il ragazzo annuì e le diede un bacio a stampo.
Sandie lo sapeva. Lo sapeva perfettamente che era andata al concerto.
La vide in mezzo al pubblico.
Felice come una bambina insieme al suo amato.
Durante il concerto Sandie poté vedere una figura femminile, era alta, snella, con un bel viso, capelli biondi. La riconobbe dal sorriso. Era Annalisa.
Annalisa Torredi, la sua ex coinquilina.
L'aveva guardata per tutto il tempo del concerto, avrebbe voluto scendere, abbracciarla e dirle che stava bene, che ormai Diego era diventata una cicatrice, a tratti infastidiva ancora.
Avrebbe voluto parlarle, e dirle come stava dopo la situazione del processo.
La vide con un ragazzo, probabilmente era Vittorio, il suo fidanzato, ne aveva parlato spesso quando viveva con lei.
Alla parte finale della canzone Man in the mirror, Sandie intravide Vittorio prendere il volto di Annalisa unendosi con un bacio di passione.
Erano così belli, sembravano due adolescenti.
Con la fascia del concerto intorno alla fronte, con quell'atsmosfera magnetica.
Un sorriso malinconico stampo nel suo volto, soprattutto mentre la guardò andare via.
Avrebbe voluto gridarle "Annalisa! Sono qui!" ma non poteva. E poi anche se l'avrebbe fatto, non l'avrebbe mai sentita tra tutta quella gente.
Sospirò, finché un ragazzo non la chiamò per un suo aiuto.
Cacciò un sospiro in segno di nostalgia.
Dovevo salutarla ...
«Ehi Sandie, ho un idea? Che ne dici se stasera passiamo la serata insieme?» propose Annalisa.
«Vorrei tanto, ma purtroppo non posso ...» disse mortificata.
«Starai con Michael, vero?» domandò sorridendo. Lei annuì.
«Non ti preoccupare baby. A proposito, sai parlare ancora l'italiano?» domandò con occhi di sfida.
«Ma naturalmente tesoro.» disse in italiano accennando un sorriso.
Annalisa battè le mani soddisfatta.
«That's my girl! Guarda che maestra che sono stata Vittorio.»
«Immagino che sia stata dura imparare l'italiano con questa stupida bionda.» disse Vittorio con tono ironico facendo l'occhiolino a Sandie.
«Stupida bionda a chi?» domandò Annalisa perplessa.
«A te cretina.» gli dette una pacca sulla spalla. Gemette dal dolore.
«Così impari.» bottò lei.
«Annalisa quanto rimarrai qui?» domandò la mora.
«Fino al 20.» rispose.
«Oh perfetto! Così staremo un po' insieme.» disse Sandie sollevata.
«Tranquilla, non ti libererai facilmente di me bella mora.»
«Neanche di me, bella bionda.»
[...]
Michael si trovava anch'egli a Beverly Hills, per degli impegni di lavoro.
Era dalla mattina che non smetteva di fare avanti indietro, vedere fogli su fogli e firmare qualche contratto.
Era esausto.
Soprattutto stanco.
Verso il tardo pomeriggio Ben lo accompagnò a casa, dicendogli di riposarsi e stare a letto a vedere un film.
Lui lo salutò solamente e varcò la porta di casa.
Guardò l'orologio, erano circa le cinque e mezza di pomeriggio.
Si stese sul divano e provò a dormire.
Ma si girò da entrambi i lati del divano, muovendosi di continuo.
Voleva dormire ma non ci riusciva.
Era stanco e aveva bisogno di dormire.
Così, andò in bagno e aprì il mobiletto di legno del bagno ficcato in alto, tirando fuori una scatola.
All'interno, contenevano le pillole.
Prese la confezione di Demerol, la guardò, finché nella sua mente non comparve un flashback:
«Io ... io non voglio che tu faccia la stessa fine di Ethan, non lo permetterò. Devi vivere Michael. Voglio vederti sposato con me, diventare il padre del miei figli. E vederti con nuovi progetti. Ti prego Michael, ti scongiuro.» implorò con il cuore in gola «Se per te non sarà facile uscirne, io ti aiuterò. C'è la farai, anzi, c'è la faremo.» il volto di Michael si addolcì alla spiegazione della ragazza, soprattutto quando disse che vorrebbe che fosse il padre del suoi figli e la sua futura moglie. Egli lasciò sfuggire una lacrima.
«A volte mi fai male. Ma sai, un amore incondizionato, come c'è l'ho per te, fa più male di un semplice amore. In generale, se in amore non c'è un po' di dolore. Non è vero amore. Non è così?» spiegò accennando un sorriso alla fine.
Il cantante la baciò delicatamente, sfiorando con molta cautela le sue labbra, fino a formare successivamente un bacio più passionale. Si strinsero, formando un unico corpo, un'unica persona.
«Ci proverò Sandie, te lo prometto.» ella sorrise.
«Ti aiuterò, non permetterò che accada anche a te. Sappi che per te sarò un filo da torcere.»
Perdonami Sandie, ma non c'è la faccio più.
Prese qualche pasticca di Demerol e la ingoiò senza acqua come se fosse una caramella.
Non contento, ne prese altre due.
Ma in quel momento, sentì di essere uno schifo.
Lui era un tipo che manteneva sempre le promesse, ma quella volta, era la prima volta che non mantenne una promessa.
Una promessa che lo avrebbe aiutato a migliorare la sua condizione di salute.
E che se fosse stata spezzata, gli sarebbe costata la vita.
Ma ere troppo ingenuo per capirlo.
Michael, era in soggiorno, dormiva come un ghiro, fino a che non fu il suono di un campanello a interrompere il suo sonno.
Lui si svegliò, si stropicciò gli occhi, mentre sentiva il campanello riempire lo orecchie.
«Mhmm ... arrivo. Ma chi sarà mai?» domandò tra sé e sé mentre si alzava per camminare verso l'ingresso.
Aprì la porta, ed era Sandie.
Aveva un vestitino verde e le ballerine bianche al piede. Con una borsetta bianco latte con le maniche dorate
La guardò, sul viso aveva applicato un trucco molto leggero e naturale. Era bellissima.
«Amore.» la chiamò con dolcezza, lei si avvicinò al suo volto per dargli un bacio a stampo.
«Ciao bimbo.» disse Sandie dandogli un bacino sulla punta del naso, egli lo arriccio «Sei pronto?» domandò.
«Per cosa?» ella alzò uno sopracciglio.
«Ti sei dimenticato? Dovevamo uscire insieme stasera.» mormorò.
Gli occhi di Michael si illuminarono, ricordandosi dell'appuntamento.
«Oh Dio, è vero! Entra pure Sandie io intanto corro a cambiarmi.» disse Michael correndo di sopra.
«Ma amore, non c'è bisogno. Stai bene come stai vestito!» esclamò la mora.
«No! Non mi piaccio e voglio darmi una sistemata.» ella sospirò divertita scuotendo la testa.
«Che incorreggibile, ma quando capirà che è stupendo anche con il vestito più brutto del mondo?»
~~
Una volta che Michael si cambiò, entrambi uscirono di casa, il ragazzo notò un particolare nella macchina di Sandie.
Aveva i vetri oscurati.
Il cantante alzò uno sopracciglio, e si voltò verso di lei.
«Perché hai oscurato i vetri della macchina?» domandò.
«Lo capirai tra venti minuti.» lo prese per mano e lo condusse verso la macchina.
«Non c'è bisogno che ti metta dietro o ti travesta. Anche il vetro davanti è oscurato, e si vede comunque. Puoi stare vicino a me mentre guido.» in quel momento gli occhi di Michael splendettero
Quando entrambi entrarono in macchina, Michael provò un senso di felicità di stare accanto alla sua ragazza.
Di stare vicino a lei, andare in macchina con lei in modo normale invece che stare dietro e nascosto come un baule.
Finalmente poteva stare vicino a lei.
Durante il tragitto Sandie mise una musica anni sessanta, da Aretha Franklin a Frank Sinatra.
I loro volti erano diventati più dolci a causa della musica romantica. Dai suoni dolci e meravigliosi.
D'un tratto Michael, vide la coscia di Sandie completamente scoperta, si morse il labbro inferiore e posò la mano per accarezzarla.
Sandie ridacchiò scuotendo la testa.
«Daiii, non adesso Michael.» bottò.
Lui si avvicinò per baciarle il collo «Oh Dio Michael, non avvicinarti troppo o faremo un incidente.»
«Sei vestita in una maniera molto elegante ma sexy allo stesso tempo da farmi perdere la ragione.» bottò il ragazzo continuando a baciarla e toccarla.
Sandie sospirò con il sorriso quando poi spalancò gli occhi.
«Siamo arrivati!» esclamò, Michael si staccò da lei.
La metà era vicina, era un posto illuminato dal tramonto estivo, con tanto di verde e alberi.
Fino a che Michael non lèsse una scritta che gli palpitò il cuore.
•DRIVE IN •
«Oh mio Dio ...» mormorò Michael incredulo, si voltò per guardarla «Al Drive In!?» esclamò.
Lei ridacchiò felice.
«Si amore.» disse Sandie sorridendo.
Michael rimase sorpreso dal posto dove Sandie lo aveva portato.
La macchina entrò in un enorme parco, dove c'era attaccato al palco un grandissimo schermo di cinema.
Trovarono un posto, e Sandie fermò l'auto spegnendo il motore.
«Allora Michael? Che te ne pare?» domandò la ragazza.
Ella lo guardò con degli occhi di un bambino che aveva ricevuto un bellissimo regalo di babbo natale.
«È meraviglioso.» disse semplicemente «Ma sai che film trasmetteranno?» lei si morse il labbro inferiore sapendo che film avrebbero trasmesso quella sera.
Poco dopo lo schermo si illuminò, tutte le persone tornarono in macchina.
Sandie e Michael avevano gli occhi puntanti sullo schermo.
Fino a che non compare un film in bianco e nero.
Il cantante spalancò gli occhi vedendo solo i primi dieci secondi di film.
Il film che stavano trasmettendo era "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin.
Michael la guardò ancora più incredulo.
Lei sorrise.
«Non appena ho saputo che questa sera avrebbero trasmesso un film di Charlie Chaplin non potevo non portarci. So quanto ti piace, e poi questo film è meraviglioso.» spiegò con tono dolce, posando il suo sguardo si lui.
Sapeva che gli avrebbe fatto piacere.
Sapeva che lo avrebbe reso felice.
E lo vedeva nei suoi occhi.
Vedendo nei suoi occhi di averlo reso felice, il suo cuore si colmava di gioia.
Michael rimase immobile, vide Sandie prendere da dietro due buste di popcorn.
«Non è cinema senza popcorn. E ...» disse cercando sempre dietro.
Tirò fuori due salse.
«Burro spray e salsa piccante, so che ti piacciono tanto.» mormorò, Michael non tollerava che non ci fossero insieme ai popcorn burro spray e salsa piccante. Era un particolare che solo le persone più care lo sapevano.
Le prese, sorridendo impacciato.
Pensando di quanto lei lo conoscesse bene, anche ogni minimo particolare. E lo mostrava con un sorriso.
Si sentiva baciato dal Signore solo per avere lei al suo fianco.
Era proprio la sua anima gemella.
Le diede un bacio a stampo.
«Grazie Sandie.» mormorò con tono gentile.
Lei rispose dandogli una semplice carezza sul suo volto.
~~
Dopo un ora e mezza di film, Michael e Sandie si stavano godendo il film del grande Chaplin.
Michael aveva la testa appoggiata sulla spalla della ragazza, e Sandie gli accarezzava i capelli.
«Erano anni che non venivo al drive in, da quando ero ragazzino. Ci andavo sempre con i miei fratelli.» mormorò «Era divertente, però allo stesso tempo li odiavo perché facevano casino durante il film. Avrei preferito mille volte andare con un amico, ma non ne avevo nessuno.» ella abbassò gli occhi per guardarlo.
Sapeva quanto era solo.
Sin da bambino.
Il pensiero la intristiva.
Gli dette un bacio a stampo.
«Ora ci sono io.» mormorò la ragazza poggiando le labbra sulla fronte.
Per la prima volta, il cantante percepì da una semplice ragazza come Sandie, di quanto lei lo trattasse come un comune mortale come tutti gli altri. Facendo le cose più semplici che farebbe un essere umano, o che farebbe una coppia.
Lei, ere l'unica che lo trattava come un essere normale e non il contrario.
Lo dimostrava con le cose più semplici.
Come andare al Drive In.
Ad un tratto però Sandie sentì una macchina muoversi, balzare come se stesse saltellando.
Si voltò, e vide i vetri tutti appannati.
Arrossí.
E tornò a guardare il film.
«Tutto bene amore?» domandò Michael, ella annuì imbarazzata «Hai le guance rosse, come mai?» domandò ancora, ella fece segno di guardare fuori.
Anche lui vide la macchina.
Ridacchiò
«Beh, si danno da fare.» rispose.
«Ma in macchina? Non è scomodo?» egli si eccitò.
«No, secondo me è molto erotico.» le accarezzò la coscia, baciandole di nuovo il collo.
«M-Michael, il film.»
«Amo da morire Chaplin, ma tu sei un personaggio più bello di questo film che stiamo vivendo.» continuò a stuzzicarla, fino al punto che Michael non sentì la voce di un bambino.
Da lì, si staccò.
Vide fuori dal finestrino un bambino piangere.
«Non ti comprerò i popcorn! Chiuso il discorso!» urlò il padre.
«Ma li prendono tutti, perchè io non posso ...» domandò il bambino con aria innocente.
«Perché sono tuo padre, e tu devi obbedire a me!» rispose ancora arrabbiato.
«Ma-» il padre diede un forte ceffone a bambino, il che lo fece piangere.
«Ti ho detto di no! Punto! E non piangere, solo le femminucce piangono!» il bambino continuò a piangere.
«Ti odio ...» mormorò tra i pianti, il padre lo ignorò riprendendo a vedere il film.
A quella visione, la mente di Michael lo portò ai momenti della sua infanzia. Di come il padre lo trattava allo stesso modo di cui aveva trattato quell'uomo a quel bambino.
Ricordava ogni schiaffo.
Ogni umiliazione.
Ogni dolore che gli procurava, fisicamente ed emotivamente.
Ogni lacrima che aveva versato.
Michael a quei turbolenti ricordi, pianse.
Sandie lo guardò preoccupata.
«Amore, ehi.» gli prese il viso. Ma lui continuava a piangere.
«T-ti prego, andiamo via.» disse.
«Michael-»
«Per favore.» supplicò, Sandie esaudì la sua richiesta, mise in moto la macchina e se ne andarono dal Drive In.
Si fermarono su un angolo della strada pieno di verde.
Era buio e non c'era un anima viva.
Sandie con un movimento deciso girò la chiave della macchina per spegnerla.
Guardò Michael, aveva ancora gli occhi gonfi e le lacrime scorrere sul suo volto.
Notò poi che tremava.
Tremava tantissimo.
Gli asciugò le lacrime con i polpastrelli.
Lo abbracciò cercando di farlo calmare.
Lui si calmò a quel dolce contatto.
«Amore.» lo chiamò «Che cosa è successo?» ci fu un momento di silenzio, fino a che Michael non cominciò a parlare.
«Ho visto un padre urlare a suo figlio, era un bambino poteva avere se non cinque anni. Poi gli ha dato uno schiaffo. Mi ha distrutto.» spiegò «Se sento qualcuno che sgrida il proprio figlio scoppio immediatamente a piangere. Perché mi ricordo di come venivo trattato io da piccolo. Perdo proprio la testa Sandie, mi metto a tremare e a piangere. Non c'è la faccio a sopportarlo.» confessò con voce rotta dalla tristezza.
Sandie, non rispose, non sapeva cosa dire. Se non confortarlo dalle cicatrici del passato.
Quando sentiva queste storie sentiva un rancore profondo per quel tipo di genitori.
Alzare la voce sui bambini lo trovava irritante.
I bambini avevano dei sentimenti, erano creature delicate da trattare con tanta dolcezza.
Ma c'erano certi genitori che facevano il contrario a questi bambini, portandoli al trauma creando così una sorta di cicatrice.
Questo, era quello che era successo a Michael.
Piano piano, il cantante si calmò.
Si asciugò le lacrime accennando un piccolo sorriso.
«M-mi dispiace, non volevo rovinare la serata. Scusami.» lei lo baciò.
«Non ti devi per niente scusare, anche io avrei avuto la stessa reazione.» stellina accarezzò gli zigomi con i pollici.
Lui le diede un bacio sulla guancia.
«Grazie Sandie.» mormorò.
«Non mi devi ringraziare amore.»
«U-un po' mi vergogno. Non voglio dimostrare troppo la mia tristezza e il mio passato-»
«Michael, siamo esseri umani, dotati da momenti belli e non belli. Quante volte mi sono sfogata con te per Ethan e per quell'uomo che mi ha fatto del male? Tante volte, e tu mi hai dato il conforto che avevo bisogno.
Anche tu hai i tuoi momenti di cui vuoi un po' di conforto. Come ogni essere umano, non posso provare quello che hai provato tu da bambino. Ma cervo di farti sentire amato e al sicuro con le cose più piccole. Ormai ho imparato a conoscerti. E tra tutte le persone che ho conosciuto. Tu sei quella più splendida su questo pianeta. Ed io sono sempre pronta in ogni momento, a darti l'amore e il conforto di cui hai fortemente bisogno. Perché diciamocelo Michael, hai sofferto più che abbastanza.» alle parole della ragazza, si sentì piccolo, di fronte ad un grande cuore colmo d'amore solo per lui.
Non era mai stato amato in quel modo.
Sandie lo aveva reso speciale, lo aveva fatto credere nell'amore.
Pensava che tutte le persone fossero prive di bontà e amore, sapendo solo giudicare. Ma conoscendo Sandie aveva ricevuto il contrario.
Ogni giorno che passava, più Michael amava Sandie. Ringraziando sempre il Signore di averla accanto a lei, di avere il compito di amarla, di proteggere un angelo come lei.
Era innamorato più che mai.
Per lei, come i bambini, si sarebbe tagliato le vene pur di vederla felice.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Era perso di lei, e lo sapeva.
I due si baciarono, la mano si Michael posò sulla guancia della ragazza e l'altra sulla coscia nuda, Sandie sospirò tra i baci.
I due si staccarono, ridacchiando.
«Che ne dici?» domandò Michael.
«In macchina Michael?» domandò perplessa. Lui annuì.
«Non resisto più, muoio dalla voglia di toglierti questo vestito e di farti mia ancora una volta.» disse con tono sensuale.
Lei si eccitò. Si morse il labbro inferiore. E scese dalla macchina.
«Beh, dobbiamo pur star comodi no?» aprì la porta dei posti posteriori della macchina e si stese supina.
Lui la guardò, leccandosi le labbra.
Lei lo incitò a venire.
La raggiunse e si mise sopra di lei.
«Mio Dio, questa è la prima volta in macchina.» mormorò imbarazzata.
«Anche per me stellina. È la prima volta per entrambi.» sorrisero e si baciarono.
Michael le tolse il vestito, vedendola solo in intimo.
La guardò ancora.
Guardò ancora il suo corpo.
Le baciò il ventre.
«Dio mio, sei bellissima. Dio se sei bella.» Sandie ridacchiò, sentiva le mani di Michael accarezzare le sue gambe nude.
Le sue mani era una droga, lui era una droga, la droga più bella che era mai stata creata.
Michael percepì il corpo di Sandie andare in escandescenza. Era sul punto di impazzire.
Il suo corpo, oltre ad essere bello quanto il corpo nudo del dipinto "La venere di Botticelli" era caldo e piacevole da toccare.
Non poteva resistere al suo corpo.
Amava toccarla.
Possederla.
Farci l'amore e amarla.
Amarla come lei amava lui.
Vide il volto di Sandie, aveva le guance rosse. Guardando il soffitto della macchina.
Si fermò. E la guardò meglio.
«Sono così imbarazzata ...» mormorò lei con tono piccolo.
Michael prese le mani e le strinse.
«Stellina, se non lo vuoi fare qui non ti costringerò.» ella scosse la testa.
«Io voglio farlo.»
«Sicura?» annuì.
«Voglio provare nuove esperienze. Con te. Solo con te Michael.» sorrise.
«Oh amore mio.» mormorò. A quel punto Sandie alzò il busto avvicinandosi al volto del cantante, fino all'orecchio.
«Che aspetti ad entrare dentro di me?» sussurrò mordendogli il lobo.
Michael sospirò.
La fece sdraiare di nuovo, le tolse le mutandine, rimanendo con il reggiseno.
Fu Sandie a toglierlo.
Stellina gli tolse la camicia, rimanendo a petto nudo. Lo voleva sentire, lo voleva toccare mentre lui sprofondava dentro di lei.
Amava la sua pelle.
Michael si slacciò i pantaloni fino ad abbassarli leggermente insieme ai boxer.
Era arrivato il momento.
Sandie divaricò le gambe. Michael si mise in mezzo, fino a scivolare piano piano dentro di lei.
Gemettero insieme.
I loro nasi si toccarono.
Le loro carni erano bollenti.
I loro fiati erano immersi nel lago del piacere.
Sandie si afferrò poggiando le mani dietro alla schiena del ragazzo, fu da lì, che Michael cominciò a spingere.
Mentre spingeva, sentiva i gemiti di Sandie chiamare il suo nome.
Percepiva un piacevole tepore.
Era Sandie.
Stare dentro di lei era meraviglioso, provava un senso di unione meravigliosa.
Era così calda, e pura, come stare all'interno della vasca da bagno.
Durante le spinte la baciava, la teneva stretta a se, unendosi come in un dipinto di Klimt.
Lui restava zitto, voleva sentire la voce di Sandie, chiuse gli occhi tenendo tra le mani la testa della sua amata.
Era felice.
Felice di farle provare un certo piacere.
Ma certamente, gli scappava il gemito durante le spinte.
Sandie, che era imbarazzata del posto, all'interno della sua macchina si creò una bellissima atmosfera.
I vetri si appannarono a causa dei fiati intensi della coppia e dell'immenso calore dei loro corpi.
La macchina divenne ben presto una piacevole sauna.
Lo afferrò ancora, gli accarezzava la schiena, sentendo la sua bellissima pelle colorata di chiazze marrone e bianche.
Gli baciava la spalla in modo dolce, mentre le loro voci erano invase dalla lussuria.
Si coccolavano, si davano amore.
Michael giocherellava con la bocca il bellissimo seno di stellina, baciandolo dappertutto con amore, accarezzando le gambe.
Mentre lei gli baciava il collo senza smettere di accarezzare la schiena.
«È tutto c-così magico.» mormorò tra i gemiti il moro.
«Tu sei la magia.» disse a sua volta.
Michael appoggiò una mano sul vetro dando pugile la forma della mano del cantante.
«Insieme Sandie.» disse Michael.
«S-sto per-»
«Anch'io, insieme Sandie, insieme amore mio.» e dopo dieci secondi, vennero insieme.
Dandosi un bacio come ciliegina sulla torta.
I due erano seduti ancora nei sedili posteriori della macchina, Sandie si rimise la biancherai intima, mente Michael rimase a petto nudo con i pantaloni sistemati.
Ella aveva la testa appoggiata sulla spalla del ragazzo, mentre lui le accarezzava la testa.
«È sempre bellissimo fare l'amore con te.» mormorò Sandie, gli occhi del moro puntarono i suoi.
«Io amo fare l'amore con te. Amo unirmi a te, amo il momento il cui scivolo nella tua carne. Mi fa sentire ancora più unito a te, diventando un un'unica persona.» la sua mano poggiò sulla guancia della ragazza «Non smetterò mai di dirti che ti amo.» le diede un bacio sulla fronte.
«Michael.» lo chiamò.
«Sì?» lei gli diede un piccolo bacetto sulla spalla.
«Grazie per essere la mia luce.» lui ridacchiò.
«Perché ridi?»
«Perché se c'è una luce vere e propria sei tu.»
«Michael ...» le diede di nuovo un bacio a stampo sulle labbra.
«Con te mi sento vivo, imparo sempre di più da te. Non te lo mai detto ma tu sei la mia anima gemella, l'anima che un giorno speravo di incontrare. Ti ho cercato, e ti ho trovato.
Ho fatto grandi errori con te e ti chiedo perdono, ma volevo che tu lo sapessi.
Sei la ragazza che ogni uomo desidererebbe nella propria vita. Ma l'uomo è egoista, è cattivo e può fare del male al prossimo.
Purtroppo ti è successo e non lo meritavi per niente, ma sono grato di averti con me, di darti l'amore che desideri.
Sono fiero e felice di averti nella mia vita. Ed una delle mie più grandi paure è proprio perderti. Non riesco a vivere una vita se non include te. Lo capisci vero?» una piccola lacrima uscì dal viso di Sandie e lo baciò.
«Certo che lo capisco, lo capisco perfettamente, perché grazie a te ho continuato a vivere. Ho continuato a vivere per te. Solo per te Michael.» egli sorrise con le lacrime gli occhi.
«Ti amo da morire, e lo sai.» annuì e ripresero a baciarsi. A darsi ancora l'amore. Unendosi ancora, e ancora.
•Volevo una vita straordinaria, ma ho capito che per averla basta semplicemente amarti.•
-Anonimo
NOTA AUTRICE❣️
Mie care/i stelline, oggi è l'ultimo giorno dell'anno e colgo l'occasione per ringraziare di aver trascorso questo anno con me, leggendo il mio libro.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno supportato e amato questo libro.
Si conclude un anno e se ne apre uno nuovo.
Un anno pieno di capitoli, state sintonizzati.
Ringrazio in particolare una persona che ha reso il 2022 magico e pieno di allegria. E che senza questa persona questo 2022 sarebbe stato vuoto e triste.
letiziajackson ❤️
Grazie di aver reso colore quest'anno, grazie di essere l'amica che tanto desideravo.
Grazie per tutto. Sei speciale.
Detto questo, buon anno babies.
Che questo 2023 sia per voi un anno meraviglioso e di tanti sorrisi
Vi amo.
💗
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