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mi metto seduto sulla poltrona mentre bevo il mio tè.
Apro il libro della mappa mentre Gavin quello storico.
La mappa è molto semplice.
Lo stato è suddiviso con i nostri colori e un puntino con tutti i colori indica il pepromeno.
Tasto con le dita la carta ruvida con i colori sbiaditi.
Quando dovremo muoverci consulteremo sempre questa mappa.
Guardo Gavin leggere il primo capitolo.
"cosa c'è scritto?"
"dopo la seconda guerra mondiale, a quanto pare, nel dopo guerra precisamente, il pepromeno sorse in tutto il mondo. Probabilmente allo stesso modo di Hitler, ma di preciso non si sa. Divise la società in classi sociali per sentirsi più potente, come il re del mondo, ecco."
"ma la gente non abituata non si ribellò?"
"certo" dice continuando a leggere. "ci furono molte insurrezioni, dove però vinse sempre lui con le sue armate potenti. Ci furono molti morti, soprattutto tra sottomessi e poveri. Andando avanti con le generazioni, la motivazione di questa divisione svanì, ed è per questo che nessuno si fa due domande. Nessuno sa dal nostro passato." ascolto attentamente e mi siedo a terra.
Sorrido e lo guardo.
"quel sorrisetto?"
"buddy, è arrivato il momento di dire in giro cosa è successo, e i primi sono i poveri, dato che dai non classificati siamo già stati"
lui annuisce e mi porge la mano per alzarmi. Gli lascio un bacio prima di correre fuori più attivo di prima. Sono soddisfatto, si.
Camminiamo mano per mano nelle strade dei poveri e ci guardiamo in torno. Davanti a noi c'è una piccola famigliola, composta da una donna, un uomo e due bambini.
Ci avviciniamo a loro.
"salve signori, siamo Daft e Gavin. Volevamo parlare velocemente con voi" attiro la loro attenzione. l'uomo ci squadra. Probabilmente è confuso dall'unione di due classi sociali differenti.
Comunque ci fa avvicinare ai loro piccoli e a sua moglie.
Gavin si occupa di dare loro una coperta calda e due peluches, mentre io vedo di parlare con l'uomo.
"cosa volete?"
"siamo qui per portare la buona parola. Io e Gavin abbiamo idee rivoluzionarie e vorremmo che lei e la sua famiglia veniste nel quartiere dei non classificati per esporle"
"perchè dovrei essere convinto da lei?" mi chiede.
"perché non le costa nulla. Io e il ragazzo vogliamo solo parlare di come dare voi una vita migliore"
"oh ragazzo, sei troppo ambizioso"
io guardo i suoi figli.
"non si è mai chiesti perché proprio lei è stato scelto per stare in questa feccia? E perché esiste gente che ha più potere? lo faccia per il futuro dei suoi bambini. Sono pronto a dare loro un'istruzione per fondare un movimento ribelle pronto a combattere per l'uguaglianza! Voi vivereste in case come tutti gli altri, avreste cibo e acqua gratuitamente!"
lui mi guarda esitando; "le farò sapere"
sorrido ampiamente "la ringrazio per la sua attenzione" accarezzo la testa dei bambini seduti con i loro nuovi peluches e andiamo via, pronti per influenzare altra gente.
"Gavin, ho preparato la cena"
sto ancora imparando. Ogni volta Gavin mi insegna qualche piatto nuovo.
"uh, sono curioso di sapere com'è venuto" dice lui posando gli appunti che ha preso nelle ultime due ore e sedendosi a tavola.
Gli metto il piatto davanti e sorrido aspettando una sua risposta.
Assaggia la pietanza e poi mi guarda sorridendo. "ti sei superato gattino" io sorrido al suo giudizio e mi siedo accanto a lui.
Oggi è toccato a Gavin prendere appunti dai libri e mappe. A breve faremo uno schema per ogni futura fase che ci aspetta.
Oggi io mi sono fatto un giro di perlustrazione dai non classificati, per trovare un posto adatto per il nostro capannone. Arriverà poca gente all'inizio. Gavin mi ha detto che mi dava i soldi per comprare un grande telo colorato, dei pali e delle luci per costruirlo. Userò anche la legna gettata via.
Sposto il mio sguardo su Gavin che mangia ciò che gli ho preparato e finiamo per incrociare i nostri sguardi, così lui mi prende la mano e la stringe nella sua.
"sono sicuro che verrà qualcuno" mi rassicura riferendosi alle persone con cui abbiamo parlato del capannone.
"quanto pensi che ci vorrà per far espandere la voce?" gli chiedo.
Lui posa il cucchiaio e mi guarda. "tutto dipende da quanta gente viene al primo incontro. Da lì poi sarà tutto un effetto domino. Le voci correranno in giro molto in fretta e nel giro di meno di un anno avremo molti alleati. Però non basteranno. Abbiamo bisogno di una forza che riesca a piegare la resistenza del Pepromeno."
"quindi in teoria dovremo viaggiare con gli alleati per portare in giro quello che pensiamo e vogliamo fare?"
lui annuisce.
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