[CAPITOLO 11]
[NOTA AUTRICE IMPORTANTE⚠️: da questo capitolo in poi la storia si distenderà in prima persona, in un capitolo verrà svolto dal punto di vista di Sandie, e in un altro di Michael. Alternando così il pensiero dei due protagonisti. Spero che vi piaccia lo stesso. Detto questo, buona lettura bimbe❤️]
[Pasqua, 15 Aprile 1990]
ATENE
Sandie
Era passata una settimana da quando io e Nicole partimmo per la Grecia, dopo che rimandai la partenza con un giorno di ritardo.
Mia sorella mi raccontò la telefonata con nostra madre, in cui le diceva il rimando della partenza. Non la prese bene, ma dovevo immaginarmelo, me lo potevo aspettare da lei. Classico di mia madre, quando si tratta di noi il suo motto era "voglio voi e subito" a quanto pare fecero una brutta discussione tramite telefono, e Nicole, conoscendola, era una persona che quando perdeva la pazienza dovevi solo scappare via lontano. Cosa fece? La mandò a fanculo attaccandole il telefono in faccia.
Quella sera tornai a casa alle 11 di sera, e venni accolta con un applauso sarcastico da mia sorella.
«Complimenti, lo sai che ho litigato con mamma per colpa tua?!» domandò furibonda mentre posavo la borsa sul tavolo, in quel momento pensai subito che Nicole avesse parlato con mamma e che avevano fatto discussione. Da una parte mi dispiaceva, ma dall'altra non mi interessava.
«Mi dispiace, ma ho avuto le mie ragioni.» giustificai togliendomi il cappotto.
«Le tue ragioni un corno! Adesso mi spieghi cosa cazzo ti è preso, e sopratutto dove sei stata per tutto questo tempo!» disse Nicole rossa dalla rabbia, cacciai un sospiro posando il cappotto sull'appendiabiti.
«Se te lo dicessi, non mi crederesti e mi prenderesti per pazza.» mormorai con tono neutro posando il mio sguardo su di lei. Come avrebbe reagito che ero andata da Michael Jackson? Mi avrebbe riso in faccia, era palese no?
«Tu sei già pazza di tuo, fammi indovinare. Ethan ha litigato di nuovo con i genitori?» volevo rispondere di sì perché infondo era vero, ma ero stanca di mentire, doveva sapere come erano realmente le cose.
«Si, ma non sono andata da lui.» risposi andando a sedere sul divano con un aria triste. Sentii Nicole venire verso di me, e mi guardò con aria preoccupata.
«Ehi ... cosa è successo?» domandò con un tono addolcito.
Dio mio, come faccio a dirglielo?
«Non mi crederesti ... non mi crederesti.» sussurrai con gli occhi lucidi. Avevo paura, troppa paura, per me era troppo importante questa situazione.
«Adelfì dimmi cosa è successo.» ribadì lei di nuovo. Basta, non potevo nascondere la verità per molto. Doveva saperlo, infondo era mia sorella e aveva il diritto di sapere la verità.
«Non posso più nasconderti niente.» confessai con tono tremante, lei mi guardò con aria interrogativa.
«Cosa mi stai nascondendo?» domandò Nicole con voce greve, così presi un bel respiro incominciando poi a parlare.
«Hai presente il dottor Klein? Il dermatologo nella quale lavoro? Ecco lui è un dermatologo molto famoso qui in America, perché diciamo che ha pazienti importanti come Elisabeth Taylor e ... Michael Jackson.»
«Quindi lavori per un dermatologo di VIP?» mi interruppe subito.
«Fammi finire.» battei con tono pieno di ansia «Non solo, io ho conosciuto uno di questi Vip che ho citato, ed è ....» presi una pausa, ma poi Nicole mi fece un gesto ad incitare a continuare il discorso «Michael Jackson, io ho conosciuto Michael Jackson. E sono diventata sua amica in questo periodo.» ci fu un momento di silenzio, ma poi, come mi aspettavo, Nicole cacciò una fragorosa risata.
«Oh si! Questa è bella, Sandie che è amica del re del pop! HAHAHAHAHAHAH! Inventate una più credibile Sandie!» esclamò ridendo come una pazza scatenata, ci rimasi male alla sua reazione, ma infondo c'era da aspettarselo. Anche io avrei reagito così, mhm .... diciamo.
«Ti giuro che è vero, vuoi una dimostrazione?» chiesi con tono di sfida, lei smise di ridere.
«Si, dammi una dimostrazione, perché io in questo momento non ti credo.» bottò lei incrociando le braccia.
«Bene, allora guarda qua.» presi le L.A Gear Unstoppable, la linea di scarpe che aveva rilasciato Michael. Me le aveva regalate come regalo di gratitudine e per Pasqua, erano un prototipo. Mancavano due settimane all'uscita ufficiale delle scarpe in edizione limitata. E in più c'era un bigliettino all'interno.
Lo presi e lo lessi ad alta voce:
"Dio ti Benedica ogni giorno, se le persone fossero come te, il mondo sarebbe un posto migliore. Grazie mille.
Michael."
Nicole vedendo quelle scarpe e sentendo il dolce bigliettino spalancò gli occhi incredula, mentre io ripensai a quel momento.
Eravamo seduti su una panchina, le luci di Neverland rendevano l'atmosfera piacevole e rilassante.
Michael e io eravamo seduti vicini, a guardarci timidamente, e mi dette una scatola.
«È un mio segno di gratitudine, e voglio che tu lo accetti Sandie.» curiosa aprii la scatola dentro c'erano un paio di scarpe della sua linea, in più c'era un bigliettino accanto alle scarpe.
Delicatamente lo presi e lo lessi ad alta voce:
"Dio ti Benedica ogni giorno, se le persone fossero come te, il mondo sarebbe un posto migliore. Grazie mille.
Michael."
Avevo gli occhi lucidi, mi commossi a quel bigliettino, ma sopratutto per il gesto. Sapevo che dovevano uscire in commercio tra due settimane, e invece me ne aveva conservato un paio per me. Rimasti di stucco dal gesto.
«M-Michael ...»
«Sono un prototipo, ancora devono uscire ma io volevo che tu le avessi in anteprima. Prendilo anche come un regalo di Pasqua.» quel ragazzo era qualcosa di unico, non avevo mai conosciuto un ragazzo così dolce e genuino. Mi sentii in colpa, non gli avevo fatto nessun regalo per Pasqua.
«Michael, ma io non ti ho fatto nemmeno un regalo.» mormorai con il senso di colpa.
«Io l'ho ricevuto il regalo, e quello sei tu dolce Sandie. È solo grazie a te che ho sconfitto la solitudine, e per me è molto importante.» potrei sciogliermi. Come potevo non essergli così grata? Come potevo essere non buona con lui? Lui era fatto per essere coccolato e amato.
Adoravo immensamente quel ragazzo dagli occhi dolci.
«Oh Michael ... vieni qui.» ci abbracciammo di nuovo e sentii un calore piacevole, amavo stare fra le sue braccia, mi sentivo protetta e al sicuro, come una casa «Ti prometto che ti porterò qualcosa dalla Grecia.» dissi con tono deciso, lui mi dette un bacio sulla fronte facendomi arrossire.
«Sii prudente Sandie mi raccomando, e ti prego ... telefonami.» mi raccomando Michael con il suo solito tono dolce e angelico da sciogliere il cuore.
«Certo, ti voglio tanto bene.» risposi ricambiando il gesto dandogli un bacio sulla guancia e lui ridacchiò dall'imbarazzo.
«Anche io.»
«Ti credo Sandie.» bottò mia sorella convinta che le avessi detto la verità «Ma perché me lo hai nascosto per tutto questo tempo?» domandò leggermente offesa. Ma come potevo dirle il primo giorno che lo incontrai. Sai Nicole, ho conosciuto Michael Jackson! Mi avrebbe rinchiuso al manicomio. Ma anche per un altro motivo che per me era molto importante.
«Per la privacy di Michael, l'ho fatto per quello, e perché avevo paura della tua reazione.
Lo sai solo tu, e presto lo saprà anche Ethan. Ma non farne parola con nessuno, ne con William, ne con mamma e papà, chiaro? Ti prego Nicole.» supplicai con voce rotta, e Nicole mi abbracciò sorridendo.
«Il tuo segreto è al sicuro Adelfì.» disse Nicole con un tono rassicurante, potevo fidarmi ciecamente di lei. Era un tipo che manteneva benissimo i segreti «Ad una condizione, lo devi portare qui a casa per una cena.» raccomandò puntandomi il dito. Ecco i ricatti.
«Oh cristo tu sei pazza.» dissi alzando gli occhi al cielo.
«Parla per te Baka.» eh? Che aveva detto?
«Baka?» replicai alzando un sopracciglio.
«Significa idiota in giapponese.» ridemmo insieme, e finalmente mi sentivo libera, sollevata. Avevo tolto un grosso macigno dalle spalle. Mancava solo Ethan, e finalmente potevo sentirmi completante indipendente.
Era il giorno di Pasqua, e da poco avevamo iniziato il pranzo domenicale.
Mangiai la tradizionale zuppa maghiritsa, in cui l'ingrediente principale era l'agnello, a questa si accompagnava l'avgolemono, un intingolo a base di brodo di carne, uova sbattute e succo di limone, che si sarebbe aggiunto alla zuppa una volta ultimata la cottura.
Ero in sovrappensiero, non riuscivo a gustarmi il pranzo. Ero sommersa completamente nei miei pensieri.
«Asteràki òla kalà?» [1*] domandò mia madre ed io feci un sorriso rassicurante.
«Nei entàxei mamà.» [2*] risposi portami un po' di brodo in bocca.
«Mhmmm Nòstimo!» [3*] commentò mia sorella leccandosi le labbra, e mia madre ridacchiò contenta.
«Ti vedo in pensiero? È successo qualcosa?» domandò mio padre leggermente preoccupato ed io scossi la testa.
«Tutto bene, mamà il brodo è squisito.» commentai a mia madre con il sorriso.
«Oh bene, sono felice che vi sia piaciuto, ne è avanzato un po', quindi se volete il bis chiedete pure.» eppure avevo lo stomaco pieno, e avevo mangiato solo la prima portata di tutto il menu di Pasqua. Io annuii con la testa fra le nuvole continuando a mangiare.
«Tieni Sandie, e questo è per te Nicole.» scoppiammo dalla gioia quando papà ci regalò le uova di pasqua della Kinder, la nostra marca di cioccolato preferita, nonché la più buona. Mamma fece un occhiata storta.
«Caro non sono abbastanza grandi per avere un uovo di pasqua?» io e Nicole alzammo gli occhi al cielo, io invece trovavo che sia un gesto puro e dolce da parte di un padre. Avevo sempre amato le uova di pasqua e anche se avevo ventitré anni le permettevo comunque.
«Cara ti sei dimenticata che per me questo due principesse rimarranno sempre le mie bambine?» io e Nicole ci guardammo con uno sguardo intenerito, adoravo mio padre, era un uomo meraviglioso in ogni punto di vista.
Era il mio eroe ed io lo amavo immensamente, e in più papà non aveva mai fatto nessuna preferenza tra me e mia sorella, ci aveva sempre trattato in modo uguale. Non tutti i genitori erano così.
«Ti ricordo che hanno una certa età, Dio, questo è ridicolo Alex.» commentò mamma con tono freddo, mio padre la guardò con uno sguardo pieno di rabbia mentre la mamma lo ignorava bevendosi un bicchiere di vino.
«Farò finta di non aver sentito Chantal, su ragazze, mangiate il cioccolato.» noi annuimmo contente, e ci mangiamo con gusto il meraviglioso cioccolato della Kinder.
Poche ore dopo io e mia sorella andammo in camera a giocare con vari giochi di società, mentre la tv era accesa a parlare da sola.
«HO VINTO!» esclamò Nicole contenta, io sbuffai seccata.
«Certo che tu a Monopoli sei il top.» borbottai imbronciata.
«Suvvia! Tu invece sei la regina degli scacchi.» commentò poi mia sorella, ed io feci un sorrisetto buffo «Non mi piace quel sorriso, vuoi giocare a scacchi? Scordatelo, so già che perdo.» ridacchiai facendo ridere anche lei, quando poi mi partì improvvisamente un flashback.
«Ora trasmetteremo il funerale di Ryan White, il ragazzo infettato dall'AIDS morto a soli 18 anni l'8 aprile, al funerale saranno presenti la First Lady Barbara Bush, Elton John, Phil Donahue, e Michael Jackson.»
vidi Michael in estrema eleganza e bellezza entrare in chiesa, indossava la giaccia nera lunga con su attaccato uno stemma dorato, in cui si intravedeva una camicia rossa, pantalone nero, monocassini e il suo cappello di feltro.
Per fortuna che quel giorno ero in casa da sola, i miei erano andati a cena fuori e Nicole ad incontrare i suoi vecchi amici. Quindi non potevo essere disturbata.
Ero preoccupata per Michael, negli ultimi giorni che l'ho sentito da quando sono partita si mise a piangere per il suo amico. Fu dura sentirlo in quello stato, avrei voluto stargli ancora vicino con tutto il cuore. Ma purtroppo non potevo, e questo mi faceva male.
Dopo Michael vidi anche Elton John, la First Lady, e Phil Donahue entrare in chiesa.
C'era gente fuori, e sopratutto tanti paparazzi, sia fuori che all'interno della chiesa.
Venti minuti dopo la cerimonia cominciò, vidi Michael seduto in prima accanto a Jeanne, la madre di Ryan, vederla nel dolore più straziante mi si spezzava il cuore.
A metà cerimonia Elton John cantò Skyline Pigeon suonandola al pianoforte.
Mi commossi profondamente, Elton era un'artista che ammiravo tanto, ogni sua canzone con una melodia triste mi mettevo sempre a piangere.
A fine cerimonia vidi Michael ed Elton insieme accanto alla bara di Ryan, in cui dovevano dare il bacio in fronte alla salma del ragazzo.
Michael due giorni prima del funerale mi telefonò e mi recitò una sua poesia che scrisse per Ryan:
"Ryan White, simbolo di giustizia
Bambino innocente, messaggero d'amore
Dove sei ora, dove sei andato?
Ryan White, mi mancano i tuoi giorni pieni di sole
Giocavamo insieme nei prati
Mi manchi, Ryan White
Mi manca il tuo sorriso, innocente e brillante
Mi manca la tua gloria, mi manca la tua luce
Ryan White, simbolo di contraddizione
Ironico fanciullo, o personaggio di un romanzo?
Penso alla tua vita distrutta
Al tuo conflitto, alla tua lotta
Le signore danzano nella notte al chiaro di luna
Party e champagne da crociera
E intanto io vedo la tua forma devastata, la tua figura spettrale
Sento le tue ferite suppurate, i tuoi lividi
Ryan White, simbolo di agonia e pena
Di un'ignorante paura completamente impazzita
In una società isterica
Dove imperversa l'ansietà
E il falso pietismo
Mi manchi, Ryan White
Ci hai dimostrato come si resiste e si combatte
Nella pioggia eri uno squarcio di gioia fra le nuvole
La scintilla di speranza che è in ogni giovane
Nel profondo del tuo angosciato dolore
C'era il sogno di un altro domani."
Mi si spezzò il cuore ascoltando quella poesia, mi commossi al telefono e gli dissi che era stupenda. Quel ragazzo non smetteva mai di stupirmi.
Lui era nato per diventare qualcuno e per amare il prossimo, proprio come Lady Diana.
Mi concentrai di nuovo sul funerale e la cerimonia finì.
Michael se ne andò con lo sguardo abbassato, e vidi quante persone c'erano fuori all'edificio religioso. Erano almeno 1000 persone.
Dopo il funerale lo chiamai per dirgli come stesse, ma lui mi disse che stava un po' meglio rispetto ai giorni precedente e mi disse:
"Ryan è partito per il suo viaggio, ed ora che riposi in pace. Lo ricorderò con tanto affetto." Era una frase semplice, ma piena di sentimento.
«Terra chiama Sandie!» esclamò Nicole volteggiando la mano sul mio volto, ed io ritornai alla realtà.
«Oh dio, scusami ero in pensiero. Allora? Giochiamo?» mia sorella mi guardò con aria interrogativa.
«Sei sicura che stai bene? È da pranzo che non fai altro che stare nel mondo delle nuvole.» sorrisi, perché era vero, ma non mi dispiaceva affatto. Amavo pensare, era così filosofico.
18 Aprile 1990
Avevo appena finito di mangiare il mio yogurt greco, era una giornata stupenda e il sole brillava su tutta Atene.
Volevo fare qualcosa di innovativo, di bello, andai di sopra a prepararmi e notai Nicole fuori al balcone in costume stesa sul lettino a prendere il sole. Alzai gli occhi al cielo ridendo, era incorreggibile. Lei amava prendere il sole, io no, amavo solo fare il bagno e divertirmi con l'acqua.
«Vedi di metterti la protezione ogni tanto.» le raccomandai mentre mi mettevo un vestitino beige, lei sbuffò.
«Fatti. I. Cazzi. Tuoi.» spezzettò la frase a tono scocciato, io alzai le mani in segno di resa e mi feci la piega.
«Senti, piuttosto di stare lì a prenderti in sole, perché non vieni con me a vedere il Partenone?» proposi a mia sorella con tono eccitato.
«Starai scherzando spero, scordatelo. Sprecare una bellissima giornata a guardare un tempio rovinato? No grazie. Se vuoi proprio andarci chiedi a mamma o a papà.» ci rimasi un po' male alla sua risposta, e dissi un semplice okay.
Dopo aver fatto la piega, mi truccai con un gloss sulle labbra e mascara, andai di sotto da mia madre mentre leggeva un libro.
«Mamà, ti va di venire al Partenone con me?» lei mi guardò neutra, e poi posò lo sguardo sulla rivista.
«Tra poco devo uscire con una mia amica, chiedi a tuo padre.» non era vero, era la solita scusa, altrimenti l'avrei vista prepararsi. Con lo sguardo abbassato andai da papà che andava piuttosto di fretta.
«Papà.»
«Tesoro, scusami ma devo andare. Ho un importante impegno di lavoro, ci vediamo stasera. Ciao piccola.» corse via prendendo la macchina e se ne andò. Cacciai un sospiro. A quel punto pensai di andare al Partenone. Da sola.
[...]
Il Partenone era un edificio greco, di ordine dorico che sorgeva sull'acropoli di Atene, dedicato alla dea Atena.
Era il più famoso reperto dell'antica Greci, è stato lodato come la migliore realizzazione dell'architettura greca classica e le sue decorazioni sono considerate alcuni dei più grandi elementi dell'arte greca. Il Partenone era un simbolo duraturo dell'antica Grecia e della democrazia ateniese ed era universalmente considerato uno dei più grandi monumenti culturali del mondo.
Lo visitai quando ero piccola con papà, rimasi incantata, e promisi che quando sarei diventata grande sarei ritornata con il mio principe azzurro. Sfortunatamente, accanto a me non avevo il principe azzurro ma bensì solo io.
Decisi di non pensare più a quel ricordo, e di leggere bene la guida illustrata in un libricino della struttura del Partenone.
"Le novantadue metope doriche furono scolpite come altorilievi. Le metope, concordando con i registri degli edifici, sono datate come degli anni 446-440 a.C. Le metope del lato est del Partenone, sopra l'entrata principale, raffigurano la Gigantomachia, ovvero la lotta degli dei dell'Olimpo contro i Giganti. Sul lato ovest, le metope mostrano l'Amazzonomachia, la mitica battaglia degli Ateniesi contro le Amazzoni. Le metope del lato sud — con l'eccezione di 13-20 metope piuttosto problematiche, ormai perdute — mostrano la Centauromachia Tessala. Sul lato nord del Partenone, le metope sono poco conservate, ma l'argomento sembra essere la Guerra di Troia."
Dio, i miti, non so quanti libri avrò letto sui miti greci con le loro rispettive storie.
"Stilisticamente, le metope sopravvissute presentano tracce di stile severo nell'anatomia delle teste, nella limitazione dei movimenti del corpo alle curve e non ai muscoli e nella presenza di vene pronunciate nelle immagini della Centauromachia. Parecchie metope rimangono ancora sull'edificio ma con l'eccezione di quelle del lato nord, che sono seriamente danneggiate. Alcune di esse sono situate al museo dell'Acropoli, altre, più numerose, sono al British Museum, una può essere ammirata al museo del Louvre ed un piccolo frammento è conservato al museo archeologico di Palermo."
Mentre leggevo in mente guardavo attentamente le metope in base alla descrizione scritte sulla guida.
"Il tratto più caratteristico nella decorazione del Partenone è sicuramente il lungo fregio ionico posto lungo le pareti esterne della cella. Si tratta di una caratteristica innovativa, dal momento che il resto dell'edificio è costruito in stile dorico.
L'intero fregio marmoreo è stato scolpito in altorilievo da Fidia e dai collaboratori della sua bottega. Il fregio continuo era lungo 160 metri di cui ne sopravvivono 130, circa l'80%, dislocati oggi in vari musei europei. La parte mancante ci è nota dai disegni effettuati da Jacques Carrey nel 1674, tredici anni prima che il bombardamento veneziano danneggiasse il tempio.
In una prima semplice lettura, il fregio rappresenta la solenne processione che si teneva ogni quattro anni in occasione delle feste panatenaiche. Sono invece possibili diverse interpretazioni circa il significato della rappresentazione o la sua possibile attribuzione ad un evento storico preciso: c'è chi ipotizza che l'ampio spazio riservato alla rappresentazione della cavalleria sia un esplicito riferimento all'eroismo bellico delle Guerre Persiane; altri hanno ritenuto di riconoscere nei vari personaggi della processione figure rappresentanti la polis aristocratica e arcaica in contrapposizione ad altre che incarnerebbero invece la democrazia dell'Atene classica, in un tentativo di unire passato e presente. Sta di fatto che si tratta della rappresentazione di un avvenimento comunitario, che era legato al culto di Atena e quindi della patria che la dea rappresentava: gli individui di ogni strato della società potevano identificarsi nei personaggi del fregio e riconoscere i vari momenti della cerimonia."
Amavo le ipotesi dei significati di alcune caratteristiche di varie opere, sculture, edifici o qualunque essi siano. Lo trovavo così interessante e affascinante.
"L'intero fregio è stato concepito per essere letto a partire dall'angolo sud-ovest: lo spettatore a partire da questo angolo poteva scegliere se dirigersi verso nord, oppure dirigersi direttamente verso est. Dall'angolo sud-ovest del fregio prendono il via dunque due processioni che girano attorno alla cella per confluire poi sul lato est, quello dell'ingresso al tempio, al cui centro è rappresentato il gesto della consegna del Peplo alla dea Atena. Al gesto della consegna assiste la schiera degli dei e degli eroi."
La dea Atena era decisamente ala mia dea preferita in assoluto.
"Tutte le figure del fregio sono state rappresentate da Fidia in modo idealizzato, come se tutti i personaggi fossero abitanti di una dimensione trascendente di eterna festa e allegria. Questo effetto complessivo di aura divina è dato dalla scelta di soggetti giovani, dalle espressioni dei quali non traspare fatica, nonostante molti siano impegnati in qualche azione (come trasportare anfore o cavalcare), bensì solenne allegria."
Portai una macchina fotografica, la mia amata Polaroid, e feci una foto al tempio. Dopo aver scattato il bottone, uscì la foto, aspettai un po' e voilà, un capolavoro assoluto. L'avrei messa nel mio album delle mie foto preferite.
Decisi di andare nel negozio di souvenir per regalare qualcosa a Michael, osservai attentamente, decisi di comprargli un piccolo monumento del Partenone e un libro sulla storia del monumento.
Spero tanto che gli piacerà.
E proprio mentre stavo tornando a casa che sbattei accidentalmente con un ragazzo.
«Mi scusi.» mi scusai con tono educato.
«Oh Dio, Sandie?» mi girai e vidi quello che era il mio ed fidanzato, Chrysante
«Oh dio Chrysante!» saltai nelle sue braccia esaltata di vederlo dopo quattro anni.
«Dio Asteràki come stai piccola?» mi domandò con il suo tono dolce.
«Sto bene, e tu? Come stai?» domandai staccandomi dall'abbraccio.
«Oh tutto bene, come vanno le cose e all'università?» domandò mettendo una mano sulla tasca del pantalone di jeans.
«Oh bene bene, sta andando alla grande e tu invece? Alla fine cosa hai scelto?» domandai interessata, lui all'epoca voleva fare archeologia, era molto appassionato di queste cose.
«Archeologia.» rimasi super contenta della risposta, ero felice che avesse scelto una facoltà che gli piaceva da tempo.
«Oh wow, è fantastico! Sono davvero felice.» esclamai con tono contento per lui.
«Già, è una facoltà meravigliosa. Stavi visitando il Partenone?» annuii
«Eh? Oh .. si, erano anni che non venivo così sono andata lì.» lui ridacchiò alla mia risposta.
«Non cambi mai.»
«Prego?» domandai alzando uno sopracciglio.
«Sei rimasta la stessa piccola Sandie, guardandoti dopo quattro anni mi fai un certo effettto. Sei bellissima, e lo sei sempre stata.» di colpo mi arrivarono nella mente tutti i ricordi che avevamo passato insieme. Era stato un grande amore, eravamo solo dei ragazzini e dei studenti del liceo. Tre anni insieme, ma poi ci separammo per vari motivi. Nonché mi avesse tradito ma ... prentedeva delle cose che io non volevo fare. Ma dopotutto, era un ragazzo molto dolce, e ci sapeva fare con le ragazze.
«Ti ringrazio, anche tu sei rimasto lo stesso.» mormorai imbarazzata.
«Ti va di prendere un caffè?» propose con il sorriso. Ma io non me la sentivo di andare con lui, così inventai una scusa.
«Vorrei tornare a casa, sai con questo sole c'è un caldo infernale. E se non ti dispiace e vorrei riposarmi.» mi giustificai con tono gentile e vidi il suo sorriso svanire.
«Hai ragione, allora ci salutiamo.» ci abbracciamo con affetto, da perfetti amici.
«È stato un piacere vederti.» dissi contenta.
«Anche per me Asteràki.» mi diede un intenso bacio sulla guancia, rimasi immobile «In bocca a lupo per tutto.» mormorò lui guardandomi intensamente negli occhi.
«Anche a te.» se ne andò, mi toccai la guancia e non mi fece nessun effetto. Ormai lui era solo un ricordo per me, un bellissimo ricordo. Infondo, era stato il mio primo amore.
Tornai a casa ma c'era un silenzio tombale, controllai in tutta la casa se c'era mamma o Nicole, ma niente. Ero da sola.
Sbuffai, e per un momento ebbi una strana sensazione dentro di me, dentro al mio petto e dentro al mio cuore. Sentivo che avevo bisogno in particolare di una persona, ma scacciai subito il pensiero dalla mia testa.
Passai le mie ore a leggere o a guardare la tv, ma non c'era niente di interessante se non dei soliti talk show.
Mi stesi sul letto annoiata a morte, e la mia testa si riempì di pensieri. Ad un tratto sentii gli occhi bruciare e bagnati, perché mai volevo piangere? Non avevo alcun motivo, forse perché sono stata sola e nessuno mi voleva accompagnare al Partenone? Oppure perché avevo nostalgia di qualcuno o di qualcosa?
Volevo asciugare le lacrime, ma il mio corpo non dette risposta.
Decisi di chiamare una persona, una persona che in quel periodo divenne a me cara. Ed era Michael. Avevo bisogno di compagnia, odiavo molto la solitudine.
Composi il suo numero di telefono e attesi una risposta.
«Pronto?» sorrisi subito sentendo la sua voce.
«Michael ...»
«Oh Sandie, come stai?» sentii dalla sua voce che era allegro, e sorrisi ancora di più.
«Sto bene, e tu?»
«Per ora tutto bene, che fai di bello?» il mio sorriso svanì a quella domanda.
«Mi stavo annoiando ... niente di che.» dissi guardando il soffitto.
«Ehi Sandie, sei sicura di stare bene?»
"No voglio tornare a casa e voglio vederti, sentire di nuovo le tue braccia sul mio corpo e sentire di nuovo quel calore che mi avvolgeva dolcemente."
«Beh ... ecco.» cercai di dire qualcosa, ma non ci riuscivo.
«Non mentirmi Sandie, cosa è successo?» domandò Michael preoccupato.
«Sono stata da sola oggi.» risposi con tono dispiaciuto.
«Come mai?»
«È un gran mistero, sono andata da sola a visitare il Partenone e nessuno mi ha voluto accompagnare.» la mia voce era come quella di una bambina di tre anni molto triste, Dio mio, mi vergognai molto.
«Oh Sandie ...»
«Avrei voluto che ci fosse qualcuno insieme a me.» mormorai con tono triste.
«Avrei voluto esserci io.» il mio cuore fece una capovolta a quell'affermazione.
«Non importa, un giorno quando verrai ad Atene ti farò da guida, è una città meravigliosa Michael.»
«Ed io non vedo l'ora di vederla insieme a te.» il mio sorriso tornò.
«Ancora mi tocca la poesia che hai dedicato a Ryan, sei un vero tesoro di ragazzo Michael.» dissi con tono sincero con il cuore tra le mani.
«Ti ringrazio Sandie, mi fa piacere che ti sia piaciuta.»
«È meravigliosa, l'hai scritta con il cuore e si nota. Le persone dovrebbero capire di quanto tu sia così caro e dolce.» sentii cacciare un sospiro.
«Molte persone mi giudicano, io sono abbastanza semplice. Amo creare, amo creare la magia, amo creare l'inaspettato.» era semplicemente puro nella sua anima, e capii che nessuno lo comprendeva. La gente perdeva tempo a giudicarlo quando poi dovrebbero informarsi prima di farlo. Ma la mia domanda era. Come potevano giudicare un ragazzo speciale come lui? E sopratutto, perché lo facevano?
Grazie a Dio non sono così, sono una persona che non giudica mai un libro dalla copertina.
E lui era un libro giudicato dalla copertina da troppi lettori superficiali.
«Dovrebbero informarsi prima di giudicare, e tu sei una persona meravigliosa. E sono onorata e felice di essere una tua amica. E vorrei dirti che potrai sempre fidarti e contare su di me. Io non sono come le altre e pensò che lo avrai capito. Io cerco solo di fare del bene alle persone, e come hai già visto, farei pazzie per le persone.» confessai apertamente i miei sentimenti, era la verità, avrei fatto pazzie per far stare bene le persone.
Ci fu silenzio, nessuno di noi due parlava quando poi.
«Sandie.» mi chiamò.
«Si?» sentii cacciare un sospiro malinconico dall'altra parte della cornetta.
«Torna ti prego.» ed io in quell'instante ero pronta a tornare solo per lui.
1] Asteràki ola kala?: significa "Stellina tutto bene?" In greco.
2] Nai entàxei mamà: significa "Tutto bene mamma" in greco.
3] Nòstimo: significa "Che buono" in greco.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top