ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟜
[ Giovedì 24 ottobre 2199 ]
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Yosuke addentò un pezzo della sua barretta, avviandosi con calma verso la prima palestra.
Da quel giorno avrebbero iniziato ad allenarsi seriamente per il torneo di Taikakengät e, a dir la verità, era parecchio emozionato. Anche se esternamente non lo dimostrava... Anzi, teneva i suoi occhi freddi socchiusi in un'espressione quasi annoiata, probabilmente ancora reduci delle lezioni pomeridiane.
Man mano che si avvicinava notò una figura appostata vicino alle porte verde trifoglio della palestra e, una volta che gli fu davanti, giunse alla conclusione che si trattasse di uno dei ragazzi del secondo anno.
Non che fosse tanto difficile: in quella squadra solo due erano del terzo anno, gli altri erano tutti al secondo... tranne lui stesso, essendo l'unico primino della squadra.
In parte non poteva che esserne orgoglioso: insomma, era il più piccolo, ma era comunque lì: era comunque stato scelto.
Chiaki, dal canto suo, lo osservò mentre si affiancava a lui. Il minore provò ad aprire le porte, trovandole chiuse, e il castano lo sentì sbuffare impercettibilmente.
Lo guardò un attimo di sottecchi, decidendo il da farsi. Doveva forse dirgli qualcosa? Salutarlo sarebbe stato carino... Sì, era buona educazione salutare le persone.
Ma non voleva iniziare una vera e propria conversazione.
Indeciso sul da farsi, ci pensò Yosuke a prendere parola. «Non c'è ancora nessuno?» domandò in modo distaccato, freddo, tanto per spezzare quel silenzio un po' imbarazzante.
Il maggiore dei due scosse il capo, rispondendo poi con tono calmo. «No, sono qui da un po'. La mia classe ha finito prima oggi.»
L'altro annuì. «Sì, anch'io ho finito prima.»
Il silenzio tornò sovrano tra i due, rotto unicamente dallo stropiccio dell'involucro della barretta di Yosuke o da quest'ultimo stesso mentre masticava la sua merenda.
La situazione lo stava mettendo un po' a disagio, ma doveva pur mangiare qualcosa! Aveva bisogno di energie per correre.
Fortunatamente arrivò Yamashita a rompere l'imbarazzo, aprendo le porte. «Buon pomeriggio ragazzi, scusate il ritardo. Siete qui da molto?»
Chiaki rispose subito. «No, non si preoccupi, sensei.» notando, poi, il borsone contenente palloni da calcio che teneva in spalla, aggiunse: «Vuole una mano?»
Il corvino gli rivolse un caldo sorriso. «Tranquillo, ce la faccio.» ed entrò nella palestra, seguito dai due ragazzi.
Ben presto arrivarono anche tutti gli altri, non mancava nessuno all'appello, tranne il mister Takeda. Il che era strano, dato che solitamente era lì prima di tutti quanti.
Fu Madoka ad accorgersene e subito chiese spiegazioni ad Eiji.
«Oh, Katsu a giovedì alterni ha un impegno. Arriverà sempre una decina o una ventina di minuti in ritardo, quindi intanto pensiamo al riscaldamento.»
Madoka annuì e, sotto consiglio di Yamashita, tutti iniziarono a riscaldarsi.
Non ci furono particolari intoppi, i ragazzi fecero qualche giro di corsa, passando poi allo stretching e, in quel momento, arrivò anche Katsuro.
«Beh ora che ci siamo tutti possiamo iniziare. Come primi allenamenti il giovedì ci occuperemo di insegnarvi le basi della pallavolo e del calcio. Ci divideremo quindi in due gruppi, di logica i ragazzi che giocano a calcio staranno con me, mentre i ragazzi della pallavolo andranno con Kat- col mister Takeda. Già la settimana prossima dovrebbero arrivare divise e scarpe, così potrete prendere familiarità anche con il vostro potere.»
«Muovetevi, vi aspetto nella seconda palestra.» affermò Takeda, prendendo i palloni che precedentemente aveva portato Yamashita e uscendo dalla porta d'ingresso.
Kiseki osservò i soggetti del club di pallavolo. Aoi e Yosuke sapeva che erano abbastanza tranquilli, ma si era già fatto circa un'idea degli altri tre.
Posò poi lo sguardo sul punto in cui l'albino era uscito e il pensiero che gli balenò in mente fu inevitabile.
"Non prospetto nulla di buono."
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«Sostanzialmente ci sono cinque nozioni base nella pallavolo: il palleggio, il bagher, l'attacco, il muro e il servizio. Penso che, comunque, bene o male, voi tutti sappiate come funzioni, ma abbiamo deciso di dividervi in questi due gruppi per farvi almeno apprendere le azioni base dello sport opposto al vostro, anche se sappiamo che sarà impossibile che riusciate a prenderci familiarità in così poco tempo... Ma almeno non partiamo proprio impreparati.» Eiji sorrise ai ragazzi del club di calcio.
Yosuzume ringraziò di non essere finito nel gruppo del mister Takeda.
Non che gli facesse paura, oramai ne aveva viste talmente di tutti i colori che delle occhiate glaciali come quelle dell'albino non gli facevano poi così tanto effetto, ma, doveva ammetterlo, lo metteva un po' in soggezione.
Se già di suo non era affatto bravo a interagire e a rimanere tranquillo, con uno come Katsuro, ne era certo, avrebbe finito per arrossire e balbettare più del solito. E aveva come la sensazione che quel ragazzo non fosse particolarmente paziente, anzi, gli aveva dato l'impressione opposta.
Perlomeno Yamashita lo conosceva e il sensei conosceva lui. Il corvino era sempre dolce e gentile con tutti, perciò si sentiva un po' più tranquillo.
Iniziarono quindi l'allenamento. Eiji insegnò loro le basi del palleggio e del bagher, lasciandoli poi esercitarsi a coppie.
Li osservò per un po', sorridendo e pensando che fossero molto veloci ad apprendere, per poi chiamare a sé Goro e Yosuzume.
I due portieri si avvicinarono, incuriositi.
«Nel Taikaken il calcio di inizio e la ripartenza si effettuano a servizio. Essendo battuto da fondo campo, solitamente sono i portieri ad effettuarlo... certo, è possibile richiedere a un difensore di farlo al posto vostro, così come la rimessa di fondo nel calcio. Ma penso che sia giusto che riusciate a farlo anche voi. Non è nulla di così complesso e il ruolo del portiere alla fine non varia troppo dal calcio, quindi per voi sarà più utile soffermarvi soprattutto sul servizio.»
Chabukuro e Sato osservarono e ascoltarono attentamente le direttive date loro dal mister, per poi mettersi in un angolo della palestra e iniziare a fare qualche servizio dal basso.
Goro guardò di sottecchi il compagno, cercando in qualche modo di studiarlo.
Lo conosceva di vista e aveva sentito qualche voce su di lui: dicevano che era bravo nel suo ruolo e che infondeva sicurezza, nonostante non sembrasse affatto il tipo. Ne era rimasto un po' incuriosito.
Il più basso, sentendosi osservato, arrossì e si girò lentamente verso di lui, riservandogli un occhiataccia.
Il turchese aveva anche sentito della sua "occhiata del terrore", quindi non ne fu particolarmente impressionato. Notando il rossore sulle sue guance pensò solo che fosse una persona un po' timida... forse irascibile, dati i suoi comportamenti, ma non ne era troppo convinto.
«Quindi tu sei il primo portiere della seconda squadra?» chiese, cercando in qualche modo di attaccar bottone.
Yosuzume annuì impercettibilmente, distogliendo subito dopo lo sguardo e arrossendo ancor di più, tornando a concentrarsi nei servizi.
Sato decise di non disturbarlo troppo e ricominciò a fare servizi a sua volta.
Ben presto tra i due nacque una specie di sfida silenziosa, dove né uno né l'altro aveva intenzione di perdere. Iniziarono ad effettuare battute a raffica, cercando di farle sempre più precise e lontane ad ogni colpo.
Infondo erano entrambi il primo portiere delle squadre del club di calcio. Una rivalità, anche se implicita, era quasi inevitabile.
Nel momento di pausa Hana distribuì borracce e asciugamani a tutti, con l'aiuto di Chiaki.
Isamu si asciugò un po' di sudore dal viso e Yusei, che fino a poco prima era accanto a lui, si avvicinò ad Eiji.
«Ma sensei, è sicuro che stia andando tutto bene nell'altro gruppo?~» chiese, lanciandogli un occhiata civettuola, a cui Eiji non fece caso o che, semplicemente, ignorò.
«Beh... non ci metterei la mano sul fuoco.» Yamashita ridacchiò, ma sorrise leggermente. «Non sembra, ma Katsu è molto bravo e nasconde un lato gentile. Sicuramente non mancheranno urla, ma andrà tutto bene.» "Spero."
Il corvino addolcì il sorriso e Yusei parve non accorgersene, continuando a punzecchiarlo.
Invece non sfuggì agli occhi smeraldini di Seiji, che li osservava poco distante.
"Mmh, qui gatta ci cova."
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«Insegnarvi a giocare a calcio in manco un mese sarà impossibile. Ma vi assicuro che, grazie a me, riuscirete a tenere almeno la palla tra i piedi e a non fare troppi casini. Non saprete dribblare come dei fenomeni, ma vi insegnerò qualche trucchetto che pure un bambino di quattro anni riesce ad apprendere.» Katsuro scrutò uno ad uno i ragazzi, tenendo come al solito le braccia conserte. «Direi che partiamo dalle basi della base: passaggi e stop... nel calcio poi è essenziale anche il dribbling, il tiro e il colpo di testa, ma per oggi ci limiteremo a questo. Se poi siete bravi potremo anche già pensare di provare qualche esercizio di tiro o di dribbling, ma è tutto da vedere. È meglio apprendere le fondamenta prima di tutto, non abbiamo moltissimo tempo a disposizione da qui a gennaio.»
"Vorrei tanto sapere chi cazzo è il genio che ha organizzato un torneo chiamando a raccolta delle squadre due fottutissimi mesi prima."
Hideaki teneva tra le mani un pallone, fissandolo intensamente.
Non aveva ascoltato una singola parola del mister e questo, Takeda, parve notarlo.
«Hai capito, moccioso?»
Il minore alzò gli occhi su di lui e lo guardò male, ma non disse una parola. Annuì piuttosto con un mezzo grugnito.
«Io... non ci gioco a calcio.» asserì poi, lasciando cadere il pallone per terra e mettendosi le mani in tasca.
Katsuro sgranò di poco gli occhi. «Non me ne fotte un cazzo dei tuoi problemi da mocciosetta col ciclo, tu adesso giochi a calcio. Altrimenti potevi benissimo restare a casa.»
Hanabi schioccò la lingua sul palato, infastidito, per poi distogliere lo sguardo.
Giocare a calcio... ne sarebbe stato davvero in grado? Insomma, lui non era lì... Ma il suo fantasma sì però.
Eppure voleva, doveva, dimostrare di poter essere qualcuno.
Non senza qualche scenata da parte del più basso, Takeda spiegò loro come effettuare un passaggio nel modo corretto e, al tempo stesso, come stoppare il pallone di suola.
A furia di parlare, alla fine quello che sembrava cavarsela meglio di tutti era proprio Hideaki, anche se sembrava giocare quasi con noia... o forse era meglio dire "paura"?
Madoka, comunque, lo notò e parve essere un po' infastidito dalla cosa, sempre, però, per il suo comportamento da bambino. Non invidiava il fatto che sapesse già giocare, anche perché il castano apprendeva in fretta e constatò che anche gli altri suoi compagni stavano iniziando a prendere familiarità coi piedi.
L'unico in difficoltà era Michi.
Il rosa era un disastro, a momenti non riusciva neanche a calciare un pallone. Cosa che fece alterare un po' Katsuro, che tuttavia aveva avuto la santa pazienza -circa- di spiegargli le basi in modo più semplice, lasciandolo poi provare da solo.
Hideaki, così, ebbe la brillante idea di prenderlo in giro.
«Pff- non sai nemmeno tenere il pallone tra i piedi. Non mi stupirei se ti si staccassero gli arti mentre giochi, Zombie quale sei.»
Il rosa lo guardò con un sorrisetto, ma non ebbe neanche il tempo di aprire bocca che Kiseki intervenì.
«Perché non guardi te stesso prima di sfottere gli altri? Da quello che ho notato sei l'unico che ha già giocato a calcio, ma non sembri prenderla sul serio... Ti consiglierei di farlo, invece. Altrimenti perché sei qui?»
Hanabi alzò lo sguardo sull'altro, inchiodando gli occhi in quelli neri come la pece del corvino, che lo guardavano con serietà e rimprovero.
Inarcò un sopracciglio, guardandolo male. «... Tu saresti?»
«Takajo Kiseki Tamsus, libero titolare della seconda squadra di pallavolo.»
Lo sguardo del minore si indurì. «Beh, ed io lo sono della prima squadra.»
Tra i due scattò una scintilla, sotto lo sguardo confuso -ma al tempo stesso infastidito- di Matsushima.
Akiko li osservò dalla panchina, pronta a intervenire in caso di necessità.
Non le piaceva vedere le persone litigare o, peggio, passare alle mani.
Nel mentre Takeda era andato da Madoka, Yosuke ed Aoi, spiegando loro qualche piccolo trucchetto per tenere la palla in gioco senza farsela rubare dagli avversari.
Stava controllando che avessero appreso bene il suo insegnamento, quando Aoi cadde a terra: mentre effettuava qualche scatto, le viti della protesi alla gamba sinistra avevano emesso qualche cigolio, bloccandogli il movimento e facendogli perdere l'equilibrio.
Yosuke, abituato a quelle scene, fece per avvicinarsi e dargli una mano a rialzarsi, ma l'allenatore fu più veloce.
Katsuro si affiancò al bluastro, che percepì una certa aura minacciosa. I suoi occhi di ghiaccio lo guardavano con talmente tanta durezza che, se lo sentiva, di li a poco lo avrebbe mandato via a calci in culo.
L'albino si inginocchiò alla sua altezza e gli afferrò la protesi, osservando le viti e allentandole un po', per poi stringerle nuovamente. Il tutto con una delicatezza e attenzione che il più piccolo non si sarebbe mai aspettato da uno come lui.
«Cigola e si blocca spesso?» chiese, non togliendo gli occhi dalla gamba artificiale. Konishi diede conferma e Katsuro lo aiutò a rialzarsi. «Martedì porto i miei attrezzi e proviamo a sistemarla, se vuoi. Sono un meccanico, ma aggiusto di tutto e ho già avuto a che fare con delle protesi. Comunque credo basti un po' d'olio.»
Il ragazzino lo guardò con stupore, per poi sorridergli raggiante. «Va bene, grazie mister!»
Takeda ricambiò il sorriso con uno appena accennato e l'altro fu quasi certo di vedere i suoi occhi addolcirsi per un attimo.
Attimo che durò poco, poiché una pallonata sfrecciò ad alta velocità verso di loro, centrando in pieno il maggiore.
Tutti si ammutolirono per un momento.
Madoka e Yosuke si scambiarono un occhiata, Kiseki scosse la testa e Michi, dopo un attimo di sconcerto, si lasciò sfuggire una risatina.
Aoi vide l'albino girarsi lentamente verso destra... E non ci volle un genio per capire chi avesse scagliato il pallone.
Gli occhi furenti di Katsuro si scontrarono con quelli lavanda di Hideaki, il quale era rimasto bloccato con la gamba tesa, in posizione di tiro.
Il minore deglutì a vuoto.
Sipario.
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𝕄𝕠𝕠𝕟'𝕤 𝕔𝕠𝕣𝕟𝕖𝕣 𓆙𓅰
Sono in ritardo oh no D:
n̶o̶n̶ ̶c̶o̶m̶e̶ ̶S̶x̶ ̶p̶e̶r̶l̶o̶m̶e̶n̶o̶,̶ ̶b̶e̶h̶
Il problema è che mi metto sempre all'ultimo a scrivere i capitoli :'>>>>> questo lo avevo pronto per due terzi tra ieri mattina e pomeriggio e contavo di finirlo la sera, ma poi beh, diciamo che poi la sera mi hanno scombussolato i piani ê-ê
Inoltre come ho scritto anche nel capitolo di Sx, queste settimane non sono stata proprio a non far NiEnTe e.e.e.e.e.e.e.e
Also insultate con me Hide tnx
Perché è uno ✨🌈♡︎s♡︎p♡︎a♡︎c♡︎c♡︎a♡︎c♡︎a♡︎z♡︎z♡︎i♡︎🌈✨
✨✨🧚🏽♀️🧚🏽♀️🌈EKatsèpiccinochangemymind🌈🧚🏽♀️🧚🏽♀️✨✨
Comunque fatemi sapere se ho interpretato bene i vostri personaggi, se ci sono errori o se c'è qualquadra che non cosa...
Dovrei esser riuscita ad inserirli tutti ywy anche se alcuni solo accennati~ ma ho cercato di dare spazio a quelli che avevo interpellato poco precedentemente :'>
Hide invece non lo avrei manco interpellato in sto capitolo pffff ma beh lui deve ✨spaccare✨il✨cazzo✨
Così lo odiate con me ossi
No scherzo gli voglio bene ♡︎♡︎
... forse ♡︎
Ora vi lascio uno SpOiLeR del prossimo capitolo 👁👄👁
Non so perché ma mI FA TROPPO RIDERE AHHAHAHAHAHHAHAHAH
Se volete lasciate un commentino che è sempre apprezzato ~ ♡♡ (❁'◡'❁)
P.S. Giuro che le porte verde trifoglio della palestra non sono diventate un ossessione ☘️👁👄👁☘️
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