ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝟙𝟚
[ Domenica 15 dicembre 2199 ]
°
Goro si posizionò in prima fila, tenendo il cartello con scritto 'Giappone' ben fisso sulle mani.
Era, infatti, stato scelto lui come capitano della squadra. Tecnicamente, essendo una squadra messa in piedi in due mesi scarsi -e quindi non conoscendo abbastanza tutti i giocatori- sarebbe spettato al più grande ricoprire tale ruolo, quindi ad Isamu. Tuttavia, dato che Goro era l'unico ad avere dei precedenti come capitano, ed essendo il portiere solitamente la seconda scelta -poiché ha la visuale di tutto il campo-, Katsuro aveva deciso di fare uno strappo alla regola.
Gli altri non avevano avuto nulla in contrario.
Il turchese osservò la porta chiusa davanti a lui, aspettando trepidante il momento in cui si sarebbe aperta. Era emozionato: partecipare a un torneo mondiale non era certamente una cosa che capitava tutti i giorni.
Dietro di lui, posti in fila indiana, anche i suoi compagni aspettavano impazienti il momento di entrare in campo per la cerimonia di augurazione. Alcuni erano visibilmente eccitati, come Aoi, che non riusciva a trattenere un sorrisone, benché avesse un po' di paura. Altri parevano essere a loro agio, o anche fossero stati agitati non lo davano a vedere, come Madoka, che, in realtà, non vedeva l'ora di uscire. Altri ancora erano ansiosi, come Yosuzume, che sentiva di poter morire da un momento all'altro... aveva intravisto gli spalti, poco prima, e pensare che di lì a poco avrebbe avuto tutti quegli sguardi puntati addosso lo innervosiva. Lo innervosiva parecchio.
Davanti a lui, Hideaki si mostrava impassibile, o almeno ci provava, essendo praticamente terrorizzato. "Mi vedrà? Mi vedranno...?" e rabbrividì ai suoi stessi pensieri; pensieri che stava circa facendo Chiaki, tuttavia rivolti a un'altra persona e ad un contesto decisamente diverso.
"Guardami giocare, Mikio..."
Isamu respirava una pesante aria d'attesa, tutti, chi più chi meno, erano tesi come corde di violino; corde che vennero tagliate di netto non appena la voce del presentatore annunciò la squadra del Giappone.
«Dalla prefettura di Hyōgo, la squadra giapponese della prestigiosa accademia giovanile Tokage.»
Il violaceo si ritrovò a trattenere il respiro.
Le porte si aprirono, Goro inspirò profondamente e si girò appena alla sua destra, poi alla sua sinistra, incontrando lo sguardo del capitano del Brasile, che gli fece un sorriso rassicurante. Non lo conosceva, ma ad occhio e croce sembrava un tipo caloroso e simpatico...
Tuttavia non era quello il momento di pensarci e, acquisendo sicurezza, senza troppi indugi, alzò il cartello, varcando la soglia del portone, rimanendo per un attimo accecato dalle potenti e numerose luci bianche sul soffitto.
Le sue orecchie vennero tempestate dai tipici rumori da stadio: urli, applausi, trombette... suoni che precedentemente erano ovattati. Si trattenne dal sobbalzare, nonostante tutto quel baccano gli stesse facendo un po' male ai timpani-
Dagli spalti, in una piccola sezione apposita, Hana, Akiko, Eiji e Katsuro osservavano il loro ingresso.
Il secondo allenatore tremava leggermente, trattenendosi anche dal piangere dall'emozione; mentre Katsuro lo guardava di sottecchi.
«Eicchan, calmati.» disse con voce un po' dolce e il corvino annuì appena, prendendo un tremante respiro.
«S-sono emozionato..-»
Akiko accennò un sorrisino e si girò in direzione di Hana, che non la smetteva di guardarsi attorno da quando avevano messo piede nel campo centrale... ma come si poteva darle torto? Lo stadio dell'Ympyrä era enorme, ad occhio e croce sembravano essere tre campi in uno, si stentava a credere che fosse semplicemente 'dimostrativo'. Infatti, da quello che aveva detto loro la guida, lì non si disputavano partite.
Una volta in posizione, al fianco destro di un'altra squadra, Seiji tentava di guardarsi un po' attorno. Essendo il chiudi fila -dato che erano in ordine di numero, eccezion fatta per Goro- non riusciva a vedere al di là dei suoi compagni -anche perché Kiseki era terzo, subito seguito da Madoka, ed essendo i più alti coprivano la visuale di praticamente tutti gli altri- e sporgersi gli sembrava una cosa brutta.
Quindi cercava di vedere al di là delle file ai lati, per almeno scorgere la squadra italiana, senza tuttavia successo. Con la coda dell'occhio notò che alla sua destra si stavano affiancando altri giocatori, dopo l'annuncio dell'entrata in scena della Grecia, e osservò per un attimo i ragazzi greci.
"Ah beh, con loro l'espressione 'divinità greche' prende tutto il suo senso... ma da dove sono venuti questi? Direttamente dall'olimpo?! Ma apritemi le porte del Partenone, mostratemi le vostre colonne in tutto il loro splendore-" pensò Yusei, guardandoli anch'egli di sottecchi e Michi, dietro di lui, lanciò loro un'occhiata distratta non appena si furono posizionati.
E non l'avesse mai fatto.
Come se un masso gli fosse caduto in testa, si sentì schiacciato e oppresso al pavimento; il respiro gli si smorzò in gola, si sentì soffocare, morire.
Accanto a lui, a un metro o poco più di distanza, vi era un ragazzo dai capelli neri, nerissimi, che assumevano un colore quasi argenteo per via dei fari dello stadio. Parevano piume lucenti di corvo, in contrasto con la pelle pallida, quasi cadaverica. Ma il taglio e il colore dei capelli, le curve del profilo, benché più dure e affilate, la forma delle sopracciglia, del viso gli ricordavano in tutto e per tutto...
"Hansu-"
Il ragazzo, sentendosi osservato, si girò verso il rosa, che deglutì. Con la gola improvvisamente secca, avvertì la sua stessa saliva scendere lungo l'esofago come un groviglio rovente di spine. Il greco, ora, lo fissava di rimando, con due paia di occhi grigi che Michi pareva conoscere bene... ma che non trasmettevano dolcezza o gentilezza. Le labbra serrate e distese in un'espressione fin troppo seria, quasi contrariata, e lo sguardo tagliente e intimidatorio del corvino, gli fecero intendere che, forse, doveva smetterla di fissarlo.
Voltò quindi subito la testa, sentendola girare. Per un attimo pensò che stesse cadendo, sentendo le gambe improvvisamente molli.
Dovette appoggiare la mano sulla spalla di Yusei, forse per evitare di cadere, che girò leggermente il capo verso di lui, guardandolo confuso.
«Mh? Tutto okay?» gli chiese, un po' preoccupato. Il rosa era pallido come un lenzuolo e, data la sua carnagione solitamente 'grigiastra', era ben visibile. Pareva aver visto un fantasma, complici anche le pupille talmente ristrette da renderle due puntini neri in un oceano violetto. Quello, Setsushi, pensò fosse per via dei fari -la luce era fin troppo intensa! Dava fastidio anche a lui-, come poteva sapere che aveva davvero visto un fantasma?
«Matsu...?»
Michi parve riscuotersi un po' e guardò il compagno negli occhi, rendendosi conto solo in quel momento di aver poggiato la mano. La ritrasse immediatamente.
«Ah- sì... sì sto bene... scusa, credo di aver avuto un attimo un... calo di pressione... o qualcosa... del genere... sì.»
Il tono di voce del maggiore non convinse del tutto il ramato, che tuttavia annuì. «Capito... dev'essere stata l'emozione.»
«Ecco! Sì, esatto...» Michi gli rivolse un sorriso nervoso e abbassò lo sguardo, diventando serio.
Yusei lo guardò per un po', valutando l'idea se insistere o lasciar perdere: gli parve chiaro che non gli avesse detto la verità. Decise di lasciar perdere, tornando a dare attenzione davanti a sé, dato che erano entrati in scena i due organizzatori.
Al massimo gli avrebbe chiesto come stava più tardi...
«Benvenuti a tutti, piccoli pulcini!»
"Pul...cini...?-"
Kiseki inarcò un sopracciglio e altri ebbero circa la sua stessa reazione, tenendo gli occhi puntati sul maxischermo al centro della sala. Osservò l'uomo proiettato sullo schermo, e non ci voleva un genio per capire che fosse un tipo eccentrico; se guardava al centro di quell'enorme campo -che era davvero lontano-, dove effettivamente era posizionato, poteva vedere il suo smoking luccicare, date le paiette argentee che componevano la giacca. No, forse erano specchi, Kiseki non riusciva a capirlo e, a dir la verità, non gli importava particolarmente, sapeva solo che gli stava leggermente spaccando gli occhi.
L'uomo accanto a lui era vestito in modo più modesto... per così dire. Anche lui aveva un vestiario un po' appariscente, benché fosse meno fastidioso di quello dell'altro. Però le sfumature arcobaleno pastello che assumeva la sua giacca non erano di certo sobrie-
Yosuke si sporse leggermente per guardare oltre la spalla di Goro le due menti che avevano avuto la voglia e la pazienza di prendere due sport fatti e finiti e di mischiarli per crearne uno nuovo.
Tenho palla da discoteca Korhonen, dopo aver dato una veloce occhiata ai giovani presenti con i suoi penetranti occhi rossi, riprese a parlare. «Sono immensamente felice di vedervi tutti qui, oggi, e vi ringrazio di cuore per aver accettato il nostro invito... benché ci rendiamo conto che fosse improvviso, ma sarà divertente e sicuramente una gioia vedervi giocare. Non importa se non siete preparati al massimo, questo torneo è nato per gioco! Il Taikakengät è un gioco, e come tale l'unica cosa che vi chiediamo è di divertirvi... mostrateci il meglio che sapete fare in queste competizioni; divertitevi e fateci divertire con un gioco entusiasmante e pulito!»
Il suo compagno, Henrik, prese parola. Passandosi una mano sui lunghi capelli azzurrini.
«Adesso che abbiamo presentato tutte le quaranta squadre partecipanti, vedremo assieme a voi gli otto gironi composti da cinque squadre ciascuno, che verranno smistati proprio qui e proprio ora.»
Dallo schermo scomparvero i volti giovanili -benché avessero quarantacinque, forse cinquant'anni- dei due inventori del Taikaken, che vennero rimpiazzati da una grossa sfera arcobaleno che assomigliava molto al Bingo e, di fatto, la scelta dei gironi avvenne ad estrazione.
«... Ed ora il girone H, l'ultimo girone! Ad esclusione abbiamo Francia, Russia, Giappone, Brasile e Italia.»
A Seiji brillarono gli occhi, benché la sua solita espressione da sopravvissuto ad un'apocalisse zombie non parve mutare poi molto.
Se erano nello stesso girone significava che lui e Daniel si sarebbero incontrati almeno un'altra volta.
«Per non annoiarvi tutti dicendovi già adesso contro chi giocherete la prima partita delle eliminatorie e per renderlo una piccola sorpresa... vi manderemo il programma questa sera stessa. Adesso, bando alle ciance! I vostri allenatori ve lo avranno già anticipato, non è vero? Si terranno delle amichevoli! Abbiamo a disposizione dieci campi, pertanto si svolgeranno due turni cosicché tutti abbiano l'opportunità di giocare... sarà una partita breve, ma, anche se si tratta di un'amichevole, ci aspettiamo che diate il massimo!»
Il pubblico parve apprezzare, poiché urla ed acclamazioni si raddoppiarono -per il disappunto di Goro-.
Ci misero poco a decidere sul momento le squadre che si sarebbero sfidate, con lo stesso procedimento dei gironi, e non appena Korhonen annunciò ciò che era già visibile sul maxischermo, gli smeraldi di Seiji divennero ancora più brillanti.
«A sfidarsi sul campo numero uno, nella cupola gialla, saranno le squadre dell'Italia e del Giappone!»
Hideaki schioccò la lingua sul palato, gli italiani gli stavano antipatici... cioè, principalmente quel tipo rosso ricoperto di lentiggini, di cui non ricordava nemmeno il nome.
«Gliela faccio vedere io, a quel tappetto...» brontolò Tiziano un bel po' di file più in là, incrociando le braccia al petto.
«Ma che te voi far...» mormorò Kristiano, il quale veniva separato dal rosso unicamente da Daniel, che stava in mezzo ai due. L'italiano sospirò.
«Ti ho sentito, testa di caz-» il rosso si morse la lingua, realizzando che non era proprio la situazione migliore per intaccare un litigio col corvino, pertanto si zittì... almeno per quel momento.
A breve conclusero di estrarre anche le ultime squadre e, come fosse uno spettacolo teatrale, le luci si spensero, illuminando unicamente le squadre e i due organizzatori.
«E adesso, senza altri indugi...» gli occhi rossi di Tenho brillarono e sul suo volto comparve un largo sorriso. Così come nel volto del suo compagno, che completò la sua frase, dopo essersi spostato con un gesto della mano una lunga ciocca di capelli dal volto. «... diamo inizio alle danze!»
I due fecero una specie di piroetta, alzando poi le mani verso l'alto e parlando assieme.
«Che il Taikaken World Cup... abbia inizio!»
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𝕄𝕠𝕠𝕟'𝕤 𝕔𝕠𝕣𝕟𝕖𝕣 𓆙𓅰
He-yo :D
Scusate, ma prima di dire qualsiasi cosa devo flexare...
Eccovi il tabellone dei gironi 😎
L'ho pronto da tipo gli inizi di luglio e sono troppo hdosnsisbsisbkasis che finalmente posso spammarvelo ✨👄✨
Quindi ammiratelo tnx 🤧😔
E ammirate anche l'immagine in cima, sono andata a ripescarmi l'episodio di Haikyuu quindi se lo vedete anche con una qualità un po' schifos è perché è uno screen lmao
E niente, come state? ywy io ho scritto il capitolo con tipo Touch you in loop e niente è stata un'esperienza magica 🌝 👁👄👁💧
M̶i̶ ̶s̶o̶n̶o̶ ̶f̶i̶s̶s̶a̶t̶a̶ ̶c̶o̶n̶ ̶q̶u̶e̶l̶l̶a̶ ̶c̶a̶n̶z̶o̶n̶e̶ ̶e̶ ̶l̶e̶ ̶v̶a̶r̶i̶e̶ ̶v̶e̶r̶s̶i̶o̶n̶i̶ ̶q̶u̶a̶l̶c̶u̶n̶o̶ ̶m̶i̶ ̶s̶a̶l̶v̶i̶ ̶g̶r̶a̶z̶i̶e̶p̶r̶e̶g̶o̶c̶i̶a̶o̶
Per il resto, niente, Taikaken inizia adesso (?)
Lmao
Circa-
E me ne vado che devo preparar da cena, vi lascio con dei memini
𝔸𝕕𝕀𝕠𝕊 𓀿
E il migliore va lasciato per ultimo beh
HAAHAHAHAHAHAHAH
Sono troppo proud del mio lavoro ops
E scusate se ho messo i vostri bbys in punti sbaGLIATI LASSÙ e niente dovevo dirlo perché ho una malattia chiamata ansia esistenziale.
E ora me ne vado davvero sennò mia madre mi tira qualcosa (?)
🌝👋
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