[CAPITOLO 45]
Ore 4.10
Sandie
Mi prese per il polso facendomi entrare in casa, per poi sbattermi contro il muro violentemente. Gemei dal dolore.
Dannazione ...
«E così sei andata in America brutta puttana, ti avevo detto di non andarci!» esclamò con la rabbia che gli bolliva in gola.
Tremai dalla paura.
Sta calma, cerca di stare calma.
«Perché sei così arrabbiato? Io sono solo andata dalla mia famiglia.» risposi come se mi dovessi giustificare.
Giustificare di che cosa?
Solo per essere andata dalla mia famiglia?
No, non avevo niente da giustificare.
«Col cazzo!» mi diede uno schiaffo facendomi cadere per terra, trattenni le lacrime.
Il dolore era forte.
Fortissimo dannazione.
Perché? Perché mi trattava così?
«Ti prego Antonio, parliamo da persone civili. Utilizzando la violenza non serve a niente.» supplicai voltando lo sguardo verso di lui.
Lui si abbassò, mi guardò negli occhi.
Lo studiai attentamente, i suoi capelli neri erano cresciuti, i suoi occhi erano "calmi", mi sembrava che fosse diventato più bello nei giorni in cui ero stata via.
«D'accordo, parliamo da persone civili.» disse poi.
Distolsi poi lo sguardo, non avevo il coraggio di guardarlo.
Ed io, avrei amato un uomo del genere?
Cristo, volevo urlare.
«Sono solo andata dalla mia famiglia, ho rivisto le persone che amo, tutto qui.» lui continuò a guardarmi, aspettando che ci fosse dell'altro.
Non dovevo dire per nessuna ragione, che ero andata a Las Vegas.
«Tutto qui? Hai rivisto anche quel frocio del tuo amico?» a quella domanda il sangue mi si bollì dalla rabbia.
«Non chiamarlo in quel modo. È una persona come tutte le altre. Non devi-» boom, altro schiaffo.
«Quindi è un si eh? Sei proprio una puttana, e dimmi. Te lo sei scopato?»
Ma come può pensare ad una cosa del genere?
È malato.
È un malato. cazzo.
«Curati, io non potrei mai andare a letto con il mio migliore amico, o con qualcun altro. Io non sono come le altre, non farei mai una cosa del genere. Sopratutto se sono fidanzata!» battei con la mano sulla guancia arrossata, pulsava.
Erano giorni che non sentivo quel dolore.
Quella sensazione così brutta da sentirsi bruciare allo stomaco. Era così brutto cazzo, ed io lo sognavo ogni notte, e purtroppo, tutti i miei incubi, erano divenuti realtà.
Vide che mi guardò dalla testa ai piedi, come se mi stesse studiando.
Mi prese il polso facendomi alzare, e mi portò in cucina, mi fece sedere, cacciò poi dal mobile qualche merendina, e delle patatine.
«Mangia, odio vederti magra.» mi toccai lo stomaco, e brontolava un pochino.
Mangiai qualche patatina, ed erano veramente buone. Antonio mi diede un'altra porzione, mentre mi guardava con uno sguardo poco digeribile.
«Ti prego, non guardarmi così, io non ho fatto niente.» sospirò e si alzò dalla sedia.
Mi prese il mento, guardandomi sempre allo stesso modo di prima.
«Ti sei imbruttita.» spalancai gli occhi «Guarda che viso, sei completamente pelle e ossa. Hai delle occhiaie da far paura, fai paura, potresti far spaventare i bambini. E hai le labbra secche, su questo devo rimediare subito.» d'un tratto sentii le sue labbra poggiare sulle mie, baciandomi con dolcezza e delicatezza. Ricambiai il bacio, ma con nessun sentimento.
Qualche minuto dopo si staccò, le nostre labbra erano gonfie, e bagnate.
«Ora va molto meglio.» disse accarezzandomi la guancia.
E mentre mangiavo una patatina, subito mi ricordai del macello che trovammo io Annalisa a casa.
È stato lui, sicuro.
«Sei stato tu?» domandai diretta, lui alzò uno sopracciglio.
«A fare cosa?» domandò come se non sapesse di cosa stia parlando, ma guardando i suoi occhi, sapevo di cosa stessi parlando.
«A ridurre la casa di Annalisa in quello modo.» si sedè di nuovo, e non rispose.
Voltai verso di lui, cercando di avere una risposta.
«Anche se fosse? Dove sarebbe il problema?» spalancai gli occhi.
Avevo già capito tutto.
«Si, sono stato io. Ora sei soddisfatta Sandie?» scossi la testa, piena di disgusto verso un uomo come lui.
«Come hai potuto fare una cosa del genere? Hai ridotto quella casa come un pollaio! Hai distrutto ogni angolo della casa. Persino i miei oggetti, i miei vestiti! E le mie foto! Come hai potuto fare questo!? Come hai potuto Antonio!» dissi con la tristezza infinita nella mia voce.
Trattenni veramente, di non scoppiare in lacrime davanti a lui.
Fu difficile.
Oh Signore, aiutami ti prego.
«Vuoi sapere perché l'ho fatto? Bene ora ti dico come sono andate realmente le cose.
Quella sera, prima che successe quello che è successo. Il giorno dopo venni a trovarti per chiederti scusa, ma c'era solo Annalisa, e la biondina mi disse che eri partita. Ero furioso, e volevo vendicarmi. Non solo, volevo anche trovare delle informazioni sulla tua vita. Così durante la notte di capodanno, sono entrato in casa. Ho distrutto ogni angolo della casa. Ho fatto a pezzi i mobili, gli armadi, e le finestre. Ogni cosa. Non volevo toccare la camera di Annalisa, ma principalmente la tua, vidi delle foto con i tuoi amici. E mi incazzai a morte, così ho distrutto ogni tuo oggetto, ogni tuo ricordo, ogni tuo vestito. Ogni cosa che ti rendeva quello che sei Sandie.» una scia di brividi percorsero su tutto il corpo, sentii un freddo incredibile su di me, la pelle poco calda e tremavo alla follia.
Perché? Perché tutto questo? Perché?
«Io non penso di meritarmelo Antonio, io non penso di meritare tutto questo. Perché io, ti ho donato amore sin dal principio! Senza farti mancare niente. Hai fatto una cosa imperdonabile. Hai distrutto quella che era la casa della mia coinquilina! Tu sei un pazzo, sei completamente pazzo Antonio. Io mi domando come abbia fatto ad innamorarmi di te.» capii di aver toccato il fondo, così Antonio si alzò di nuovo.
Mi prese per il polso con cattiverà e mi portò in bagno, c'era una vasca piena d'acqua con un po' di schiuma.
Pensai al peggio.
Mi prese dalla nuca e mi immerse la testa nell'acqua.
Passavano i secondi, uno, due, minuti, e mi sentivo affogare.
Non riuscivo a respirare.
Ma poi mi fece rialzare la testa.
Feci un respiro profondo quanto l'Oceano.
«Antonio! Sei forse-» poco dopo mi fece riemergere la testa, di nuovo.
«Vedi cosa succede se qualcuno osa ribellarsi a me.
La ribellione in te è proprio penosa Sandie, pensi di con questo tuo modo di essere ribelle possa servirti a qualcosa? Pensi di essere qualcuno? Pensi di essere una donna? Ti sbagli di grosso piccola Sandie, in realtà non sei nessuno, sei una nullità di donna. La donna più inutile che abbia mai conosciuto. E non valerai niente dalla vita!» esclamò con la cattiveria nel corpo, e alla fine della frase mi fece rialzare la testa.
Stavo per soffocare.
Non soltanto perché stavo rischiando di morire, ma anche per le sue parole.
Entrarono come delle frecce di fuoco dentro al mio corpo.
Pronte a farmi morire dal dolore più laido che ci fosse.
Nessuno mi aveva detto parole del genere.
Neanche i miei insegnanti peggiori.
«Perché mi fai questo?» domandai con le lacrime agli occhi.
Poi percepii che si stava avvicinando al mio orecchio e rispose.
«Perché ti voglio mia.»
La lite continuava all'infinito, e nel frattempo sorgè l'alba, un'alba triste, e piena di sangue.
Antonio non la smetteva più di umiliarmi, e di picchiarmi, mi diede calci, pugni, schiaffi, ero a pezzi.
Ero completamente a pezzi.
Ero per terra, il naso colava sangue, avevo il labbro spaccato, il viso confuso e rosso, e lo stomaco che mi faceva male.
Antonio si stiracchò le mani, sentivo il rumore delle ossa delle sue dita diventare più forti di prima.
Si abbassò a me, mentre io affannavo e gemevo dal dolore.
«Vorrei chiederti una curiosità.» disse poi
«Perché hai una foto con Michael Jackson? Sai, principalmente sono andato in bestia per quello. Quando ho visto quella foto, non ci ho visto più dalla rabbia. Quindi, voglio sapere una risposta Sandie. Lo conosci?» annuii subito dopo.
Mentre io avevo le braccia congiunte tra il mio ventre.
«E come lo conosci?» non risposi.
«Dimmi come cazzo conosci Michael Jackson!?» urlò con tutta la gelosia che aveva in corpo.
Stetti zitta.
Non volevo parlare.
Non di lui.
«Sandie, rispondimi cazzo o giuro veramente che non la passerai liscia.»
Merda ...
Ti prego, finiscila.
«DIMMI COME CAZZO LO CONOSCI PORCA PUTTANA!» urlò ancora di più prendendomi tra le braccia.
Il suo viso era rosso come la lava.
Pronto per esplodere finché non avrebbe ottenuto una risposta.
La mia risposta.
La mano di Antonio alzò in aria per darmi uno schiaffo, mi spaventai ancora di più.
Volevo porre fine, a questa sua violenza.
«E va bene, va bene. Te lo dirò, ma ti prego non farmi più del male, ti prego. Basta. Basta picchiarmi, parlerò, ma ti prego, non picchiarmi ancora.» risposi con tono supplichevole, e lui abbassò il braccio.
Si alzò dal letto, prese una sedia che era vicino alla finestra, la prese e la mise davanti a me per poi sedersi.
Tirò fuori dalla tasca un pacchetto di Malboro Gold insieme ad un accendino nero come la pece, prese una sigaretta, l'accesso cominciando poi a fumare.
«Parla.» mi incintò
Presi un bel respiro cercando di stare calma.
Non voglio, ma sono costretta a farlo, perdonami Michael.
«L'ho conosciuto due anni fa, un giorno all'università si presentò un uomo, era un dermatologo e mi chiese di lavorare con lui per sei mesi, poiché la sua assistente si era rotto lo sterno, e aveva bisogno di una nuova collega. Ha scelto me, perché lui è il mio professore di dissecazione, si conoscevano, ha sentito buone cose su di me e fui assunta.
Ero eccitata perché era un dottore delle celebrità, tra cui, Michael Jackson, venne ad una visita poiché lui ha vitiligine e-»
«Cazzate, comunque continua.» mi interruppe in modo brusco mentre fumava la sigaretta.
Andai in bestia.
Odiavo le persone che giudicavano i fatti senza conoscere la verità.
«Tu non conosci come stanno realmente le cose, perciò, quello che dovrebbe stare zitto sei proprio tu.» battei con coraggio.
Antonio fece uscire dietro dai pantaloni un coltello. Era un semplice coltello da cucina, bello e affilato, la lama spendeva insieme al sole da poco sorto.
«Piccola Sandie, forse tu non sai con hai avere a che fare. Io non voglio toglierti quel bellissimo viso che hai, perciò, solo una parola, e non ci metterò nulla ad eliminarti. Se oserai di nuovo ribellarti a me, ti trafiggerò questo coltello nel cuore. Sono stato chiaro?» il sangue insieme alle mie vene congelarono, divenni immobile, completamente sotto shock dalla sua minaccia.
Lo avevo visto nei miei incubi con un coltello in mano, e non volevo che anche quell'incubo diventasse realtà. Non volevo.
Così, ripresi la parola.
«Lo visitai, e lo vedevo ogni mese, non ci vedemmo solo per lavoro, ma anche per conto nostro. Così, col passare dei giorni, e mesi, nacque una bellissima amicizia. Oltre all'università passavo quasi tutte le mie giornate a Neverland, la sua residenza, conobbi anche la sorella, Janet, la sua migliore amica, l'attrice dagli occhi viola Elisabeth Taylor, Maculay Culkin e anche sua madre. Tutte delle persone straordinarie.»
Che devo fare?
Se gli dico che mi innamorai, di sicuro mi ucciderà.
«Dimmi un po' San, vi siete baciati?» a quella domanda mi sbiancai, e mi ritornò in mente quel bacio.
Un bacio bellissimo, e maledetto allo stesso tempo.
«V-vuoi una bugia, o la verità.» mi puntò il coltello davanti a me.
Mi spaventai.
«Domanda del cazzo, ovvio che voglio la verità.» poco dopo annuii con la testa che tremava in segno di risposta «Oh, quindi hai baciato il Re del pop, e dimmi, ti sei innamorata di lui?» annuii senza proferire parola «E lui, lo era di te?» abbassai lo sguardo e fuori mi uscí una lacrima. Scossi la testa dopo qualche minuto.
«Io lo amavo, e ... lo amo ancora. Non lo vedo da Ottobre, perché ha messo fine alla nostra amicizia.» lui gettò via il coltello, e mi prese il viso tra le mani.
Mi spaventai a morte.
Sentivo il cuore battere forte dalla paura.
«Oh Sandie, ma ti rendi conto che si tratta di Michael Jackson? Una star mondiale.
Come puoi pensare che uno come lui, possa ricambiare i sentimenti di una comuna ragazza come te? Come puoi pensare che Michael Jackson si possa innamorare di te? Tu non vali un cazzo ne come donna, ne come persona. Non sei nessuno Sandie.
E non lo sarai mai.
Per lui, sei soltanto una formica, cerca le farfalle, in questo momento tu sei una larva.
Una larva che giorno dopo giorno, diventa brutta sempre di più.
Sei soltanto una stupida illusa, se avessi pensato che lui ti ricambiasse i tuoi sentimenti.
Accetta la realtà Sandie.
Lui, non ti amerà mai.
Mai.
Evidentemente, se lui ha messo fine alla vostra amicizia, non ci teneva così tanto a te. O forse, non ti ha mai voluto bene.» quelle parole furono come il veleno, che entrava nel mio corpo fino a diventare una nube tossica.
Mi stavo sentendo male.
Sentivo di dover vomitare.
Le sue parole.
Le parole di Antonio erano come dei chiodi.
I chiodi bucavano, e in quel momento, mi aveva bucato il cuore.
«N-non è vero, lui mi voleva bene.» affermai con la voce rotta.
«E allora se ti voleva bene, perché ti ha cacciato dalla sua vita? Perché ti ha fatto soffrire così tanto? Ecco perché odio quell'uomo, è un uomo senza sentimenti, un bugiardo, un egoista del cazzo che pensa solo a se stesso e alla sua fottutissima fama. Si vuole dimostrare buono solamente per fare buona immagine al pubblico. Questa, è la realtà del fatti, cara piccola Sandie. Una realtà brutta, vero, ma giusta. Quell'uomo ha avuto solamente culo, io non credo al talento, io non credo ai doni, non credo a un cazzo di queste cose. Si tratta solamente di fortuna. E quell'uomo ne ha avuta molta.» d'un tratto corsi in bagno e vomitai.
Pregando che lui stesse in silenzio.
Vomitai ogni cosa che aveva detto su di me, e su Michael.
Vomitando l'anima.
Come se avessi bevuto litri, litri e litri di alcool.
«Vedi? Guarda come ti ha ridotto? Un pezzo di carne che a malapena si muove. Uno zombie vivente, questo sei tu. Sandie Vrachnos.»
«No!» esclamai con la gola piena di vomito.
Mentre vomitavo sentivo i passi di Antonio venire verso di me, ma poi finii di vomitare, sciacquai lo scarico, mi pulii la bocca con un pezzo di carta igienica, e sentii la sua mano tirare i miei capelli.
Gemei dal dolore.
«Da questo momento in poi, vivrai con me.
Non ti manderò all'università, farò un finto certificato medico di una malattia, quindi, i professori crederanno che stai male, farai tutto quello che ti dico. Se oserai disobbedirmi, per te saranno guai seri. Diventerai la mia donna, e tu sei solo mia Sandie. Solo di mia proprietà, di Antonio Lombardi!» mi buttò per terra e poi diede uno sputo «E non, Dimenticarlo.» e andò via, in quel momento pensai che la mia vita era finita, che ero complice dei miei sbagli.
Avevo sbagliato tutto nella mia vita.
A credere nei miei sogni.
E a credere nell'amore ...
Avevo sbagliato.
Mi sbagliavo a crederci.
Ed ora, la mia vita non ha più un senso.
8 Gennaio 1992
Ore 10.35
Secondo giorno
Sono di nuovo qui, caro diario.
Cosa farei se non avessi te?
Mi tieni tanta compagnia.
Ormai sono due giorni che Antonio mi tiene prigioniera nella sua casa.
Una casa bella, ma pur sempre una prigione per me.
Vorrei tanto riavere i miei libri, i romanzi, i classici e le biografie che avevo, e che tenevo cura con tanto amore.
I miei libri erano i miei migliori amici, ma ormai ridotti a pezzi di carta.
Mi manca molto Annalisa, chissà cosa starà facendo, di sicuro quella povera ragazza, è in pensiero per me.
Vorrei tanto scriverle una lettera e raccontarle tutto, ma non posso.
Non posso fare niente, nemmeno una telefonata.
Mi sento soffocare da questa gabbia dorata.
Voglio volare e andare via per sempre.
Stamattina Antonio è andato al San Raffaele, lo hanno chiamato per urgenza per un paziente che sta per morire.
Strano ma vero, lui è un dottore, un dottore salva le persone, e lo fa nel suo lavoro. Ma lui ogni giorno, cerca sempre di uccidermi.
Sono due giorni che non sto più dormendo in modo regolare.
Faccio le ore piccole, almeno due o quattro ore ogni notte.
Antonio mi sta facendo passare l'inferno con la sua violenza.
E mi domando, ancora oggi, di come mi è venuto in mente di innamorarmi di lui. Forse, se avessi saputo questa sua oscurità, sarei scappata come la velocità della luce.
Stamattina, prima che Antonio si preparò, mi violentò, una sensazione che non volevo rivivere.
Mio Dio, non lo auguro a nessuno.
È davvero brutto essere costretti a fare una cosa, che non vuoi fare.
Ecco perché Ethan soffre in quella maniera, quanto lo capisco in questo momento.
Ethan... quanto mi manca, spero che stia bene.
Nicole, papà, mamma, non li sento da quando sono atterrata qui due giorni fa.
Dovrei fare una telefonata per tranquillizzarli e dire che sto bene, e che non sono morta.
O almeno, per ora.
Sto pregando ogni giorno al Signore, che questa tortura finisca al più presto.
Spesso, penso che sia sognando, che stia facendo un brutto sogno. Ma poi guardo in faccia la realtà, e sta accadendo sul serio.
Per ora, mi ha fatto solo questo di molto brutto, oltre alla terribile botte ricevute nei giorni precedenti, cercando di obbedire sempre agli ordini. Gli preparo da mangiare e sono sempre vicina a lui.
È diventato appiccicoso.
Vorrei tanto che questa sua rabbia e follia, trasformassero in senso di colpa.
Ma non saprei dirti il perché, ma sento che la colpa di tutta questa storia, sia mia. Si, mia cazzo.
Non sono stata responsabile, e mi sono dimostrata solamente di essere solo immatura delle mie azioni.
Ecco cosa sono veramente.
Una donna che non vale niente, proprio come ha detto Antonio.
Si, mi sa che ha proprio ragione.
Michael si merita di meglio, non so se sta ancora con Brooke, ma penso di si, lei è perfetta per lui, in confronto a lei che è una farfalla io sono una larva.
Già. Proprio così.
Ho il cuore che non batte più, sembra che sia completamente morto.
Non ho più un cuore, non ho più niente se non la paura di morire.
Quando Antonio è al mio fianco, è come avere la morte di fianco a me.
Con lui, mi sento a un passo dalla morte.
Ed io non voglio morire.
Sai caro diario, questo Erasmus per me doveva significare l'esperienza più bella della mia vita, un'esperienza che dovrebbe aiutare a crescere, ma invece. Sono capitata in un incubo, un incubo troppo brutto per crederci. A volte, come ho già detto, penso di sognare.
Ma no, è la realtà.
Una bruttissima e orrenda realtà.
Finisco di scrivere il mio diario, mentre ero nel living room, con la televisione di sottofondo a farmi compagnia.
Indossavo con una camicia di Antonio, lunga fino alle ginocchia, bianca, il viso ancora un po' rosso, e le mutandine mezze rotte, perché quando mi violentò le strappò con cattiveria.
Ero totalmente a brandelli, nel vero senso della parola.
"Ehi Carlo! Vedo che Dangerous di Michael Jackson sta andando veramente alla grande!" Esclamò una voce femminile alla tv, che subito, sentendo il nome di Michael, venni colta dall'attenzione
"Esattamente Anna, Il critico Robert Christgau ha identificato l'album come uno dei migliori e più sperimentali di Michael Jackson, assegnandogli una "A-" aggiungendo che, per certi versi, «rimane fedele e coerente ai lavori dell'artista dai tempi di Off the Wall». Alan Light del Rolling Stone sostiene che, grazie a Dangerous, «Jackson non è più un bambino, è un vero e proprio artista che riesce a raggiungere la trascendenza attraverso la sua prestazione vocale.» Light ha inoltre notato come Dangerous sia riuscito «a compiere l'impossibile sfida di eguagliare Thriller». Stephen Thomas Erlewine di AllMusic ha descritto l'album come «una scelta più audace e nitida di Bad»" presi il telecomando per alzare la voce.
"A quanto pare, le voci circolano, vuole dare un tour quest'estate, ma non sappiamo ancora niente di ufficiale, vi faremo sapere al più presto!"
Un tour eh?
Beh, me lo aspettavo, ma non così presto, insomma, sono due mesi che l'album era uscito. Ma non era ancora ufficiale la notizia.
Riuscivo a pensare a Michael, ma non come facevo qualche giorno fa.
Le parole di Antonio furono un macigno da mandare giù.
"Sei soltanto una stupida illusa, se avessi pensato che lui ti ricambiasse i tuoi sentimenti. Lui non ti amerà mai."
Scoppiai a piangere.
Di questo passo, se continuerà a parlarmi in quel modo, finito per impazzire.
Mi venivano gli attacchi di panico quando lui non c'era, e a stento mangiavo qualcosa.
Anche se toccavo un biscotto al cioccolato, non riuscivo a mangiarlo, il mio corpo rifiutava il cibo.
Io rifiutavo questa situazione.
E mai mi sarei immaginata, di vivere un momento come questo.
Un sequestro.
Guardavo la tv, ed MTV mandò in onda il video di Black Or white, un video stupendo, geniale e pieno di energia.
Proprio come lo era lui.
Persino da lontano, riuscivo a sentirlo vicino a me.
Avevo gli occhi rossi, mentre guardavo Michael cantare e ballare in modo divinamente, mentre pensavo ad unica cosa.
Ad una cosa, che mi rendeva la ragazza più triste del mondo.
Perchè Michael?
Perché mi hai abbandonato?
This world can hurt you
It cuts you deep and leaves a scar
Things fall apart, but nothing breaks like a heart
And nothing breaks like a heart
-Miley Cyrus
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