𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲: 𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾 𝖾 𝗀𝗎𝖾𝗋𝗋𝖺

Dire che Helen era preoccupata era dire poco. Non aveva mai considerato l'idea che Aslan potesse tornare ed era stata stupida a non farlo. Era ovvio che i Re avrebbero cercato il suo aiuto, no? Come aveva fatto a non pensarci? Era così che avevano vinto, l'ultima volta. Aslan aveva ingannato sua sorella e lei da stupida ci era cascata in pieno.

Helen si ricordava quella notte; Jadis le aveva permesso di uscire dal castello per mostrarle quanto fosse potente e come lei vincesse contro ogni suo nemico. Come poteva vincere anche contro un'antica profezia. Helen era andata con lei a sacrificare il Leone, e per tutta la sera era rimasta lì ferma, tra le creature che esultavano la vittoria di sua sorella, zitta, spintonata da una parte all'altra. Si ricordava di portare uno scuro velo di pizzo davanti al viso, che le faceva vedere tutto male e sfocato. Quando quella sera era tornata al castello, aveva ascoltato Jadis parlare per ore e ore del suo potere, e di come si teneva un Regno sotto il proprio controllo. E il suo trucco, quello che lei diceva che le garantiva di regnare, era giusto: essere temuti.

Ma ad ogni modo, Aslan non sarebbe stato un grande problema. Sicuramente, dopo la battaglia, avrebbe salutato Peter e gli altri e se ne sarebbe andato di nuovo, perso nel tempo, finché qualcos'altro, di altrettanto grave, non lo avrebbe richiamato lì. E il Regno di Helen non sarebbe stato come quello della sorella.

Per non pensare più, Helen si lavò, mettendosi un nuovo vestito rosso fuoco e iniziando a pettinarsi i capelli con il pettine di legno che Trufflehunter le aveva costruito tempo prima. Sulla sua branda c'era un corpetto di metallo, che si sarebbe messa più tardi come armatura. Mentre si intrecciava le ciocche davanti al viso in delle piccole trecce, qualcuno bussò alla porta.

Helen si girò, aspettando di trovarsi davanti Susan o Lucy, con le quali condivideva la stanza e che erano uscite quella mattina presto appena si erano alzate. Invece, sulla porta, senza armatura e con una vecchia maglia stracciata, si ritrovò Edmund.

<<Oh>> disse solo lui, fissando Helen. Lei strinse gli occhi, fissandolo. <<Hai bisogno di qualcosa?>> domandò, chiudendo la treccia con uno spago e intrecciandola con l'altra dietro la nuca. <<Sono pronta, metto solo il corsetto. Sono già qua?>>.

<<No>> rispose Edmund dopo qualche secondo, come se si fosse ripreso da un momento di distrazione. <<No, manca ancora un po'. Ero, ehm, venuto per vedere se avevi tutto>> indicò l'armatura sul letto.

<<Va bene. Lucy e Susan sono già andate?>> chiese.

<<No, sono con Caspian, si stanno preparando. Peter si sta mettendo l'armatura con Trumpkin>>.

Helen rimase ferma a guardarlo, imbarazzata. Cosa voleva ancora?

<<Senti>> incominciò il ragazzo, entrando nella stanza e chiudendo la porta <<mi... mi dispiace per come ti ho trattata finora>> continuò, e ogni parola che pronunciava sembrava forzata, come se qualcuno gli stesse puntando un coltello alla gola e lui fosse obbligato a parlare. <<non è stato giusto. Scusa>>.

Helen si stranì, posando il pettine sulla sporgenza di roccia di fianco allo specchio e avvicinandosi al ragazzo. <<Scusa?>>.

Edmund parve mordersi la lingua, ma poi annuì. <<Si. Ho detto che mi dispiace. Scusa. Non dovevo trattarti così>>.

Helen incrociò le braccia. <<Non ci credo>> ribattè. Edmund parve confuso. <<Cosa significherebbe che "non ci credi"?>>. Helen fece spallucce <<Non ci credo. Che ti scusi. Fino a ieri mi insultavu e basta e adesso ti scusi? Nah, non me la bevo. Chi ti ha preparato il discorso? Peter o Susan? Perché non era da te>>. Edmund sbuffò, sembrava divertito. Si mise seduto sul letto di Helen, sul quale c'era il corsetto. <<Tu non sai niente di me>>. La mora si mise di fianco a lui, accavallò le gambe e guardò dritto davanti a sé, verso la parete. <<Immagino di no>>.

Edmund si girò verso la ragazza, in silenzio. Nessuno dei due parlò, mentre Helen continuava a fissare il muro, sentendo però gli occhi di Edmund puntati su di lei. La voglia di girarsi verso di lui era tanta, ma non poteva permettersi di fare sbagli. Era a un passo dalla vittoria; avrebbero sconfitto i Telmarini e poi loro se ne sarebbero andati via. Aslan sarebbe nuovamente sparito e Helen avrebbe fatto di Caspian un suo servitore, magari un cavaliere. Avrebbe regnato e tutto sarebbe tornato al suo posto. Niente più gelo o neve, solo una calda e lunga stagione solare, con qualche giornata di pioggia tanto in tanto. Nessun animale congelato e nessun Satiro che viveva nella paura. E poi lei, al trono. Con il suo palazzo, come avevano regnato Peter, Edmund, Susan e Lucy durante l'Era d'Oro. Tutti avrebbero conosciuto il suo nome e sarebbe stata la miglior Regina degli ultimi millenni.

Si girò lentamente verso Edmund che si schiarì la voce <<Senti, è meglio se noi due andiamo, ci staranno->>.

Ma Helen non gli permise di finire la frase. Qualcosa dentro di lei le disse che andava bene, che non era un problema. Così si sporse in avanti, zittendo Edmund e premendo le labbra contro le sue, baciandolo. Al ragazzo gli ci volle un attimo per realizzare la cosa e per un secondo Helen pensò che si stesse per tirare indietro e che lei aveva fatto un grosso errore. Invece Edmund si avvicinò a lei, ricambiando il bacio e posandole la mano sul fianco destro, avvicinandola a sé.

E per qualche minuto, mentre stringeva la vecchia maglia del ragazzo, Helen si sentì come se non ci fosse nient'altro al mondo. Come se non vi fosse un Regno su cui regnare, come se per tutti quegli anni lei non fosse stata prigioniera di una vita che non le apparteneva. Non sentiva più niente, se non le morbide labbra di Edmund sulle sue e la sua mano che la stringeva. E Helen non poteva immaginarsi niente di meglio, nessun altro posto in cui voleva stare in quel momento.

Sbam.

Edmund scattò come una molla, allontandosi in meno di un secondo dall'Ibrido, che rimase seduta sul letto, passandosi una mano sulle labbra arrossate.
Sulla porta Trufflehunter passava lo sguardo da Edmund a Helen, un'espressione indecifrabile dipinta sul volto peloso.

Helen si alzò, passandosi le mani sul vestito e incrociando le braccia, un'espressione seria sul volto. <<Allora? Perché sei qua?>> gli chiese fissandolo.

<<Ahm, sì, certo, certo>> borbottò Trufflehunter passandosi le zampe sul muso e poi guardando in faccia Helen, che inarcò le sopracciglia per intimarlo a parlare. <<Sua Maestà Peter comunica al Re Edmund di prepararsi, per il combattimento. E di scendere subito, anche a te, Helen>>.

Lei annuì. <<Vai a dirgli che stiamo arrivano. Separatamente>> gli disse la mora, sibilando l'ultima parola per essere chiara. Il Tasso fece di sì con la testa, scattando giù per le scale appena Helen mise la mano sulla porta. Poi si girò verso Edmund, che guardava il punto dove Trufflehunter era appena sparito. <<Vado a prepararmi>> biascicò, passando di fianco alla ragazza velocemente e scendendo le scale senza neanche guardarla in faccia.

Helen sospirò, prendendo il corsetto e infilandoselo, stringendo le corde finché non le fu difficile respirare. Passò per qualche minuto le mani fra i lunghi capelli lisci, fissandosi allo specchio. Aveva ancora le labbra un po' arrossate, ma nessuno ci avrebbe fatto caso.

Prese il suo coltello da sotto il cuscino, dove lo aveva messo la notte precedente, poi scese con tranquillità le scale, fino ad arrivare all'entrata della Tomba, dove si erano già reuniti tutti.

La maggior parte del popolo di Narnia era già fuori, ma Peter era ancora lì, fermo, con di fianco Edmund, che evitava la sguardo di Helen in tutti i modi possibili. Helen si limitò ad avvicinarsi, guardando Peter. <<Non avere pietà contro Miraz>> lo raccomandò <<che lui vinca o meno, c'è una grande possibilità che il suo popolo ci attaccherà finito lo scontro. Quell'uomo deve morire, non m'importa chi lo uccide>>.

Peter annuì, anche se pareva un po' incerto. Sospirò, scaldando le spalle con movimenti circolari. <<Sono pronto>> affermò infine, prendendoa spada che il centauro gli porgeva. <<Possiamo andare>>.

Peter fece qualche passo avanti, iniziando a camminare lentamente verso l'uscita; Edmund lo affiancò, mentre Helen si scambiava uno sguardo con il centauro, che acconsentì alla silenziosa richiesta della ragazza a salirci in groppa. Helen fece un piccolo sorriso per ringraziarlo, poi, prendendo la sua mano che la aiutò a mettersi in sella, salì. Sistemò elegantemente le gambe dalla stessa parte, tenendosi al dorso della creatura mentre essa avanzava dietro ai due Re.

Quando uscirono, si sentì un gran fracasso. Il popolo di Narnia che era fuori sul prato iniziò ad esultare, alzando le spade o semplicemente le mani. Quando raggiunsero lo spiazzo dove Peter e Miraz avrebbero combattuto, il Centauro si mise di fianco, vicino a una colonna.

Edmund porse la spada dentro il fodero e Peter, che prese il manico e la tirò fuori, mentre un nuovo coro di esulti e applausi veniva dagli abitanti. Peter si scambiò un'ultima occhiata con il fratello, poi camminò verso Miraz, che si sistemò sul viso un'agghiacciante maschera che fece venire a Helen i brividi; le ricordava il viso lungo a aguzzo di sua sorella.

Mentre Peter e Miraz si guardavano, girando lentamente in tondo, Helen scese dal centauro ringraziandolo di nuovo per averle permesso di salirgli sopra. Affiancò Edmund in silenzio, rigirandosi il coltello fra le mani, e fece appena in tempo a raddrizzare la schiena e sistemarsi il corsetto che Peter e Miraz iniziarono a combattere.

Inizialmente non fu niente di speciale: Peter cercava di colpire Miraz, e questo parava con lo scudo, poi si invertivano gli ruoli. Continuò così per un po', finché Peter non riuscì a colpire Miraz sulla schiena e farlo sbilanciare un avanti, facendolo cadere vicino a una roccia. Lo zio di Caspian si rialzò in fretta, tirando qualche colpo con la spada verso Peter. Quando fu abbastanza vicino riuscì a colpire il Re con lo scudo, facendogli cadere l'elmo.

Edmund si girò verso Helen, che ricambiò lo sguardo e alzò l'angolo del labbro destro, facendo spallucce. <<Io non mi preoccuperei più di tanto. È solo un elmo>> gli fece notare.

<<Non ho detto niente>> si difese il ragazzo tornando a guardare il combattimento. <<ti ho solo guardata>>.

Peter riuscì a colpire il polpaccio di Miraz e vista la quantità di sangue sulla punta della spada di Peter era anche un taglio piuttosto profondo. Rimasero fermi per una decina di secondi, poi Peter si scagliò contro Miraz, che lo colpì alle gambe facendolo cadere sulla schiena, lontano dalla vista di Helen ed Edmund.

Miraz si avvicinò a Peter, che cercò di colpirlo con la spada svariate volte, ma il suo avversario riusciva sempre a coprirsi con lo scudo. Ancora per terra, il biondo fece per alzarsi, ma Miraz alzò il pesante piede coperto dall'armatura, lasciandolo cadere sul bordo dello scudo di Peter. Helen non vide bene, ma le parve di vedere il braccio di Peter piegarsi -dal lato sbagliato- parecchio. Fece una smorfia. <<Ahia>>.

L'urlo di Peter rimbombò per tutta la pianura ed Edmund si girò nervoso verso il popolo di Narnia, fingendo un sorriso, come se l'osso di suo fratello non avesse appena minacciato di uscirgli dal braccio. Il Re, però, si riprese presto, rotolando lontano da Miraz che cercava di colpirlo con la spada. Alla fine, riuscì a farlo inciampare a passargli sotto, rialzandosi in piedi con la spada sguainata. Anche Miraz si rialzò, ma un cavallo in lontananza, appena uscito dal sottobosco, con Susan e Caspian sopra.

<<E Lucy?>> sussurrò Edmund. Helen sapeva che non era una domanda per lei, ma si girò comunque verso di lui. <<Magari ha trovato il vostro amico. Se arriva ci salva la pelliccia, no?>>.

<<TRE!>> ruggì nel frattempo Miraz, girandosi e dando le spalle al popolo di Narnia. Peter sembrò accasciare le spalle massicce, poi si girò anche lui e li raggiunse. <<Tre cosa?>> domandò Helen, che si era distratta.

<<Minuti>> rispose distrattamente Peter, avvicinandosi a Susan e Caspian, che erano appena scesi da cavallo. <<Lucy?>>.

<<Ce l'ha fatta. Con un piccolo aiuto>> rispose Susan facendo un sorriso a Caspian.

<<Ah, ti sei reso utile finalmente>> commentò Helen ironica. Caspian si girò verso di lei, una finta espressione stupita in faccia. <<Prego? Sono stato più utile io che tu, da quando sono arrivati>>. Helen incrociò le braccia sotto il seno, trattenendo una risata. <<Saresti morto di freddo la prima notte, senza di me, Principino. E poi->>.

<<Va bene, basta. Non abbiamo tempo per questo>> li interruppe Edmund, guardando Peter. <<Stai bene?>>.

<<Ed, non ti preoccupare. Ho tantissimo tempo anche per te, se è questo che ti preoccupa>> canticchiò allegra Helen, rivolgendogli un sorriso smielato.

Lui la ignorò, ma solo perché Peter gli mise il braccio non ferito sulla spalla. <<Sto bene, più o meno. Grazie, Caspian>>.

<<Figurati. Tu eri impegnato>>.

<<Va bene, adesso andate. Comunque vada, dubito che gli abitanti di Telmar manterranno la parola>>.

Susan si avvicinò per abbracciare Peter, che sibilò per via del braccio. <<Scusami>> disse subito la sorella, allontanandosi subito dopo con il cavallo. Peter si scambiò una parola con Edmund, poi si girò e alzò la spada verso il popolo di Narnia, che esultò fortemente.

Poi si mise seduto, mentre Caspian lo aiutava a fasciare il braccio ferito. Helen era davanti al biondo, le braccia conserte. Peter si lamentò quando Caspian mosse il gomito, quindi si allontanò per prendere qualcosa da usare come benda.<<Penso sia slogato>> grugnì Peter.

Helen lo osservò, mentre Edmund si avvicinava a loro. <<Cosa credi che succeda a casa?>> domandò all'improvviso Peter, rivolto al fratello <<se... se noi moriamo qua?>>.

Il volto dell'Ibrido si riempì subito di genuino interesse. <<Immagino che spariate semplicemente. Quale sarebbe il problema?>> si inserì, senza veramente sapere di cosa stessero parlando.

<<Beh, siamo iscritti a scuola e la nostra scomparsa sarebbe sicuramente riconosciuta...>> incominciò Peter, ma si interruppe quando vide Miraz alzato, che prendeva la spada in mano. <<Senti Ed, tu ci sei sempre stato e->>.

<<Tienitela per dopo>> tagliò corto Edmund mettendo a posto il suo braccio con un colpo secco.

Peter si alzò, e non appena si avvicinò a Miraz, che rifiutò l'elmo in imitazione di Peter, rincominciarono a combattere come se non avessero mai smesso. Il biondo sembrava preso da un'improvvisa adrenalina, come se il suo braccio non fosse stato ferito appena cinque minuti prima.

<<Pensi davvero che Lucy troverà Aslan?>> domandò Helen, mentre Peter tirava lo scudo in testa a Miraz. Edmund si mosse a disagio dentro l'armatura, come se non lo sapesse nemmeno lui. Poi annuì. <<Si, certo, lo trova di sicuro. Anzi, lo avrà già trovato. Staranno arrivando>>.

<<Hah, immagino. Chissà quanti abitanti di Narnia hanno pregato che tornasse dopo che voi ve ne siete andati. Lucy è la sua padroncina per caso?>>.

<<Qualcosa del genere>> tagliò corto il ragazzo, mentre Peter spingeva Miraz sul pavimento. Helen doveva essersi persa un pezzo, perché sembrava che il Re di Telmar fosse in evidente difficoltà.

<<Ah, ci siamo. Finalmente>>.

Peter teneva la spada alta, pronta per trafiggere il collo del Re di Telmar. Poi, quando sembrò finalmente intenzionato ad ucciderlo, si girò. Helen inarcò le sopracciglia e un attimo dopo Peter porse la sua spada verso Caspian, che avanzò lentamente verso di lui. Helen aspettò, impaziente, che anche Caspian si decidesse ad uccidere Miraz una volta per tutte.

Intorno a loro c'era silenzio. L'uniche cose che Helen riusciva a sentire erano lo scalpiccio degli zoccoli dei cavalli e il respiro di Edmund, di fianco a lei. Per un attimo, tutto intorno a lei si fermò. Come se Caspian non avesse chiamato i Re e le Regine, come se lei fosse ancora sdraiata sul prato, ad ascoltare il canto degli uccelli. Quando il suo problema più grande era decidere che zuppa far preparare a Trufflehunter per cena e quando il pomeriggio passava le giornate con lui a raccogliere funghi e insultarlo per essere lento. Quando la sera si sdraiava a guardare le stelle per addormentarsi, chiedendosi se un giorno qualcosa sarebbe cambiato. Dei tremila anni passati, quelli erano stati i migliori. Si era fatta perdonare dagli abitanti di Narnia e viveva con loro una vita che si poteva definire, in un modo o nell'altro, tranquilla. Non doveva eseguire gli ordini di sua sorella e non doveva nascondersi dai Sovrani di Narnia.

Qualcosa le colpì la tempia, e mentre il filo di pensieri di Helen veniva interrotto dal dolore, l'ultima cosa che sentì fu il terreno sotto di lei, sul quale veniva trascinata bruscamente.

! angolo autrice ¡

soo, sono viva :)

letteralmente con un mese di ritardo ma ho scritto il capitolo tutto d'un fiato e all'ultimo mi sono bloccata e non l'ho più toccato per due settimane 🤞🏻

btw l'importante è avercela fatta.

spero che il bacio non vi abbia preso troppo alla sprovvista, perché le enemies to lovers io le adoro quando la parte "enemies" non dura due secondi ma allo stesso tempo c'è attrazione.

quindi basically don't worry ho intenzione di lasciarli per le loro ancora molto.

+ spero di averlo scritto bene (il bacio) perché la sottoscritta non ha una grande esperienza al riguardo se non gli audio *scandalosi* che le manda la sua migliore amica.

love y'aalll
-mayybe

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