[CAPITOLO 20]


[ATTENZIONE: in alcuni capitoli, sarà presente il Narratore Esterno! Non spesso, ma in caso di eccezione. Come questo capitolo. Detto questo, buona lettura❣️]




UCLA, Los Angeles

9 Gennaio 1991


Narratore Esterno


Ormai erano passati nove giorni da quel Capodanno così intenso.
Sandie, ormai, allo stremo dei turbamenti, aveva ammesso nel suo cuore puro di amare quello che era il Re del Pop, Michael Jackson.
Lo amava, lo aveva sempre amato.
Amava i suoi pregi e i suoi difetti.
Amava tutto di quel ragazzo dal sorriso raggiante.
Ma in quel momento, quel ragazzo che tanto amava, non era suo. Ma bensì il suo cuore era nelle mani della bellissima attrice Brooke Shields, diva degli anni 80' e anni 90', di cui Michael era molto innamorato.

Il quasi e terzo bacio, che Sandie cercava di dargli per mostrargli il suo amore, si trasformò quello che era un rifiuto.
E vedere successivamente il bacio tra Michael e Brooke fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il suo cuore si spezzò in mille pezzi.
Si ritrovò sola.
E per la prima volta.
Rifiutata dall'uomo che amava e che aveva ammesso di amare.

Sandie, decise di prendere un po' le distanze da quel ragazzo e di ricominciare la sua vita da zero, come se non fosse successo nulla.
Ma riuscirà a dimenticare l'uomo di cui era tanto innamorata?








[...]








«Mi scusi professoressa se interrompo la lezione, ma ho urgenza di andare in bagno, per favore.» supplicò Sandie con tono debole.
«Va pure.» la ragazza ringraziò, e corse come un flash al bagno.
Appena entrata incominciò a vomitare pesantemente.
A vomitare tutto quello che aveva in corpo.
A vomitare ma la sua rabbia.
La sua delusione.
La sua tristezza.
E il suo dolore.

Dopo di che si mise a terra appoggiando la schiena sulla porta del bagno, prese un rotolo di carta igienica e si pulì le labbra.
Tirò lo sciacquone e gli occhi della ragazza erano gonfi e rossi a causa del malore.
La sua mente non smetteva di proiettar l'immagine di Michael.
Lei crollò.
E pianse.
Lei aveva amato solo una persona, quello che era il suo ex ragazzo, colui che per poco non la violentava. E non aveva sofferto molto quando si separò con Chrysante.

Ma mai si sarebbe aspettata di soffrire così tanto per amore.
Uscì dal bagno per sciacquarsi la bocca, si guardò allo specchio ed era distrutta.
Guardati, tu non sei come lei.
Tu sei una ragazza normale, lei è una diva di Hollywood, lui è il Re del pop. Ed è giusto che abbia lei al suo fianco.
Ma nel profondo del suo cuore, non voleva affatto arrendersi. Ma in quel momento era in uno stato di malessere, perciò, abbassò le mani.

Tornò in aula abbastanza pallida, e riprese a prendere appunti mentre la professoressa di neurologia spiegava il sistema nervoso.
Ormai da poco era incominciata la nuova sessione, e doveva prepararsi per gli esami.
Ethan, oltre essere il suo migliore era anche suo compagno di banco, era molto preoccupato per la sua salute. Capì subito che non stesse bene.
Da quel Capodanno, il suo sorriso era svanito, e lui voleva sapere tutto di cosa era successo mentre lei era con Michael.
Decise che prima poi, avrebbe saputo la verità solamente se Sandie, se la sarebbe sentita di raccontare tutto.







Ocean Way Studios e i Record One Studios
Hollywood, Los Angeles.






They print my message in the Saturday Sun
I had to tell them I ain't second to none
And I told about equality and it's true
Either you're wrong or you're right
But, if you're thinkin' about my baby
It don't matter if you're black or white


«Beh, che ne dite?» domandò Michael togliendosi la cuffia.
«È pazzesco, che energia Michael.» complimentò Teddy al ragazzo. Lui sorrise timidamente.
«Ho notato che la batteria è un po' indietro al tempo. Jim, riusciresti ad andare più veloce?»
«No problem.» fece l'occhiolino.
«Bene, direi di riprovare questa parte, e poi proseguo con la canzone.» lo staff annuì e Bruce fece ripartire la base.
Così Michael ritorno a cantare.
Dando il meglio di se, della sua passione, della sua enegergia. Ci teneva molto a quell'album e voleva che fosse un successo.
Michael Jackson, oltre ad essere il re del pop, era l'uomo più perfezionista che esisteva sulla terra.


«A proposito Michael, come va in amore?» sbuffò a quella domanda.
«Vi ho detto che non ho tempo per una ragazza, devo pensare all'album.» rispose con tono seccato.
«Bugia, hai Brooke invece.» bottò Bruce con tono ironico.
«Non mi va di parlare di lei in questo momento.»
«Come mai?» a quella domanda il cantante si irritò ancora di più.
Avevano litigato il giorno dopo della notte di Capodanno, questo perché Brooke aveva promesso a Michael che avrebbero passato l'intera giornata insieme, ma essa sé ne andò senza dire niente a Michael.
Avevano dormito insieme, ma non era successo nulla di malizioso. Ma lui si svegliò, non trovandola accanto.
Michael ci rimase così male, che la chiamò e fecero una discussione tramite telefono.
«Vi ho detto che non mi va di parlarne.» ribadì di nuovo il cantante con tono serio. Mentre scriveva su un taquino una le parole di una nuova canzone.

And it doesn't seem to matter
And it doesn't seem right
'Cause the will has brought
No fortune
Still i cry alone at night
Don't you judge of my composure
'Cause i'm lying to myself
And the reason why she left me
Did she find in someone else?

E se veramente stesse con un altro uomo? pensò il cantate tra i dubbi in testa.
Ma infondo, è solo una canzone giusto?
No, non era solo una canzone, ben presto si sarebbe svelata la realtà.






Sandie dopo le lezioni decise di fare una passeggiata per le strade di Los Angeles, e come ogni giornata aveva la routine di passare dal giornalaio per comprare dei libri venduti a pochissimi dollari. E mentre era a pagare, c'era una rivista dove aveva Michael in copertina, il titolo la lasciò sconvolta.
"Michael Jackson è ancora vergine?" chiese al giornalaio di sfogliare la rivista e lui acconsentì.
Prese la rivista e frettolosamente cerco l'articolo, quando poi lo trovò iniziando a leggereZ

"Tra tutti i fratelli Jackson, Michael è quello che ha seguito di più gli insegnamenti di mamma Katherine, devota seguace della setta religiosa dei Testimoni di Geova. Che è rigidamente contraria ad esempio a qualsiasi forma di attività sessuale fuori dal matrimonio: sarà per questo che Michael considera il sesso come peccato, e come sostengono in molto é ancora vergine?"

Ma perché scrivere un articolo su di lui su un tema così importante? Allora è vero, aveva ragione Michael. I tabloid sono orribili.

Posò la rivista al suo posto, pagò e se ne andò.
In quel momento la sua testa non ebbe pace dopo aver letto quell'articolo.
Ma cercava in tutti i modi di scacciare Michael nella sua mente.
Non voleva pensarlo, ma era quello l'effetto dell'amore. Pensare alla persona che tanto amavi per tutto il tempo. Giorno e notte.
Non poteva andare avanti, doveva prendere una decisione.
E fu quella proprio di allontanarsi da lui.
Ma sapeva benissimo, che quella, ne avrebbe pagato le conseguenze.




Michael provò più volte a cercare Sandie per telefono, ma ogni volta aveva la segreteria telefonica.
Sospirò, di solito Sandie rispondeva subito al telefono ma quella volta non rispose.

Sandie in realtà non volle rispondere a nessuna chiamata, nemmeno se erano i genitori.
Non voleva sentire la dolce voce dell'uomo che tanto amava più di se stessa, sarebbe scoppiata di nuovo nel dolore.
Anche se sapeva, che avrebbe dovuto rispondere ad una delle sue chiamate, per dire a Michael di allontanarsi per un po'.

Michael provò fare quasi dieci telefonate, ma niente.
Pensò subito che era all'università, e quindi decise di chiamarla più tardi.
Ma in quel momento, Sandie, era a casa, da sola.

Michael decise di riprendere il lavoro modificando alcune canzoni del nuovo album, che poi sarebbe pubblicato a fine Novembre.
Avrebbe annunciato l'album con il singolo Black or white, e con un video musicale della canzone stessa.
Il cantante aveva già deciso chi chiamare per il video, il suo vecchio amico John Landis, regista del famosissimo film "The Blues Brothers" e per aver diretto il capolavoro di Michael "Thriller".
«Allora, io per ora vorrei concentrarmi su Black or White, voglio farla uscire come singolo, e come inaugurazione dell'album che poi sarà pubblicato successivamente dopo la canzone.» spiegò Michael con tono formale «Per quanto riguardala le altri canzoni anch'esse voglio lavorarci su, ma non so da quale partire. Vorrei ancora modificare qualcosa, voglio che queste canzoni siano perfette.» disse prendendo i fogli e analizzandoli con precisione.
«Mhm ... direi di registrare quando ti senti sicuro, anche perché la musica di queste canzoni c'è, dobbiamo solo dedicarci per bene con l'arrangiamento.» disse Teddy a sua volta.
«Teddy, io ci tengo molto sull'arrangiamento, voglio che i suoni siano modernizzati, ti ho scelto perché tu sei un arrangiatore moderno e mi fido ciecamente di te. Voglio che questo album spicchi il volto come ho fatto con i precedenti.» raccomandò Michael, Teddy mise una mano sulla spalla.
«Quest'album andrà bene, sta tranquillo.» sorrise e ripresero il lavoro.







[...]






Ormai Sandie era allo stremo delle forze, le venne una brutta influenza intestinale.
Era a letto, con la febbre alta, il viso totalmente pallido, con un libro tra le mani leggendolo attentamente.
Mentre leggeva, cadde l'occhio su il pupazzo a coniglietto che Michael le aveva regalato mentre sceglievano i giocattoli per i nipoti.
Chiuse il libro mettendo il segno, prese il pupazzo e lo guardò.
«Non ti ho dato un nome .... scusami.» si giustificò con tono dispiaciuto «Ti chiamerò Bunny.» ad un certo punto le vennero un film di flashback.
Dalla prima volta che aveva visto Michael allo studio di Klein, fino al Capodanno.
Ripercorrendo così, i loro momenti insieme, per lei fu una fitta al petto.
Pianse.
Strinse a se il pupazzo, continuando a piangere.
Ma i dolori ritornarono.
Corse in bagno a vomitare di nuovo tutto il suo dolore.
Si stava distruggendo per quel ragazzo che le aveva rubato il cuore.
Quando sarebbe durata questa tortura? Fino a quando la ragazza non sarebbe diventata pelle e ossa?

Ti odio ...
Sei uno stupido!
Ti odio!
Perché? Perché?
Non c'è la faccio più.


Non poteva andare avanti così, doveva sfogarsi con qualcuno, sua sorella non era in casa era andata a studiare dalle sue amiche e avrebbe fatto tardi.
Così decise di chiamare Ethan, aspetto due o tre squilli e finalmente rispose.
«Stellina!»
«Ethan ...» disse con voce flebile.
«Ma stai bene? Dio che voce che hai.» mormorò lui con tono preoccupato.
«Ho la febbre, e sto vomitando da stamattina. Ti devo parlare, urgentemente.» implorò la ragazza con la mano al collo deglutendo la gola.
«Aspettavo che me lo chiedessi, cosa è successo Sandie?»
Doveva dirglielo, doveva saperlo.
Se si sarebbe sfogata.
Sapeva che poi, si sarebbe sentita meglio.
«I-io ...» fece una pausa «I-io ....» ne fece un'altra, aveva troppa paura «I-io ...» e un'altra ancora.
«Avanti Sandie! Arriva al punto.» la incoraggiò Ethan, così fece un bel respiro, e parlò.
«Mi sono innamorata di Michael.» disse diretta e tutto d'un fiato. Ci fu un silenzio tombale «Io ... ho provato a baciarlo quella notte.»
«Intendi a Capodanno?»
«Si ... e, lui si è allontanato. Come se non volesse nulla da me. Poi è andato da Brooke e ... l'ha baciata. L'ha baciata cavolo!» scoppiò a piangere ripensando a quel ricordo. Ethan rimase sconvolto «In quel momento mi sono resa conto di amare Michael più di quanto possa immaginare, lo amo più della mia stella vita. Quel ragazzo ... è tutto per me.» disse tra i singhiozzi e senti Ethan sospirare.
«Non avevo dubbi, sapevo che sarebbe successa una cosa del genere. Quindi, è per lui che stai così.» annuì «Sandie ...» la chiamò
«Cosa devo fare? Aiutami ti prego, prima che io impazzisca sul serio.» implorò la ragazza con tono pieno di aiuto.
«Allontanati da lui.» spalancò gli occhi.
«C-Come?» disse lei cercando di aver capito male.
«Allontanari da lui, non dico di digli addio, ma almeno di stare lontano da lui per un po', poi decidi tu se allontanarti per qualche giorno o mese. Però, non puoi continuare a soffrire come un cane. Allontanati da lui Sandie, magari nel frattempo può cambiare qualcosa.» all'ultima frase Sandie rise nervosamente.
«Non cambierà nulla se non che la sua fama crescerà a dismisura.»
«E allora? Infondo stiamo parlando di Michael Jackson no?» sospirò
«Non quel Michael Jackson, intendo, non il Re del Pop. » corresse lei.
«E allora quale Michael Jackson?» domandò Ethan per capire bene.
«Per me non è Michael Jackson, per me è semplicemente Michael. Punto, anche lui è un essere umano come tutte gli altri.» il cuore di Ethan si inteneri, sentire sua Sandie con quella voce piena d'amore, gli faceva sciogliere il cuore. Era sempre stata una ragazza molto dolce e buona, trattando sempre le persone allo stesso modo. E gli faceva male sentirla soffrire. Perché infondo anche se aveva solo 24 anni, egli la vedeva come una piccola bambina ingenua e innocente.
Lei era speciale.
Lo era sempre stata.
«Sandie ...» provò a dire qualcosa, ma le parole non vennero fuori.
«In realtà, lo sto evitando da quella notte. E credo che mi stia chiamando da quando sono tornata a casa. Non sto rispondendo, perché sicuramente era lui. Ma glielo dirò, che per un po' non ci vedremo.»
«Per lui non sarà semplice, visto che si è affezionato molto a te.» sospirò.
«Ma lui non mi ama ...» mormorò poi lei con voce dispiaciuta «Non potrà mai funzionare, lui ... lui è una leggenda della musica, io invece sono una semplice studentessa di Los Angeles. Ethan, non-»
«Non perdere mai la speranza Sandie.» le raccomandò «Ora è così, ma può darsi che tutto cambierà. Te lo dico per esperienza, perché in un futuro potranno cambiare molte cose, e tu potrai entrare in azione. Lasciala stare che ora non può essere tuo, ma mi prometti che non perderai mai la speranza su di lui?» ci pensò su, infondo, aveva ragione. Potevano cambiare le cose da un momento all'altra. Cacciò un sospiro.
«Te lo prometto.» disse con un mezzo sorriso.
«Bene, io so che da un momento all'altro le cose cambieranno. Ti dico solo questo, abbi solo pazienza.»
"Abbi solo pazienza."
Era una frase che si segnò in testa, e sarebbe scomparsa solo quando veramente ci sarebbe stato un cambiamento tra Michael e Brooke.
Ma davvero doveva solo aspettare?
Ormai doveva allontanarsi da lui, quello che ne era più che certa che mai.

Dopo la conversazione con Ethan si sentì meglio, prese delle medicine e guardò un film in tv.
Non riusciva a concentrarsi su quello che vedeva, perché pensava a quello che aveva detto ad Ethan al telefono.
"Allontanati da lui, non puoi continuare a soffrire come un cane."
Pianse, perché in fondo al suo cuore, non voleva lasciarlo solo. Perché sapeva che lui aveva bisogno di lei, si toccò il ciondolo della collana a stella che le regalò a Natale. Per lei, quella collana, e insieme a quel tenero pupazzo erano dei bellissimi ricordi su di lui.
Era stesa sul letto e chiuse gli occhi per qualche attimo.
Sentiva una percezione piacevole nel corpo, come dei baci, baci sulle labbra e sul collo. Sospirò. Aprì gli occhi ed era Michael, sorrise.
«Sei qui.» mormorò lei con tono felice.
«Sono sempre stato qui.» disse accarezzandole la guancia «Ti amo Sandie.» il cuore di Sandie scoppiò di gioia, alzò la schiena e lo baciò. Sentiva le mani del sul uomo nel suo corpo minuto, tolse la camicia da notte, la prese a se continuandola a baciarla con passione mentre il corpo di Sandie era pieno di eccitazione.
Gemette, ma aprì gli occhi.
Era tutto un sogno.
Un sogno bello, ed erotico.
Si abbracciò da sola, per un attimo aveva sentito quel dolce contatto che la faceva sentire protetta e al sicuro. Per lei quelle braccia erano casa, lui, era la sua casa. Che per un po', non poteva rimanere.
Aveva deciso di diglielo di separarsi quando lei si sarebbe sentita meglio, non le andava di parlare con lui sotto forma del suo malessere sfisico.
Per lei, dirglielo, non era una passeggiata.


Michael provò a cercare Sandie in tutti i modi possibili, ma nessun successo.
Era in macchina e provò di nuovo a contattarla, la niente.
«Maledizione.» disse attaccando il telefono «È tutta la giornata che non risponde al telefono.»
«Forse sarà impegnata.» rispose Kylie a sua volta.
«Conosco Sandie, risponde sempre al telefono, ed ora non capisco.» quando poi la macchina passò davanti al palazzo dove abitava Sandie «Kylie, fermati qui.» il suo bodyguard accostò la macchina, e prima di scendere controllò se nel suo appartamento le luci sono accese.
«È in casa, vedo le luci accese, parlerò con lei.» il bodyguard dallo sguardo austero annuì, così, si camuffò, scese e andò dritto all'appartamto di Sandie.
Bussò alla porta, ma nessuna risposta.
«Sandie, sono io. Michael.» Sandie spalancò gli occhi, spense la tv, e non osò né fiatare, né parlare «Aprimi Sandie, so che sei in casa, ti prego aprimi.» implorò il cantante.
Ti prego, no con quella voce ti supplico.
Il cantante percepì che Sandie non volesse aprire la porta.
«Sandie, ti prego aprimi, possiamo parlare? Se ti ho fatto qualcosa che ti ha fatto star male, dimmelo, ti prego Sandie aprimi, Sandie! Sandie!» esclamò Michael battendo la porta con la mano.
Sandie rimase lì, sul letto, mentre le lacrime scesero sul suo viso.
Devi andartene Michael, vattene via, per favore.
Il cantante si arrese, così se ne andò con il cuore spezzato.
Perché non le aveva aperto? Capì subito che Sandie era arrabbiata con lui, ma voleva sapere il motivo per aggiustare le cose. E invece, non ebbe nessuna risposta.
Tornò in macchina, deluso, e arrabbiato.
«Allora? Avete già chiarito?» domandò Kylie per sapere.
«Torniamo a Neverland.» rispose poi lui, il bodyguard capì, che qualcosa era andato storto e partirono per Neverland.
Durante il tragitto, Michael guardava fuori dal finestrino con la testa nei pensieri.
Non era da Sandie non aprire alla porta, sopratutto se era lui.
Doveva sapere cosa era successo, e perché Sandie lo evitava. Doveva saperlo, al più
Presto.







Cinque giorni dopo








Sandie, una volta ripresa, tornò alle sue routine, ed era arrivato il momento per parlare con Michael.
Ma non da vicino, al telefono.
Se lo avesse visto da vicino, avrebbe perso la sua sicurezza e la sua forza.
Era alla biblioteca dell'Università da sola, a fare alcune ricerche per gli esami.
Era molto concentrata e segnava quello che trovava nei libri sul suo quaderno.
«Mi scusi, posso sedermi qui?» lei alzò lo sguardo, era un ragazzo snello, con un ottimo fisico, alto, con capelli marroni, un naso bellissimo, delle labbra abbastanza fini, ma gli occhi, il gli occhi azzurri erano irresistibili.


«Certo, prego.» lui sorrise e si mise vicino a lei con i libri.
«La ringrazio, di solito con i posti sono morto tirchi, utilizzano le sedie per mettere sopra una montagna di libri. Quando poi ci sono dei tavoli enormi per appoggiarli.» ridacchiò.
«È vero, sono d'accordo.» disse lei con tono divertito.
«Oh, non mi sono presentato. Piacere, Cheyenne Austin Moore, sono del terzo anno. Hai una faccia conosciuta lo sai?»
«Davvero? Mi chiamò Sandie Vrachnos, sono del quarto anno invece.» spalancò gli occhi.
«Sandie! Oddio non so se ti ricordi di me, ma due anni fa ti aiutai con l'open day durante il periodo di natale. Ero quel ragazzo molto timido, che non facevo nulla per aiutarti, ma poi con la tua gentilezza riuscii a fare qualcosa anch'io.» cercò di ricordarsi, ed effettivamente si ricordava di un ragazzo molto timido, che non riusciva nemmeno ad avvicinarsi a lei. Che però riuscì a farlo sbloccare.
«OOOH! Ora si che ti ricordo!» esclamò lei contenta di aver ricordato.
«Sh! Silenzio, siamo in una biblioteca non in un bar.» rimproverò una signora, che poi era una professoressa.
«Mi scusi.» disse mortificata, e i due si misero a ridacchiare in silenzio.
«Siamo in una biblioteca non in un bar.» imitò Cheyenne la signora.
«Ssshh, e se ti sente?»
«Che sentisse.» risero.
«Che ne dici se andiamo a prendere un caffè?» propose «Anche per conoscerci meglio.» disse lui sorridendo.
«Mi dispiace, ma purtroppo come vedi sono in piena sessione, sono stata malata negli ultimi quattro giorni e devo recuperare alcuni argomenti. Non è da me eh.» lui sorrise.
«Può capitare, sta tranquilla, qui sei famosa per essere la secchiona dell'Università, e quanto pare hanno ragione. Però, è bello vedere una ragazza che si impegna sullo studio.» mormorò lui guardandola con ammirazione, lei sorrise.
«Ti ringrazio, ma vedi. A me, mi è sempre piaciuto studiare sin da bambina. È una passione, poi, il mio sogno di diventare medico mi sprona sempre di più per farlo.»
«Non tutte le ragazze sono come te.» le guance di Sandie si colorirono di rosa dall'imbarazzo.
«Oh, grazie mille.» sorrise, mentre lui scriveva su un bigliettino.
«Ti lascio studiare in santa pace, questo è il mio numero. Quando vuoi, chiamami anche per un caffè. È stato un piacere rivederti dopo un po' di tempo.»
«Anche per me. Ci si vede.»
«Contaci.» sorrise e se ne andò.
Lei scosse la testa ridendo.
«Che tipo, è molto simpatico.» prese il bigliettino e lo lesse.

+1 408 192 5383
Call me :)
Cheyenne xxx

Ridacchiò e lo mise dentro all'agenda, era felice che stava per fare amicizia con qualcuno, a lei piaceva molto fare amicizia, qualche amico in più l'avrebbe fatta sentire meno sola.
Tornò a casa, Nicole sarebbe tornata dall'università tra meno di un ora, e aveva il tempo di chiamare Michael e di dirgli tutto.
Dopo essersi sistemata. Prese il telefono, compose il numero e aspetto di sentire la sua voce.
Era molto tesa, camminava per tutto il salotto avanti e indietro.
Dopo tre squilli, rispose.
«Sandie.» la voce di Michael era fredda.
«M-Michael ...» non sapeva cosa dire, si sentiva troppo in colpa.
«Stai bene?» domandò poi lui.
«S-si, ho avuto una brutta influenza intestinale in questi ultimi giorni, ma ora sto molto meglio.»
«Allora perché quando sono venuto a casa tua a bussarti, non mi hai aperto?» si bloccò a quella domanda, ma doveva essere schietta e sincera. Non poteva mentire.
«Perché non volevo vederti.» Michael sentendo quella risposta, sentì il sangue gelare per tutto il suo corpo.
Mai si sarebbe aspettato una risposta del genere da Sandie, non era da lei.
Sentiva il suo cuore uscire fuori dal suo corpo dalla tristezza.
«Perché-»
«Perché mi hai rifiutato?» interruppe lei.
«Come prego?» disse Michael non capendo.
«Cosa sono per te Michael?»
«Una mia cara amica, mi pare ovvio no?» a quella risposta, Sandie avrebbe voluto attaccargli il telefono in faccia.
Il suo cuore si stava distruggendo sempre di più, ed era allo stremo della rabbia.
Decise di non tenere più tutto dentro.
«Non te ne sei accorto che ci stavamo per baciare per tre volte?! Non una, ma ben tre volte!?» Michael a quella domanda si bloccò, certo che lo sapeva, lo sapeva benissimo.
Ma non era ancora sicuro dei suoi sentimenti per lei. Dopotutto, era ancora innamorato di Brooke.
«Sandie-»
«Ti permetti di giocare con i miei sentimenti! Sei cattivo!» interruppe lei con voce furiosa ma anche triste.
«Sandie, io non sto giocando con i tuoi sentimenti. Non sono quel tipo di ragazzo, non mi permetterei mai!» si difese il cantante.
«Invece mi sembra che tu mi stia prendendo in giro.» ribadì lei.
«Non è vero!»
«Invece si! Diamine!» non aveva il coraggio di dire "Michael, io ti amo" perché sapeva quale era la sua risposta «Ascoltami, per un po' non vediamoci.» mormorò lei con le lacrime ahli occhi.
«C-come?» domandò Michael sorpreso dalla domanda della ragazza.
«Hai sentito bene, non vediamoci per un po'. Ho bisogno di non vederti per un po' di giorni, oppure mesi, non lo so.» voleva piangere, dentro di lei era piena di dolore.
Non voleva questo.
Non voleva che le cose andassero così.
Ma doveva.
Doveva allontanarsi da lui.
Per il bene di entrambi.
«Ho capito, va bene.» disse poi lui con tono gelido.
«Michael-»
«Stammi bene, Sandie.» attaccò il telefono, e rimasero senza parole.
Niente da dire che i due ragazzi scoppiarono in lacrime, nella delusione, nella tristezza di non vedersi per un po'.
Michael sentiva di averla persa in qualche modo, si dette la colpa, ma anche lui nel suo cuore, sapeva che il tempo magari, tutto sarebbe tornato come prima.
Per Sandie fu un colpo di grazia.
Non voleva lasciarlo solo.
Ma per entrambi era la scelta giusta.
Doveva solo avere la forza di andare avanti, e di non pensarlo per un po'.
E solamente con il tempo, si sarebbero aggiustate le cose.
E come aveva detto Ethan.
Doveva avere solo pazienza.

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