"Avanti Yun, ancora qualche sforzo" Mingi cercò di incoraggiare Yunho, ma quest'ultimo alzò lo sguardo da terra e vide che non erano manco arrivati davanti alle scale. Mingi non osava toccarlo e Yunho, invece, si stava tenendo a lui mentre camminava siccome non riusciva a stare completamente dritto. In quel momento si ricordò delle parole che aveva sempre avuto in mente: voleva far vedere a Mingi che lui era forte anche senza muscoli o senza un corpo perfetto. Quindi cercò di arrivare almeno davanti alle scale, poi probabilmente, si sarebbe aiutato appoggiandosi ai gradini.
Ma quando arrivò, Mingi lo superò.
"Sali sulla mia schiena" gli disse, ma Yunho rimase fermo e incredulo.
"Io non-" Yunho non voleva avere aiuto, ma il dolore continuava a persistere.
"Yunho muoviti!" il biondo alzò leggermente la voce, ma non per colpa dell'altro, semplicemente perché non voleva che il ragazzo soffrisse di più a causa sua. Sì, si sentiva in colpa perché lo aveva trattato di merda e l'altro lo aveva salvato e risparmiato da una botta sulla schiena, o come noi sappiamo, sulla testa.
Yunho mise da parte l'orgoglio per qualche secondo con la scusa del dolore e fece come l'altro gli aveva detto. Mise le mani sulle spalle del biondo, ma Mingi le prese e le tirò - facendo attenzione - in avanti, così era come se Yunho lo stesse abbracciando da dietro.
Portò le mani dietro, sulle coscie del nero e poi si alzò da terra e posizionò meglio Yunho sulle sue spalle.
"Ti fa male così?" gli chiese mentre saliva.
"Mi fa male in generale" rispose l'altro. Chiuse gli occhi e strinse inconsciamente il tessuto della maglia nera del pigiama di Mingi e quest'ultimo si morse il labbro inferiore. Odiava quando qualcuno si metteva al suo posto, o rischiava per lui. Non voleva avere debiti con nessuno a prescindere da chi era, e adesso ne aveva uno.
Arrivò fino alla fine delle scale e un uomo lo raggiunse subito.
"Mingi fammi scendere" sussurrò il nero, ma Mingi strinse di più la presa su di lui.
"Signore lo porto io" disse la guardia, ma il biondo lo stesso negò.
"Vai ad aprire la porta di camera sua" l'uomo lo guardò sconvolto per qualche secondo.
"Che cosa aspetti, accidenti" dopo quelle parole si mosse e andò rapidamente di sopra.
"Tieniti forte, ci aspettano altre scale" Yunho era magro, ma era alto, molto alto e quindi non era poi così tanto leggero e di conseguenza Mingi stava iniziando a sentire la fatica e la forza mancare nel suo corpo, data anche l'ora troppo tarda. Ma non si arrese e andò di sopra nella camera di Yunho.

"Adesso ti faccio scendere, siediti sul letto" gli consigliò, anzi, gli ordinò Mingi e poi si piegò per appoggiare le ginocchia per terra e far scendere dalla schiena il nero.
Yunho allentò la presa e scese. Si sedette sul letto ma l'idea di stendersi creava in lui una sensazione terribile di dolore.
"Mettiti a pancia in giù" gli suggerì Mingi, come se gli avesse letto nelle mente. Yunho, troppo stanco, si girò e cercò di mettersi a pancia in giù, senza però mettere le gambe sul letto. Si girò su un fianco, quello che gli faceva meno male e rimase così, con solo il busto sul letto.
"Cazzo ora è tardi" imprecò Mingi riferendosi al fatto che non poteva chiamare il suo dottore di fiducia.
"Non importa" Yunho voleva ringraziarlo, ma non riusciva a far uscire quella parola dalla sua bocca. Mingi lo guardò per qualche secondo e un senso di colpa e responsabilità lo pervase. Si sedette per terra e incrociò le gambe, per poi portare il suo sguardo sul corpo di Yunho e notare quanto le sue spalle erano larghe e che ogni giorno che passava lui dimagriva sempre di più.
"Perchè lo hai fatto?" Yunho distrasse Mingi e il biondo portò il suo sguardo in quello del corvino.
"Tu perché l'hai fatto? Ti sembra una cosa giusta rischiare così tanto la vita per qualcuno?" Song aveva alzato la voce senza rendersene conto, ma Yunho rise.
"Già, forse non dovevo rischiare per uno che mi ha trattato di merda" stava ridacchiando per alleggerire quelle parole veritiere.
"Ma l'ho fatto" aggiunse poi, smettendo di ridere.
"Ah, c'è una macchina dell'altra merda davanti a casa tua. Stava aspettando che io scappassi per-" il nero cercò di alzarsi e il dolore interruppe le sue parole.
"Per prendermi" adesso, Yunho e Mingi erano uno davanti all'altro. Passò circa un quarto di minuto in cui i due si stavano guardando negli occhi, ma poi Mingi si alzò e andò verso la finestra per vedere se le parole del nero erano vere o no. Ma Yunho non stava mentendo.
"Quindi, da adesso in poi tu sei contro di lei?" Mingi andò vicino all'altro e si sedette - non troppo vicino a lui - sul letto.
"Io non sono mai stato dalla sua parte. Mi aveva promesso dei soldi, ma guarda dove sono finito" era notte fonda e nessuno dei due era completamente sobrio per constatare le cose correttamente, quindi i loro veri sentimenti e non quelli di odio e di disprezzo erano svegli.
"Grazie" gli disse Mingi dopo aver pensato attentamente a come dire quella parola.
"Mi stai dicendo veramente gra-" Jeong venne interrotto da Song.
"Odio essere in debito con qualcuno, un grazie mi sembra il minimo per ripagare il tuo gesto" abbassò di nuovo la testa e guardò i suoi piedi. Si sentiva ridicolo davanti a Yunho.
"Penso proprio di sì, siccome mentre io ero impegnato a pensare a qualcosa per salvarti, tu mi stavi puntando un coltello al cuore" Mingi lo guardò sorpreso da quelle parole e per una volta si sentì una brutta persona.

"Vuoi collaborare con me? Né tu, né io sopportiamo quella ragazzina" chiese poi il ragazzo, ma se ne pentì subito dopo. Pensò che, se Yunho avesse accettato, si sarebbe trovato davanti ad un'arma a doppio taglio, e che se non avesse fatto attenzione, non avrebbe avuto scelta e sicuramente sarebbe stato colpito senza avere una possibile via di fuga.