[CAPITOLO 5]
[14 marzo 1990]
UCLA, Los Angeles
Il sole spendeva in pieno giorno, illuminando l'edificio della UCLA in tutta la sua bellezza.
Come al solito si svolgevano tranquillamente le lezioni, di cui la professoressa di neurologia mentre parlava del sistema nervoso, andò fuori luogo, e parlò di un argomento fondamentale per il giorno della laurea "Il giuramento di Ippocrate" [1*]
«Un medico greco, di nome Ippocrate, è unanimemente riconosciuto come il padre della medicina occidentale. A lui dobbiamo i concetti di diagnosi e terapia ancora oggi alla base della moderna medicina. Ad Ippocrate dobbiamo anche il primo resoconto storico di una epidemia influenzale. Fu lui che, in particolare, ne trascrisse tutti i sintomi allor e quando gli abitanti di Perinto, città portuale della Grecia settentrionale, nel 412 A.c. furono improvvisamente devastati da tosse, mal di gola, dolori diffusi, difficoltà di deglutizione e di deambulazione.
Il medico ellenico viene ritenuto però il padre dell'intera medicina occidentale soprattutto perché elaborò un codice di etica medica, passato alla storia come il giuramento di Ippocrate: tale codice impone all'operatore sanitario l'impegno, sopra ogni altro, di non recare danno od offesa, neminem laedere.
Ragazzi, anche se voi siete solamente al 3 anno, è importantissimo che conosciate questo giuramento. Perché quando arriverà il giorno della vostra laurea, dovrete recitarlo a memoria davanti alla commissione. Allora sì, che sarete entrati nel campo della medicina.» spiegò la professoressa, sognando ad occhi aperti il giorno della laurea dei suoi studenti.
Ma c'era Sandie, che non smetteva di immaginarsi quel meraviglioso giorno, il giorno della sua laurea, dove avrebbe potuto dire alla sua famiglia "C'è l'ho fatta, sono un medico, una dottoressa!" E che sarebbe stato solo l'inizio dell'incoronazione del suo sogno più grande.
Dopo le lezioni Sandie, Ethan e Milly, una loro amica in comune, uscirono insieme dall'università.
Era una bellissima ragazza, dai capelli biondi dorati ondulati, gli occhi azzurri, la bocca carnosa, un naso perfetto dal taglio dritto, e con un fisico da urlo con delle forme stupende che mettevano in risalto la sua altezza.
Decisero di andare in un bar a prendere un caffè, per distrarsi dallo studio e dalla intensa giornata che avevano affrontato.
«Bimbe andiamo da Starbucks?» propose Ethan con il sorriso verso le sue amiche.
«Ovvio tesoro!» risposero loro in coro, lui rise.
«Allora andiamo!» esclamò felice il ragazzo, e allegramente andarono verso Starbucks, il famoso bar, in cui era famoso il frappé, caffè e tante pietanze golose. Lì andavano gli studenti, gli impiegati, ogni tipo di gente che affrontavano lo studio o il lavoro.
Gli studenti ordinarono un cappuccino caldo, Ethan come dolce accanto ordinò una fetta di brownie, Milly un classico cookie, mentre Sandie che era la più golosa del piccolo gruppetto ordinò una fetta di torta red velvet, e per finire in bellezza ordinò anche due donats al cioccolato.
«Ma ti mangi tutta questa roba?» domandò Milly leggermente sorpresa dai dolci che aveva ordinato la sua amica.
«Chiudi il becco Milly!» esclamò la mora leggermente infastida, e si beve un sorso di cappuccino.
«Ragazzi ma ci pensate che tra meno di due anni ci laureeremo?» disse la biondina entusiasta dell'evento.
«Milly, per favore.» mormorò Ethan leggermene scosso, era un argomento che detestava parlare, e Sandie lo sapeva benissimo.
«Ad Ethan non piace questo argomento.» commentò poi Sandie mangiando un pezzo di torta.
«E perché? Trovo che sia meraviglioso essere laureati.» annotò poi Milly con tono felice, mentre gli occhi di Ethan erano rivolti verso il basso. Sandie lo guardò preoccupata e decise di far interrompere il discorso di Milly, non voleva vedere male il suo migliore amico.
«Basta Milly.» interruppe poi la mora all'amica per farla smettere.
«Oh dio scusami Ethan, e dimmi stellina.» disse Milly riferendosi a Sandie, ed il ragazzo la guardò con uno sguardo interrogativo.
«Stellina?» domandò poi lui dubbioso.
«È un soprannome, mi chiamano così sia Milly e le mie anche. Ogni tanto anche mia sorella mi chiama così.» rispose la ragazza con il sorriso.
«Nah preferisco chiamarti San.» commentò il ragazzo ridacchiando.
«Che originalità chiamandomi con il diminutivo.» disse poi la mora con tono ironico.
«Anche tu lo fai con me idiota.» i due fanciulli risero mentre Milly si guardava intorno come una emerita imbecille, come se stesse cercando qualcosa, ma la bionda scosse la testa e mangiò un pezzo di cookie.
«Ragazzi, vogliamo andare al concerto di David Bowie?» propose Milly bevendosi un sorso di cappuccino, e Sandie a quella domanda spalancò gli occhi.
«Oddio cosa?!» se c'era un cantante che le faceva perdere la testa era proprio David Bowie, una delle più grandi pop star del mondo insieme a tante altre. Famoso per la sua originalità, per la sua personalità di essere semplicemente se stesso, e sopratutto per la sua musica.
«Ecco Sandie che sclera.» commentò il ragazzo mosso divertito.
«Hai sentito bene, David Bowie verrà qui a Los Angeles il 4 agosto.» disse poi Milly con tono eccitato verso l'amica, che nel frattempo doveva contenersi alle sue urla di felicità.
«Ragazzi, al diavolo lo studio, cazzo si tratta di David Bowie, il mio idolo! Io devo vederlo dal vivo!!!» esclamò la mora eccitata.
«Sandie ma non sarà quarta volta che vedrai un suo concerto?» puntualizzò Ethan con tono ironico, e il sorriso di Sandie svenne divenendone serio.
«Sta zitto tu!» i fanciulli risero insieme divertiti.
«Certo che quando si tratta di Bowie impazzisci.» disse Milly ridacchiando.
«Ma io lo amo! Ragazzi David Bowie è una vera e propria rivoluzione della musica pop! Sono cresciuta con le sue canzoni, mi ha aiutato a vivere, e sopratutto grazie a lui ha reso la mia vita splendida con la sua musica, gli devo tutto.» spiegò Sandie con occhi sognanti pensando alla sua star preferita.
«Anche a me piace, ma io amo Michael Jackson.» affermò poi Ethan con il sorriso, e in quel momento il cuore di Sandie smise di battere. Lei lo aveva conosciuto, lo aveva visto e visitato, nonostante la brevissima chiacchierata che ebbero insieme per lei fu speciale quel momento, e lo custodí gelosamente nel suo cuore puro. Voleva fortemente dirlo a Ethan, ma c'era qualcosa dentro di lei che la fermava di non dirglielo.
«Cazzo io sono andata al suo concerto un anno fa, merda se era pazzesco. E lui? Lui era da scopare!» i due risero tranne Sandie, che era immersa nei suoi pensieri, era passato un mese da quel magico incontro, e sapeva che tra meno di due giorni lo avrebbe incontrato di nuovo.
«Stellina! Ci sei? O sei nel mondo delle nuvole?» domandò Milly volteggiando la mano di fronte alla mora.
«Eh? Oh Dio sorry.» i fanciulli ridacchiarono e si bevvero un sorso di cappuccino
«Bimbe che ne dite di andare al centro commerciale oggi pomeriggio?» propose Ethan con tono entusiasta.
«Oh si!» rispose Milly con tono esaltato.
«Mi piacerebbe molto venire, ma non posso devo lavorare.» disse la ragazza mora dai capelli di seta con tono dispiaciuto.
«Lavori? E dove?» domandò la bionda curiosa.
«Faccio lo stage da un dermatologo, la sua segretaria ha avuto un brutto incidente allo sterno e tramite il nostro professore di dissecazione ha avuto le mie informazione ed eccomi qui, a lavorare. Ma mi sarà utile anche per l'esame di dermatologia che avremo tra poche settimane.» spiegò la mora e lei rimase a bocca aperta.
«Tu lo sapevi?» domandò ad Ethan e lui annuì. «Cazzo Sandie, che botta di culo, ma non posso darti torto visto che sei una delle studentesse più brave e professioniste dell'Università.» mormorò l'amica e Sandie sorrise «Beh, allora sarà per la prossima volta.» chiosò la ragazza bionda battendo la mano sul tavolino.
«Avremo l'occasione di stare tutte e tre insieme babies, vi voglio un mondo di bene lo sapete?»disse poi Ethan con tono amorevole verso le ragazze.
«Aw, noi di più.» risposero le ragazze intenerite, e passarono a parlare del più e del meno.
[...]
Neverland Valley Ranch, California
«Michael, sicuro che per il 16 va bene?» domandò Klein per avere la conferma del classico appuntamento mensile.
«Sicurissimo.» rispose il cantante convinto della data.
«Bene, ascolta Michael. Oggi pomeriggio Sandie verrà da me a lavorare, e avevo pensato ad una cosa. Che ne dici di fare una bella cena a casa mia stasera?» domandò entusiasta dell'idea e il moro sorrise.
«Ne sarei felice, inviterai anche lei?»
«Certo, così vi conoscerete meglio. È una ragazza davvero adorabile, e secondo me sareste degli ottimi amici.» lui sorrise e d'improvviso udì il cancello di Neverland aprirsi, ed entrò una bambina, era la sua amata nipote Brandi, il sorriso del moro si allargò vedendo quella piccola creatura correre verso la dimora dello zio con tanta allegria.
«Klein facciamo stasera alle 9, in punto.» disse il ragazzo tagliando corto.
«Va bene Michael, a stasera.»
«A stasera.» attaccò e andò ad aprire la porta trovando davanti a se la sua nipotina «Ma ciao amore dello zio!» esclamò con tono dolce allegro.
«Zio!» esclamò la bambina buttandosi tra le braccia del suo amato zio.
«Aw tesoro mio.» la strinse a sè, era felicissimo di vederla, quella bambina era un vero raggio di sole che illuminava le giornate del cantante rendendole belle e divertenti.
Brandi, era la seconda figlia del fratello maggiore di Michael, Jackie.
Sin dalla nascita dei nipoti Michael si dimostrò uno zio sempre presente e affettuoso, tutti i nipoti lo adoravano profondamente e Brandi era una di quelle che non poteva farne a meno di lui. Lo considerava come un secondo padre, la sua seconda casa, il suo rifugio più bello.
«Allora piccolo sole, cosa mi racconti di bello?» domandò Michael bevendosi una tazza di tè caldo.
«Zio ti ho portato un disegno che ho fatto a scuola per te.» disse la bambina aprendo lo zaino fucsia pieno di decori, cercò il desegno, lo trovò e lo dette al cantante, era rappresentato lei e lo zio che si tenevano per mano.
«Ooh, che bello tesoro mio.» mormorò Michael guardando attentamente il disegno della bambina.
«Quello a sinistra sei tu, e quella sono io. L'ho fatto per dirti quanto io ti voglio bene.» gli occhi di Michael si colmarono di lacrime di commozione, l'anima di quella bambina era così pura e dolce, proprio come lo era lui. L'abbraccio e le sussurrò un dolce "Ti voglio bene" godendosi quell'attimo così gradevole e genuino.
«Zio più forte!» esclamò la bambina ridendo e Michael spinse l'altalena più forte ridacchiando anche lui «Siii, sto volando!» lui rise divertito e felice di vedere la sua amata nipote divertirsi spensieratamente, proprio come doveva fare una comune bambina di otto anni.
Dopo l'altalena andarono allo zoo per dare da mangiare agli animali, in particolare a Bubbles, l'amato scimpazè di Michael.
«Non avete paura, su dagli la banana.» la bambina timidamente diede il frutto allo scimpanzé, e l'animale la ringraziò abbracciandola teneramente. Michael a quella scena si intenerì profondamente, e Brandi ricambio il gesto di Bubbles.
Ma ad un certo punto Michael entrò nel mondo delle nuvole e si immerse tra i suoi pensieri.
Pensò a tante cose. Sopratutto al futuro. Pensava agli album che avrebbe fatto prossimamente, ai nuovi amici, ai nuovi premi che avrebbe vinto, ma sopratutto all'amore e alla creazione di una famiglia, sperava con tutto se stesso che un giorno sarebbe diventato padre di tanti bei bambini. Come lui avrebbe desiderato.
[...]
«Prenda questa crema e la metta due volte al giorno per almeno due settimane sui rossori, e vedrà che la sua pelle tornerà come prima.» disse Sandie prescrivendo il nome della crema su un foglio di carta alla paziente.
«Grazie mille signorina, e grazie mille dottore.» disse la paziente con il sorriso prendendo il foglio con il nome della crema.
«Si figuri, ci vediamo il prossimo mese per la visita, si riguardi signora. Arrivederci.» rispose Klein mettendo apposto alcuni strumenti medici. La signora se ne andò e Sandie sistemò alcune carte che contenevano le ricette di alcuni medicinali «Sandie, sei libera stasera?» domandò diretto il dermatologo, lei lo guardò dubbiosa.
«Si perché?» domandò per sapere di più.
«Stasera ci sarà una cena a casa mia, ci sarà anche Michael, e vorrei che tu venissi.» il cuore di Sandie perse un battito, per un momento calò il silenzio intorno a lei. Avrebbe rivisto quel ragazzo riccio, bellissimo, talentuoso, gentile, e leggermente timido. Non poteva non accettare, anche perché era il suo cuore a bramare di accettare l'invito.
«Sono libera stasera, e dimmi, a che ora devo venire?» domandò la ragazza sorridendo.
«Alle 9 in punto, tieni, questo è il mio indirizzo di casa.» disse Klein dandole il bigliettino con su scritto l'indirizzo della dimora del dermatogolo.
«Perfetto, sarò puntuale.» mormorò senza smettere di sorridere.
«Bene, sono contento che verrai. Ti conviene, Michael è un tipo che ci tiene alla puntualità, tranquilla che passeremo una bella serata.» disse Klein con tono rassicurante.
Il cuore della fanciulla dai capelli di seta marrone era al culmine dei battiti.
"Ci sarà anche Michael" mise una mano sul petto e il cuore non smetteva di accelerare, le sue guance si colorirono di rosa, e la lingua appoggiata sul palato schioccandola leggermente. Klein notò il nervosismo e l'imbarazzo della giovane studentessa e andò verso di lei, mise una mano sulla spalla e sorrise «Andrà tutto bene Sandie, sii solo te stessa stasera.» quella frase le venne dritta al cuore e non sapeva cosa rispondere, lui fece l'occhiolino e se ne andò lasciandola tra i suoi pensieri.
"Sii solo te stessa stasera" era una frase che le rimbombava completamente la testa, e mentre guidava per andare verso casa, l'occhio cadde su un negozio di abbigliamento e vide un vestito azzurro, un po' il colore dell'abito di cenerentola ma corto fino alle ginocchia. Sorrise e parcheggiò la macchina per provare quel meraviglioso vestito.
Entrò e si incuriosò intorno vedendo gli altri vestiti, sembrava di essere in un negozio di abiti per le principesse. Era stupendo, il negozio delle favole.
«Posso aiutarla signorina?» domandò gentilmente la commessa. Lei si girò e annuì il capo.
«Si, vorrei tanto provare quel vestitino azzurro.» rispose indicando l'abito.
«Oh bene, sarà fatto signorina.» la commessa con tutta la sua disponibilità, prese dalla vetrina il vestito che Sandie era tanto innamorata e lo poggiò tra le braccia «È un modello che è appena arrivato, e secondo me le starebbe molto bene.» commentò la donna e la ragazza sorrise, così prese il vestito con delicatezza senza cercare di stropicciarlo.
«Lo spero, perché mi piace molto.» disse la mora con un sorriso felice andando poi verso al camerino a provarlo.
Dopo 5 minuti uscì fuori dal camerino e andò verso lo specchio del negozio, si guardò per bene, e la commessa rimase contenta di come le andasse quel vestito.
«Le sta d'incanto signorina, è davvero stupenda con questo abitino.» commentò la commessa con un sorriso sincero, la ragazza si girò intorno a se creando la gonna una specie di ombrello.
«Sono contenta, mi piace tantissimo, lo prendo!» esclamò con tono felice e tornò a cambiarsi per rimettere i vestiti. Era felice, e si sentiva sollevata da un peso poiché non sapeva cosa mettersi per quella sera.
Era super in ansia e non vedeva l'ora di andare a quella cena, ma soprattutto, non vedeva l'ora di rivedere Michael.
[...]
Durante il tardo pomeriggio Michael iniziò a prepararsi con un ora di anticipo, si mise i soliti pantaloni neri, una camicia viola, i classici monocassini neri e con il tocco di classe, la giacca nera con dei semplici decori, era divino.
«Come sto Candice?» domandò il moro alla cameriera sistemando la camicia per bene.
«Siete meraviglioso Signor Jackson, come al solito.» lui rise e si spuzzò un po' di profumo alla vaniglia.
«Mr Jackson quindi non cenerete qui?» domandò la cameriera e il ragazzo scosse la testa.
«No, andrò a casa del mio dermatologo a cenare e ci sarà anche la sua nuova collaboratrice.»
«Oh bene, così avrete l'occasione di parlarvi e di conoscervi meglio.» lui annuì con il sorriso, e andò di nuovo con la testa fra nuvole pensando questa volta a quella ragazza dai capelli mori lisci come la seta con quel sorriso meraviglioso impossibile a non farsi contagiare.
Era felice di poterla rivedere, e si promise di non essere timido, di non stare zitto, ma bensì di parlare insieme a lei di cose belle e interessanti. E chissà... magari sarebbe nata una nuova amicizia per lui.
Nel frattempo Sandie nel tardo pomeriggio incominciò a prepararsi.
Prese il vestito che aveva comprato nelle ore precedenti, l'intimo con se e andò in bagno.
Dopo essersi fatta una doccia rilassante lavando anche i suoi morbidi capelli, si mise il vestito nuovo e cominciò a truccarsi.
Aveva lasciato la porta aperta e Nicole con lo sguardo curioso vide la sorella stupendamente bella che si preparava con cura.
«Uuuuhh dove devi andare bellezza?» domandò Nicole con un sorriso furbo.
«A una cena.» rispose la ragazza mentre si concentrava a truccarsi.
«Con chi?» domandò curiosa la riccia.
«Con alcuni colleghi di lavoro.» mentí la ragazza concentratosi a truccare.
«Interessante.» commentò la sorella con il sorriso ma poi sentì il telefono squillare «Vado a rispondere io.» poi andò in salotto a rispondere.
«Pronto?»
«Ciao amore mio.» erano due voce, ovvero quelle dei genitori delle ragazze, Alexandre e Chantal.
«Ciao mamma ciao papa!» esclamò Nicole con tono felice.
«Cosa fate di bello?» domandò il padre curioso.
«Io niente di che, ma Sandie sta per uscire.» disse la riccia facendo l'occhiolino alla sorella, e la fanciulla ridacchiò.
«Ce la passi tesoro?» domandò poi Chantal, ma Sandie mimava di non dire di sì poiché era impegnata a prepararsi.
«Si un momento, Sandie!» la mora alzò le braccia in segno di scocciatura, e controvoglia andò a rispondere ai genitori.
«Pronto?»
«Tesoro!» esclamarono i coniugi felici di sentire la voce della figlia.
«Ciao mamma ciao papà.» disse Sandie con con tono contento ma affrettato allo stesso tempo.
«Amore mio! Come stai?» domandò la madre con tanto affetto.
«Molto bene e voi tutto bene?» domandò sempre con tono affrettato e il respiro si faceva pesante.
«Bene bene, ti sentiamo tutta affannata, hai fatto jogging?» domandò il padre con tono ironico e lei alzò gli occhi al cielo, doveva finire quella chiamata al più presto.
«In realtà sono di fretta, devo andare ad una cena tra colleghi di lavoro, ve ne ho parlato vi ricordate?»
«Quello del dermatologo?» domandò la madre cercando di ricordarsi bene.
«Esattamente.»
«Sta attenta ai ragazzi, se così si possono definire.» le raccomandò il padre, e la ragazza sgranò gli occhi.
«Oh Gesù papà.» bottò la fanciulla mettendosi una mano sulla fronte.
«Guida con cautela Sandie.» le raccomando stavolta la madre.
«Si mamma tranquilla, ora scappo in bagno a finire di prepararmi bye.» si salutarono e passò il telefono a Nicole continuando poi a parlare lei con i genitori, mentre Sandie correva in bagno per finire di prepararsi. Non si sarebbe mai permessa di arrivare il ritardo, nemmeno per un micro secondo, ci teneva troppo alla puntualità.
Michael andò verso casa di Klein mezz'ora prima delle nove, e venne accompagnato dal suo bodyguard personale, Kylie.
«Grazie mille Kylie.» disse con tono educato il moro verso il bodyguard.
«Si figuri Signor Jackson mi chiamerà lei per il ritorno?» domandò l'uomo voltandosi verso il cantante e lui annuì con il suo meraviglioso sorriso.
Scese dalla maccchina e andò verso l'ingresso di casa del dermatologo. Bussò alla porta e aspettò qualcuno che aprisse.
«Oh Michael, vieni entra.» il ragazzo sorrise ed entrò in casa.
«Sono così felice che sei venuto, puntuale come al tuo solito.» disse Klein ridacchiando.
«Ormai mi conosci Arnold.» disse il ragazzo ridacchiando anche lui mentre andavano verso la grande cucina.
«Un po' di champagne Mike?» propose il dermatologo prendendo una bottiglia di champagne dal frigorifero.
«Perché no?» sorrise e versò il vino nei bicchieri di vetro, lui ringrazio con tono gentile e ne bevve un sorso «Tua moglie?»
«Ormai la conosci, è ancora di sopra che si sta preparando, Cassie! È arrivato Michael!» urlò l'uomo facendo ridere il ragazzo dai capelli ricci.
«Arrivo subito sto mettendo il profumo!» i due risero divertiti, e poi calò il silenzio.
«Sandie?»
«Oh starà arrivando.» sorrise e si morse il labbro inferiore, picchiettò il bicchiere con il dito in segno di nervosismo e di ansia, lei stava arrivando, e finalmente dopo un mese l'avrebbe rivista.
«Dio Nicole sono ritardo!» esclamò Sandie correndo per tutta la casa cercando le scarpe.
«Ma se sono le 20.50!» urlò Nicole guardando l'orario sull'orologio appeso nel salotto sopra alla televisione.
«Tu non capisci!» esclamò Sandie con tono pieno di ansia di fare tardi.
«Eh va bene va bene sto zitta.» bottò poi la riccia seccata.
«Si fai meglio a stare zitta Nicole credimi!» borbottò tra se in camera cercando le scarpe nella scarpiera.
«Se cerchi le ballerine stanno in camera tua sotto al letto!» esclamò Nicole, Sandie ascoltò il suggerimento della sorella e trovò le scarpe.
«Efcharistò!» ringraziò la sorella in greco, ogni tanto parlava la sua lingua madre, poiché era una lingua che tanto amava sia scrivere che parlare.
Si mise le ballerine bianche e si guardò per bene allo specchio.
«Sei stupenda, farai colpo adelfì! [2*] Ah fammi sapere se ci sarà un bel fusto.» disse la sorella dietro di lei con un sorriso malizioso.
«Oh Nicole ma insomma!» ridacchiò la mora imbarazzata, si mise la giacca nera che copriva metà vestito e andò verso l'ingresso.
«Ciao stellina!» salutò Nicole.
«Ciao babe!» salutò la mora dandole un bacio sulla guancia e andò via di cosa.
Andò a prendere la macchina e partì come una furia verso casa di Klein, guidando sempre con molta cautela e prudenza.
Arrivò in tempo e cacciò un sospiro di sollievo. Parcheggiò la macchina di fronte casa del dermatologo, scese stando attenta al vestito e chiuse la portiera dell'auto.
Con passo lento si avvicinò verso la porta della grande casa di Klein.
Era nervosa ed eccitata, così prese un bel respiro e suonò il campanello.
«Oh, sará lei.» mormorò il dottore con il sorriso; Michael aveva un leggero tremolio tra le mani, mentre teneva il bicchiere di vetro con dentro lo champagne. Era eccitato di vedere di nuovo quella ragazza dal carattere dolce dai lineamenti delicati.
Klein andò verso l'ingresso, e aprì la porta trovando davanti a se la ragazza mora vestita con tutta la sua eleganza.
«Oh Sandie, vieni entra.»
1] Il Giuramento di Ippocrate è un giuramento che viene prestato dai medici prima di iniziare la professione. Viene pronunciato al giorno della laurea. Prende il nome da Ippocrate a cui il giuramento è attribuito; esso si pronuncia per definire i requisiti necessari per entrare nella sua scuola e praticare l'arte medica.
2] adelfí: significa sorella in greco.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top