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"Ho bisogno di te" pronunciò queste parole con forza e Mingi alzò un sopracciglio: come mai aveva bisogno di lui se la sera precedente lo stava per strozzare?
"Devi sabotare la Rocksolid Economy" gli disse il più vecchio e il ragazzo sgranò gli occhi.
"Come ti ho detto, tua cugina sta arrivando e lei ti aiuterà. Questo venerdì l'azienda festeggerà con un ricevimento per i traguardi raggiunti e Kim ha invitato tutta la città solamente per aumentare i profitti. Dovrai entrare nel suo ufficio e disdire qualsiasi tipo di contratto da lui firmato, o meglio ancora, strappare tutti i fogli. Fai qualsiasi cosa pur di cancellare ogni suo accordo con quelle persone" disse lui battendo il pugno sul tavolo, senza però guardare il biondo negli occhi.
"Quali persone?" Mingi era curioso, ma forse era meglio se si limitava ad ascoltare e basta.
"Persone di alto rango, che mi possono portare a dei livelli stratosferici economicamente e-" esso venne interrotto un'altra volta da suo nipote perché non era d'accordo con quello che suo zio gli stava dicendo.
"Ma se la nostra famiglia è una delle più ricche della Corea, a cosa ti servono quelli?".
"Non osare più interrompermi mentre parlo" suo zio, appena Mingi chiuse la bocca, alzò la voce contro il ragazzo, ma a quest'ultimo le grida dell'uomo non gli facevano nessun tipo di effetto.
"Farai come ti ho detto e basta se non vuoi essere buttato fuori a marcire senza niente e sai che sono in grado di farlo. Se fosse necessario non esiterei nemmeno un secondo e non proverei alcun tipo di rimorso per uno sgangherato come te" l'uomo lo minacciò per poi andare verso di lui ed avvicinarsi pericolosamente.
"Lì sono scritti tutti i passaggi che dovrai fare venerdì, preparati. Se fallirai, le conseguenze saranno dure. Uomo avvisato, mezzo salvato" disse alla fine ed uscì dalla casa per poi partire con la macchina blindata guidata dai suoi uomini.

Mingi si scompigliò i capelli per la rabbia che gli stava salendo nelle vene e si buttò sul divano chiudendo gli occhi. Alcune volte avrebbe voluto scomparire da tutto e da tutti e vivere una vita da universitario con i genitori in vita, ma purtroppo non gli era concesso niente di tutto ciò.

"Signore" una sua guardia lo richiamò e lui aprì gli occhi che precedentemente aveva chiuso.
"Che c'è?" chiese stufo chiudendo di nuovo gli occhi.
"Cosa dovremmo fare con il signor Jeong?" gli chiese e Mingi si ricordò di avere un problema ancora più grande di suo zio: Yunho.
"Eliminatelo e fate sparire le sue ossa, bruciatele o qualsiasi altra cosa, l'importante è che scompaiano tutte le sue tracce" Mingi non stava ragionando in quel momento e disse la prima cosa che gli passò per la mente siccome il suo pensiero era concentrato sulla ragazza e su come poterla uccidere.
"Signore, dobbiamo uccidere il signor Jeong Yunho? Ne è sicuro?" l'uomo gli ripeté ancora la domanda e lì, Mingi si risvegliò dai suoi pensieri.
"No aspetta...anzi non sarebbe una brutta idea sai?" ci ripensò Song abbassando il tono della voce.
"Signore è un po' rischiosa la cosa-" la guardia venne interrotta da Mingi come suo zio.
"E perché? Stavate per rapire quella ragazza e sapevate benissimo che l'avrei uccisa, che male c'è adesso uccidere quell'individuo inutile? Non ci serve a niente e se venisse scoperto, la colpa ricadrebbe solo su di voi" Mingi scattò in piedi abbastanza frustrato senza un vero motivo valido, anche se i suoi problemi lo erano eccome.
"Sì ma signore, l'avrebbe uccisa lei. Questa volta siamo noi a doverlo uccidere" l'uomo era un po' nervoso e Mingi lì capì, non ne era ancora completamente sicuro ma aveva intuito una cosa, perciò decise di attuare lui il suo piano così da far rimanere solo suo zio e la ragazza come grattacapo.
"Va bene, ci penserò io allora e voi vi dovrete solamente sbarazzare del corpo" si mosse dal suo posto per andare in bagno e nel mentre, pensava che quella ragazza usasse Yunho come spia oltre alla guardia.
Dovevi stare attenta a tutti i dettagli pensò il ragazzo facendo uscire una smorfia sulle sue labbra, mentre entrava in bagno per lavarsi la faccia con acqua fredda.
Doveva studiare il piano di suo zio siccome mancavano solo due giorni al giorno prestabilito e in più era indeciso se rivelare o meno l'esistenza di quel ragazzo in cantina a sua cugina.

Però se lo elimino prima del suo arrivo non dovrò dirle niente..

Mingi continuava con i suoi pensieri mentre usciva dalla stanza e ritornava nella sala per vedere i fogli e studiarli.
Mise le sue mani sulle due estremità del tavolo siccome era alto e di conseguenza le sue braccia erano lunghe e iniziò a guardare i fogli.
Si stufò subito vedendo che la fase iniziale comprendeva il taglio dei fili della corrente elettrica da parte dei suoi uomini al segnale, mentre lui doveva sfilare le chiavi dal capo mentre si salutavano o in qualsiasi altra occasione.
Prese i fogli e li portò in camera sua e li appoggiò sulla scrivania per poi scendere sotto in cucina e sfilare un coltello abbastanza affilato dalla mensola e tenere saldamente l'impugnatura.
Ci ripensò qualche secondo e poi guardò l'ora che segnava il suo telefono. Era ancora presto, quindi decise di estirpare prima qualche informazione dal ragazzo e magari capire come ci era finito in quella situazione e poi togliergli la vita. Magari il fatto che Mingi lo uccidesse era già nei piani della ragazza?
Dopo qualche ripensamento, prese la fodera del coltello, lo infilò dentro e lo nascose tra i suoi vestiti per poi scendere in cantina, portando anche con sé qualcosa da mangiare per il ragazzo per far sì che parlasse.

"Ciao Yunho" disse con tono austero appena aprì la porta e subito dopo la richiuse dietro di sé.
Il ragazzo legato era ormai sfinito, senza forze nel corpo e un dolore atroce alla gola e alle costole. Mingi si chiedeva come mai le sue condizioni fossero così malandate nonostante fossero passati solo due giorni, ma poi si ricordò che lui viveva senza genitori e senza niente.
"Malgrado quello che hai provato a fare stamattina, ti ho portato del cibo" disse andando vicino a lui e porgendogli un panino.
Yunho era veramente troppo magro, mangiava di rado e quello che poteva e quando non lo faceva si stancava subito, finendo anche per svenire alcune volte.
"Come mai sei conciato così male? Sei qui da nemmeno tre giorni e già sembri morire da un momento all'altro" Song si stava trattenendo dal ridere, anche se una parte di sé voleva assolutamente liberarsi dell'altro il più rapidamente possibile...

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