ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟞

[ Martedì 5 novembre 2199 ]

°

Yusei si guardò attorno nel pullman, leggermente assonnato per via dell'abbiocco post pranzo. Saltare le lezioni pomeridiane, essendo Tokyo a quasi sette ore da Kōbe, era davvero qualcosa di fantastico! Certo, saltare anche la mattinata -avendo quindi pacchetto completo- sarebbe stato ancora meglio, ma il ragazzo si accontentava... infondo, probabilmente, non avrebbe retto il viaggio di sei ore e mezza! Fortuna che, con i trasporti super veloci, il tempo veniva dimezzato, altrimenti, probabilmente, avrebbe dato di matto. Non che tre ore e mezza fossero poche... Ma sempre meglio di -quasi- sette.

Madoka, nei sedili al lato opposto a quelli del ramato, non la pensava al suo stesso modo. Riconosceva l'importanza di allenarsi in un campo adatto al Taikakengät, ma saltare ore preziose di scuola...? Anche no.
Sbuffò, leggermente infastidito, e Yosuzume accanto a lui lo guardò di sottecchi, distogliendo tuttavia subito lo sguardo. Era stato l'ultimo a salire sul pullman e vi erano solo due posti liberi, essendo il mezzo munito di sedici posti contati: vicino a Katsuro o vicino a Madoka... Avrebbe di gran lunga preferito essere da solo, ma aveva scelto il castano senza batter ciglio. Gli era sembrato un tipo un po' scontroso o altezzoso, ma non si sarebbe di certo seduto vicino all'allenatore... Non all'albino, almeno.

Matsubara, dal canto suo, era felice di avere vicino il "ragazzo del terrore". Certo, un po' lo inquietava, ma perlomeno se ne stava in silenzio sulle sue. Non come quel cretino di Yusei che, avendolo -purtroppo- come vicino di banco in classe, pareva divertirsi a punzecchiarlo. Nonostante tutte le sue occhiatacce o minacce, il ramato non sembrava desistere e continuava imperterrito a provarci spudoratamente con lui... o con qualsiasi essere vivente munito di ca-

Ma tornando a Yusei!
Il ragazzo era fin troppo silenzioso, almeno per il parere di Goro, che era seduto accanto a lui. Quest'ultimo, infatti, lo guardava di sottecchi, aspettandosi un qualsiasi cosa di stupido da parte del compagno... che non tardò ad arrivare.
Dopo aver passato un po' di tempo a guardare delle ragazze discutere fuori dal finestrino -avrebbe preferito fossero ragazzi, ma, beh, si annoiava- posò i suoi occhi color miele su Goro, il quale girò la testa verso di lui, dandogli quindi completa attenzione.
Un sorrisino scemo si formò sulle labbra del maggiore, che gli si avvicinò, appoggiando la testa sulla sua spalla e guardandolo con un'espressione da cucciolo.

«Goro kuuun~ lungo il tragitto posso dormire sulla tua spalla?~~»

Il turchese ridacchiò, scuotendo leggermente la testa, sconsolato, per poi annuire. «Certo~»

Yusei si accoccolò meglio a lui, mettendo però un piccolo broncio. Uff, Goro kun è un po' noioso però: sta sempre al gioco.
Restando appoggiato alla sua spalla, tuttavia, potè osservare quello che stava facendo il mister Takeda davanti a lui attraverso i due sedili e, notando il suo blocco schermò, gli si illuminò il viso. Rizzò la schiena di scatto, alzando il sedere quanto bastava per far capolino con la testa sopra al sedile, dove vi appoggiò le mani.
«Me la può mandare quella?! La prego!» affermò, riferendosi alla foto di Eiji, senza farsi troppe domande del perché Katsuro l'avesse come sfondo.

L'albino alzò lo sguardò verso di lui, aggrottando le sopracciglia, inizialmente confuso, ma poi capì e spense il cellulare, precedentemente acceso solo per guardare l'ora.
Schioccò la lingua sul palato e, nel modo più acido possibile, sputò: «Col cazzo.»

Il ramato non si stupì troppo della sua risposta e si accomodò sul sedile, appoggiando il gomito e sorreggendosi la testa, guardandolo nel modo più provocante possibile, gli occhi socchiusi e un sorrisino civettuolo. «Beh, se proprio insiste-»

Per fortuna del minore -poiché altrimenti, probabilmente, si sarebbe ritrovato una gomitata in faccia- Eiji fece capolino nella vettura, guardandosi attorno e contando velocemente i ragazzi.
«Okay, ci siamo tutti, possiamo partire.» affermò, chiudendo la portiera e sedendosi vicino a Katsuro. «Uh? Che c'è?»

«Nulla. Fai partire 'sto arnese.» mormorò, sbuffando, non prima di aver lanciato un'occhiata assassina a Yusei. «E tu siediti.»
Il ramato eseguì l'ordine, ridacchiando leggermente e tornando ad appoggiarsi a Goro.

«Okay...» il corvino si sporse un po' in avanti, parlando attraverso un microfono e dando le indicazioni stradali.
Successivamente si sentì una voce metallica rimbombare per tutto l'autobus.

«Calcolo dell'itinerario in corso... Caricamento completato, destinazione: Fujihara Stadium, Tokyo.»
E la vettura partì da sola, seguendo le indicazioni date da Yamashita.

Michi, quasi in fondo al pullman, grugnì leggermente, tamburellando nervosamente la gamba sinistra. Ma davvero si fidavano di un mezzo che andava da solo? E se si fosse fermato all'improvviso? E se avesse sbandato? E se fosse andato addosso a un altro mezzo provocando un esplosione?
Hideaki, accanto a lui, fece scontrare il ginocchio al suo, probabilmente irritato dal suo tamburellare. Il rosa tuttavia, non capì se fosse stata una mossa volontaria o meno, dato che il minore prestava attenzione fuori dal finestrino, con una mano a sorreggersi il capo.
Rimase un attimo a guardarlo, osservandone i lineamenti del volto, il cerotto sempre presente su quasi tutta la guancia, gli occhi dalla forma leggermente allungata, le iridi lavanda che in quel momento avevano assunto un colore quasi sul tono dell'azzurro metallizzato, perse a guardare chissà cosa.
Dopo un po', non resistendo alla tentazione di rompergli le scatole -e in un tentativo di disincantarsi-, iniziò a punzecchiargli una spalla. L'altro si girò infastidito, borbottando qualcosa, e i due finirono per bisticciare.


°l||l°l||l°


«Destinazione raggiunta.»

Il pullman si fermò in una piazzola, dove si ergeva maestoso un enorme stadio rettangolare, che sembrava tuttavia quasi un tipico castello giapponese, anzi, una fortezza vera e propria!

Kiseki si stiracchiò, osservando poi lo stadio in lontananza.

Ma, nonostante la distanza, faceva comunque già il suo bel figurino, con la sua maestosità e le pareti dipinte di un bel bianco lucido.
L'architettura dell'intera struttura ricordava quella, per l'appunto, dei castelli giapponesi. Nei quattro lati si potevano notare quattro Sumi yagura, delle torrette costruite negli angoli, che si ergevano maestose. Al centro, la porta d'ingresso, era in mezzo a due colonne portanti che sorreggevano un tetto blu -come del resto anche gli altri- sopra il quale vi era affissa un insegna.

«Waa! È enorme!» esclamò Aoi, affiancandolo.

Il corvino si lasciò sfuggire un leggero sorrisetto. «Tutto è enorme per te, Konishi kun.»

Konishi gonfiò le guance. «Non è colpa mia se tu sei un gigante...»

«Se avete finito di imbambolarvi, prendete le vostre cose e muovete il culo.» Katsuro si diresse verso lo stadio senza nemmeno aspettarli ed Eiji sospirò, contando poi velocemente i ragazzi, per essere sicuro di non aver lasciato in pullman nessuno.

«Il campo di Taikaken ha molte funzionalità, c'è anche una vasca idromassaggio per gli atleti una volta concluso il match! Vedrete che vi piacerà ^^~» affermò Yvi-ie, giocherellando con una ciocca di capelli rosa.

«Sì, ma ti ho già detto di scendere dalla mia testa-» asserì Michi a denti stretti.
Dopo circa un'oretta di viaggio, il ragazzo si era addormentato e, al suo risveglio, si era ritrovato il robottino in testa.

«Ma sei comodo, hai dei capelli così morbidi~ -w-» la piccola sfera si accoccolò meglio, continuando a giocherellare con qualche ciocca.

Akiko osservava la scena con un sorriso dolce ad adornarle le labbra. Quel robot era così carino, non capiva cos'avesse il rosa contro di lui.
L'altra manager, accanto a lei, si guardava attorno meravigliata, con uno sguardo ancora un po' addormentato per via della dormitina in pullman.

Una volta giunti davanti alla porta d'ingresso, poterono osservare da vicino l'insegna enorme -e quindi già visibile da lontano- al di sopra del tetto centrale, che citava "Fujihara Stadium" in blu, con qualche neon attorno alle stanghette delle lettere.
Seiji notò anche delle luci poste sopra ai tetti e sulle punte di essi. Constatò che, di notte, doveva essere uno spettacolo.

«Oh, benvenuti, siete la squadra del Giappone giusto?» un anziano signore fece capolino dall'interno e le porte scorrevoli si aprirono in automatico.

Yamashita annuì e i due, insieme a Katsuro, si misero un attimo a parlottare. Essendo in anticipo di qualche decina di minuti, decisero di fare un giro dello stadio, per mostrare ai ragazzi com'era fatto e il suo funzionamento.
Quindi successivamente il signore, che si scoprì chiamarsi Tadashi Mizushima, il custode dello stadio, fece fare loro un giro.
Mostrò loro la sala d'ingresso, una specie di hall con un banco dove richiedere e pagare i biglietti, caratterizzata anche da qualche poltroncina a lato e vicino alle finestre, probabilmente per gli spettatori in attesa dell'inizio delle partite o per i giocatori in attesa degli avversari.
Successivamente, passato un lungo corridoio ove vi erano delle porte ai lati -principalmente bagni e servizi pubblici-, mostrò loro le tribune, poste per tutto il perimetro della struttura come un normalissimo stadio. Lì il tetto si apriva, mostrando il cielo e la torre centrale -anch'essa molto simile alla torre di un castello giapponese, anche se sembrava il vero e proprio castello-, ma era coperto da una cupola in vetro sottile quasi invisibile a occhio nudo, forata ovviamente al centro per permettere alla torre centrale di svettare per altri 70 metri, essendo le torri dello stadio alte approssimativamente 60, per un altezza complessiva di centotrenta metri.

«Quello lassù è il campo.» asserì Mizushima, accennando con il capo al piano più alto della torre.

"Chi soffre di vertigini è fottuto..." pensò Isamu, osservando la cima dell'edificio, assorto.

Yusei se ne accorse e lo affiancò, appoggiando il braccio sulla sua spalla.
«Che c'è?~ soffri di vertigini per caso? Se vuoi ti tengo per mano~»

Il più basso girò lentamente la testa verso di lui, ancora preso a fissare il campo, per poi impiantare le iridi lilla sui suoi occhi. «Uh? No, certo che no. Stavo solo pensando che chi invece ne soffre dev'essere fottuto...» mormorò senza troppi giri di parole, ritornando a guardare in alto. E il ramato lo imitò, restando tuttavia appoggiato alla sua spalla.

Yosuke, intanto, guardava la torre, tenendo uno sguardo freddo e privo di emozioni... Ma dentro sentiva un certo disagio misto a paura.
"Mica crollerà quella cosa, facendoci cadere nel vuoto... vero?"

Nel mentre il signor Mizushima aveva spiegato loro che, essendo le tribune distanti dal campo, entrava in gioco la realtà aumentata. Gli spettatori, infatti, venivano tutti muniti di occhialini appositi, che permettevano loro di assistere alle partite come se avessero davanti i giocatori.

Fu, quindi, la volta della torre. Nonostante sembrasse piuttosto stretta e piccola -almeno rispetto a tutto lo stadio in se, poiché era in realtà larga una novantina di metri per una cinquantina- dentro era veramente spaziosa. Caratterizzata da piani e da un ascensore a teletrasporto, era destinata unicamente agli atleti. In realtà non aveva molte stanze, al piano terra vi era una sorta di magazzino, contenente palloni o altre attrezzature sportive; successivamente vi erano una palestra, una zona massaggi, una piccola zona termale con tanto di idromassaggio -come precedentemente accennato da Yvi-ie- e altri comfort che molte persone potevano solo immaginare.
Nei piani più vicini al campo, vi erano gli spogliatoi e, l'ultimo piano prima della struttura di gioco, la sala di controllo.

«Qui è dove risiedono gli arbitri, i mister e i giocatori in panchina. Anche loro vengono muniti di occhiali per la realtà aumentata affinché possano assistere e comunicare con i giocatori all'interno del campo. Ed, come negli spogliatoi, è possibile arrivarci attraverso il pannello centrale e l'Helmi... Per il resto vi spiegherà meglio il vostro robot guida.»

Yvi-ie emise un suono, come il trillo di un campanellino, in segno di approvazione e il signor Mizushima lì salutò, affermando che doveva pulire le tribune e dando la sua disponibilità in caso di necessità, congedandosi.

«Beh, andate in spogliatoio a cambiarvi.» affermò Katsuro, muovendo una mano come per scacciarli. «E muovetevi, sciò.»

I ragazzi annuirono e man mano presero l'ascensore, andando in uno dei due spogliatoi.

Quando furono soli, insieme alle manager, Yamashita si girò verso il compagno, inclinando la testa. «Potresti essere un po' più gentile con loro.»

«Lo sono fin troppo.» asserì l'altro, chiudendo subito il discorso e posizionandosi davanti al computer posto sul muro centrale. «Allora, vediamo un po' dov'è la modalità allenamento...»
Eiji lo osservò smanettare, aspettando pazientemente in silenzio, massaggiandosi distrattamente una tempia.

Dopo un po' si sentì una voce femminile robotica rimbombare per tutto il piano e un leggero tremolio al di sopra delle loro teste.
«Modalità allenamento attivata. Ambientazione: normale. Accensioni luci.»

Akiko e Hana si scambiarono un occhiata, incuriosite, per poi osservare attraverso gli schermi le luci del campo che venivano accese.

°

Chiaki indossò per ultima la maglia, sfiorando il numero 23 con le dita, posto al centro dell'indumento, tra petto e addome.
"Porterò il tuo numero con me, Mikio." pensò, stringendo delicatamente il tessuto, per poi alzare lo sguardo e posizionarsi sul pannello circolare posto al centro della stanza, completamente bianco come il pavimento, ma riconoscibile poiché leggermente rialzato.
Aggrottò le sopracciglia, confuso. "Come funziona questo coso...-"; si posizionò più al centro, ma non successe nulla. Non vi erano nemmeno degli schermi o dei pulsanti, né delle indicazioni.

«Schiaccia l'Helmi, il pulsante sotto al colletto.» affermò Yvi-ie, avvicinandoglisi leggermente.

Chiaki annuì e così fece, pigiando il pulsante, che si accese al contatto col suo polpastrello. Dopo una manciata di secondi, dai suoi piedi si espanse un'onda rossa pastello, seguita da una arancione e così via fino al rosa, per poi ricominciare con tutti i colori dell'arcobaleno.

«Trasferimento al campo di Taikakengät di Tokyo. Prego, attendere al centro del pannello di trasporto.»

I compagni si girarono verso di lui incuriositi, essendo Chiaki il primo ad essersi cambiato e quindi a provare il pannello. Ma dopo pochi secondi il castano venne circondato da una luce bianca che lo costrinse a chiudere gli occhi e venne scomposto in una miriade di pixel, per poi scomparire all'interno del cerchio divenuto di tutti i colori dell'arcobaleno mischiati tra loro.

I restanti undici, nella stanza, si lanciarono sguardi confusi e interdetti. Nessuno di loro, infatti, aveva mai provato un teletrasporto a pixel.

«... Beh, chi è il prossimo? ^-^»

Silenzio.

Nel mentre, Chiaki, si sentì circondare da una piacevole ondata di calore, che divenne fastidiosa una volta raggiunto il campo. Quando il teletrasporto finì -durato pochissimi secondi-, infatti, sentì come un formicolio attraversargli tutto il corpo, susseguito da un brivido freddo che gli percorse tutta la spina dorsale. Tentò di scaldarsi con le braccia, ma queste non rispondevano ai comandi, intorpidite dal teletrasporto -come anche le gambe-, e rimasero distese lungo i fianchi.
Quasi lo assalì il panico, ma dopo poco riuscì a muoversi normalmente, pur ancora un po' intorpidito e appesantito, e scese dal pannello, posto a lato del campo.

«Bella sensazione del cazzo, vero?» gli chiese Katsuro, avvicinandoglisi. «Tranquillo, ora passa, dura solo qualche secondo.» gli diede una leggera pacca sulla spalla e il minore annuì, sentendo il suo corpo tornare pian piano normale.

Dopo lo smarrimento iniziale, Chiaki si guardò attorno, incuriosito. La palestra era completamente nera, dal pavimento a legno finto -con uno strato superiore a ologramma che mostrava le linee di campo di un color azzurro pastello-, alle pareti al tetto, nonostante questi fossero caratterizzati da delle specie di nervature azzurre.
Era veramente molto simile a un normalissimo campo da calcetto, con l'unica differenza che non vi erano le porte -ma il muro dietro ai lati più corti, fino ai 2 metri d'altezza, era di un color azzurrino e sembrava fatto a rete- e il design delle linee del campo erano un po' diverse.
Innanzitutto la riga centrale era tratteggiata, ove al centro vi era il dischetto di inizio circondato dal classico cerchio centrale dal diametro di 3 metri. Successivamente, a nove metri dal centro vi era la fascia o rete di tiro, alta circa due metri e trenta. Dopo altri dieci metri vi era la linea di fondo campo, con l'area del portiere di 4 metri e mezzo.
In sostanza era suddiviso in cinque fasce: due in ogni metà campo e la fascia centrale di 18 metri che comprendeva il centro del campo.
Chiaki notò anche quattro sfere agganciate agli angoli della stanza e constatò che si trattasse dei Nopeus, in quel momento spenti.
Tutta la palestra era illuminata da una luce fredda, ma per niente fastidiosa come invece ci si poteva aspettare.

Pian piano iniziarono ad arrivare tutti gli altri e così, dopo essersi guardati un po' attorno anche loro, cominciò l'allenamento.

«Per prima cosa proverete le scarpe e i poteri, essendo nel campo adatto.» affermò Katsuro, a braccia incrociate, una volta concluso riscaldamento e stretching. «Già la prossima volta che saremo qui simuleremo una partita tra noi, per iniziare a entrare effettivamente nel gioco e anche a vedere qualche tattica.»

«Forte!» esclamò Goro, entusiasta, e subito Aoi lo seguì, esultando a sua volta.

«Per attivare il potere non dovrete far altro che tenere premuto l'Helmi con un dito, essendo direttamente collegato al Teho. Per il resto farà tutto la scarpa, voi seguite il flusso e.e~ Comunque questo è un posto prettamente virtuale e anche i Teho lo sono... certo, potreste farvi male prendendo una pallonata calciata con il potere -quindi fate attenzione- ma riscontrerete danni minimi. Per esempio, il fuoco rosa di Michi darà le stesse sensazioni del fuoco reale, quindi calore o bruciore, ma non vi lascerà alcuna ustione.»

I ragazzi annuirono e il primo a provare fu Yosuke che, sotto consiglio di Yvi-ie, pigiò il tasto sotto al colletto nel momento in cui Chiaki, nel lato opposto del campo, calciò il pallone grigio d'allenamento.
Delle piccole scariche elettriche azzurro neon rivestirono entrambe le scarpe, concentrandosi principalmente sul piede dominante e, una volta che fu abbastanza vicino, il ragazzo calciò il pallone.
Le scariche elettriche divennero maggiori e più intense fino al momento dell'impatto con la palla, rendendo il suo tiro più forte e veloce. Per via della forza sprigionata, Yosuke perse quasi l'equilibrio, ma riuscì a stare in piedi e notò il pallone andare a schiantarsi sul muro, rivestito da qualche scarica rimasta. Una volta colpito il muro, la palla cadde a pochi centimetri da esso, senza rimbalzare all'indietro come invece ci si poteva aspettare... ma, evidentemente, i creatori del Taikaken avevano pensato anche a quello!

A quel punto l'eccitazione di tutti salì alle stelle e passarono il resto del tempo a provare i propri poteri.
Non senza qualche difficoltà... o urli da parte principalmente di Takeda.




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𝕄𝕠𝕠𝕟'𝕤 𝕔𝕠𝕣𝕟𝕖𝕣 𓆙𓅰

Si ciao non so come dato che ho un mal di testa assurdo sti giorni ma sono riuscita ad aggiornare sigh 👁💧👄💧👁
Ma sta volta sono stata SmArT perché un po' meno di metà capitolo l'ho scritto ieri sera e tutto il resto questa mattina AH-
Non mi sono messa proprio completamente all'ultimo, **proud**

... Il problema è che poi pomeriggio mi son messa a fare i disegni del campo del Giappone o, almeno, dell'esterno dello stadio
Ma non so disegnare, soprattutto edifici ✨
Quindi non ve li metto neanche qui perché fanno ćäġāŕ
Perciò per gli stadi all'esterno dovrete usare ✨l'immaginazione✨ e pure tanta dato che non so manco descriverli pffft-
In realtà ho incominciato un altro disegno e dai sembra star venendo meglio degli altri- ma ve lo porterò la prossima volta (spero, se non fa troppo schifo lol) perché è anche fin troppo tardi e io oggi potevo aggiornare anche alle 2 ✨ vabbè dai succede q-q
Per i campi comunque inteoria -spero- dovrebbe essere più semplice quindi cercherò di portarvi qualcosa di decente, promesso qwq

Intanto ho qui il campo in generale di Tkkn, che avrei dovuto fare e quindi farvi vedere già tempo fa AH-

(Le reti sono più alte ma erano per rendere l'idea lul)

Also il pc mi correggeva "Goro kun" con "Goro sun" ed io sono tipo "oh yes Goro è un piccolo sole <3 <3 <3 <3"
E poi son riuscita perlomeno a citare tutti i bbys quindi sono happy <3 <3

Ah yes Yvi-ie chiama tutti brutalmente per nome perché lui può <3 tranne i mister o persone iMpOrTaNt ywy non che i bbys non lo siano maohavetecapitoinsommalmao-

Oh, ho anche il pv di Mizushima ewe
Essendo il custode dello stadio di Tokyo, prob, lo vedremo forse altre due volte, ma vabb dettagli eccovelo qui <3



E adeeessooooo ho un annuncio da farvi uwu~~~~~
Io e Flame048 abbiamo deciso di collaborare per una storia ad Oc che a breve -si spera lmao- pubblicheremo sul nostro profilo condiviso: Whanger69 
E niente, se siete interessati o incuriositi fatecelo sapere che in caso vi tagghiamo oppure seguiteci direttamente lì uhuhuh uwu
Scusate se spammo ma sto troppo in hype HAHAHAHAHAH ✨💞

Comunque fatemi sapere se ho interpretato bene i vostri personaggi, se ci sono errori o se c'è qualquadra che non cosa...
Non fate caso alle descrizioni degli edifici ✨ non sono portata per ste cose, diciamo che mi trovo meglio nella descrizione delle persone in sé, ma io ci provo sigh

Ora vado sul serio che ho aspettato anche troppo per pubblicare sto capitolo porco Kazuki
E sto pure hansukando (morendo lul) aiuto

Se volete lasciate un commentino che è sempre apprezzato ~ ♡ (❁'◡'❁)

𝔸𝕕𝕀𝕠𝕊 𓀿

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