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Dovete sapere che io sono figlio di una "trasgressione".
Noi la chiamiamo così.
Mia madre, Ecate (nome greco che significa "signora dell'oscurità"), era stata scelta nella classe degli alti.
La legge degli alti prevede che una coppia può avere figli programmati: si decide un giorno in cui cercare di avere un figlio e si manda una lettera al pepromeno con questo giorno.
Il pepromeno così sa che quella famiglia vuole avere un figlio puro, ed in che giorno, anno ed ora assegnargli un posto nella società.
Non esiste il piacere tra una coppia degli Alti, solo procreazione.

(L'uomo può sfogarsi con i sottomessi)

Io non sono stato programmato, così hanno cacciato mia mamma dalla casa degli alti mentre era incinta, togliendole di vestiti e non classificandola più.
Ormai la sua vita non aveva più un senso, non era più programmata. Poteva togliersi la vita.
Invece ha scelto di finire la sua gravidanza e di crescermi, come se non fosse successo nulla.
Non le importava dare alla luce un figlio del peccato, non puro.
Io stimo mia mamma. È all'oscuro di tutto e di tutti.
Mi ha sempre detto che lei avrebbe pensato a protestare. Ma di mezzo c'era la mia vita, e lei mi ha amato dal primo momento in cui ha scoperto della mia esistenza.
Mia mamma prova empatia.
Gli alti no.


Io, Daft Valentine, voglio cambiare questo sistema.
Forse si era capito.


Accendo la radio per ascoltare le ultime notizie.
"nuovi posti assegnati. Aumentano i borghesi per un incremento del numero di nascite. Aumentano anche i posti di lavoro, cantieri per l'edificazione, navi che portano altro cibo per borghesi, poveri e sottomessi"


mentre ascolto le ultime notizie cerco uno dei libri che ho rubato. Alcuni libri li ha scritti mia mamma per me. Lei sa leggere, scrivere, ragionare, lei sa molte cose che io voglio sapere.

Noi sottomessi non abbiamo il diritto di istruirci. A me piace leggere, sapere.
Il sapere mi porterebbe a idee per il cambiamento.


"poveri danno fuoco a scartoffie buttate in un secchio per l'immondizia per riscaldarsi. Arrestati in tre. Ricordiamo ai nuovi arrivati, che per le classi sotto i borghesi è un reato molto grave riscaldarsi dando fuoco a immondizia che non gli appartiene"

sorrido alla notizia. È così stupida.
Solo perché siamo gli scarti della società non possiamo agevolarci la vita. Fa ridere, ma riflettere.


"abbiamo appena appreso che una delle famiglie dei superiori sta per andare in vacanza nella città di ΟΥΡΑΝΙΟ ΤΟΞΟ (OURANIO TOXO). Chissà com'è questa città. Molti famosi vanno in questo posto e tornano con un'aria diversa: forse hanno colori diversi dalla nostra città"

Come dimenticare gli articoli del genere.
In ogni notiziario radio ce n'è uno. Come se alla gente interessasse davvero. Forse scrivono certi articoli ridicoli per renderli importanti, al centro dell'attenzione, sol perché portano il nome di superiori, quando in realtà (per me), sono l'ultima ruota del carro, dato che non fanno assolutamente nulla di importante.

Spengo la radio sentendo bussare alla porta: sarà arrivata la busta con il minimo salario di stato che mi permettere di vivere.
Io lo vedo un po' come un commercio: se io presto il mio corpo, venendo usato come sacco da box e come oggetto sessuale, allora mi paghi, perché ho venduto il mio corpo ai tuoi uomini alti, borghesi e superiori. La mia paura non viene pagata, solo il mio corpo, come se fosse la carne di un macellaio, pronta ad essere venduta come la migliore nel mercato carnivoro. "offre la casa".

Prendo più della metà dei soldi e li suddivido in un'altra busta: sta sera li porterò a mia madre con un pacco di infusi di tè.

Mia mamma, essendo esclusa dalla società non ha soldi. Per un po' ho lavorato di più, cercando di avere in quella busta rossa un po' di soldi in più, per darli anche a lei. Ma adesso, essendo stanco di questa situazione ne ho di meno. Preferisco darne di più a lei che tenermeli tutti per me. Lei in cambio mi da dei libri. Li passiamo di nascosto, come se fosse un'azione proibita... beh per me è proibita.

Mi metto la sciarpa ed esco dal monolocale, direzione casa di mamma Ecate.
Mi rende felice andare da mia mamma, vederla, stringerla a me e parlarle. Purtroppo non possiamo vivere insieme.
Anche questo è proibito dato che lei non esiste nella classe sociale.
Sta in un molo, insieme ad altri non classificati.

Busso alla sua porta con un sorriso stampato in faccia.
"Daft! Ragazzo mio!" esclama abbracciandomi.
Mi fa entrare in casa. Sta cadendo a pezzi... dovrò cercare un modo per rimetterla in norma.

Mi siedo accanto al tavolo, su una sedia di legno antica.
"come va, mamma?" le dico prendendo dalla giacca la sua busta e il pacco di infusi poggiandoli subito dopo sul tavolo.
"al solito figlio mio. Non cambia di una virgola." mi dice prendendo ciò che le ho messo sul tavolo. Mi da un bacio sulla fronte, spostandomi i capelli, per ringraziarmi anche questa volta.
Che donna meravigliosa che è mia madre. Bella dentro e bella fuori. La luce leggera della stanza mette poco in risalto i suoi bei lineamenti.
Io e lei siamo molto simili, ho poco del mio genitore maschio biologico, solo i capelli quasi ricci.
Stesso colore castano chiaro di capelli, stessi occhi verdi vivaci, stesso sorriso e stessa espressione tendente alla malinconia.

Le bacio la mano, tenendola stretta alla mia guancia fredda e la guardo. È pensierosa.
"che succede, mamma?"
 "pensavo. Niente di importante caro... facciamoci un tè con gli infusi che hai portato" cambia discorso ed io non insisto.
Annuisco soltanto.

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