Al piano di sotto Mingi si mise a parlare con due dei suoi uomini, di cui sapeva che poteva fidarsi, per capire la situazione e quello che era successo quando non c'era.
"Hanno cercato di entrare in casa e uno di loro ci era riuscito ma non sappiamo ancora chi è stato a farlo entrare."
"Ah io lo so benissimo invece" il ragazzo corrugò le sopracciglia dopo aver detto quelle parole siccome Yunho lo aveva avvertito.
"Era in camera del signor Jeong, signore."
"In camera di Yunho? Mh" Mingi annuì e poi salì al piano superiore, aveva bisogno di una doccia come Yunho ma siccome il bagno era occupato da quest'ultimo rimase ad aspettare davanti alla porta.
Appena Yunho finì, uscì dal bagno con un asciugamano sulle spalle, la maglietta del pigiama leggermente attaccata alla sua schiena per via dell'acqua e i suoi capelli bagnati.
"Dovresti smettere con questo vizio di non asciugarti i capelli dopo la doccia."
"Vizio? Cosa sei, mia madre? Non credo di morire se rimango coi capelli bagnati, e se mai dovesse accadere ne sarei pure felice" il ragazzo aveva detto le ultime parole in un leggero sussurro, che però il biondo aveva sentito e la sua reazione non tardò a mancare.
Il ragazzo prese il braccio del moro e lo girò verso di lui siccome Yunho gli dava le spalle, per poi spingerlo fino al muro. La sua schiena si scontrò contro la porta e il suo braccio era accanto alla sua testa, attaccato al muro in quanto Mingi lo stava tenendo.
"Non osare mai più a dire quelle parole."
Yunho non osò rispondere, vedeva il volto di Mingi poco distante dal suo ma quello che lo attirava era la sua espressione acida.
"Se no?" lo tentò Yunho e la stretta sul braccio aumentò.
"Hai capito?" il moro rimase in silenzio, fino a quando Mingi non se ne andò e lui rientrò nella sua camera.
Si sentiva strano, infastidito da qualcosa perché gli sembrava come se Mingi fosse tornato come quando lo aveva conosciuto.
Odiava quella sensazione, odiava quella parte di sé che lo spingeva a fare qualcosa, a chiedere scusa nonostante non avesse fatto minimamente nulla, ma voleva comunque darle retta. Sapeva come sarebbe andata a finire quella notte ma di certo non sarebbe andato da Mingi in quel momento.

Si coricò sul letto e si coprì fino al collo, infine cercò di addormentarsi anche se ci riuscì solo dopo svariate ore che aveva passato a pensare e cercare di trattenere le lacrime ma con pessimi risultati.

La mattina seguente Yunho si svegliò col mal di testa causato dalle lacrime che aveva versato la notte precedente. Si alzò dal letto e andò di sotto barcollando leggermente, non era nemmeno andato in bagno per lavarsi la faccia siccome aveva la gola secca e aveva bisogno di bere.
"Yuyu buongiorno" la voce dolce della cugina richiamò la sua attenzione e sorrise al nomignolo.
"Giorno Miri" la chiamò anche lui in un altro modo.
"Per te è "buongiorno" ma se vedi sono circa le cinque del pomeriggio" sentì Mingi dietro di lui.
"Mingi seriamente che cazzo ti prende? Tra l'altro ti sei svegliato anche tu un paio di ore fa."
"Cercavo solamente di sistemare le sue idee."
Yunho si voltò verso di lui. "Non ne ho bisogno, grazie."
"Beata chi ti sposerà, Jeong Yunho" disse Mirhyun e se ne andò siccome non voleva continuare a sentirli e si sentiva a disagio per quello che aveva appena detto.
"Oppure beato" sussurrò Mingi, dopo qualche secondo di silenzio, con un tono da arrogante, il che non aveva senso con la frase che aveva appena pronunciato.
"Solo beata."
Mingi rimase in silenzio e si girò dalla parte di Yunho, dove notò i suoi occhi gonfi e rossi.
"Ah sì? La scorsa notte non mi sembrava così."
Il moro non capiva a che gioco stavano giocando, ma di certo non si poteva mettere a giocare anche lui.
"La scorsa notte era a causa del viagra e non per nostra volontà, quindi facciamo finta che non sia mai successo."
"Vaffanculo Yunho."
"Perché? Sei stato tu a dire che era solo sesso, sei stato tu a trattarmi come un bambino e a urlare quello che per te non andava bene in me. Cosa ti ho fatto io?"
"A te piace Mirhyun" Yunho lo guardò stupito, era tornato calmo il biondo.
"Sì esatto, hai qualche problema?" Mingi si avvicinò al ragazzo.
"Tu sei il problema."
"Non avrei mai immaginato che sarebbe andata a finire così tra di noi dopo una notte del genere. Quando ti avevo detto che tua cugina non mi piace, tu hai fatto entrare e uscire la parole da un orecchio all'altro?" Mingi non rispose.
"Non è vaffanculo Yunho, è vaffanculo Mingi" detto ciò il ragazzo bevve velocemente dal bicchiere che aveva riempito e tornò di sopra.
Si sentiva libero adesso ma ne era completamente pentito perché sapeva di aver bisogno del ragazzo.
Andò verso il comodino e aprì il primo cassetto dove teneva due cose importanti: la foto col suo migliore amico d'infanzia e la collana che sua madre gli aveva regalato, con all'intento una piccola foto di loro due con il padre. Yunho era molto piccolo in quella foto.
Si mise la collana e la nascose sotto la maglietta, poi prese la foto e la guardò. Quel ragazzino gli mancava infinitamente in quel momento. Yunho poteva benissimo dire che quel bambino era la ragione per cui lui ora era quello che era. Quel ragazzino si era sempre comportato bene nei suoi confronti e lo aveva riempito di affetto, di conseguenza Yunho aveva imparato da lui e si era promesso che avrebbe fatto lo stesso con tutti appena sarebbe cresciuto un po'.

Da ciò, ogni volta che legava con una persona odiava litigarci, si sentiva uno schifo anche solo a trattare male la persona in questione nonostante tutti gli sbagli che aveva fatto.
E anche ora sentiva di aver sbagliato con Mingi.