[CAPITOLO 9]
[3 Aprile 1990]
ENCINO, LOS ANGELES
Quella domenica di inizio Aprile Michael aveva promesso a sua madre che sarebbe andato a trovarla per un pranzo familiare. Inizialmente Michael non accettò l'invito della madre, perché non aveva intenzione di vedere i fratelli, ma lei insistette così tanto da far cedere il ragazzo ad accontentare la madre.
Ci sarebbero stati i suoi amati nipotini, se non fossero stati per loro e per sua madre, Michael non avrebbe accettato l'invito con un "no" deciso, quei no nella quale non si poteva discutere, ma restare in silenzio. E quando Michael diceva no, era no.
Si presentò nella sua vecchia casa, a Encino, dove visse fino a quando non acquistò Neverland. Era quella sua casa, prima che decise di intraprendere la sua carriera da solista.
La madre di Michael, Katherine, era la fotocopia del figlio ma al femminile, il ragazzo aveva un grande debole per lei, avrebbe fatto di tutto pur di renderla felice, sapeva benissimo che amava vedere la famiglia riunita. Ma Michael si sforzò molto quel giorno, andò solo per lei e i bambini.
Il suo rapporto con la sua famiglia si stava piano piano andando a pezzi a causa dell'invidia dei fratelli, e per la malattia dei soldi che aveva suo padre Joseph. Da quando Michael divenne una leggenda vivente, Joseph non smetteva di chiedere soldi al figlio per pagare i suoi debiti. Era una cosa che Michael non tollerava, gli dava troppo fastidio, perché pensava che suo padre non lo voleva bene, e che lo trattasse come una semplice macchina da soldi al posto di un essere umano con i sentimenti. Nonostante ciò affermava il cantante che lo voleva bene, ma non lo conosceva.
Per quanto riguardava i fratelli, provarono una forte gelosia verso i confronti del cantante, sopratutto Jermaine, nella quale fece una canzone contro di lui, vantandosi che era stata solamente fortuna e che sarebbe accaduta la stessa cosa anche per lui. Non era fortuna quella che ebbe Michael, ma erano sacrifici, lui non faceva altro che lavorare dalla mattina alla sera per coronare il suo sogno, quello di diventare qualcuno di importante, e ci era riuscito grazie alle sue forze e i suoi sacrifici vennero ripagati, forse i suoi fratelli non avevano ancora ben chiaro questo concetto.
Essendo Domenica, Michael dovette andare da solo, con nessun bodyguard al suo fianco e guidò la macchina da solo.
Lui sapeva fare ogni cosa: cantare, ballare, disegnare, dialogare in maniera eccellente, creare musica, ma la sua unica pecca era guidare.
Dovette prendere la patente perché fu costretto da sua madre, e Michael era un vero imbranato a guidare.
Arrivato alla grande Villa, doveva parcheggiare la macchina, fece delle manovra che urtavano contro i muri e pesino gli alberi.
«Cavolo.» sussurrò il cantante sentendo la enorme botta, e cacciò uno sbuffo «Vediamo ...» continuò a fare altre manovre ma non faceva altro che urtare contro gli alberi finendo la macchina all'interno di essi «Beh ora sono nella foresta.» scese dalla macchina stando attento ai rami, mentre Katherine che aveva sentito tutto, andò incontro al figlio.
«Michael! Oh santo cielo ma che hai combinato?» disse Katherine guardando il figlio che cercava di andare verso cofano per prendere i regali.
«Un disastro, ora sono Tarzan.» bottò con tono scocciato tentando di stare attento ai rami degli alberi.
«Aspetta che ti aiuto.» disse Katherine aiutando il figlio, ma un ramo non smetteva di stare attaccato ai capelli del fanciullo.
«Dannazione! Ahi!» la madre rise all'espressione del figlio.
«Lascia fare a me tesoro.» Katherine scacciò alcuni rami che aveva addosso il ragazzo, facendolo così liberare. Michael sospirò sollevato.
«Guidare non fa per me.» appuntò il moro mettendo una mano dietro alla nuca ridacchiando, mentre la donna aiutava il figlio con le buste.
«Quanti regali hai preso?» domandò la madre prendendo le enormi buste con dentro i giocattoli che aveva scelto con Sandie.
«Come sai ho un grande debole per i miei nipoti, e voglio che loro siano felici con le cose più semplici.»
«Oh tesoro mio.» mormorò la donna con il cuore sciolto dalla tenerezza, lei era esattamente come lui.
[...]
«Campanellino!» esclamò il ragazzo dai capelli ricci accogliendo con un caldo abbraccio sua sorella Janet, lei era l'unica che amava, di cui aveva il debole più grande rispetto agli altri fratelli, era quella più sincera, più simpatica ma sopratutto la più fedele. Michael la adorava immensamente, era innamorato di sua sorella. Lei era Janet Jackson, altra star della musica della famiglia Jackson dopo suo fratello Michael. Aveva raggiunto il successo mondiale con il suo album Rhythm Nation 1814, divenne la prima artista donna ad essere nominata al premio Produttore dell'anno e vincendo un Grammy come Miglior video musicale di lunga durata per il mini-film Rhythm Nation 1814, nella quale aveva preso ispirazione per il video da suo fratello stesso, al cortometraggio di Capitain Eo, nella coreografia della canzone. We are here to change the world.
«Peter!» esclamò la sorella dai capelli ricci stringendo a sé il suo amato fratello «Ow quanto mi sei mancato ...» mormorò poi lei.
«A chi lo dici, come sono felice di vederti dolce sorellina.» disse Michael tenendola stretta a sé tra le sue braccia.
«Andiamo fuori, ci sono i nostri fratelli e i bambini.» lui annuì, pregando che andasse tutto bene, e andarono fuori nel grande giardino della villa in cui c'erano i bambini giocare tra loro, ma appena videro Michael gli undici nipotini corsero verso di lui abbracciando lo zio fino a farlo cadere.
«Zio! Sei venuto!» urlarono con tono felice i bambini, lui rise con il cuore riempito dalla felicità.
«Certo che sono venuto, oh piccoli miei come siete cresciuti, mi siete mancati tantissimo.» mormorò il ragazzo accarezzando ad ognuno le testoline dei nipotini.
Nel frattempo i fratelli di Michael videro quella scena con un espressione disturbata, come se non fossero felici di avere il fratello in casa. Era un grande peccato che quella famiglia si stava sgretolando a causa delle varie incomprensioni, essi si dimostrarono molto falsi nei confronti del fratello, gli unici a sostenerlo erano Janet e sua madre.
«Allora? È arrivato Michael?» domandò Joseph uscendo dal bagno sistemandosi i pantaloni.
«Si, è fuori con i bambini a giocare.» rispose Marlon bevendosi un bicchiere di Pepsi.
«Oh beh, vado a dargli un salutino.» accennò il padre andando verso il giardino, e vide il figlio giocare allegramente con tanta gioia, proprio come un bambino, insieme ai suoi nipoti. Joe scosse la testa, pensò subito che se avrebbe avuto ancora questo atteggiamento infantile avrebbe rincorso a dei guai molto grossi «Michael!» esclamò l'uomo, il ragazzo udì la voce austera di suo padre. Si bloccò, divenne bianco in volto dalla paura, era da troppo che non lo vedeva e ogni volta che sentiva la sua voce ripensava a quei bruttissimi momenti della sua infanzia.
«Zio, tutto bene?» domandò Brandi con tono preoccupato, lui rispose con un sorriso rassicurante e si alzò in piedi.
«Voi continuate a giocare, io vado a salutare a nonno Joe, fate i bravi e state attenti a non farvi male.» i bambini esclamarono con un "si zio!" lui sorrise andando verso suo padre, e piano piano con forza e coraggio metteva da parte tutte le sue paure «Ciao Joseph.» disse Michael con tono freddo.
«Ciao Michael, ti trovo in forma.» precisò il padre guardando il figlio dalla testa ai piedi mettendolo in soggezione.
«Grazie.» rispose il figlio con un sussurro. Ma poi Katherine gridò ai bambini che il pranzo era pronto «Andiamo.» mormorò il ragazzo andando verso la porta di casa e il padre scosse la testa mentre guardava il figlio camminare con le mani dentro alla sacca.
"Non cambierà mai"
«Mamma queste crêpes ripiene di vuna e salsa allo yogurt sono squisite.» disse Michael pulendosi educatamenfe la bocca con il tavogliolo.
«Grazie amore di mamma, e a voi, vi è piaciuto l'arrosto con le patate?» domandò la donna per avere un parere dai nipotini e dai figli.
«È delizioso nonna! Dopo posso avere un'altra porzione?» domandò il piccolo Taj con voce dolce.
«Taj hai già mangiato due porzioni direi che basta no?» lo riprese Tito, suo padre, con voce austera.
«Dai Tito lascialo stare.» mormorò Michael difendendo il nipote, ma l'espressione di Tito divenne minacciosa mei confronti del fratello.
«Io sono suo padre Michael non tu!» esclamò con rabbia il fratello paffuto, e Michael ci rimase molto male a quella reazione. Gli occhi divennero lucidi e la bocca serrata, pensò subito che era stato un errore a venire.
«Ehi ehi calma calma, infondo non ha detto niente di male Tito.» interveni Rebbie cercando di calmare il fratello.
«S-scusa ...» sussurrò il piccolo Taj sentendosi tremendamente in colpa.
«Taj non scusarti, nonna dopo ti da un'altra porzione okay?» il bambino annuì con un mezzo sorriso, così la nonna accontentò il bambino con un'altra porzione di arrosto e patate. E mentre tutti stavano cenando silenziosamente Michael decise di parlare di un evento importante.
«Vi devo dire una cosa importante.» disse Michael posando le posate sul piatto.
«Ovvero?» domandò Jackie con tono curioso.
«Ho ricevuto una lettera dal presidente degli Stati Uniti, e mi ha invitato alla casa bianca dopo domani.» disse il cantante con un mezzo sorriso, ma tutti restarono impassibili.
«Sai che novità, è la seconda volta che un presidente degli Stati Uniti ti invita alla casa Bianca.» rispose Jermaine con tono strafottente portandosi in bocca un pezzo di arrosto.
«Jermaine non rispondere così, comunque è fantastico fratellone!» esclamò Janet entusiasta della notizia.
«Grazie Janet.» "non sarei dovuto venire qui" pensò il moro leccandosi le labbra, voleva andarsene e liberarsene da quella tremenda atmosfera che c'era in quella casa, tornare nella sua amata Neverland; andare sulle sue amate giostre oppure scrivere una nuova canzone per il suo prossimo album.
«Zio, dopo possiamo aprire i regali?» domandò Tj con voce dolce ed eccitata, Michael si distrasse subito dai brutti pensieri e sorrise a quella domanda.
«Certo, quando avete finito di mangiare andiamo in salotto ad aprire i regali okay?» i bambini esclamarono con un "si!"
«Michael vuoi un po' di vino?» domandò Joseph servendosi un bicchiere di vino rosso.
«Mh? Si grazie Joseph, ne gradirei un po'.» accettò il moro mentre il padre gli serviva il vino nel bicchiere e ne bevve un sorso.
Dopo il pranzo i bambini corsero in salotto per aprire in regali dello zio, Michael li seguì ridendo felice e incominciò a distribuire i regali dalle enormi busti a ciascuno dei suoi nipotini. Sembrava Natale, il momento in cui Babbo Natale distribuiva i regali ai bambini. E Michael era come un Babbo Natale.
«Oddio zio che bello! Il gioco di super Mario!» esclamò Taj con tono felice mentre Brandi scartava la carta curiosa per vedere cosa c'era, i suoi occhi si illuminarono quando vide la bambola che desiderava.
«La bambola che desideravo da molto tempo, grazie grazie grazie!» esclamò con tono commosso la bambina e abbracciò lo zio fortemente. Il cuore del ragazzo era colmo di gioia, quando vedeva i suoi nipoti felici non poté fare a meno di cacciare una lacrima di commozione, per lui i nipoti, ma anche i bambini in generale erano tutto per lui.
Andò dalla nipote più piccolo Jaimy, di soli due anni e mezzo.
«E per te amore dello zio, questo è per te.» il piccolino lo aprì, ed era il pupazzo che aveva scelto con Sandie e lui sorrise contento «Ti piace piccolino?» annuì con la testa, il cuore del cantante si intenerì, guardò i bambini giocare allegramente con i regali dello zio, Sandie fu un grande aiuto per lui quel giorno, e lo ricordò con il sorriso.
"Sandie ... grazie"
Dopo lo scarto dei regali Michael parlò con il ragazzo di Janet bevendo insieme a lui qualche bicchiere di vino.
Divenne brillo e decise di dirigersi quella che era la sua vecchia camera, si stese sul letto a pancia in su e chiuse gli occhi, voleva dormire ma qualcuno bussò alla porta.
«Avanti.» entrò la figura di sua madre.
«Tesoro, sono io.» sussurrò Katherine con voce dolce.
«Vieni mamma.» mormorò lui con tono stanco e la madre si sedette accanto a lui.
«Tutto bene?» domandò preoccupata.
«Mi sa che ho bevuto troppo, mi sento la testa scoppiare.» sussurrò il moro mettendo una mano sulla fronte.
«Vuoi una tazza di camomilla?» scosse la testa
«Vorrei andare a casa.» rispose poi il ragazzo con tono stanco, la donna ci rimase male a quell'affermazione.
«Ma tesoro.»
«Sono venuto solo per te e per i bambini mamma, non vedi come hanno cercato di mettermi a disagio, tutto questo solo perché sono-»
«Michael ti prego.» interruppe la madre.
«Mi sento così so-» stava per dire solo, ma si interruppe, pensò subito ad una ragazza, Sandie. Con lei non si sentiva solo, si sentiva capito e ben voluto da una ragazza così gentile e dolce come lei.
«Così?» domandò la madre per far parlare il figlio.
«Mh? No niente.» rispose alla fine chiudendo gli occhi.
«Dai, parliamo di cose belle, ragazze? Brooke?» lui cacciò un sospiro.
«Lasciamo perdere, non mi va di parlare di lei. Piuttosto. Sto facendo amicizia con una ragazza.» confessò il moro aprendo gli occhi sorridendo.
«Oddio! Chi è?!» domandò la madre esaltata.
«È l'assistente di Klein, si chiama Sandie.»
«È bella?»
«Uhm ... beh ... ecco.» borbottò con tono imbarazzato.
«Si è bella.» affermò la madre, il modo annuisce ridendo e alzò il busto stando poi seduto composto sul letto.
«Sto facendo amicizia con lei, e ne sono molto contento di questa cosa.» mormorò lui con tono contento.
«Allora tienila stretta Michael, me lo prometti?» domandò la madre mettendo una mano sulla spalla.
«Certo mamma, poi lei è così dolce. In vari aspetti siamo davvero molto simili, poi in campo del lavoro e nello studio è una professionista e pensare che ha solo ventitré anni. Sai, sta ancora all'università.» spiegò lui.
«Caspita, giovanissima.» puntualizzò la donna.
«Già, ma molto ingamba.» appoggiò la testa sulla gamba della mamma.
«La mamma ti ama tanto lo sai questo vero?» domandò la donna accarezzando la testa del suo amato figlio.
«Si mamma.» sussurrò rilassato delle dolci carezze della madre. Aveva ragione, doveva tenere stretto Sandie, e si promise a se stesso di non lasciarla andare, ma sopratutto di provare a fare amicizia con lei.
[5 Aprile 1990]
Finalmente arrivò quel giorno, Michael incontrò il 41° presidente degli Stati Uniti, George Herbert Walker Bush, nel Rose Garden della Casa Bianca, residenza e ufficio del Presidente in carica, simbolo di potere, e icona della città di Washington, centro ideale degli Stati Uniti d'America. La struttura comprendeva un complesso architettonico il cui centro era un palazzo bianco di stile neoclassico.
La villa si presentò come un grande parallelepipedo appoggiato sulla base lunga, con al centro due piccoli bracci costituiti dai porticati degli ingressi nord e sud. Le ali laterali erano visibili solo dall'ingresso sud. Due ordini di finestre, al piano terra con cornici di gusto rinascimentale, quelle del piano nobile semplici ed eleganti nello stesso tempo.
Tra una finestra e l'altra dell'intero edificio sono presenti eleganti lesene ioniche. Il tetto era contornato da un'elegante balaustra. L'ingresso nord presentò un alto pronao sorretto da otto snelle colonne ioniche con frontone triangolare. Il lato sud presenta una forma absidale che segue le forme interne della famosa Blue Room. Lo Studio Ovale del presidente si trova nella West Wing della Casa Bianca. L'aspetto esterno nel complesso è di un edificio imponente, ma leggero. Gli interni erano nel complesso eleganti, ma non ricchi di decorazioni come i contemporanei palazzi europei, sottolineando che si trattava di una residenza presidenziale.
La Casa Bianca comprendeva: sei piani e 5.100 m 2 di superficie, 132 camere e 35 bagni, 412 porte, 147 finestre, ventotto caminetti, otto scale, tre ascensori, cinque chef a tempo pieno, un campo da tennis, una pista da bowling, un cinema, una pista da jogging, una piscina e un putting green.
Durante una cerimonia venne premiato dal Capital Children's Museum come "Miglior Intrattenitore degli Anni 80".
Il Re del Pop, da sempre impegnato a favore dei bambini, ricevette anche un premio speciale per la sua intensa attività filantropica.
Mentre il presidente Bush, davanti alla stampa, definì Jackson "un punto luminoso tra coloro che si dedicano alle cause umanitarie"
In quel ragazzo dai capelli ricci ritornarono le emozioni di quando visito la prima volta la casa bianca e il presidente degli Stati Uniti, era il 1984 ed era all'apice del successo grazie a Thriller, fu una giornata memorabile per il Re del Pop.
Nel frattempo Sandie era andata a fare un po' di compere per conto suo, essendo Domenica approfittò di andare in vari negozi, e dopo essere stata ad un negozio di abbigliamento senza aver comprato nulla andò in un negozio di musica, entrò e trovò il paradiso. Vinili, poster, videocassette, audiocassette, radio, giradischi e strumenti musicali.
All'inizio aveva intenzione di comprare di nuovo l'audiocassetta dell'album di David Bowie "Let's Dance" e dopo averla trovata l'occhio di Sandie cadde sulla audiocassetta di Bad, l'album di Michael Jackson uscito tre anni prima. Lei non lo aveva comprato quando uscì perché all'inizio non ne era interessata, ma iniziando a conoscerlo e sopratutto curiosa di sentire le sue canzoni, decise di comprarlo, insieme a Thriller e Off the wall. Andando nel reparto vinili, acquistò di nuovo l'album "The Dark Side of moon" dei Pink Floyd e gli album di Michael.
Quel negozio vendeva anche dei libri musicali, libri inerenti agli artisti con varie biografie o scritte proprio dagli artisti, oppure libri di spartito.
Sandie vide la in esposizione l'autobiografia di Michael "Moonwalk" [1*] uscito invece l'anno precedente. Costava solamente 10$ e decide di prenderlo.
Alla cassa arrivo in totale a spendere almeno 50$, un po' troppo per delle "stupidaggini" come direbbe sua madre. Ma lei adorava spendere i soldi nelle cose che la rendevano felice, la madre era una donna che ci teneva molto al denaro, ma nonostante ciò Sandie trattava il denaro con cura e molto rispetto.
Mentre tornava a casa vide una signora anziana che cadde a terra, gli altri ragazzi la guardavano senza aiutarla, l'espressione di Sandie divenne disgustosa verso quei ragazzacci, e decise di aiutare quella povera signora caduta accidentalmente a terra.
«Aspetti signora lasci che l'aiuti.» disse con tono gentile la ragazza verso l'anziana signora.
«Oh ti ringrazio cara.» mormorò la signora anziana con voce dolce e roca, Sandie le dette la mano ed ella ricambiò il gesto con il cuore tra le mani aiutandola ad alzarsi.
«State bene? Tutto okay?» domandò la giovane preoccupata.
«Sto bene cara, che Dio ti benedica ... al giorno d'oggi i ragazzi sono così cambiati ma menomale che ci siano giovani come te ...» a quella annotazione la ragazza non poté fare a meno di sorridere.
«Signora vuole che l'accompagna a casa?» domandò la fanciulla con tono gentile.
«Non c'è ne bisogno abito proprio in questo vicoletto. Ti ringrazio ancora per avermi aiutata bella fanciulla.»
«Non c'è di che, si figuri. Stia attenta mi raccomando.» la signora annuì e ringraziò la ragazza dagli occhi verdi, e se ne andò lentamente verso il vicolo in cui abitava.
La ragazza sospirò, e riprese il tragitto a tornare a casa.
Nel frattempo Nicole era stesa sul divano a leggere una rivista di moda, e tutto un tratto sentì la porta aprire, e vide la figura della sorella maggiore entrare in casa, notando poi delle buste.
«Vedo che hai fatto delle compere, cosa hai comprato?» domandò la riccia curiosa.
«Audiocassette, vinili e libri.» mormorò la ragazza mentre si toglieva le scarpe.
«Spero che tu abbia preso qualcosa di diverso, non fai altro che prendere roba di David Bowie, sopratutto dei doppioni visto che rompi sempre le audiocassette.» Sandie cacciò un sospiro in segno di scocciatura.
«Vedo che i fatti tuoi non li fai mai adelfì.» affermò la ragazza andando verso il tavolo per appoggiare le buste. Nicole si alzò dal divano andando verso la sorella per vedere le sue compere.
«Voglio vedere cosa hai comprato.» disse con tono eccitato.
«No dai, lascia stare.» disse Sandie prendendo a se le buste.
«Invece io voglio vedere!» esclamò lei ritraendo le buste.
«Nicole smettila!» iniziò così una guerra tra sorelle, Sandie riprese le buste ma Nicole le afferrò con forza «No ridammeli!» esclamò arrabbiata, ma Nicole le fece il dito medio, pescò a caso dentro alla busta e cacciò il vinile di "Bad". Rimase di stucco.
«Michael Jackson?» la ragazza arrossí, e Nicole controllò cos'altro aveva preso su di lui.
«Hai preso sia il vinile e l'audiocassetta del suo nuovo album, in più hai preso anche la sua autobiografia. Ti sta piacendo?» domandò la sorella con il sorriso.
«Beh ... ecco ... Milly me ne parla sempre e mi ha contagiato, sai come sono fatta, sono curiosa. Quando mi intersssa qualcosa prendo tante cose inerente a quell'argomento.» mentì da una parte, non voleva che Nicole sapesse che conosceva in persona Michael Jackson, o almeno non in quel momento.
«Come fai con Lady Diana.» puntualizzò la sorella.
«Beh ... si diciamo.» mormorò la ragazza sistemando una ciocca dietro all'orecchio.
«Tu ne esci pazza per quella donna, per non parlare di come hai ridotto il diario del primo anno di liceo, lo hai tappezzato di sue foto che hai ricavato dalle riviste. Per un momento ho pensato che fossi lesbica.» ironizzò la ragazza riccia ridacchiando alla fine.
«Ma insomma Nicole!» rise, e Sandie andò in cucina alzando le braccia sconvolta «È una donna che amo e che stimo molto, è una grande ispirazione per tutti noi. Mi auguro che stia bene in questo momento visto che Carlo le sta facendo di tutti i colori.» mormorò prendendo dal frigorifero della frutta, intanto che Nicole accese la televisione.
«Parlando del Re del pop c'è Michael Jackson in televisione.» Sandie corse subito in salotto come un fulmine e Sandie vede Michael in tv insieme al presidente degli Stati Uniti, vedeva la star in tutta la sua bellezza, indossava un vestito nero attillato con almeno due grandi medaglie sul petto. Aveva quattro cinture di cuoio rosso con grandi fibbie d'argento. Una cintura era intorno alla vita e altre tre intorno alla sua gamba sinistra, due sopra il ginocchio e una sotto. Delle scarpe nere con delle scaglie argentate lucide. Lunghi capelli neri diritti. Sembrava un Dio greco.
Sandie rimase incantata, lei quando era in Grecia di ragazzi bellissimi ne aveva visti parecchi, ma mai come Michael Jackson, mai come lui, e lei non lo considerava come una star mondiale, ma come un semplice essere umano dotato da una grande dolcezza, estrema generosità ma sopratutto di un talento da far inchinare al sottoscritto.
«Certo che è un gran pezzo di manzo.» disse Nicole osservando la celebrità con uno sguardo interessato, Sandie ridacchiò appena all'affermazione della sorella.
«Ora il presidente Bush consegnerà a Jackson il premio come miglior intrattenitore degli anni 80'» disse lo speaker mentre il presidente degli Stati Uniti strinse la mano a Jackson, che in quel momento era leggermente emozionato davanti a lui e consegnò il premio al cantante.
«Cazzo, mi hai fatto venire voglia di ascoltare le canzoni di Michael!» esclamò la sorella con tono voglioso.
«Non rompere Nic, voglio guardare e per piacere sta un po' zitta, o ti tappo la bocca con lo scotch» minacciò con tono ironico la ragazza dai capelli color cioccolato, e la riccia sbuffò scocciata.
«Non ho per niente paura di te stellina, anche perché non saresti capace di far del male nemmeno ad una formica.» affermò la ragazza stuzzicandola con un sorriso furbo, e lei ridacchiò con gli occhi incollati alla televisione.
Le sue iridi chiare e verdi, dominavano la figura alta e snella di Michael, era come ipnotizzata e vedeva dalla Tv lo stato di emozione del cantante, di quando gli consegnarono il premio, e della stretta di mano. Sorrise a quella visione, e pensò a quanto lui fosse umile e bello. Un essere umano meraviglioso, e in quel momento si sentì fortunata ad aver conosciuto un uomo speciale come Michael Jackson. E pian piano quella conoscenza stava diventando una grande amicizia.
[...]
«Sandie io esco con William, e penso non tornerò stasera.» disse Nicole prendendo la borsa appoggiata sul tavolo.
«Va bene siate prudenti.» fece una furba espressione «E usate il preservativo.» sussurrò alla sorella facendole l'occhiolino.
«Insomma Sandie fatti i cazzi tuoi.» rise e lei se ne andò sbattendo la porta.
La ragazza dagli occhi verde chiaro come le pietre andò in camera da letto a mettersi il pigiama, e dopo di che si stese sul letto a pensare a tante cose, non solo nella sua situazione sentimentale, ma anche intima.
«E pensare che sono vergine ... anche a me piacerebbe avere un ragazzo»
"Chissà come sarà la mia prima volta, spero dolce ma focoso allo stesso tempo. Un po' mi vergogno a non aver perso prima la verginità, ho ventitré anni e sono ancora pura e intatta ... oh insomma Sandie! Basta! Arriverà il momento anche per te sii paziente!"
Mentre pensava prese il pupazzo che le aveva regalato Michael, e lo chiamò semplicemente Bunny, guardando gli occhi dolci del giocattolo
«Chissà come sta Michael e chissà cosa starà facendo ...» pensò la ragazza dagli occhi verdi ad alta voce e cacciò un piccolo sbuffo.
Ad interrompere i suoi pensieri fu lo squillo del cellulare di casa, allungò il braccio per prendere la Cornetta che aveva sul comodino e rispose.
«Pronto?»
«Sandie.» era la voce di Michael e lei sorrise all'instante appena sentì la sua dolce voce.
«Michael, ti stavo pensando in questo momento. Sai ho ti ho visto in tv questo pomeriggio, congratulazioni.» congratulò la mora con un sorriso sincero e felice. Lui sorrise dall'altra parte della cornetta.
«Ti ringrazio Sandie, sei sempre molto gentile.» commentò il ragazzo sistemando la testa sul cuscino.
«Ma di che, figurati. Com'è andata alla fine con i tuoi nipoti?» domandò poi interessata a sapere com'era andata con i regali per i nipoti del cantante.
«Oh Sandie, ti ho chiamato per dirti questo. Non ti ho chiamato prima perché ho avuto da fare, ma i bambini hanno adorato e amato i regali che abbiamo scelto insieme. Non li ho mai visti così felici, ti ringrazio molto Sandie.» mormorò con tono felice il ragazzo.
«È stato solo un piacere per me.» commentò poi la ragazza con sincerità.
«Ho notato che sei molto esperta su queste cose.» annotò lui.
«Si, perché durante il liceo ho fatto volontariato per cinque anni. Mi piacerebbe riprendere ma purtroppo gli esami non mi fanno tregua.» lui sorrise a quella spiegazione.
«Capisco, in Grecia hai fatto volontariato?»
«Si esatto.»
«Capisco, immagino anche tu ami i bambini quanto me.» puntualizzò il ragazzo.
«Proprio così, sono delle creature meravigliose, la cosa più bella di loro oltre la loro innocenza negli occhi è che non sono capaci di giudicare come fanno gli adulti.» il sorriso del cantante svaní all'affermazione della ragazza.
«Sandie, mi hai letto nel pensiero.» disse il cantante con tono neutro.
«Eh?»
«Perché anche io condivido la stessa cosa, io perciò mi trovo meglio con i bambini piuttosto che con gli adulti. Loro non mi giudicano, non sono come gli adulti di cui non fanno altro che giudicare e intromettersi nella vita degli altri.» spiegò lui con tono spezzato dalla tristezza.
«Michael, ti sento la voce rotta, stai bene?» domandò lei preoccupata.
«Sto bene, tranquilla. Sono solo un po' stanco.» rispose lui, e lasciò cadere una lacrima dal suo dolce viso.
«Non mentire Michael ti prego, se c'è qualcosa che non va devi dirmelo, io ti voglio aiutare.» mormorò lei con voce morbida e sincera.
«Sandie ... sei cosi cara.» disse il moro con il cuore che batteva.
«No è che ...»
«Mh?»
«Non voglio che tu stia male.» mormorò lei mettendo una mano sul petto.
«Oh basta, parliamo di qualcosa di più allegro, se non hai da fare.» ridacchio il ragazzo.
«Ma no, mi sto annoiando e poi ...»
«Mh?»
«Mi fa molto piacere ... parlare con te.» disse la ragazza imbarazzata, si toccò le guance e le aveva rosse e calde dalla vergogna.
«A-anche me Sandie.» i due fanciulli sorrisero e così iniziarono a parlare di fatto allegri.
«Così alla fine sono caduta sbattendo il sedere per terra, ed Ethan mi aveva avvisato cinque secondi prima della caduta che dovevo stare attenta al pavimento bagnato.» disse la ragazza ridendo ricordando quel divertente episodio accaduto due anni fa all'università.
«La cosa bella è che tu hai detto "sta tranquillo" e boom, sei caduta. Ma poi ti sei fatta male?» domandò il cantante con tono preoccupato.
«Beh ... si, ma è stato divertente.» rispose la ragazza con un sorriso.
«Immagino, avrei voluto vedere molto volentieri la scena.» all'asserzione del moro, la ragazza dai capelli bruni emanò il broncio.
«Sappi che mi sento offesa.» disse la ragazza con un finto broncio, ma lui rise col la sua risata cristallina.
«Non voglio essere scortese ma non riesco a non immaginare la scena.» i due fanciulli risero insieme, e l'occhio di Sandie cadde all'orologio e pensò che era passato molto tempo da quando l'aveva chiamata.
«Il tempo passa, siamo da almeno due ore che parliamo al telefono.» ribadì la ragazza con tono ironico.
«Potrei parlare al telefono con te per tanto tempo, mi tieni davvero compagnia Sandie, non so davvero come ringraziarti.» rispose il ragazzo con tono dolce, quasi come un sussurro.
«Michael, non devi ringraziarmi, a me non puoi capire come mi fa piacere far star bene le persone con le cose più semplici, ad esempio questa telefonata.» dichiarò la ragazza con tono sincero.
«Sandie ... sei così dolce, io e te saremo ottimi amici.» previde il cantante con tono convito e fiducioso.
«Puoi starne certo, saremo dei grandi amici. A proposito, devo far sapere a Klein la data della prossima visita.» disse Sandie ricordando al cantante della visita.
«Mettimi il 24.»
«Non è pò tardi?»
«Calcola che tra meno di due settimane è Pasqua, e poi sono pieno di impegni.» ribadì il cantante mettendo una mano sulla fronte.
«Capisco.» disse Sandie cacciando poi uno sbadiglio.
«Hai sonno Sandie, va a dormire.» mormorò il cantante.
«No dai, parliamo ancora un po'.» mugugnò la ragazza.
«No Sandie, hai bisogno di dormire.»
«Daiii!»
«Non si discute, va a dormire.» disse poi il moro con tono serio e a quel punto la ragazza dovette arrendersi.
«E va bene, sei peggio di mia madre.» il ragazzo rise dall'altra parte della cornetta.
«Lo dico per te, perché ti voglio bene.» affermò poi lui con tono dolce.
«Anch'io ti voglio bene Michael.» ricambiò lei con tono morbido.
«Buonanotre Sandie.»
«Buonanotte Michael, cerca di dormire anche tu, e ricorda che sei hai bisogno di vedermi o di telefonarmi non esitare a contattarmi.» raccomandò Sandie stando sempre in pensiero per lui.
«Grazie Sandie, lo stesso vale anche per me, ora va a letto. Buonanotte.» disse lui con tono solenne ma dolce.
«Notte.» a quel punto dopo due ore finirono la chiamata. E Sandie si stese sul letto con Bunny stringendolo tra le sue braccia, guardò il soffitto incominciando a pensare.
La ragazza aveva una strana sensazione. All'ultima parte della conversazione percepiva nel cantante una voce abbacchiata, come se stesse chiamando aiuto, oppure come se stesse dicendo "sono solo, ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino" Sandie non aveva mai conosciuto una celebrità, e si era ipotizzata che esse erano le persone più felici del mondo con tutti quei soldi e quei fan che svolgevano un ruolo meraviglioso di supporto e di profondo amore verso la star. Ma si sbagliava. Quando conobbe Michael vide in faccia la realtà.
"Ho la sensazione che Michael sia molto solo e infelice ... solo a pensare lui in quel modo, mi si spezzerebbe il cuore."
1] Moonwalk è un libro autobiografico scritto da Michael Jackson nel 1988, pubblicato dalla casa editrice Doubleday.
Per chi è fan di Michael (oppure chi è fan da poco, o che vuole conoscere al meglio il re del pop) è un libro che va assolutamente letto. Ve lo consiglio vivamente!
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