𝗾𝘂𝗮𝘁𝘁𝗿𝗼: 𝖼𝗁𝗂 𝖺𝗏𝖾𝗏𝖺 𝗋𝖺𝗀𝗂𝗈𝗇𝖾?
Alla fine l'avevano convinta a fare più di godersi lo spettacolo, ma se lo aspettava. E in ogni caso li avrebbe aiutati comunque, anche se non tutto stava andando come aveva pensato. Non erano proprio tipi svegli come aveva dedotto all'inizio, anzi, erano piuttosto testardi.
Aveva accosentito ad aiutarli a mantenere l'effetto sorpresa finché potevano, poi li avrebbe aiutati dall'alto, utilizzando i suoi poteri per aiutare chiunque fosse in difficoltà. Nel frattempo poteva guardate come si organizzavano quelli di Telmar, così magari non sarebbero stati del tutto impreparati la volta dopo, che Helen era sicura ci sarebbe stata.
Il Grifone su cui era montata poco prima sfrecciava nel cielo stellato, a fianco di quello di Edmund, che però era sorretto dagli artigli della creatura, in modo che potesse lasciarlo su una delle torrette con facilità. Aveva uno strano attrezzo, come lo aveva chiamato? Torcia. Era come una fiaccola, solo che produceva luce da sé. Strano - aveva pensato per prima cosa Helen, e la curiosità per l'Altro Mondo cresceva sempre di più. Non c'era nemmeno del fuoco dentro, ma nessuno si era scomodato per spiegarle la funzione.
Quando il castello iniziò ad essere vivido nonostante il filo di nebbia che lo avvolgeva, Helen diresse il Grifone più in alto, verso le torri più elevate. Quando le raggiunse si concentrò sulle guardie, guardandole attentamente per qualche secondo. Strinse i punti, scaldando la corrente intorno a loro fino a farla diventare insopportabile, finché non svennero tutti. Fece un piccolo sorriso di vittoria, poi guardò gli altri. Caspian, Susan e Peter erano già entrati come previsto, mentre Edmund si era appoggiato al cornicione, facendo girare la torcia fra le sue mani; non rimaneva che aspettare.
Helen scrollò le spalle e tornò ad esaminare con lo sguardo le guardie che aveva fatto svenire, ripensando ai suoi poteri. Era da molto tempo che non li usava così tanto e doveva ammettere che la sera prima aveva fatto più sforzi di quanti se ne ricordava, per mettere su lo spettacolino di luci. Nonostante ciò, non si era mai sentita così bene; aveva respinto l'impulso di lasciarsi andare da troppi anni.
Un rumore risuonò nell'aria e la ragazza si girò verso di esso, appena in tempo per vedere Edmund sporgersi verso il basso, la torcia sotto gli occhi di una guardia. <<Idiota>> borbottò Helen, facendo cenno al Grifone di avvicinarsi. La guardia nel frattempo prese in mano la torcia, che improvvisamente si accese, mentre un rumore risuonava nell'aria. Il soldato si guardò intorno confuso; Edmund gli saltò sulle spalle, attaccandolo, nello stesso momento in cui Helen scendeva dal grifone con un balzo, atterrando di fianco ai due.
Peter sbucò dal castello, correndo verso l'entrata. <<Ora Ed! Ora! Dai il segnale alle truppe!>> urlò. Edmund parò un colpo dalla guardia. <<Sono un po' occupato, Peter>> gridò di rimando. Helen addocchiò la torcia per terra, così la prese in mano, sporgendosi dai due merli del castello. Iniziò a guardarla, trovano... come lo avevano chiamato? L'interruttore. <<L'interruttore>> borbottò, schiacciandolo. <<Non funziona!>> urlò frustrata. <<Devi spingere in su!>> le rispose Edmund, parando un'altro colpo dalla guardia. Helen lo fece, sentendo un piccolo click. Ma non successe nulla. <<Continua a non funzionare!>> sbottò, iniziando a colpire il muretto con essa, provando di tanto in tanto ad accenderla. Edmund atterrò la guardia dandogli una forte botta in testa, poi si avvicinò ad Helen, prendendole dalle mani la torcia. <<L'hai rotta>> le disse battendola sulla sua mano. <<Io? Già non funzionava quando la ho presa in mano!>> ribattè lei incredula, guardandolo storto.
Edmund la ignorò, indicandole le sue mani. <<Accendi e spegni un fuoco velocemente, così li avvertiamo>>. Helen gli rivolse un finto sguardo dolce. <<Sbaglio o significava "ritirata"? Si confonederanno!>>. <<Provaci!>> sbottò Edmund. Helen sbuffò, ma nello stesso momento in cui accese una fiamma fra le mani, la torcia si accese.
Appena videro la luce, gli abitanti di Narnia scoppiarono in un unico, grande, urlo: <<PER NARNIA!>>. Il cancello è il pontile erano entrambi aperti, pronti per far entrare le creature che arrivavano di corsa. Helen tornò a sporgersi, controllando che sotto di lei ci fosse il Grifone, poi fece l'occhiolino a Edmund e si buttò giù, atterrando sul dorso della creatura, che la portò al centro della battaglia, solo circa venti metri più in alto.
Evocò il fuoco che si accese fra le sue mani, poi si alzò in piedi, mantenendo attentamente l'equilibrio. Si guardò intorno, cercando un modo per aiutare senza abbrustolire i suoi alleati. Addocchiò degli arcieri che puntavano in basso, quindi si concentrò su di essi, mentre delle urla comandavano loro cosa fare. Appiccò un fuoco sulla prima fila, che si guardò intorno, confusa. Helen, con un abile gesto della mano, lo fece correre lungo la fila di soldati, che iniziarono a scappare da lì.
<<HANNO UN DEMONE! HANNO UN DEMONE!>>. Le grida si sparpagliavano man mano che la gente la notava e lei diventò presto il loro nuovo bersaglio. <<Un demone>> borbottò fra sé e sé lei, girandosi verso una seconda fila di arcieri, appiccando il fuoco anche verso di loro. Dopo qualche minuto, qualcuno chiamò il suo nome, quindi lei si girò verso la voce, che riconobbe come quella di Edmund, appena in tempo per farsi colpire al fianco da una freccia. Un attimo dopo il Re scivolò sul tetto, facendo cadere giù l'arciere che l'aveva colpita. L'Ibrido tese la mano, accendendo anche lì delle fiamme, sentendo il sangue scorrere fuori dalla ferita, mentre Edmund scappava verso la torre più vicina. Infine si guardò la pancia, facendo una smorfia di dolore alla vista del profondo taglio che le era rimasto, il vestito sgualcito e insanguinato. Una seconda freccia puntò su di lei, questa volta proveniente dal piccolo balcone su cui c'era quello che Helen riconobbe come Miras. La freccia però finì tra le delicate mani della ragazza, che la afferrò di getto prima che potesse colpirle il viso. <<Principianti>> gli urlò contro, afferrando in tempo una terza freccia che arrivava da destra. Grazie per i riflessi sovrannaturali, mamma- pensò.
<<RITIRIAMOCI!>>. La voce di Peter risuonò nell'aria, mentre, dietro all'ibrido, un Bufalo teneva il pesante cancello aperto. La ragazza si guardò intorno, cercando con lo sguardo Edmund, che era scomparso subito dopo aver spinto giù dalle mura il soldato che la aveva ferita. Dopo qualche secondo lo trovò su una delle torri più esterne del castello, probabilmente con le guardie dietro la porta sbarrata che si ritrovava davanti. <<Andiamo>> borbottò al Grifone, indicandolo con la mano. Si sedette sul suo dorso, tappando la ferita con la mano e mordendosi il labbro per non lamentarsi. Arrivarono sotto alla torre appena in tempo, poiché si sentì la porta spalancarsi. La testa di Edmund fece capoliena e tirò un sospiro di sollievo quando vide Helen. L'ibrido si spostò più avanti che poteva per fargli spazio, poi Edmund si buttò giù, atterrando dietro di lei. Il Grifone partì in volo appena sentì il peso sopra di lui, dirigendosi verso il ponte, che nel frattempo si stava alzando.
Edmund mise la mano sopra quella di Helen, cercando di aumentare la pressione sulla ferita per far uscire meno sangue. <<Fa male?>> chiese poi. <<No>> rispose con un rantolio Helen, sforzandosi di fare uno dei suoi soliti sorrisi ironici. <<No, figuati>>. Si appoggiò a Edmund, i denti ancora affondati nella carne delle sue labbra. Lo vide alzare gli occhi al cielo e, con un comportamento più che riluttante, allacciarle l'altro braccio intorno alla vita. <<Ti curiamo appena arriviamo>> le disse solo. Helen rise piano, scuotendo la testa. <<E ci mancherebbe>>.
Volarono sopra il campo di battaglia e si sporsero entrambi per guardare. I soldati erano tutti a terra, morti, così come la gran parte degli abitanti di Narnia, di fianco al cancello. Helen si fece sfuggire un verso di frustrazione. <<Tutte morti che potevamo evitare>> fece notare. Il Grifone superò le mura, poi raggiunse quello che erano rimasti stando al passo con la corsa dei cavalli. Solo quando furono in un punto abbastanza fitto del bosco rallentarono, mentre i Grifoni atterravano sul terreno fresco, continuando a passo lento. Quando successe, Helen fece una smorfia di dolore, scostando la mano dalla ferita per controllarla. Di fianco a loro, Peter si sporse dal cavallo <<Lucy potrà curarti. Ora è meglio se sali su un cavallo>> le disse osservando la ferita. Fece cenno a un equino di avvicinarsi, poi fece fermare le creature, dicendo che avevano qualche minuto di riposo. Helen strinse i denti e scese dal grifone con l'aiuto di Susan, poi montò in sella al cavallo con una smorfia. Edmund salì subito dopo di lei, tendola come faceva sul grifone.
<<Peter, passami una fascia>> gli disse osservando il taglio. <<Fermiamo il sangue, perlomeno>>. Il biondo annuì, tirando fuori dalla borsa di pelle che aveva attaccata alla sella delle vecchie bende, per poi lanciarle a Edmund.
Lui le prese al volo e poi ne strinse un paio attorno alla vita di Helen, che evitò di lamentarsi ancora di più.
Quando ripartirono, l'Ibrido si appoggiò al petto del ragazzo, cercando in tutti i modi di non fare caso al freddo. <<Voi umani sareste già morti>> borbottò. Iniziava a sentirsi meglio, nonostante fosse ancora stanca. Non ricevette risposta e guardandosi intorno notò che molti animali erano appisolati sul dorso dei più grandi, che avanzavano lentamente. Caspian e Peter camminavano fianco a fianco in silenzio, facendo strada. Susan si era appisolata in posizione eretta e Helen notò anche Ripicì riposare sul cavallo di un vecchio, che stava proprio dietro al Principe. La ragazza chiuse piano gli occhi, stanca, e presto si addormentò.
<<Siamo arrivati>>.
Helen aprì gli occhi lentamente, sorridendo appena vide che in cielo splendeva il sole. Smontò da cavallo con un piccolo salto e si osservò la fasciatura provvisoria; avrebbero dovuto cambiarla a breve, ma il fatto che fosse per metà demone aveva migliorato la situazione. Percorse il tratto mancante barcollando un po', ma quando raggiunsero l'entrata alla tomba, dove Lucy li guardava preoccupata, sorrideva. A differenza di Caspian e Peter.
<<Che cosa è successo?>> chiese Lucy avvicinandosi. <<Chiedilo a lui>> sbottò Peter indicando Caspian. <<Peter...>> provò ad intervenire Susan, ma il Principe la interruppe, rivolgendosi al biondo. <<A me? Dovevi lasciar perdere, il tempo c'era>>.
<<No, non c'era, grazie a te. Se tu avessi rispettato il piano quei soldati forse sarebbero ancora vivi>>.
<<E se tu fossi rimasto qui come ti avevo suggerito lo sarebbero di sicuro!>>.
<<Ti ricordo che ci hai chiamati tu!>>.
Caspian fece una smorfia. <<Il mio primo errore>> sibilò.
Helen tirò in alto la mano, scuotendola fortemente e zittendendo entrambi i ragazzi. <<Ora non è più importante che io e Caspian avevamo ragione. Piuttosto, date a Trumpkin qualcosa, altrimenti non lo recuperiamo. E trovatemi una fasciatura che decente e non uscita da mille anni di riposo, che altrimenti la ferita non si chiude più>> ordinò scuotendo distrattamente la mano.
Mentre Lucy aiutava il Nano, Trufflehunter si avvicinò ad Helen e le mostrò delle bende, indicandole con il muso l'interno della tomba. Lei non disse nulla e lo seguì esibendo una smorfia diversa ad ogni movimento. Fu solo quando lei e il Tasso arrivarono alla sua stanza che si rese conto che Edmund era lì con loro. Non disse nulla, limitandosi a sedersi sulla brandina e lasciar fare all'amico.
<<Ci aiuterai ancora, giusto?>> chiese Edmund dopo qualche minuto, mentre la ferita della ragazza veniva medicata. Lei sbuffò. <<Perché non dovrei?>> chiese un po' curiosa, iniziando a dondolare piano i piedi. Erano davvero preoccupati per quello? Avevano perso gran parte dei loro soldati e quello di cui si preoccupavano era averla dalla loro parte?
Edmund parve preso alla sprovvista e indicò con un gesto pigro la ferita. <<Non è niente>> lo tranquillizzò Helen, anche se era ben consapevole che aveva più paura che lei non li aiutasse più, invece che aver paura per la sua salute. Come al solito non arrivò risposta da parte del ragazzo, ma rimase comunque lì impalato, come se stesse aspettando qualcosa. Helen, dal suo canto, cercava di guardare da qualcunque parte che non fosse lui.
Aveva notato che era estremamente attraente. Lo diceva un po' per tutti i bei ragazzi che incrociava in giro, a dire il vero, ma non aveva mai avuto una vera e propria conversazione con questi. Anche Peter e Caspian non erano male, certo, ma non era attratta da loro come lo era dal moro che aveva davanti, e la cosa non poteva darle altro che fastidio.
<<Fatto>> commentò infine Trufflehunter, arricciando il naso e scrutando il suo lavoro con occhi orgogliosi. <<Grazie>> borbottò Helen, alzandosi <<domani la ferita sarà già chiusa, se hai fatto un bel lavoro e se sta sera mangio>>.
Il Tasso annuì, poi trotterellò fuori dalla stanza ed Helen si girò verso il freddo muro di pietra, guardandosi distrattamente le unghie e risedendosi sul letto con uno sbuffo.
<<Hai qualche idea su cosa fare ora?>>.
Helen sobbalzò, borbottando un <<Per Aslan>> mentre si girava e guardava il ragazzo con sguardo torvo; era convinta che se ne fosse andato. <<No, visto che non avete dato ascolto a me e Caspian. Ci hanno dimezzati e si stanno preparando per attaccarci>>.
Edmund sbuffò e si lasciò cadere di fianco all'Ibrido, che si allontanò un attimo dopo, con un saltello improvviso. <<Possiamo provare a parlarci>> consigliò.
<<Certo>> annuì Helen <<pensi davvero che possiamo convincerli a non attaccarci? Vogliono il potere, vogliono essere gli unici ad averlo e vogliono governare. Noi per loro siamo solo ostacoli, creature strane e da ripudiare>>. -E come biasimarli-.
Questo zittì completamente Edmund per qualche secondo, poi, guardando il muro, disse <<Però con i tuoi poteri potremmo batterli, no? Quello che hai fatto nel bosco... puoi rifarlo, non è vero? O possiamo bruciare le loro risorse, o...>>.
<<Oppure no>> lo interruppe la ragazza fissandosi la fine del vestito. <<Io non sono Jadis. Mi ci sono voluti centinaia di anni per imparare a domare i miei poteri e sfruttarli al meglio, non sono nemmeno in grado di usare tutta la loro potenza. Sono stata ferma per duemila anni e mi state chiedendo di fare cose che non mi è possibile fare, non ora>> gli spiegò <<altrimenti li avrei già sconfitti molto tempo fa>>.
<<E poi avresti regnato su Narnia? Tu?>> ribattè Edmund. Helen aggrottò le sopracciglia, sentendosi offesa. <<Non vedo perché no>>.
<<Perché sarebbe come avere Jadis al trono>> rispose secco Edmund.
Helen portò gli occhi su di lui, guardandolo freddamente. <<Ah sì?>> chiese dura <<Credi davvero che io sia come Jadis? Sono una bugiarda, che inganna i bambini che vede in giro e li imprigiona? Trasformo la gente in pietra solo perché mi guarda? A me non pare proprio. Voi pensate che l'Età d'Oro sia stata la migliore in assoluto per Narnia, e allora perché diavolo ve ne siete andati?>>.
<<Questa non è casa nostra!>> ribattè il ragazzo allargando le braccia. <<Noi non veniamo da Narnia! Ed ero solo un bambino>> aggiunse riferendosi alla frase di Helen.
<<E che pensate di fare quando tutto sarà finito? Ve ne andrete di nuovo?>>.
<<Beh, immagino di sì! Ci sarà Caspian, e non vedo l'ora di andarmene!>>.
<<E io non vedo l'ora che voi ve ne andiate>> disse sprezzante Helen, alzandosi. Non aspettò una risposta e andò giù per le scale, infastidita.
<<Mi assicurerò che non sia tu a regnare, Caspian non saprà regnare ma è decisamente meglio>>.
Helen lanciò un'occhiata in tralice al ragazzo che le era andato di fianco. <<Non sono Jadis>> ripeté decisa continuando a scendere le scale.
<<Non credo che tutta quella cattiveria venisse dal suo lato non-demone>> insistette Edmund.
L'Ibrido si girò verso di lui, rivolgendogli uno sguado pieno di rabbia. <<Non mi conosci. Non puoi dire tutto questo perché duemila anni fa mi sono divertita un po'! Hai idea di quanto fosse noioso stare sotto Jadis? Non usavo mai i miei poteri, non potevo fare nulla!>>.
<<Conosco lei, e credo sia abbastanza>>.
<<Ascoltami bene, solo perché Jadis e io siamo nate dalla stessa madre non significa che siamo la stessa persona. E mi è parso di capire che non ti interessa ciò che succederà a Narnia dopo che te sarai andato quindi vedi di->> disse la ragazza, ma venne interrotta da delle urla che provenivano dalla stanza che avevano di fianco. Sbuffò, rivolgendo uno sguardo annoiato verso Edmund, per poi lasciarlo lì e correre in quella direzione.
! angolo autrice ¡
ehm, buon natale? scusate se non aggiorno spesso ma in questo periodo sono molto occupata :/.
spero che oggi stia andando bene<3
-mayybe
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