xiv. la nostra improvvisata
When love led to tragedy.
; CAPITOLO QUATTORDICI
🌱 - il primo festino
"dialoghi in italiano"
«dialoghi in giapponese»
༄ ༄ ༄
Cristalia's pov
« Io non ti lascerò per nulla al mondo, sappilo.
Nè ora, nè mai. »
Questa era la frase che per molto tempo si era impossessata non solo della mia testa, ma anche del mio cuore.
Tutti i miei stati d'animo che si sono scaturiti al primo ascolto sono i primi ricordi di quella grande avventura che stavo per intraprendere.
Brancolavamo nel buio senza via d'uscita, ma poco mi importava; quel limbo non era che un sentiero il quale possedeva sicuramente una via d'uscita.
Era un dato di fatto poiché il dolce tocco della sua mano emanava un calore accogliente, pieno di aspirazioni, sogni, desideri e determinazione.
Originavano in me una sicurezza che non avevo mai posseduto, dato che ero terrorizzata dall'oscurità.
Mi sentivo una piccola bambina indifesa soccorsa dal suo eroe, il quale si sarebbe preso cura di lei e che l'avrebbe protetta, per la vita.
Questo senso di protezione generò un nuovo pensiero, un proposito inaspettato:
volevo essere io a proteggerlo in quella situazione,
perché potevo e sono in grado di farlo,
più di quanto si immaginava.
Però occasionalmente non pensavo che una persona a me estranea sarebbe stata capace di ciò e, se lo avessi lasciato fare, mi sarei completamente
fidata di lui.
Gli avrei permesso di coccolarmi e di spogliarmi di tutte le mie maschere e insicurezze completamente; di ottenere, quindi, la confidenza adatta per codesto genere di premure.
Io ero diffidente con qualsiasi persona mi si palesasse davanti, per questo motivo non concedevo facilmente, anzi raramente, questo grandissimo onore.
Il problema era solo uno: mi stavo ribellando da questo mio preconcetto perché io contavo su di lui e ancora oggi lo faccio.
Sapevo per certo che non mi avrebbe mai fatto del male.
Per questo motivo mi feci una promessa vitale:
avrei fatto di tutto per non farlo soffrire o di pentirsi di avermi conosciuta.
Lo consideravo già il mio tesoro più prezioso, un bene inestimabile di cui presto ne sarei diventata gelosa e completamente debitrice.
La concretizzazione di questa mia promessa fu la mia risposta alla sua frase, anche se non fu immediata.
Infatti, a metà strada, mi teneva ancora il polso delicatamente, forse perché non voleva che lasciassi la sua presa, e, senza pensarci ulteriormente, feci intrecciare repentinamente le nostre dita.
Mi sentii avvampare ovunque, segno di pentimento, ma d'altro canto era più forte la voglia di stringerlo a me e di sigillare il mio patto, rappresentato da un timido sorriso compiaciuto.
C'era un lampione che emanava una luce fioca proprio sopra di noi, e lui si fermò proprio al centro di essa.
Si voltò non completamente e cercò di imitare la mia espressione con una smorfia.
« Bastarda. »
" Dimmelo ancora,
voglio sentire ancora
la tua voce. " pensai.
" Mi stai sfidando, forse? "
« No, assolutamente no.
Ma dopo ciò che hai fatto non si torna più indietro, lo sai vero? »
Diedi un'occhiata repentina alle nostre mani intrecciate e lo affrontai guardandolo dritto negli occhi.
" Voglio continuare ad andare avanti, senza rimpianti o ripensamenti, tutto qui. "
Rimase piacevolmente colpito dalla mia risposta, quasi come se lo avessi reso soddisfatto con le mie parole.
Dopo ciò riprendemmo a camminare.
« Sono felice di sentirlo, la stessa cosa vale per me. Adesso andiamo, gli altri ci aspettano fuori scuola. Dobbiamo andare in quel posto ti ricordi? »
" Uhm... non so se è il caso, io- "
« Su Kris, tra qualche ora è anche Halloween...
Mi hai detto che non sai come ci si sente alle feste perchè non sei mai stata invitata ad una, quindi fa finta che io ti stia invitando, ma non ad una festa qualunque, alla nostra festa.
Non puoi mancare, non tu. »
Appena pronunciate le ultime parole, il wonder boy si bloccò di colpo e le sue guance si colorarono di un rosso porpora intenso, indice di imbarazzo e insicurezza.
Aveva dato aria ai suoi più profondi pensieri.
Lì ho potuto vedere una parte di lui che non mostrava facilmente, e di questo ne ero più che orgogliosa.
« Uhm, beh si hai capito, heh...
Sono stato troppo presuntuoso, scusami.
Se non vuoi venire non voglio costringerti tranquilla, anche se non so...
Senza di te- »
" Ok, ho capito.
Verrò alla pseudo-festa alla terrazza di Sant'Antonio.
Ti ho reso felice in questo modo? "
« Beh, sono riuscito a convincere l'irremovibile Cristalia Persico, è un enorme traguardo. »
" Si certo, come no...
Comunque... Siamo arrivati al luogo dell'incontro ma non c'è nessuno... "
« Già, la cosa è molto strana...
E adesso come li raggiungiamo? »
Mentre il biondino si disperava, cercando di non darlo a vedere per il suo ego, mi ricordai che per il festival ero venuta con il motorino e, dato che a piedi ci avremmo messo un'eternità, mi venne in mente un'idea, che se dovessi ritornare indietro e riproporla, non userei la poca nonchalance adottata all'epoca.
" Semplice, con il mio mezzo. "
« Il tuo che? »
" Il mio mezzo. "
« Cosa vuol dire " mezzo " ? »
" Il motorino, idiota. "
sottolineai indicandolo.
« Potevi direttamente dire il mio motorino... »
" Guarda che se me le fai girare ti lascio a piedi... muoviti.
Ho parcheggiato poco più avanti del cancello. "
Incalzai sciogliendo la nostra unione e iniziando a muovermi verso la mia adorata Suzuki Sixteen bianca e grigia giocherellando con le chiavi.
Notai che il ragazzo non si era ancora mosso, infatti rimase imbambolato osservando il movimento circolare della mia mano, soffermandosi sul piccolo portachiavi che raffigurava un mazzo di lavanda.
Cercai di risvegliarlo dalla sua trance richiamandolo da lontano dato che ero arrivata prima di lui, ma, prima che potessi parlare, iniziò finalmente ad avvicinarsi, senza però staccarmi gli occhi da dosso.
Io, sentendomi sfidata come al solito, ressi il suo strano ma coinvolgente gioco.
Era sempre più vicino, fino ad arrivarmi quasi ad un palmo dal viso.
Iniziai ad avere un po' di paura, non sapevo cosa mi avrebbe fatto perché eravamo da soli, in un parcheggio desolato.
Anche se nel mio piccolo speravo in una qualsiasi mossa da parte sua, inaspettatamente.
Mi appoggiai con le mani sul sedile del motorino senza perdere il contatto visivo instaurato, senza fiatare, senza spiccicare una parola.
Restammo per qualche secondo in quella posizione, studiandoci per l'ennesima volta, anche se ormai potevamo riconoscerci anche tra quasi otto miliardi di persone.
Dopo poco posai delicatamente le mani sul suo petto per spingerlo leggermente e, rammaricata,
gli dissi che era arrivato il momento di andare.
Lui si spostò annuendo e prese i due caschi che possedevo passandomene uno completamente laccato in nero sottile e leggero,
quello che utilizzavo abitualmente.
" Probabilmente ti si rovineranno i capelli, heh. "
gli dissi mentre accendevo la vettura.
« È per un bene più grande. »
ridacchiò.
" Dovremmo metterci giusto cinque minuti.
Tieniti forte. "
« Uhm, m- »
Non gli diedi il tempo di reagire che partii subito in velocità per evitare di ritardare ulteriormente.
[...]
Osservavo dallo specchietto ogni tanto il modo in cui lui ammirava tutto il paesaggio del napoletano,
che era la normalità per me, quasi come un bambino alla scoperta del mondo.
Alla vista non potevo non sorridergli genuinamente.
" È bello eh? "
« Si, puoi dirlo forte! »
Poi sussurrò un qualcosa di incomprensibile, ma visto che aveva abbassato lo sguardo preferii lasciar morire la questione sul nascere.
Da quel momento si creò una situazione quasi imbarazzante tra noi, dato che rimanemmo decisamente in silenzio, solo il rumore del motore ci faceva compagnia.
Sentii un brivido leggero sulla mia coscia nuda: realizzai solo in quel momento che stavo portando
il motorino con la divisa scolastica, quindi indossavo la gonna che mi arrivava a metà coscia.
Rallentai per assicurarmi che fosse tutto nella norma.
" Oi siamo quasi arrivati, quindi- "
Abbassai lo sguardo sulla mia gamba sinistra e confermai il mio timore: Axel stava per adagiare
i suoi polpastrelli sul mio corpo.
Io non mi voltai, perché comunque stavo guidando, non potevo permettermi di distrarmi.
Purtroppo risalirono a galla cattivi pensieri,
e a momenti potevo scoppiare a piangere, ma non volevo rovinare l'atmosfera, riuscii in qualche modo a trattenerle.
Ma poi mi immaginai il suo volto, mi tranquillizzai quasi in un istante.
La sua presenza era come per me un talismano che acchiappava i pensieri negativi e li eliminava quasi in un istante.
Lui ritrasse subito la mano non appena si accorse del suo gesto, forse non intenzionale.
« Scusami tanto, non volevo...
Non so cosa mi sia preso. »
" Stasera ti stai comportando in maniera piuttosto strana... sicuro di stare bene? "
« Si, tranquilla, non è niente.
Continua a guardare avanti e non distrarti. »
" Okay, se lo dici tu. "
Iniziai a riflettere con me stessa: era pur sempre Axel, non era possibile che si sarebbe approfittato in un modo così brusco di me, ma volevo sentirmelo vicino in tutto e per tutto; in qualsiasi modo volesse dimostrarmelo io lo avrei accettato.
Volevo provare a sentirmi voluta, desiderata, accettata per ciò che sono, e, perché no,
magari anche amata.
Volevo concedere a me stessa un viaggio di sola andata verso il mio destino, tentai di diventare un pochettino più egoista del solito.
Se volevo davvero che le persone intorno a me non mi abbandonassero dovevo assolutamente agire,
perciò presi coraggio perché non volevo ottenere l'ennesimo rimpianto.
" Uhm sai... Non mi ha dato fastidio.
Se vuoi puoi... ehm rimetterla. "
Vidi dallo specchietto la sua espressione più che sorpresa, non era assolutamente una cosa da me, ma poco mi importava.
" So che da parte tua non c'è alcun intento malizioso, quindi non preoccuparti. "
« Non me ne approfitterei mai della tua fiducia in questo modo. Sono stato inappropriato. »
" E se ti dicessi che mi è piaciuto? "
« Davvero? »
" Si, Axel. Davvero. "
« Mi fai davvero dannare certe volte, lo sai? »
disse mentre lentamente poggiò, in questo caso letteralmente, la sua mano sulla mia pelle iniziando ad accarezzarla, generando dei brividi lungo tutto il mio corpo.
" Lo so bene, anche tu fai dannare me, ma ci gioviamo entrambi su questo, no? "
gli domandai ridacchiando.
Lui non poté che darmi ragione.
Avevamo trovato entrambi una persona che era in grado di permettere di fuoriuscire i veri difetti dell'altro e di aggiustarli.
Ci facevamo bene.
All'anima e al cuore soprattutto.
Arrivammo dopo pochi minuti al parcheggio della terrazza e trovai il posto vicino all'autovettura dei Corvetti; intanto il ragazzo a malincuore dovette lasciare la presa.
Ci incamminammo insieme verso il gruppetto di ragazzi che componevano la nostra classe e Axel mi prese delicatamente il polso e, senza farci vedere dagli altri, si avvicinò al mio orecchio.
« Pensa solo a divertirti stasera, io però non ti toglierò gli occhi di dosso un attimo. »
Per ripicca gli arrivai pericolosamente vicino.
" Come sempre allora.
Beh, vedi di non fare stronzate intesi? "
« Va bene mamma. »
" Ti credi simpatico? "
« Più di quanto credi. »
Mi accarezzò la guancia con la mano sinistra e se ne andò per primo verso i suoi compagni della Raimon.
Feci altrettanto e mi avvicinai alle ragazze.
« Hey Kris~ »
" Ciao Celia e buonasera a tutte voi!
Sapete per caso dov'è Lucia? "
« Si, dovrebbe star preparando lo spumante da stappare insieme a mio fratello. »
" Perfetto, allora vieni con me.
Andiamo a dargli una mano anche noi! "
La tirai subito per un braccio e tra una risata e l'altra raggiungemmo i due.
" Ma buonasera Krisy alla buon'ora! "
« Yo, Kris. »
" Fratellone, vorrei chiederti una cosa, ma da soli però... "
« Oh, okay. »
Celia guardò Lucia con sfida, e lei ricambiò, ma in maniera più addolcita.
Quella ragazza fu capace di sciogliere anche me.
I due fratelli si allontanarono e iniziai ad aiutarla con lo spumante, alcol e stuzzicheria da mangiare.
Nel frattempo si unì a noi anche Shawn.
" Come mai sei arrivata così in ritardo Krisy?
Anche se stiamo ancora a zero... però... "
" Io penso che io e il biondino ci siamo ritrovati fuori scuola da soli non a caso... si, ragazzi? "
I due ragazzi, colpevoli, si guardarono d'intesa e poi mi rivolsero il sorriso più finto che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
« Beh, è stata un'idea mia in verità... Era sia per lasciarvi soli, che per avvicinare Jude e Lucia...
Se te ne avessi parlato sicuramente mi avresti aggredito e ne saresti stata contraria. »
" Esattamente, infatti te lo sto conservando, Shawnie. Però, a dire il vero è successo qualcosa..."
Raccontai a loro tutto e la loro reazione fu esilarante, stavano quasi per organizzare un matrimonio da quella festa.
" Kris questo coraggio dove l'hai preso?
Sembravate quasi una coppia di fidanzatini! "
" Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, anche se a dirla tutta, se ci fosse stato un altro ragazzo al posto suo non glielo avrei permesso, anzi lo avrei conciato per le feste...
Beh, vediamo come andrà. "
« Spero in positivo Krisy, heh. »
Dopodiché finimmo di preparare il tutto, e, da dopo che stappammo le bottiglie, ricordo poco e nulla, poiché, essendo stata la mia prima festa in assoluto, mi fecero bere di tutto e di più - parole di Vic.
Ricordo solo che mi girava pesantemente la testa.
IL MATTINO SEGUENTE
Quella sensazione da capogiro non abbandonò il mio corpo nemmeno appena mi risvegliai il giorno successivo, infatti dovetti tenere la testa con una mano, la sentivo decisamente pesante.
Feci mente locale e sulla mia destra notai che la sveglia segnava le 11 del mattino.
Fortunatamente era domenica, quindi non dovevamo andare a scuola.
Però notai un piccolo grande particolare:
quella sveglia non era la mia.
Così come la stanza.
Era molto più piccola e sulla mia sinistra c'erano altri due letti da una piazza.
Studiai ogni singolo particolare e capii dove mi trovavo solamente dall'enorme finestrone bianco che dava sul paesaggio: avevo dormito nel dormitorio dell'istituto.
Come ci ero finita lì?
Forse avevo accompagnato Celia lì con il motorino
e mi aveva fatto dormire da lei?
Oppure mi ero ubriacata e mi aveva portato lei con il motorino fino alla sua stanza?
Volevo subito una riposta e anche una spiegazione.
Sentii scattare la serratura della porta del bagno davanti a me e alla vista volevo urlare.
Controllai subito cosa avevo addosso e, fortunatamente, indossavo ancora la divisa scolastica a maniche lunghe.
Ero coperta almeno.
" E tu che ci fai qui?? "
« Che maleducata.
Non mi ringrazi nemmeno? »
₊°✧ ˗ ˏ ˋ ♡ ˎˊ ˗ * • ○ ° ★
🔮 spazio me 🔮
GRAZIE A TUTTI PER LE 500 LETTURE!!!
non mi sarei mai aspettata di raggiungere questo traguardo... vuol dire che il mio lavoro e la mia storia vi stanno piacendo per davvero! non potrei essere più che contenta di questo!
Ci stiamo avvicinando alla parte interessante della vicenda... chissà cosa succederà al festino 🤭
ci vediamo nel prossimo capitolo 🌱
- fede
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