Capitolo 21




Aaliyah

Non poteva essere. Era colpa sua. Si era distratta per un solo momento ed erano corsi via.

Continuava a sentire la voce di Ares urlarle dietro di andarsene. E invece di aiutarlo, lo aveva ascoltato. Era convinta che nessuno potesse mai acciuffarlo: insomma, era uno di quelli che le aveva insegnato come vivere per strada.

Era cresciuta con Ares e Thanatos. L'idea di perdere uno solo di loro la devastava. Doveva andare a cercarlo, a costo di mettere la vita di tutti in pericolo.

Eros le accarezzava dolcemente la schiena, provando a calmarla. «'Liyah, respira. Prendi grossi respiri...»

Aaliyah lo ascoltò, ma la voce di Ares continuava a risuonare nella sua testa. Sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. Voleva poter fare qualcosa di utile, anziché star lì a frignare. «No! Dobbiamo andare a salvarlo.»

Thanatos scosse il capo. «Cosa? Hai idea di quante guardie ci saranno nelle segrete? È come se andassimo lì con un'insegna luminosa con scritto: prendetemi, sono tutto vostro!»

Le abilità sociali di Thanatos facevano sempre più schifo. Aaliyah si chiedeva come fosse possibile che, anziché migliorare, peggiorasse.

«Voglio un consiglio. Dove cazzo sta Doom?» Aaliyah uscì dalla stanza come una furia, dirigendosi verso il salone comune.

Prese da uno dei tavoli il campanellino, che utilizzavano per gestire la confusione durante qualche riunione, e iniziò a premerlo incessantemente con foga.

Joanna, la sua compagna di stanza, le andò incontro. Le strappò dalle mani l'oggetto fastidiosamente rumoroso e la guardò con apprensione. «Che ti prende?»

«Hanno preso Ares! Dobbiamo andare a salvarlo.»

Gli occhi dell'amica si intenerirono di colpo. Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Non credo che sarà possibile, lo sai?»

«Non mi importa!»

Tutti i presenti iniziarono ad agitarsi. Alcuni istanti dopo anche Eros e Thanatos la raggiunsero. Aaliyah cercò nei loro sguardi un appiglio, qualcuno che la comprendesse e fosse d'accordo con lei. Non potevano abbandonare così Ares.

Doom fece il suo ingresso. Aveva la solita espressione irritata sul volto. Gli occhi di ghiaccio erano contrariati da quella confusione. Aaliyah non era mai riuscita a decifrarlo, sempre chiuso in un assordante e inquietante silenzio. Anche nei momenti di festa, era raro vedere anche solo l'ombra di un sorriso sulle sue labbra. «Cosa diavolo sta succedendo qui?»

Aaliyah gonfiò il petto. «Voglio una riunione straordinaria.»

Doom inarcò un sopracciglio. Si liberò della maschera sulla bocca, rivelando il taglio argenteo che gli spaccava le labbra. «Tu? E perché mai?»

Aaliyah gli scoccò un'occhiataccia, ignorando Thanatos che provava a chiamarla. «Ares. È stato catturato durante uno dei nostri giri. Dobbiamo andare a riprenderlo.»

«Mmh.» Doom fece una strana espressione. Increspò le sopracciglia, massaggiandosi il mento. Si appoggiò al bancone degli alcolici, mentre il silenzio era improvvisamente piombato nel salotto. «E come pensi di fare? Perché lo avranno portato in Akademie. Ed è davvero una struttura ben sorvegliata.»

Aaliyah aggrottò la fronte. «Cosa? E hai intenzione di restare così? Sappiamo muoverci nell'ombra, possiamo e dobbiamo fare qualcosa!» Si voltò a guardare Thanatos. «Diglielo anche tu! È il tuo migliore amico.»

Thanatos sospirò frustrato. Si allontanò verso il bancone. Sfilò una bottiglia di rhum e fece scattare il meccanismo per la bocca. Ingollò un sorso generoso. «Non possiamo. È troppo pericoloso. Mi dispiace.»

Aaliyah scosse il capo meccanicamente. Indietreggiò, andando a scontrarsi contro il petto di Eros, che rabbrividì. «Davvero non avete intenzione di fare nulla?» Chiese poi, al suo posto.

Doom fece una risatina, strappando dalle mani di Thanatos la bottiglia. «Controlla meglio i tuoi nuovi acquisti...» si passò una mano tra i capelli chiari, tirandoli all'indietro. «Non sacrificherò tutti per salvarne uno. E se anche fossi così pazzo, non possiamo accedere all'Akademie senza planimetrie e un buon piano.»

Thanatos mugugnò qualcosa di incomprensibile e sbuffò scocciato. «Purtroppo, sono d'accordo con lui, pulce. Mi dispiace.» Puntò gli occhi rossi su Aaliyah.

«E poi, ci vorrebbe tempo per sviluppare un piano. E potremmo arrivare tardi. Lo avrebbero già condannato.» Doom si tirò in piedi, lisciandosi le pieghe dei pantaloni. Alzò la bottiglia di rhum. «Possiamo però fare un brindisi ad Ares. Forse uno dei nostri migliori ribelli.»

Aaliyah strinse i pugni, arrabbiata. Avrebbe voluto spaccargli la faccia. Si allontanò di scatto, battendo i piedi sul posto. Non importava cosa dicessero, lei avrebbe salvato Ares. Avrebbe solo fatto calmare le acque per una notte.

Aprì la porta della sua stanza e la richiuse con un tonfo. Si lasciò cadere sul letto, affondando il volto nel cuscino. Voleva urlare. 

Riconobbe i passi di Thanatos. Non le importava in quale modo idiota avrebbe cercato di farle cambiare idea. «Ehi.»

«Vattene.»
Thanatos sospirò piano. Si sedette sul letto e Aaliyah sentì il materasso piegarsi sotto il suo peso. «Mi dispiace, sul serio. Ma non posso fare nulla, lo sai. Quello che mi chiedi di lasciarti fare è troppo pericoloso.»

Aaliyah socchiuse gli occhi. «Non è vero. Tu puoi fare il pazzo per le strade di Sol e non puoi salvare Ares?!»

Thanatos ciondolò il capo di lato. «È diverso, lo sai.»

Aaliyah tornò ad affondare il volto nel cuscino. «Voglio dormire. E stare sola.»

Thanatos annuì e si tirò in piedi. Lo sentì abbandonare la camera, socchiudendo appena la porta. Aaliyah si mise a sedere, scalciando le lenzuola. Guardò con insistenza la parete vuota di fronte a sé, ripetendosi mentalmente di stare calma e aspettare. Se avesse agito subito, tutti se lo sarebbero aspettato. Doveva solo rubare dalla stanza di Thanatos la planimetria del castello. Sapeva che l'avesse lui. E aveva bisogno di un alleato. Si tirò in piedi, raggiungendo la stanza di Eros. Dopo un paio di colpi alla porta, l'altro le aprì.

«Posso fare qualcosa per te?» Si rabbuiò poco dopo.

Aaliyah entrò di soppiatto, dopo essersi accertata che non ci fosse nessuno nel corridoio. «Devi distrarre Thanatos. Fallo entrare qui dentro e io ruberò un paio di cose nella sua stanza.»

Eros le fece un sorrisetto divertito. «Lo farei, ma in realtà è molto più semplice di quello che credi. Se n'è andato poco fa. Ha lasciato il nido

Aaliyah sentì il cuore rilassarsi all'improvviso. Aveva fatto una copia delle chiavi della sua stanza, una volta. Si avvicinò e fece scattare la serratura, dopo aver infilato le chiavi nella toppa. Eros le andò dietro. «Fingerò che tu non abbia fatto nulla, ma sono troppo curioso per andare a dormire.»

Aaliyah ridacchiò. La stanza di Thanatos era sempre in disordine. Le coperte e le lenzuola sfatte erano in parte a terra o aggrovigliate tra loro. Alcuni vestiti erano sparpagliati per terra.

«Cosa stiamo cercando in questo disastro? Sembra una città post bombardamento.»

Aaliyah gli lanciò un'occhiata divertita. «Ricordatelo, quando vorrai andare a vivere con lui.»

«E perché dovrei?»
«Va bene, sei ancora nella fase negazione. Ho capito.» Aaliyah ghignò e aprì tutti i cassetti.

«C'è qualcuno, ma credo mi odi adesso.»

«Fammi indovinare. Sei un po' confuso tra lui e il nuovo Generale?»

Eros sbuffò. «Non mi hai detto cosa stai cercando.»

«La planimetria del castello. Thanatos ne ha una.» diede un calcetto all'armadio, riuscendo finalmente ad aprire l'anta incastrata. Rovistò tra armi gettate lì casualmente e individuò una pergamena. La sfilò e fece un sorrisetto, quando riconobbe la mappa. «Bingo!»

Eros sorrise gentile. «Ora converrà andarcene a dormire.»

***

Aveva aspettato una notte intera. Il giorno era trascorso velocemente e adesso voleva soltanto che Joanna si addormentasse in fretta. Per velocizzare il processo le aveva solo sciolto un sonnifero nel suo bicchiere d'acqua.

«Oggi sono davvero stanca.» Joanna sbadigliò, accoccolandosi tra le coperte. Le lanciò un'ultima occhiata, prima di crollare. «Tu come ti senti?»

Aaliyah si strinse nelle spalle. «Al solito. Ma non posso fare nulla di mia iniziativa.»

Joanna le fece uno sguardo comprensivo. Almeno nessuno fingeva che prima o poi, per miracolo, Ares sarebbe tornato. «Buona notte, 'Liyah. Ti voglio bene. Cerca di riposare.»

Aaliyah attese che l'amica stesse dormendo. Poi lanciò via le coperte. Si mosse indisturbata fuori dalla stanza. Camminò silenziosa per i corridoi.

Si guardò un'ultima volta indietro. Avrebbe riportato Ares a casa.

La città di Sol era sempre così silenziosa la notte. I topi strisciavano nelle fogne, correndo veloci al primo passo percepito in lontananza.

Saltò su un paio di tetti, posizionandosi sul pergolato di un palazzo di fronte all'Akademie. La osservò con attenzione con le sue guglie alte. Prese un grosso respiro. Doveva entrare nella fortezza senza farsi notare.

Sfilò dalla borsa a tracolla la mappa. L'ala est, quella che aveva di fronte, presentava una serie di grandi finestre. Avrebbe fatto saltare i grimaldelli, calandosi dal tetto sui balconi. E poi sarebbe entrata al terzo piano. Da lì avrebbe improvvisato, cercando di muoversi lentamente, senza farsi notare dagli studenti di guardia. Avrebbe raggiunto le segrete, liberato Ares, dopo aver messo fuori gioco delle guardie. E, insieme a lui, avrebbero abbandonato quel posto.

Osservò uno dei pali alti in legno sul tetto. C'erano dei fili sfruttati per stendere i panni. Aaliyah afferrò la balestra e sparò sul tetto dell'Akademie un gancio, che andò a incastrarsi tra due guglie. Lo tese fino al palo e pregò gli dei che funzionasse.

Si strinse forte a un gancio e lo lasciò passare sul filo teso. Aggrappandosi ai manubri, scivolò nel vuoto, volando sulla città. Il vento le sferzava in volto. Aaliyah fece appello a tutta la sua forza, sopportando il proprio peso sulle braccia. Il filo iniziò a piegarsi, quando ormai mancava poco al suo atterraggio.

«Cazzo.» Bofonchiò.

Socchiuse gli occhi e prese un grosso respiro. Poi si lanciò sul tetto dell'Akademie, prima che il filo cedesse. Scivolò sulle tegole e si aggrappò per non cadere giù.

Avrebbe voluto scoppiare a ridere. Le mani le bruciavano e si strusciò i palmi, protetti da dei guanti di pelle -che lasciavano nude soltanto le dita- sui pantaloni. Tirò su il cappuccio e il foulard e iniziò a saltellare sul tetto. Si appese a una delle guglie e, dopo aver ondeggiato avanti e indietro, si lasciò cadere, saltando sul balcone sotto di lei.

«Okay, ce l'ho fatta. E sono viva.» Aaliyah era sul punto di lanciare un urlo, ma così tutti l'avrebbero cercata e individuata. Si diede un pizzicotto sul fianco e si avvicinò alla finestra.

Sfilò dai capelli un fermaglio e dagli stivali dei grimaldelli. Li avvicinò alla serratura della finestra e, dopo un po' di gioco e qualche imprecazione, la spinse in avanti e si infilò nel corridoio.

Era silenzioso. Sentì dei passi nelle vicinanze. Si guardò attorno e individuò uno degli armadi. Lo aprì e si infilò al suo interno, lasciando uno spiraglio aperto.

Due studenti passarono davanti a lei. Osservò le loro sagome, restandosene in silenzio. Quando svoltarono l'angolo, spostandosi in un altro corridoio, uscì allo scoperto, strisciando nella notte verso le scale.

«Hai saputo che anche il Generale partirà con loro?» Domandò un ragazzo.

Aaliyah si nascose dietro un baldacchino.

«Sì. Dicono che hanno ricevuto una soffiata interessante. Lo uccideranno?»
«Ma chi? Thanatos? Impossibile. È un dio, non hai sentito cos'ha detto Malcolm?»

Aaliyah roteò gli occhi al cielo, mentre i due chiacchieravano indisturbati, allontanandosi per il corridoio.

Aveva memorizzato la mappa. Per i sotterranei le sarebbe bastato svoltare a destra, una volta raggiunto il pian terreno. Si paralizzò, quando sentì una voce familiare.

«Due giorni? Soltanto?»
«Sì, Ægon, tra due giorni ci metteremo sulle loro tracce.»

Aaliyah si sporse quanto necessario per spiare il ragazzo e un uomo dai capelli ricci e scuri. A giudicare dalle medagliette, doveva essere il nuovo Generale. Una cicatrice gli spaccava metà volto e nella penombra, con le soffuse luci giallognole, risultava quasi brillare argentea.

Ægon annuì con un cenno del capo, restando a guardare il Generale allontanarsi. Sospirò piano, poi, restando immobile, sussurrò: «Come cazzo sei entrata qui?»

Aaliyah sussultò. Possibile che l'avesse vista, mentre si affacciava?

«Cazzo.» Risalì le scale, pronta a scappare da lui. Ægon le andò dietro, salendo i gradini a grandi falcate e tallonandola.

Aaliyah sentì delle voci provenire da un corridoio. Ægon la afferrò per il braccio e la trascinò in un'aula vuota, portandole una mano alla bocca. «Sta' zitta.»

Aaliyah provò a ribellarsi. Poi gli assestò una gomitata allo stomaco. «Lasciami.»

Ægon soffocò un gemito e mollò la presa su di lei. Le fece un cenno, ricordandole di restarsene in silenzio. «Cosa diavolo stai facendo qui?»

«Avete il mio amico. Ti chiedo di restituirmelo o ti faccio saltare le budella.» Aaliyah tirò fuori un pugnale. Avrebbe potuto sfruttare Ægon per farsi condurre da Ares.

Il ragazzo increspò le sopracciglia. Posò le mani sui fianchi. «In quanti siete?»

«Molti.» Mentì prontamente.

«Sei venuta da sola, vero?»
«No.»

Ægon ridacchiò e le allontanò il pugnale dal volto. Si accostò a lei. «Dovrei consegnarti al Generale, sai?»

«E cosa ti ferma?»

Ægon arretrò. Si avvicinò alla porta, nascondendosi dietro di essa. Aaliyah sentì anche lei delle voci, fece per nascondersi dietro una scrivania, quando la porta si aprì, rivelando uno degli studenti.

«Intru-»

Ægon lo colpì da dietro con una statuetta. Il ragazzo stramazzò al suolo, svenuto. «Devi andartene.»

«Non me ne vado senza Ares.»
Ægon sgranò gli occhi. «Vuoi farti catturare anche tu? Credi che sia tutto un gioco, questo? Ti porteranno alla Mostra, immediatamente.»

Aaliyah prese dei grossi respiri. Ægon le prese il polso. «Seguimi.»

Si liberò della sua presa. «Perché dovrei fidarmi di te?»

Ægon inclinò il capo. «Non hai molta altra scelta, tesoro.» uscì con lei dall'aula. Si portò una mano davanti alla bocca, intimandole di stare zitta.

Aaliyah lo seguì lungo le scale, mentre si dirigevano dal lato opposto da cui era entrata. «Dove mi stai portando?» Sussurrò.

«Vicino alle cucine. Lì c'è una botola che conduce fuori dal castello. Noi studenti la usiamo per uscire dall'Accademia oltre il coprifuoco.»

Aaliyah aggrottò la fronte, ma non ebbe tempo per protestare, che Ægon la spinse dentro un armadio, quando sentì alcuni passi.

«Generale.»

Aaliyah lo spiò attraverso un piccolo spiraglio e lo vide scattare.

L'uomo lo osservò con un sopracciglio inarcato. «Mi pare di averti detto prima che dovevi andare a letto.»

Ægon scrollò le spalle. «Infatti sto andando verso le camerate.»

Il Generale lo studiò per qualche istante. Puntò gli occhi scuri verso l'armadio e Aaliyah si scostò. Il cuore le schizzò in gola.

Forse l'aveva vista? No, non era possibile.

«Il coprifuoco è scattato da un po'.» Continuava a fissare nella sua direzione.
«Ero andato in infermeria a prendere delle pillole per dormire.»

Il Generale contrasse la mascella. Poi spostò lo sguardo. «Credevo di averti detto di non prendere nulla lì.» Ægon fece per ribattere, ma l'uomo gli posò una pacca sulla spalla. «Fai il bravo.» Si allontanò poco dopo.

Aaliyah uscì, solo quando Ægon la avvisò che la strada fosse libera.

Arrivarono alle cucine. Il ragazzo aprì la porta e si avvicinò a un ripostiglio. Tirò su una botola e le fece cenno di entrare. «Ti ritroverai proprio poco lontano dai cancelli.»

Aaliyah lo guardò. «Ares-»
«Lo tratterò bene durante la missione. Hai la mia parola.»

Si mordicchiò il labbro. Aveva sentito gli studenti confabulare che qualcuno avesse soffiato informazioni importanti. Ares non era capace di arrivare a tanto. Sarebbe tornata a salvarlo, magari una volta che era fuori con loro. Così non avrebbe potuto introdursi in un'Akedemie armata. Si sfilò il proprio foulard e glielo passò attorno al collo. «Grazie.» Mormorò, prima di calarsi nella botola.

***

«Dove cazzo sei stata stanotte?» Doom l'aveva fatta sedere su una sedia, al centro del salone, qualche ora dopo il suo ritorno.

Aaliyah doveva ammettere di iniziare a sentire la stanchezza. Avrebbe voluto dormire un po'. «Ho fatto un giro?»

Eros si portò una mano in volto.
Doom digrignò i denti. «HO DATO DEGLI ORDINI! Sei viva per miracolo!» Lanciò un'occhiata a Thanatos che sospirò frustrato.

«Sapevi che era pericoloso e non dovevi andare. Perché cazzo lo hai fatto?»
Aaliyah aggrottò la fronte. «Solo a me importa di Ares?»

Doom diede un pugno sul tavolo. «Tutti fuori. Voglio qui con me solo lei e Thanatos. Andatevene a fanculo nelle vostre stanze.»

Aaliyah osservò Eros, che si strinse nelle spalle, con uno sguardo amareggiato. «Se avete intenzione di punirla, sappiate che l'ho aiutata a scappare.»

Aaliyah tremò. Vide Thanatos irrigidirsi.

Doom fece un sorrisetto. «Aiuterete gli altri nei turni degli scavi del tunnel fino a Notturn Desert. Per due notti, senza pause.»
«Cosa?!» Thanatos si rizzò di scatto.
«Vuoi disobbedire anche tu e unirti a loro?» Doom lo sfidò a muso duro.

Eros li osservò. «Va bene così, okay. Vado in camera a riposare. Domani scaverò tutto il giorno.» Posò una mano sulla spalla di Aaliyah.
Si allontanò piano, muovendosi lentamente verso il corridoio delle camerate.

Thanatos se ne stava a braccia conserte, fissandolo allontanarsi. Fece uno sbuffo rumoroso, poi posò lo sguardo su di lei. «'Liyah, quello che hai fatto è stato un azzardo. Lo capisci? Hai messo tutti in pericolo.»

Aaliyah sentì le lacrime pizzicarle le guance. «Ma Ares-»

Doom sbuffo. «Ares è condannato! Lo capisci o no? Abbiamo anche dei bambini qui. Hai rischiato tutti noi. Dobbiamo solo sperare che Ares non abbia spifferato la nostra posizione per salvarsi il culo.»

Aaliyah si tirò in piedi, stringendo i pugni. «Bene. Mi dispiace.» Sbuffò stanca. «Posso andarmene a dormire, adesso?»

Thanatos le fece un cenno d'assenso. Mentre si allontanava, lo vide avvicinarsi a Doom, per poi sussurrare: «Perché non glielo diciamo?»

Aaliyah si nascose dietro il corridoio, prima di rinchiudersi in camera.
Vide Doom che lo strattonò, spingendolo contro il muro. «Meno persone conoscono i nostri piani, meglio è. Non lo capisci?»

Aaliyah deglutì.A quale partita a scacchi stavano giocando?E lei? Che pedina era? Sacrificabile come Ares?




☀️☀️☀️☀️
Angolino
Questo è uno dei capitoli che preferisco. Ricordo che ho amato scriverlo all'epoca🫠.
Non so, a volte devo trovare anche solo le forze per correggere la storia. Non so come uscire da questo periodo e sono stanca. Non sono soddisfatta di come andrà avanti. L'ho conclusa nelle bozze ma continuo a pensare che questa storia potesse avere di meglio che me come autrice.
Sto lavorando a un paio di progettini e alterno entusiasmo a tristezza infinita.
Spero passi, perché sto impazzendo 😮‍💨.
Uno è un thriller (che parte piano con le ship), l'altro è un urban fantasy, credo(?).
Vabbè comunque sia, non so dove la scrittura mi porterà, ma grazie a voi per leggermi.
Buona serata e buon weekend❤️🪫🪫

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