[CAPITOLO 3]


Rimase sconvolta, immobilizzata, non riusciva neanche a parlare. Si trovava davanti una delle più grandi pop star mondiali, nonché il Re Del Pop.

Sapeva perfettamente chi era, aveva ascoltato le sue canzoni durante il periodo del liceo, la sua musica l'aveva accompagnata in quella fase scolastica, facendola diventare bella e spensierata grazie ai ritmi formidabili della musica di Michael.

Il cantante dai capelli ricci rimase imbambolato per guardarla.
Aveva visto tante donne belle, ma non come lei, in essa aveva qualcosa che la rendeva unica e rara. Gli ricordava molto la bellezza della sua migliore amica, Elisabeth Taylor quando era giovane, oppure a Brooke Shields, una dei suoi più grandi amori della sua vita.

«Avanti Sandie, mica ti morde?» disse il dottore con tono ironico ed ella tornò lucida.
«Molto piacere Mr Jackson, sono Sandie Vrachnos.» disse con un sorriso timido verso il ragazzo dandogli la mano.
«Il piacere è tutto mio Sandie, ah una cosa, ti prego chiamami Michael, non penso di essere così vecchio.» rispose il ragazzo stringendole la mano, e l'altra sulla nuca come gesto di imbarazzo.

Si guardarono attentamente per studiarsi, lei, una semplice studentessa con il desiderio di diventare un medico, mentre lui era una leggenda vivente, la più grande star del mondo.

Entrambi affascinanti, lei emozionata, mentre lui incantato da questa ragazza mora da una bellezza somigliante a vari attrici.

Klein li guardava attentamente, si intenerì a quei giovani ragazzi che si osservavano come se fossero degli adolescenti. Li trovava adorabili e genuini. Ma poi batté le mani per farli tornare al mondo reale.

«Bene Michael, iniziamo. Sai quello che devi fare no?» raccomandò il medico verso il moro.
«Ma io ...» mugugnò Michael con tanto disagio, non voleva far vedere le macchie, sopratutto a Sandie.
«Ancora ti vergogni Michael?» domandò il dottore con tono pieno di pazienza.
«Ehi, non ti preoccupare, qualunque cosa tu abbia io sono qui per aiutarti.» intervenì la ragazza con tono dolce e paziente mettendo una mano sulla spalla.
Lui a quella raccomandazione si tranquillizzò piano piano, e con coraggio Michael si stese sullo stendino ricoperto di carta, si sbottonò la camicia rossa e la maglia bianco azzurra con le mani tremolanti, e Sandie si trovò davanti ad una delle malattie più rare della dermatologia, la vitiligine. [1*]
«Beh ... direi che le macchie sono comparse ancora.» commentò Klein analizzando le macchie estese sul petto e sulle braccia.
Sandie le guardò per bene, allungò la mano verso una grande macchia vicino al petto del cantante, ma la ritrasse.
«Dottore posso?» chiese con tono ingenuo al dottore, lui sorrise annuendo con il capo, lei toccò quella macchia mentre il volto di Michael si dipinse di rosso dalla vergogna, era troppo frustante mostrarsi in quelle condizioni da una ragazza, era umiliante per lui. Voleva urlare, voleva piangere, coprirsi da quello che per lui era una frustrazione. Odiava la sua malattia, lo rendeva infelice. E Klein lo sapeva benissimo.
«Sai di cosa si tratta vero?» domandò il dottore rivolgendosi alla ragazza.
«Si, della vitiligine.» rispose lei con tono formale e professionale.
«Vedo che sei molto informata.» bottò l'uomo ridacchiando e Sandie cacciò un piccolo sorriso.
«Vedo che si tratta di una vitiligine universale.» disse la ragazza analizzando le macchie del paziente.
«Si è così, ma purtroppo è incurabile.» mormorò il medico con tono dispiaciuto, ma poi il telefono di egli squillò.
«Sandie, potresti fare la visita completa? Ho una telefonata importante.»
«Certo.» sorrise e Klein uscì dalla porta, iniziando poi a parlare al telefono, lasciando i due ragazzi completamente soli.

«Dunque ... ma era qui lo stetoscopio.» bottò Sandie cercando lo strumento.
«Eccolo.» disse Michael con lo stetoscopio in mano, lo aveva trovato di fianco a lui, Klein lo aveva fatto cadere accidentalmente di fianco al cantante.
La ragazza sorrise candidamente verso di lui.
«Oh, grazie.» disse ingenuamente con le guance color rosa prendendo lo strumento tra le mani.
«Bene, faccia dei respiri profondi.» ordinò con gentilezza la ragazza mentre appoggiava il cerchio dello stetoscopio nel petto del riccio e Michel obbedì, iniziando a fare dei respiri profondi.
«Perfetto ...» mormorò poi lei.
«Così sei una studentessa della UCLA?» domandò il cantante per togliere l'imbarazzo.
«Si.» rispose lei posando lo strumento.
«Klein mi ha parlato molto bene di te.» mormorò lui sorridendo.
«Ah si? Tipo?» domandò curiosa la mora.
«Che sei una delle studentesse più brave dell'Università.» arrossí, e lui sorrise «Hai un accento adorabile, sei straniera?»
«In realtà sono greca, sono nata e cresciuta ad Atene, ma poi per motivi di studio mi sono trasferita in America, ormai sono tre anni che sono qui insieme a mia sorella.» spiegò la studentessa mentre prendeva l'otoscopio, lo strumento per visitare gli occhi.
«E vi trovate bene?»
«Si, molto.» rispose con un dolce sorriso, controllò poi con lo strumento gli occhi color cioccolato del riccio.
«Okay bene ...» mormorò la ragazza posando lo strumento medico sul tavolino.
«E dimmi ... vorresti fare la dermatologa?» domandò per sapere di più del suo futuro.
«Uhm ... no, sono indecisa ancora a dire la verità.» rispose la ragazza ridacchiando allegramente.
«Tra cosa?» domandò poi lui.
«Tra la pediatra o la cardiologa.» rispose poi la mora con un splendido sorriso.
«Ooh capisco.» biasimò il riccio mordendosi il labbro inferiore.
«A me piace prendermi cura delle gente, o comunque verso il prossimo. Sopratutto dei bambini, li amo profondamente, mostro il mio lato materno quando sto con loro.» disse prendendo il monitor per misurare la pressione. Gli mise la fascia attorno al braccio e con le dita schiacciò la pompetta di plastica.
«Che cosa meravigliosa, anche io amo molto i bambini, essi sono la mia fonte di ispirazione per le mie canzoni, basta solo di vedere un bambino che sorride oppure è che gioca per far uscire la mia ispirazione.» disse guardando la ragazza con ammirazione.
«Davvero?»
«Si.» lei sorrise, e guardò attentamente il numero della pressione.
«Bene, con la pressione è tutto okay.» mormorò lei togliendogli poi la fascia. Egli la osservò per bene, e sembra che lei volesse domandargli qualcosa, ma non aveva il coraggio o semplicemente aveva paura della reazione «Sembra che hai qualcosa da dirmi, non avere paura.» rassicurò Michael con un sorriso.
«È solo una piccola curiosità, niente di che.» disse poi la ragazza posando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
«Dimmi pure.»
«Ho visto per televisione il giorno in cui vi siete laureato, ma dato che mia sorella urlava al telefono come una papera non ho capito la facoltà nella quale vi siete laureato.» lui rise con una risata cristallina.
«Lettere umanistiche, amo molto tutto ciò che riguarda la letteratura, la storia, la filosofia, le scienze umane. Insomma ciò che è umanistico.» rispose con un sorriso.
«Che meraviglia, mia sorella sta studiando scienze umane, vuole fare la psicologa.» rispose poi la ragazza mora prendendo l'audiometro, uno strumento in grado di identificare i problemi dell'udito. Mise la punta dello strumento delicatamente dentro all'orecchio del cantante e controllò se era tutto a posto.
«Molto interessante, vedo che siete due persone di grande cultura.» mormorò con tono pieno di interesse verso di lei.
«Oh beh ... è una cosa a cui teniamo molto. Esattamente un paio di settimane fa sono andata ad Auschwitz per ricordare ciò che non si deve dimenticare.» mormorò Sandie con tono triste abbassando lievemente lo sguardo mentre tolse lo strumento dell'orecchio del cantante.
«Davvero? E com'è stato?» domandò il moro curioso.
«Sapessi .... per poco non-» ad troncare la conversazione fu Klein che entrò nello studio, e Sandie si interruppe con il discorso, fece l'occhiolino a Michael come per dire "Ne parleremo un'altra volta"
«Eccoci, scusatemi avevo una telefonata importante. Sandie allora?» domandò il dottore per sapere i risultati della visita.
«Ho fatto la visita generica, non ha nessun tipo di sintomo, sta bene.» mormorò con il sorriso verso il cantante, anche lui sorrise.
«Molto bene, e riguardo alla vitiligine?»
«Temo che si sia sviluppata ancora di più, sopratutto qui, nel torace.» indicò Sandie nella zona del torace nella quale c'erano tantissime macchie, sia grandi e piccole.
«Mhmm ... lo vedo, e nelle altre zone?» a quella domanda i due si imbarazzarono.
«Michael fammi vedere le gambe.» ordinò il medico.
«Alnord...» mugugnò il cantante ancora con vergogna.
«Michael sono quasi 8 anni che ci conosciamo e ancora non ti fidi di me?» domandò turbato cacciando poi un sospiro.
«Alnord ... lo sai che mi vergogno, non è colpa mia se ho-»
«Michael, non si preoccupi andrà tutto bene, si fidi di me e sopratutto di Klein. È per vedere se é tutto a posto, e se non ci sono problemi.»intervenne la mora sempre con tono rassicurante e dolce. Così il cantante si tolse anche il pantalone, in cui le macchie erano estese sulle gambe, ma per fortuna non erano tantissime.
«Per fortuna le macchie sono poche in questa zona» disse Sandie con tono rassicurante.
«Sono contento.» disse il moro con un bellissimo sorriso facendo contagiare la ragazza.
«Già, ma a malincuore devo dirti che le macchie si moltiplicheranno, dappertutto.»disse poi Klein con tono triste.
«Lo so, ma l'importante è che io stia bene vero?» lui annuì.
In quel momento voleva solo vestirsi, non voleva più sentire niente in riguardo alla vitiligine. Voleva semplicemente parlare con Sandie, ma non poteva poiché aveva altri impegni.

[...]

«Allora ci vediamo il mese prossimo Arnold .» mormorò Michael indossando il cappello di fedora.
«Certo, stammi bene Michael.» rispose il dottore salutando il cantante con un caloroso abbraccio.
«Ciao Sandie, spero davvero di rivederti.» salutò il moro con voce dolce e genuina.
«Anch'io.» disse spontanea e sincera, lui sorrise e se ne andò.
Sandie rimase di nuovo imbambolata dopo che il moro aveva varcato la porta d'uscita.
Non ci poteva ancora credere di aver fatto una visita medica a Michael Jackson, un uomo che aveva sempre ammirato e stimato per la sua arte.

Entrambi nei loro cuori speravano di vedersi di nuovo, al di fuori delle visite mediche e per far sì che magari nascesse un'amicizia. O comunque un rapporto oltre quello professionale.





1) La vitiligine è una malattia della pelle che colpisce i melanociti, cioè le cellule che producono il pigmento da cui dipende il naturale colorito della pelle (melanina). La carenza (ipopigmentazione) o la totale assenza (depigmentazione) di melanina che ne deriva si manifesta con la comparsa di macchie caratteristiche: la pelle diventa più chiara, quasi bianca e, a parte la modificazione cromatica, è assolutamente normale.
Le cause alla base della vitiligine non sono ancora state definite, ma, nelle aree colpite, si verifica un blocco funzionale dei melanociti. Di norma, queste cellule permettono alla pelle di assorbire l'energia necessaria per produrre la melanina.
Il tipo di vitiligine che il cantante Michael Jackson soffriva era la così detta vitiligine universale, cioè interessata su tutto il corpo.
I media credevano che il cantante si schiarisse la pelle con i laser, per rinnegare le sue origini. Ma era tutto falso!!! La verità è che soffriva della vitiligine (lo confermò l'autopsia) e di un'altra malattia il lupus eritematoso.

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