Mingi guardò Yunho con un sorrisetto non appena sentì la sua imprecazione.
"Vado e torno, non pensare che ci fermiamo qui" gli disse, il che fece sorridere ancora di più il biondo. "Ti aspetto."
Yunho andò ad aprire la porta per vedere chi era, ma il sorriso che aveva sulla faccia scomparve rapidamente.
"Ma lei non è l'infermiera che si è presa cura di me?" chiese, vedendo la donna che aveva visto poco prima.
"Sì. Jeong Yunho perdonaci se siamo venuti fino a casa tua, ma devi tornare in ospedale con noi" gli disse la donna.
"Cosa?" il moro non capiva. "Entrate prima."
"Grazie" Yunho gli fece accomodare sul divano e nel mentre era arrivato anche Mingi.
"Che succede?" domandò il biondo.
"Chiediamo scusa innanzitutto per averla fatta tornare a casa e ora chiederle di tornare di nuovo in ospedale" parlò la donna e l'uomo accanto a lei annuì.
"Ma abbiamo rilevato un tumore benigno che bisognerebbe asportare il più rapidamente possibile, o potrebbe tramutare in qualcosa di pericoloso" Mingi in quel momento provò una sensazione strana per lui, qualcosa simile all'ansia e alla paura mischiati insieme. Il suo cuore batteva forte.
"Quando dovrà sottoporsi all'intervento?" fu la prima domanda di Mingi.
"Oggi stesso se possibile, se no domani. Non abbiamo tempo da perdere" concluse la donna.
"Ti chiediamo di prepararti e di prendere almeno un cambio con te per sicurezza. Rimarrai in ospedale per circa una settimana se verrà fatto l'intervento oggi" aggiunse il dottore di fianco a lei.
"Ha una probabilità di morte?" domandò il biondo. I due medici si guardarono.
"Purtroppo se non riusciranno ad asportare il tumore senza causare danni al resto degli organi... Ha il cinquanta percento di probabilità di vivere, è pur sempre un'operazione e tutte le operazioni sono rischiose" la donna sospirò.
Yunho prese per mano Mingi e lo trascinò con sé di sopra, non poteva lasciarlo ad ascoltare altro. Lui stesso era abbastanza spaventato dalla questione.
Entrò in camera del biondo e lo fece sedere sul suo letto. Andò verso il suo armadio e prese due magliette e due pantaloni di Mingi.
"Che stai facendo?" gli chiese.
"Lo sai benissimo" il ragazzo si tolse la sua maglia sotto lo sguardo di Mingi e a quest'ultimo venne in mente ciò che era successo in macchina per una frazione di secondo.
Yunho si tolse anche i pantaloni senza provare nessun tipo di disagio nonostante sentisse gli occhi di Mingi su di lui -infondo aveva già visto tutto- e mise quelli del biondo.
"Almeno starai con me."
"Sei impazzito? Guarda che io vengo con te."
"No Mingi, ti reggi a malapena in piedi. Starei malissimo se venissi con me in queste condizioni, voglio che tu ti riposi per oggi e domani vieni a vedermi, ti prego."
"Manco se mi baciassi i piedi."
"Mingi se vieni te lo giuro che tutto quello che provo per te lo smetto di provare" la voce di Yunho parve leggermente minacciosa. Voleva stare con Mingi ma si rifiutava di farlo venire e passare un'altra notte in bianco in ospedale.
"Stai scherzando vero?"
"Ti sembra che io stia ridendo?"
"Yunho..."
"Ti prego Mingi, fallo per me, tanto verrai domani. Ho solo bisogno che tu oggi ti riposi" Yunho addolcì il suo sguardo, mentre accarezzava la guancia del biondo.
"E se lo stesso venissi?"
"Se mi ami, allora oggi non verrai" al moro parve strano dire quelle parole, ma in quel momento gli sembrava l'unico modo per farlo accettare.
"Cazzo Yunho, non puoi giocare con i miei sentimenti in questo modo" sussurrò il biondo.
"Lo so e scusami, ma è l'unico modo. Dimostrami che è vero quello che provi e vieni domani" Yunho si allontanò. "Va bene?"
"Non sono più in grado o nella posizione di dirti di no" sospirò Mingi.
"Ecco il ragazzo che mi piace."

"Signor Jeong?" la donna chiamò il ragazzo.
"Credo che sia arrivata l'ora di andare" i due ragazzi si guardarono negli occhi per alcuni secondi, vogliosi di fare qualcosa solo loro due lontani da tutto ciò che gli circondava, ma la donna continuava a chiamarlo.
"Ci vediamo domani Mingi" si arrese Yunho quando vide che non faceva nulla.
"Anzi una domanda, siccome potrei non uscirne vivo" Mingi lo guardò come guardava suo zio.
"Non lo dire più Yunho e parla."
"Perché hai ucciso i miei genitori?" era una domanda persistente nella sua mente durante il primo periodo in cui lui era lì, e nonostante ciò che provava una parte di lui voleva ancora sapere il perché di quel gesto brutale.
"Ucciso i tuoi genitori? Io? Come avrei potuto se ero piccolo? Tra l'altro io non ho mai ucciso nessuno" Mingi non capì l'espressione sul volto dell'altro.
"Da piccolo?" gli domandò Yunho.
"Sì. I tuoi genitori sono morti quando eri piccolo, no?"
"I miei genitori sono morti due anni fa in un incidente stradale. Mingi non sei stato tu?" il ragazzo sgranò gli occhi.
"Ovvio che no, te lo posso giurare su quello che vuoi. Non sarei vivo se così fosse e inoltre non avevo motivo di commettere una cosa del genere. Perché le guardie mi hanno detto che sono morti quando eri piccolo?" il biondo chiese più a se stesso che al moro.
"Non lo so, ma questo mi fa capire che non sei stato tu ad ucciderli e che sono stato ingannato di nuovo" Yunho si maledisse mentalmente siccome aveva creduto a quella ragazza per tutto quel tempo. Il pensiero che stesse mentendo anche su quel fatto gli passò in mente solo in quel momento, era troppo concentrato sul resto.
"Almeno morirò consapevole che non sei stato tu" rise.
"Vattene Jeong Yunho" Mingi lo guardò di nuovo male.
"Ci vediamo domani, ragazzo che mi ha rapito... il cuore" il biondo lo salutò con la mano e appena l'altro se ne andò, fece uno dei suoi migliori sorrisi.