Capitolo 34
Aaliyah
Thanatos fece ritorno, insieme ad Ares. Aveva uno strano atteggiamento. Di solito aveva sempre tanta voglia di chiacchierare e raccontare le sue avventure, o come si era divertito ad ammazzare qualche guardia. Invece, quella volta, si afflosciò su uno sgabello vicino al bancone. Si allungò ad afferrare una bottiglia di rhum.
Aaliyah increspò le sopracciglia. Non riusciva a staccare lo sguardo da quell'uomo. C'era qualcosa che non andava.
Miguel le stuzzicò il fianco, abbassando un romanzo sulle proprie gambe. «Ehi, che ti prende?»
Aaliyah indicò con un cenno del capo Thanatos alle sue spalle. «Si comporta in modo strano.»
Ægon, che se ne stava fino ad allora seduto sul bracciolo della poltrona, fece un'espressione fintamente confusa. «Perché? Non è strano sempre?»
Aaliyah si pentì immediatamente di averli portati fuori dalla cella. Erano tutti degli idioti. Iniziò a giocherellare col proprio aggeggio elettronico, con cui aveva preso a modificare i quadranti di tutti i ribelli. «Oh, ti è tornata la voglia di parlare, a quanto pare.»
Ægon roteò gli occhi, spalmandosi contro lo schienale del divano. Intrecciò le braccia al petto e si perse e guardare i piccoli Simon e Vanya scorrazzare per il salotto. Fece un sorrisetto, posando la fronte contro la mano chiusa a pugno.
Herica fulminò l'amico con uno sguardo. Poi posò una mano sul ginocchio di Miguel, accarezzandolo, per tranquillizzarlo. «Potresti provare a parlarci. Sia chiaro, a me non piace. Ha comunque ucciso il mio Generale, ma voi altri, insomma... non siete così male.»
Aaliyah sospirò piano e si tirò lentamente in piedi. Il salone quel giorno era pieno di ribelli. Il rumore delle scavatrici rimbombava per tutti i corridoi. La prima squadra di scavi fece ritorno, completamente ricoperta di terriccio, polvere e sudore. La squadra successiva si mosse poco dopo, andando a scomparire, una volta svoltato il corridoio.
Aaliyah si incamminò in direzione di Thanatos. Trascinò uno sgabello in avanti e si accomodò di fronte a lui. «Che hai? Sei strano oggi.»
Thanatos si riscosse. Alzò lo sguardo rosso demoniaco su di lei e si strinse nelle spalle. «Prima vi lamentate di me, poi adesso sono strano?»
Aaliyah gli pizzicò il fianco, strappandogli un sussulto. «Idiota. Com'è andata la caccia?»
Thanatos sbuffò. «Bene.» Si alzò in piedi, strascicando verso la sua stanza. Poi si passò le mani sul volto coperto dalla maschera. «Vado a riposare. Serata noiosa-»
Aaliyah lo afferrò per il polso e inclinò appena il capo. «Volevo proporti una cosa...»
Thanatos la osservò con curiosità. I suoi occhi rossi sbatterono appena e il meccanismo della maschera riprodusse un tic metallico. «Cos'hai in mente, peste?»
La ragazza gli girò intorno. Voleva solo convincerlo a trascorrere una serata diversa, divertente. Dopo il litigio con Eros, Thanatos sembrava essersi spento. E per quanto pensasse che fosse un idiota, non riusciva a vederlo così abbattuto. Avevano tutti bisogno di divertirsi un po', come ai vecchi tempi. «Pensavo potessimo organizzare una delle nostre vecchie serate. Per lasciarci un po' il mondo alle spalle.»
Thanatos prese un grosso respiro e si guardò intorno. «Si potrebbe fare-»
«Di cosa state confabulando, voi due?» Doom avanzò verso di loro e posò una mano sulla spalla di Thanatos, stringendo la presa sulla sua pelle.
Aaliyah lo vide irrigidirsi. Si liberò dalla sua presa. «La piccola peste, qui, ha proposto di fare una delle nostre vecchie serate. È da tempo che non ne facciamo una, in effetti.» Poi indicò con un cenno del capo Simon e Vanya.
«Anche loro meritano una distrazione. Ogni tanto bisogna divertirsi, non pensi, ghiacciolo capo?» Aaliyah si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
Doom increspò le sopracciglia, in un'espressione confusa. «E questo è un nuovo soprannome o cosa?»
Thanatos gli diede una spintarella scherzosa e si incamminò verso il corridoio delle camere. Si fermò per un istante a osservare Eros in un angolo della stanza, appollaiato su una poltrona. Aveva lo sguardo rivolto verso il vuoto e un'espressione seria.
Aaliyah sospirò piano, quando vide Thanatos perdersi per qualche istante a guardarlo, a una certa distanza, per poi scomparire nell'ombra del corridoio.
Doom le si piazzò davanti. «Ti fidi a portare i nostri prigionieri fuori?»
«Non erano nostri ospiti?» Aaliyah inclinò il capo. «Saremo tutti lì. Non potranno scappare, circondati da un gruppo di ribelli dai riflessi assassini.» Gli ammiccò. «Devi fidarti di me.»
Doom serrò la mandibola. In un gesto stizzito si toccò la cicatrice sul labbro. Poi scosse il capo e alzò le mani in segno di resa. «Va bene, facciamo questa stronzata. Ma se uno di loro prova a scappare, adesso non basterà implorarmi. Lo ucciderò con le mie stesse mani.»
Aaliyah sentì il cuore schizzarle su per la gola e annuì. Doveva solo tenere sotto controllo quell'idiota di Ægon.
Si avvicinò a suo fratello e agli altri due e fece un enorme sorriso. «Ho convinto gli altri a salire un po' in superficie. Abbiamo deciso di organizzare una delle nostre vecchie serate.»
Miguel si illuminò di colpo, tenendosi dal proprio posto. «Adoro le feste! Io ci sto.»
Ægon alzò appena lo sguardo da un romanzo che stava leggendo. I suoi occhi verdi si posarono su di lei, li sentiva bruciarle la pelle. «E questa festa prevede il falò con i nostri corpi?»
Herica gli diede una gomitata. «Ægon-»
Aaliyah assottigliò lo sguardo. «Sei sempre così stronzo o oggi ti stai particolarmente impegnando?»
Ægon serrò la mascella, ma Miguel gli posò una mano sulla spalla. «Okay, dobbiamo prepararci in qualche modo?»
«Come se avessimo vestiti di ricambio.» Ægon sbuffò nervoso, quando Thanatos rientrò in salotto con una pila di panni tra le mani. Si avvicinò a loro e, dopo un breve ghigno, scoperto dalla maschera, li lasciò cadere sulle teste di Ægon e Herica.
«Ecco a voi.»
Aaliyah trattenne una risatina, quando incrociò il muso imbronciato del ragazzo. «Grazie, suppongo.» bofonchiò Ægon, liberandosi di un calzino incastrato tra i ricci scuri.
Afferrò un maglione e dei pantaloni, dopo aver storto il naso più volte.
Aaliyah si tirò in piedi. Afferrò un vestito dalla montagna e lo porse ad Herica. «Vieni, andiamo a prepararci in camera.»
L'altra ragazza ricambiò con un grosso sorriso, tirandosi in piedi poi. Si incamminarono verso il corridoio. Aaliyah sentì delle dita sfiorarle il polso e si voltò a guardare Ægon, seduto sul divano. «Che c'è?»
Lui si riscosse e la lasciò. «Nulla. Scusa.»
Aaliyah sospirò piano, prima di nascondersi con la sua nuova amica nella propria stanza.
***
L'aria fuori era umida. Il freddo le fece raggelare le ossa e Aaliyah si strinse nella giacca. Herica la imitò, mentre la seguiva tra i boschi. Davanti a tutti camminava Ares, che li guidava verso una piccola zona che ormai solo loro conoscevano. Superarono una piccola cascata, andando dietro le acque che scendevano eleganti dall'alto.
Lo scroscio dell'acqua era una melodia che Aaliyah aveva sempre trovato rilassante. Le sue acque cristalline si tuffavano giù dalla parete rocciosa con un fragore che risuonava nell'oscurità.
«Adoro questo posto!» Miguel saltellò allegro in avanti, ma Ægon lo afferrò per un braccio, trascinandolo all'indietro, non appena incrociò lo sguardo severo di Doom. La luce della luna tesseva filamenti argentei tra le fronde degli alberi, creandone dei riflessi nelle gocce di spruzzi, che si sollevavano in una danza di vapore.
Doom li guardò tutti con nervosismo. I suoi occhi glaciali sembravano risplendere sotto le stelle, taglienti come lame. «Muoviamoci.»
A chiudere la fila, c'era Thanatos. «Vai di fretta, fatina?»
«Smettila di fare il coglione.»
Ægon fece un sorrisetto. «Un clima amichevole, per nulla teso.»
Aaliyah roteò gli occhi al cielo. Sorrise soddisfatta, quando, superata la cascata, tutti si fermarono a guardare quel posto con aria disincantata.
Dietro la cascata, infatti, nascosto come una perla preziosa nel fondo degli abissi, si estendeva un piccolo lato di bosco incantato.
«Attenti che si scivola.» Li avvisò Ares.
Il terreno era coperto da un tappeto di muschio soffice e vellutato, punteggiato da fiori selvatici che sembravano brillare sotto il chiarore delle stelle. Gli alberi si ergevano alti e maestosi, le loro chiome intrecciate che formavano un baldacchino naturale, attraverso cui la luce della luna filtrava in raggi argentei.
Si incamminarono lungo un sentiero di pietre lisce e umide, che serpeggiava attraverso il bosco, conducendo a un angolo nascosto dove un piccolo ruscello scorreva tranquillo, alimentato dalla cascata. Il suono dell'acqua che scorreva era una melodia di sottofondo, assieme al fruscio delle foglie, scostate dal vento. Aaliyah si ritrovò a sorridere senza accorgersene.
Tutto in quel luogo trasmetteva una sensazione di pace e tranquillità, come se il tempo stesso si fosse fermato per permettere alla natura di esprimere tutta la sua bellezza. Era il piccolo angolo di paradiso che Sol non era ancora riuscita a distruggere.
Thanatos balzò in avanti, rischiando di scivolare sulle pietre ricoperte di muschio.
Eros roteò gli occhi al cielo, accomodandosi su un masso, andando a sedersi alle spalle dei ragazzi.
Thanatos e Doom radunarono diversi pezzi di legna e accesero un fuoco. Ægon si raddrizzò nervoso.
Aaliyah gli lanciò una breve occhiata. «Che hai?»
«L'ultima volta che ho visto... Djævel. Lui-lui era andato a prendere la legna.» Mormorò.
Aaliyah sentì il cuore stringersi in una morsa. Alzò lo sguardo verso Eros, che si rabbuiò di colpo. Lo vide storcere il naso infastidito.
Le fiamme presero a danzare alte e Aaliyah sorrise, quando iniziarono a pinzare dei marshmellows su delle stecche di legno. Ares si accomodò di fronte a loro, dall'altro lato, e iniziò a suonare un tamburo.
Simon e Vanya cominciarono a correre felici, saltellando nelle pozzanghere d'acqua. Herica si tirò in piedi, sistemandosi i bordi del vestito sgualcito con un paio di colpi secchi delle mani. Si avvicinò ad Ares e cominciò a intonare una canzone.
Aaliyah inclinò il capo. «Sapevate sapesse cantare?»
Miguel scosse il capo. «No...» strappò un morso al proprio marshmellow. «Diciamo che in Akademie, dopo averci diviso per categorie in base al nostro talento, non abbiamo modo di coltivare e studiare qualsiasi altra cosa ci interessi.»
Ægon annuì. Aaliyah osservò una chitarra al fianco di Doom e inclinò il capo curiosa. L'uomo sospirò e la afferrò, sistemandosela in grembo. Si unì agli altri due, muovendo agili le dita sulle corde.
Ægon si tese in avanti. «Sai, quando eravamo in Akademie, io ed Herica sentimmo parlare di te.»
Lui alzò lo sguardo nella sua direzione e annuì. «Lo so. Ho ucciso io quell'inutile spione, quando eravate di guardia.»
Ægon si irrigidì per un istante. «Ci drogarono per farci dimenticare il tuo nome. Pensavamo foste stati voi.»
Doom fermò per un istante le proprie dita sulle corde della chitarra. «Come? E perché avremmo dovuto? Io non mi nascondo.»
Ægon si strinse nelle spalle. «Non lo so. Ma credo siano stati ai piani alti. O almeno così mi disse il Generale. Non volevano far uscire fuori il tuo nome.»
Doom si voltò a guardare Thanatos, che si tirò allegramente in piedi. Tese la mano verso Aaliyah. «Balliamo? Mentre questi idioti suonano, facciamo qualcosa di divertente.» Senza neanche attendere una sua risposta, la costrinse a tirarsi in piedi, trascinandola al centro con lui.
Aaliyah si lasciò scappare una risatina. Rischiò di inciampare contro di lui, ma Thanatos la tenne per il gomito. Non pensava che quell'idiota fosse capace di ballare.
La melodia allegra suonata da Doom e Ares sfrigolava nell'aria, risuonava nella sua testa, fino a pompare dritto nel cuore. Si mescolava quasi magicamente alla voce armoniosa di Herica, che sorrideva felice.
Aaliyah si concesse un'occhiata fugace verso Miguel. Vide suo fratello posarsi con un gomito sul ginocchio, con lo sguardo incantato e completamente devoto alla cantante di quella serata.
Si ritrovò a ballare in cerchio insieme a Thanatos, seguiva i suoi movimenti, come ipnotizzata. «Sei proprio un pazzo.»
Lui le ammiccò e si avvicinò al suo orecchio, scostandole una ciocca di capelli. «Penso che il tuo corteggiatore sia un tantinello geloso. Io lo inviterei a ballare, fossi in te.»
Aaliyah roteò gli occhi. Sfilò dal proprio collo il foulard e si avvicinò a Ægon e glielo avvolse attorno. Inclinò il capo con un sorrisetto. «Vieni a ballare con me, soldatino?»
Ægon si mosse a disagio sul proprio posto. Si scambiò un'occhiata con Miguel, che gli ammiccò complice. Alzò le mani in segno di resa, restando con un sorrisetto a increspargli le labbra. Si lasciò trascinare attorno al falò. Abbassò lo sguardo sulla punta dei loro piedi. «Non sono bravissimo a ballare.»
«In Akademie non ve l'hanno insegnato?» Aaliyah si riprese il foulard e gli afferrò le mani, trascinandolo con sé in una serie di movimenti senza una vera e propria logica. Erano liberi, sotto la luna a danzare, unendosi alla sua flebile e distante luce. Le stelle vegliavano su di loro come piccoli diamanti, incorniciando quel mondo che Aaliyah aveva sempre amato. Il crepitio del falò era appena udibile, sovrastato dolcemente dalla voce di Herica. Si soffermò a fissare i lineamenti dolci del volto di Ægon, appena illuminato dalla calda luce delle fiamme.
Ægon seguiva i suoi movimenti, dapprima impacciato e poi sempre con maggiore sicurezza. Ogni giro improvvisato, però, sembrava studiato da una coreografia naturale. Aaliyah teneva lo sguardo fisso su di lui. Avrebbe potuto specchiarsi per tanto tempo in quegli occhi. L'avevano fatta sentire al sicuro fin dall'inizio. Si era fidata subito. Ægon lasciò scivolare le mani sui suoi fianchi. «Tregua?»
Aaliyah inarcò un sopracciglio. Sentì una morsa stringerle lo stomaco, le fiamme le lambivano le pareti della gola e anche parlare diventò quasi uno sforzo. Che diavolo le prendeva?
Unì le mani dietro il collo del ragazzo. «Come mai hai cambiato idea all'improvviso?» I suoi capelli lunghi ondeggiavano nella fresca aria notturna, galleggiando come meduse nelle acque del mare.
Ægon storse il naso. «Non odio te, in realtà. Altrimenti non ti avrei salvata quella volta.»
«Ma?»
«Ma i ribellisti hanno rovinato la mia vita, 'Liyah. Li ho visti violentare mia madre e ucciderla e non ho potuto fare niente-» La sua voce ebbe un tremolio nervoso. Gli occhi verdi, smeraldi speranzosi, si inumidirono. «E poi adesso si sono portati via l'ultima persona rimasta che teneva a me... non riesco. Non riesco del tutto a capirvi.»
Aaliyah si mordicchiò il labbro inferiore. Gli accarezzò i ricci scuri e gli fece un cenno col capo. «Seguimi.»
Si allontanarono dalla folla di ribelli che aveva preso a ballare. Aaliyah lanciò un'ultima occhiata alle proprie spalle. Intravide Thanatos avvicinarsi ad Eros. Indugiò alcuni secondi, prima di sedersi al suo fianco. Gli tese un bicchiere di rhum.
Ægon strusciò il pollice contro il dorso della sua mano, strappandole un brivido. Aaliyah si voltò a guardarlo confusa, sfarfallando le ciglia.
«Qualcosa non va?»
«Il tuo tocco mi rilassa, in realtà.» Ægon si strinse nelle spalle. Le fece un sorrisetto sfrontato. «Dove hai intenzione di portarmi? Mi ucciderai nel cuore del bosco, eh?»
«Quanto sei stupido.» Aaliyah cercò di nascondere un ghigno e lo portò al confine del bosco. Si arrampicò su un albero abbastanza grande e solido. Poi indicò al ragazzo i rami su cui mettere i piedi. Ægon annuì concentrato, seguendo con attenzione le sue indicazioni. Arrivati in cima, Aaliyah indicò l'infinita distesa deserta che si apriva davanti a loro. Il più grande nulla mai utilizzato.
Dopo le ultime esplosioni che avevano quasi distrutto il loro mondo, nelle guerre secolari, quasi nulla era rimasto. Sol aveva ricostruito le proprie fondamenta da lì, lasciando che le vecchie strade della città venissero fagocitate dalla terra. Adesso quelle erano i loro nascondigli, in attesa di poter tornare a vivere di nuovo alla luce. «Notturn Desert. Vogliamo ripartire da qui. Fuggire e prendere il mare per un posto migliore. Sol ormai è una prigione. Per questo attacchiamo prima della Mostra o dei test in Akademie, per portare via quanti più giovani possibile.»
Ægon increspò le sopracciglia. Si appoggiò al tronco. «E allora perché uccidete tutti i soldati dell'Akademie o della Mostra a priori?»
«Perché quella è anche la guerra di Doom e Thanatos. Alcuni vogliono vivere qui, non andare via. E sperano di poter rendere davvero Sol un mondo migliore.» Aaliyah sospirò piano.
Ægon le accarezzò la guancia, scostandole una ciocca di capelli dal volto. «E tu? Cosa desideri, ora?»
«Prima volevo mio fratello e basta. Adesso voglio vivere, soldatino. Sono stanca di nascondermi.»
☀️☀️☀️
Angolino
Eccoci qui. Grazie per leggermi ancora. A volte (quasi sempre) la mia motivazione è sotto i piedi. Mi rendo conto che SaC non è una storia adatta a Wattpad. Pur avendo romance, pone attenzione su tantissimi temi ed è stato un rischio, se non un azzardo pubblicarla qui.
Grazie comunque del vostro sostegno!
Alla prossima ❤️
Ps. Buona immacolata.
Vi chiedo di seguire scrittriciedisagio un account creato da JediKnight01 e me. Se ci seguite sui social, avrete notato un calendario dell'avvento che sa di countdown. Abbiamo cominciato a scrivere una storia a quattro mani e spero che possiate darci una possibilità 💃
Grazie mille ❤️
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