Si sedette sul suo letto e notò i vestiti del ragazzo.
Pensava di essere diventato pazzo per voler metterseli, quindi si alzò per uscire dalla camera, ma la cosa era più forte di lui. "L'ha fatto anche lui..."
Decise che la cosa migliore era non pensarci troppo e farlo, tanto non l'avrebbe visto nessuno. Si cambiò i vestiti e andò dritto nella camera dei suoi genitori, nonché di Yunho e si addormentò sul letto.

La mattina seguente il biondo era ormai già pronto per andare in ospedale. Quella notte si era svegliato solamente per mettere qualcosa sotto i denti e poi tornare di nuovo a dormire dato che aveva dormito forse si e no tre ore in totale durante le notti passate in ospedale.
Era riposato e fresco quel giorno siccome non vedeva l'ora di vedere Yunho.
Non fece nemmeno colazione, uscì direttamente di casa e andò ad accendere la macchina per partire. Per fortuna l'ospedale era abbastanza vicino alla casa, quindi in circa dieci minuti era già arrivato.
Parcheggiò la macchina e la spense e poi scese ed entrò in ospedale. Il suo cuore prese a battere rapidamente in quanto le parole del dottore riguardo alle sue probabilità di vita -che erano esattamente come quelle di morte- stavano iniziando a tormentarlo.
"Calmati Mingi, è un tumore benigno quindi sicuramente sta bene ora" provò a convincersi da solo per rilassarsi. Alla prima infermiera davanti a lui chiese qual era la stanza di Jeong Yunho e il suo cuore iniziò a calmarsi quando la donna gli disse il numero della sua stanza e dove poteva trovarlo. Sorrise.
Dovette fare due rampa di scale per arrivare al suo piano e per la sua stanza -come gli aveva riferito l'infermiera- doveva andare a destra e poi di nuovo a destra. La camera era quella sulla sinistra.
Fece esattamente le stesse cose e trovò la camera ma davanti a lui passarono delle infermiere con un corpo coperto su un lettino. Sospirò.
Bussò alla porta e quando non ricevette alcuna risposta entrò dentro. Rimase sollevato quando vide un ragazzo dai capelli neri addormentato che gli dava le spalle.
"Menomale, non sei tu quella persona sul lettino" si disse.
"Cosa? Chi è lei?" un signore di mezz'età si girò verso di lui. Ci mise qualche secondo di troppo per realizzare.
"Mh? In che senso?" il suo cuore tornò a battere veloce.
"Signore è un suo parente? Non riusciamo a contattare nessuno della sua famiglia" una donna entrò in stanza.
"No, non lo conosco. Dov'è il ragazzo che è stato ricoverato per un tumore benigno?" chiese.
"Intende il signor Jeong? È un suo familiare?"
"Sì, lui."
"Potrebbe dirmi che grado di parentela ha con lui? L'ospedale ha bisogno di trovare i suoi genitori."
"Sono il suo ragazzo e i suoi genitori sono morti. Mi dica dov'è per favore" agì d'impulso. Inutile dire che sentiva tutto il corpo caldo per quanto era in ansia. La dottoressa lo prese per il braccio dolcemente e lo portò fuori dalla camera.
"Oh... Mi spiace tantissimo signore" la donna fece un inchino. "Le dispiace per cosa?"
"Il signor Jeong Yunho questa notte, durante l'operazione, ha avuto un arresto cardiaco. I dottori hanno provato a intervenire ma non sono riusciti a salvarlo in tempo. Mi spiace."
Mingi non riusciva a capire se quella donna stava dicendo la verità o meno. "Sta mentendo, giusto?"
"Vorrei, ma purtroppo no. Mi scusi" concluse e tornò nella stanza dopo aver fermato un' infermiera e riferito che c'era un familiare del ragazzo.
Il biondo crollò sulle sue gambe per terra. Non era riuscito ancora a credere per realizzare quello che gli era stato appena detto. Si ricordò del corpo di prima e pensò che era veramente quello di Yunho.
"Impossibile, non è possibile. Non è vero, Yunho non è morto" l'ultima frase l'aveva urlata, attirando l'attenzione di tutto il piano su di lui.
"Non può morire. Lui non può morire" alternava tra una frase detta a bassa voce a una urlata, piena di dolore e di rabbia.
"Signore la prego si cal-" l'infermiera non fece in tempo a finire la sua frase in quanto venne spinta dal ragazzo.
"NO! Voi mi state mentendo, Yunho non è morto. LUI NON È MORTO" continuava a non crederci perché lui stesso non voleva che fosse vero, ma non riusciva a calmarsi.
"Qualcuno chiami la sicurezza" sentì dire da lontano ma non ci fece caso, stava impazzendo.
"Ridatemi Yunho, RIDATEMI JEONG YUNHO" un dottore si era avvicinato per cercare di calmarlo, ma quando il ragazzo lo aveva prese per il colletto della camicia bianca la situazione era diventata più tesa.
Mingi non riusciva e non voleva fermarsi, non voleva credere che aveva appena perso ciò che era più importante per lui.
L'infermiera di prima, spaventata, decise di agire in un modo poco consono: aveva preso una siringa con dell'anestetizzante, che si trovava nel carrello delle medicine, e l'aveva iniettata nel suo braccio.
Ci volle qualche secondo purché facesse effetto e il ragazzo crollò a terra.

"È il signor Song Mingi!" disse una donna lì ricoverata, che era uscita dalla sua camera per capire cosa stava succedendo.

***

Come state belle personcine?