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13.
Sono passati esattamente tre mesi da quando la gente ha deciso di venire al nostro capannone per parlare.
Lentamente io e Gavin stiamo facendo il viaggio in tutti i quartieri dato che per passaparola si racconta tutto.
Al momento la piccola porzione di popolazione si è divisa ideologicamente in due sponde: una è convinta che abbiamo torto, vogliamo solo farci ammazzare e, cosa più grave, che il pepromeno fa tutto secondo il nostro bene; l'altra invece ci segue e aspetta solo di istruirsi dopo i nostri discorsi.
Al momento al capannone vengono solo venti persone, ma me lo aspettavo, sono passati solo tre mesi e abbiamo ancora molto tempo davanti.

Oggi voglio stare tranquillo, perciò ho deciso di andare nella terra dei cachi a raccogliere un po' di frutti.
Gavin dorme ancora: ieri ha fatto a botte con un tizio a noi sconosciuto, sol perché quest'ultimo pensava che noi fossimo la rovina della società con le nostre ideologie. Sembra una barzelletta, no? Intanto Gavin ha un occhio nero e il polso slegato. Fortunatamente nulla di grave, però gli ho detto di riposarsi.
Gli lascio un bigliettino e la colazione pronta e dopo esco di casa.
Mi avvio con il mio sacco nella terra dei cachi, pronto per rilassarmi cogliendoli fino a riempirlo.
Apro il cancelletto di legno umido e corro dentro.
Sento finalmente l'odore di terra bagnata, vedo i colori sempre autunnali che brillano. Nonostante la primavera è iniziata da qualche settimana, in questo piccolo spazio verde i colori sono rimasti sempre gli stessi.
Poso il sacco accanto l'albero e comincio a cogliere i frutti maturi. Uno, due, tre, quattro, cinque ne conto continuando a prenderne.
Ad un tratto sento un rumore e mi giro in direzione di dove l'ho sentito.
"chi è?" chiedo a voce alta.
Vedo alzarsi da un cespuglio una ragazzina, probabilmente appena smistata. Mi viene in contro.
"tu... tu sei Daft?"
"mh si proprio io"
"ho sentito parlare molto in giro di te..."
"davvero?"
"si... il tuo nome e anche quello di Gavin stanno facendo il giro in molto case"
continuo a cogliere i frutti ascotandolo.
"bene, e dimmi piccola, cosa ci fai qui?"
lei fa silenzio mentre guarda a terra. Mi giro a guardarloa: i suoi capelli lisci e neri le coprono il viso.
Mi inginocchio davanti a lei... sembra così triste e bloccata. Voglio aiutarla, anche se è a me sconosciuta.
"che succede?"
"signor Daft... sono passati due superiori davanti casa mia, e hanno fatto fuori i miei genitori"
"COSA?! PER QUALE FOTTUTO MOTIVO?!"
"i miei sono poveri... e avevano rubato due monete... stavamo per morire di fame, non mangiavamo da giorni, l'hanno fatto per necessità, non sono cattive persone!" dice in lacrime.
Poso i cachi nel sacco e la abbraccio. Le credo. Quei bastardi un giorno la pagheranno... lasciare senza genitori una ragazzina con magari fratelli... e soprattutto prendersela con i poveri... è un comportamento da stupidi, ignoranti e senza cuore. D'altronde loro non sono altro che questo: stupidi uomini materialisti senza emozioni.
La ragazzina si stringe a me.
"non hai altri parenti?"
lei fa no con la testa.
"s-sono sola al mondo ormai"
"okay... come ti chiami?"
"E-eris"
"bene Eris, verrai a casa mia per un po'. Poi troverò un posto per te"
beh è pur sempre una ragazzina impaurita senza cure e una casa da cui tornare.
La terrò con me, la istruirò in modo tale che potrà difendersi anche da sola, dato che sarà munita di intelletto.
Lei mi abbraccia forte e io ricambio.
"vieni, raccontami di te mentre andiamo a casa. Qui ho finito"

Eris è una ragazzina di 12 anni, non ancora smistata. Ha lunghi capelli neri e lisci e occhi verdi.
Mi racconta che di solito era lei quella che metteva allegria in casa, data la continua disperazione e tensione che era nell'aria.
Quando l'ho portata a casa, Gavin era già sveglio e le ha procurato subito una sciarpa e una coperta per riscaldarla, dato che era molto infreddolita.
"e quindi ora siamo genitori?" dice Gavin guardandola dormire.
"genitori? Mi sembra molto presto Gavin. L'ho solo presa con me perché è piccola e indifesa. Starà qui per un po', le insegneremo a leggere e a scrivere, saprà la storia e le lingue, la scienza e la matematica. Tutto ciò che le serve per essere in grado di vivere"
"povera piccola, si è vista la morte in faccia" conclude mentre mette sul fuoco un po' di verdure varie per preparare una zuppa calda da darle.

Intanto metto in una cassetta i cachi pensando.
Domani porteremo Eris con noi al capannone.
Ogni giorno cerchiamo di fare riunioni.

Gavin, vedendomi pensieroso si avvicina a me, appoggiando le mani sui miei fianchi.
"che succede gattino?"
"mh, nulla buddy, pensavo che tema trattare domani"
mi bacia scherzosamente il collo, facendomi il solletico con i capelli.
"e quale pensavi?"
"mhh la donna e il lavoro"
"mh"

"Eris, piccola, svegliati" la chiama Gavin.
La ragazzina non si è svegliata ieri sera, probabilmente troppo stanca per mangiare.
Le riscaldo la zuppa mentre si sveglia. Sta mattina le spiegherò ciò che noi facciamo, cosa vogliamo fare con lei e come agiremo.
Verso le sei del pomeriggio la porteremo con noi al capannone per farla assistere ad una riunione, farla ragionare per poi invitarla a partecipare verbalmente.

Voglio fare un buon lavoro con Eris, almeno finché sta con noi.


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