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"Bravo, bravo, bravo" disse il capo di quel posto.
"Avevi ragione sul suo conto Seoyun" Mingi guardò la ragazza che tanto odiava accanto all'uomo e le sue guardie stavano tenendo Yunho. Non aveva via d'uscita, poteva anche lasciare il ragazzo lì perché tanto non gli interessava più di tanto, lo avrebbe torturato lui con le sue stesse mani probabilmente se fosse andato tutto bene, quindi gli rimaneva solo da salvarsi la pelle, cosa che gli sembrò abbastanza difficile, o addirittura impossibile.
"Ciao Mingi" Seoyun lo aveva salutato per modo di dire, non vedeva l'ora di vedere quel ragazzo sconfitto e torturato quanto lei pensava che il biondo si meritasse.
"Sai, ero ben al corrente del fatto che fossi qui per sabotare i piani del signor Kim, dovresti ringraziare i tuoi uomini e la bella ragazza, anzi no, il bel ragazzo che ti ho lasciato come regalo l'altro giorno" si era messa a ridere, come una bastarda aveva pensato Mingi.
"Vedo che voi due avete fatto amicizia" disse lei andando vicino a Yunho. Lo guardò negli occhi ardentemente e poi gli tirò un pugno in pancia che lo fece piegare in due dal dolore e uscì un gemito soffocato dalla sue labbra a causa della mano della guardia sopra la sua bocca.
"Chi potrei avere prima" si interruppe e si mise tra Yunho e Mingi.
"Te... - guardò Yunho e poi si girò verso Mingi - o te" si guardò, poi, le unghie e sorrise.
"Tu, però, non mi serviresti a niente" ritornò da Yunho e gli accarezzò la guancia.
"Non hai una famiglia, non hai soldi, non hai una vita. Vivi per strada, in cosa ti potrei utilizzare? Non hai manco un corpo decente" in quel momento Mingi si sentì leggermente sollevato dal fatto che l'altro non si era per niente allenato, e che quel l'unico giorno in cui erano andati in palestra lui non aveva portato a termine niente di produttivo.
"Tu vuoi me, lascia andare lui" dopo le parole della ragazza, Mingi sentiva pena per l'altro e parlò senza ragionare.
"Oh, ma stai tranquillo che a te ci penserò con calma" guardò il biondo e il ragazzo si vide già lì per terra mentre veniva pestato e preso a calci siccome aveva cercato di ribellarsi. Un'altra guardia, senza che il ragazzo se ne accorgesse, blocco Mingi e lo tenne fermo.
Seoyun andò verso di lui e mise una mano nei suoi capelli per tirargli e avvicinare la faccia alla sua.
"Ti farò pentire di esserti messo contro la persona sbagliata Song fottuto Mingi" aveva premuto sulle ultime tre parole.
Invece Yunho, ora che la ragazza non lo stava più gurandado, alzò il piede destro e tirò un calcio all'indietro alle parti basse dell'uomo che lo stava tenendo e quest'ultimo gemette di dolore. Ma prima che accadesse qualsiasi cosa, alcuni uomini di Mingi lo stavano cercando siccome era scomparso dalla loro vista per un tempo maggiore rispetto a quello che il piano richiedeva.
"Signor Mingi" lo chiamò uno dei tre uomini che erano lì e quest'ultimo, vedendo la scena, chiamò anche gli altri.
"Sei fottuta ora Seoyun" disse il biondo con un sorrisetto sulla faccia della ragazza. Ora sarebbero stati più di otto contro quattro persone, tra cui una femmina con qualità che, però, non andavano sottovalutate.
Seoyun non poteva rimanere lì, o sarebbe cascata nella sua stessa trappola e sarebbe realmente finita nelle mani di Song.
"Via! Via da qui!" urlò lei alle sue tre guardie, ma quelli di Mingi li bloccarono e li fecero entrare dentro la stanza siccome prima erano sull'uscio della porta. Il capo dell'azienda, troppo vile e orgoglioso per rimanere lì e fare qualcosa per la sua "alleata", colse l'occasione e scappò fuori prima che venisse preso anche lui. La ragazza vide poi arrivare altre guardie di Mingi e riconobbe subito la presenza della sua spia, quindi corse verso di essa con l'intento di far finta di essere catturata, ma questa, la prese e la tenne veramente per qualche secondo davanti agli altri uomini. Lei poi gli diede un calcio alla caviglia abbastanza forte da far smettere l'uomo di simulare quella cattura e lasciarla andare, ed è così che anche lei scappò via da lì.

Erano rimasti tre dei suoi uomini, ormai presi dalle varie guardie di Mingi, ma poi si sentirono in lontananza i rumori della sirena della polizia. Dovevano andarsene da lì, o avrebbe avuto più problemi con lo zio.
Simulazioni era anche quella, perché il proprietario Kim, appena fu al corrente del piano di quella ragazza, aveva stampato delle copie del vero documento che gli attestava un posto abbastanza alto nella società coreana, di una delle più ricche famiglie della Corea, di cui anche il presidente ne faceva parte.
Ma purtroppo quel contratto non era stato firmato con il vero e proprio consenso del presidente. Egli aveva un cheratocono a tutti e due gli occhi e di conseguenza non riusciva più a vedere lucidamente. Gli era stato detto che firmare quel contratto avrebbe fatto ereditare sua moglie e suo figlio (ancora di soli sei mesi) tutti i beni che possedeva, ma così non era e di conseguenza, alla morte del presidente avvenuta esattamente qualche giorno fa, Kim e la moglie divenuta, ormai, vedova, avevano ereditato tutto. Presto sarebbe anche diventato lui stesso il presidente della Corea del Sud.

La cugina di Mingi, che aveva lasciato sotto con gli altri, era appena arrivata da loro e Mingi appena la notò le corse contro superando Yunho.
"Mirhyun dobbiamo andarcene velocemente" le disse e lei annuì. Mingi e gli uomini che erano venuti più tardi avevano iniziato a scendere e la cugina era andata verso Yunho e lo aveva preso per il polso, iniziando a correre per seguire gli altri, con dietro le altre tre guardie.
Uscirono rapidamente dalla struttura e andarono verso le macchine, per poi partire e tornare rapidamente a casa.
In una delle macchine si trovava solo Mingi con alcune guardie, mentre in un'altra si trovavano Mirhyun e Yunho. Quest'ultimo continuava a pensare che avrebbe preferito rimanere lì, ma poi sarebbe tornato tutto come prima e probabilmente sarebbe morto alla distanza di pochissimi anni... Pensieri un po' troppo bizzarri.

【...ѕσмєвσ∂у, тαкє мє тнєяє"】