Capitolo 25.
Jean's pov.
L'alcool già in circolo aiutò la mia mente a sgomberarsi e farsi più leggera nel momento in cui afferrai Marco baciandolo. Forse se avessi potuto riavvolgere il tempo non lo avrei fatto, o per lo meno non in quel modo, ma osservarlo versarmi il vino non fece altro che farmi perdere la testa.
Non mi etichettavo in nessun modo specifico ma se me lo avessero chiesto avrei risposto senza dubbio d'essere stato bisessuale e sì, le donne sono bellissime in ogni loro forma ma Marco...
Non feci in tempo a finire i miei pensieri che il lentigginoso mi afferrò la mano trascinandomi furtivamente via dal gruppo che si stava dirigendo nelle proprie camere. Inciampai su un paio di gradini per la velocità con la quale il ragazzo decise di tirarmi ma senza smettere di proseguire con ancora la mia mano stretta fra la sua. Eravamo gli ultimi a salire e sarebbe stato più semplice sparire senza dare nell'occhio se solo non fosse stato per la mia goffaggine che attirò l'attenzione di alcuni.
Voltammo entrambi uno sguardo ai ragazzi confusi che ci guardarono per poi rialzarmi di scatto trascinandolo io quella volta per il corridoio buio e silenzioso, un silenzio smorzato solo dai nostri passi sul parquet vecchio stile di una baita ormai in decadenza.
"Via!"
Gridai correndo assieme al moro che scoppiò in una risata divertita ma accentuata dall'alcool e io non fui da meno continuando quella corsa scapestrata iniziata poco prima.
Ridemmo di gusto finché non raggiungemmo una distanza adeguata per non essere visti da occhi indiscreti. Continuando a sorridere e con il fiato corto strattonai la mano del ragazzo in modo da avercelo davanti, lo feci poi indietreggiare fino a fargli toccare il muro con la schiena.
Il suo sorriso imbarazzato mi fece perdere la testa a tal punto da non riuscire a resistergli. Il suo corpo dipinto d'inchiostro per metà contrastò con la carnagione chiara e cosparsa di lentiggini.
"Jean a-aspetta..."
Tentò di sussurrare quando le mie labbra gli si posarono sul collo baciandolo più volte che potei. Il sapore della sua pelle era dolce e fruttata, avrei voluto assaporarlo da cima a fondo in quell'istante.
I nostri addomi si scontrarono percependone il calore quasi scottante con il quale i nostri corpi tentarono di richiamarsi l'un l'altro. Le mie mani andarono a fissarglisi sui fianchi potendone sfiorare gli addominali contrarsi ad ogni respiro affannoso, le sue invece mi si fissarono sulla nuca facendo scorrere le dita fra i capelli in una delicatezza disarmante.
Nella foga del momento presi a mordergli il collo facendolo gemere in modo piuttosto rumoroso richiamando la mia attenzione, smisi di baciarlo solo per osservarlo negli occhi, le sue gote accaldate mi fecero arrossire a mia volta creando un velo d'imbarazzo non indifferente.
Solo quando i nostri occhi finirono per fissarsi più del dovuto il moro mi posò nuovamente le mani sulle spalle invertendo la posizione. Sentii la mia schiena scontrarsi con foga a ridosso della porta dietro di noi.
Continuammo il bacio con tale passione da farmelo alzare in modo considerevole.
"J-Jean..."
Pronunciò in un sussurro forse troppo imbarazzato per farmelo presente in modo diretto. Lo zittii subito dopo riscontrando le mie labbra con le sue, decisi volutamente d'afferrarlo per la vita facendola combaciare con la mia, a quel gesto percepii i muscoli del lentigginoso contrarsi sotto le mie dita. Strinsi maggiormente la presa sulla sua carne iniziando a comprendere quanto quel ragazzo fosse stato importante per me.
Presi un corposo respiro.
"Marco io-"
Non riuscii a terminare la frase che la porta dietro le mie spalle si spalancò facendoci cadere a terra. Fu un tonfo cupo e doloroso, almeno per me, perché tentai in tutti i modi possibili d'attutire la caduta al ragazzo che si ritrovò sorpreso quanto stordito fra le mie braccia.
Ci vollero un paio di secondi per comprendere ci ritrovammo all'interno di una stanza piuttosto elegante ma non utilizzata. Scoppiammo a ridere intuendo il volo che facemmo fu dovuto alla porta non chiusa bene tentando di rialzarci subito dopo con non poca fatica.
"È tutto okay Jean? Cazzo hai fatto una bella caduta"
Tentò di dirmi senza scoppiare a ridere, cosa che trovai dannatamente adorabile. Non gli risposi, ed una volta di nuovo in piedi mi affrettai per prenderlo in braccio trasportandolo fino al letto matrimoniale presente all'interno della stanza. Vi adagiai al di sopra Marco accendendo subito dopo una bajour poggiata al comodino affianco.
Vederlo steso sotto di me non fece altro che alimentarmi pensieri indecenti nella mente già annebbiata. Gli passai su tutto l'addome le mani facendole arrivare fino al collo, il ragazzo non protestò lasciandosi toccare liberamente.
"È la tua prima volta con un ragazzo?"
Mi chiese con una punta di malizia nel tono poggiando le sue mani sulle mie ancora fisse al suo collo così da stringerle appena. Mi tremarono le dita non appena i suoi occhioni nocciola mi guardarono.
"S-sì è la mia prima volta quindi ti prego non volermene"
Risposi sincero accarezzandogli una guancia, il moro si lasciò trasportare dal mio gesto socchiudendo gli occhi.
"Jean, sogno questo momento da anni, non ha importanza quanto tu sia bravo o meno... mi fai eccitare da morire"
Mi sussurrò mordicchiandosi subito dopo il dito in un'espressione volutamente ingenua. Un brivido mi percorse la schiena alla velocità della luce provocandomi un lieve spasmo al braccio. Mai avrei pensato ad un lato tanto spinto di Marco e ne restai piacevolmente sorpreso.
Le sue mani andarono a toccarmi gli arti ammaliato quanto interessato stringendo maggiormente alla presenza dei bicipiti appena tirati per non appoggiarmi interamente su di lui finendo per fargli pesare troppo il mio peso addosso. Sollevai un sopracciglio divertito.
"Direi che allora non posso certo deluderti"
Risposi baciandolo e scendendo gradualmente sul suo collo finendogli sul petto. Gli leccai l'addome non distogliendogli lo sguardo di dosso fino a raggiungergli i pantaloni sacrificati sotto l'erezione.
"Bhe a grandezze ne sono certo"
Pronunciò sorridendo imbarazzato, sgranai gli occhi sorpreso da tali parole ricambiando la sua medesima espressione.
"Non riponi un po' troppa fiducia?"
Domandai provocandolo ad un soffio dalla sua pelle.
"Posso dirlo?"
Chiese a sua volta, il tono frivolo mi fece ben intendere quanto brillo fosse stato. Annuii paziente sorridendo appena.
"Secondo me hai davvero un gran cazzo"
Disse come se si fosse tolto un peso dalla coscienza suscitandomi un'accennata risata che tentai di celare voltando di lato il viso.
Mi passai la lingua sui denti tentando di riacquistare il controllo dei miei ormoni per poi voltarmi nuovamente nella sua direzione.
"Controlliamo?"
Domandai poi con tono basso. A tali parole gli occhi del moro presero ad illuminarsi aprendo appena la bocca.
"Facciamolo Jean"
Mi sussurrò fra le labbra mandandomi in estasi. Non me lo feci ripetere due volte afferrando la cintura del lentigginoso che con non poca foga slacciai, i capelli mi ricaddero disordinati in volto per la smisurata concentrazione che vi misi.
"Marco il tuo corpo è... così sexy, dannazione"
Mi lasciai sfuggire osservandolo sotto la luce soffusa della lampada. Il viso alleggerito dai drink lo resero dannatamente attraente sotto le costellazioni sulle sue gote arrossate e gli occhioni d'un nocciola intenso.
Posizionai meglio le ginocchia sul letto in modo da circondare la sua figura abbandonata sulle lenzuola di un letto che ci avrebbe accolti nel nostro primo rapporto, le mie mani si fissarono sui suoi boxer facendoli scivolare con cautela scoprendo mano a mano l'incavo della V naturale che si poteva scorgere dai pantaloni.
Notai posarsi una mano sulle labbra pur di non lasciarsi sfuggire nessun dolce lamento non mollandomi gli occhi di dosso. Solo quando fui sul punto di scoprire la sua intimità sentimmo dei passi nel corridoio.
"Ragazzi tutto apposto? Abbiamo sentito un bel tonfo, non è che vi siete fatti male?"
Pronunciò Reiner da fuori la porta affacciandosi il giusto per rimpiangerlo. Subito dopo udimmo Ymir colpire il biondo.
"Ma dico sei stupido?! Staranno sicuramente scopando!"
Lo rimproverò risparmiandoci un'importante figuraccia.
"Stiamo bene ragazzi vi ringraziamo"
Risposi una volta che la mora chiuse la porta così da permetterci la nostra meritata intimità.
"Divertitevi là dentro"
Aggiunse poi in modo ovattato dando dei leggeri colpetti alla porta. Una volta allontanati riportai lo sguardo sul moro completamente in imbarazzo per la situazione, tanto da doversi coprire gli occhi.
Sorrisi portando le mie labbra a ridosso delle sue.
"Abbiamo rischiato grosso eh?"
Domandai dolcemente ridendo appena, il giusto per farlo sentire nuovamente a suo agio funzionando subito dopo, difatti il lentigginoso scoprì gli occhi mostrandoli sorridenti e sereni.
Gli sfilai definitivamente i boxer facendo lo stesso con i miei.
Marco's pov.
Sapevo Jean fosse stato dotato ma mai pensai fino a quel punto, la mia attrazione nei suoi confronti aumentò vistosamente senza poterne fare a meno. Il suo corpo possente riversatomi addosso mi fece andare in completa estasi. La sua altezza importante e corporatura considerevole non fecero altro che incorniciare il mio ragazzo ideale, e ritrovarselo dinnanzi ebbe delle concrete conseguenze in me.
Quando il castano procedette a prepararmi non mollò per un istante le sue labbra dal mio corpo così d'alleviarmi quel consistente dolore che se paragonato a tutto il resto non fu nulla, ma la sua continua preoccupazione mi scaldò il cuore.
"Jean..."
Dissi interrotto dai miei gemiti.
"Ti sto facendo male? Mi fermo quando vuoi"
Rispose più preoccupato di quanto pensassi. Gli passai una mano sul volto tranquillizzandolo.
"Mi piaci tanto"
Sussurrai sorridendogli, e notando quanto i suoi occhi presero a brillare capii per lui fosse stato lo stesso.
"Ti prego non smettere di dirlo"
Disse chiudendo gli occhi fino a strizzarli, il capo appena reclinato, ed un'espressione corrucciata prevalse sul suo volto.
"Mi piaci così tanto Jean"
Gli riferii più sincero che mai, la mia mano ancora fissa sulla sua guancia venne sostenuta da quella del castano che la strinse in modo quasi spasmodico percependo subito dopo delle lacrime bagnarmi le dita.
Sapevo quanto timore avesse avuto nell'intraprendere una qualsiasi storia amorosa, troppo diffidente e fragile per permettersi d'aprire il proprio cuore a qualcuno, per quello appariva agli altri come un dolce casanova, a volte spavaldo, a volte altezzoso, ma solo ed esclusivamente per omettere quella parte di sé che finì quasi inconsapevolmente per mostrarmi.
La stessa della quale mi sono innamorato...
Lo guardai con più preoccupazione sollevandomi il giusto da riuscire a sostenermi con gli avambracci poggiati al materasso. Il ragazzo mi si posò addosso, le mani mi avvolsero la vita percependo la sua guancia umida premere sul mio addome. Passai le dita attraverso i suoi capelli sorridendo dolcemente.
"Obbligo o verità Jean?"
Domandai poi in un sussurro.
Il castano sollevò delicatamente il viso ancora singhiozzante sul mio.
"Marco i-io ho paura... tu mi hai guardato come nessuno ha mai fatto, ed io ho così tanta paura di potermene innamorare"
Ammise con forse tutta la forza di volontà nel riuscire a mettere da parte l'orgoglio.
"Obbligo o verità?"
Insistetti io afferrandogli il viso fra le mani.
"Obbligo"
Scelse poi guardandomi con ancora gli occhi lucidi.
"Ti obbligo a fare l'amore con me fino a stenderci nel letto sfiniti, fino a non avere più voce né forze. Voglio farti innamorare senza il timore di ferirti"
Sussurrai, i nostri occhi a qualche centimetro di distanza si lucidarono alla stessa maniera consapevoli di quanto amore avessimo avuto da offrire l'uno all'altro.
Jean, fammi essere il tuo primo vero amore, permettimi d'entrare nella tua vita e prometto non ti ferirò mai, lasciati amare.
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