xvi. un posto in cui stare

When love led to tragedy.
; CAPITOLO SEDICI
🌱 - casa


"dialoghi in italiano"
«dialoghi in giapponese»

༄ ༄ ༄

Axel's pov

Durante tutto il racconto sentivo la mia schiena rabbrividirsi continuamente, perché avevo ripercorso con la mia mente tutto l'aneddoto ricordandomi anche le sensazioni provate nei minimi dettagli.

Soprattutto la paura irrefrenabile di perderla.

Non le avevo raccontato però della promessa, perché più che per lei, era una scommessa contro me stesso.

Chiarendo i miei sentimenti quella sera, trovai finalmente il coraggio di dirlo a parole e, inoltre, glielo avrei dimostrato.

Era solo questione di tempo.
E di coraggio.

A riepilogo finito si toccò il polso e notò la leggera macchia violacea che le avevo lasciato, prova del fatto che davvero aveva tentato quel gesto sciocco.

Dopodiché incontrò il mio sguardo e una lacrima scappò dal suo controllo.

Cristialia's pov

Pensavo di essere forte.
Di aver abbandonato il passato e quei pensieri.
Ma purtroppo l'alcol li aveva solamente riportati a galla.

Questo era un altro motivo per cui non mi piaceva partecipare alle feste:
avevo perso parzialmente il senno.

Posso solo dire che in quella serata eravamo stati tutti fortunati poiché sentivo che avrei potuto fare di peggio ed espormi fin troppo.

Mi sentivo ridicola ai suoi occhi.
Volevo semplicemente sprofondare.

" Axel sono stata una presuntuosa esibizionista del cazzo in cerca di attenzioni... vi ho rovinato tutta l'atmosfera e il divertimento. Mi sono comportata davvero come una bambina e non come quasi un'adulta.
Sono desolata. "

Dopo la lacrima che percepii scendere sulla mia guancia calda ne uscì un'altra, un'altra ancora,
fino a perderne il conto.

Ero debole, schiacciata dai miei stessi pensieri e dalla paura che un giorno all'altro sarei esplosa, ferendo chi mi stava intorno.
La situazione era diversa da qualche mese precedente, mi ero circondata da persone fantastiche nonostante la mia condizione.

Uno sciocco atto di egoismo.

Chinai la testa continuando a fare ammenda, ma ad un certo punto mi si formò un nodo in gola che a stento riuscivo a respirare.

Non volevo sembrare disperata e compassionevole, perciò cercai di soffocare quel pianto sperando che subito ritornassi in me, ma invece non fu così.

Stavo buttando giù piano piano la mia rabbia e sofferenza interiore, mi sentivo letteralmente come se fossi una bomba ad orologeria in procinto di scoppiare.

Non riuscii nemmeno a metabolizzare la situazione che improvvisamente percepii qualcosa cingermi la schiena.

Per un attimo esitai ma poi appoggiai di peso la guancia sul suo petto senza veli; emanava un tepore che mi parlava, mi confortava, mi sollevava il morale che era letteralmente a pezzi, un po' come la mia anima.

Mi aggiustai un po', incastrando il mio volto nell'incavo del suo collo e socchiusi leggermente gli occhi.

Come potevo piangere e rilassarmi allo stesso tempo nonostante sentissi la mia testa pesante?
Per l'ennesima volta era tutta colpa sua e del suo affascinante e maestoso effetto sulla mia pelle - sentivo brividi in ogni angolo e il mio viso si colorò nuovamente.

Rimanemmo in silenzio e in quella posizione per un po' di tempo e, nel mentre, prese ad accarezzare la mia chioma corvina delicatamente mandandomi nell'iperuranio; sapevo per certo, o quantomeno avevo il sentore, di fargli lo stesso effetto grazie ai miei piccoli singhiozzi che sicuramente stava ascoltando con molta attenzione.

Era un momento troppo intimo e personale per condividerlo con chiunque.

Io ero il suo bene inestimabile e fragile.

Lui spezzò il nostro chiacchierare unicamente con i nostri respiri - li riuscivamo addirittura a sfiorare con le nostre mani - per pronunciare per l'ennesima volta parole che mi riscaldarono il cuore.

« Io so per certo che quando si è brilli o ubriachi si fanno certe cose inconsciamente, però quando ti ho sentita parlare pensavo che ci fosse un filo di verità nel tuo tono, nel tuo sguardo perso.
Eri lì con noi fisicamente, ma con la mente eri davvero in un altro mondo.
Se dovesse esserti successo qualsiasi cosa che ti ha portato a pensare e agire così e vuoi parlarmene puoi farlo quando vuoi.
Io ti starò vicino, sempre.
Indipendentemente dalle circostanze. »

Si fermò un attimo e staccò le sue braccia dal mio corpo, mentre io mi allontanai dalla sua spalla per guardarlo dritto negli occhi.

« Se lo vorrai, io sarò il tuo posto in cui stare. »

Mi si illuminò lo sguardo alle sue ultime parole.

Pensai che se lo avessi risposto semplicemente a parole non avrei espresso al cento per cento le mie intenzioni, quindi gli presi il viso tra le mani mantenendo sempre fisso il contatto, nonostante scendessero ancora fiumi di lacrime che lui tentò invano di asciugare con le dita.

" Diventerò io il tuo allora.
Se qualche cosa ti turba o ti fa soffrire, anche se è passato, parlane con me.
Se hai bisogno di una spalla su cui piangere o sfogarti te la offro volentieri. "

Accennò un piccolo sorriso e ripose la sua fronte sulla mia spalla sinistra.

Percepii in lui serenità e sollievo, come se si aspettasse che io gli parlassi in quel modo.
Conoscevamo bene il peso delle nostre parole e avremmo fatto di tutto per mantenerle veritiere.

Subito però si creò un silenzio a dir poco imbarazzante e trovai subito il modo di uscire da quella situazione.

" Scemo hai tutti i capelli bagnati!
Se ti verrà un raffreddore non lamentarti poi. " sghignazzai nascondendo la mia preoccupazione.

« Non voglio staccarmi.
Non mi interessa. »

Si voltò leggermente verso l'interno del mio collo e prese a respirare profondamente, quasi come se volesse addormentarsi.
Roteai gli occhi per il suo gesto fingendomi infastidita, ma ogni parte del mio corpo stranamente ribolliva perché da un lato desideravo che ciò accadesse, ma non volevo concedermi ancora, ogni cosa aveva il suo tempo.

Con il poco coraggio e razionalità che mi erano rimasti in corpo lo risposi a tono.

" Dai non fare l'invincibile e vatti ad asciugare i capelli su. "
« Umpf, ok.
Non sentire troppo la mia mancanza mi raccomando! »
" Idiota. "

Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, cercando di non far cadere l'asciugamano.
Dopodiché prese il fono e iniziò ad asciugare i suoi capelli biondo miele.

" Axel, una cosa... "
« Che c'è? Non ti piace più Axelino? »
" ... Me lo rinfaccerai a vita? "
« Probabilmente. »

" Hm... Beh, stavo dicendo che mi servono dei vestiti puliti, la divisa puzza di alcol e al solo pensiero mi viene da vomitare. "
« È una scusa per indossare i miei? »

" Probabilmente. " lo osservai con sfida, ma contro ogni mie aspettative rispose in modo da non darmi soddisfazione.

« Ah, sei stata sincera...
Allora fai pure, la mia anta è quella centrale. »

Mi irritai e se ne accorse, tant'è vero che sbattè subito la porta del bagno senza darmi il modo di controbattere.

Mi avvicinai all'enorme armadio bianco posto accanto alla porta ed optai semplicemente per un felpone grigio con strisce bianche, rosse e blu a maniche lunghe - faceva abbastanza freddo dato che era arrivato novembre - e un jeans strappato chiaro e largo; era un outfit molto confortevole.

Utilizzai il piccolo specchietto davanti a me per cercare di aggiustare i miei capelli impazziti ottenendo un risultato abbastanza decente.

A sua insaputa mi rubai anche un paio di calzini e mi assicurai di rimanere coperta in ogni angolo del corpo - fortunatamente così fu.

Appena mi sentii pronta, la porta si aprì e, ironia della sorte, ci vestimmo simili, però la sua felpa era di un rosso maserati, tonalità che gli risaltava molto i lineamenti.

« Mi fa uno strano effetto vederti con i miei vestiti addosso... Devo dire che sei incantevole.
Ah e non preoccuparti della reazione che potrebbero avere gli altri, questa felpa non l'ho mai messa... Puoi tenerla se vuoi! »
" Uhm b-beh grazie, credo.
Comunque ho messo i miei vestiti in quella busta lì, in un modo o nell'altro posso lavarli.
Ti ringrazio ancora per tutto. "
« Se mi ringrazi un'altra volta non so cosa farei.
Non devi, per me è un piacere. »

Sentivo nuovamente disagio nell'aria, soprattutto perché stavamo con la mente ancora a pochi attimi prima; era tutto surreale, un sogno che si avverava per entrambi.

[...]

« Bene, dato che si è fatta ora di pranzo direi che è giunto il momento di raggiungere gli altri in giardino. Cuciniamo noi perché di domenica la mensa è chiusa. »
" È perfetto davvero, così vediamo anche se con gli altri è tutto a posto. "
« Aspettati reazioni esagerate, soprattutto da parte di Celia.
Stava letteralmente piangendo. »
" Ora che mi ci fai pensare mi hai detto che ho chiamato Jude e Celia « fratellino » e « sorellina », magari si saranno impressionati anche di questo. "
« Meh probabile... Ma non preoccuparti anche perché hanno capito la situazione. »
" Beh, speriamo. "

Appena mettemmo piede in giardino fui colpita dai raggi di sole di quell'umido primo pomeriggio novembrile e respirai l'aria fresca come se fosse il primo sospiro di un neonato.

Mi sentii una persona completamente nuova, pronta finalmente ad iniziare la parte più importante di quel nuovo capitolo della mia vita tanto atteso.

La mia rinascita.

Il biondino accanto a me mi osservava incantato e con la coda dell'occhio gli feci capire la quantità di felicità che albergava in me in quel momento.

Poi guardò il polso sinistro e, prima che potesse fare o dire qualcosa di stupido, contrattaccai.

" È tutto ok, davvero.
Lo hai fatto per il mio bene, il livido passerà.
Sta tranquillo. "

In tutta risposta annuì e lentamente si avvicinò a me, ma onestamente non capivo il motivo.

Il suo sguardo era desideroso di un qualcosa che all'inizio non riuscii a cogliere, ma ora che ci penso mi maledico sempre; il suo segnale era fin troppo chiaro.

Quel momento poetico però fu "rovinato" dall'urlo sguainato e disperato della blu che mi richiamava e nel frattempo mi stava correndo incontro.

Mi strinse così forte quasi come se fossi appena sopravvissuta da una guerra e mancava poco per buttarci letteralmente sul terreno.

« Mi hai fatta preoccupare fin troppo, piccola impiastra! »
" Si mamma, anche se tra le due la più grande sono io! Giuro che non berrò mai più così. "
« Lo spero per te cretina, se non ci fosse stato Axel non so che fine avresti fatto. »
" Già l'ho ringraziato fin troppe volte. "

Raggiungemmo gli altri intenti a fare la tavola e si girarono tutti insieme di scatto non appena sentirono i nostri passi.

Fui letteralmente assalita da loro e li rassicurai sulle mie condizioni.

" Dove sta quella dannata di Lucia Corvetti? "
" Presente piratessa~ 
Eri proprio catafratta ieri eh... "

Voltandomi la notai infondo alla tavolata e mi catapultai vicino a lei trascinandomi anche il wonder boy.

" Non parliamo di te guarda, siamo sulla stessa barca. "
" Se non ci fossero stati Shawn e Nathan che mi hanno portato nei dormitori delle ragazze davvero, mi sarei addormentata e svegliata lì sul muretto
ti giuro. "
" Ma- "

Axel subito mi fermò e mi fece cenno di non rivelarle la verità, era una promessa fatta a Jude e non avevo intenzione di infrangerla.

" Kris giá li ho ringraziati fin troppo, gli ho promesso di offrirgli un caffè la prossima volta! "
" Lu sei sempre la solita irrecuperabile davvero... "
" Non hai tutti i torti Krisy, heh! "

Si girò verso il ragazzo di fianco a me e lo squadrò dalla testa ai piedi.
Successivamente si schiarì la gola.

« Bene mini-Blaze adesso voglio un po' parlare da sola con la mia migliore amica del cuoricino,
posso rubartela? »
chiese prendendolo un po' in giro afferrandomi per  il braccio e tirandomi verso di lei.

« Se sei tu puoi rubartela quando vuoi. »
si allontanò e mi rivolse un occhiolino.
« Ci vediamo dopo bellezze. »

Non potei fare altro che sorridergli.
Poi mi rivolsi verso Lucia ancora più contenta per come mi aveva chiamata poco prima.

Io ero la sua migliore amica.

Mi considerava così e questo mi bastava per capire che il mio posto era quello, in mezzo ai ragazzi e alle ragazze della Raimon e con lei.

Il mio posto felice.
La mia casa.

Senza pensarci l'abbracciai così forte che probabilmente la stavo per soffocare, ma poco m'importava.

" Anche tu per me sei la mia migliore amica.
Grazie di esistere. "
" Lo so che non è facile legarsi così in fretta con una persona, ma sei l'unica che ha saputo davvero, in poco tempo, capire chi sono davvero. "





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🔮 spazio me 🔮
ciao a tutti!
scusatemi se vi ho fatto aspettare un po' per il nuovo capitolo, però con l'università e la scuola guida non sono riuscita a trovare il tempo giusto per mettermi in pari con i capitoli (cosa che con le vacanze sto riuscendo a fare).
da mercoledì però dovrebbe ritornare tutto nella norma, scusatemi ancora e
ci vediamo nel prossimo capitolo! 🌱

-fede

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