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Conteggio parole: 5489

Si consiglia la lettura con lo sfondo nero e, soprattutto, quello che segue contiene tematiche forti. Leggere con attenzione.

Buona lettura e spero che il personaggio vada bene 💔🌼

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🆁🅾🆈🅽🅴

Questo sostantivo è la versione in francese antico della parola "reine", che in francese moderno significa "regina".
L'ispirazione di tale nome viene dall'opera Ballet Comique de la Reine (in francese antico Balet Comique de la Royne), che viene considerata da molti storici come il primo vero balletto.
È vero che il balletto nasce in Italia durante il Rinascimento, ma quando Caterina De Medici sposò il re francese Enrico II, fu lei stessa ad intrudurre questi primi stili di danza nella corte francese.
(In effetti, fun fact, l'allestimento di Ballet Comique de la Reine fu voluto proprio da Caterina De Medici).

Il balletto ha sempre avuto la supremazia nella vita del ragazzo, soprattutto dopo gli avvenimenti che lo hanno spinto a praticare illegalmente questa forma d'arte, solo per rispettare il desiderio di una persona importantissima nella sua vita, colui che gli diede questo soprannome, così caro al giovane Royne.

Rivelare il vero nome di Royne non avrebbe alcun senso, perché lui si fa chiamare solo così. Royne, non ci altre opzioni, nonostante i suoi documenti dicano il contrario.

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🅳🆁🆄🆁🆈

Questo cognome proviene originariamente da druerie, un soprannome francese normanno che significa "amore, amicizia" (a sua volta questo nomignolo deriva da dru, ossia "amante, favorito, amico").
Utilizzato originariamente come un aggettivo, ha apparentemente origine anche da una parola gallica che significa "forte, vigoroso, vivace" ed è ugualmente influenzato da trut, o drut, una parola che in tedesco antico vale a dire "caro, amato").

In alternativa può derivare da un nome di persona germanico composto dalle parole in tedesco antico triuwa "verità, fiducia" e ric "potere".

Il suo vero cognome, o come direbbe lui, il cognome della donna che lo ha messo al mondo, Royne non lo conosce neanche. Ma poco gli importa, perché quello che, con suo compiacimento, è segnato all'anagrafe è il cognome dell'uomo che gli ha salvato la vita dalle strade, colui che gli ha dato anche un nome. Come si può ben capire, Royne è particolarmente affezionato a tutto ciò che questa persona gli ha lasciato, qualsiasi traccia della sua presenza nella vita del giovane, e più avanti si vedrà meglio questo rapporto... Che in effetti tanto memorabile non dovrebbe essere, ma per Royne, consiste tutta la sua vita.

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🆇🆅🅸🅸🅸/🆇🅸🆇 🅰🅽🅽🅸

Ha raggiunto la maggior età nel suo ultimo compleanno, che cade il 5 gennaio (quindi sotto il segno del capricorno).
Quel giorno però rimarrà per sempre dannato per lui, un giorno che cerca di ignorare disperatamente. Si può trovare facilmente tale data, basta leggere il giornale, nel centinaio di casi in cui le forze dell'ordine sono intervenute per "ristabilire l'ordine".

ULTIMA NOTIZIA: Epurazione della prolifera cittadina di Parigi, sede di criminali a poco a poco contrastati dalla polizia. Nel caso del 5 gennaio scorso, è stata necessaria la distruzione di un studio di danza illegale; inevitabile la morte di tutti i partecipanti a tale oltraggio, deceduti a causa del fuoco.
Non vi sono più tracce di tale istituzione, e tutti i partecipanti sono stati eliminati.

Non tutti furono eliminati, no... Perché Royne respirava ancora, anche se voleva che le fiamme lo avessero preso, assieme ai suoi compagni.
Che le fiamme lo inghiottissero, tra le braccia del suo maestro.

Come poteva celebrare? Il giorno in cui per sua sfortuna è rimasto in vita, in cui è stato strappato da tutto ciò che amava. No, odiava il 5 gennaio, e ormai, dopo quasi un anno da quel omicidio di massa, si avvicina quel dannatissimo giorno.
Per quelli attorno a lui sarà abbastanza chiaro come Royne cambierà all'avvicinarsi di quella data.

Extra. Caratteristiche del capricorno che rispecchiano Royne.

Non si stanca mai, è il più resistente fra tutti i segni dello Zodiaco. Dominato dal freddo, malinconico, silenzioso, potente ed ambizioso, il Capricorno non sorride quasi mai. È pronto a tutto, ma non ha fantasia, non ama sognare, è silenzioso e si lascia prendere troppo dai propri turbamenti.
È un segno molto fedele, al punto tale da trascurare sé stesso per gli altri, quasi al punto di vivere in simbiosi con colui che ama. Senza questo qualcuno, tutto crolla.

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🅼🅾🅽🅼🅴🅾🅽

L'aspetto di Royne è ispirato dal oc di Monmeon9 su Instagram

Royne di per sé ha un aspetto molto grazioso, forse è il motivo per il quale gli è stato affibbiato un nome che fa riferimento ad una figura femminile, la regina per l'appunto.
Il ragazzo porta lunghi i suoi capelli, di color rose gold, che gli arrivano fino alle spalle e che tiene quasi sempre acconciati in un mezzo chignon. Un'abitudine di quando aveva iniziato a ballare da bambino, non sentendosi in grado di tagliarli corti, sapendo quanto al maestro piacessero i suoi capelli lunghi.
Quello che spicca di lui sono probabilmente i suoi occhi di un marrone rossiccio veramente forte, che contrasta con le ciglia chiare di Royne.
Anche la sua carnagione è molto pallina, avendo praticamente vissuto tutta la sua vita nascosto nello studio di danza del suo maestro.

L'unico tratto peculiare nell'aspetto di Royne è il neo che ha sotto l'occhio sinistro (destro per quelli che lo guardano). Non possiede tatuaggi o piercing, elementi che non rispecchiano molto il mondo del balletto, ma contrariamente ai canoni lui si è fatto due buchi alle orecchie, che adorna con orecchini estremamente particolari di misura e aspetto. Nella danza è preferibile togliere gioielli che potrebbero distrarre l'attenzione o provocare danni, ma per Royne i suoi orecchini sono come un regolatore, un freno che ad una tirata di troppo o la perdita di un orecchino gli fanno capire che ormai ha esagerato nelle sue ore passate a danzare e danzare.
Non è stata inizialmente idea sua, Royne ama danzare e non si fermerebbe mai se fosse per lui, ma il maestro vedeva come a volte si spingesse oltre, e questa trovata servì a tenere a bada il giovane ballerino.
Ancora oggi indossa quei stessi orecchini che il maestro gli aveva comprato.


Avendo sempre preso la danza con molta serietà, Royne si tiene sempre in forma e con un corpo tonico, così da poter praticare al meglio la sua passione. Tuttavia, lui tende a strafare nelle sue costanti esercitazioni, soprattutto in quei periodi che gli fanno pensare al destino del suo amato maestro, perciò si possono a volte notare lividi sulle gambe o sui gomiti del ragazzo (per non parlare poi della condizione dei suoi piedi), causati dalle cadute o errori commessi da un Royne sfinito, ma che continua ad allenarsi nonostante tutto.

In effetti è come se Royne fosse nato proprio per questa forma d'arte dato che, nonostante il fatto che sia un uomo, il ragazzo ha solamente 165 centimetri di altezza e pesa 55 chili.

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🆃🆆: 🅶🆁🅾🅿🅸🅽🅶, 🅿🅴🅳🅾🅿🅷🅸🅻🅸🅰, 🅳🅴🅰🆃🅷

Una giornata di gennaio nelle banlieue di Parigi, gente che ritornava alla vita normale, al lavoro e alla scuola, dopo aver passato settimane a casa, nella comodità di casa, affianco ad un bel falò mentre si scartano regali e si aspetta la mezzanotte assieme alla famiglia.
Una giornata fredda, dove anche la signorina Mercier avrebbe ripreso la sua vita quotidiana. Faceva ridere come il suo cognome rispecchiasse la sua vita. "Mercante", una venditrice di stracci nei mercatini di Parigi, ma tra quei stracci ora vi stava un neonato, il piccolo Vivian. "Vitale", un augurio da parte della madre che non sapeva neanche chi fosse il padre di quel neonato, tantomeno come badare ad un bambino. Una esistenza felice, spensierata, lontano dalle strade in cui lei era costretta a vivere in quei mesi invernali.
Con quel bambino di pochi mesi in braccio, la donna si recò lentamente verso il maestro. Si faceva chiamare così da tutto il vicinato, forse perché da giovane aveva veramente lavorato come maestro in uno scuola, come dicono le voci di corridoio, o forse si faceva chiamare così solo perché teneva con sé così tanti bambini, come una mamma chioccia.
Bambini orfani e abbandonati, sin dalle fasce, venivano dati a lui, quell'uomo che almeno aveva un tetto sulla testa. Sicuramente era meglio di ciò che Laverne aveva da offrire per suo figlio.
"Vivian... Tienigli questo nome. È l'unica cosa che ti ordino, dopo puoi prenderti cura di lui come vuoi te... Ma lasciami almeno il diritto da madre di dare a mio figlio il nome che voglio io"
E così fu, Vivian Drury fu accolto tra le braccia del maestro, ed entrò a far parte di quella grande famiglia di bambini come lui, bambini che si affidarono all'uomo della casa per sopravvivere.
Ma cosa faceva l'uomo per vivere? Nessuno lo sapeva, il tempo passava e i bambini vivevano assieme in quella grande sala, guardando la tv e chiaccherando tra di loro. Giravano delle teorie tra i ragazzi, un vociare di là, un vociare di qua, ma pochi si interessavano veramente all'origine del denaro che li sfamava. L'importante era sopravvivere, in quei tempi così duri.
Tutti se ne fregavano, tranne Vivian.
Il ragazzetto di 11 anni che osservava con preoccupazione il maestro che entrava nel suo ufficio, uscendo solo molte ore dopo. Cos'era che faceva il maestro? Com'era che vivevano così tranquillamente, tutti assieme? Come avrebbe potuto aiutare l'uomo che l'aveva salvato dalle strade gelide quando sua madre lo aveva abbandonato?
Con un colpo di fortuna, il ragazzino entrò un giorno nel suo ufficio.
Non se lo spiegava neanche lui onestamente, come ci fosse riuscito. Forse aveva aspettato il momento in cui il maestro pensava che tutti i ragazzi fossero fuori a giocare, un momento in cui aveva la guardia bassa, per scassinare la porta dell'ufficio ed entrarvi. Non era che voleva farsi gli affari del maestro... Forse un poco, per essere onesti.
Ma dopo aver saputo la verità, di una madre sconsiderata che lo aveva gettato nel primo sacchetto della spazzatura, e di un'uomo che al pianto del bimbo si era fatto carico di lui senza pensarci due volte, Vivian si sentiva ovviamente voglioso di dare una mano.
Girovagò per l'ufficio, in un silenzio interrotto dalle vocine dei bambini più piccoli di lui.
Dei pezzi di carta attirarono la sua attenzione. Erano dei tagliandini, o almeno credeva. Non si trattava di sconti per la spesa che il maestro dava a ragazzi più grandi, no, erano dei foglietti quasi sbiaditi, come se non si dovesse leggere a prima occhiata ciò che c'era scritto. Si dovette sedere sulla sedia girevole e avvicinare il foglietto al suo viso per capire cosa fosse... O almeno, leggere cosa ci fosse scritto.
Spettacolo di Balletto, Studio Drury, Les Tarterêts
Spettacolo... Balletto, cosa diavolo erano quelle cose?
"Vivian!" ribombò una voce nell'ufficio, ormai chiuso a chiave.
Il bambino alzò la testa dalla paura, vedendo sul volto del maestro una espressione mai vista prima. Sconcertata, terrorizzata anche. Come se qualcosa non fosse apposto, come se un piano stesse vacillando.
"Chi ti ha detto di poter entrare? Come ci sei riuscito per l'amor di Dio! Lascia quelle carte su! Dammele!" le strappò di mano dal bambino, il quale non capiva tutto quel panico da parte del maestro. Forse era un segreto, qualcosa che Vivian non aveva dovuto scoprire. Ma doveva spiegare le sue intenzioni, non poteva lasciare che il maestro pensasse brutte cose su di lui. Voleva solo aiutare, non ficcanasare.
"Maestro, aspetti! Mi ascolti la prego. Non mi faccia uscire, mi fa male!" urlò il bambino, quando l'uomo lo prese dal braccio, cercando di portarlo in un'altra stanza. Una stanza dalla porta scura, quasi nera.
Ma non ebbero il tempo di entrarvi, non quando Vivian continuò con le sue suppliche e spiegazioni.
"Volevo solo aiutare! So che lavora maestro, sennò non riuscirebbe a... A mantenere tutti noi... Mi ha salvato la vita, e volevo aiutare... Voglio lavorare anche io! Per favore! Non mi cacci via!"
L'uomo si fermò, come se stesse rivalutando qualcosa. Poi sorrise, abbassando lo sguardo verso il bambino.
"Vuoi aiutarmi? Sei entrato qui solo per scoprire un modo in cui poter fare la tua parte nel mio lavoro? È così Vivian?" chiese, facendo marcia indietro, lasciando la presa dal braccio del bambino e facendolo sedere di nuovo sulla sedia.
"Saresti capace di aiutare? E non dire... È una cosa complessa, sai? Non tutti apprezzerebbero ciò che faccio... Ma questo lavoro, è la mia passione. La mia vita, non ne posso fare a meno. Come tu non puoi fare a meno di me, dico bene?" chiese, abbassandosi fino al suo livello, inginocchiandosi e usando la gamba di Vivian come supporto.
"Sarebbe un inconveniente se quello che hai letto venisse scoperto in giro... -" "Oh, assolutamente no! Non ne farò parola con nessuno!" lo interruppe il più giovane, e l'uomo sorrise tra se è se, accarezzando il ginocchio del ragazzo.
"Avevi detto che mi avresti aiutato Vivian. Mi aiuteresti?" chiese, guardandolo negli occhi. Un sì con la testa fu tutto ciò che bastò al maestro, il quale si alzò, porgendo una mano verso Vivian, stringendo con la propia una mano decisamente più piccola ed esile. Con la mano libera aprì la porta chiusa a chiave di un'altro passaggio, uno che stava nascosto dietro alla libreria dell'ufficio.
Una rampa di scale li condusse ad un altro edificio, un edificio sotterraneo.
"È legato alla nostra casa, ma solo io ho le chiavi per arrivarci. E non provare più ad entrare nell' ufficio senza di me, mio caro Vivian. Aspetta che sia io a farti entrare."
Una luce illuminò il buio prorompente, e gli ci vollero alcuni secondi per capire cosa avesse attorno.
Delle sbarre di ferro, muri contornati da specchi enormi. Delle vecchie scatole abbandonate negli angoli della sala.
"Questo è il mio studio, caro. Guardati attorno, ispeziona adesso. Che ne pensi?"
"Ma a cosa serve questo posto?" chiese Vivian innocentemente, e l'uomo più grande ridacchiò, con un certo orgoglio nella sua voce mentre spiegava.
"Si danza, Vivian. È uno studio di danza, e io sono l'unico maestro. Credevi che mi facessi chiamare così per nessun motivo particolare?" spiegò l'uomo, e il bambino sembrò ancora più confuso.
"Danza... Ma cos'è? È un lavoro?"
"Oh, lo è... Sarà il tuo lavoro, mio caro, ma io ti insegnerò come si fa. Passo dopo passo... Non è che ti tiri indietro, vero?" chiese, un cambiamento nel tono della sua voce a quell'ultimo domanda, che fece tremare Vivian.
"No no, certo che no! Sapete che vi voglio aiutare, non sarei qui se fosse il contrario. Insegnatemi, voglio... Voglio veramente essere utile per lei, maestro."
Una risata compiaciuta scappò dalle labbra dell'uomo, osservando il ragazzino di fronte a lui.
"E va bene, se insisti. Ma sappi che dopo, non puoi tornare indietro. Capisci?" un sì con la testa da parte di Vivian, e l'uomo indietreggiò, avvicinandosi agli scatoloni nella sala.
"Spogliati, caro. Non si può di certo danzare con quei scarponi lì" disse, e il bambino lo osservò abbastanza perplesso.
"Suvvia, Vivian. Non vuoi aiutarmi? Disobbedisci già? Dopotutto, sono stato io a lavarti e accuditi da bambino, non vedo perché dovresti vergognarti adesso."
Vivian allora lo fece, la menzione del disobbedire lo aveva già spinto a togliersi il maglione che aveva addosso, assieme ai pantaloni di qualche taglia più grande che aveva addosso.
"Vieni, caro. Lascia che ti aiuti" disse l'uomo, accompagnando mano per la mano il ragazzino, avvicinandosi ad uno degli specchi. La visuale imbarazzò il giovane, che distolse lo sguardo. Ma l'uomo sembrava studiarlo, misurare gli arti, il busto, i fianchi, insomma, ogni centimetro della sua pelle, e infine calcolare le misure del corpo di Vivian.
"Devi dimagrire, tesoro. 5 chili, circa. Meglio 6. Devi essere in forma smagliante se vuoi danzare... Se mi vuoi aiutare, ascolterai cosa ti dico, giusto?" Una domanda ormai retorica, perché sapevano entrambi che Vivian avrebbe fatto qualsiasi cosa per il maestro.
Stava tastando il terreno, come tastava le gambe del giovane, mentre gli infilava i collant, soffermandosi sulla sua vita, un suono elastico che riecheggiò nella sala quando le calze furono al loro posto. Il body ormai vecchiarello, stretto attorno al torace del ragazzo, stretto come la gonnellina di tessuto annodata attorno la sua vita.
I piedi scalzi, infilati con delicatezza nelle scarpette da punta, i nastri attorcigliati attorno alle piccole caviglie.
"Perfetto... Mio caro, vai verso la sbarra. Iniziamo."

Ci vollero anni per insegnare a Vivian quella disciplina, ma i risultati furono superbi, per dir poco. Il ragazzo, ormai di 17 anni, piroettava per la sala con una grazia e confidenza di una vita intera, come se fosse il padrone della sala prove. In effetti, passavano quasi tutte le giornate lì, e anche quando il maestro non c'era, il ragazzo andava comunque giù a provare. Era di una carica instancabile, una voglia che eccitava il suo istruttore. Furono necessari dei pendenti per rallentarlo un poco, per non causare infortunii.
Un continuo di grand plié, passé, glissades, pirouettes. Una sequenza di passi che ammaliava l'uomo, il quale non poteva fare a meno di accompagnarlo in quella melodia, passo dopo passo.
Sorrideva, come non aveva sorriso da anni, da quando aveva smesso di ballare, affiancandolo in un passo a due che li faceva girovagare per la sala.
Un sauté, sostenuto dalle braccia dell'uomo sulla vita del ragazzo, un arabesques, col la mano vissuta che reggeva delicatamente il piede elevato del giovane.
Un développé, dove la mano del maestro inizialmente gli strinse la coscia, per poi scorrere più in basso, un sorriso sulle sue labbra che crebbe alla risatina del ragazzo.
"Smettila, non è il tempo. Ho lo spettacolo, non possiamo" rispose il ragazzo con fare giocoso, ancora stretto tra le braccia dell'uomo.
Lo spettacolo, uno dei tanti spettacoli.
Una sala apposita dove il ragazzo ballava e i ricchi pagavano per assistere a quella visuale, a quella bellezza e bravura che caratterizzava il giovane. Gli affari andavano a gonfie vele, assieme a lui.
Peccato, che il tempo stava per scadere... Serviva carne fresca, come dicevano i suoi clienti più leali. Nuovi volti, più giovani di quanto lo era il ragazzo, che ormai avrebbe compiuto 18 anni.
"Certo, mio adorato Royne. Ma dopo lo spettacolo-"
"Sì, Maestro... Sì, amato. Sarò tutto tuo, non avere fretta".
Un bacio sulle labbra, una occhiata che aveva poco di casto, e i due tornarono a provare. Accadeva sempre così, spettacolo dopo spettacolo, anno dopo anno.
Non c'era voluto molto a persuadere Royne, che da subito era stato la regina del palco e del cuore del maestro... Almeno, per il momento lo era. Considerando quanto il ragazzo amasse la sua professione, quanto amasse il suo istruttore, la sua guida, il suo salvatore, come aveva mormorato Royne tra le coperte, in una delle tante sere passate assieme, il maestro non poteva negare di sentire un certo dispiacere, nel sapere che in poco tempo tutto quello sarebbe finito per Royne. Solo per Royne, perché l'uomo avrebbe trovato qualcun'altro da allenare, qualcuno con cui iniziare da capo. Tra tutti i ragazzi che prendeva come copertura, sbucava sempre qualcuno pronto a ballare per lui. A esibirsi per lui, tanto quanto faceva Royne. Il ragazzo certamente non era stato il primo, è sicuramente non sarebbe stato l'ultimo.
L'ostinatezza, la passione che Royne aveva per la danza fu ciò che fregò il maestro.
Una giornata qualunque, in cui il ragazzo scese da solo le scale verso la sala prove. Ma una sbirciata all'interno gli fece fare un passo indietro. Due voci, il maestro, e un ragazzo. Decisamente più giovane di Royne. Lo stava allenando, con l'atteggiamento e la gentilezza che il ragazzo pensava fosse solamente rivolto a lui.
Scappò via, verso le camere da notte. Cosa aveva sbagliato? Perché stava accadendo? Non si allenava abbastanza? Non era abbastanza bravo per il maestro? Serviva veramente rimpiazzarlo completamente e iniziare d'accapo con un nuovo allievo?
Sentiva le lacrime agli occhi mentre preparava le valige, uscendosene dalla finestra della sua stanza.
Aveva sentito i passi dietro di sé, la voce del maestro che probabilmente lo aveva visto correre su per le scale.
Ma non voleva pesargli ulteriormente, se voleva qualcun'altro. Scappò via dalla casa, correndo con le poche cose che era riuscito a prendere con sé. Non se ne accorse neanche, mentre fuggiva col il cappotto stretto a sé, di come dalla tasca volò via un tagliandino... Un biglietto dello spettacolo.
Fu un poliziotto a notarlo, qualche giorno dopo. Quasi illeggibile, ma la parola balletto e Drury furono abbastanza riconoscibile.
Fu presa d'assalto l'abitazione di Drury, radendo al suono tutto ciò che c'era all'interno, tutti i complici che erano presenti. La sala prove, il palco, bruciarono ed assieme ad essi anche la casa dove convivevano tutti i ragazzi, l'ufficio del maestro, ed anche la stanza con la porta nera, dove all'interno bruciarono i coltelli, i seghetti, gli acidi e il vecchio forno, ed anche i vecchi tutù, le vecchie scarpe a punta, di coloro che avevano raggiunto una età inadatta per danzare.

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🅵🅾🆁 🅼🅰🆂🆃🅴🆁'🆂 🅷🅾🅽🅾🆁

Royne fu l'unico a sopravvivere alla tragedia del 5 gennaio scorso, giorno del suo diciottesimo compleanno.
Lo vide sui giornali, quasi cascò a terra alla notizia, ma quel poco tempo che aveva passato nel mondo al di fuori della sala prove gli aveva insegnato una cosa. Non poteva assolutamente parlare di quello che era successo, della danza e del suo amato maestro.
Doveva preservare la sua immagine, tenere viva la sua memoria, per quanto avesse voluto raggiungerlo in paradiso.
La villa, un viaggio interminabile che lo aveva portato in quel luogo, un luogo dove avrebbe potuto continuare i suoi allenamenti, migliorare e migliorare fino ad un livello che il suo maestro avrebbe approvato.
"Continua così, amore mio, continua Royne".
La sentiva la sua presenza ogni volta che danzava. Era il suo modo per collegarsi a lui dall'aldilà, e senza la danza, senza di lui... Cosa era Royne?
Avrebbe continuato a danzare, ricordando del suo amato Maestro, di cui agenda aveva ancora in possesso. Uno dei pochi oggetti che aveva preso durante la sua fuga... Ma che non aveva mai avuto il coraggio di aprire.

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🅸🆂🅵🅿

Se volessimo descriverlo in brevi, concise parole, Royne si potrebbe paragonare alla versione maschile della fantomatica femme fatale. Tutto ciò cominciò dopo la perdita del maestro, a causa del fatto che, nonostante tutto il suo impegno, il maestro abbia trovato un nuovo ragazzo da allenare. Un duro colpo che ha effettivamente avuto un ruolo in ciò che è diventato adesso.
Un ragazzo che non si sente all'altezza, indegno, una puttana quasi, e perciò allontana tutti da sé come se si trattasse della peste. Ma allo stesso tempo non può stare da solo, vuole imitare ciò che aveva con il maestro (unica forma di amore che conosce), ma essendo così mediocre, al punto tale dal dirsi che il maestro ha fatto bene a lasciare una sgualdrina come lui, Royne non si concede dei rapporti sani, con persone che gli potrebbero veramente volere bene. Va dietro ai sciagurati come lui, si approfitta degli altri (come ha indirettamente imparato dal suo maestro), li umilia con le sue parole e atteggiamenti, fino a quando viene pestato o lasciato da solo. E così, Royne torna al punto di partenza.
È dunque un manipolatore, raggiungendo sempre ciò che vuole, e nasconde in sé una profonda disperazione per non poter stare con il suo maestro, il suo amore. In effetti non sembra preoccuparsi di nient'altro.
Però va comunque dietro ad altri uomini, il suo aspetto androgino fa sì che anche un eterosessuale lo desideri sessualmente. Un modo per torturarsi da solo, punendosi per essere ancora vivo, ma sentendosi nello stesso momento ancor più colpevole per non rispettare la memoria del maestro. L'attenzione, chiaramente malsana, che questi soggetti loschi gli danno di certo non gli da fastidio, si può anche dire che dire che egli sia un po' egocentrico e narcisista, non trovandoci nulla di male nel vedere scenate di gelosia o due uomini litigare per lui. Lui infatti vuole l'amore, e per Royne più una persona è ossessionata da lui, più è amato.
È quasi ossessionato anche dalla sua immagine, credendo che quel suo viso potrà vincere il cuore di qualsiasi persona. Quel suo corpo deve sempre rimanere in quell'aspetto, non un grammo in più.

Quindi, per chiarire qualsiasi dubbio, da un lato Royne ama le attenzioni che riceve dagli uomini che frequenta, gli ricordano di quando ancora il suo maestro lo amava. È egocentrico e senza pudore, quando vuole qualcosa, lo ottiene, non è in grado di accettare rifiuti o rotture. Fa uso di minacce e di compromessi sessuali per arrivare al suo desiderio.
Fa in modo quindi che queste persone diventino quasi di sua proprietà, senza lasciare loro una via di fuga.
Dall'altro si sente una merda a riguardo, con estrema franchezza, perché ci tiene al maestro, il maestro che cerca nelle sue relazioni, lo ama perdutamente, e odia il fatto che si comporti come una zoccola.
Per tale motivo, Royne non si concede delle relazioni sane. Questo è un elemento di cui ovviamente Royne non è consapevole, ma il fatto che vada a cercare il suo maestro in uomini più vecchi, tossici e ossessivi, a noi fa capire quanto anche il maestro sia stato così. Ma per Royne quello è vero amore, e perciò va dietro uomini violenti e provoca, umilia e manipola, perché sotto sotto non si sente degno di una relazione per quanto la desideri, fino ad arrivare alle percosse, una punizione per le cose che fa, una punizione per i rorti che ha fatto al maestro.

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🅱🅰🅻🅻🅴🆃🆃🅾 (🆁🅾🅼🅰🅽🆃🅸🅲🅾)

Il balletto è uno spettacolo in cui un'azione scenica viene rappresentata per mezzo della danza, quasi sempre accompagnate da musica, in cui si racconta una storia o si esprime uno stato d'animo anche attraverso i movimenti del corpo, secondo uno schema preordinato (coreografia).
L'epoca d'oro del balletto è l'Ottocento, con il balletto romantico, il quale è ciò che si avvicina di più alla danza praticata da Royne.
Il questo periodo infatti per l'interprete vengono messi a punto un costume bianco in mussola, il classico tutù, che ancora oggi è visto come il simbolo stesso del balletto.
La grande innovazione del balletto romantico è però la conquista delle punte. Già precedentemente le ballerine avevano cercato di alzarsi sulle mezze punte o sui tre quarti, ma nel 800 si arriva alle punte, riuscendo a sollevare il corpo e ad allungarne le linee, comunicando il senso di una grande leggerezza e di uno slancio quasi alato. È proprio questa tecnica che rende possibile l'immedesimazione della ballerina nei personaggi fiabeschi ed evanescenti dei miti romantici e nordici. Il Romanticismo introduce infatti nel balletto nuove tematiche: la fuga in un mondo sovrannaturale, l'ideale di una bellezza immateriale, il gusto per i paesaggi incantati, l'incontro con personaggi fantastici e il racconto di intense passioni amorose.

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🅷🆈🅿🅴🆁🆂🅴🆇🆄🅰🅻 🅷🅾🅼🅾🆂🅴🆇🆄🅰🅻

L'unico amore che Royne abbia mai provato nella sua vita è stato nei confronti del suo maestro. Ma adesso che lui non c'è più, il ragazzo è completamente spaesato. Quando pensa a lui, a come sia morto, il ragazzo non può fare a meno che sentirsi in colpa, in colpa di vivere, in colpa per averlo lasciato solo.
Così, ricorre a punirsi da solo, lanciandosi tra le braccia di uomini violenti, sfogando quell'odio che prova per sé stesso attraverso le persosse che a volte gli fanno pure vomitare l'anima.
Ama provocare il prossimo, perché vuole una reazione, vuole averla vinta in quel gioco di autoflagellazione. Ma ha imparato anche che con il sesso, può avere altre cose che vuole, oltre alle botte.
È un manipolatore quindi, che spinge gli uomini fino ai limiti della sopportazione e usa la sua inestimabile bellezza fisica per ottenere tutto ciò che vuole.
Per quanto riguarda le donne... Le odia, per farla breve. Pensando alle donne, Royne non può non pensare a sua madre, la puttana che lo aveva abbandonato per strada.
Sa che non sono tutte così spregevoli, ma forse c'è anche il fatto che loro sono capaci di capire il suo gioco, mentre i maschi finiscono nel suo letto e nelle sue grinfie con facilità.

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🅰🅱🅱🅸🅶🅻🅸🅰🅼🅴🅽🆃🅾

Nel balletto, Royne ha sempre avuto il ruolo della ballerina, con il grande tutù, ammaliando gli spettatori che pagavano caro per quei suoi spettacoli.

Ma nonostante ciò, non è che Royne si vesta per tutto il tempo in modo femminile e con colori chiari. Certo, vuole attirare l'attenzione del maggior numero di persone possibili, ma la sua arma segreta sta proprio in quelle camice quasi in stile gotico, scure e arruffate, i panciotti all'antica, stretti attorno alla sua vita. Le gonne non sono un problema per lui, ma le mette per evenienza, quando serve (Ossia, quando deve manipolare qualcuno a fare qualcosa per lui). Di solito indossa solo pantaloni attillati, così dal non sembrare più grasso di quello che è (per attrarre certamente dei stolti, ma si tratta anche di una abitudine, un tenersi sotto controllo, tenere a bada il proprio peso).

🅳🅸🆂🆃🆄🆁🅱🅸 🅼🅴🅽🆃🅰🅻🅸

Sindrome del sopravvissuto

Nell'ambito del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), la sindrome del sopravvissuto si configura come uno dei principali sintomi, caratterizzato principalmente dal senso di colpa perché si credono privilegiati rispetto a coloro che sono morti o sono stati irreparabilmente danneggiati; essi si ritengono responsabili di non aver fatto abbastanza per prevenire la catastrofe e le sue conseguenze.
Nel caso di Royne, questo suo malessere lo ha fortemente autodistruttivo, spingendolo a infliggersi dolore (perciò autolesionismo) attraverso incontri sessuali violenti, oppure provocare il prossimo fino a quando non viene percosso.

Disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline di personalità è un disturbo mentale che influisce sul modo di pensare, di capire se stessi e gli altri, causando problemi nella propria vita quotidiana. Questo disturbo comprende problemi riguardanti l'immagine che ci si fa di sé stessi, difficoltà a gestire le emozioni e il comportamento e una costante ricerca di relazioni instabili.

Con il disturbo borderline di personalità, si ha un'intensa paura dell'abbandono o dell'instabilità (come nel caso di Royne dopo essere stato "rimpiazzato" dal maestro, che successivamente è morto) e si può avere difficoltà a tollerare la solitudine. Tuttavia, la rabbia inappropriata, l'impulsività e i frequenti sbalzi d'umore possono allontanare gli altri, anche se si desidera avere relazioni affettuose e durature.

I segni e i sintomi di questo disturbo, di cui dunque Royne soffre, sono:

•Un'intensa paura dell'abbandono, fino ad arrivare a misure estreme per evitare una separazione o un rifiuto reale o immaginario.

•Uno ricerca costante di relazioni intense e instabili, come l'idealizzazione di qualcuno in un momento e l'improvvisa convinzione che la persona non si preoccupi abbastanza o sia crudele.

•Rapidi cambiamenti nell'identità e nell'immagine di sé, che includono il cambiamento di obiettivi e valori e la visione di se stessi come cattivi, non idonei, o come se non si esistesse affatto.

•Periodi di paranoia, di stress e perdita di contatto con la realtà, che durano da pochi minuti a qualche ora.

•Comportamenti impulsivi e rischiosi, come il gioco d'azzardo, la guida spericolata, il sesso non sicuro, le spese folli, le abbuffate o l'abuso di droghe, o il sabotaggio del successo con l'abbandono improvviso di un buon lavoro o la fine di una relazione positiva.

•Minacce o comportamenti suicidi o autolesionismo, spesso in risposta alla paura della separazione o del rifiuto

•Ampi sbalzi d'umore che durano da poche ore a qualche giorno e che possono includere intensa felicità, irritabilità, vergogna o ansia.

•Sentimenti continui di vuotezza

•Rabbia intensa e inappropriata, come perdere spesso le staffe, essere sarcastici o astiosi o avere scontri fisici.

Disturbo della nutrizione e dell'alimentazione

Il disturbo della nutrizione e dell'alimentazione, come dice il nome stesso, implica il concentrarsi eccessivamente sul peso, sulla forma del corpo e, soprattutto, sul cibo. Ciò può portare a comportamenti alimentari pericolosi.
Questi comportamenti possono compromettere seriamente la capacità di ottenere il nutrimento di cui il corpo ha bisogno.

Il tipo di disordine di cui soffre Royne si chiama disturbo evitante/restrittivo nell'assunzione di cibo.

Il disturbo evitante/restrittivo dell'assunzione di cibo comprende il consumo estremamente limitato o il non consumo di determinati alimenti. Il modello alimentare assunto dal soggetto spesso non soddisfa i fabbisogni nutrizionali minimi giornalieri. Ciò può portare a problemi di crescita, sviluppo e funzionamento nella vita quotidiana.

Royne non si accorge di quanto si stia mettendo a rischio con i suoi comportamenti, soprattutto per quanto riguarda il cibo. È abituato a questi parametri, a rimanere in quella soglia stabilita dal suo maestro, nonostante l'avanzamento dell'età.

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