Capitolo 6.
Eren's pov.
Fu proprio Sasha a sciogliere il ghiaccio fra il nostro ed il tavolo in parallelo. Il suo gesto impulsivo di gettarsi fra le braccia del ragazzo che preparò la cena, ruppe definitivamente tutte le distanze fra noi ed i supervisori. Non che sarebbero durate ancora a lungo, ma quella fu la spinta decisiva. Non avevamo troppi anni di differenza, noi ne avevamo tutti diciotto e diciannove andando in classe assieme, mentre loro avevano dai venti ai ventitré anni.
Finito il brindisi e la fase degli amari per i più grandi, ci apprestammo a sparecchiare e a lavare le stoviglie trovate in precedenza all'interno della cucina.
"Sapete dov'è Sasha?"
Chiese Connie con in mano una pila di piatti sporchi.
Scossi il capo con dissenso seguito da Marco, Jean e Armin che nel frattempo ci apprestammo a spazzare a terra le svariate briciole.
Abbassò lo sguardo sinceramente deluso da quelle parole.
"Pensavo mi avrebbe aiutato a sparecchiare..."
Continuò con un filo di voce storcendo le labbra.
"Prima stava aiutando Niccolò con i piatti da lavare"
Iniziò Armin fermandosi momentaneamente dalle pulizie.
Gli occhi giallastri del ragazzo presero ad ombrarsi iniziando ad annuire sparendo in cucina.
"Non pensavo fosse innamorato di Sasha"
Prese parola il castano portandosi entrambe le mani ai fianchi.
"Non penso sia innamorato, semplicemente ora ha la consapevolezza di poter perdere la sua migliore amica"
Intervenni continuando a spazzare l'innumerevole polvere e briciole riverse a terra, non vedevo l'ora di terminare quella stupida prassi.
"Scommettiamo Jaeger?"
Iniziò il castano puntandomi un sorriso da sfida, i suoi occhi colmi di superbia e divertimento mi trasmisero la medesima energia.
"Quale sarebbe la posta in gioco?"
Domandai a mia volta sollevando un sopracciglio nella sua direzione. Lo vidi avvicinarsi fino a fiancheggiarmi, le nostre spalle si sfiorarono ed il suo viso si chinò il giusto per raggiungere il mio orecchio.
"Se ho ragione io sul conto di Connie dovrai provarci con Isabel"
Annunciò a voce bassa per non farsi udire dagli altri due. Sobbalzai al solo pensiero di Farlan nel vedermi provarci con la rossa. Deglutii pesantemente prima di proseguire.
"E se vinco io?"
Domandai guardandolo dritto negli occhi.
"Ti lascio scegliere"
Ammise.
"Sei così sicuro da lasciarmi carta bianca?"
Chiesi divertito.
"No, semplicemente mi piacciono le sfide ed il brivido del rischio."
Rispose sincero. Io e Jean vantavamo lo stesso carattere e ciò portava alle volte a parecchi ed irrequieti litigi, ma nei momenti di quiete potevamo considerarci ottimi amici.
Annuii iniziando a pensare.
"Dovrai ammettere i tuoi sentimenti verso Marco"
Sputai infine facendolo sbiancare.
"Q-quale sentimenti e sentimenti, io e lui siamo solo amici!"
Andò subito sull'offensiva spintonandomi il giusto per farmi indietreggiare.
"Ehi ragazzi! Dobbiamo solo pulire... per favore"
Ci pregò Armin esasperato quanto preoccupato da tutta quella folle serata.
Ci calmammo all'istante puntando uno sguardo verso terra.
"Bene, sfida accettata allora"
Sussurrai infine allontanandomi e lasciando il castano inerme con ancora la scopa stretta fra le dita.
Levi's pov.
"Siamo sicuri quei ragazzi riusciranno a pulire tutto nel modo corretto?"
Domandai ad Erwin steso nel suo letto con entrambe le braccia poste sopra i suoi occhi come a coprirli.
"Smettila Levi, staremo qui solo una notte, i ragazzi puliranno nel giusto modo"
Mi rimproverò il biondo.
"Se poi quando scendo scopro che non hanno pulito come devono te lo giuro che ti riempio di botte Smith"
Ammisi sedendomi su una sedia presente nella camera. Eravamo gli unici ad avere una stanza singola in quella baita e ringraziai il cielo, non mi sarei dovuto preoccupare di nulla e di nessuno stando da solo.
"Rilassati un po', piuttosto, Pokko ha portato da fumare, che devo fare?"
Domandò volgendomi uno sguardo da sotto le sue possenti braccia.
"Perché non ne sapevo nulla?"
Domandai accigliato.
"Non ne abbiamo parlato così da non spargere la voce, ma come avremmo potuto immaginare avrebbero preso parte alla serata anche i ragazzini?"
Continuò abbastanza frustrato.
Mi avvalsi di un corposo sospiro temprante.
"Non credo sia l'idea più saggia, se ci sarà anche l'alcool in circolo potremmo avere problemi con il gruppo"
Risposi a malincuore.
"Dimmi che almeno avete portato le sigarette"
Continuai quasi in una supplica portando il mio capo all'indietro fino a far scontrare la mia nuca col muro mettendo in risalto il pomo d'Adamo.
"Sì certo, ma non fumare dentro, non siamo vandali, questa baita non è nostra"
Mi mise all'allerta il biondo tirando fuori il suo lato responsabile.
"Lo so Erwin, vedi di non farmi la predica"
Lo sminuii frugando nel suo zaino alla ricerca di un pacchetto. Eravamo tanto in intimità da non proferire alcuna lamentela alla mia sfrontatezza, nemmeno quando mi appropriai di un pacchetto ancora sigillato per poi uscire dalla stanza.
Mi recai al secondo piano non provocando eccessivo rumore, non sarebbe stato d'esempio mostrarsi a fumare quando tale azione venne severamente proibita prima della partenza dai nostri superiori.
Raggiunsi una stanza adibita per raccogliervi i suppellettili non utilizzati, ed infondo alla stanza vi vidi un balcone. Varcai la camera e le sue innumerevoli cianfrusaglie con non poca fatica raggiungendo la finestra. Sbirciai fuori constatando con mia fortuna il temporale scemato, così mi affrettai a smuovere la maniglia ed uscire all'aria aperta.
L'odore ancora pungente della terra bagnata mi raggiunse come se mi fossi trovato ad un palmo dal terreno. La luna alta e limpida incorniciò uno spettacolo folgorante. Dinnanzi alla mia figura si aprì una valle costernata da alberi alti e fini che indicarono con la loro presenza l'esistenza non trascurabile di un immenso e calmo lago, che con la luce lunare apparve brillare rispecchiando le stelle ed il buio della notte.
Non ero solito partecipare a delle iniziative simili, mai mi ero interessato ad intraprendere un campeggio col fine di diventare un tutt'uno con la natura, non ero mai stato quel tipo di persona, non che fossi così passivo da trascurarla completamente, ero comunque rispettoso di essa e di ciò che aveva da offrirci, ma mai come allora riuscii a comprenderne la grandezza.
La scanalatura fra le montagne dove prendeva passivamente posto anche la baita - silenziosa per non disturbare la natura incontaminata -, irradiava in modo alterno date le gocce sugli alberi smossi appena dalla leggera brezza e riflessi dalla luce fredda dell'astro predominante.
"Sai che non si può fumare?"
Sentii richiamarmi da dietro le spalle interrompendo quello stato di estasi nel quale mi ritrovai in modo del tutto inaspettato. Scossi impercettibilmente il capo portandolo alle mie dita che strinsero delicatamente la Camel blu ancora spenta.
Voltai il capo di tre quarti senza scomodare di smuovere anche il corpo. La figura in penombra del ragazzo moro mi raggiunse con non poca goffaggine tentando di superare gli innumerevoli mobili accatastati. Nel frattempo mi apprestai a portarmi la sigaretta alle labbra e a coprire con una mano la delicata fiammella del clipper verde muschio che mi portai dietro.
"Mi stai evitando?"
Insistette lui appoggiandosi con la spalla alla finestra spalancata. Mi voltai il giusto per passargli il primo tiro e fu lì che i nostri occhi s'incrociarono per la prima volta al chiaro di luna, solo io, lui e le montagne.
Corrugò le sopracciglia come prima reazione, spostando i suoi grandi occhi prima sui miei e poi sulla mia mano ancora tesa nel reggere la Camel fumante.
Ci vollero una manciata di secondi prima che l'afferrasse uscendo definitivamente e raggiungendomi sul balcone.
Lo osservai inalare il primo respiro della sigaretta facendola bruciare maggiormente. La delicata melodia del tabacco ardere mi rilassò i sensi.
"Non mi sembra tu sia troppo preoccupato dall'infrangere le regole"
Gli feci presente incrociando i miei avambracci al di sopra della ringhiera in metallo, il mio sguardo ancora rivolto al ragazzo intento ad appropriarsi di quell'ammasso di tabacco permettendoglielo volentieri.
"Nessuna regola è talmente generale da non ammettere eccezione"
Nel muoversi, le sue labbra fecero trapelare il fumo a momenti alterni, il suo sguardo fisso sul mio come a provocarmi, o semplicemente osservarmi come d'altronde stavo facendo io.
"E perché mai pensi questa possa essere un'eccezione?"
Domandai una volta che il ragazzo mi ripassò la Camel privata di un quarto della sua lunghezza.
"Bhe guarda in che meraviglioso posto ci siamo fermati, chi avrebbe mai immaginato che un imprevisto sarebbe stato la ragione di tale spettacolo?"
Asserì incrociando le braccia come le mie ritrovandoci spalla a spalla ad osservare il paesaggio che non avremmo mai ammirato se avessimo continuato a camminare dalle nostre altezze.
Mi presi la libertà di fare un tiro prima di rispondere.
"Le strade più panoramiche a volte sono proprio le deviazioni. L'imprevisto e l'irregolarità sono la caratteristica della bellezza"
Gli riferii con un filo di voce non trovando necessario alzare il tono data la quiete che ci circondò.
"Mi piace come parli"
Proferì senza timore né imbarazzo. A tali parole voltai il capo inebriandolo di fumo che tentò di scacciare con un gesto del capo.
"E come parlo?"
Gli domandai non distogliendo i miei occhi dai suoi che si fecero improvvisamente coscienti e timidi, come se il mio sguardo lo avesse reso consapevole di ciò che enunciò poco prima.
"Nulla, dimenticalo, a volte sono io che parlo troppo"
Ammise passandosi una mano sul volto ridendo nervosamente, le sue perle caraibiche si fissarono nuovamente sulla valle riflettente.
Mi rivoltai anche io continuando a fumare e ad assaporare la pacatezza di quegli istanti.
"Ti piace la montagna?"
Gli domandai poi a qualche tiro dal filtro.
Il ragazzo sobbalzò appena non aspettandosi ulteriori parole da parte mia.
"Da morire"
Mi rispose più tranquillo, come se fossi riuscito a trovare un argomento gradito e che lo avrebbe messo a suo agio.
"La montagna è in grado d'offrire all'uomo tutto ciò che la società moderna si dimentica di dargli... quiete"
Mi disse sorridendo. Notai come nei suoi occhi prese a riflettervisi il lago.
"Anche a me piace come parli comunque"
Gli risposi finendo la Camel blu.
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