[Κεφάλαιο 1]

[Nota autrice: Κεφάλαιο in greco significa "Capitolo".
Buona lettura stelline✨❤️]


UCLA, LOS ANGELES

10 marzo 1992

Erano passate quasi tre settimane da quella sera, da lì cambiò tutto.
Col passare dei giorni Sandie ritornò man mano ad essere la ragazza solare, allegra, e sorridente come lo era sempre stata fin dal principio.
Abbandonò le pomate, i segni violacei erano scomparsi, guarí al 100%.
Divenne più allegra, cercando di nascondere il trauma che celava nella sua anomalia.
Riusciva bene.
Perché grazie alla sua famiglia, ai suoi più cari amici, all'università, e sopratutto a Michael, riuscivano a farle dimenticare le cose più brutte, Diego e il processo che stava affrontando.
Sandie sembrava rinata.
Era rinata.
Tutto merito era stato di Michael.
Della sua presenza, e del suo conforto.
Era lui la vera medicina.
Non gli altri e le pomate.
Ma lui.
Solo lui.

«Vrachnos direi che l'indice va bene, e anche i  capitoli dall' 1 al 3o. Direi che abbiamo finito. Ha ufficialmente concluso la tesi.» disse il professore guardando il manoscritto della ragazza, ella spalancò gli occhi incredula.
«S-sta scherzando professore?» scosse la testa.
«Assolutamente no, la laurea dei ragazzi del quinto anno sarà prevista il 22 maggio, e direi che ti aggiungo il lista. Ti faccio le mie congratulazioni, hai fatto ottimo lavoro, in questa tesi che hai creato non solo hai messo tutto il tuo lavoro, ma anche la tua passione. Perciò sono molto orgoglioso di te. Ma quello che lo deve essere più di tutti sei tu.  Sai come sono molto severo con gli altri alunni, ma la tua tesi ha qualcosa di speciale. Dico davvero. Ti faccio i miei complimenti. Sei arrivata alla fine, ora devi fare l'ultimo step, la specializzazione, infine il lavoro. Beh, ora ti tocca stampare la tesi come si deve. Dottoressa.» a quel titolo nominato Sandie si sentì i fuochi d'artificio intorno alla sua testa, e su tutta se stessa.
Voleva urlare di felicità.
Dire a tutto al mondo che si sarebbe laureata.
«N- non so cosa dire professore io ... io la ringrazio, davvero, senza di lei non sarei riuscita a realizzare questo progetto.» il professore ridacchiò scuotendo la testa.
«No Sandie, è te che devi ringraziare. Non me. Ora vai a festeggiare con i tuoi amici, te lo meriti.» a quel punto il professore se ne andò lasciando Sandie da sola con la felicità nel cuore.
Poggiò la mano sulla bocca in segno di incredulità.
Sto sognando?
Il 22 maggio mi laureerò?
Non é un sogno vero?
No, non è un sogno.
Diventerò una dottoressa.

Corse tra i corridoi dell'Università urlando come una pazza "Mi laureo! Mi laureo!" con le lacrime agli occhi. Tutti la guardarono male, come se veramente fosse una folle.
Corse vero i giardini dell'edificio universitario dove c'erano Ethan e Milly che stavano studiando per il prossimo esame.
«Milly! Ethan!» urlò, loro due si girarono verso di lei interrompendo quello che stavano facendo.
«Stellina cos'è successo?» domandò Ethan con tono tranquillo.
«Ehi ehi, sei tutta agitata. Respira.» disse Milly con tono allarmato.
«È ufficiale amici, ho concluso la tesi! Il 22 maggio mi laureo!» i due amici urlarono di gioia per l'amica, si alzarono in piedi formando un bellisismo e tenero abbraccio di gruppo.
Sandie dalla forte emozione pianse come una bambina.
Da tanto aveva aspettato il momento della laurea, sin dalla tenera età aveva sempre desiderato fare il medico e curare le persone.
In quel momento non ci credeva che quel desiderio, incominciato quando era solo una piccola bambina, si stava finalmente realizzando.

«Quindi ora che dovrai fare?» domandò Ethan bevendo il frappé al caramello di Starbucks.
«Dovrò correggere la tesi, portarla poi a stampare come si deve e poi-»
«E poi laurea! Cioè ti rendi conto!? Hai finito un percorso importante come l'università, in particolare una facoltà dura come medicina. Sandie, dovresti essere fiera di te.» lei ridacchiò.
«Confesso che lo sono, ma sapete perché ho pianto prima?» loro scosserò la testa «Perché ho visto la bambina che era in me. Che diceva, "c'è l'hai fatta, ora diventerai un medico."
Da bambina dicevo sempre ai miei genitori che sarei diventata un medico. E ora ... Dio ... stento ancora a crederci che ho finito il percorso e che avrò il titolo di dottoressa. Ora però, devo concentrarmi sulla scelta della specializzazione.» Spiegò la ragazza mangiucchiando un biscotto al cioccolato.
«E già hai scelto che vorresti fare?» lei fece il segno della mano per il indicare il così così.
«Tra la pediatra e la cardiologa. Amo i bambini, e l'organo del cuore. Non saprei ragazzi, per ora mi concentro un attimo con la laurea poi se ne parla con la specializzazione.»
«Ma si Sandie, nessuno ti costringe a fare tutto di fretta e ti punta la pistola in testa.» ironizzò Milly, ridacchiò.
«Ragazze, sentite, ho un idea brillante.» esordì Ethan, le ragazze lo guardarono con aria interessata «Che ne dite se stasera andiamo al Coco Disco?» Sandie e Milly si guardarono con un sorriso raggiante.
«Vuoi dire in discoteca!?» Esclamarono insieme.
«E dove sennò? All'orbitorio? Anche no. Comunque lì c'è una serata, e ho pensato che sarebbe perfetto per festeggiare la grande notizia di Sandie. Che ne dite? Ci state?» propose Ethan con il sorriso.
«Period tesoro, ovvio che io sono.» disse Milly fingendosi di vantare come quelle ragazze ricche e miliardarie della città. Risero.
«Beh, ovviamente anche io, e poi non andiamo in discoteca insieme da una vita.» Ethan alzò un sopracciglio.
«In realtà l'ultima volta che siamo andati è stato a Las Vegas.» puntualizzò il ragazzo, Sandie schioccò le dita.
«Giusto.» risero.
«Beh, direi che è confermato.» le ragazze esclamarono entusiaste.
Sorrisero e Sandie aveva il cuore che palpava di felicità.
«Ragazzi, non so cosa dire, grazie mille, siete fantastici.» disse la ragazza con tono felice.
Ethan le prese la mano.
«Te lo meriti stellina, te lo meriti con tutto il cuore.»

[...]

«NICOLE! NICOLE!» urlò Sandie varcando la porta di casa facendo solbazzare la sorella dalla paura, mentre stava preparando un panino con la nutella.
«Porca puttana Sandie sei impazzita? Ma che hai visto? Un fantasma?» domandò lei irritata.
«Oh senti non fare la solita ironica!» disse lei elettrizzata.
Nicole la guardò dalla testa ai piedi per capire il suo stato di allegria, la riccia era mezza nuda, indossava solamente un maglione largo beige e slip.
«Ma che cazzo hai? Non ti ho mai vista così piena di energie. È successo qualcosa?» Sandie saltellò dalla gioia con il manoscritto della tesi in mano.
«Nicole! Il 22 maggio mi laureo! Ho concluso la tesi! È ufficiale Nicole! Diventerò una dottoressa cazzo!» la sorella urlò come pazza facendo contagiare anche la mora, le due si abbracciarono saltellando dalla felicità.
«Merda Sandie, non puoi capire come sono felice! Devi dirlo subito a papà!» annuì.
«Dov'è?» domandò lei, posando la bozza della tesi sul tavolo.
«A lavoro, ma chiamalo, deve saperlo.» prese il telefono di casa poggiato sul tavolo, digitando il numero del padre.
Alexandre in quel momento era in ufficio a comporre varie carte importanti a lavoro, e sentì il telefono squillare.
«Pronto?» disse rispondendo al telefono.
«Papà sono io.» rispose la figlia.
«Oh Sandie bambina mia.» mormorò il padre con tono felice «Tutto ok? Come mai mi hai chiamato, è successo qualcosa?» lei aveva gli occhi lucidi in preda all'emozione di dire la grande notizia «Sandie?» la chiamò.
«Papà, ho concluso la tesi, e ... il 22 maggio mi laureo. È ufficiale papà. Diventerò dottoressa.» Alexandre ebbe un sussulto al cuore alzandosi di scatto in piedi.
«Sandie stai scherzando? Davvero!? OH DIO MIO!» esclamò con gioia ed emozionato pensando che la sua primogenita si sarebbe laureata tra meno di due mesi.
«Papà, lo so, neanche io stento ancora a crederci.» mormorò la ragazza con le lacrime.
«È la notizia più bella della mia vita, sono così fiero di te. Non me lo so spiegare, è una sensazione bellissima. In questi giorni sceglieremo il ristorante per festeggiare la laurea. Non ti preoccupare ti farò rendere un momento indimenticabile.» lei sorride.
«Papà.»
«Si?» domandò lui.
«A me basta solamente la tua presenza, quella di mia sorella, e quegli degli amici più cari alla cerimonia. Nulla di più, lo sai che a me piacciono le cose semplici.» lui sorrise.
«Sandie, è una laurea. E come tale deve essere ricordata. Come il tuo 18esimo, ti ricordi?» lei cacciò un sospiro malinconico.
«Come potrei dimenticarlo papà?» sorrise.
«E com'eri bella. Sembravi essere uscita da un libro di fiabe. Eri stupenda.» lei sorrise con le lacrime agli occhi.
«Sei speciale papà, ti ringrazio.» disse asciugandosi le lacrime con l'indice.
«Se riesco passo a casa, e ne parliamo con calma, anche perché dobbiamo parlare anche di mamma, non possiamo non invitarla lo sai.
Ora ahimè, devo tornare a lavorare e Sandie. Ancora complimenti. Vedo che il desiderio che hai portato sin da bambina non lo hai abbandonato. Hai visto che quando vuoi qualcosa la ottieni? Hai lottato e buttato sangue devi essere fiera di te e dei tuoi progressi. Ora devo andare.» si salutarono e con il pulsante rosso staccò la chiamata.
Sandie era ancora commossa, Nicole aveva sentito tutto e anche si era emozionata alle parole del padre.
«Dai Nicole, non ti ci mettere anche tu. Dai che anche tu stai vicina alla laurea. Lí potrò poi avere veramente.» mormorò asciugandosi le lacrime.
Ridacchiò.
«Manca ancora un pochino, ancora un anno e mezzo.» lei sorrise dandole un bacio sulla guancia.
«Nicole, quando sarà il giorno della tua laurea, avrò l'apice dell'orgoglio. Ma è inutile dire che io sono già orgogliosa di te.»
«Sandie, mia Adelfì.» si abbracciarono fortemente con le lacrime agli occhi.
Due sorelle.
Carattere diverso, la con la stessa sensibilità.
Ma che si amavano e supportavano follemente.
Poiché erano sangue del loro sangue.
E niente le avrebbero fatte separare.
Sandie si staccò delicatamente dall'abbraccio, prese la borsa con il manoscritto andando verso l'ingresso.
«Dove vai Stellina?» lei si girò verso la sorella minore con il sorriso.
«A Neverland.»

La ragazza aveva varcato il bellisismo ed enorme cancello dorato.
Si guardò intorno.
Finalmente era tornata nel luogo che tanto amava.
La resistenza dell'uomo della sua vita.
Notò che era diventata più bella.
Più luminosa.
Più mozzafiato.
E più pacifica.
«Stellina! Oddio! Non ci posso credere! Finalmente sei venuta!» disse Michael con tono sorpreso alla vita della ragazza correndo da lei per poi prenderla in braccio. Lei ridacchiò.
«Bimbo! Te l'avevo detto che sarei venuta.» disse ridacchiando.
«Dio, non puoi capire come sono felice di averti qui stellina mia.» disse il cantante stringendo la ragazza a se.
«Oh Michael.» mormorò lei abbandonandosi tra le braccia del moro.
Poi il cantante la mise giù, e le diede un bacio sulla guancia.
«Mi sei mancata.» sussurrò poi vicino all'orecchio di lei.
«Ma se ci siamo visti settimana scorsa a casa mia per una cena!» affermò lei dandogli una pacca sulla spalla. Rise.
«Tu mi manchi sempre stellina,  e poi sono mesi che non vieni a Neverland, ora che siamo di nuovo uniti dovrò fare una sorpresa a Liz, in questi mesi che siamo stati separati mi ha fatto una testa enorme quanto un cocomero per te.» lei annuì con il capo ridacchiando mentre si incamminarono.
«Già, ti avevo promesso che quando potevo sarei venuta qui. Come vedi, ho mantenuto la promessa bimbo. Oh Liz, chissa come sta, ti prego andiamo da lei in questi giorni vorrei tanto vederla.» disse lei mettendo il manoscritto della tesi dietro di lei, lui annuì sorridendo.
Michael con la coda d'occhio, guardò quello nascondeva dietro alla schiena.
«Cos'è?» domandò curioso.
«Oooh! Michael! Non ci crederai! Oggi sono stata all'università e il professore mi ha detto che la tesi è conclusa. Mi laureerò il 22 maggio! Ci credi Michael!? Oh Dio Non puoi capire Il mio sogno di una vita si sta per avverare!» esclamò la ragazza tirando fuori la bozza della tesi con tono esitato facendo qualche giravolta.
Michael in quel momento vide il suo splendore.
La stella che aveva conosciuto una volta.
Era di nuovo felice e spensierata.
Proprio come l'aveva incontrata nei primi giorni della loro conoscenza.
Il cuore di lui batteva all'impazzata non solo per amore, ma per la felicità di vedere il sorriso di quella ragazza.
Avrebbe voluto prenderla a sè, stringerla, baciarla con amore. E dirle ti amo.
Ma non era ancora il momento.
Lui le prese la mano e la congiunse insieme alla sua, facendo così incrociare i loro sguardi.
«E tu non puoi capire come io sia orgoglioso di te, di quando sia emozionato di vedere il tuo sogno realizzare in realtà. Pensare che io ti ho conosciuta come una semplice studentessa e aspirante futura dottoressa. Poi mi sveglio e mi trovo una neo laureata. Questo sai cosa dovrebbe farti insegnare? Che se credi ai sogni si possono avverare. E tu ci hai creduto, ci hai sempre creduto.» aveva il luccichio agli occhi mentre mormorava queste parole. Perché quando parlò con il padre quella sera, egli raccontò il suo forte desiderio della figlia di diventare un medico e di prendersi cura della gente.
Michael era all'apice dell'orgoglio per quella ragazza. Poiché medicina era una delle facoltà universitarie se non la più impegnativa di tutte.
Vedeva in lei la forza.
La determinazione.
E non poteva essere più fiero di così di quella ragazza dal cuore d'oro.
«Oh Michael ... sei così caro. Quanto mi erano mancate le tue dolci parole.» lei lo abbracciò dolcemente, il moro ricambiò subito il gesto amorevole e dolce della ragazza.
Chiedeva il tempo di fermarsi.
Di respirare e ispirare a pieno i polmoni il suo profumo.
Di sentire per sempre la sua risata felice.
Di vederla sempre con il sorriso e mai con le lacrime.
Ma sopratutto.
Di vederla sempre realizzata, soddisfatta e felice di ogni suo desiderio.
Avrebbe dato il mondo per quella ragazza, ma guardò in faccia la realtà. Loro, nonostante fossero fatti della stessa sostanza e della stessa sensibilità, erano di due mondi completamente diversi. Che avrebbero impedito alla nascita di un amore platonico e meraviglioso.
E Michael, lo sapeva bene.

Erano nell'ufficio di Michael, dove quest'ultimo leggeva la tesi che aveva scritto Sandie, ben trenta capitoli lunghi dieci pagine ad ognuno.
Sandie mentre Michael leggeva, si faceva un giro nel grande studio del cantante.
Vedeva piccole statuine di ceramica sbriluccicose, come la sagoma di una donna in abiti greci dorata.
Varie foto di famiglia incorniciate, e poi l'occhio cadde in una foto di Michael, in particolare nel giorno della sua laurea.
Sorrise.
Toccò la cornice guardando la foto.
«Sandie hai davvero un modo di scrivere veramente sublime. Professionale e scorrevole. Poi hai scelto un argomento veramente interessante.» disse Michael continuando a leggere ma Sandie era impegnata a guardare la foto.

Sorrise.
Quanto sei bello.
Lo amava.
Lo amava da morire.
Lo avrebbe detto all'instante anche se non centrava molto con l'atmosfera.
Michael notò che Sandie non aveva ascoltato il suo complimento, ma che era impegnata a guardare una foto.
Si alzò dalla sedia, posò il manoscritto sul tavolo per andare verso la ragazza.
Guardò la foto, ed era quella della sua laurea.
Sorrise cacciando tutta la sua bellezza.
«Perché non mi racconti un po', la tua laurea. L'emozione di diventare "dottore".» ridacchiò.
«Te ne parlai una volta. Ricordi?» annuì.
«Ma non nel modo approfondito.» bottò lei.
«Beh, se proprio insisti stellina.» ogni volta che Michael la chiamava stellina, Sandie si sentiva speciale.
Tutti la chiamavano stellina.
Ma quando lo pronunciava Michael, per lei assumeva un significato diverso e pieno d'amore.
«Ti prego.» supplicò come una bambina.
Ridacchiò cominciando poi a raccontare
«Mi laureai il 10 marzo dell'88, alla Fisk University. La mia era una laurea honoris, conferita a determinate persone che, per opere compiute o pubblicazioni fatte, abbiano dimostrato particolare interesse e perizia in certe materie e per questo siano reputati meritevoli dai professori universitari, della facoltà in questione, di questo titolo. Come tu sai bene, Io sono sempre stato attratto dalla filosofia, dalla letteratura, dalla storia e dall'arte. Infatti ottenni la "humane letters degree" ossia la laurea in scienze umanistiche, che solitamente è attribuita honoris causa. Così quel giorno venni onorato come Dottore in Lettere. Confesso che ero molto emozionato quel giorno. Essere laureati è la supremazia nell'essere riusciti realizzati.
È una sensazione meravigliosa, non si può descrivere Sandie lo capirai tra poco, vedrai.
Poi ovviamente festeggiammo, vennero tante persone, come ad esempio Lionel Richie e ... Whitney Houston.» Sandie spalancò gli occhi sentendo il nome di quella cantante.
«Whitney Houston!?» domandò stupita.
«Si, diciamo che ... ammetto di aver avuto una cotta per lei in segreto in quel periodo, ma ero troppo timido per confessarle i miei sentimenti. Ora però siamo molto amici. Le voglio un bene dell'anima ed è una donna meravigliosa, oltre ad essere una grandissima artista.» lei annuì con accordo.
Rimase affascinata dal racconto del cantante, della sua laurea e di come fosse stato emozionato e fiero quel giorno.
Sandie voleva sentirsi in quel modo.
Sorridente.
Felice.
E fiera.
Fiera del suo percorso universitario, in particolare, di aver riuscito a realizzare il suo desiderio.
Un desiderio che portava sin dalla tenera età.

Michael e Sandie erano nei prati della residenza vicino al lago.
Erano seduti, di fianco all'altro in silenzio a godere il momento di pace che regnava.
A rendere l'atmosfera più pacifica c'era il lieve gorgoglio del lago, insieme al vento, che quel giorno aveva voglia di fare i capricci.
Di fatti non smetteva di scompigliare di brutto i lunghi capelli di Sandie.
«Accidenti.» disse cercando di sposarli.
«Aspetta, vieni qui ti faccio una treccia.» disse Michael invitandola a mettersi dietro di lui.
Obbedii e Michael con delicatezza, divise i capelli di Sandie in tre lunghe ciocche, stando attento a non farle male.
Successivamente le uní con movimenti delicati  formando una lunga treccia, e mentre Michael formava la pettinatura. Le venne uno spiacevole flashback.

«Oh Sandie, ma ti rendi conto che si tratta di Michael Jackson? Una star mondiale.
Come puoi pensare che uno come lui, possa ricambiare i sentimenti di una comuna ragazza come te? Come puoi pensare che Michael Jackson si possa innamorare di te? Tu non vali un cazzo ne come donna, ne come persona. Non sei nessuno Sandie.
E non lo sarai mai.
Per lui, sei soltanto una formica, cerca le farfalle, in questo momento tu sei una larva.
Una larva che giorno dopo giorno, diventa brutta sempre di più.
Sei soltanto una stupida illusa, se avessi pensato che lui ti ricambiasse i tuoi sentimenti.
Accetta la realtà Sandie.
Lui, non ti amerà mai.
Mai.
Evidentemente, se lui ha messo fine alla vostra amicizia, non ci teneva così tanto a te. O forse, non ti ha mai voluto bene.»

I suoi occhi divennero lucidi trattenendo con forza le lacrime.
Stava andando avanti, piano piano stava riacquistando fiducia e sicurezza.
Ma quelle parole, non erano ancora andate via del tutto.
Pensava e pensava.

Accetta la realtà Sandie.
Lui, non ti amerà mai.
Mai.

E se veramente lui noi mi amerà mai?
Di sicuro sarà così.
Come potrà amare una semplice ragazza comune come me? Mi domando come mai lo ha spinto a venire da ma quella notte, a darmi conforto.
Forse, perché nonostante tutto. Non ha mai smesso di volermi bene, lui mi ha sempre voluto bene. Diego si sbagliava su questo.

«Ecco fatto.» disse legando il fine della treccia con uno codino che aveva sul polso.
Sandie prese delicatamente la treccia, toccando con le dita il ciuffetto di capelli che si era creato al fine della treccia come se fosse una bambina «Sei bellissima.» lei si girò di scatto verso di lui.
Lui notò gli occhi della ragazza leggermente rossi.
Si preoccupò.
«Stellina, piangevi?» disse appoggiando una mano sulla guancia, lei scosse la testa.
«Mi è venuto un spiacevole flashback. Ma ora sto bene, non ti preoccupare.» lui non rispose, non voleva non voleva entrare nel dettaglio.
Nel suo sguardo c'era un forte senso di tristezza e malinconia.
Come se avesse paura che le accadesse qualcosa.
Le diede un bacio sulla fronte.
«Sono qui Sandie.» la chiamò.
Lei appoggiò la testa tra il collo e il mento del cantante chiudendo gli occhi, mentre il cantante le accarezzò il viso dolcemente.
Guardò in basso e vide un particolare che gli fece strappare un sorriso.
La collana.
Delicatamente prese il ciondolo con le dita, e il sole illuminò quel ciondolo a forma di stella rendendolo ancora più bello di lo era come già.
Sandie aprì gli occhi, guardando prima la collana, e poi Michael.
«Me lo hai regalato tu vero?» domandò per avere conferma.
Il suo sorriso svanì, le sue guance divennero rosee.
«C-come lo sai?» domandò.
Ridacchiò.
«Andiamo Michael, non sono nata ieri, l'ho notato dalla calligrafia del biglietto. L'ho confortato con un tuo biglietto e la scrittura era era stella. Praticamente la tua. Così ho fatto due più due.» lui sospirò «Ti ringrazio, Michael, da quando me l'hai regalata, non me ne sono mai separata. È il mio simbolo, o meglio, il nostro simbolo. Tu mi chiami così, ed io sono la stellina per la gente.» lui con due dita le prese il mento per guardarla meglio.
«L'ho fatto per tanti motivi Sandie, principalmente, non volevo che tu mi dimenticassi. Così come ultimo gesto, ti ho regalato questa collana per Natale. Ho chiesto ad Ethan di dartelo da parte mia, perché nel frattempo io e lui ci eravamo visti in quel periodo. Probabilmente, Ethan avrà visto tua sorella per poi darlo a te.
Te l'ho regalata una nuova dato che quella vecchia l'avevi appoggiata sulla bara di Cloe, così te ne ho regalata un'altra.» si fermò perdendosi completamente nei suoi occhi «Sandie ... in questi mesi non ho fatto altro che pensare a te. Solo a te, oltre che al mio lavoro, il mio secondo pensiero era il tuo nome. Sono stato uno sciocco a trattarti male quella notte, e ti chiedo scusa. La colpa è solo mia, mi sono comportato come uno stupito e non ho affrontato la situazione. Ed ecco, questi sono stati i risultati.
Ma sai, ogni volta che ero in un momento di sconforto vedevo la tua immagine. Sia nella mia mente che nella realtà. Come se fossi stata veramente reale. Ed io ho paura che in questo momento tu sei frutto della mia immaginazione. Ma non è così, sei reale, fra le mie braccia, che ti sto guardando negli occhi. E credimi Sandie, quando ti guardo negli occhi è come guardare gli occhi dell'arte.» Sandie si commosse profondamente alle parole del cantante, e decise di dire quello che pensava, infondo, perché lei aveva avuto gli stessi pensieri e gli stessi tormenti con lui.
«A-anche io ho provato la stessa cosa con te. Io nonostante ho amato un altro uomo, tu eri sempre presente. In ogni momento, in ogni giorno della mia vita. Come se non te ne fossi mai andato. Mi avevi fatto male, volevo dimenticarti ma non ci sono riuscita. Anche io ho avuto quei momenti in cui sognavo di averti al mio fianco, ma che poi era la mia immaginazione. Speravo che tu fossi reale, ma non fu così, ci rimanevo male perché avevo bisogno di te. E anche io in questo momento, ho paura che è tutto finto. E Michael ... neanche io non ho mai smesso di pensare a te. Mai, nemmeno durante il mio sequestro. Anzi, sei stato di compagnia, ho guardato la tua conferenza stampa del tour ed ero così orgogliosa di te. Posso solo dire che tu sei sempre il mio pensiero fisso di ogni giorno.» spiegò Sandie toccandosi la collana.
«Sandie ... stellina mia.» erano vicinissimi, i nasi si sfiorarono appena, erano pronti a congiungere le loro labbra.
Ma poi.
«Michael!» si staccarono subito alzandosi in piedi, era Candice, la domestica.
Che quando vide la figura di Sandie rimase scioccata e scettica di vedere la ragazza.
«Signorina Vrachnos! Oh Dio mio! Come sta? Che piacere enorme vederla!» disse la donna correndo da lei per abbracciarla in cui Sandie l'accolse amorevolmente.
«Candice, è bellissimo rivederti, sto benissimo e tu come stai?»
«Tutto bene, non potete capire la felicità che ho nel vedervi signorina. Neverland ha sentito molto la vista mancanza.»
«Ow, In effetti anche a me mi è mancata una donna così simpatica come te Candice.» risero mentre Michael era lí impalato a guardare le due donne, mettendo le mani dentro alle tasche dei pantaloni. Irritato dell'atmosfera ormai andata via.
Non mancherà un'altra occasione Michael, sii paziente.

«Allora te ne vai?» domandò Michael davanti alla portiera della macchina di Sandie mentre lei era dentro davanti al volante.
«Si, stasera vado a ballare.» Michael cacciò un fischio.
«Wow, la signorina Vrachnos va a fare conquiste stasera.» disse con tono ironico, lei rise.
«Sei proprio uno stupido.» disse poi tre le risate.
«Con chi andrai?»
«Con Ethan e Milly.» disse poi. Lui annuì.
«Sandie.» la chiamò.
«Si?» ci fu pausa.
«Sta attenta, mi raccomando. E cerca di non bere troppo.» raccomando con tono preoccupato.
«Ho la faccia di una che beve troppo?» domandò alzando uno sopracciglio.
«No, ma stai comunque attenta con l'alcool.» affermò con tono serio.
«Va bene papà.» rise, egli si abbassò al finestrino per darle un bacio sulla guancia.
«Chiamami Sandie.» annuì.
«Verrò a trovarti in questi giorni.» disse poi.
«Me lo prometti?» domandò lui speranzoso.
«Certo, te lo prometto bimbo.» sorrise.
«Sandie.» la chiamò, lei lo guardò «Non dimenticarti che ti voglio bene.» sorrise a malapena.
«Anche io, tanto tanto.» mise in moto la macchina, Michael aprì il cancello e lei se andò salutandolo con la mano.
Michael fece lo stesso, cacciando un sospiro vedendo la macchina allontanandosi piano piano dalla sua residenza.

Era dentro a casa e stava tranquillamente seduto sul divano, con la tv accesa facendo da sottofondo. Ma che guardava un punto fisso.
Sentí dei passi, era Candice stava andando via.
«Mr Jackson, ho finito, ci vediamo domani al solito orario.» Michael non rispose. Era troppo impegnato a sognare.
«Mr Jackson?» lo chiamò andando verso di lui.
«Candice.» la chiamò.
«Si?» domandò quest'ultima.
«Sai, su Sandie io-»
«Oh Sandie, come sono stata contenta di vederla.» lui guardò in modo irritato per averlo interrotto «Mi scusi, diceva?» ridacchiò.
«Non ti preoccupare, hai ragione ad avere questa reazione. Sandie ha segnato il cuore di tutti chi l'ha conosciuta. E sai, io .. io credo di.» si interruppe, ma poi un sorriso imbarazzato disse:
«Io credo di amarla.»

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