[CAPITOLO 50]



3 Febbraio 1992

Ore 6:34 a.m

Michael era sveglio da un paio d'ore, era allo zoo del suo amato Neverland Vallery ranch.
Aveva Bubbles in braccio, incollato tra le braccia del padrone mentre quest'ultimo dava da mangiare agli altri animali.
«Ciao Luois, come stai?» il lama tirò fuori la lingua e Michael fece un passo indietro per poi ridacchiare «Dai Louis, non mi va di avere degli sputi per colazione, ora ti do qualche foglia, però fa il bravo okay?» il ragazzo dette delle foglie al lama e l'animale coccoloso dal pelo morbido mangiò con gusto le foglie con quei denti davvero buffi.
Bubbles, da amico, ne prese una anche lui dandone poi al lama, egli la mangiò cacciando poi un sorriso buffo con i denti, dopo che aveva finito di mangiarla.
«Come siete buffi.» mormorò Michael ridendo.

Era di fronte al laghetto, da solo, faceva molto freddo poiché era inizio febbraio, stava per sorgere l'alba. Il sonno ormai era andato e non voleva dormire. Voleva vedere l'alba tramite lo specchio d'acqua del lago.
Una scena meravigliosa e così artistica, un po' come facevano i pittori dell' impressionismo.
Il vento non mancava mai.
Michael adorava il vento.
Per lui lo considerava come una musica rilassante.
Chiudeva gli occhi mentre il vento gli passava intorno, per poi scompogliare leggermente i suoi capelli ricci.
Nonostante fosse un'immagine così artistica, vedere proprio un'artista vedere aspettare l'alba allo stesso tempo era triste.
Rispecchiava un po' anche la solitudine.
Michael, avrebbe voluto che ci fosse stata una persona al suo fianco.
E quella era Sandie.
Sospirò mentre giocherellava con un ciuffetto d'erba.
Si sentiva solo.
Ma si sentiva abituato a questo.
Era sempre stato un uomo molto solo.
«Non riesci a smettere di pensare a me eh? Bimbo.» disse una voce a lui conosciuta, si girò dall'altra parte ed era Sandie che sorrideva, lui ridacchiò e si diede un pizzicotto sulla guancia. Gemè dal dolore e Sandie non c'era più.
Sospirò e mise una mano sulla fronte completamente esausto.
«Mi domandò quando smetterò di pensare a te Sandie.» disse tra sè a sè.
«Mai.» si girò ed era dietro di lui in piedi che ridacchiava «Tanto lo so che non mi dimenticherai neanche se morirò.» disse lei con tono ironico.
Michael sospirò irritato.
«E dai, stavo solo scherzando, come sei diventato permaloso.» disse la ragazza ridacchiando che nel mentre Michael si messaggiava la tempia.
«Sono serio Sandie.» affermò poi.
La ragazza smise di ridacchiare e lo guardò con occhi tristi, pieni di angoscia e anche malinconia.
«Davvero vuoi che la tua mente elimini il nostro primo incontro?»
No.
«Davvero vuoi che la tua mente elimini tutti i nostri momenti passati insieme?»
No.
«Davvero vuoi che la tua mente elimini i nostri sorrisi?»
No ...
«E ... vuoi davvero che la tua mente mi cancelli definitivamente in modo tale da non essere mai esistita?» domandò con voce strozzata.
«Smettila Sandie!» urlò il ragazzo girando verso di lei.
«Perché mi fai ancora del male?» domandò Sandie per poi scoppiare a piangere, lui dal cuore pieno di senso di colpa, andò verso di lei. Per poi abbracciarla in modo tenero e delicato.
Come aveva sempre fatto.
«In realtà, ci stiamo facendo del male entrambi.» puntualizzò il cantante, mentre la ragazza ricambiò il gesto «Solo a guardarci negli occhi, se ci pensi dentro di noi ci pervade un senso di dolore, malinconia, nostalgia, e una tristezza indescrivibile. Chissà perché proviamo questi sentimenti così angosciosi Sandie ... vorrei tanto avere una risposta.» lei aveva la risposta, perché lo amava, lo amava più di ogni cosa preziosa al mondo.
Avrebbe dato la luna, l'impossibile per rendere felice quel ragazzo.
Invece il cantante, era ancora incerto e confuso dei suoi sentimenti.
Non vedeva da Sandie da quasi quattro mesi, e sembrava che la tua vita fosse tornata quella di prima, ma con la differenza di sembrare che Sandie non fosse mai andata via dalla sua vita.
«Com'è possibile? Dimmelo?» disse il ragazzo prendendole il viso «Non ti vedo da giorni, ore, mesi, secondi, minuti. E tu sei sempre qui con me, non lasciandomi mai solo. E ne sono consapevole che questa è tutta un allucinazione.» dissi con la consapevolezza tra le mani.
«Starti accanto, Michael, è la mia felicità, tu sei il mio posto felice. Il mio posto più bello è dove sei tu. Dove sei tu, in ogni luogo, io sono la donna più felice del mondo.»
«Oh Sandie.» era consapevole che era tutto un allucinazione, ma voleva godersi il momento di stringere e sentire a modo suo il calore di quella ragazza.
Desiderava sentire il suo corpo, e non della semplice aria, lo stesso valeva per i suoi capelli, per le sue braccia, per la sua schiena e per il suo dolce viso.
Michael si rese conto di quanto le mancasse, e di come si fosse comportato da idiota e di averla lasciata andare.
Dopo la loro definitiva chiusura, Michael aveva rivisto il buio nella sua vita un'altra volta.
E lui si sentiva soffocare e frustato.
Voleva dimenticare Sandie a tutti i costi ma non ci riusciva, quella ragazza divenne un tatuaggio per il suo cuore.
Ma non si rese conto, che quella ragazza aveva tatuato il cuore del fanciullo con il suo nome già dal loro primo incontro.

«Mr Jackson?» domandò Candice guardando il suo capo in modo strano.
Michael tornò alla realtà e arrossí come un peperone per il fortissimo imbarazzo «Va tutto bene?» domandò preoccupata la domestica e Michael si punzecchiò il naso.
«Oh si, uhm ... stavo provando una coreografia di ballo. Ci deve essere una ragazza e quindi beh ...» Candice sorrise in modo tenero e dolce a quel ragazzo così ingenuo e puro come una colomba.
Voleva chiedere di Sandie, di quella ragazza di cui lui era così tanto legato. Erano mesi che non la vedeva.
Pensò che tra i due ci fosse stato un litigio che li abbia fatti separare, perciò, non osò chiedere di lei.
«Venite dentro Mr Jackson, o prenderete freddo, vi preparo qualcosa di caldo.» Michael nel frattempo era impegnato a guardare l'alba che sorgeva.
Sorrideva.
Sorrideva con il suo luminoso sorriso.
Adorava vedere l'alba insieme al crepuscolo, sarebbe rimasto le ore bloccato a vedere quei momenti della giornata per sempre.
«Non trovi che sia meraviglioso?» domandò il ragazzo sedendosi sul prato non staccandosi gli occhi dal cielo. Candice andò vicino a lui per sedersi, guardando l'alba con lui.
«È meraviglioso, sai ringrazio sempre il buon Dio che sono ancora viva per vedere queste meraviglie della vita.» il cantante annuì in segno di accordo.
Gli occhi del cantante si illuminarono della luce dell'alba, sbatté lentamente le palpebre rimanendo sempre immobile, come se fosse ipnotizzato.
Ma infondo? Come si può non rimanere
incantati dalla bellezza della vita?

«Non volete una tazza di latte caldo?» Michael scosse la testa.
«Al mattino preferisco una spremuta di arancia, sai, mi da molta energia.»
«Allora la preparo subito Mr Jackson.» scosse la testa.
«Lascia fare a me, tu intanto accomodati Candice, e poi non ci vuole niente a farla. Sta tranquilla. E poi ... mi piace prepararmi la colazione da solo.» mormorò il modo per poi preparare la bevanda.
E mentre Michael tagliava le arance per poi metterle all'interno del spremiagrumi, Candice lo osservava, lo studiava.
Anche prima aveva lo stesso sguardo.
Uno sguardo triste.
Maliconico.
Si.
Maliconico.
Pieno di dolore e solitudine.
Era preoccupata per lui, perché sapeva in cuor suo prendeva i farmaci.
Quando andava in bagno per pulirlo vedeva i barattoli sparsi per il bagno.
Lei sapeva dei suoi problemi di salute, ma era comunque preoccupata.
Uscì il succo dal spremiagrumi per poi scorrere nel bocchiere di vetro, buttò le bucce delle arance dell'immondizia e lo bevve in piccoli sorsi.
Candice lo continuava a guardare.
Sospirò.
Michael guardava in basso giocherellando com il bicchiere con le dita, formando un suono.
«Oggi avete la conferenza stampa.» annuì e bevve un altro sorso leccandosi poi le labbra.
«Si, oggi annuncerò il mio tour.» Candice sorrise.
«È una cosa fantastica Mr Jackson non trovate?» il cantante sorrise lievemente, a lui non piacevano i tuoi, erano uno stress fisico.
Ma lui era pronto a rifarlo dopo quasi due anni di pausa «Non vi vedo molto entusiasta.» commentò la domestica.
Il moro sospirò tenendo il bicchiere di vetro ancora pieno di spremuta di arancia tra le mani. Guardando sempre in basso.
«A me non piacciono i tour.» rispose lui diretto.
Candice spalancò gli occhi, il cantante ridacchiò.
«Lo so che ti può sembrare strano ma è così, a me non piacciono. Un po' per i fusi orari, un po' perché è stancante, e ... non sembra, anche se ho uno staff mi sento comunque solo.» parlò il moro bevendo un altro un goccio.
«Ma Candice, aiuterà a distrarmi. Ho bisogno di cambiare aria e di pensare a smettere a varie cose. Voglio tornare ad essere quello che ero. Il Michael che ero agli inizi degli anni 80'.»
Insomma, prima di conoscere una persona.
Pensò lui.
Smise di parlare pensando a quella ragazza.
Di nuovo.
Mise una mano sulla fronte in segno di stanchezza e sconforto.
«Mr Jackson.» lo chiamò Candice.
«Con Brooke diciamo che, siamo scomparsi di nuovo.» bevve un altro goccio fino a finire il succo «Ma insomma, va bene così no? È colpa mia, sono io che l'ho trascurata. Certo che sono capace con il mio lavoro ma con l'amore ...» i suoi occhi si illuminarono di tristezza.
Scoppiò a piangere e Candice lo abbracciò come una madre che consolava il proprio figlio.
Il rapporto tra Michael e Candice era proprio così.
Per Candice Michael non era solamente il suo capo, ma era come un figlio per lui, un bambino immenso in un mondo troppo grande e pericoloso.
«In amore sono sempre stato una frana, guarda che cosa combino. Faccio soffrire le persone che amo! Io non voglio questo Candice! Sono una frana! Faccio schifo!» esclamò Michael nel mezzo della disperazione.
Si sentiva minuto in quel momento di fronte alla grande potenza dell'amore.
Il sentimento della vita.
Codesto che aiutava a far vivere le persone.
«Io ho paura ... ho paura che non troverò mai la donna dei miei sogni. Che non potrò mai sposarmi, avere una famiglia e avere dei figli! Non voglio questo! Io non voglio questo!» esclamò ancora.
«Sshh calmati Michael.» disse Candice guardandolo negli occhi prendendogli il viso «Calmati, respira, e ispira Mike, sta tranquillo.» obbedì, fece proprio come disse Candice, fece dei respiri profondi e decisi calmandosi piano piano «Michael, io te lo dico non perché tu sei il mio capo, o perché sei mio amico, o perché tu sei Michael Jackson.
Ma credimi, se io non fossi sposata, e almeno più giovane. Io mi sarei innamorata di te follemente Michael.» lui la guardò curioso «Perché sei semplicemente un ragazzo pieno di dote, pieno di fascino, bellezza, cultura, eleganza, classe, purezza, gentilezza, altruismo, amore, generosità, talento, o Mike potrei continuare all'infinito.
E come tutti gli esseri umani del mondo, abbiamo dei difetti, anche tu nei hai giusto?» Michael annuì consapevole.
«Bene, tornando al discorso.
Fidati, se io non fossi sposata, e se fossi più giovane. Sarei stata la madre dei tuoi figli.» si commosse a tali parole.
Erano parole sincere e dolce.
Anche Candice si stupì dalle parole che aveva appena pronunciato.
Talmente stupita che anche lei si commosse.
«Mi perdoni, forse mi sono lasciata andare Mr Jackson.» la tirò a se abbracciandola fortemente.
«Sei una delle donne più dolci che abbia mai conosciuto. Sono le parole più belle che abbia mai sentito in vita mia. Non credevo che tu provasti un tale affetto per me. E ... cristo Candice. Penso di non meritarmele ...»
«Non dire sciocchezze ragazzo, hai donato amore verso il mondo, a tutti coloro che avevano bisogno di aiuto, di un po' affetto, a coloro che si sentivano soli e sfortunati. Tu hai dato amore a questa gente. E sono sicura, che farai la stessa cosa con la donna della tua vita.» era parole sagge.
Perchè erano vere.
Lui era in grado di donare amore verso il prossimo.
Lui era in grado.
Dio se era in grado.
Lo faceva con le persone più bisognose.
E doveva credere un po' più in se stesso su questo argomento.
La sua mente proiettò di nuovo l'immagine di Sandie.
Il suo cuore batté forte come un tamburo.
Non ammetteva i suoi sentimenti verso quella ragazza dalle iride verdi.
Per questo era così triste.
Ma percepiva dentro di se, che piano piano, piano piano.
Si stava innamorando di lei.


[...]

Ore 3:45 p.m

Michael era pronto per uscire, si vestì con i soliti pantaloni neri, con una giacca ar di poco maestosa. Di pelle nera stile militare, con dei cinturoni neri decorati con dei disegni di aquila metallizzati dorati, insieme ad una fascia rossa nel braccio sinistro.
I capelli sciolti, con i ricciolini che pendevano sul viso.
Tre spruzzi di profumo, ed era perfetto.
Era bellissimo.
Impeccabile e maestoso con i suoi delineamenti delicati.

Si sistemò la giacca guardandosi allo specchio per qualche secondo.
Dopo di che uscì dalla stanza salutando le sue domestiche augurando una buona giornata e buon lavoro, compresa Candice, che le fece l'occhiolino, e andò verso l'ingresso di Neverland dove c'era Kylie di fronte alla macchina ad aspettarlo.
Guardandolo arrivare sorrise, si salutarono con un caloroso abbraccio ed entrarono dentro in macchina.
«Ti vedo in forma e di buon umore Kylie.» da quando Kylie confessò i sentimenti verso il ragazzo, il bodyguard si addolcì molto caratterialmente, Michael, fu in grado di sciogliere quel velo di ghiaccio che aveva nel suo cuore e nella sua frustazione.
«Oggi è una bellissima giornata, un sole magnifico, e pensare che sono i primi di febbraio, direi di godere questo sole. Allora, pronto per andare?» disse Kylie mettendo gli occhiali da sole , lui sorrise e mandò il via.
«Prontissimo.»


Radio City Music Hall, New York

«Direi che siamo quasi pronti Mr Jackson, mancano ancora dieci minuti e saremo in diretta.» disse il direttore, il moro annuì congiungendo le mani mentre vedeva i cameraman aggiustare per bene e in modo professionale le telecamere.
La gente era piena ed eccitata di vedere il Re del pop annunciare il suo secondo tour mondiale.
Un tour che avrebbe fatto venire la pelle d'oca alla gente di tutto il mondo.
Ma sopratutto.
Un tour che sarebbe servito ad un scopo benefico.

Gli interni di Deskey, nominato per il costruttore del teatro polivalente, furono considerati uno dei massimi esempi di art déco nel mondo: la sala principale era particolarmente celebre per i suoi colori accesi che ricordavano quelli di un infuocato tramonto concentrico al palcoscenico.

Michael era dietro al sipario insieme Kylie che parlava con una ragazza, aveva un cartellino, probabilmente era una giornalista.
Il cantante sospirò mentre si annoiava a morte, la conferenza sarebbe iniziata alle ore 5:30 ed erano solamente le 5:15, tra meno di quindici minuti sarebbe iniziata la conferenza.
«Mi scusi, mi scusi.» il moro sentì la voce di una bambina.
Era piccolina, di età avere di fascia elementare, occhi marroni, capelli biondi, un naso a punta e delle labbra leggermente sottili, una bambina davvero graziosa.
Il moro sorrise, e si abbassò verso la sua altezza.
«Ciao piccolina, come ti chiami?» la bambina arrossí molto vedendo il ragazzo così vicino a lei.
«A-Adelaide.» sorrise.
«Che bel nome.» sorrise con le guance rosse.
«È vero che quando inizierà l'estate farai tanti concerti?» domandò la bambina con curiosità, lui annuì.
«Certo.» rispose il cantante, la piccola sorrise.
«Ed è vero che con i soldi dei concerti, guarirai le persone?» domandò la piccola biondina, lui sorrise.
«Beh, si, ho creato una fondazione proprio per aiutare i bambini malati, dalle zone colpite dalle guerre e tanto altro.» la bambina lo guardò con stima e dolcezza.
«Mio cugino è morto di cancro al pancreas due anni fa. Aveva la mia età. Ora, diciamo che, come si dice a-a-»
«Avrebbe?» aiutò il cantate.
«Si, avrebbe 8 anni. Era il mio migliore amico, e mi manca tanto.» il cuore del ragazzo si commosse per lei a quel racconto pieno di innocenza e genuinità.
«Adelaide ... mi dispiace tanto. Ma ricordati che lui è diventato un angelo e vive dentro di te.» lo guardò.
«Nel mio cuoricino?» sorrise.
«Esatto.» il modo guardò attentamente la bambina e aveva un foglio bianco.
«Cos'è quel foglio piccolina?» domandò con dolcezza.
In verità tra le mani la bambina aveva un disegno, e glielo diede al cantante.
Egli lo vide, e lo guardò teneramente.
Il disegno raffigurava lui, con un albero, il sole e il prato.
Erano i classici disegni dei bambini di scuola elementare.
«È il mio primo disegno.» confessò la bambina con tono imbarazzato.
Lui la guardò con le lacrime agli occhi.
Si sentiva persino onorato di essere stato il soggetto del primo disegno di una bambina.
Guardò attentamente la bambina era così piena di purezza, dolcezza e innocenza.
Trattenne la commozione di vedere queste caratterische che lui tanto amava.
«È bellissimo Adelaide, ti faccio i miei complimenti.» parlò con la voce un po' strozzata a causa un po' dalla felicità.
«I-il mio desiderio, è fare la pittrice.» lui sorrise e accarezzò la testa minuta di quella creatura così bella.
«Coltiva questa passione, coltivala, fai sempre ciò che ti piace. Non ti devi far abbattere mai da nessuno. Combatti, combatti per realizzare il tuo sogno. Sono sicuro che ci riuscirai Adelaide. Ne sono sicuro. Ricordati che se credi ai sogni, si possono avverare.» a quelle parole, agli occhi della bambina parvero dei barlumi di speranza.
«Se credo al mio sogno, si realizzerà?» domandò con innocenza.
Lui annuì sorridendo.
«Si, ma ricordati che devi combattere, lottare per farsi che questo tuo sogno si realizzi. Incontrarei dei momenti alti e bassi, ma ti serviranno molto nel tuo percorso. Per crescere. Non smettere mai di allenarti. E vedrai, sono sicura che diventerai una grande pittrice.» gli occhi della bambina fecero scendere una lacrima «Oh perdonami, non volevo-» la bambina lo abbracciò fortemente a se, scoppiando a piangere dicendo tante volte "Grazie" evidentemente, quella bambina aveva dei contro a quel desiderio.
Il cuore di Michael si sciolse dalla tenerezza e la coccolò con amore.
Ricambiando il gesto tenero della bambina.
«Ora non piangere Adelaide, sennò fai piangere anche me.» disse Michael prendendo dalla tasca del pantaloni un fazzoletto.
«Ecco, ora asciugati le lacrime e soffiati per bene il naso.» obbedì, lui sorrise «Brava, oh senti, se vuoi posso fare un autografo al tuo disegno. Lo farò nel retro con la penna altrimenti con il pennarello si rovina.» Adelaide sorrise felicissima della proposta.
«Si, si per favore. Così quando guardo quel disegno, penserò sempre a te.» Michael si sentì ancora sciogliere e fece l'autografo nel retro del disegno della bambina.
Prima della firma scrisse.
"Per Adelaide, ricordati che i sogni sono la chiave di un bellissimo portone che ti porteranno al successo della vita. Lotta e vedrai che si realizzeranno. Con amore.
Michael Jackson."
«È bellissimo! Grazie grazie Michael! Grazie! Lo conserverò per sempre.» esclamò la bambina contenta tenendo a stretto il disegno, il moro con il sorriso tra le labbra diede un bacio sulla fronte della bambina.
«Sono io che devo ringraziare te.» mormorò poi.
«Michael! È ora!» esclamò il direttore della radio city music hall, Michael annuì, e abbracciò di nuovo la bambina.
«Ora devo andare, sei venuta con tua madre?» lei annuì «Allora torna da lei altrimenti si preoccupa per te.»
«Michael.» lo chiamò.
«Si?» la bambina arrossí «Dimmi tutto piccola.»
«Posso darti un bacino sulla guancia.» il modo ridacchiò intenerito dalla richiesta della bambina.
«Certamente.» si abbassò alla sua altezza e Adelaide diede un bacino sulla guancia di Michael.
«Grazie ancora, sei la persona più dolce che abbia mai conosciuto. Ciao.» Adelaide corse verso la porta del retro, si girò per salutarlo e il moro ricambiò il saluto della piccolina. E se ne andò.
Il cuore di Michael batteva forte, e dopo quell'incontro sentí il forte bisogno di fare questo tour,, per aiutare i bambini più bisognosi. Chi era malato di AIDS, oppure di leucemia, cancro ed altre malattie.
Voleva aiutare sempre il prossimo.
E quella bambina gli aveva fatto ricordare di non perdere il suo obiettivo del suo tour mondiale.

Nel corso della conferenza stampa alla Radio City Music Hall di New York, Michael Jackson annunciò ufficialmente la nascita di un nuovo tour mondiale, il leggendario Dangerous World Tour,  finalizzato a raccogliere fondi per la sua neonata Heal The World Foundation.

Dopo aver firmato col vicepresidente della Pepsi, Peter Kendal, un accordo di sponsorizzazione da ben 20 milioni di dollari, il più grande mai raggiunto tra una società e un artista musicale, lo stesso Kendal consegnò a MJ, per conto della Pepsi, un assegno di 100.000 dollari a favore della HTW.

«Inoltre Michael, è con mio grande piacere che ti presento. Un assegno di 100.000 dollari da parte della Pepsi international, per aiutarti a lanciare la Heal the world. Con i nostri migliori auguri»

A rendere perfetta quella giornata ci pensò poi il St. Thomas Boy's Choir, un coro interamente composto da ragazzini, che commosse Michael con una toccante interpretazione della canzone Heal The World, seguita da un breve ma significativo discorso del Re del Pop alla stampa:

«Quando ho composto questa canzone, Heal The World, il mio sogno era di sentirla cantare come loro hanno appena fatto. Cioè con una tale innocenza e bellezza.
Grazie di cuore, ho amato davvero ciò che ho appena ascoltato. Mi ci è voluto molto per trattenermi dal piangere. Grazie di cuore.

Buon pomeriggio. Desidero ringraziare la Pepsi Cola Corporation in quanto sponsorizzerà il Dangerous Tour, il cui inizio è stato pianificato per giugno.

L'unico motivo per cui andrò in tour è quello di raccogliere fondi a favore della neonata Heal The World Foundation, un'Associazione internazionale di beneficenza per l'infanzia che sto guidando perché supporti i bambini e l'ecologia.

Il mio obiettivo è quello di raccogliere 100 milioni di dollari entro il Natale del 1993.

Esorto ogni azienda e individuo che ha a cuore questo pianeta e il futuro dei bambini ad aiutarci a raccogliere fondi per la Heal The World.

La Heal The World Foundation contribuirà finanziariamente alla Paediatric AIDS, in onore del mio amico Ryan White.
La Heal The World Foundation offrirà il suo supporto anche ad Organizzazioni di valore come Camp Ronald McDonald for Good Times, Make-A-Wish America, Children's Diabetes Foundation, Minority AIDS Foundation e altre Associazioni.

Non vedo l'ora di cominciare questo tour, perché mi permetterà di investire del tempo nel far visita ai bambini di tutto il mondo; nonché di diffondere il messaggio di un amore globale, nella speranza che anche altri si sentiranno spinti a fare la loro parte per la guarigione del mondo.

Grazie di essere venuti. Vi voglio tanto bene. E grazie a tutti».

Fecero le foto con il grande foglio dell'assegno da 100.000 dollari, con i bambini che avevano predecetememre cantato la canzone Heal the world, e con Peter Kendal.
La conferenza stampa andò una meraviglia e Michael era solare, felice e pieno di energia. Pronto per iniziare questa nuova avventura e raggiungere il suo obbiettivo.
Adelaide, la bambina che aveva incontrato nel retro del palco, lo guardò con ammirazione e di quanto fosse fiera di essere una piccola fan di un uomo magnifico come Michael Jackson.
Si sentì fortunata ad averlo incontrato.
Ed era solo una bambina.
E mentre guardava la sua splendida figura, non smise di ricordare le parole di Michael.

"Coltiva questa passione, coltivala, fai sempre ciò che ti piace. Non ti devi far abbattere mai da nessuno. Combatti, combatti per realizzare il tuo sogno. Sono sicuro che ci riuscirai Adelaide. Ne sono sicuro. Ricordati che se credi ai sogni, si possono avverare."


Ma c'era una ragazza che stava guardando quell'annuncio, ed era una persona che lo conosceva bene, che lo aveva frequentato per quasi due anni.
Era Sandie Vrachnos.
La ragazza dalle iride verdi era seduta sul letto a guardare, mentre Antonio era in salotto a guardare una partita di calcio Inter- Milan.
Sandie, aveva le guance gonfie, precedentemente era stanca di nuovo picchiata da Antonio per aver risposto male. E ne aveva pagato le conseguenze.
Quell'uomo, non smetteva di procurarle paura e terrore.
Da quando le racconto la sua vera storia, non riusci più a dormire la notte.
Con il pensiero di dormire di fianco ad un uomo che aveva ucciso almeno 25 ragazze della sua età, le veniva il voltastomaco e il mal di pancia dalla troppa paura.
Conviveva con un animale pericoloso.
Una specie di iena.
E lei era una coniglietto.
Una coniglietto tenero e gracilino senza forze, ormai allo stremo.
Ma vedere quel ragazzo dal grande talento era l'unica cosa che la rendeva felice, che le strappava un sorriso.
Sorrise vedendo quella conferenza stampa.
Sorrise per lui.
Finalmente era tornato in azione.
A spargere la sua musica per tutto il mondo.
Aiutando il prossimo.
Era così orgoglioso di lui.
Così orgoglioso dell'uomo che tanto amava.
Sospirò.
Perché avrebbe pagato l'oro pur di rivivere i momenti più belli passati insieme.
I loro scambi di sguardi.
I loro abbracci.
I loro regali.
I loro sorrisi.
La loro chimica.
Il loro affetto.
Tutto ciò che era forma d'amore.
E poi.
Il casus belli che scatenò la loro separazione.
Il bacio.

Guardarti Michael.
È sempre bellissimo.
L'effetto su di te non è mai svanito nemmeno per un secondo amore mio.
Prima eri diventato un desiderio per me, ma ore sei diventato un sogno.
Un sogno che non si potrà mai avverare.
Auguro che questo tour possa andare nel migliore dei modi.
Sopratutto, ti auguro di raggiungere il tuo obiettivo. Ma c'è la farai.
Ma ne sono sicura.
Perché tu, sei il Re del pop.

D'un tratto sentí il campanello suonare e Antonio spense il volume della televisione, e lo stesso fece Sandie cambiando poi canale mettendone uno a caso.
Antonio andò a vedere dal buco della porta chi fosse, e dalla figura che vide davanti alla porta, sbiancò dalla paura come un bambino che aveva visto un pagliaccio spaventoso.
Era Annalisa.

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