𝖢𝖠𝖯𝖨𝖳𝖮𝖫𝖮 1.1 ━ 𝙻𝙸𝙶𝙷𝚃𝚂



Il rientro a scuola per Madeline era stato peggiore di quello dell'estate del 2017, passata interamente in Colombia.

Le autorità le avevano dato la possibilità di avere un permesso per non andare a scuola, ma dopo una settimana, quasi due, chiusa in casa non ce la faceva più.

Evitava la cucina da quando la avevano fatta rientrare in casa, mangiando d'asporto solo quando si ricordava di farlo, e sui mobili della stanza si era formato quel fastidioso strato di polvere che si poteva ben vedere con i raggi del sole.

Evitava la cucina, perché le sembrava di rivedere e rivivere quella scena come se fosse un loop continuo nel suo cervello e, come conseguenza al suo sguardo prolungato, il tricipite le provocava un dolore lancinante che le pareva quasi di non essere più capace a respirare.

La sua ferita, comparata a quelle di Miranda, non era niente certo, ma quel pazzo aveva avuto l'intenzione di trapassarle il braccio e sebbene non ci fosse riuscito fino in fondo, le aveva comunque provocato una lacerazione dei tessuti e le aveva forato il muscolo.

Probabilmente era tutto nella sua testa: sosteneva che il dolore fosse solo sul braccio, ma in realtà era il cuore a non reggere più quella situazione.

Così, per ingannare la mente e passare un po' di tempo lontana dagli orribili ricordi, aveva deciso che sarebbe ritornata alla Sunvote High School.

Per qualche strana ragione aveva riposto fiducia nella razza umana, le aveva attribuito la letale capacità di empatia e comprensione, ma non ci volle molto prima che le sue aspettative crollassero in un battito di ciglia.

Madeline non era mai stata una bomba di felicità o socialità e non era nemmeno sul punto di essere definita una ragazza emarginata, ma la povera Maddie non sapeva che già a qualche ora dalla notizia della scomparsa di sua sorella, i suoi concittadini avevano iniziato a buttare merda addosso alla sua famiglia.

Varcate le porte dell'ingresso, con il suo zaino rosso su una spalla, il telefono collegato agli auricolari in mano e sicuramente con una faccia molto felice, l'attenzione della popolazione scolastica del liceo si era tutta concentrata su di lei.
Fece un sospiro profondo e alzò la musica che stava venendo trasmessa dal suo Spotify, sparandosi Beyoncé nelle orecchie.

Avanzò nel corridoio principale guardando - il vuoto - davanti a sé, con una sguardo spento e privo di vita.
Lei era già morta, da quando quella sera aveva visto Miranda a terra davanti l'isola della cucina.

Era ad un paio di metri dal suo armadietto quando una testa bionda le era venuta violentemente contro.

Di proposito.

Maddie aveva arrestato il suo passo, regolando il suo respiro. Era quello che faceva quando sentiva emozioni troppo forti, come la tristezza.

C'era qualcosa però, che Maddie teneva per sé più assiduamente della tristezza e quella era la rabbia. E lo sapevano tutti.
Da lei ci si aspettava un comportamento da cane rabbioso, non da tredicenne depressa che aveva appena rotto con il ragazzo dopo due ore dal fidanzamento.

Si voltò verso la ragazza che l'aveva urtata e già poteva sentire un finto tono di scuse.

Barbara, chi poteva non avere tatto, con lei, a cinque minuti dal suo arrivo?

Le stava dicendo qualcosa, ma Maddie non era abile nel leggere il labiale.

«Druuuunk in looove!»

No, quella non era stata decisamente Barbara a parlare.
«Ah?» la sua voce emise un verso confuso mentre si toglieva una cuffietta per deliziare le sue orecchie con il veleno della Corbell.

Non sapeva nemmeno perché lo aveva fatto. Insomma, lo sapeva pure lei che dare corda a Barbara non portava a nulla di buono.

Sul viso chiaro di Barbara apparì un sorrisetto. Intorno alle due ragazze si era formata una folla dove, addirittura, nascosti o facendo i finti indifferenti, anche gli asociali o i nerd osservavano il teatrino.

«Mamma mia...» si sentì tra i ragazzi, con un accento italiano marcato si era pronunciata una tipica frase della cultura italiana dalla fama mondiale con diversi significati in base al contesto in cui questa viene utilizzata. In questo caso, il ragazzo prevedeva una tempesta.

«Che cosa vuoi?» domandò Madeline, alzando di poco la voce. Rivolse delle occhiatacce a tutti i presenti desideranti di drama.

«Nulla di particolare, volevo solo studiare l'assassino e la sua messa in scena. Sai, lo sceriffo dice che non ci sono dati per identificare un imputato, quindi l'unica sospettata... sei tu» il finto tono dispiaciuto della bionda fece sospirare l' "assassina".

Alcuni diedero un appoggio clamoroso alla sentenza di Barbara, mentre altri, i più scettici forse, aspettarono a dare il proprio giudizio.

«Senti, non mi va proprio di discutere oggi - alzò gli occhi al cielo - perciò vai a dare fastidio a qualche professore che non ti ha messo il 'più' sulla tua perfetta A»

Barbara alzò un sopracciglio indispettito, sia per il tono e l'atteggiamento adottato dall'altra ragazza, sia per la piccola frecciatina ricevuta. Si sollevò un coro di stupore, sorpresa, agitazione ed eccitazione.

Se da un lato, in pochi avevano davvero il coraggio di tenere testa alla Barbie della Sunvote Highschool o semplicemente ribattere quello che era stato precedentemente detto lei, dall'altro la ragazza problematica era famosa non solo per il suo caratterino irascibile, ma anche perché faceva proprio parte di quell'élite di persone capaci di rispondere.

Lo spettacolo che si stava formando ad ogni battuta sarebbe stato più interessante di Macbeth, in lavorazione e a cura del club di teatro.

Parlando di teatro, una piccola testolina rossa apparve tra la folla. Non per interesse, semplicemente perché doveva raggiungere la classe di matematica ed il corridoio era gremito di studenti. Però non poté far a meno di analizzare i comportamenti delle due ragazze, nel suo cammino rallentato dai ragazzi. Lei era un'attrice e sapere come adattarsi nei diversi personaggi era il suo lavoro, la sua passione.

Osservava la scena in silenzio, come un critico teatrale che aveva nelle mani il futuro di una compagnia.

Madeline girò i tacchi, rimettendo l'auricolare e cambiando direttamente artista. Kendrick Lamar, più precisamente, fece partire il suo album "damn."

«Brava, scappa come fai sempre Madeline Hartnell!» le urlò stizzita la bionda, Maddie che in risposta annuiva - non per darle ragione - seguendo il beat delle canzoni. Oh, ma Barbara non aveva ancora finito di secernere il suo veleno con l'eristica.

Involontariamente diede una spallata ad un ragazzo dai capelli color miele per passare. «Che signorina educata» disse in tono ironico quest'ultimo, prima di rivolgere un occhiolino a un paio di ragazze che lo osservavano da dietro Barbara. In realtà si era già accorto dei loro sguardi, come sempre.

Anche Barbara si voltò ad occhi chiusi, incrociando le braccia sotto il petto con fare drammatico e con la consapevolezza di star per accendere la mad-miccia.

Eppure ecco che arrivava il principe azzurro, il fratello Coulson buono, che non appena si era sparsa sui social la live della litigata prossima ad avvenire, era piombato lì a far rinsavire, o perlomeno, placcare la sorella. Sì, con due 'c', dal momento che l'altra Coulson stava definitivamente per fare gol.

Quando si dice, "la persona sbagliata nel momento sbagliato"...

«Chiunque sia stato, ha fatto un favore a tutti. Non c'è un singolo studente che nonostante la vedesse perfetta, non la consideri una puttana» sputò acida la bionda.

La gelosia è una brutta bestia per chiunque. Corrode la persona. Le influenza le azioni e i pensieri. E' sinonimo di ansia e insicurezza. E' una vecchia amica che ti viene a trovare quando tocchi il fondo o te lo fanno toccare.

Quando aprì gli occhi, l'espressione delusa di suo fratello dovuta alle sue parole fu l'ultima cosa che vide, prima di essere afferrata per i lunghi capelli da una presa ferrea e sbattere il viso contro una serie di armadietti per poi essere lasciata cadere a terra.

Volevano vedere la ragazza problematica? Avevano ottenuto ciò che avevano richiesto.

Madeline respirava velocemente. Si era mossa in tal modo, lanciando lo zaino e il telefono sul ragazzo che aveva spintonato poco prima, ottenendo questa volta parole meno carine.

Barbara si riprese lentamente sotto lo sguardo infuriato della ragazza dalle cui orecchie sembrava stesse uscendo del fumo nero.

«Effettivamente..» aggiunse poi un ragazzo, anzi, il ragazzo. «Barbie non è completamente... nel torto» disse Blake, per Madeline il 'puttaniere' per eccellenza.

«Amico, sul serio??» sussurrò Maxwell, confuso e disgustato dal comportamento dei due.

Quando la Coulson si alzò, suppur tremando leggermente, si lasciò andare ad una risata divertita. Fu sollevata ad essere supportata da Blake.

Poi spinse violentemente Madeline verso la folla, la quale finì su una ragazza mingherlina dai capelli raccolti in due trecce. La mora pensò più a Madeline che le era arrivata addosso più che a sé stessa, domandandole ripetutamente se si fosse fatta male nonostante la ragazza la intimorisse e non poco.

«Ehi! Io non voglio fare l'appendiabiti! E poi cosa c'è in questo zaino, mattoni?! Tienilo tu» Sempre con sarcasmo e con un leggero nervosismo, il biondo passò le cose di Maddie all'italiano che era accanto a lui.

«No, no, no. Non voglio essere in mezzo, grazie» sorrise Matt, respingendo gli oggetti personali della musicista del ristorante di famiglia.

Alla ragazza con le trecce si avvicinò la stella del teatro, la cosiddetta Lady Macbeth, che, sebbene silenziosa per volontà, le chiese come stesse, proponendole di andare a fare un controllo in infermeria.

La rossa la aiutò ad alzarsi cercando di distanziare psicologicamente lei e sé stessa dalla situazione bellica a pochi passi da loro.
Nel frattempo, Barbara e Madeline parevano più degli animali rabbiosi che delle ragazze. Volavano schiaffi, pugni, calci e le due erano indomabili.

«Barbara!» provò a chiamarla diverse volte, quasi urlando, suo fratello, ma non ottenendo un segno di attenzione dalla sorella, Max decise di avvicinarsi lentamente a Barb e a Maddie.

«Perchè dovrei tenerle io? Dai belloccio, fai vedere i muscoli» gli ripeté di nuovo. Questa era una delle conversazioni più lunghe tenute da questi ragazzi, i quali stavano discutendo o semplicemente cercando di accordarsi su chi dovesse tenere le cose di Madeline, quando la scelta, forse, più efficace era quella di lasciarle a terra lontano da tutti.

Maddie fu di nuovo catapultata verso la direzione precedente, questa volta colpendo lo zigomo di Matt con il gomito. Il ragazzo fece un verso di dolore, portandosi le mani sulla guancia. Lady Macbeth e Lady Treccia furono bloccate dalla visione di Madeline sull'italiano, con il timore che in realtà finisse di nuovo su di loro.

«Giuro che ti uccido!» Madeline si scagliò su di lei, ma venne bloccata per le spalle da una ragazza, solita muoversi nelle ombre. Tuttavia la forza impiegata dalla rossa non era del tutto sufficiente ad arrestare completamente l'avanzata della musicista.

Lo stesso accadde a Barbara, che venne fermata per la vita da suo fratello, che non solo doveva tenerla ferma, ma stava anche avendo una discussione con l'amico per metà polacco. «Barbara, ora basta!»

Maddie fece un ultimo scatto, riuscendo ad assestare il suo ultimo colpo - uno schiaffo in pieno viso - prima che una voce autoritaria tuonasse su di loro, facendo scappare via tutti, o quasi, gli studenti.

A rimanere, chi per una ragione, chi per un'altra, a rimanere nel corridoio furono nove studenti.

Il vicepreside era arrivato, nero di rabbia e di carnagione, e aveva l'aria di un adulto che non voleva sentire alcuna spirgazione. Ciò che aveva visto, i video che gli erano giunti e alcuni studenti testimoni nel suo ufficio erano sufficienti.

«Hartnell e Coulson, finirete in detenzione questo pomeriggio e avrete tre giorni di sospensione» L'uomo ringhiò indicando le ragazze dalle condizioni disumane, ancora bloccate dai compagni.

«Coulson, Gary, Bonavich, Milenkovic, Caruso, il famoso Blanchard. Siete stati visti coinvolti in questo osceno e infantile spettacolo e di conseguenza finite anche voi in detenzione. Anche tu, Sorensen... mi hai proprio deluso. - si portò una mano sulla fronte - Passate dall'infermeria poi, che siete inguardabili.» concluse rigido.

L'ultima nominata lasciò libera Maddie, le palpabre spalancate e le labbra socchiuse per l'incredulità. Detenzione. Mai aveva avuto qualcosa a che fare con le risse che avvenivano nella scuola e per una volta, per la sua empatia e per la coscienza della gravità delle conseguenze della situazione, si sarebbe ritrovata con un branco di ragazzi certamente instabili e particolari.

Il suo curriculum si sarebbe sporcato? Non lo sapeva con certezza, ma era sicura che esponendo la vera e realistica visione dei fatti sarebbe riuscita a non sporcare il suo onore.

Maxwell, deluso e sconvolto, prese per il braccio sua sorella minore, spronandola a camminare e rivolgendole parole non poco carine, mentre si allontanavano, non prima di rivolgere a Madeline uno sguardo un po' dispiaciuto.

La campanella suonò, segnando l'inizio delle lezioni e per alcuni, anche l'inizio dell'inferno

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Jun's space!
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PERDONATE ERRORI, ORRORI, BUCHI E QUANT'ALTRO MA DAVVERO NON POTEVO ASPETTARE PIÙ, poi oggi ho ricevuto tutto ciò che mi serviva per completare ed ora dovrete attendere solo i miei aggiornamenti

Plus, sono ammalata quindi abbiate tolleranza con me e amatemi che non è morto nessuno ❤️🎀 (più o meno siccome maddie e barb si sono aggredite, a izel è arrivato sopra maddie, matt ha perso la guancia e a noa é caduto l'intero mondo addosso)

CURIOSITÀ

- una ship che ti piacerebbe vedere? considerando opinioni e questo capitolo come entrée

DOMANDE

- come reagirebbe al sequestro del cellulare? darebbe di matto come un vero teen della gen z o starebbe tranquillo?

- in detenzione, come passerebbe il tempo?

- essendo finito in detenzione con soggetti particolari, come si sente a riguardo? ritiene che sia ingiusto?

-hype per il drama o chill e silenzio?

ricordate che le risposte vanno date nei miei dm, possibilmente entro il 5 febbraio!

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