【"нιgнєя αη∂ нιgнєя, ѕтαη∂ υρ ѕтяαιgнт, gαтнєя αяσυη∂...】

Tornarono a casa e Mingi entrò dentro sbattendo la porta.
"Puttana di merda vedrai che non continuerai a vivere, stanne certa" pensò ad alta voce. Si buttò sul divano e chiuse gli occhi, mentre Yunho e Mirhyun entravano in casa seguiti dalle guardie.
"Adesso che cazzo dico a tuo padre, eh?" urlò lui contro la cugina. I suoi occhi stavano esprimendo solo ed esclusivamente rabbia, una rabbia presente da tempo che, però, aspettava solo il momento giusto per far sapere alle persone della sua esistenza.
"Chi era quella ragazza che stava scappando?" gli chiese lei un po' tremante. Non si ricordava di questo lato del biondo, a tratti manco che avesse un comportamento del genere, almeno contro di lei.
"È quella puttana che voglio rapire, la stessa che mi ha ingannato con la relazione e con lui" Song indicò il nero e trasferì la sua rabbia nei suoi confronti, soprattutto dopo aver visto la sua mani intrecciata con quella di Mirhyun.
"Perché cazzo te lo sei portata con te, eh? Poteva rimanere lì e non lo avremmo più rivisto" si avvicinò ai due e lei indietreggiò leggermente.
"Mingi adesso calmati" cercò di dire lei, mettendo le mani davanti al corvino per cercare di mantenere le distanze.
"Calmarmi un corno. Tuo padre farà di peggio" rispose lui mettendo le mani nei capelli e tirandoli leggermente, poi aumentò la forza.
"Con lui ci parlerò io, so come fare. Tu adesso pensa a quella lì" gli consigliò lei e per un attimo Mingi si sentì più calmo, ma poi si ricordò di Seoyun e del fatto che c'era qualcuno in quella casa che stava facendo la spia.
"Voi due venite qui" richiamò due guardie.
"Prendetelo" indicò Yunho e prima che egli potesse realizzare, si ritrovò con le braccia bloccate.
"Portatelo in cantina e legatelo" disse infine e gli uomini fecero come aveva detto lui.
"Che stai facendo Mingi?" Mirhyun alzò leggermente la voce contro l'altro e lui stesso si meravigliò, ma non lo lasciò travedere e le rispose freddo appena vide che Yunho era sparito dalla sua vista. Si avvicinò all'orecchio di lei e sussurrò alcune parole.
"Quella ragazza ha detto che è anche grazie a lui se adesso abbiamo fallito. Sapevo già stesse dalla sua parte, ma ora si merita di soffrire" la tonalità della sua voce era così bassa e fredda che nemmeno lei riusciva a spiegarsi una cosa del genere.
"Ma è rimasto chiuso in quella camera per tutto il tempo, cosa pensi che sia riuscito a fare?"
I ruoli si stavano invertendo: adesso era Mirhyun ad essere arrabbiata con Mingi.
"Non me ne frega, dovrà parlare prima o poi e se non lo farà con le buone maniere allora ci penserò io. Ti ricordo che è scappato" rispose lui secco. Ma la ragazza non voleva che gli accadesse qualcosa, non dopo quella forte stretta di mano.

Le due guardie scesero sotto e Yunho non aveva nemmeno provato a contestare, sapeva che contro di loro non era e non riusciva a fare niente.
"Rimani davanti alla porta se dovesse scappare prima che io riesca a legarlo" disse uno dei due, quello che stava tradendo Mingi da ormai troppo tempo al compagno. L'altro annuì.
La guardia legò, per modo di dire, Yunho alla sedia e nel mentre gli sussurrò alcune cose.
"Adesso fai finta di essere legato, lascerò la porta aperta quando Mingi entrerà. Di lui me ne occuperò io, tu scappa. Una delle macchine di Seoyun è qui fuori" disse lui e poi si piegò per legare le gambe.
"Vaffanculo, io non lavoro più per quella stronza di merda" sussurrò anche Yunho e l'altro sgranò gli occhi.
"Va tutto bene?" chiese l'altra guardia.
"Sì, andiamo" l'uomo sapeva benissimo che Yunho sarebbe scappato e anche se non volesse, le guardie di quella donna sicuramente lo avrebbero preso.

Erano circa le tre del mattino e Mingi e Mirhyun erano in camera. Lei era riuscita a dormire. Lui no.
Si alzò dal letto e andò a sciacquarsi la faccia con acqua calda per cercare di rilassarsi.
Scese poi sotto e si sedette sul divano. Probabilmente, per la mia prima volta in vita sua, stava iniziando a provare realmente un sensazione di paura nel suo corpo e questo gli dava veramente tanto fastidio.
Si alzò e guardò il frigo: aveva in mente di far ubriacare Yunho per farlo parlare, ma poi ci ripensò e decise di provarci prima con le buone maniere.
Scese sotto dall'altro e, ovviamente, c'era una guardia a controllare.
"Come mai ci sei solo tu? Dov'è l'altro?" chiese Mingi al traditore.
"Non si sentiva bene, allora gli ho detto che sarei rimasto io qui senza alcun problema" rispose serio l'altro.
"Come mai lei è ancora sveglio signore?" chiese poi di rimando lui.
"Non sono affari tuoi questi" il ragazzo, ormai, non si fidava più delle persone che lavoravano per lui.
"Mi scusi signore" fece un inchino e poi si mise composto.
"Deve entrare?" gli chiese e Song annuì. Aprì con la chiave e lo fece entrare, poi, quando vide Mingi dargli le spalle, socchiuse la porta e si preparò.
Yunho era rimasto al suo posto, non aveva nemmeno provato a scappare nonostante sentisse che le mani, anche se all'apparenza legate, in realtà erano completamente libere, come le sue caviglie.
"Svegliati" a Mingi sembrava di tornare al punto di partenza, a quando provava solamente un sentimento di odio nei suoi confronti senza compassione, o per lo meno pietà.
Yunho aprì gli occhi e alzò la testa verso il biondo.
"Adesso mi dirai tutto quello che voglio una volta per tutte" gli disse il ragazzo, ma Yunho non si concentrò tanto sulle parole di Mingi. Guardò verso la porta e come si aspettava, la vide parzialmente aperta, segno che probabilmente il piano di quell'uomo era iniziato.
"Io non ho niente da-"
"TI SBAGLI!" Mingi lo bloccò e gli urlò contro.
"Adesso o me le dice con le buone, o te la vedi con me e questa volta non mi ridurrò a farti un piccolo taglietto sul petto" mentre parlava, Mingi si era avvicinato al ragazzo, mettendo le mani sulla sedia dietro su cui era seduto il ragazzo.

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