𝖢𝖠𝖯𝖨𝖳𝖮𝖫𝖮 1.2 ━ 𝙲𝙰𝙼𝙴𝚁𝙰

━━━ 1 ottobre,
mattina

Il tempo era drasticamente cambiato con il passare delle ore. Dei nuvoloni grigi e carichi di pioggia avevano oscurato il sole e la Sunvote Highschool era illuminata da luci artificiali.

Tra i video diffusi in rete e le voci che rimbombavano per i corridoi, la notizia della pacifica litigata tra Madeline e Barbara non aveva impiegato tanto ad arrivare alle orecchie di tutti.

Se nella zona est della scuola, Barb stava cercando di giustificare il suo comportamento, aggiungendo anche che lei le aveva solamente rivolto la parola e che il 'dopo' era accaduto a causa di Maddie, quest'ultima, dalla parte opposta, era un fascio di nervi e rabbia.

In tutte le classi dove doveva seguire le lezioni del giorno, si era seduta ai posti delle ultime file e aveva messo su il cappuccio della felpa con il nome della scuola. Nel corso della giornata poi, c'erano stati altri momenti di tensione: Madeline infatti, che non era solita tollerare dei comportamenti così infantili, aveva spezzato tre matite, aveva litigato con il professore di biologia ed infine, aveva rotto uno degli specchi del bagno delle regazze con un pugno.

E aveva urlato. Così forte che un paio di ragazze che volevano entrare per fumarsi una sigaretta avevano di fretta cambiato bagno, preferendo quello dell'altro corridoio.

Alla pausa pranzo, aveva deciso di non voler alcun tipo di interazione umana.

Aveva speso un paio di dollari per un pacchetto di M&M's e di soppiatto si era recata sul tetto della scuola. No, non voleva buttarsi da decine di metri d'altezza. Prima avrebbe dovuto portare Barbara alla rovina o trovare il killer di sua sorella, e poi, forse, lo avrebbe fatto, perché tanto non aveva più nulla da perdere.

Sul tetto non è che si potesse trovare chissà cosa.
Il suo perimetro era recintato e a qualche metro davanti alle grandi porte in metallo che portavano là sù si trovava una piccola costruzione nella quale si trovava un generatore, unito alle scale da una superficie che fungeva da tetto per l'avanzata.

Maddie non era a conoscenza dello strano motivo di porre un generatore in un punto così pericoloso e non facilmente accessibile.

In ogni caso, si era seduta a terra e aveva iniziato a mangiare i cioccolatini mentre faceva ripartire la sua playlist sul telefono. «Che giornata del cazzo» sbuffò.

«Non potrebbe andare peggio di così»

━━━ 1 ottobre,
pomeriggio

Sempre con gli auricolari alle orecchie e tutta la voglia di rimanere ore in più in quella maledetta scuola, Madeline stava raggiungendo la classe destinata alla detention con gli altri ragazzi, che stranamente si trovava al secondo piano. Solitamente era sempre stata al piano terra.

«Avviso alla comunità studentesca» l'altoparlante era collegato all'ufficio della presidenza e la voce emessa dall'apparecchio era proprio quella del preside. Maddie abbassò il volume e sollevò un sopracciglio guardando la piccola radiolina sopra il muro.

«Per ragioni di manutenzione, ogni attività extracurriculare verrà sospesa e terminerà alle quindici. Da ciò, sono esclusi gli studenti obbligati alla detenzione, come da prassi»

La ragazza alzò gli occhi al cielo, infastidita da questa regola inutile della sua scuola. Ponendo il caso che la struttura fosse esplosa durante la manutenzione, gli studenti sarebbero saltati in aria? Forse i Coulson avevano l'assicurazione sulla vita, ma lei decisamente no.

Giunta all'aula della detenzione, Maddie aveva spalancato la porta ottenendo un'occhiataccia dal vice preside, il quale stava riferendo le parole del suo superiore e stava facendo una lista delle cose che potevano fare - praticamente quasi nulla - e quelle che non potevano fare.

Prima che potesse identificare il posto dove andare a sedersi, più lontano possibile da Barbara ed evitare che le luci delle lampade sul soffitto le illuminassero anche i segreti, l'uomo la fermò.

«Hartnell. Le cuffiette» Maddie se le tolse aggressivamente e le ripose nelle tasche della sua felpa.

«Anche il cellulare» Mr. Carpenter aveva teso la mano nella sua direzione, in attesa che la ragazza ci ponesse il suo telefono. Sbuffò lasciandoglielo sul palmo. «Ricordate che le vostre azioni nel presente condizionano sempre il vostro futuro. Riflettete su ciò che avete fatto quest'oggi e fate in modo che non succeda più»

Il vice preside Carpenter ripose il telefono di Maddie in una scatola di cartone e uscì dalla classe con quest'ultima sotto il braccio. La Hartnell era rimasta in piedi vicino alla cattedra e il rumore della porta sbattuta dall'uomo la fece sussultare.

Sebbene la sua espressione era tutto fuorché amichevole, anche i volti degli altri ragazzi non presagivano nulla di buono, tant'è che Maddie aveva avuto quasi paura ad avanzare per la stanza per accomodarsi al posto all'angolo dell'ultima fila. La classe presentava venti banchi, disposti su cinque file orizzontali costituite da quattro banchi ciascuna. Si era, quindi, isolata.

A un banco di distanza da lei, sulla stessa sua riga, si trovava la piccola Bonavich e davanti a lei, in primo banco, si trovava Noa. Nella riga accanto, al penultimo banco, si era seduta Milena che aveva preso un libro dal suo zaino e aveva iniziato a leggere; sulla riga centrale di banchi, parallelamente a Maddie, Maxwell alternava delle occhiate preoccupate verso di lei e alcune deluse verso la sorella, la quale si trovava al secondo banco vicino alla finestra. Davanti alla Coulson, Lucifer osservava fuori dalla finestra, cercando Gabriel con lo sguardo, che probabilmente stava cercando di intrufolarsi dall'esterno. Ed infine, all'angolo della medesima riga, c'era Matteo, Matt, insolitamente in silenzio.

All'appello mancava solo Blake, ma il vice preside aveva tenuto conto del suo ritardo e per l'abitudine, nemmeno si era domandato dove fosse il ragazzo.
Con il telefono sequestrato e privata della sua valvola di sfogo, ovvero la musica, Madeline aveva allontanato la sedia dal suo banco quanto bastasse per stendersi sulla sua superficie e coprirsi il volto con le braccia.

Anche se non stesse guardando direttamente, poteva sentire Maxwell rimproverare a denti stretti sua sorella e Matt lamentarsi a bassa voce di questa ingiustizia.

Maddie si addormentò per qualche decina di minuti, fino a quando non venne svegliata - e spaventata nuovamente - da quella dannata porta aperta, segnando l'arrivo di Blake. Il ragazzo aveva preso posto, portandosi dietro una scia di fumo.

L'arrivo di Blake pareva aver risvegliato gli animi di tutti gli otto ragazzi che erano lì.

E la campanella delle quindici, che quel giorno segnava la fine dei club, aveva svolto la stessa funzione del fischio dell'arbitro all'inizio di una partita di calcio. Oppure il 'ciak' di inizio della rappresentazione delle scene di una serie tv.

«So quello che stai pensando Barbara. E non azzardarti ad andare a cercare i telefoni» Max fermò l'avanzata di Barbie verso la porta, alzandosi di scatto e bloccandole il braccio.

Il ragazzo conosceva il modo di agire della sorella ed era certo che stesse andando a cercare il suo telefono, pronta a dare la sua più sincera e oggettiva opinione sulla situazione della mattina sui social. Era una delle ragazze più popolari e seguite della scuola, se non avessero dato retta a lei, a chi altro gli studenti avrebbero dovuto dare tutta la loro attenzione?

«Lasciami!» si lamentò, divincolandosi dalla sua presa. «Non posso nemmeno andare in bagno?» domandò Barbara con un tono infastidito e ironico, allontanandosi dal fratello.

Barbara era uscita dalla classe, non curandosi della possibile reazione del vice preside se l'avesse beccata a gironzolare per la Sunvote High School.

Maddie aveva osservato il solito teatrino drammatico della bionda. Gli altri ragazzi stavano conversando tra di loro. O meglio, solo Izel e Milena che, pur essendo le più silenziose di questo gruppo, stavano avendo una conversazione leggera.

Blake stava creando dei piccoli filtri con la carta del quaderno, come prova e allentamento, sotto lo sguardo attento di Matt. Lucifer si era spostato, andando a sedersi sotto la lavagna leggendo un fumetto. Noa, forse la più ingiustamente finita in punizione tra tutti i ragazzi, aveva preso il suo computer dallo zaino non appena Mr Carpenter aveva chiuso la porta e da lì, aveva ignorato tutti. Letteralmente.

Madeline era quasi invidiosa del fatto che lei potesse utilizzare un dispositivo tecnologico solo perché la rossa aveva uno scompartimento extra nel suo zaino proprio per il computer e fare tutto quello che voleva. Non vedeva chiaramente cosa stesse scrivendo e un po' era curiosa.

Poi un rumore assordante fece saltare dalla sedia Madeline. Non amava i rumori forti improvvisi e odiava essere spaventata e quel giorno, il destino non voleva lasciarla tranquilla nemmeno per qualche minuto.

«Cos'era?» chiese Izel, guardando i ragazzi.
«Non ne ho idea» le rispose Milena, più confusa della mora.

«Suvvia, ci avranno chiusi qua dentro!» ironizzò Lucifer, lasciando cadere il fumetto a terra per portarsi le mani dietro la nuca.

«In realtà sì» commentò Matt alzandosi dalla sedia. Lui aveva passato tutto quel tempo a guardare fuori, dal momento che nessuno parlava con lui o nutriva la sua fame di drama - sebbene non lo dava a vedere - e aveva chiaramente visto il furgoncino del team della manutenzione superare il cancello, seguito dalla BMW i5 di Carpenter e dal rumore della chiusura del cancello.

Come sapeva che l'auto fosse del vicepreside? Chiedetelo ad una ragazza del quarto anno che gli aveva dato delle particolari attenzioni nel parcheggio.

La pioggia batteva forte sulle superfici in vetro, l'aria fresca si faceva sentire.

«Un attimo» sussurrò Maxwell, anche se fu sentito da tutti. «quindi siamo bloccati qui?»

«Perspicace» borbottò Madeline, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, con una forte acidità nella voce per far intendere il suo disappunto al povero biondo.

Passarono degli istanti di completo silenzio e scambio di sguardi.
«Avete erba?» chiese Blake, poggiando sul banco il ventesimo filtro in carta.

«Se ti lanciassi dalla finestra, cadresti proprio sul prato. Ma sappi che è sintetica, quella.» gli rispose Noa, con del sarcasmo, senza distogliere gli occhi dal suo schermo.

Infine, accadde l'inaspettato. E l'ironico, considerando che gli addetti della manutenzione si erano occupati proprio di quello durante il pomeriggio.

Le luci delle lampade sfarfallarono, producendo anche un suono preoccupante, fino a quando non si spensero completamente. La classe, così come tutta la scuola, era senza corrente.

«Merda! È caduto il Wi-Fi!» esclamò Noa quando il suo computer si era disconnesso. Effettivamente, non era stata una buona idea collegarsi al sistema internet della scuola per risparmiare l'hotspot del suo telefono. Considerando anche il modo con il quale aveva ottenuto la password.

«Sentite, io non voglio rimanere qui» si lamentò Madeline, alzandosi e avvicinandosi alla porta dando anche una spallata a Maxwell. «Tanto meno stando al buio e morendo dalla noia, per questo vado a cercare il mio telefono»

«Concordo con Maddalena!» sorrise Matt per prenderla per i fondelli.

«Non sarebbe meglio prima controllare le condizioni dei generatori e poi andare a cercare i telefoni? Che di sicuro non staranno nell'ufficio del preside perché Carpenter è un po' particolare..» esordì Lady Macbeth. Aveva ragione, in effetti.

«Sì, tesoro. Ma non credo che voi sappiate come arrivarci» sghignazzò Blake, dondolando pericolosamente sulla sedia.

«Guidaci tu, allora» lo esortò il Coulson.
«Non ho detto che so arrivarci anche io... A meno che non ci fossero dei candidati per venire. In ogni senso.» si giustificò il moro, continuando a dondolare.

«Se cadesse...» mormorò Maddie abbassando il capo per non far vedere un'espressione inquietantemente divertita.

Di nuovo i ragazzi rimasero in silenzio.

Click, deciso.

Noa prese il computer e lo posizionò sulla cattedra. Sullo schermo era mostrata una piantina in 3D della scuola, con tutte le note scritte in bianco sullo sfondo azzurro. «Ecco come» disse Noa, pronta a spiegare i vari percorsi.

I ragazzi furono come calamitati e ascoltarono le parole della ragazza.

«Oltre al generatore sul tetto - indicò il cubo sul tetto - del quale penso tutti sappiate l'esistenza, ce n'è anche uno al piano terra.» Puntò con il cursore il vertice del suo modellino, che fornì una visione più attenta a quel lato.

«Come mai non è completo?» Le domandò Lucifer, incollando la guancia al dispositivo. Noa lo scostò, invitandolo a mettersi di fronte a lei come gli altri.
«Lo stavo finendo prima che cadesse la connessione - rispose - in ogni caso, quel posto è davvero particolare. Ci sono gli archivi, diverse scale sotterranee e poi, il contatore» spiegò.

«Perfetto, chi va?» sorrise Matt.

«Dividiamoci» propose Izel, che si affrettò ad aggiungere una motivazione alla sua proposta. «Non sappiamo quale sia saltato, quindi sarebbe meglio accorciare i tempi dividendoci.»

«Tre gruppi: generatore di sopra, generatore di sotto e telefoni. Io vado a cercare i telefoni» Disse Maddie, interrompendo la mora. Con il suo telefono, avrebbero chiesto a Ryan, il batterista della sua band, un passaggio.

«Io vado con Maddalena» ghignò Matteo, lasciando Madeline sbuffare infastidita.

«Io vado al generatore del piano terra. Satana, con me» sentenziò Noa, senza lasciare a Lucifer la libertà di opinione.

«Coulson?» Blake fece gli occhi dolci a Maxwell.
«Andiamo sopra»

«Tu ed io?» chiese Izel a Milena.
«Barbara?» Annuirono entrambe, decidendo di andare a cercare la ragazza che da quando era uscita per andare in bagno, non era più tornata.

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ECCOMI, CHIEDO UMILMENTE PERDONO PER QUESTO RITARDO, considerando poi che avevo detto che avrei pubblicato giorni fa........

comunque non sono tanto soddisfatta, anche perché penso che le scene avvengano troppo veloci, ma comunque ECCO IL SECONDO CAPITOLO, senza il bro MA ECCOLO

chiedo scusa per errori grammaticali o buchi, ma sto scrivendo questo messaggio mentre faccio pcto con i bambini delle medie e mi annoiavo, eventualmente segnalate che io correggo

per questa volta niente domande!<3
un bacio, jun

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