♱°•✥Ꮇꭷꮑꮥꮦꮛꮢ ፈꭷꮭꮭꮛꮆꮛ✥•°♱

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Spero di aver messo tutti, e spero ancor di più che dopo aver passato mezz'ora a taggarvi tutti in molti leggano la scheda loll

Conteggio parole: 4448

Si consiglia la lettura con lo sfondo nero e, soprattutto, quello che segue contiene tematiche che forse ad alcuni potrebbero dare fastidio, ma non vi è nulla di troppo esplicito. Leggere comunque con attenzione.

♱°•✥ᏁᎧᎷᏋ Ꮛ ፈᎧᎶᏁᎧᎷᏋ✥•°♱

𝕰𝖉𝖒𝖊́ 𝕮𝖑𝖔𝖛𝖎𝖘 𝕭𝖆𝖞𝖑𝖊

Edmé è l'abbreviazione francese di Edmund, un nome che significa "protettore benestante". Riceve il suo significato dalle ēad, che in inglese antico significa "prosperità", e mund che si traduce proprio in "protettore".
Un nome estremamente facoltoso, in effetti, un speranzoso presagio per il futuro di colui a cui viene dato.
Ma non si trattava molto di un augurio dai parte dei genitori di Edmé, orgogliosi uomini della nascente borghesia parigina, discendenti della corrente illuministica.
Era ciò che si aspettavano dal loro unico figlio maschio, colui che avrebbe ereditato tutti i loro possedimenti. Volevano un uomo che si sarebbe preso cura della famiglia e delle sue ricchezze, riuscendo nella vita più di quanto loro c'erano riusciti.
Forse... Forse c'era riuscito, in quell'intento. Una vita lunga e senza malattie, limitata era vero... Ma con una vita di 160 anni, Edmé aveva superato tutte le aspettative dei genitori.

Il nome francese Clovis consiste nella versione contemporanea, attraverso la forma latinizzata Clodovicus, del nome germanico Hludwig, che significa "famoso in battaglia".
È composto da hlut, che in lingua alto-tedesca antica significa "famoso, rumoroso" e wig, che si traduce in "guerra, battaglia".

Un altro augurio incombente sulla coscienza del giovane Edmé? Sì, era esattamente ciò di cui si trattava.
Doveva essere un uomo forte e perspicace, che non si ritirava mai da ciò che voleva. Un battagliero, come Napoleone. Ma anche quasi due secoli dopo, Edmé capiva che ciò che i suoi avevano sempre sperato per lui non si sarebbe mai potuto realizzare.
Non riuscì mai a soddisfarmi veramente, ad essere degno del nome di famiglia, nonostante tutto il suo impegno per non deluderli. E poi, la sciagura più grande, la "malattia", che lo strappò per sempre da quel mondo di ideali e grandezza che i suoi genitori avevano inculcato in lui in modo quasi delirante e ossessivo.

Perse la vita, come perse anche il diritto al suo cognome, Bayle, di origine francese antica e che deriva dalla parola "bail(e)" che simboleggia il muro della corte esterna di un castello feudale.
Un cognome rinomato nella città di Parigi, o almeno lo era nel 1800.
Tutti conoscevano i Bayle, la famiglia di dottori più amata nella regione, composta da uomini prestigiati e talentuosi e mogli studiose e sempre sul passo, nonostante la differenza sociale. Ma Edmé non seppe mai stare al passo delle sue sorelle, dei suoi genitori, e forse fu per quello che fu trovato da Fingal nel suo habitat naturale. Completamente solo, nell'ombra tenebrosa dove nessun'altro Bayle osava stare.

♱°•✥ᏕᎮᏋፈᎥᏋ✥•°♱

𝖁𝖆𝖒𝖕𝖎𝖗𝖔

Era tutto successo così a caso, all'insaputa di tutti... O forse era meglio dire sotto l'occhio di tutti, ma tutti coloro che gli erano stati attorno, i pochi, non avevano mai creduto alle sue parole, girandogli le spalle e spingendolo tra le braccia di colui che diventò il suo creatore, il suo maestro di vita.
Era stato veramente tutto uno scherzo del destino? Era stato vittima di un succhia sangue per pura casualità?
No, sapeva che lo aveva scelto con cura, o semplicemente dava all'occhio. Il ragazzetto solitario, la pecora nera della famiglia, la quale non si smosse tanto alla improvvisa e repentina malattia del figlio, cercando di salvarlo solo per il buon nome della famiglia.
E quando Edmé si risvegliò da non vivo, quando seguí a passi incerti quell'uomo appariscente e misterioso nei meandri dell'inferno, nessuno sembrò curarsene troppo, avendolo lasciato solo in una stanza ammuffita, aspettando solo il momento che morisse.
Forse la morte era sempre stata più cordiale della vita, Edmé è arrivato a questa conclusione, nella sua lunga vita da vampiro.
Ritornare umano? Mai, mai e poi mai.
Aveva così tanto da scoprire ancora, novità da vedere da parte degli esseri umani, e aveva abilità che lo rendevano più capace di quanto non fosse mai stato da umano.

♱°•✥ᏋᏖᏗ✥•°♱

𝖁𝖊𝖓𝖙𝖎

Edmé nacque a Parigi il 6 febbraio del 1864, sotto il segno dell'acquario.
Tuttavia Edmé non è mai stato tipo dal credere agli oroscopi o a qualsiasi mito, credenza, scaramanzia. Edmé non è neanche cattolico, anche in vita era fortemente ateo. Perciò non è il caso di dilungarsi oltre su faccende che effettivamente non riguardano molto il vampiro, il quale diventò tale all'età di 20 anni.
Nel 1884 fu infatti trasformato da Fingal, il suo creatore, e sin da quel momento ha vissuto 140 anni di "non-vita".
Perciò, in totale, Edmé ha vissuto per 160 anni, anche se di aspetto ne mostra 20.

♱°•✥ᏗᏕᎮᏋᏖᏖᎧ✥•°♱

𝕮𝖆𝖑𝖊𝖇 𝕷𝖆𝖓𝖉𝖗𝖞 𝕵𝖔𝖓𝖊𝖘

L'aspetto di Edmé è ispirato da Caleb Landry Jones, un attore statunitense, nel suo ruolo in "Antiviral", un film horror uscito nel 2012.

Edmé è sempre stato, anche in vita, di carnagione molto chiara, ma da vampiro la sua pelle si avvicina al bianco, risaltando ancora di più le sue lentiggini sparse per tutto il suo corpo.
Un ragazzo dai capelli rossicci, un po' spenti rispetto a quando era ancora vivo, e gli occhi scuri, tendenti al colore del sangue secco, che differenziano drasticamente dall'azzurro del suo sguardo prima della sua trasformazione.

♱°•✥ᎦᏗፈᎧᏝᏖᏗ Ꮛ ፈᏝᏬᏰ✥•°♱

𝕻𝖘𝖎𝖈𝖔𝖑𝖔𝖌𝖎𝖆/𝖌𝖎𝖔𝖗𝖓𝖆𝖑𝖎𝖘𝖒𝖔

Scegliere come professione qualcosa di inerente alla medicina potrebbe sorprendere qualcuno, considerando come fosse stato malamente trattato dalla famiglia per le sue scarse capacità come dottore.
Ma il desiderio di Edmé è sempre stato quello di essere all'altezza delle loro aspettative, o almeno... Di rendere orgoglioso qualcuno.
Con il suo creatore... Era stato un caso perso, effettivamente. Troppo attaccato a ciò che i suoi gli avevano insegnato, il giovane aveva infranse i sogni del suo creatore.
E dopo la morte di Fangil... Edmé sentì ancor di più il desiderio di realizzare quel sogno vano, l'unica strada rimastagli in quella nonvita.
Una ancora di salvezza da quella vita senza senso, da quello che era stato un effettivo errore. Ma Edmé ignora tutto ciò, concentrandosi su qualcosa che a lui va meglio rispetto a fare le visite mediche e sganciare aspirine: la psicologia.
Una scelta alla prima occhiata strana, ma Edmé sa bene cosa significa vedere delle cose, interagire con un mondo che nessun'altro potrebbe vedere.
Farti dire che sono solo disturbi collegati al corpo, di prendere dei medicinali che non fanno nulla e dormirci sopra.
Perciò, quella è la sua futura carriera professionale, e nel frattempo si diletta con una attività di sfogo: il giornalismo.
Non è mai stato un tipo artistico, o sportivo. E di certo non è un grande amante del passato, ormai... Passato, ecco. Lui è propenso al presente, al momento stesso. Vive la vita ogni secondo, e la sua mente non si stanca mai di raccogliere nuove informazioni sulla terra. Un po' sembra lo stesso principio dei giornali, mettere su foglio tutto ciò che c'è di nuovo, motivo per il quale Edmé e il giornalismo vanno d'amore e d'accordo.

♱°•✥ፈᏗᏒᏗᏖᏖᏋᏒᏋ✥•°♱

𝕴𝖓𝖙𝖕

Nonostante la sua natura vampirica, che guida ad una vita di solito solitaria e misteriosa, Edmé è guidato invece da un impulso altruistico, che si traduce nel suo obiettivo di assistere gli altri nei loro problemi e dilemmi (come ad esempio studiando psicologia). Questo lo rende un ottimo ascoltatore, capace di offrire una presenza confortante e comprendere le preoccupazioni e le paure degli altri.
Tuttavia Edmé, malgrado la sua anima bonacciona, è una persona razionale e obbiettiva, non crede al Fato o al "Karma". La vita che vivi non te la può migliorare nessun'altro oltre a te stesso. Propio il figlio di due accaniti illuministi borghesi.

Eppure, al di sotto della sua apparente calma e forse il suo estremo autocontrollo, Edmé prova emozioni, intense e vivide, che occasionalmente possono soverchiare la sua riservatezza e frantumare la sua rigidità.
L'equilibrio emotivo del vampiro può effettivamente essere fragile, ma nonostante ciò, lui continua ad andare avanti, sempre alla ricerca di novità, sfidando le convenzioni e guardando al futuro con grande ottimismo.

È un amante del progresso, come si è potuto già capire.
Infatti è sempre immerso nel mondo delle novità, delle possibilità, abbracciando l'improvvisazione, esplorando nuovi concetti e delineando piani strategici ambiziosi.
E fa tutto ciò senza rimpianti, senza pensare al tempo perso per fare altro che forse per gli altri sarebbe più importante. Trovare l'amore della propria vita o costruire amicizie sono importanti, ma i suoi progetti, tenersi sempre aggiornato, per Edmé sono fondamentali.
Con ciò si può dire che nostante la voglia di stare vicino al prossimo, l'amore per la compagnia, il vampiro ha un profondo bisogno di libertà.

La creatività è un tratto dominante della sua personalità. Edmé è sempre stato uno con la grande capacità di sognare e pensare in grande, di osare là dove altri potrebbero esitare. Tuttavia, lui è anche una persona che preferisce a volte stare per conto suo, trovandosi in una sorta di isolamento riflessivo, perduto nei propri pensieri.

Il mondo di Edmé può dunque apparire utopico, quasi irraggiungibile.
Ha bisogno di compagnia, di amici, ma può trovarsi in difficoltà nel formare legami profondi. Tende a creare una certa distanza, soprattutto quando le opinioni degli altri non coincidono con le sue. In questi casi, può mostrare un'indifferenza che a volte confina con la crudeltà. I suoi interessi sono vasti e variegati, e sono la cosa che lo spingono ad andare avanti giorno dopo giorno.

♱°•✥ᏕᏖᎧᏒᎥᏗ✥•°♱

𝕿𝖜: 𝕲𝖗𝖔𝖔𝖒𝖎𝖓𝖌, 𝕰𝖝𝖙𝖗𝖊𝖒𝖊 𝕬𝖌𝖊 𝕲𝖆𝖕, 𝕯𝖊𝖆𝖙𝖍

Il primo figlio maschio della famiglia Bayle, un avvenimento celebrato dal vicinato intero. "Auguri e figli maschi", ripetuto così tanto al matrimonio dei suoi genitori aveva portato finalmente a ciò che desideravano. Un figlioletto, l'erede della loro impresa di famiglia, passata da generazione in generazione.
I Bayle, conosciuti da tutta Parigi per la loro costanza e determinazione nella mansione che tutti i membri della famiglia intrampendevano.
Dei medici di grande portata, che avevano raggiunto la fama grazie alla loro capacità di capire subito il problema del paziente dopo una veloce visita, prescrivere i medicinali più azzeccati e portare il paziente alla guarigione in un batter d'occhio.
Forse è meglio chiarire una cosa. Questo è il destino dei Bayle, ma solamente dei membri maschi della famiglia. Le donne forse avrebbero avuto la stessa intelligenza dei mariti, aiutavano i loro sposi in quello che serviva, ma la fama, l'elogio, veniva riservata solo agli uomini.
Era ciò che era in palio per il piccolo Edmé, di cui nascita fu un miracolo per i genitori, e una rovina per le sue sorelle, che avevano sperato di avere una chance non avendo maschietti in famiglia.
Ma purtroppo, tutti nella famiglia furono delusi nel vedere come il prediletto, colui che doveva portare orgoglio e ancora più pregio nella famiglia, in realtà non era nato con il spirito Bayliano dentro di sé.
"Così ci fai perdere solo tempo, Edmé Clovis! Cosa pensi, che ci sia solo la signora Claudette nella tua lista? Sei già in ritardo per il prossimo cliente! Dépêche-toi! Putaine!"
Il ragazzino Bayle, come lo chiamavano i vicini, clienti abituali dei medici, i quali avevano iniziato a far lavorare il loro figlio, all'età di 18 anni. Le abilità in medicina non gli mancavano, affatto. Ma non era bravo a fare prescrizioni in modo veloce. Si sedeva accanto ai pazienti, ascoltando le loro lamentele, dando la propria ai loro problemi, consigli su come alleviare il loro dolore. Aveva i casi facili, quelli a cui i suoi discendenti prescrivevano medicine per dormire meglio, o delle tisane per tranquillizzare i nervi. Ma no, il ragazzo Bayle aveva sempre qualcosa su cui ragionare, farla più grossa di quello che era in realtà.
"Vuoi mandarli in manicomio per dei cali di energie o incubi? Come puoi credere che questa gente veda veramente la luce divina nel sonno? Ti ci sbatto io in manicomio, a farti curare quelle fesserie che ti inventi! Medicine per il sonno, così non vedranno più nulla, come fai a non arrivarci da solo?"
Medicine o il manicomio, e Edmé sceglieva sempre le medicine. Non aveva tanta scelta, perché mandare qualcuno in un posto simile era l'equivalente di una prigione, e... I clienti avrebbero avuto paura di fare quella fine, se venissero esaminati da lui. Si morse la lingua, anche se le sue pratiche rimasero le stesse, a discapito dei rimproveri di suo padre, dello sdegno delle sorelle. Com'era possibile che lui avesse il privilegio di essere l'unico figlio maschio della famiglia per poi uscire così pappamolle? Così inesperto?

Pian piano, il ragazzo ebbe sempre meno clienti. La gente voleva subito una cura, una medicina o trattamento da fare per stare meglio, per continuare la loro vita. Non c'era tempo di parlare dei loro problemi, di ciò che li turbava. Si poteva tutto risolvere con dei antidolorifici e polverine. Era naturale, ma non per Bayle. Per lui era evitare il vero problema e trovare una soluzione momentanea, tirando avanti a fatica.

Ma mentre gli altri tiravano avanti, lui fu lasciato indietro. Nessuno si fidava delle sue supposizioni, chi riceveva medicine andava dal padre di Bayle per assicurarsi che non sarebbe diventato pazzo con tali medicamenti.
Fu naturale il fatto che ad Edmé venne negato qualsiasi contatto con i clienti più prestigiosi, e man mano che il tempo passava, neanche i malati di tubercolosi si lasciavano toccare. Almeno rimanevano sani di mente, lontano da Edmé Clovis Bayle.

Un nome accattivante alle orecchie sensibili di un certo signore, un forestiero che si aggirava per i quartieri parigini nelle serato afose del 1884. Il Monsieur...
"Fingal, chiamami così ragazzo" annunciò la voce roca, che fece leggermente sobbalzare il ragazzo.
Una pelle candica come le tele dello studio di suo padre, occhi vitrei, come la lente di ingrandimento che usava per controllare le ferite sulle ginocchia dei bambinetti del palazzetto di fianco a casa sua.
Denti aguzzi, come il bisturi che suo padre maneggiava con destrezza quando Edmé lo aiutava nei suoi piccoli interventi.
"Siediti, giovane dottore. Non ho alcun male fisico... Non vorrei farvi perdere tempo, se avete altri clienti, ma il mio malessere... Beh, penso che possiate alleviarlo solamente voi, ragazzo."

Edmé lo osservò con riluttanza, il primo tra tanti che aveva voluto sentire la sua opinione per completo, un consiglio da parte sua. Ne fu lieto, e quel straniero gli fece spazio nel divano della sua antica dimora. Attuale dimora, era meglio dire. Perché avrebbe lasciato presto Parigi, portandosi dietro un nuovo allievo.
"Io non riesco a stare sotto la luce del sole, mangiare o bere. Vivo perché il mio corpo non smette mai di funzionare, il mio cuore non smette mai di battere. Batte continuamente da 300 anni ormai. La fonte della mia energia eternale? Il sangue umano è una leccornia per me"
"Silenzio, scellerato! Come osa... Farmi perdere tempo con queste sciocchezze, che assurdo! Alla sua età, fare certi scherzi- Honte à vous, mon dieu !"

"Arrêtez vous, Monsieur... Posso mostrarle i miei sintomi? Mi crederete dopo?" chiese, ma il ragazzo era già verso la porta della villa. Ma una fitta al collo lo fece urlare, ma non poté, per la mano che gli tappava la bocca. Due punture profonde, laceranti, il collo in fiamme, col sangue che sgorgava da lui, mentre l'uomo lambiva la pelle come un gattino con una tazzina di latte di fronte.
"Non ti scordare di me, Mon Cher... Tornerò a trovarti, dottore... Ho bisogno di molte più sessioni, per il malessere che ho. Mi affido a lei, Edmé Bayle."

Il ragazzo corse a casa, grondante di sudore, la testa che gli girava mentre percorreva i vicoli che portavano a casa sua. Crollò di fronte alla madre, e si risvegliò nella sua camera da letto.
Da quel momento in poi, non venne più autorizzato ad uscire.
"Un pazzo! Cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Prima credeva a Dio e adesso... Crede ai succhiasangue! Tesoro, non farlo assolutamente uscire. Dobbiamo trovare una cura al suo malessere, non possiamo lasciare che quel ragazzo ci umili ulteriormente con queste pagliacciate!"
Edmé in effetti subí tutti i tipi di visite immaginabili... Ma le sue condizioni peggioravano, perché con tali visite ci si riferiva anche alle visite del Monsieur Fingal, il quale sorso dopo sorso, entrava nella sua camera di soppiatto e lo lasciava sempre più frastornato.
"Ti dico io, caro. È sicuramente quella nuova malattia... Porfiria, viene così chiamata, vero?"
In effetti, una diagnosi del genere poteva spiegare il colorito pallido di Edmé, la delicatezza della sua pelle alla luce del sole, il risalto dei suoi denti, poco a poco più sporgenti...ma soprattutto, spegiava le sue costanti allucinazioni, i suoi deliri e le urla che tutti in casa ignoravano di notte.
Ma non si trattavano di allucinazioni.
Si trattava veramente di un succhia sangue, un vampiro, il quale voleva rendere Edmé esattamente come lui. Portarselo via con sé, prima che la vita lo rendesse apatico come gli altri umani.
"Tu vedi cose che nessuno osa guardare. Osservi le anime delle persone, Edmé... Mon Cher, guardati attorno. Aspettano soltanto di vederti morto su questo letto, come uno scarafaggio, per poi ballare attorno al tuo corpo, liberi dal peso che sei per loro. Ma mi conosci, Bayle. Tu non saresti un peso per me... Su, non piangere, tesoro, vedrai che mondo avrai di fronte a te. Un mondo di sorprese che solo tu potresti accettare. Perché sei diverso dagli altri, e gli altri non ti vogliono... Ma io sì, Edmé. Ti voglio con tutto me stesso"

Lo stese a letto, ma sta volta non dovette tenere fermo il ragazzo, forse perché era ormai troppo debole dopo aver perso così tanto sangue negli ultimi giorni. Non gliene rimase molto, in effetti, quando Fingal lo morse con premura, accarezzandogli il volto, sdraiandosi affianco a lui.
Le palpebre del ragazzo faticarono a rimanere aperte, il volto teso, ma ormai rassegnato. Non aveva più l'energia per fare nulla, e sapeva che la sua famiglia ormai aspettava solo il momento in cui lui sarebbe passato a miglior vita... Ma in effetti, successe proprio quello, ma non nel modo in cui si immagina normalmente.
"Bevi, Edmé. Bevì da me come io ho fatto con te, tesoro. Saldiamo questo patto, questo rapporto. Maestro e allievo... Ti ammiro, per il tuo lavoro. Sei speciale, Bayle. Degno di questo dono... Del dono tenebroso, che io ti concedo... Con questo sacrificio, ti chiedo di rimanere al mio fianco, perché non mi libererei mai di te. Ti metterei sul piedistallo della mia eternità, ragazzo.
Da oggi in poi, tu appartieni a me, Mon Amour."

Il ragazzo bevette, bevette a sazietà, come un uomo lasciato per il deserto da una vita intera. Un ragazzino che voleva solo fare colpo, aiutare, ma che era stato ripudiato ogni volta, ma che veniva finalmente desiderato da qualcuno. Era utile a qualcosa, aveva segno la sua esistenza, finalmente.
Il dolore che susseguì tale momento fu una bolla confusa per Edmé, ma si ricordava le braccia dell'uomo attorno a lui, come lo stringeva a sé mentre uscivano dalla finestra della stanza del ragazzo. Chissà cosa avrebbero fatto i genitori... Magari avrebbero fatto un funerale fasullo? Era probabile, non potevano dire che fosse scappato uno che doveva essere gravemente malato, avrebbe danneggiato la loro immagine... Mandato al manicomio? No, anche quello era una cosa orrenda per i Bayle... La soluzione migliore per la famiglia era la morte del ragazzo... Ma Fingal non la pensava allo stesso modo. Gli aveva concesso la vita eterna, una moltitudine di segreti che solo esseri come loro potevano sapere.
"Riposati, Mon Cœur. Al tuo risveglio, sarà tutta un'altra cosa, fidati di me Edmé" mormorò Fingal, appoggiando il ragazzo in una scatola di legno, imbottita di cuscini morbidi... Una bara, ecco cos'era.
"Mi prenderò io cura di te, adesso"
Il vampiro sussurrò, avvicinandosi al ragazzo e dandogli un bacio sulle labbra, che Edmé debolmente, inconsciamente, ricambiò con fremito.

Un secolo passò, anche se sembrava che il tempo fosse volato per Edmé. Il ragazzo che si aggirava per le città, parlando con la gente, affrettandosi a prendere gli ultimi volumi di giornale alle edicole. Trotterellava per ormai 100 anni, e la sua vita lo condusse negli Stati uniti, dopo miriadi di viaggi.
"Perché dobbiamo andarcene di già? Siamo appena arrivati, Fingal. Non è giusto, io ho ancora... C'è così tanto da scoprire qui. Non capisci? L'innovazione è tutta attorno a noi e a te non frega un cazzo! Vuoi solo avermi di ser-"
"Zitto, insolente ! Non usare quel linguaggio con me. Dove lo hai imparato, dalle prostitute che esamini? È quello che ti piace? Questo schifo? Il mondo cade a pezzi! Hai visto che squallore sono le città industriali? Pensi che sia questo un modo di vivere?"

"Almeno è vivere Fingal! Perché ti ostini a rimanere nel passato? Prima si moriva alla prima malattia, ora esistono i vaccini, maestro. Non capisce quanto l'umanità ha da offrire? Non posso solo leggere la loro mente, o studiarmi tutti i libri di una biblioteca. Non basta fare da spettatore come fai te... Amo il mondo, Fingal, non ne posso fare a meno"
"E che mi dici del tuo creatore, Edmé? C'è spazio nel tuo cuore per il tuo vecchio, burbero maestro?"
"... Si tratta di questo, Fingal? Perché... Perché mi devi fare scegliere... Voglio mostrarti tutto ciò che trovo... Come prima. Amo il mondo è te, maestr-"
"Vivresti via, lontano con me allora? In un posto indefinito, lontano da tutta questa... Sporcizia. Lo faresti per me, Mon Ange ?"
"Non dirlo, sono molto lontano dall'essere un Angelo, lo sai"
"Non cambiare discorso, Edmé"
"... Sarò onesto allora... No, non ti seguirei, Fingal... Sarebbe come morire per me, non resisterei."
E così, i due si separarono, ma non fu molto tempo dopo che Edmé scoprì cos'era successo al suo maestro. Quale fu il suo destino, lontano dal mondo sporco degli umani.

Il panico sui vampiri del New England, la strage di casi di tubercolosi che fece credere agli umani che c'era lo zampino dei vampiri. Una per una, le tombe dei morti vennero scavate fuori, i corpi venivano pugnalati con bastoni appuntiti, per evitare che i non viventi si levassero di notte, terrorizzando la città. Una delle vittime, l'unica probabilmente che era il vero nemico degli umani, era il suo Fingal... Il maestro che lo aveva adorato, ma che aveva lasciato quel suo amore prendere la meglio, bloccando più volte le ali del suo adorato Edmé, il quale... Da un lato si sentì sollevato, ma dall'altro era incredibilmente smarrito. Cosa avrebbe fatto a quel punto? La sua vita si era centrata sullo studio, sulla ricerca... E cosa avevano detto i suoi genitori? Che non aveva esperienza... Dei Bayle non sentiva più nulla, avevano perso la loro fama nei secoli... Perciò, la cosa che decise di fare Edmé fu quella di intraprendere la sua carriera, quella che gli era stata destinata da subito.
A contatto con gli umani, aiutandoli con i loro problemi.

♱°•✥ᎧᏒᎥᏋᏁᏖᏗᎷᏋᏁᏖᎧ ᏕᏋᏕᏕᏬᏗᏝᏋ✥•°♱

𝕬𝖇𝖗𝖔𝖘𝖊𝖝𝖚𝖆𝖑 𝕼𝖚𝖔𝖎𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖙𝖎𝖈

Il termine abrosessuale si riferisce a un individuo che è sessualmente fluido, ossia che ha una sessualità fluida e/o in rapido cambiamento, che fluttua tra molti orientamenti sessuali diversi.
In effetti essendo un vampiro che ama circondarsi da altre persone, Edmé ha avuto una lunga serie di amanti, sia umani che mostri come lui. E in più, per tutto il periodo passato con Fingal, ha avuto delle forti tendenze poliamorose, ossia che aveva più compagni nello stesso momento.

Dopo l'esperienza con il suo creatore, Edmé ha capito molte cose, ad esempio di non tollerare la gelosia, vista come una limitazione alla propria libertà, sebbene possa essere lui stesso geloso, pur riluttante ad ammetterlo. Può non essere sempre fedele nei rapporti amorosi, ma tende a essere molto fedele in amicizia, poiché valuta attentamente e profondamente i propri legami. Disprezza le limitazioni e la pesantezza, è abile nel calcolo delle sue azioni e, se decide di intraprendere un'avventura, è risoluto nell'obiettivo.

Invece con quoiromantico si indica una persona che non è in grado di distinguere le proprie relazioni tra i diversi tipi di attrazione (ad esempio capire se si tratta di una cotta o di un vero e proprio innamoramento), di non essere sicuri di provare attrazione romantica o meno e/o di non sentire il concetto di "attrazione romantica" come rilevante per se stessi.

♱°•✥ᏒᏋᏝᏗፚᎥᎧᏁᎥ✥•°♱

𝕷𝖔𝖆𝖉𝖎𝖓𝖌

Sia per amicizie che relazioni vere e proprie, Edmé sarebbe disponibile (e io sarei molto contenta di chiacchierare sui rapporti tra gli oc lol).
Ma bisogna fare una piccola premessa. Edmé tende alla poligamia o a passare da persona a persona, è semplicemente nella sua natura da vampiro. Quindi direi che una relazione aperta sarebbe quella più adatta a lui. Ma se avete altre idee da proporre io ascolto volentieri.

♱°•✥ፈᏬᏒᎥᎧᏕᎥᏖᏗ✥•°♱

𝕬𝖇𝖎𝖑𝖎𝖙𝖆̀ 𝖁𝖆𝖒𝖕𝖎𝖗𝖎𝖈𝖍𝖊

Essendo stato trasformato circa 200 anni fa, Edmé col tempo ha sviluppato delle capacità tali dal essere un vampiro vero e proprio.
I vampiri come lui sviluppano diverse abilità tra cui:

Capacità sovrumane, come una forza tale dal poter sollevare da soli un uomo adulto da terra e lanciarlo attraverso una stanza, oppure far perdere i sensi a qualcuno con un solo colpo, il tutto con poco o nessun sforzo. I vampiri poi sono estremamente veloci, si muovono più velocemente di quanto l'occhio umano possa vedere.

Sensi estremamente raffinati, che permettono di vedere estremamente bene durante la notte, e di poter localizzare la loro vittima attraverso i loro sensi fuori dal comune. Ma non è che Edmé vada a caccia di vittime, perciò usa questa abilità in modo tutto suo.
I vampiri con i loro sensi possono sentire il battito cardiaco di una persona e vedere il sangue e l'attività cerebrale, e ciò nel caso di Edmé gli permette di capire quando una persona ha bisogno di aiuto. I vampiri in effetti hanno bisogno di una quantità molto piccola di sangue per dire l'età, la razza, il sesso, il gruppo sanguigno, lo stato di salute e le abitudini alimentari di una persona.

Capacità rigenerative soprannaturali, che consentono alla creatura di riprendersi da ferite che renderebbero permanentemente incapaci o addirittura ucciderebbero un umano. Il veleno, il soffocamento, il freddo estremo, l'invecchiamento, l'annegamento o la malattia non possono uccidere il vampiro, poiché la creatura è già morta.

Infine, Telepatia, ossia i vampiri possono leggere la mente delle altre persone. I vampiri più anziani possono leggere la mente anche dei vampiri più giovani e deboli, ma Edmé non è quasi mai a stretto contatto con la sua stessa specie quindi non ci ha tanto provato con loro. I vampiri possono anche usare la telepatia per "sussurrare", parlare con qualcuno attraverso la mente.

𝕻𝖑𝖆𝖞𝖑𝖎𝖘𝖙

𝕬𝖊𝖘𝖙𝖍𝖊𝖙𝖎𝖈/𝖘𝖙𝖞𝖑𝖊

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