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Sebas è il diminutivo di Sebastião, versione portoghese del nome Sebastian, il quale deriva da "Sebastianus", che era usato per riferirsi a una persona proveniente da Sebaste, il nome di una città dell'Asia Minore(che attualmente corrisponde alla città di Sivas in Turchia).
Il nome Sebastianus deriva dal greco σεβαστός (Sebastos) che significa "venerabile" (infatti, Sebastos è l'equivalente del latino Augustus, titolo degli imperatori romani).

Il nome vero di Sebas è effettivamente Sebastião, ispirandosi al fotoreporter umanista Sebastião Salgado, considerato uno tra i più grandi fotografi dei secoli XX e XXI.

René, di origine francese, proviene da Renatus, nome tardo latino che significa letteralmente

"nato di nuovo" ( "rinato").

Il secondo nome di Sebas invece fa riferimento a René Descartes (In italiano Cartesio), filosofo e matematico francese, uno dei principali fondatori della matematica e della filosofia moderna.

Sebas non si fa chiamare mai Sebastião dato che, secondo lui, non suona molto con René.
Dopotutto, lui preferisce farsi chiamare con il suo nome completo, Sebas René, ma non è che sia un vero problema chiamarlo solamente "Sebas".

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(Планскы)

Pláňsker, cognome slovacco, è in realtà originario della Boemia, una regione tra la Germania e la Repubblica Ceca (la quale, nel secolo scorso, era unita con la Slovacchia sotto il nome di Cecoslovacchia).
Il suo significato è "radura della foresta", infatti pláň vuol dire "foresta", sker invece corrisponde a "radura".
È un cognome molto raro, con quasi una ventina di detentori, tra cui Sebas René.

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L'ascendenza di Sebas René è molto variegata. Difatti, sua madre è nata nell'Algarve (dal termine in arabo: الغرب‎, al-gharb, cioè "l'ovest"), ossia nella regione più meridionale del Portogallo continentale.
Suo padre invece proviene da Košice, una città della Slovacchia orientale, ma è risiedente a Parigi.

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Fu proprio a Parigi dove avvenne la sua nascita e dunque, avente il padre con cittadinanza francese, Sebas René c'è l'ha a sua volta.
Cittadinanza e nazionalità sono due cose diverse, ma non nel suo caso. Essendo cresciuto maggiormente a Parigi, con qualche brevi permanenze a Lisbona e Bratislava (ma anche Milano, Londra e New York), lui si considera francese, anche se di origine non lo è.

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Sebas René ha 16 anni (16 e mezzo se vogliamo se vogliamo essere precisi) ed è nato il 5 settembre del 2004, sotto il segno della vergine.

Coloro che sono nati sotto questo segno hanno un livello di intelligenza al di sopra della media, ma al tempo stesso possiedono originalità e idee spesso geniali. Devono imparare però a rendere più leggero il loro senso critico altrimenti l'intera vita potrebbe ridursi all'analisi eccessiva di qualsiasi cosa o situazione. Questa costante autocritica però può risultare utile, infatti i Vergine ricoprono perfettamente le mansioni ad essi assegnate e hanno come obiettivo la perfezione, in ogni ambito.
La caratteristica costante e generalizzata dei nati sotto questo segno è il senso pratico accomunato al dubbio ed al tormento. In effetti, al Vergine piace generalmente il comportamento da vittima, come se il mondo iniziasse e terminasse con se stesso, ma l'egoismo poi lascerà spazio all'amore.
Sebbene snobbino le questioni di cuore risultano invece fatti per trovare un'unica anima gemella. Di solito il loro comportamento verso gli altri è rispettoso, vero e leale.
Però, in questo segno spesso il cervello prevale sul cuore, sulla spontaneità e sui sentimenti (andando a autosabotare le relazione che si creano con gli altri), ma quando nasce qualcosa di vero e forte, il Vergine dà tutto se stesso.
Però, I nati sotto il segno della Vergine detestano agire con troppa rapidità: non ditegli mai di fare grandi passi, sia nella vita che nell'amore, deve avere il tempo di vagliare tutto con lucidità, con calma, con meticolosità.
Infine, il Vergine teme molto di non essere in salute, è igienista, ama la pulizia. Le emozioni incidono fortemente su di lui tanto da essergli spesso fonte di stress e ansie, le quali lo rendono paranoico, anche se in un'altra prospettiva possono trasformarlo nella voce della ragione.

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L'aspetto di Sebas René è ispirato a Joland Novaj, modello newyorchese.

Tra ciò che Sebas René ha preso dal padre, sicuramente l'altezza non è nella lista. Infatti, il ragazzo è alto 1.73, che si avvicina di più all'altezza di sua madre, ma effettivamente il ragazzo ha più cose in comune con lei rispetto al padre.
Gli occhi grandi di color marrone, contornati da ciglia lunghe e folte, e un volto tappezzato di lentiggini e piccoli nei.
Da lei non ha preso il colore dei capelli, di un castano veramente scuro, tendente al nero. Quello lo ha preso dal padre, così come gli zigomi alti, la leggera fossetta sul mento e il naso “alla francese”.

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Preciso e ordinato, di dentro e di fuori, lui tende ad avere una procedura per ogni cosa che fa.

Sebas René è un amante dell'ordine, colui che si organizza per tempo e pianifica e annota tutti gli impegni sul suo weekly planner personale.

Sin da piccolo, lui è sempre stato molto sensibile per quanto riguarda la morale, su cosa sia giusto o sbagliato (profondamente influenzato dalla famiglia e dalle sue esperienze di vita).
Ma non è tipo da fare cose di testa propria, infatti tende a portare profondo rispetto per coloro che dimostrano di essere dei punti di riferimento per lui.

Crescendo, maturano l’abilità di creare le proprie opinioni,
Sebas René userà tutto quello che imparerà lungo il tragitto che è la vita per rafforzare le sue convinzioni.

Nonostante la sua natura introversa, Sebas René non si isola mai dal resto del mondo, quasi raramente se ne sta per le sue; lui sa perfettamente quale sia il suo ruolo nella vita, e di certo non è quello dell'antisociale.
Perciò, non si farà indietro di fronte ad una possibile relazione con altre persone, con cui farebbe amicizia, oppure una relazione, anche se non è una cosa che gli viene sempre spontanea. Non è una persona tremendamente loquace o particolarmente affettuosa. Però di sicuro Sebas René è leale, degno di fiducia e affidabile. Altri possono andare e venire con gli alti e bassi della vita, ma lui rimane al fianco dei propri cari, qualunque cosa accada.
Spesso ha difficoltà a sviluppare una vera relazione con qualcuno, ma di solito finisce con un gruppetto di persone a cui tiene, per le quali sarà sempre lì, e le promesse di Sebas René non si rompono facilmente.

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Secondo una recente teoria di J.Beebe, ogni individuo ha accesso a 4 Tipi di personalità.

In pratica, la nostra mente è composta da 4 parti distinte, ognuna collegata ad un tipo di "coscienza" diversa:

L'Ego, ciò di cui la persona è consapevole quando pensa a se stessa ed è ciò che di solito cerca di proiettare verso gli altri.

Il Subconscio, la parte del sé che è disponibile solo a una consapevolezza occasionale e parziale. (ENFP)

L'inconscio, la componente primitiva e istintiva della personalità. È la parte della mente che contiene tutte le pulsioni e gli impulsi che si manifestano nel nostro corpo. (ESTP)

Il Super Ego, che incorpora i valori e la morale della società appresi dai propri genitori e da altri. (INFJ)

Quindi per concludere si può dire questo:

La personalità del Subconscio ENFP può essere "indossata" a comando, di solito in situazioni dove l'individuo ISTJ ha a che fare con estranei e non si sente abbastanza confidente.

La personalità dell'Inconscio ESTP emerge spontaneamente ogni qualvolta l'individuo ISTJ si trova in difficoltà o ha necessità di essere iper-critico.

Generalmente, la personalità dell'Super Ego si manifesta molto raramente.
Un ISTJ equilibrato non si dovrebbe mai comportare come un INFJ.

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“Lui non è una buona persona”, l'unica certezza che Sebas René ha riguardo al proprio padre, sin da quando si ricorda di lui.
Di certo non lo crebbe sin dalla nascita (a Parigi, per puro caso), fu solo la madre a crescerlo per qualche anno, quasi 6 da quanto si ricordava.
Stava bene da solo con lei, ma sempre si faceva la stessa domanda: com'è che la mamma fa una vita così bella senza lavorare?
Vivevano da soli in un appartamento che avrebbe potuto accogliere una decina di persone senza problemi, ma perché proprio lì? Chi era colui che sarebbe arrivato prima e poi ad occupare tutto lo spazio rimanente?
“Ho un papà?” si ricorda di aver chiesto un giorno, forse a 7 anni.
Adesso però, Sebas René desidererebbe aver sentito un “No” come risposta, in quel giorno fatidico in cui scoprì di suo padre.
Slovacchia? Cosa ci faceva lì se aveva una famiglia a Parigi? Quanto era lontana la Slovacchia? Poteva sicuramente andare da lui dopo la scuola se la camminata non era troppo lunga.
No, non era possibile. 1700 km di distanza, diceva il suo libro di geografia.
Ma cosa ci faceva da tutt'altra parte del mondo? Perché non potevano loro andare da lui?
Avevano i soldi per l'appartamento da 10, perché non andare da papà?
“È... Pericoloso. Tuo padre ci ha dato questa casa apposta, per stare al sicuro. E poi... Verrà da noi, e saremo noi tre, per sempre.”
Cosa doveva significare tutto quello? Dove c'era il pericolo? Si a volte c'era casino in strada con le rappresentazioni ma insomma non sembra il caso di innalzare una fortezza a riguardo.
Magari papà era un agente segreto, come quelli della tv. Un 007? Forse, sarebbe stato divertente vedere il proprio papà in tv.
Ma le pistole facevano seriamente paura, a volte ancora esitava ad usare le forbici appuntite, figuriamoci delle armi.
Fa un lavoro pericoloso, ha una identità super segreta e possiede montagne di soldi.
Quello che era riuscisco a scoprire di suo padre, nei suoi 10 anni passati su sta terra.
Come lo avrebbe trovato, se fosse partito? Non aveva abbastanza pane per fare così tanti panini per tutto il viaggio! E poi, poteva perfettamente papà invitarlo da lui, no?
Perché non lo faceva? Forse stava aspettando qualcosa? Però aveva già aspettato abbastanza lui stesso! Cos'è che lo bloccava nel vedere il proprio figlio, per una decina (decina!) di anni.
Non gli mancava molto a diventare vecchio, perciò papà doveva assolutamente sbrigarsi, prima di trovarlo con le rughe!
... Forse le rughe gli erano venute veramente, ma non dalla vecchiaia. Portava sempre una espressione seccata sul volto, non che lo facesse apposta, avere 14 anni era certamente snervante.
“Mettiti allo specchio e magari capirai perché ti dico di togliere quel muso lungo” sentì provenire dalla cucina, mentre entrava nel bagno.
In effetti poteva cercare di sorridere di più, o forse era lo specchio e renderlo più bruttone.
“Sai mamma” disse ad un certo punto ad alta voce, fissando lo sguardo verso il proprio riflesso. Fosse il riflesso di suo padre specchiato nel suo?
“Non ti assomiglio affatto”.
Non gli occorreva spesso di pensare al padre, probabilmente era il suo Super ego a parlargli, anche se suo padre non gli aveva insegnato un bel nulla su cui mirare ad essere.
Certo che però a forza di non parlare di lui, era finito comunque nella sua mente, in qualche modo. Non aveva una forma vera e propria, perciò lo vedeva un po' come il riflesso nello specchio, in effetti se non era parte di sé, non avrebbe sicuramente un luogo nella sua coscienza, no?
Di certo non si sarebbe aspettato anche un padre avente un ruolo nella sua vita, quando la mamma glielo disse.
“Ormai sei grande abbastanza, hai quasi 15 anni dopotutto. Domani il papà verrà a casa... E sorridi un poco, che domani si festeggia”.
Festeggiare cosa poi, non si sapeva, l'arrivo di un nuovo coinquilino? Ne avevano avuti a dozzine, coinquilini d'una notte, la mamma se ne intendeva.
Chissà che cosa avrebbe detto suo padre, dopo una quindicina d'anni passati a zonzo, però in carriera aveva fortuna, i veri agenti segreti non si sarebbero mai fatti vedere in tv.
... A proposito, da cosa proveniva quel suono? La tv in salotto l'aveva già spenta, e di sicuro la mamma non se ne stava sveglia alle 11 come faceva lui... Forse aveva preso veramente tanto dal padre, anche lui sveglio alle 11, in piedi all'entrata di casa, con fare spento... Cazzo! Era sangue quello! Appena arrivato e già moriva?!
“Taci. Non è mio” furono le prime parole sentite dal proprio padre, padre? Era proprio lui? Faceva strano il pensiero... Ma...
“Mamma, mamma aspetta, è sporco” provò ad ammonirla, mentre la donna si strinse all'uomo, macchiano la veste di rosso. Di certo con tutte le volte che le era arrivato il ciclo, aveva imparato ad abituarsi al sangue.
Ma i maschi non avevano le mestruazioni.
“Cosa hai fatto?” si ricordò di avergli chiesto, ricevendo un “Sistemato degli affari” come risposta.
Cosa diavolo voleva dire?! Sistemare degli affari? Sembrava quasi quei capi banda nelle serie tv, ma figurati!
“Imparerai strada facendo, figlio”
... Oh... Oh... Cazzo.
“Mostro!” uscì dalle sue labbra in un urlo acuto, che spaventò la donna, quasi appisolata tra le braccia del marito.
“Torna indietro! Tu!” urlò l'uomo vedendo il bambino correre, senza seguirlo, avendo già fatto abbastanza fughe per lavoro.
Non ci sarebbe più tornato in quella casa! Che casa! Una osteria per porci! E adesso anche porci assassini? E quel porco assassino era suo padre, suo.
Non l'avrebbe più rivisto, lontano dagli occhi lontano dalla mente no? (bugie, menzogne).
Avrebbe fatto così, prima destinazione Milano, il più presto possibile, il passaporto lo aveva digitale quindi tutto okay, ma era abbastanza grande per girare da solo?... Oh, già.
Era il suo quindicesimo compleanno, dopotutto.

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Della scuola non c'è tanto da dire, o almeno secondo Sebas René. È evidente che in quel posto ognuno si preoccupa solo per sé stesso, cosa che non viene difficile a lui.
In effetti Sebas René viene lasciato in disparte, come uno dei “introversi”, per utilizzare le categorie che girano nei corridoi, anche se lui stesso non si sente poi così asociale.
Tuttavia, lui si rende conto di essere uno tra i fortunati li dentro, avendo visto come alcuni soggetti venivano traghettati e tormentati fino allo strazio. Non ci si può fidare cecamente di nessuno lì dentro.

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Non è che lo sforzo fisico sia il punto forte di Sebas René, assolutamente no.
Però, facendo parte a questo club, ha la possibilità di respirare aria pulita lontano da quelle quattro, deprimenti, mura della scuola. E poi, organizzare eventi non è poi così brutto, essendo una persona che ama la precisione e la pianificazione.

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Normalmente Sebas René si riferisce a sé stesso attraverso i pronomi he/him, dandosi del “lui”. Tuttavia, soprattutto nell'ultimo periodo passato lontano dai genitori, è possibile che a volte utilizzi anche i pronomi “they/them”.

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Il termine “transandrogynish” indica un genere “ombrello” in cui ci si sente transandrogino in qualche modo, ma non del tutto.

(“transandrogino” descrive infatti gli individui che passano ad un'identità androgina).

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“Amplusic” delinea una sessualità in cui l'attrazione di una persona non è strettamente legata a un solo orientamento. Le persone amplusiche possono avere un orientamento fluido, oppure potrebbero trovarsi in una zona grigia tra gli orientamenti.

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Sebas René segue sempre le regole, ha una memoria di ferro ed è una persona molto leale

È assai razionale, al punto d'apparire freddo a volte. Ma sotto la sua scorza dura si nasconde un cuore fragile e molto attento a non invadere gli spazi degli altri.

Sebbene sia molto legato alle lezioni del padre, Sebas René tende a voler creare le proprie opinioni dai fatti.
In ogni caso, lui usa le proprie capacità razionali per validare teorie e credenze a cui fare riferimento in futuro.

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A causa della sua forte razionalità critica, Sevan René può a volte apparire freddo e calcolatore.

Seban René si offende facilmente e, quando ciò accade, si ritira nel suo guscio per auto-difesa.
In simili circostanze questo comportamento viene facilmente frainteso e scambiato per arroganza e disinteresse verso l’opinione degli altri… quando invece è proprio il contrario.

Seban René è molto attento alle sensazioni, sia fisiche che emotive.
Per questo motivo, a volte si dimostra molto esigente in amore (ossia, pretende un partner con una buona esperienza).

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...Check later...

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