[CAPITOLO 37]

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MILANO, ITALIA

9 Ottobre 1991

Ore 09:34

Sandie

Respirai a pieni polmoni l'aria italiana una volta atterrata.
Era un lunedì, un lunedì buio, e strano.
Forse era per l'umore che avevo quel momento.
Decisamente non ero per niente felice.
Non mi andava di andare all'università.
Ma dovevo andare.

Non dormii per nulla durante le 13 ore di volo.
In cui potevo approfittare per riposare un po'.
Ma invano.
La morte di Cloe fu una brutta sorpresa da mandar giù.
In quattro giorni che ero tornata successe di tutto.
Oltre Cloe, io e Michael, dopo un anno di amicizia, e di cui ero innamorata, ci dicemmo addio.
Ma fu lui a fare il primo passo.
Fu quella la cosa brutta.

Non provavo rancore.
Nemmeno odio.
Non esistevano nel mio vocabolario.
Neanche nei miei sentimenti.
Ma ero solo delusa.
E molto arrabbiata.
Ma poi ciliegina sulla torta per completare la mia tristezza fu la morte di Cloe.

Chiamai un taxi che mi portò davanti al mio appartamento.
Una volta arrivata, ed entrata dentro, venni accolta improvvisamente da un abbraccio di Annalisa.
«Aw! Questi quattro giorni sono stati un vuoto senza di te. Sono così felice che sei tornata, com'è andato il matrimonio della tua amica?»
Bene, visto che la mia cotta ha deciso di mollarmi come un giocattolo usato. Direi proprio bene direi.
«È andata bene, mi sono divertita.» mentii con un fondo di verità, perché da una parte ero stata bene quella giornata, ma dall'altra sono stata davvero male.
«Menomale, ti vedo un po' giù San, è successo qualcosa li?» domandò preoccupata.
Cloe.
L'angoscia, il dolore tornarono di nuovo a invadere il mio corpo.
Ma non volevo dire niente.
Non sapeva che ero amica di Michael Jackson.
Che ero innamorata persa di Michael Jackson.
Che ero amica di Elisabeth Taylor.
Che avevo un' amicizia con una bambina malata di Sindrome di Brugada.
Che era morta.
E che tredici ore fa, ero al suo funerale.

Ero distrutta psicologicamente e fisicamente.
Ma dovevo sorridere.
Non volevo che lo sapesse.
Non volevo ricordare quel momento vedendo la piccola bara bianca andare piano piano sottoterra.
Non volevo ricordare tutto ciò.
Sono stata troppo male, e non volevo esserlo un'altra volta.
«Sto bene, sono solo un po' stanca del viaggio, sai 13 ore sono sempre 13 ore.» mentii andando verso camera mia per posare le vaglie e sistemare i vestiti.
«È meglio se ti riposi un po' tesoro, non venire all'università.» sospirai mentre tiravo fuori i vestiti per metterli poi nell'armadio.
«No, voglio venire.» battei.
«Sicura Sandie? Ti vedo davvero strana, sicura che non-»
«Dio An! Non è successo niente, ripeto sono solo stanca.» dissi voltandomi verso di lei, in quel momento la sofferenza entrò in azione.
Le lacrime scesero a non finir, e la mia voce interiore gridava il nome di Cloe.
Scoppiai a piangere.
Non c'è la feci.
Ancora una sono stata fregata dalle mie forte emozioni.
Sentivo ancora il dolore di Dereck.
Sentivo il mio dolore.
Tutto era diventato una tortura.
Corsi verso Annalisa per abbracciarla.
Mi affondai in lei.
Volevo consolazione.
E supporto.
Era troppo quello che era successo in soli quattro giorni.
Avevo paura di odiare quel ragazzo.
Poiche mi aveva fatto soffrire troppo.
Avevo paura di odiarlo.
Ed io non volevo odiarlo.
Volevo portarlo nei miei ricordi, insieme a quella bambina così dolce spenta solo a cinque anni e mezzo.
Ero a pezzi.
E non sapevo come mi sarei ripresa da questa situazione.

«Però, certo che è stata una bella botta per te.» mormorò Annalisa asciugandomi il viso con un semplice fazzoletto di carta «Non deve essere stato facile per te vedere quel funerale. Dio mio, non oso immaginare il dolore che sta provando quel povero uomo.
Ma pensa che ora non potrà più soffrire, c'hai provato Sandie. Ma per chi ha la sindrome di Brugada non ha scampo, e chi l'ha avuta si sentiva condannato a morte. E purtroppo, è capitato a quella bambina.
C'hai provato, ma non sentirti in colpa.
Perché purtroppo è la vita che è una grande figlia di puttana.
E questo ne sono testimone.
Adesso so che stai male, e che ti ha segnato molto questo episodio, ma custodiscilo con positività.
Costudisci lei, nei tuoi ricordi più belli, e poi, io non credo alla morte. Credo che moriamo, quello sì, perché fa parte del ciclo di vita, ma la nostra anima è immortale e non potrà mai morire. Vivrà sempre, sia in libertà che nei cuori delle persone che amiamo.» il discorso di Annalisa mi aiutò ad aprire gli occhi.
Aveva ragione.
Non dovevo custodire Cloe per la sua morte.
Ma costodirla con affetto e amore.
Per averla conosciuta.
Per averla fatta sorridere.
Ma se proprio volevo essere onesta, se non fosse stato per Michael, non avrei mai conosciuto Cloe.
«A proposito di quel ragazzo, è davvero uno stronzo. Nel vero senso della parola, quello che ha fatto è davvero da egoisti. E poi scusami, prima in un momento ti dice che gli manchi, e poi ore dopo ti dice non volerti più nella sua vita. Ma che cazzo di ragionanento è?» le avevo inventato una storia, ho dovuto proteggere Michael con un altro nome, Edward, le dissi che al posto di essere un cantate di fama mondiale, era figlio di un ricco proprietario di azienda agricola in America.
Beh, direi un bel modo per coprirlo.
«E poi scusami, gli posso tirare una mela in faccia?» ridacchiai.
«Ti do il permesso di farlo.» dissi con tono ironico, lei mi guardò con dolcezza.
«Sandie, tu sei una bellissima ragazza, lascialo perdere, dimentica quel ragazzo, non fa per te, ma neanche Lombardi non fa per te.»
Antonio.
«Dai An, ancora con questa storia? E perché mai? È solo per l'età?» domandai con tono curioso.
«No, non è per questo.» ci fu un silenzio tombale, lei non parlò. E avevo il sospetto che lei sapesse qualcosa in più su di lui «Ma lasciamo stare, comunque, ora ti porto a mangiare sushi, facciamo una bella passeggiata in centro e andiamo all'Uni ok?» annuii senza proferire parole.
Non me la racconti giusta.
Sai qualcosa che io non so.
E giuro che lo scoprirò.
Sperando che non sia nulla di brutto.



[...]

Ore 18:24



Eravamo in aula, tutti seduti nei propri posti, me compresa.
Invece di sedermi tra le prime file ero in fondo, talmente lontano che non mi si vedeva.
Mi sentivo strana.
Mi sentivo stanca.
Affaticata.
E triste.
Ancora non avevo digerito quello che mi era capitato.
Vedevo nella mia mente l'immagine di Michael e di Cloe.
Come potevo andare avanti?
Come?
Tutto questo mi dava la nausea.
«Buon pomeriggio ragazzi.» il mio sguardo fulminò con quello del professor Lombardi.
Era elegante, raffinato e bellissimo come sempre.
Ma questo non riusciva farmi stare meglio.
Nemmeno guardandolo negli occhi.
Ero davvero collassata dentro di me.
Disperata.
E la mia vocina urlava aiuto
Un aiuto supplicante su come sfuggire da questa enorme sofferenza.

«La trattazione delle aritmie può presentare notevoli difficoltà nella spiegazione e nella comprensione delle stesse; in realtà andremo a semplificare l'argomento trattandolo nella sua generalità e solo successivamente approfondendo la discussione rifacendoci alla conformazione anatomica del cuore, diviso in atri e ventricoli, comunemente descritta, come porzione "sopraventricolare" e "ventricolare".» avevamo la lezione sulle aritmie, la frequenza dei battiti cardiaci, un argomento interessante. E sopratutto, visto insieme a Cloe.
«L'aritmia, in generale, è una variazione della frequenza elettrica normale, e della sequenza dei battiti cardiaci. Tale definizione, nel suo senso più ampio, può comprendere i disturbi della formazione e della conduzione dell'impulso. Il ritmo sinusale è il ritmo cardiaco naturale diretto dall'attività del nodo del seno, segnapassi del cuore, normalmente con frequenze comprese fra 60 e 100 batt/min, ovvero il valore minimo e massimo per definire una frequenza "nei limiti della norma". Si parla invece di una conduzione normale quando all'elettrocardiogramma l'onda P è <120 msec, l'intervallo PR non supera i 200 msec e il complesso QRS è di durata non superiore agli 80 msec.» scrivevo, scrivevo e scrivevo le sue parole, con velocità. Ma lui stava parlando piano, in tono molto chiaro, in modo tale che si capisse perfettamente.
Sentivo che non stavo bene.
Di nuovo.
Non c'è la faccio più.
«Una variante non patologica del ritmo sinusale è l'aritmia sinusale, che si verifica quando le variazioni fasiche della frequenza dovute alla respirazione, sono notevolmente accentuate. In genere sono presenti nei bambini e nei giovani adulti, ancorché negli atleti. Questa risposta fisiologica dipende dai riflessi che coinvolgono i recettori pressione-volume del cuore, dei vasi e del sistema nervoso autonomo, che a sua volta rallenta o accelera la frequenza del cuore.»
Non mi stavo sentendo bene.
Respiravo con fatica.
Guardavo le mie mani ed erano tremolanti.
Mi toccai il viso e stavo sudando.
Dovevo andarmene.
E subito.
Mi alzai di scatto.
«Si Vrachnos? Vuole dire qualcosa?» domandò Antonio con tono interessato aspettando una risposta.
La vista mi si offuscò.
Respirai a fatica.
Guardai intorno a me, e alcuni ragazzi presenti in aula erano preoccupati.
«Sandie, va tutto ok?» domandò una ragazza bruna, con gli occhiali, molto carina, con tono preoccupato.
La guardai per un istante, per poi accasciarmi per terra.
Finendo nel buio più totale.
Voglio riposarmi ...



Ore 19:45


Aprii gli occhi, piano piano, arricciai il naso e mi toccai la testa.
Dio, che male.
«Ehi, ti sei svegliata.» mormorò una voce a me conosciuta.
Misi a fuoco gli occhi, ed era Antonio.
Di fronte a me.
Con l'aria preoccupata.
Ero da lui.
Si, ero con lui.
«Dove mi trovo?» domandai con l'aria stanca.
«Tranquilla, sei a casa mia. Durante la lezione hai perso i sensi, così ti ho portato qui, ho annullato la lezione. Non mi andava di continuarla con te in quelle condizioni.» mi sentii in colpa, alzai il busto con un espressione dispiaciuta.
«Perdonami, ti ho creato tanto disturbo. Mi dispiace tanto.» dissi con tono mortificato, lui mi diede una carezza dolce sulla guancia e chiusi gli occhi.
Era così bello sentire il suo tocco.
«Non ti devi scusare, non puoi capire come sono stato in pensiero per te. È successo qualcosa che ti ha fatto stare male quando sei andata in America?» il cuore mi salí in gola, ripensando ancora a quei momenti.
Il dolore mi invase l'anima.
Strinsi le mani a pugni.
Abbassai lo sguardo.
Trattenendomi di non piangere.
Ma no.
Piansi.
Piansi terribilmente.
E mi sentivo sola.
Nonostante avessi Annalisa, Ethan, e la mia famiglia, mi sentivo comunque sola.
Antonio mi accolse in un abbraccio stringendomi forte a se, ricambiai il gesto, appoggiai il mento sulla spalla continuando a piangere.
«Ti r-ricordi di quella bambina malata di sindrome di Brugada?» lui annuì, e lo sentii irrigidire, a quel punto annuii con il capo per fagli capire che Cloe non c'era più.
Ci staccammo e i suoi occhi erano lucidi.
«No, ti prego.» mormorai con la tristezza in gola.
«Mi dispiace, mi dispiace così tanto per quella bambina. Immagino che la volevi molto bene.» annuii abbassando lo sguardo.
«Per non parlare del padre, sta davvero male, insomma, ha perso la sua bambina. E sta provando in dolore immenso che non si può descrivere. Al funerale per poco non sveniva, io invece si, sono svenuta, mi ha fatto un senso enorme vedere quella piccola bara bianca coprendosi man mano di terra.» mi prese il viso con due dita per guardarlo.
«L'ho provato anch'io, e posso capire perfettamente quell'uomo, non si può spiegare un dolore di un padre. Fidati, anche io non trovo le parole per farlo. Io invece sono svenuto al funerale di mio figlio, facevo fatica a stare in piedi, Laura pianse urlando per tutto il tempo, e fidati Sandie, è qualcosa da far venire i brividi.» mi dimenticai che Antonio aveva perso suo figlio nella maniera peggiore possibile.
Dimenticando che anche lui aveva provato l'immenso dolore per la morte del figlio.
Lo abbracciai.
E mi sentii al sicuro.
Dopo tanto tempo.
Con lui, ero al sicuro.
«Mi dispiace così tanto Antonio.» dissi con le lacrime agli occhi.
Lui mi prese delicatamente il viso, e mi asciugò le lacrime con i pollici.
Ci guardammo negli occhi.
Nel modo più intenso possibile.
Ritornarono quelle che erano i sentimenti d'amore.
Il cuore che batteva veloce.
Le farfalle dentro allo stomaco.
L'adrenalina nel corpo.
L'imbarazzo.
Gli stessi sentimenti che provavo per Michael, ormai cessati.
Ora, era lui ad avere il comando del mio cuore.
Dei miei sentimenti.
Di me.
Avvicinammo i nostri visi fino a congiungere in un bacio.
Sentii per la prima volta le sue labbra.
Erano così morbide.
Mi eccitai.
Mi eccitai tanto.
Gli accarezzai il viso mentre baciavo le sue labbra, e lui mi stringeva i fianchi.
Sentivo le sue mani andare dentro la mia camicia per toccare la mia schiena nuda.
Da una parte volevo che si fermasse, ma dall'altra era tutto così bello.
Mi lasciai andare.
Ci stendemmo lungo il letto, mentre lui era sopra di me.
Ero tesa.
Il nervosismo si incominciava a farsi sentire.
Sapevo dove voleva arrivare.
E anche io volevo arrivare lì.
Individuai che era arrivato il momento.
Forza Sandie, fatti coraggio.
Volevo donargli la mia verginità.
«A-Antonio.» mormorai tra i baci e lui si fermò.
«Ti chiedo scusa, forse mi sono lasciato un po' andare.» scossi la testa.
«No io, io voglio farlo.» una strana sensazione penetrò dentro di me.
Come se fosse una sorta di dispiacere.
Come se non volessi a donargli la mia verginità.
Era vero, per tanto aspettai di volevo farlo con Michael, ma dopo quello che era successo, dimenticai persino il suo volto.
Ed ora mi sentivo pronta.
Pronta a fare questo grande passo.
«Sandie-»
«Io sono vergine.» alla mia risposta Antonio spalancò gli occhi dalla sorpresa.
Mi vergognai.
Mi sentii piccolina.
«Molto strano, non mi aspettavo che una ragazza così bella come te fosse vergine. Non hai mai avuto un fidanzato?» annuii.
«Si però, era uno di quegli amori adolescenziali. Però, non l'ho voluto fare con lui.»
«Capisco, ma Sandie, sei sicura di voler fare questo passo con me?» annuii sicura.
«Si, sono sicura della mia scelta. Non ho dubbi, voglio perdere la verginità con te Antonio.» sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
«Come desideri, prometto di non farti male. Ti renderò questo come il momento più bello della tua vita.» il mio cuore si sciolse come un cubo di ghiaccio lasciato tra il calore.
Ero emozionata.
Stavo per fare il passo che desideravo da tanto tempo.
Fare l'amore.
Ormai non avevo più dubbi.
Io mi ero innamorata di quell'uomo.
Io lo amavo.
E finalmente potevo dirlo senza filtri.
Mi tolse i primi bottoni della camicia e mi baciò il petto.
Ci alzammo, ed io ero posiziona in braccio.
Cacciai dei sospiri di piacere.
Proprio come pensavo.
Sentire quelle labbra sulla pelle, era tutta un'altra storia.
Gli tolsi la maglia mentre ero invasa dai baci piacevoli di quell'uomo.
Senza accorgermene.
Le guance divennero calde come lava da fuoco.
Ero imbarazzata.
Infondo. Era la prima volta che facevo sesso.
L'avevo sempre trovato come un mondo bellissimo, pieno di sorprese e di fascino.
Ora, potevo mettere in pratica i consigli di mia sorella.
"Sii seducente, sii la donna più sexy del mondo, è ti posso garantire, che dopo il sesso. Ti sentirai la donna più bella e amata del mondo."
Sorrisi, mentre sentivo le dita di Antonio scorrere tra i bottoni della mia camicia, togliendoli uno dopo l'altro.
Rimanendo così in reggiseno e jeans chiari.
Mi guardò per un instante.
Baciandomi di nuovo.
Insieme alla dolcezza c'era un mix di passione e deduzione.
Oh si.
Ma volevo di più.
Provare di più.
«A-Antonio.» lo chiamai prendendogli poi il viso.
«Ho fatto qualcosa che non va?» ridacchiai.
«Se non che hai rubato il mio cuore.» fece un'espressione come se non avesse capito, ed io gli diedi un intenso e dolce bacio a stampo.
«Io ti amo.» pronunciai queste parole come il canto di un usignolo.
Lo sentii irrigidire.
Di nuovo.
Rimase di stucco, non se lo aspettava, ma avevo mantenuto la mia parola che avrei risposto alla sua dichiarazione.
«Come hai notato, hai dovuto aspettare un po' per la mia risposta, e ti chiedo scusa, ma io-» lui non mi fece finire la frase che subito mi baciò con ardore e amore le mie labbra.
In quel momento mi sentivo la ragazza più felice del mondo.
Finalmente dopo tanta sofferenza.
Potevo sorridere ed essere quella di una volta.
Con lui al mio fianco, potevo rinascere.
«Oh Sandie, dolce Sandie.» sorrisi e ci baciammo di nuovo.
Lui mi tolse in jeans facendomi rimanere in reggiseno e slip di color panna, ed io feci la stessa cosa.
Entrambi eravamo rimasti in intimo, ed eravamo eccitati.
Sentivo la sua erezione premere sulla coscia e questo, non lo nascosi, mi fece bagnare.
Si staccò dalle mie labbra con dolcezza formando così uno schiocco.
Mi guardò con tenerezza, mentre io lo guardavo con le guance rosse.
Mi accarezzò con tanta amorevolezza la guancia in segno di sicurezza.
Mise le mani intorno alla mia schiena, sentii le dita verso la chiusura del reggiseno, e con un clip, lo tolse.
Avevo un seno molto grande, una quinta abbondante.
Nonostante avesse un bellissimo aspetto, l'avevo sempre considerato volgare per la grandezza. Avevo sempre adorato i seni piccolini, li trovavo fini ed eleganti.
Guardai da un'altra parte per nascondere l'imbarazzo, ma Antonio mi fece girare lo sguardo verso di lui.
«Guarda me, solo me. Sta tranquilla, ora rilassati piccola.» annuì e avevo le gambe che mi tremavano, ero troppo nervosa. Ma dovevo sciogliermi, e stare tranquilla.
Rilassando Sandie, rilassati, e goditi questo momento.
Iniziò a baciarmi il collo, di nuovo, mordendolo appena e cacciai dei piccoli urletti.
Ridacchiai.
Scese verso il letto, passando appena la lingua.
Li sotto sentivo che urlava il suo nome.
Oh mio Dio.
E poi piano piano, verso i seni.
Prese il seno sinistro con una mano stringendolo appena, poiché era davvero enorme.
Mentre poi, la sua lingua giocava con il mio capezzolo destro, e nel frattempo sentivo le sue dita torturare il capezzolo dell'altro seno.
Gemei.
Per la prima volta.
Accarezzai i suoi capelli neri.
Sentivo che era passato a leccarli e morderli con delicatezza entrambi i capezzoli.
Gemei ancora.
Mi bagnai ancora.
Era tutto così bello.
Ma capii che era solo l'inizio.

Arrivò a quella parte, nel mio fiore, proprio lì, mi tolse gli slip color panna e baciò il mio ventre, leccandolo appena.
Mossi lievemente il bacino in su.
Non stavo resistendo più.
Ma dovevo essere paziente.
«Tranquilla, ci sto arrivando.» mi avvertì, e poi arrivò.
Sentii le sue labbra sulla mia intimità.
Un sussulto mi sfiorò di soprassalto.
Un piacere immenso pervase dentro al mio corpo.
Oh dio mio.
Sentii la sua lingua toccare il clitoride, provando così una carica di fuoco inspiegabile.
Gemevo a tal punto di non parlare più.
Non pensavo che lui fosse dannatamente bravo in questo ambito.
E volevo che continuasse all'infinito.
«Oh mio Dio.» dissi pervasa dal piacere, e lui continuò.
«Ti piace piccola?» annuii incapace di proferire parola, lo sentii avvicinare a me, per poi sussurrarmi all'orecchio «Sei così dolce.» gli baciai il collo, cacciandogli degli intensi sospiri.

Gli accarezzai la schiena arrivando fino ai boxer, poi mi bloccai.
«P-posso?» domandai innocentemente, lui sorride annuendo il capo.
«Con me puoi fare tutto quello che vuoi, non vergognarti mai. Non con me.» mi sciolsi, di nuovo.
Lo liberai da quell'indumento che era rimasto, ed era nudo, davanti a me.
Era la prima che vedevo un uomo completamente nudo.
Tutto ciò era così nuovo per me.
Ma mi sentivo così in imbarazzo.
Mi creava disagio questa mia vergogna.
«Perdonami, sono così emozionata al tal punto di imbarazzarmi, insomma ... è la mia prima volta ed io-»
«Non ti devi giustificare piccola, è tutto normale, fa parte della natura. Ed io sono così felice di fare l'amore con te in questo momento ...» sembrava sincero, sembrava felice e onesto.
Gli diedi un bacio a stampo, finché lui non aprì il cassetto del comodino per cacciare una bustina argentata che si intravedeva un cerchio.
Lo aprii con le mani, e vidi uscire il profilattico, lo avevo già visto, poiché mia sorella mi faceva da insegnante di educazione sessuale.
Come se poi non lo sapessi.
La feci al liceo, era una materia che non mi piaceva, all'epoca essendo un'adolescente non percepii per niente il mondo del sesso come in quel momento.
Ma non m'importava, perché stavo per perdere la verginità.
Un senso di paura mi entrò nel corpo.
Dannazione.
Sandie sta calma.
Mise il profilattico e stava per entrare dentro quando poi mi coprii il viso, scoppiando poi a piangere.
Avevo troppa paura.
«Scusami, scusami, scusami. Sono molto tesa, perdonami ti prego.» dissi con le lacrime agli occhi.
Lui mi guardò con tenerezza baciandomi poi sulle labbra con amore.
Mi guardò intensamente negli occhi accarezzandomi i capelli.
«Sta tranquilla, andrà tutto bene amore, ora devi solo rilassarti. Ok?» mi raccomando col tono rassicurato ed io annuii.
«Bene, guardami Sandie.» mi asciugai il viso e lo guardai «Aggrappati a me.» battè, ed io obbedii aggrappandomi a lui, mentre egli mise le mani sui miei fianchi «Solo una mossa e sarò dentro. Sei pronta?»
Forza Sandie.
È arrivato il momento.
Se ero pronta?
Si, perché mi sentivo più sicura.
«Si, vai, sono pronta.» dissi con determinazione, e lui piano piano affondò dentro di me.
Cacciai un gemito di dolore, con il profilattico il dolore era più forte.
Vedevo nelle lenzuola bianche una ghiazza di sangue.
Mi tranquillizzai.
È normale Sandie.
«Perdonami, ora passerà.» mormorò lui con tono dispiaciuto.
Dio mio, ancora non ci sto credendo.
«Antonio, spingi, sta tranquillo.» battei.
«Sicura?» domandò lui con tono preoccupato.
«Mai stata così sicura nella mia vita.» mormorai con sicurezza.
Ci siamo.
Fino a che non cominciò a spingere, il dolore si sentiva ancora ma lui continuava.
Successivamente, come per magia il dolore svanì.
Mi trovai nel mondo del piacere.
Della passione.
Sentivo una carica di godimento immaginabile.
Mi baciava il collo mentre spingeva sempre piano.
Gemevo.
Gemevo con il sorriso.
Perché ero felice.
Ero arrivata al momento della natura nella quale aspettavo con tanta ansia.
E lo feci con l'uomo di cui ero innamorata.
Di cui mi fulmino il cuore come una scarica elettrica.
«Oh Sandie, Sandie.» la sua voce impadronita di piacere era qualcosa di così erotico da far venire i brividi.
Lo strinsi a me, mentre lui continuava a spingere aumentando lievemente la velocità.
Lo sentivo in profondità.
Era la sensazione più bella della mia vita.
E godevo.
Godevo e godevo.
Fino all'apice.
Tra il vortice della lussuria che era intorno a noi, non smettemmo di baciarci, di coccolarci mentre il piacere ci pervase dentro ai nostri corpi.
Perché non avevo provato questo mondo molto prima?
Beh, perché volevo trovare la persona giusta.
Era Michael, una volta.
Ma in quel momento era lui a prendere il suo posto.
Il mio professore di cardiologia.
Mai mi sarei aspettata una cosa del genere nella mia vita.
Era come una droga.
Il sesso era una droga.
Fino a che l'orgasmo non ci raggiunse accogliendoci con un forte gemito.
Oh, mio Dio.

Eravamo nudi sotto le coperte, faceva freddo ma in realtà dopo quello che avevamo fatto sentivamo caldo.
Ero accucciata a lui, mentre mi accarezzava i capelli sentendo il suo sguardo su di me, ero appoggiata nel suo petto, sentivo il battito del cuore, musica per le mie orecchie.
Sentire il battito cardiaco dell'uomo che amavo.
Quello che era successo pochi minuti fa, fu il momento più bello della mia vita.
Non ero più vergine.
Non più ormai.
Facevo ancora fatica a crederci.
Ma dovevo abituare all'idea.
Ero così felice che mi commossi.
Lo colsi di sorpresa dandogli un altro bacio, pieno d'amore.
Lo stesso amore con cui baciai Michael.
«Oh amore mio.» sussurai con la felicità in voce «Grazie.»
«Di cosa?» domandò guardandomi intensamente negli occhi.
«Di avermi aspettato e ... per aver reso oggi il momento più bello della mia vita.» mi accarezzò il viso con entrambi i pollici.
«Ne è valsa la pena aspettarti, volevo averti nella mia vita. Da quando ho incrociato questi occhi meravigliosi, così genuini e innocenti.
Non ho mai smesso di pensarti, di averti nella mia mente.
Non riuscivo a non pensare ai tuoi occhi e alla persona che eri.
Una ragazza dotata di capacità straordinarie, di una generosità e altruismo immenso.
Così empatica e pura.
Dopo Laura non avevo voglia di innamorarmi di nessun'altra donna. Ma poi sei arrivata tu.
La sorpresa più bella della mia vita.
Ed io voglio amarti costantemente.
Ti prometto di renderti felice.
Di farti sorridere sempre.
Di farti sentire come la mia piccola principessa.
E sopratutto di dimostrarti quanto io ti ami.
Sono così felice di averti nella mia vita.» il mio cuore fece tante capovolge.
Nessuno mi aveva detto parole così tanto belle.
Sentivo che provenivano dal cuore.
Tutto potevo aspettarmi, tranne di innamorarmi per una seconda volta.
Di una persona matura e con le idee chiare.
Mi sentivo così bene interiormente.
«Amore mio, sei tu che mi hai colto di sorpresa, e te ne sono veramente grata per questo. Perché in quel periodo ero infelice, fino a qualche ora fa, ma adesso con te sono pronta a tutto. Sono pronta ad aprire un bellissimo capitolo con te. Una nuova vita con te, solo con te. Perché ti amo, e prometto anch'io di dimostrartelo ogni giorno della mia vita.»
«Sandie ... ma cosa ho fatto per meritare te?» dopo quella domanda ritornammo a baciarci e fare l'amore per la seconda volta.
Ritornando nella magia, e in quel mondo bellissimo pieno di lussuria, passione e dolcezza.
Non poteva capitarmi cosa più bella di lui dalla vita.
Ero felice.
La persona più felice del mondo.
E finalmente lo potevo essere dopo quasi due anni di sofferenza.
Insieme a lui.
Ero convinta che insieme a lui, sarei tornata ad essere la Sandie spensierata e ottimista di una volta.
Ma quello, era solo l'inizio di un nuovo capitolo.





[CAPITOLO PUBBLICATO IL 27.01.2022 PER IL 1º ANNIVERSARIO DELLA STORIA.]


NOTA AUTRICE:

Ebbene sì, avete capito bene.
In questo giorno, di un anno fa, proprio nella giornata della memoria, scrissi il primo capitolo di Treatment, iniziando la storia con un piccolo omaggio alla Shoah, per non dimenticare quello che è successo durante la seconda guerra mondiale.
E dell'orrore che ha creato l'essere umano, un orrore che ha segnato la storia.

Cominciando così, questa meravigliosa avventura.
Non ci posso credere che sia passato un anno da tutto ciò, e in un anno mi avete riempito di complimenti, di messaggi pieni di incoraggiamento come:
"Non abbandonare questa storia, perché è originale, diversa dalle altre, scrivi molto bene. Non abbandonarla."
Non so che cosa dire, se non grazie a voi per il grande supporto che mi state dando.
Ma se sono arrivata a tanto, è per merito di due  cose: voi ed io.
Perché io? Beh, perché ci ho creduto in questa storia, e ci sto credendo man mano che la sto scrivendo.
Dandomi tanta gioia, e sfogo.
Non avrei mai immaginato che scrivere un libro fosse così rilassante e piacevole.
E pensare che quando avevo 12 anni, consideravo i libri e il mondo della lettura un modo per annoiarsi.
Mi sbagliavo.
Mi sono iscritta su wattpad il giorno del mio onomastico.
Il 4 ottobre 2017.
E ho incominciato a scrivere storie su Michael.
Un po' troppo fantasiose, e scritte male.
Evidentemente se non avessi scritto quelle "storie", probabilmente starei scrivendo ancora male.
E mi complimento da sola per essere migliorata tanto.
Anche se ci sono sempre quei momenti di scoraggiamento, e la voglia di abbandonare tutto.
Ma grazie a delle persone che mi stanno vicino, mi fanno sempre cambiare idea.
E grazie a Wattpad ho conosciuto delle persone amorevoli e straordinarie.

Ci ho creduto, e ci sto credendo ancora.
Grazie ancora per il vostro affetto.
Ma dire grazie non è mai abbastanza.
Siete meravigliosi.
Vi amo alla follia.
E sopratutto.

Happy 1st anniversary Treatment.

[27.01.2021 - 27.01.2022]



Vi lascio con un graffito trovato su un muro di Auschwitz in onore alla giornata della memoria:

"Se Dio esiste, dovrà chiedermi perdono."

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