The song 2/4

21 Giugno 1983


"Basta! Sono stanco" 

"Lo sono anch'io ma fino a quando la coreografia che tu hai creato non verrà eseguita perfettamente non ci dobbiamo fermare!" Ribadì Hrithik 

"Catri.. Di qualcosa"

"Prabhu va bene, puoi andare a casa e tu Hrithik se vuoi prova con me  lui sta provando da più di due ore prima di me ormai"

Stavano provando da 7 ore. 7 ore di sudore, urla, crampi e stanchezza trattenuta. Insieme.

Non erano le insicurezze condivise ma quei momenti d'impegno assoluto che anche essendo individuale li legava di un'aura collettiva.

Prabhu era colui che si dava più di tutti alla danza. Era un coreografo e così lo era anche Catriona che aiutava Prabhu, faceva la modella per la grande marca di successo Ray ban e scriveva le canzoni del gruppo mentre Hrithik era un attore di fama nazionale in India e compositore delle opere di Catriona.

Erano un completo puzzle che all'inizio  non veniva compreso per le sue forme originali ma alla fine non potevi che farti scappare un "Wow"

Non erano famosi, erano giovani, senza esperienza con voglia di vivere e sognare al massimo. Sapevano cosa fosse il vero impegno e la vera voglia di sognare, non di realizzare il proprio sogno ma di sognare e lo stavano facendo, eccome se lo stavano facendo.

Avevano organizzato un paio di concerti dato che i soldi non mancavano a nessuno dei tre. Avevano invitato anche dei loro amici che facevano carriera con loro ma con una scusa o l'altra dicevano di non poter venire. 

Catriona, Prabhu e Hrithik sapevano che nessuno, manco i loro genitori ormai convinti che le strade che avevano ormai preso da soli non sarebbero state la stessa che avrebbero intrapreso insieme non avrebbero creduto in loro.

Il fatto che avessero tutti e tre un bel aspetto incitava le persone a venire ma quando ai concerti non si presentò nessuna celebrità invitata se non 200 persone che all'inizio prese dalla noia non ascoltavano manco cosa stavamo cantando ma li fissavano poi però anche loro iniziarono a seguire il ritmo di quelle canzoni "Infantili "come le chiamava Catriona. E piano piano così la gente iniziò ad invitarli anche a compleanni o feste comprese matrimoni. Ci guadagnavano molto ma non era questo che gli importava.

Catriona afferrò la mano del proprio compagno per poi iniziare a muovere il proprio corpo morbido snello e sinuoso chiudendo gli occhi. La danza era qualcosa che aveva contribuito più di tutto nel suo cambiamento fisico ma ciò per cui amava di più la danza era che la sua mente spariva in altri pensieri come se il suo corpo le parlasse.

"Basta così per oggi Catri, penso sia abbastanza" Disse Hrithik madido di sudore.

Solo allora Catriona si rese conto della bellezza eterea di quel ragazzo. Era in semplici pantaloni e maglietta quando quest ultima era appiccicata alla sua pelle mostrando gli addominali perfetti.

Catriona annuì.

E così dicendo si rimise a riprovare.

"Tu non vieni?"

"No, non ti preoccupare chiamerò Adrien"Gli disse sorridendo.

Il ragazzo la abbracciò stretta. "Va bene tesoro, non sforzarti troppo"

Annuì con la testa per poi rimettersi davanti al grande specchio fino a quando sentì il disco emettere un "Zzzzh".

La ragazza sfiorò i diversi involucri in cui stavano quei preziosi pezzi di vinile fino a quando nelle sue mani arrivò quello.

Ritornò l'ansia, la paura di non essere abbastanza. 

Come potevi odiare così tanto il tuo idolo e amarlo allo stesso tempo?

Catriona non ha mai avuto un vero odio nei confronti della star più grande del mondo ma a lei non sono mai importate a contrario delle altre ragazze cose come il proprio aspetto o il fatto che non potesse avere il tempo necessario di passare le notti in bianco con le sue amiche ma le star e la competizione erano una delle cose fondamentali prima di entrar a far parte della grande industria di musica a cui voleva seriamente far parte con i suoi 2 migliori amici. 

Michael Jackson, la star più grande del mondo, lui, era la perfetta definizione di abbastanza. Forse anche più di abbastanza ma poi rivedeva i visi dei suoi amici e i gemiti strozzati che emettevano per il duro lavoro. Erano loro a spronarla ad andare avanti con la sua vita, con il suo motto.

Riappoggiò il disco al suo posto per poi posizionarsi a passi lenti nel bel mezzo della stanza mentre il suo riflesso la scrutava silenziosamente, chiuse gli occhi e in quella ragazza dai capelli scompigliati mutò in una sensazione calda e piacevole simile alla sabbia tra le dita dei piedi o un dolce fiore che ti accarezzava con i suoi morbidi e lisci petali.

Every day this winds ask me,

Sussultò, era la prima volta che la sua ispirazione si faceva vedere nella sua forma finale sin dall'inizio. Mai le era capitato e mai aveva sofferto paura da un suo talento, da un qualcosa che faceva parte del suo corpo e della sua anima.

and I'm tired of telling why stars talk to me about you:

Chiuse gli occhi sentendosi ormai imprigionata in quelle parole.

you're there where desire touches the sea

You're my journey, you're my destination

...but when I felt I didn't find any hesitation.

I will be the light of your darkness, I will be the cure of your pain but I could never be the silence in your music

like clouds,

you have created a shade over me..

like rains,

you have drenched me in joys..

Più ci pensava più sentiva calore e quella canzone aveva un continuo indirizzato a qualcuno d'incognito alle sue parole.

like storms,

you have blown away my senses...

Si sentiva felice dopotutto, orgogliosa non tanto dovuta allo scarso impegno ma in parte sì dovuto al fatto di essere benedetta in una maniera così speciale.

Ma ancora il silenzio vegliava su quel sentimento inaspettato e difficile da capire.

O meglio, qualcuno.

Chissà se era lei: la canzone che tanto aspettava per dare frutto al suo e al duro lavoro dei suoi ormai fratelli.

Ma quella giovane ventiquatrenne non sapeva che quel sentimento era indirizzato ad una persona che avrebbe dato l'ispirazione per rendere ogni sua canzone un capolavoro tale da riuscire a trasmettere lo stesso sentimento all'ascoltatore.


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