92.

Gli altri si avvicinarono a noi, lasciandolo andare.

<Haewon non sapeva chi fosse il padre, mi ha fatto giurare di non dire nulla a nessuno.> rivelò Jimin a bassa voce.

<Quindi stai praticamente dicendo che Yoongi-hyung potrebbe anche non essere il padre di quel bambino?> domandò Taehyung stupito.

<Non vedo chi altro possa esserlo.> affermò Jin con risolutezza.

<Jimin perché non lo hai detto a Yoongi?> chiesi confusa riferendomi a quel grosso dettaglio che aveva appena rivelato.

<Credi davvero che mi stia ancora a sentire dopo quello che ho appena detto?> distolse lo sguardo. <Non avrebbe fatto comunque differenza, per Yoongi-hyung io sono morto.> disse lui perfettamente consapevole del fatto che non lo avrebbe perdonato facilmente.

<Kippeum non sai se Haewon abbia avuto rapporti con altri ragazzi?> le chiese Hoseok spazientito.

<Non ricordo abbia frequentato altri ragazzi all'infuori di Yoongi... o almeno questo è quello che ha voluto farmi credere.> disse lei concentrandosi per ricordare anche il più piccolo particolare che avrebbe potuto aiutarci.

Cominciarono a discutere e trovai quel momento perfetto per scappare e andare da Yoongi. Senza perdere altro tempo corsi via verso il giardino, scavalcando la recinzione e ritornando all'interno dell'istituto. Appena dentro fui investita dal calore dei riscaldamenti che si trovavano nei corridoi, dopo essere stata tutto quel tempo fuori al freddo, fu l'unica cosa che mi diede sollievo. Mi diressi a passo spedito verso i dormitori maschili che in quel momento sembravano lontani chilometri, fino a quando non mi ritrovai davanti alla sua porta, incerta e timorosa di come avrebbe potuto reagire. Tentennai ancora qualche secondo prima di sfiorare quella porta con le nocche.

YOONGI'S POV

Volevo urlare fino a consumare le mie corde vocali e piangere fino a finire le lacrime. 

Ero a terra con la schiena contro il muro a lamentarmi e a disperarmi come non avevo mai fatto.

Mi era crollato tutto addosso, stavo provando il dolore di una vita. Il mio cuore era stritolato da rimpianti e sensi di colpa, pagando per gli errori che mi aveva fatto commettere, per gli errori che l'amore mi aveva fatto commettere.

Se solo non mi fossi innamorato di Haewon nulla di tutto questo sarebbe successo.

Quell'amore mi aveva procurato troppi danni e solo ora stavo cominciando a pagarne le conseguenze.

Quando Asami era crollata tra le mie braccia mi sono reso conto che la situazione era diventata insostenibile anche per lei. Non volevo che finisse in quelle condizioni per i miei errori.

E volendo essere sincero con me stesso, dovetti ammettere che quando Jimin aveva parlato di Lee, l'avrei quasi ringraziato per aver fatto quello che non avrei mai avuto il coraggio di fare io solo per il terrore di ritrovarmi di nuovo dietro una fila di sbarre di ferro.

E poi l'aborto di un figlio che non sapevo di avere...

Ero stato padre di un bambino di cui non conoscevo l'esistenza, e la rabbia verso il mostro che lo teneva in grembo cresceva ogni secondo di più. Non l'avrebbe passata liscia.

Mentre continuavo ad autocommiserarmi, sentii qualcuno bussare debolmente alla porta.

Non mi alzai, rimanendo rannicchiato a piangere come un bambino per tutti i problemi che avevo portato.

<Yoongi?> alzai il capo sentendo la sua vocina che mi chiamava dall'altro lato della porta.

Feci per rispondere ma mi fermai subito, pensando che quello non fosse il momento giusto per parlare.

<Yoongi apri la porta, ti supplico.> mi chiese quasi piangendo. 

Non potevo lasciare la mia ragazza fuori dalla porta della mia stanza. Mi alzai dopo essermi asciugato le lacrime, afferrando la maniglia e girandola lentamente. La serratura scattò e aprii scoprendo il suo viso preoccupato e amareggiato. Senza dire nulla mi spostai e la lasciai entrare chiudendo poi la porta alle mie spalle.

<Yoongi mi dispiace tanto...> disse abbassando il capo mentre si torturava le mani.

Non risposi, ma semplicemente mi sedetti su uno dei letti evitando di guardarla negli occhi. Non volevo mi guardasse, che guardasse colui che era la fonte di ogni disgrazia.

<Parlami.> disse seria.

<Cosa vuoi che ti dica.> ribattei freddo guardando un punto indefinito.

<Voglio che tu reagisca a tutto questo, che tu mi dica come ti senti e cosa provi.>

<Mi sento una merda visto che sono la causa dei vostri problemi e non so come porvi rimedio, e provo quello che un padre prova quando perde suo figlio.> sputando fuori con tutto l'odio che avevo dentro.

<Voglio che soffra più di quanto stia facendo soffrire te in questo momento.> piagnucolò sedendosi di fronte a me, riferendosi ad Haewon.

<Oh tranquilla, succederà.>

<È terribile, però spero tu non dia tutta la colpa a Jimin, perché sarebbe inutile.> mi disse rivolgendomi un'occhiata spaventata.

Sospirai e mi alzai dal letto per raggiungere la finestra, gettai uno sguardo distratto all'esterno per poi girarmi verso Asami che fremeva in attesa di una mia risposta.

Ero arrabbiato con Jimin? .

Anche se aveva avuto il coraggio di fare quella denuncia rimaneva sempre quello che mi aveva nascosto la verità. Come aveva potuto...? Come aveva potuto nascondermi una cosa del genere? Avevo tutto il diritto di sapere quello che stava succedendo.

Conoscendo Haewon lo avrà persuaso come suo solito con qualche giochetto mentale, facendo sì che tenesse la bocca chiusa. Ma non potevo giustificarlo solo perché una stronza gli aveva fatto perdere la testa dopo avergli fatto gli occhioni dolci. Jimin era troppo debole, e quel suo atteggiamento da angioletto ingenuo stava cominciando a darmi sui nervi.

Il mio torace bruciava e i pensieri che mi passavano per la testa in quel momento, erano i primi segni di qualcosa che non avrei mai pensato di nutrire nei confronti di una delle persone più importanti della mia vita, qualcosa che avevo seppellito da tempo e che mi ero ripromesso di non far riaffiorare.

Odio.

<Yoongi, non è vero?> richiese lei riportandomi alla realtà.

<Asami non ne voglio parlare.> incrociai le braccia al petto girando il capo di lato.

<Dovresti invece! Smettila di avvelenarti da solo con questo comportamento, lo sto dicendo per il tuo bene.> si avvicinò a me prendendomi la mano.

In quel momento volevo solo smettesse di farmi la morale. Ero l'ultima persona a meritarsi una ramanzina gratuita piena di critiche su qualcosa che nemmeno poteva capire.

<Così dopo hai qualcosa da raccontare al tuo amichetto?> sputai fuori scocciato.

<No, io voglio solo aiutarti. Sei la persona che amo di più di ogni altra cosa al mondo...> rispose offesa.

<Prima però non ti sei fatta problemi a difendere quel bugiardo!>

<Stai davvero facendo un paragone?!> 

<Sto solo dicendo che mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi per l'ennesima volta, tu stavi tenendo la sua mano.> gridai disperato.

<Jimin è stato malissimo, l'ho fatto solo perché sapevo che lo avreste attaccato come un branco di lupi. Non puoi prendertela con lui, ti ha detto la verità.>

<La verità doveva venire fuori molto tempo fa, adesso vale meno di un granello di sabbia.>

<E' pentito e non te lo ha detto perché era demoralizzato da tutto questo dannato casino.>

<Anche io sono pentito di aver riposto di nuovo la mia fiducia nella persona sbagliata.> le diedi le spalle. <Come si dice... i veri amici ti pugnalano di fronte.>

<Yoongi...>

<No Asami. Se devi continuare a proteggerlo e a difendere la sua debolezza preferisco che tu mi lasci da solo.>

<Ti prego...> si avvicinò al mio viso con le lacrime agli occhi mentre le nostre labbra stavano per sfiorarsi. 

Con una freddezza innaturale girai il capo di lato scansando il bacio.

Compiuta quell'azione la vidi correre via dalla stanza scossa da singhiozzi silenziosi.

Ero ritornato lo stronzo egoista di prima, per colpa della ragione per cui ero riuscito a cambiare.

Lei.

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