1. Prologo
Erano passati ormai sei mesi da quando l’agente Hopps e l’agente Wilde avevano risolto il caso dei 14 animali scomparsi. Il Capitano Bogo si era dovuto ricredere sulla piccola coniglietta e su quella volpe… ma infondo a chi importava?
Le giornate passavano veloci ed era da qualche giorno che non c’erano più casi da risolvere per i due poliziotti… certo, per Nicholas Wilde era una pacchia, ma per Judy Hopps…
Bip Bip!
Due paia di lunghe orecchie grigie si rizzarono all’istante, il piccolo nasino rosa iniziò a muoversi freneticamente e le labbra s’incurvarono all’insù: era sicuramente l’allerta missione.
Con un balzo arrivò al pulsante, o almeno era quella l’intenzione.
«Era il mio cellulare» sghignazzò il collega, afferrandola per il colletto della divisa, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Diciamocelo, Nick si divertiva parecchio a fare scherzi a Judy, perciò aveva impostato la suoneria delle notifiche uguale al suono dell’allerta missione.
Bip Bip!
«Sempre il cellulare»
Bip Bop!
«Questo era il condizionatore. Sai, credo sia ora di cambiarlo…»
«Oh, Nick! Io non ce la faccio più!» la coniglietta cominciò a tamburellare la zampa destra sul pavimento, senza ascoltare la volpe. Poi ricominciò a parlare, camminando avanti e indietro. «Sono ormai… quanto tempo? Una settimana? Due? Tre settimane che non abbiamo una vera e propria missione! Ti ricordi l’altro giorno? Quando il signor…» si bloccò, accorgendosi che il compagno non la stava nemmeno calcolando, anzi, sembrava parlare da solo.
«… e poi fa caldo, quindi è un dovere prendere un condizionatore nuovo. Non credi?» Nick concluse il suo discorso e la guardò dritta negli occhi, quelle ametiste luminose che sin dalla prima volta l’avevano colpito.
Rimasero così per qualche secondo: lui aspettandosi una risposta e lei sconcertata.
«Non mi stavi nemmeno ascoltando!» sbottò lei, ricominciando a camminare in circolo. A quel punto la volpe saltò giù dalla sedia girevole e si avvicinò a lei, abbassandosi alla sua altezza e posandogli una zampa sulla spalla per fermarla, costringendola a guardarlo negli occhi.
«Carotina, in una parola, rilassati» Judy lo guardava come se fosse pazzo, così lui continuò: «Senti non ci sono sempre casi o problemi da risolvere, o meglio, non sono sempre casi o problemi per noi. Non siamo gli unici agenti di polizia qui alla centrale e lo sai anche tu… e poi siamo in estate, che è un sinonimo di va-can-ze!» scandì bene l’ultima parola, per farle capire meglio il concetto.
«Ma io non ce la faccio a rilassarmi!» Nick sospirò, ma prima che potesse aggiungere qualcos’altro, la porta del loro ufficio si aprì. Dall’uscio sbucò la testa di un grosso ghepardo, con una ciambella in zampa.
«Ben, non si usa più bussare?» scherzò la volpe, col suo solito sorriso sghembo.
«Scusate… il Capitan Bogo vi vuole nel suo ufficio, immediatamente» disse tutto d’un fiato Benjamin Clawuhauser. «Uff… cavoli… tutte quelle scale non fanno bene alla mia salute»
*
«Ci cercava, capitano?» chiese Judy una volta davanti al suo capo, cercando di contenere l’entusiasmo. Sicuramente li aveva convocati per un caso.
«Sì» rispose semplicemente il bufalo, sistemandosi gli occhiali. Con un cenno del capo li invitò a sedersi davanti a lui. «Come ben sapete, in questi ultimi giorni, non ci sono molti problemi nella nostra città. E considerando i vostri sforzi in questi ultimi sei mesi…» fece una breve pausa, guardando negli occhi i suoi agenti migliori, poi disse: «Ho deciso di concedervi una vacanza»
«Come?! No!» non ebbe il tempo di dire altro, perché una zampa le coprì la bocca, senza stringerla troppo, ma abbastanza da bloccarla.
«L’agente Hopps voleva dire che la ringrazia, come me signore, per questa sua scelta e che aveva proprio bisogno di una vacanza»
Il capo li guardò straniti per un momento, constatando se fosse davvero una buona idea mandarli in vacanza, ma poi affermò: «Perfetto. Io e gli altri, ma principalmente loro, sia chiaro, abbiamo deciso di regalarvi una vacanza. Partirete tra quattro giorni, fino ad allora avrete tutto il tempo per prepararvi. Da domani saprete tutto del posto, di quanto alloggerete e quelle cose li… è tutto, potete andare a casa a prepararvi» concluse congedandoli.
«La ringraziamo molto, signore, per la sua immensa generosità» disse la volpe.
Solo quando la porta dell’ufficio si chiuse alle loro spalle, Nick lasciò la presa dalla boccuccia della collega, che non aspettò un momento a parlare.
«Ma cos’hai fatto?!» Sbraitò lei, ma lui non si scompose, anzi, le sorrise ancora di più. «Accettare di andarcene da qui?! Ti rendi conto?! Potrebbe succedere qualcosa! Un caso, un emergenza… potrebbero aver bisogno di noi!»
Nick la guardò con uno sguardo affranto, mettendosi una zampa sul cuore: «Ho commesso il più grande crimine che qualcuno potesse fare: non ho impedito al mio capo di mandare me e la mia partner in vacanza… come minimo devono sbattermi in prigione per il resto della mia esistenza» si mise una zampa sulla fronte, col fare teatrale, ma, vedendo la faccia di Judy, si ricompose e, serio, disse: «L’ho fatto per il nostro bene, soprattutto per il tuo bene»
«Per il mio bene?! Io sto bene solo se…!» venne interrotta dalla volpe che affermò: «Solo se stanno bene gli altri? Consumando le tue energie saltando e correndo da una parte all’altra? Carotina, al corpo serve riposo, a te serve riposo»
«Ma mi riposo durante la notte…» cercò di ribattere lei, ma, osservando lo sguardo del collega, notò una punta di preoccupazione.
Infondo Nick aveva ragione: una breve vacanza non poteva farle altro che bene.
Sospirò e quello bastò al collega per capire che aveva vinto, infatti sorrise soddisfatto.
«Brava la mia coniglietta» affermò accarezzandole la testolina morbida, per poi dirigersi verso la macchinetta delle bibite.
«Aspetta! Il Capitano Bogo ha detto che la nostra vacanza inizia ora… ma la partenza è lunedì. Che facciamo in questi quattro giorni?» Chiese Judy, mentre lui apriva la lattina di coca cola che aveva appena acquistato.
«Beh, potremmo starcene nel mio appartamento a riempirci di bibite e pop corn, guardando tutti i film che ci vengono in mente…» iniziò lui, ma, vedendo lo sguardo quasi scandalizzato della sua partner, gli venne un’altra idea. Ah, quella coniglietta non era tipo da ‘me ne sto tutto il giorno sul divano non facendo assolutamente nulla’. «…oppure tu vai a trovare i tuoi genitori, è da due mesi che non li vedi, no? Mentre io sto in appartamento a ubriacarmi di Coca Cola» concluse bevendo un sorso.
Judy ci pensò un momento, non era una cattiva idea, ma la scena di un Nick con un indigestione per via delle schifezze che aveva ingurgitato le balenò in mente: non voleva assolutamente lasciarlo da solo, così disse: «Vieni con me»
Come risposta la volpe sputò il sorso che aveva appena bevuto, colto alla sprovvista.
Angolo autriciola
Buon giorno (o sera dipende da quando leggete sta fic... se la leggerete) Per chi non mi conosce mi chiamo Crazy_Moon121, conosciuta anche come Vale! :D
Allora, partiamo dalle basi.
Come mi è venuta in mente sta fan fiction? Non ne ho la più pallida idea! So solo che la mia mente è molto bakata e che quindi fa tutto da sola...
Perché una fiction proprio su Zootropolis? Be, perché semplicemente ho amato quel film sin da subito! E ho amato sin da subito Nick e Judy insieme -ma soprattutto Nick ehheheheeh- quindi... puf! (?)
Va bene, ora vi lascio, spero che questa storia piacerà almeno a una persona ç-ç
Baci, Vale ❤
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top