[CAPITOLO 32]



OSPEDALE SAN RAFFAELLE
MILANO, ITALIA

3o luglio 1991


Sandie

«Il cuore, come ben sapete, si trova al centro della gabbia toracica, nello spazio tra i due polmoni chiamato mediastino. Nel dettaglio, il cuore è situato dietro lo sterno, davanti alla colonna e sopra al diaframma.» non smettevo di guardare il professor Lombardi mentre spiegava una lezione di cardiologia.
Ero stra attenta alla spiegazione e prendevo tanti appunti.
Sono sempre stata attenta, ma mai in quel modo. Forse, era il fascino di Lombardi a tenermi così attiva.
«Esso è un organo dotato di quattro cavità, internamente è diviso in due sezioni separate da uno stretto-»
«La sezione destra e la sezione sinistra.» interrompi per mostrare partecipe alla lezione.
Incrociai di nuovo, nonostante ero seduta distante rispetto a lui, i suoi occhi profondi come il mare.
Sorrisi arrossita, e sentivo a pieno le farfalle nello stomaco.
«Giusto, e dimmi signorina Vrachnos, quanti sono i setti cardiaci?»
Cos'è?
Vuole mettermi alla prova?
E va bene.
Sandie, mangialo vivo.
«Internamente esistono due setti, chiamati setto interatriale e setto interventricolare, che dividono il cuore in due metà distinte. La loro funzione è quella di impedire qualsiasi tipo di comunicazione tra i due atri e tra i due ventricoli.» annuì senza proferire parola.
«Bene, e la valvola tricuspide?» ridacchiai.
«Premessa, il cuore è dotato di valvole, la cui funzione consiste nel mantenere la direzionalità del flusso stabilita dal gradiente pressorio, durante la contrazione ed il rilasciamento delle camere cardiache. Ne sono quattro, tra cui la valvola tricuspide.
È dotata di tre lembi elastici e mobili. Come per la valvola bicuspide, il corretto funzionamento della valvola tricuspide prevede l'interazione fra anello valvolare, corde tendinee, muscoli papillari e ventricolo sinistro.» lui mi guardò serio per qualche secondo, e poi disse.
«Basta così, è sufficiente Vrachnos.» annuii senza proferire parola, e tornò a spiegare.

«Sai non avresti dovuto interrompere la spiegazione del professore.» disse una ragazza vicino a me.
Bellissima, capelli neri, occhi azzurri e pelle chiara, doveva essere straniera come me.
«E perché?» domandai ingenuamente.
«Beh, uno, non gli piace essere interrotto, due se lo interrompi fa un sacco di domande sull'argomento.» il suo tono sembrava quasi infastidito, come se le avessi fatto qualcosa di sbagliato.
«Per favore li in fondo, fate silenzio.» richiamò Lombardi.
«Scusi.» dicemmo io e la ragazza, e mentre prendevo appunti, la ragazza venne sempre vicino al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa.
«E comunque, sta lontana da lui.»









[...]













«E così ti ha detto di stare lontana da lui.» mormorò Annalisa mentre mangiucchiava un cannolo.
«Ma Annalisa, fidati, io non voglio avere nulla a che fare con lui. Poi è solo un professore.» una mia vocina interiore mi diceva che io stessi mentendo sulla cosa.
«Stai mentendo.» bottò subito lei.
«Come?» dissi sbigottita.
«Stai mentendo prima a me, e poi a te stessa. Nei tuoi occhi quando vedi quell'uomo ti si luccicano, e sorridi.» ridacchiai.
«Sarà sicuramente un caso.» sospirò.
«Niente succede per caso.» cambiai instante espressione, vidi Lombardi che andava dentro al bar per un caffè.
Lo guardai, e sentii i miei occhi pesanti, come se stessi per piangere.
Lui si girò per guardami per qualche secondo, poi se ne andò senza proferire parola.
«Ma Annalisa ... come faccio a non essere così attratta da lui?» mormorai con il cuore il gola.
«Ecco, ora lo hai ammesso.» bottò lei bevendo un goccio d'acqua.
Lui mi fece l'occhiolino e se ne andò.
«Cosa?» domandai tornando nel mondo reale.
«Di essere attratta da lui, ma ... non penso che sia sbagliato Sandie?» sospirai.
«No.» risposi decisa.
«Ah, quindi tu avresti il coraggio di scopare un uomo di quell'età?» arrossii subito a quella domanda.
«Beh ... diciamo che un pensierino lo farei.» risposi, ma lo sguardo di Annalisa diceva tutt'altro, come se non fosse d'accordo su questo argine.
Tutto questo mi creava disagio, e non capivo perché.
«Cambiando argomento, a casa ho delle lettere per te, penso che siano della tua famiglia, oppure dei tuoi amici.»
Speravo che in quelle lettere ci fosse una da parte di Michael, ma con quello che è successo qualche settimana fa, non mi andava di sentirlo e nemmeno di leggere una sua lettera.
Anche se in quel momento, sentivo che il forte amore che provavo per lui, se ne stesse scendendo finendo delle mani di qualcun altro.
E forse, era meglio così, per entrambi.
Lui faceva la sua vita.
Ed io facevo la mia.
Ed era meglio restare lontano in questa distanza.

Tornata a casa la prima cosa che feci era vedere la posta, c'erano tre lettere.
Una da parte dia mia sorella, una da mio padre e infine una di Ethan.
Di Michael nessuna traccia.
Nessun segnale.
Niente di niente.
Questo mi procurava un sacco di dispiacere.
Perché infondo ...
Non ci sto capendo più niente!!
Per la miseria!
«Sandie tutto okay?» domandò Annalisa preoccupata.
«Si tutto okay, vado in camera.» dissi in italiano acchiappando qualche accento.
Presi le lettere con me, andai in camera, mi sedei sul letto e aprii le lettere.
Ma prima di leggerle, guardai il telefono di fianco a me.
Volevo provare.
Volevo tentare.
Così composi il suo numero e lo chiamai.
Aspettai quattro squilli, ma partì la segreteria telefonica.
Non mi arresi.
Lo chiamai per due volte.
Ma alla terza mi arresi.
Ero così dispiaciuta.
Volevo tanto sentire la sua voce che mi faceva sentire a casa.
Ma sembrava che volesse evitarmi ad ogni costo.
Michael ...
Non vuoi vedermi può?
Vuoi davvero che io vada via dalla tua vita per sempre?
Tutto questo, era accaduto per colpa mia.
Se non lo avessi baciato, le cose sarebbero andate diversamente.





[...]







"Caro amore di papà,
Come ti stai trovando a Milano? Spero bene, mi manchi tantissimo pulcino mio.
Sai, quando vado a trovare tua sorella, la casa sembrava vuota senza di te.
Spero che tu torni presto, perché ho tanta voglia di vederti.
Le cose procedono bene per fortuna, sto andando a lavoro a Chicago praticamente ogni settimana, ma sono soddisfatto perché guardano una bella paga.
Sto davvero adorando il mio lavoro, e non avrei mai pensato che amare il proprio lavoro fosse così bello.
Vedrai, e sono sicuro, che con il lavoro che farai, lo amerai con tutta te stessa.
Per fortuna non ho notizie di tua madre, soltanto qualche telefonata random, niente di particolare. "

Ormai non avevano neanche un rapporto amichevole.
Si erano completamente ripudiati a vicenda, la cosa mi dispiaceva, ma era meglio così.

"Siamo molto freddi quando parliamo, e nella sua voce sembra che porti molto rancore nei miei confronti. La cosa non mi riguarda, perché ha fatto tutto lei.
E fidati Sandie, da quando ho divorziato con tua madre mi sono sentito libero come il vento. Cosa che mentre ero con tua madre non lo ero per niente. Quanto è bello essere libri, è una bellissima sensazione credimi.
Tesoro mio, io spero che ti stia trovando bene sopratutto nell'ambito universitario, e che ti sei fatta delle amiche.
Non puoi capire come sono orgoglioso di te, ormai sei diventata una donna, la mia piccola donna, e ti auguro di vivere questa esperienza nel migliore dei modi.
Ricordati che papà c'è sempre per te.
Chiamami quando hai tempo tesoro.
Ti amo.
Il tuo papà."

Sorrisi a quella lettera.
Mi mancava mio padre.
Mi mancavano le sue braccia.
E la sua voce così rassicurante.
Lui era il mio vero rifugio.
E il papà, era il rifugio di ogni figlia.

Dopo di che, passai a leggere la lettera di Nicole.

"Cara sorellona,
Come stai? Io molto bene, io e Cheyenne siamo in Grecia, per la precisione a Santoni, a goderci un po' di sole, a te invece? Come vanno le cose li? Spero bene.
Mi manchi tantissimo Adelfì, e vorrei vederti al più presto, ma spero con tutto il cuore che ti stia godendo questa magnifica esperienza.
Ehi, mi raccomando, fammi sapere se ci sono bonazzi in Italia, oppure se ne hai trovato già uno che ti piace."

È rimasta la stessa, non cambierà mai

"Novità che non c'entra niente, un mese fa doveva venire il ciclo, ma era in ritardo di ben due settimane, mi preoccupai a morte. Andammo io e Cheyenne in farmacia per comprare un test di gravidanza, tornammo a casa per farlo, e per fortuna era negativo. Ah, il ciclo venne la settimana dopo. Puttana troia, che spavento. Questo è per farti capire che devi stare attenta con le protezioni quando scoperai per la prima volta Adelfì."

Eh lo dice a me? Quando poi non poteva stare più attenta con le protezioni? Oh Gesù, questa ragazza mi stupisce sempre.
Andiamo avanti.

"Non ci sono belle notizie, mamma sua facendo la pazza per venire qui ed ho il terrore che lo faccia, perciò io e Cheyenne siamo partiti subito, non solo per sfuggire da nostra madre ma anche per una vacanza.
Invece volevo dirti una cosa riguardo Ethan,."

Oh dio.

"Prima di partire sono andato a casa sua, per parlare, e stare un pochino insieme, ma poi dovetti andare in bagno, c'era un mobiletto semi aperto, allora io curiosa lo aprii, e Sandie ... non puoi capire quanti barattolini di farmaci c'erano, alcuni vuoti, altri pieni, ed altri sulla metà.
Credimi Sandie, ho paura che Ethan sta facendo abusi di troppi farmaci. Ho paura che gli succeda qualcosa, perciò ti chiedo solo questo favore. Ti tornare il poi presto possibile, almeno per weekend, devi parlare con Ethan e fargli un bel discorso."

Rimasi scioccata, impietrita, non reagivo minimamente.
Sapevo che Ethan prendesse i farmaci per l'ansia e per gli attacchi di panico, ma mai pensavo che facesse così tanto abuso.
Spero solo che sia solamente una scorta e non una forte dipendenza ...

"Ma per il resto va tutto bene.
Te lo ripeto per la millesima volta, goditi al meglio questa esperienza, non lasciare che accada nulla di sbagliato, altrimenti è peccato.
Ricordati che ti amo da impazzire.
E qualsiasi cosa, puoi sempre contare sulla tua sorellina rompiscatole.
Σε αγαπώ (ti amo)
Tua Nicole."

P.s: a proposto, Michael?"

Michael ...
Michael ...
È scomparso, e non mi vuole sentire.
Direi che è ottimo così no?
Fanculo.

Quella lettera mi puzzava di bruciato, avevo una brutta sensazione.
Ethan ... se era vero il fatto dei medicinali, dovevo tornare immediatamente a risolvere la faccenda. Ma oltre questo, c'era qualcosa che non me la raccontava giusta.
Forse, era solo una mia impressione.
Accanto a me c'era la lettera di Ethan, e la bustina era decorata con vari disegni carini, sorrisi, mi erano mancati i suoi bellissimi scarabocchi.
L'aprii e iniziai a leggere.

"Stellina! Come stai?
Stai imparando l'italiano?"

Risi.
Oddio non proprio, ma sto imparando qualche parola.

"Mi manchi tanto stellina, sai, è strano il fatto di non andare insieme all'università la mattina e andarci da solo con Milly. Si sente che manca un componente importante nel gruppo e quello sei proprio tu.
Ultimamente ci stiamo chiamando poco, forse perché hai molto da fare.
Mi manca poterti vedere da vicino e parlare sia di cose serie e di cose divertenti.
Mi mancano i tuoi abbracci.
Mi manca divertire con te.
Ma sopratutto mi manca sorridere con te."

Oh Ethan ... cucciolo mio.

"Per fortuna ora sono in vacanza, niente università fino a settembre che meraviglia.
Sono partito con Thomas in Spagna, e stiamo un amore.
Questa è la vita che vorrei.
Con il mio amore ed essere felice.
Sopratutto senza pensieri.
Abbiamo fatto i biglietti da soli, se lo chiedevo ai miei genitori, sarebbe successo il casino, e lo sai.
Ma ora sono felice."

Davvero lo sei Ethan?
Ti prego dillo ancora.

"Non sto prendendo neanche i farmaci, perché ormai gli attacchi di panico sono diminuiti da quando ho finito la sessione estiva.
Ora sono molto più tranquillo e sereno.
E chi se lo aspettava.
Comunque, torna presto Sandie.
Mi manchi tanto.
I love you.
Your best fiend."

Ethan ... mi stai nascondendo qualcosa vero?
Oppure questa lettera è solo un modo per coprire la tua dipendenza?
Ethan ti prego.
Cosa stai complottando?
Non fare pazzie.
Ti prometto che tornerò il più presto possibile.









Il giorno dopo








Avevo appena finito le lezioni, ed erano andate piuttosto bene.
Codeste erano le ultime, così ero finalmente in ferie e godermi l'estate.
Un'estate italiana.
E cosa mi eccitava da morire.
Ed io e Annalisa avevano grandissimi progetti per passare un'estate da urlo.
«Vrachnos.» quella voce, era la sua non c'era alcun dubbio.
Mi girai, ed era lui.
«Si?» dissi sorridendo, e lui mi venne incontro con il sorriso.
«Ti va di venire a fare una passeggiata con me?»
Oh merda.
Siamo seri!?
Accetta Sandie, accetta!
«Certamente, con molto piacere.» sorrise e si conduce verso una vespa rossa con le maniche di acciaio, era bellissima e vintage.
Lui salì sopra e si mise in moto.
«Vieni, sali.» la sua voce era così gentile e profonda, avevo il nodo sul cuore.
Obbedì e ci salii sopra, ci guardammo con il sorriso stampato il volto, e mi sentivo al settimo cielo.
Era così affascinante, e così bello da tremare le gambe.
Partimmo mentre io gli stringevo la vita per non cadere, e mentre lui era alla guida, vedevo la bellezza di Milano crescere ancora di più.
La vita che c'era in quella città era immensa da ammirare.
La gente che passeggiava, che parlava, che rideva, che si divertiva. Era tutto così meraviglioso che mi sentivo fortunata a trovare li.
«Dove stiamo andando?» domandai curiosa.
«In un posto che ti lascerà senza fiato Vrachnos, ti piacerà, fidati di me.» sorrisi e mo appoggiai alla sua schiena.
«Io mi fido di te.» sussurrai, e mi sentivo protetta, avevo una bella sensazione.
Una sensazione che era uguale a quella che provavo per Michael.
Ma ben diversa.
Molto diversa.
Sembrava quasi una sensazione ....
Di grande piacere.

Eravamo in un bar bellissimo, quasi di lusso, di cui c'era un balcone con la vista che si vedeva tutta la città. Sembrava di essere dentro in un film. Prendemmo posto, e ordinammo un aperitivo.
«Sandie.» Una scarica di adrenalina scorse nel mio corpo non appena pronunciò il mio nome «Ti chiami così giusto?» annuì aggiustando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Sorrise a guardarmi
«Sai, ho sempre avuto l'impressione che tu sia diversa dalle mie altre allieve che sono qui per l'erasmus. Quindi, perché non mi parli un po' di te?» incredibile, fuori al contesto universitario era un'altra persona, era un principe e nobile cavaliere gentile.
«Beh ... da dove comincio? Ecco ...»
«Sei figlia unica?» scossi la testa.
«No, ho una sorella più piccola, anche lei fa l'università ma studia psicologia. Vorrebbe fare la psicologa come mestiere futuro.»
«Capisco.»
«Ma io ho avuto sempre la passione della medicina, del corpo umano, ma sopratutto dell'organo del cuore. Trovo che sia l'organo più bello del corpo umano.» sorrise
«Beh, non ti biasimo, perché infondo se sono un cardiologo un motivo ci deve stare.» ridemmo
«Perdonami, dicevi?» domandò per farmi continuare.
«Ecco io ... sono indecisa se fare la cardiologa oppure la pediatra, perché io amo molto i bambini. Penso che siano delle creature meravigliose, ed uno dei miei più grandi desideri, è essere mamma.» sorrise mentre poi arrivo il cameriere con quello che avevamo ordinato.
Lombardi bevve un sorso di Martini ed io invece una Sprite semplice, non avevo voglia di alcolici durante il pomeriggio.
«Quindi in sostanza, sei una che piace aiutare le persone in difficoltà salutare, vero?» annuii
«Ma non solo nell'ambito della salute, ma in generale mi piace aiutare le persone di cui hanno bisogno di una mano. Tutto qui.» annuì
«Se non mi ricordo male vieni da Los Angeles, ma sei nata e cresciuta ad Atene vero?»
«Esattamente, proprio così.» ridacchiò
«È una cosa bella secondo me, sono stato a Mykonos anni fa come viaggio della maturità, ho un ricordo molto bello della Grecia, se potessi pagherei oro per quel periodo. Perché erano i periodo d'oro, finché poi la mia ragazza, quella poi è la mia ex moglie, non rimase incinta.»
«Oh ... quindi lei ha un figlio?» domandai per curiosità, e d'un tratto il suo sguardo si incupì, anzi, si intristì.
«Lo avevo.» sottolineò, e il mio cuore si sentì a pezzi per lui «Si chiamava Marco, ed era un bambino meraviglioso, amava la vita, sorridere e giocare. Ma purtroppo scoppiò in un incendio nella casa dove vivevo con Laura, e lo trovammo praticamente bruciato.» mi spiegò con il cuore in gola.
Dio mio, quante disgrazie che accadono al mondo, e sopratutto così grandi.
«Dopo la morte di Marco, io e Laura ci separammo con il divorzio. Non ho più sue notizie da un po' di anni. Non so dove vive, se lavora ancora, oppure se si è messa con un altro uomo.» disse bevendo un altro sorso di Martini.
«M-mi, mi dispiace molto per suo figlio.» cacciò un sospiro pensante ma sorrise.
«La vita va avanti.»
Ma cosa?
Ma come fa a vivere dopo la morte di un figlio?
Cosa lo spinge a vivere ancora?
Se fossi stata nei panni della madre, mi sarei tolta la vita all'instante.
Ma evidentemente, lo fa per suo figlio.
«Se sono ancora vivo è perché proprio mio figlio mi sta permettendo di farlo, lo sogno spesso la notte, e capisco che non è morto ma che vive dentro di me, e che lo posso incontrare nei sogni e nei miei pensieri. Lui vive nel mio cuore. Non in cielo.»
«Non in cielo?» domandai perplessa.
«Sono diventato ateo da quando è morto mio figlio.» rispose con tono freddo.
«Capisco, n-non volevo entrare in questo argomento, mi dispiace, non volevo essere invadente.» in qualche modo mi sentivo in colpa. Il suo racconto mi aveva toccato la profondità del mio cuore, la perdita di un figlio, e sopratutto in quella maniera, era un dolore troppo atroce per continuare a vivere.
Ma lo ammiravo.
Perché ebbe il coraggio di reagire alla vita, e di continuare a vivere, cosa che al posto mio, avrei fatto il contrario.
D'un tratto sentii una mano poggiare sulla mia guancia, lo guardai, e mi cominciò ad accarezzarmi con tenerezza.
Chiusi gli occhi, e sospirai.
Era una carezza così piacevole da sentire sul mio corpo.
Avrei voluto di più da quella innocente carezza.
E sopratutto quella mano, in un altro posto.
«Sandie.» mi chiamò ed io aprii gli occhi.
«Forse te ne hanno detto tanti ragazzi, ma non penso di aver visto una bellezza disarmante come la tua. Se dovessi descrivere la Grecia, lo farei utilizzando il tuo nome.» e in quel momento mi sentii profondamente emozionata.
Nessuno mi aveva mai detto parole del genere.
Nemmeno Chrysante.
E ... nemmeno Michael.
Qualcosa dentro di me, stava nascendo per quell'uomo.
Qualcosa di molto grande.
E di piacevole.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top