[CAPITOLO 15]




Beverly Hills, Los Angeles

10 luglio 1990



Sandie





Dopo l'incidente successe il casino, la sera dopo che Michael se ne andò vennero mamma e papà. Preoccupati a morte mi chiesero subito le mie condizioni, io stavo bene, ma ero ancora indolenzita. Mamma fece una scenata, una grande ramanzina.

«Tu devi aver perso la testa figlia mia, non mangiare e dormire per un mese! Tu sei diventata pazza! Ed ecco il risultato, hai rischiato la morte! Sei un idiota! E quanto a te Nicole, invece di frequentare una persona depravata come il tuo William dovresti stare attenta a tua sorella!» rimasi scioccata dalle parole della mamma, Nicole era più piccola di me e dovevo essere io a prendermi cura di lei, non viceversa.
«Ma come cazzo ti permetti!? Non sei nessuno a comandare la mia vita anche se sei mia madre, non meriti neanche di essere chiamata come tale!» la mamma le diede un forte ceffone ed io spalancai gli occhi, gli occhi marroni della mamma erano allargati dalla rabbia e dalla delusione. Non vedevo una scena simile da quando ero bambina.
«Non osare mai più parlarmi in questo modo brutta stupida.»
«Adesso basta Chantal, guai a te se toccherai di nuovo le mie figlie, dovrai passare sul mio cadavere.» intervenne papà mettendosi davanti a Nicole, che nel frattempo aveva la mano appoggiata sulla guancia infiammata.
In quel momento il senso di colpa salí alle stelle, stava accadendo tutto questo per colpa mia, per colpa della mia terstaddaggine e dalla mia ossessione sullo studio. Avrei voluto andarmene via in quel momento, lontano da tutti e di rifugiarmi da una sola persona. Michael.
«Bene, detto questo vi dico una cosa. Sappiate che se Sandie non si riprenderà del tutto e se non guarirà dalla sua terribile ossessione sullo studio, io non tornerò in Grecia, quindi starò da voi per controllare sia te, e te signorinella.» disse indicando prima Nicole e poi me.
Mia sorella in quel momento voleva piangere, percepivo in lei la forte rabbia di non volere nostra madre in casa. In quel momento condividevo il suo pensiero.
Ho amato mia madre, ma se c'era una cosa che non riuscivo a digerire era sua possessione nei nostri riguardi, perché così non riuscivamo a vivere liberamente ed io tenevo molto alla libertà. Come giustamente che sia.


Durante la settimana in ospedale Michael venne a trovarmi tutti i giorni, ed ebbe "l'opportunità "di conoscere mio padre, e mia madre, purtroppo. Mamma mi diede subito della pazza a "frequentare" un uomo più grande di me e sopratutto così popolare. Io le dissi che eravamo solo buoni amici, ma lei non mi credette. Lasciai perdere. Non valeva la pena discutere con lei, ma in quel periodo capitava spesso, diventava impossibile da gestire.
Un giorno però, mentre mamma e papà erano andati al bar a fare colazione, venne Michael con un grande cesto di cibo di ogni tipo: frutta, verdura, succhi di frutta, tantissimi snacks dolci e salati. Sembrava il giorno dell'epifania.
«Michael Dio mio, ma tu sei pazzo.» mormorai sorpresa vedendo tutto quel cibo.
«Si lo sono, lo divento quando mi preoccupo di una persona a cui tengo molto.» mi sciolsi a quella frase, e Nicole rimase eccitata da tutto quello cibo.
«Cribbio Michael, posso prendere qualche snacks?»
«Non me lo devi neanche chiedere, fa pure Nicole.» Nicole lo abbracciò calorosamente e lui ridacchiò.
Qualche minuto dopo iniziammo a parlare ed d'improvviso la porta si aprì, ed era Ethan. Lo guardai sbiancata e lui guardava Michael con gli occhi spalancati. Aveva un mazzo di fiori in mano, e sbattè gli occhi più volte, probabilmente perché non credeva di aver di fronte Michael Jackson.
A quel punto, capii che dovevo a Ethan delle spiegazioni.
«E-Ethan, vieni. Accomodati.» lui chiuse la porta e venne con passo lento verso di me. Non osò parlare e mi diede i fiori. Lo ringraziai e presentai Ethan a Michael.
«Michael, lui è Ethan, il mio migliore amico. Ethan-»
«M-molto piacere Mr Jackson, mi, mi perdoni ma sono molto emozionato.» trattenne le lacrime «Oh cristo santo mi scusi.» lui sorrise intenerito e lo abbracciò.
«È tutto okay, sta tranquillo.» Ethan si impietrì ma riuscì a ricambiare il suo abbraccio.
«La sua musica è una medicina per la vita.» gli mormorò Ethan, e negli occhi di Michael vidi la sorpresa. Pensai che nessuno gli avesse detto una frase del genere. Gli occhi di Michael luccicarono dalla commozione, e ringraziò Ethan per il bellissimo complimento. Si staccarono e gli diede una pacca sulla spalla.
«Io devo andare, riguardati Sandie. Nicole, ci vediamo domani. E Ethan, mi ha fatto piacere conoscerti.» lo salutammo, e lui chinò il capo andandosene via.
«Okay, devo riprendermi. Ma sopratutto, voglio una spiegazione.» annuì con la testa abbassata, mentre lo sguardo del mio amico posò su di me.
«Siamo amici Ethan, lui è mio amico. Sai che lavoro per Arnold Klein, te ne ho parlato no?» annuì «Tramite lui ho conosciuto Michael, ed è scattato una profonda amicizia.» sintetizzai, e vidi la sua espressione scioccata .
«Sta tranquillo Ethan, non sei l'unico ad essere rimasto scioccato quando l'ho saputo.» consolò mia sorella con tono sarcastico.
Lui mi guardò, e c'era una profonda delusione che io non volevo assolutamente che provasse.
«Mi hai nascosto una cosa così importante a me? Io ti confido sempre tutto Sandie, ma da te mai mi sarei aspettato una cosa del genere.» cercai di parlare ma interruppe mia sorella.
«Sandie l'ha fatto per una ragione, per la privacy di Michael. Neanche a me l'ha detto subito ed io sono la sorella. Ethan, Sandie non ti nasconderebbe mai nulla ma in questo caso ha avuto un motivo valido per farlo. Pensa se gente sapesse che Sandie è amica del Re del pop, sarebbe successo un caos inspiegabile.» a quella spiegazione Ethan abbassò lo sguardo, e mi abbracciò delicatamente
«Perdonami.» sussurrò dispiaciuto ma io scossi la testa. Ero io nella parte del torto, era colpa mia, avevo combinato tutto quel casino esclusivamente per colpa mia. Volevo piangere, volevo sparire.
«No, perdona me.» risposi io stringendolo a me, uscirono delle piccole lacrime mi sentivo così piccola e indifesa da tutto ciò. Non potevo giustificarmi, ed Ethan aveva fatto bene ad arrabbiarsi. Ma ora sapeva la verità, ed era quello che mi importava.


Tornai a casa, e c'era una profonda tensione in cui io e mia sorella non eravamo per niente abituate.
Entrambe odiavamo la tensione in casa, per questo io e le ci trasferimmo. Non solo per motivi di studio, ma anche perché in casa non si faceva altro che discutere.
E mentre stavamo mangiando, nostra madre prese la parola.
«Bambine io e vostro padre vi dobbiamo dire una cosa importante, riguarda molto il legame della nostra famiglia.» io e mia sorella ci guardammo incuriosite «Vuoi dirlo tu? Visto che sei tu il responsabile di tutto questo?» mio padre ridacchiò nervosamente.
«Hai una bella faccia tosta Chantal.» rispose mio padre con un sorrisino.
«Bene, allora lo dirò io visto che vostro padre è un codardo. Abbiamo deciso di divorziare.» ci cadde il mondo addosso.
Divorzio? E perché?
Io e mia sorella pensavamo molto, e dentro di noi sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Papà e mamma litigavano in continuazione da troppo tempo, e noi ipotizzavamo un divorzio, ma mai avremmo pensato che sarebbe davvero successo.
«Papà le hai fatto le corna?» bottò subito mia sorella, ed io la fulminai con lo sguardo.
«Nicole vedo che la tua ironia non contiene nemmeno in un momento come questo. Sai, dovresti vergognarti.» bottò mia madre con tono infastidito.
«Chantal ora basta.» intervenne mio padre.
«Zitto! Che sei un puttaniere del cazzo!» gli urlò contro mia madre.
«Se ti ho tradito è perché non ti amo più Chantal!» mamma rimase zitta dopo quella frase. In lei nei suoi occhi, vidi la tristezza, il dolore e la delusione. Il dolore di aver fallito un matrimonio durato oltre vent'anni, lei credeva nell'amore infinito. Nonostante mamma da giovane prima di incontrare papà avesse subito molto traumi amorosi, non aveva mai smesso di credere dell'amore eterno. Perciò divenne molto possessiva nei nostri confronti.
«Scusatemi, vado a fare una passeggiata.» mamma si alzò bruscamente e andò verso la porta andandosene via.
«Mamà!» la chiamai ma lei era già andata via
«Papà, è vero?» domandai incredula e lui annuì in segno di accordo.
«Si, mi dispiace molto bambine mie. Ma non me ne pento di averlo fatto. Io non amo più vostra madre, è diventata impossibile da gestire, troppo possessiva. Non solo con me ma lo vedo anche con voi. State attente, non fatevi comandare da lei per nessuna ragione, ormai siete grandi, siede adulte, e lo dico con il cuore in gola perché voi per me resterete sempre le mie adorate bambine, le mie principessine.» scoppiò a piangere mettendo le mani sul volto, non avevamo mai visto nostro padre in questo stato.
Io e Nicole ci guardammo con tristezza, così ci alzammo e andammo da lui abbracciandogli intorno.
«Resterai sempre nostro padre, qualora dovesse succedere qualcosa, niente potrà cambiare il nostro rapporto.» papà ci guardò con le lacrime agli occhi.
«Stringetemi bambine mie.» nella sua voce sentiva il forte bisogno del nostro contatto e così facemmo.
Papà piangeva, infondo anche lui gli dispiaceva che il matrimonio fosse andato a pezzi. Ma se lui lo aveva fatto perché il suo cuore diceva questo, allora era meglio che fosse andata così.



Arrivò poi il dieci luglio, il giorno del mio compleanno.
Capitò di giovedì, quindi dovevo andare all'università, ma stranamente quel giorno la sveglia non suonò.
Mi svegliai volontaria e guardai l'orario, cacciai un urlo, erano circa le 12.47 di tarda mattinata e dovevo scappare all'università.
Alzai dal letto e in preda al panico andai in bagno con passo veloce, mi lavai e mi vestii con fretta mai vista, e mentre stavo ed uscire sentii la voce di mia madre.
«Dove credi di andare signorina?» domandò mamma con il suo tono sarcastico.
«All'università, dove vuoi che vada?» domandai con tono innocente, lei mi guardò sorridendo e venne verso di me.
«Oggi è il tuo compleanno piccola Sandie, ed oggi voglio passare la giornata con le mie figlie, andremo a fare shopping, insomma, dove volete voi.» disse con tono dolce prendendo il viso per le mani.
«Dai Sandie, oggi è il tuo giorno, puoi farne anche a meno dell'Università, in assenza non distrugge una vita.» intervenne Nicole, mi rassegnai, infondo era il mio compleanno.
«D'accordo non ci vado.» dissi convinta.
«Possiamo dirlo mamà?» lei annuì.
«Tanti auguri Sandie.» esclamarono con tono di gioia.
«Grazie mamma, grazie Adelfì.» ringraziai con il cuore a mille. Il compleanno mi rendeva così.
«La mia principessina oggi compie gli anni?» vidi mio padre in cucina, ancora in pigiama e sorrisi
«Papà.» dissi sorridendo. Lui venne da me per abbracciarmi.
«Sandie, tesoro mio. Ti auguro ogni felicità di questo mondo perché sei la ragazza più speciale che io conosca.» il mio cuore si sciolse a quelle parole e mi sentii terribilmente fortunata ad avere un padre che mi amava e che fosse presente. Non tutti i papà erano così e dovevo essere riconoscente.
«Oh papà ti voglio tanto tanto bene.» lo strinsi e mi immersi nel suo profumo, non c'era cosa di più bella di abbracciarlo e sentire il suo profumo maschile che tanto amavo penetrare nelle mie narici.
Aveva un odore molto diverso da quello di Michael.
Esso odorava di muschio bianco, un odore perfetto per mio padre. Perché lo rispecchiava.
Invece Michael odorava di fiori d'arancio con qualche punta di vaniglia, un odore che era musica per le mie narici, e per il mio corpo.
Dio, avrei voluto sentire il suo odore su di me per sempre





[...]





«Dai mamma.» mi lamentai.
«No, festeggerete con noi.» bottò la mamma con tono serio.
«Ma è il mio compleanno mamma! E decido io come festeggiarlo non tu.» battei con tono arrabbiato.
«Ha ragione Chantal, non è più una bambina, è grande ormai.» disse papà con tono molto calmo, cercando di non esplodere.
«Non m'interessa! Festeggerà con noi.» ordinò mamma, ma a quel punto Nicole prese le nostre borse.
«Andiamo Sandie.» disse Nicole prendendomi per mano e andammo via mentre nostra madre ci urlava dietro.

Andammo in macchina e Nicole mise in moto in fretta e furia
«Nicole si può sapere che fai?» domandai non capendo niente.
«Andremo in un posto a festeggiare io e te, nostra madre se la prende nel culo. Dopo ho una sorpresa per te. Per la sorella migliore del mondo.» disse con tono addolcito con lo sguardo rivolto verso di me.
«Oh Nicole.» sorrise, e mi diede un bacio sulla guancia in segno di affetto.
«VAMOS!» esclamò prima di partire, ed io ridacchiai scuotendo la testa.
Ma non sapevo che mi sarebbe aspettato un compleanno da favola.



«Mi hai portato nel mio ristorante preferito!» esclamò con tono esaltato.
«So che ti piace molto il sushi, quindi ora pranzeremo insieme, poi più tardi verrà William per raggiungerci e andiamo al centro commerciale. Poi andremo al cinema a vedere Edward Mani di forbice.» spalancai gli occhi.
«Cristo! È già uscito!?» lei annuì.
«Precisamente un mese fa ma ti avevi la testa da un'altra parte.» le feci la linguaccia.
«Oh capisco. Beh, comunque non vedo l'ora.» dissi esaltata.
Mangiammo sushi a volontà come due bufale in calore, noodles, sashimi, osomaki, nigiri, e tanto altro.
Tantomeno che dopo il pranzo uscimmo dal ristorante con la pancia gonfissima. Sembravano incinte di 18 bambini, William, il ragazzo di mia sorella, ci raggiunse fuori al ristorante e rise vedendoci in quello stato come se fossimo due panda.
Andammo in macchina e guidò lui, perchè nessuna delle due c'è la faceva a guidare e andammo al centro commerciale.
Dio, una meraviglia, due ore abbondanti di shopping, adoravo vedere William che aiutare mia sorella a scegliere i capi. Mi rendevo conto di quanto lui fosse innamorato perso di Nicole, sopratutto anche da questi piccoli gesti. Sentii una fitta allo stomaco, e il pensiero va dritto a una persona.
Stai pensando alla stessa cosa eh? intervenne la voce della mia coscienza.
Non so di cosa stia parlando dissi io.
Non fare l'innocente, pensi a Michael e tu lo vuoi! Spalancai gli occhi.
Scossi la testa cercando di scacciare via quei pensieri e raggiunsi mia sorella e William per entrare dentro alla sala cinema.

Edward mani di forbice.
Quel film fu una vera favola, Johnny Depp era stato strepitoso ad interpretare quella parte, era così adorabile. E lei, Winona Ryder, era così bella. Mi ricordò molto la favola de " La bella e la bestia" e anche Frankenstein.
Dopo il film William dovette andare via e ci salutò, ma prima mi diede il regalo di compleanno e mi fece gli auguri, io lo ringraziai.
Andate in macchina vidi il regalo di William, un semplice braccialetto con appeso uno charm a forma di libricino. Era bellissimo.
«È bellissimo.» mormorai, e Nicole mi diede un'occhiata.
«Quanto amo questo ragazzo, è meraviglioso.» annuì
«È adorabile, e poi ti ama così tanto.»
«Davvero?»
«Ma sii! Non lo vedi dai gesti? E da come ti guarda? Andiamo Nicole, pagherei oro pur di avere un ragazzo come William.» ridacchiò e poi mi diede una benda. La mia testa si riempì di punti interrogativi.
«Che ci devo fare?» domandai curiosa.
«Mettila e basta, ti devo portare in un posto e non voglio che tu veda la strada.» mormorai con un semplice okay e mi misi la benda.
«Non vorrai dirmi che mi porterai in discoteca?» domandai con la speranza che mi rispondesse di no, odiavo la discoteca. Non era un posto per me
«Ma che discoteca! Anzi, è un posto molto meglio della discoteca. Tu hai la benda?» domandò controllandomi, ma intanto io vedevo solamente il buio.
Caspita, ha paura che io sbirci eh?
«Si, e non vedo un cazzo.» bottai infastidita.
«Sandie!» mi rimproverò.
«Mi è scappato, sorry.» dissi ridacchiando.

Dopo qualche ora sentii la macchina fermarsi.
«Siamo arrivate.» mi avvisò Nicole.
«Aiutami a scendere scema.» ordinai con tono sarcastico e lei ridacchiò. La sentii scendere e poi venire verso di me. Aprì la portiera e mi aiutò a scendere, stetti attenta a non cadere.
Tutto ad un tratto sentii un boato. Ma era quello di un cancello.
«Sbaglio o quello era il boato di un cancello?» domandai per togliere il dubbio.
«Non punzecchiare e cammina stronza.» ridacchiai.
«Calma calma.» caminammo mentre stavo appiccicata a Nicole sempre con la benda, non vedevo niente, e tutto questo durò dieci minuti con la paura di cadere.
Ma dove diavolo mi ha portata?
Se è nella casa dell'orrore la strozzo!
«Bene, sei pronta?» annuì e mi tolse la benda poi vidi dei piccoli botti luccicosi e delle persone davanti a me.
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Sandie, tanti auguri a te!» erano Michael ed Ethan. Non potevo crederci, guardai intorno e mi trovavo a Neverland!
«Michael ... Ethan ... oh.» mi misi le mani nella bocca incredula del gesto, quando poi un bambino biondo e tenero venne verso di me.
«Ciao Sandie, mi chiamo Macaulay Culkin,
Michael mi ha parlato tanto di te.» sorrisi verso Michael, e lui mi fece l'occhiolino.
«Ciao Mac il piacere è tutto mio.» mi abbadai alla sua altezza, gli diedi la mano e lui me la strinse. Poi guardai una donna, e stento ai miei occhi a credere di trovare davanti a me una delle attrici più importati di Hollywood. Elisabeth Taylor.
«Lei ... lei è-» borbottai sorpresa.
«Finalmete ti conosco, eh si, sono in carne ed ossa piccola. Sei molto più bella di come Michael mi ha descritto, tanti auguri cara.» disse con tanta gentilezza la signora Taylor venire verso di me per abbracciarmi.
NON.
CI.
CREDO!
«Molte grazie Miss Taylor.» ricambiai il gesto; e sorrisi con le lacrime agli occhi.
«Miss Taylor, posso stringerle la mano? Sono una sua grande ammiratrice.» intervenne mia sorella con il cuore a mille.
«Certo, vieni qui cara.» mia sorella andò verso l'attrice e le strinse la mano, incominciarono a parlare quando poi Ethan venne verso di me.
«Buon compleanno amica mia.» disse accogliendomi in un abbraccio.
«Ethan, grazie mille.» dissi abbandonandomi a lui.
«È quello che meriti, ma devi ringraziare una persona in particolare.» mi fece l'occhiolino e guardai Michael ridacchiare. Probabilmente era stato lui ad organizzare questa magnifica sorpresa. Andai verso di lui e cacciai una lacrima di gioia.
«Michael ...» mormorai e lui mi diede un bacio sulla guancia e uno sulla fronte.
Quei baci.
Dio, rifallo ti prego.
«Piccola Sandie, buon compleanno.»
«Sei stato tu ad organizzare tutto questo?» annuì sorridendo.
«Si, l'ho fatto per te, solo per te.» disse accarezzandomi la guancia.
«I-io-»
«Te lo meriti piccola, te lo meriti, e dopo ci sono anche dei regali, tra cui uno in particolare che dovrai però aspettare più tardi.» ero stra curiosa, e per un momento ci guardammo intensamente negli occhi. Sentivo nel mio stomaco delle strane ma piacevoli sensazioni. Vedere quel ragazzo così bello davanti a me mi creava un effetto paradisiaco dentro di me.
Provai in tutti i modi a scacciare i miei pensieri su di lui, ma in quel momento ero bloccata. Amavo vedere i suoi occhi posati su di me, il suo sguardo così dolce su di me. Volevo che mi avesse guardato con quegli occhi per sempre.
«Pincioccini!» interruppe Ethan e grazie a Dio tornai alla realtà «Mr Jackson, aveva promesso che avremmo fatto il bagno in piscina.» lo ricordò e lui sorrise.
«Aspetta aspetta, il bagno di notte?» domandai scettica.
«Stellina, non hai mai fatto il bagno di notte?»domandò Michael con tono dolce, io scossi la testa imbarazzata.
«Ah Michael, devi sapere che Sandie è una santarellina a tutti gli effetti.» avvertì mia sorella con tono ironico.
«Insomma Nicole!» nottai infastidita, e tutti risero. Sentivo le guance lievemente calde dall'imbarazzo, sentivo la mano di Michael prendere la mia con tanta delicatezza e sorrise.
«Ci divertiremo, ti renderò un compleanno indimenticabile stellina.» mi sciolsi, ma non mi resi conto che quello che diceva non era nient'altro che la verità.

Pensai che non mi divertivo così tanto da quando andai al viaggio con mia sorella e i nostri amici della Grecia.
Abbiamo fatto il bagno in piscina di notte, l'acqua era tiepida, non era fredda come mi aspettavo ma infondo era estate.
Abbiamo fatto tuffi, e giocato a pallavolo per almeno due ore. È stato fantastico, Mac cercava in tutti i modi di imbrogliare Michael e lui ci cascava a pieno, quel bambino era un personaggio.
Dopo il bagno e aver asciugato per ben, siamo andati al prato ad accendere un falò, Michael e Liz presero due pacchi di marshmallow, e vari bastoni di legno sottilissimi per incastrarli dentro.
Così abbiamo scaldato i marshmallow, e nel frattempo dissi addio alla dieta e ne mangiai due o quattro. Mentre ne mangiavamo Ethan e Nicole raccontavano episodi divertenti, o anche gossip vecchi del liceo. Ridemmo come pazzi, e Liz e Mac raccontavano delle barzellette.
«Stellina, sei sporca qui.» mi avvertì Michael.
«Oh, d-dove?» arrossí, e lui posò il pollice sul mio labbro inferiore e mi accarezzò dolcemente per togliere il filo di marshmallow che era rimasto attaccato.
Avvicinati, avvicinati ti prego.
Implorò la mia coscienza, ed io spalancai gli occhi.
Zitta, mi sta solo pulendo il labbro!
Battei.
Ma stai zitta tu, che stai morendo dentro e lo vorresti baciare.
No, non è vero!
Non mentire a te stessa, alla testa si può comandare ma al cuore no!
«Sandie tutto okay?» domandò Michael preoccupato ed io risposi di sì.
«Michael.» lo chiamò gentilmente Elisabeth e lui si alzò per andare da lei, gli sussurrò qualcosa all'orecchio e lui annuì. Poi lo vidi andare via.
«Siete molto in sintonia voi due.» commentò Ethan con un sorriso furbo.
«Ma volete mettere in testa che siamo solo amici?» domandai con tono infastidito mentre riscaldavo un altro marshmallow.
«Invece credo che tu e Michael sarete una bellissima coppia.» intervenne Mac con tono dolce sognando ad occhi aperti, ed io gli diedi una carezza alla sua testolina bionda cenere.
«Lo penso anch'io.» disse poi Liz, ed io la fulminai con lo sguardo.
«Sei il suo tipo di donna, anche se ora il suo cuore ha il nome di Brooke scritto sopra.»
«Intende Brooke Shields?» domandò Ethan, lei annuì ed io sentii una fitta al petto. Ogni volta che sentivo il nome di quell'attrice dalla bellezza di una dea mi sentivo così piccola, e ... inferiore.
Ad un tratto sentii degli ululi, mi girai spaventata ed era Michael che aveva in mano una torta al ciocccolato con le candele accese.
Sorrisi sorpresa, e lui appoggiò la torta delicatamente per terra, si mise vicino a me e insieme cantarono la canzone del tanti auguri, io sorrisi mentre Nicole filmò tutto con la sua videocamera, Michael batté le mani felice canticchiando anche lui, ed io continuavo a sorridere tutta emozionata.
Una volta finita la canzoncina presi un bel respiro e spensi le candeline.
Ventiquattro ... cavolo.
Ci fu un clamoroso applauso, ed io dissi con un timido grazie. In quel momento percepii lo sguardo di Michael su di me, lo guardai e sorrideva mentre applaudiva.
Non smettere mai di sorridere in quel modo.
Ti prego.
Impazzivo per il suo sorriso, illuminava ogni cosa che c'era intorno a lui, persino la sottoscritta. Mi caricava di energia, e il mio umore diventava sempre allegro e sorridente. Tutto merito per quel ragazzo dal talento divino e dalla bellezza mozzafiato.





Ormai si erano fatte le tre del mattino ed eravamo ancora nei prati di Neverland a divertirci.
Liz e Mac andarono via dopo la mezzanotte e rimanemmo solo io, Nicole, Ethan e Michael.
Dopo la torta ci fu lo scarto dei regali, Liz e Mac mi regalarono un anello di smeraldo con attorno dei diamanti. Rimasi incantata, io amavo molto i gioielli. E per me quel regalo era meraviglioso. Ethan e Nicole mi regalarono i biglietti del concerto di David Bowie che si sarebbe po svolto il mese prossimo, cacciai un urlo appena vidi i biglietti. Sarebbe stato un altro concerto da mozzafiato.
E infine Michael, mi regalò una collana con un ciondolo a cuore, si apriva e dentro c'era scritto. Alla stellina più bella del mondo, mi commossi a quel gesto così bello. E mi reputavo fortunata ad avere un amico come lui.
Amico? Ma fammi il piacere interruppe la mia coscienza ed io alzai gli occhi al cielo.
Se non stai zitta succederà la terza guerra mondiale! minacciai, a quel punto la mia vocina interiore non disse più nulla.
Mentre scherzavamo tra di noi Michael mi disse di seguirlo, perché mi voleva dare il suo secondo regalo.
Mi prese la mano e andammo dentro casa sua, poi di sopra, e poi ... in camera da letto.
La mia curiosità si alzò a livelli estremi. Ma allo stesso tempo mi domandai. Perché il regalo alle tre del mattino? Cosa aveva di così speciale?
«Michael, sono appena le tre del mattino si può sapere cosa mi hai regalato?» dissi impaziente, lui ridacchiò divertito.
«Noto che sei molto impaziente quando si tratta di regali.» puntualizzò lui
«Ma io sono curiosa.» mi lamentai, poi d'improvviso squillo il telefono, Michael mi fece l'occhiolino e andò a rispondere.
«Pronto? Oh salve, come state? Si sì io tutto bene, sai non so davvero come ringraziarla io- si sì lei è qui.» io non capii nulla, neanche con chi stesse parlando. Ma la mia curiosità andò a mille, Michael mi passò il telefono dicendo che era per me.
«Pronto?» dissi quasi come un sussurro.
«Buonasera Sandie, come stai? È un piacere conoscerti, tanti auguri di buon compleanno.» la voce, quella voce, l'avevo sentita troppe volte nei telegiornali.
No, non può essere lei.
Non può essere la donna nella quale mi ispiro ogni singolo giorno della mia vita.
«S-sua a-altezza Reale?» domandai incredula, era Diana, la Principessa del Galles, lei ridacchiò con la sua voce dolce.
«Beccata, è un piacere sentirti, sai, Michael mi ha parlato molto bene di te.» il mio cuore scoppiava dall'emozione, ma così tanto che le lacrime uscirono all'improvviso «Quanti anni compi cara?» domandò curiosa.
«24.» risposi con voce strozzata dall'emozione «Mi scusi, sono molto emozionata. Sono una sua grande ammiratrice da quando ero solo una adolescente. La volevo ringraziare, perché è solo merito suo se sono diventata la donna che sono oggi. Grazie, grazie mille Sua altezza reale.» Michael sorrise intenerito alla conversazione, e mi asciugava le lacrime con le nocche delle dita, rilassai a quel tocco.
«È bello sentire queste cose da una giovane ragazza come te, faccio solo quello che mi dice il cuore e mai dalla testa. È quello il consiglio che ti voglio dare. Segui sempre il cuore e mai la testa. Me lo prometti cara?» mi disse con tono preoccupato, ma allo stesso tempo saggio e dolce. Quanto amavo questa donna.
«Lo farò Sua altezza reale, lo prometto.»
«Molto bene, bene Sandie. Ora devo andare, è stato un vero piacere sentirti, spero di rifarlo presto. Ancora auguri Sandie, buon compleanno.»
«La ringrazio, buonanotte.»
«Buonanotte.» attaccai ancora incredula di quello che era successo.
Davvero ho parlato con Lady Diana?
Davvero ho parlato con la Principessa del Galles?
Ero troppo scossa, non riuscivo a muovermi e a parlare. Non mi sembrava vero tutto ciò. E Michael non smetteva di guardarmi con quel sorriso così solare.
«Questo, è il vero regalo di compleanno.» confesso lui ed io lo guardai con gli occhi spalancati, i miei occhi luccicarono e lo abbracciai affettuosamente.
«Mi hai reso la donna più felice del mondo, questo è il regalo più bello della mia vita, grazie, grazie grazie grazie, grazie michael.» scoppiai a piangere, le emozioni erano troppe e non sapevo come contenerle. Non ero assolutamente il tipo da controllare le emozioni. Lo strinsi continuando a piangere dalla felicità e sentii la sua mano sulla mia nuca e una sulla mia schiena, mi teneva nelle sue braccia nel modo più romantico possibile.
Avevo passato il compleanno più bello della mia vita, ma all'epoca non ero consapevole del fatto, che era Michael, il regalo più bello della mia vita.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top