91.

Scesi le scale in fretta e dopo qualche corridoio arrivai davanti alle porte che conducevano al giardino interno, che quel pomeriggio era di un verde vivido e freddo come gennaio. Scavalcai la recinzione e camminai ripercorrendo la stessa strada che mi aveva portato alla mia piccola panchina, affondando i piedi nell'erba ormai alta. Mi strinsi nel giubbotto e proseguii tenendo gli occhi fissi sui miei piedi, stando attenta a non inciampare. Ero quasi arrivata sul retro dell'istituto. Alzai lo sguardo quando l'immenso muro della struttura sparì dalla mia visuale e vidi diverse teste colorate radunate sotto l'albero spoglio che fiancheggiava la mia adorata panchina. Aumentai il passo e mi diressi verso di loro mentre il rumore dei miei passi sulle foglie secche attirò la loro attenzione facendoli voltare verso la sottoscritta.

<Ora siamo al completo, suppongo.> pronunciò Namjoon vedendomi arrivare.

Li guardai in viso e notai diverse emozioni che plasmavano le loro espressioni tristi e aspramente abbattute da tutto quello che stava succedendo.

Taehyung, Kippeum e Hoseok presero posto sulla panchina scricchiolante. Jimin, Namjoon e Jin si posizionarono dietro di essa poggiandosi con svogliatezza allo schienale di legno scuro, mentre il mio ragazzo rimase poggiato al tronco dell'albero guardandomi preoccupato.

Il suo comportamento era indecifrabile. Sembrava volesse aiutarmi e confortarmi, ma allo stesso tempo era frenato da qualcosa. Qualcosa che lo intimoriva, che non gli permetteva di avvicinarsi a me perché forse in fondo sapeva che non gli sarebbe piaciuto quello che avrei detto.

<Non credo debba spiegarvi il motivo per cui siamo qui, quindi andrò dritta al punto senza altri giri di parole...> dissi respirando profondamente prima di ricominciare a parlare. <Qualcuno ha fatto del male a Jungkook, e sono convinta che sia la stessa persona che tempo fa ha ferito Hoseok. La questione sta diventando giorno per giorno sempre più pericolosa e quella che vivremo d'ora in avanti non sarà vita, ma sopravvivenza. Siamo sotto il mirino di quei delinquenti e più tempo passerà più ci sarà la possibilità che qualcuno-> mi bloccai evitando anche solo di pensare a quello che avevo intenzione di dire, anche se sfortunatamente qualcuno mi anticipò.

<Muoia.> mi interruppe Jimin mentre fissava corrucciato un punto indefinito davanti a sé, dicendo brutalmente quello che stavo cercando di dire nel modo più delicato possibile.

<Jungkook non si è ancora svegliato e i medici hanno detto che ci vorranno giorni prima di un miglioramento. Ha una costola incrinata e diversi ematomi su tutto il corpo, ha subito un forte trauma cranico che gli ha procurato una profonda ferita sulla tempia. I medici hanno dichiarato il coma subito dopo il nostro arrivo ieri notte, e quando ci hanno chiesto cosa fosse successo ho detto che era stata una bravata tra ragazzi e che era caduto dal tetto della scuola.> ci comunicò Jin abbassando il capo, sentendosi tutti gli occhi addosso.

Cominciai a tremare e a sudare, a sentire i vestiti troppo stretti, l'aria iniziare a mancarmi, i miei occhi schizzavano in tutte le direzioni. Un profondo senso d'ansia prese il sopravvento e andai in iperventilazione. Sventolai una mano verso il mio viso con l'intento di trovare un po' di sollievo, ma peggiorai soltanto la situazione, andando nel panico per quel nodo al petto che non mi permetteva di respirare.

<Asami che hai?> si allarmò Yoongi venendo in mio soccorso.

<Che gli sta succedendo?> scattò in piedi Taehyung osservandomi con gli occhi sbarrati.

I miei arti presero a tremare, e prima che le mie gambe crollassero sotto il mio stesso peso, Yoongi corse verso di me sorreggendo il mio corpo ormai fuori controllo. Taehyung fece lo stesso tenendomi per un braccio cercando di farmi avanzare, anche se a fatica.

<Sta avendo un attacco di panico.> disse Hoseok alzando il tono di voce mentre si spostava per farmi spazio sulla panchina.

Mi poggiarono delicatamente su di essa mentre Yoongi si posizionò sotto di me, facendomi poggiare la testa sul suo petto mentre accarezzava i miei capelli per tranquillizzarmi.

<Credo sia per lo stress. Tutta queste ansie e questo mix di sensazioni ed emozioni negative la stanno distruggendo.> parlò con tono preoccupato Namjoon, abbassandosi verso di me.

<Asami guardami...> disse Taehyung prendendomi la mano e guardandomi negli occhi.

In quel momento di panico trovai la forza di puntare il mio sguardo verso i suoi occhi brillanti scuri. Per qualche secondo funzionò, ma il petto mi faceva ancora male e la sensazione di ansia ritornò più intensa.

Nel momento in cui Taehyung aveva preso la mia mano, sentii il corpo di Yoongi irrigidirsi sotto il mio. Kippeum rimase impalata a guardarmi con fare inquieto, senza fare assolutamente nulla.

Mentre gli altri continuavano a ripetermi di calmarmi e di respirare profondamente, chiusi gli occhi e mi concentrai su quel peso che in quel momento mi stava facendo sprofondare in un baratro di ansie. Respirai a fondo e cominciai a pensare e a dirmi che potevo farcela, potevo riuscire a scacciare quel mostro che mi perseguitava da anni, potevo riuscire a riprendere il controllo, non potevo lasciar vincere l'ansia per sempre.

Non mi era mai successa una cosa del genere e ora che stava capitando volevo finisse al più presto.

Il mio primo attacco di panico.

Un attacco di panico esploso dopo aver sentito le parole di Jin.

Dopo aver immaginato Jungkook picchiato da un bastardo.

Dopo aver immaginato i suoi lividi e i suoi graffi.

Dopo aver proiettato nella mia mente l'immagine di Jungkook che viene colpito violentemente alla testa da una dannata mazza di ferro, sporca del suo sangue.

Era tutta colpa di quelle immagini atroci.

L'unico modo per disinnescare l'ansia era immaginare il mio amico, lì con me.

Jungkook starà bene. Ora è al sicuro, e ritornerà a combattere con te mi ripetevo mentalmente nel tentativo di autoconvincermi e far cessare quella tortura.

In qualche modo, dopo qualche minuto, il respirò iniziò a regolarizzarsi e il battito del mio cuore ritornò a battere normalmente. Aprii gli occhi e ritornai dritta poggiando la schiena sullo schienale della panchina, respirai profondamente un'ultima volta e mi girai verso Yoongi.

<E' tutto finito piccola, vieni qui.> disse guardandomi negli occhi.

<Basta! Non ce la faccio più! Mi sono stancato di dover vivere tra segreti e menzogne!> gridò frustrato Jimin. La sua voce tremava, segno che sarebbe sicuramente scoppiato, in tutti i sensi.

<Jimin di che stai parlando?> chiese confuso Hoseok.

<Ho denunciato tutto! Ho denunciato tutto alla polizia e sono felice di averlo fatto.> disse secco, guardandoci con rabbia.

In quel momento mi accorsi delle espressioni sbigottite degli altri, ma soprattutto degli occhi iniettati di sangue del ragazzo al mio fianco.

<Lee è sulle tracce dei Kang già da diversi mesi.> continuò guardandoli con fierezza.

<Tu hai fatto... cosa?> Namjoon scandì le parole con lunghe pause mentre dilatava le narici sospirando nervosamente.

<E non è nemmeno la parte divertente, sapete?> disse Jimin ridendo di gusto.

Lanciai uno sguardo preoccupato a Taehyung che mi rivolse un velocissimo sguardo di rimando, per poi mordersi un labbro guardando il ragazzo dai capelli rossi che in quel momento sembrava uno psicopatico.

<Jimin se stai scherzando sappi che non è divertente.> sibilò Jin.

<Stavo per suicidarmi per quei figli di puttana! Questo è abbastanza divertente, no?> rise più forte di prima mostrando un sorriso poco rassicurante, sembrava impazzito.

<Cosa?> sbiancò Yoongi.

<Sì hyung. Quello stesso giorno sei entrato in camera felicissimo iniziando a blaterare cose sdolcinate su Asami, e io non potevo non essere contento per il mio migliore amico.> spiegò smettendo di ridere. <Sono un bravo attore hyung?> chiese curioso a Yoongi che lo guardava sconcertato.

<Jimin perché non ci hai detto nulla?> parlò finalmente Kippeum.

<Non potevo, mi sarei sentito ancora più in colpa. Sono un fottuto casino e non voglio sentirmi dire le solite stronzate ottimistiche che peggiorerebbero l'inferno che sto passando. Lee ha alleviato parte del mio dolore, ma c'è ancora una cosa che devo dire...> continuò attirando la mia attenzione su quel qualcosa che non mi aveva detto.

Taehyung pian piano si avvicinò a lui poggiando la sua mano sulla spalla di Jimin, che si girò sorridendogli indisturbato. Il mio migliore amico mi guardò implorando aiuto nel gestire quel ragazzo che aveva scelto finalmente di lasciarsi andare. Mi alzai ancora barcollando, li raggiunsi e presi la mano di Jimin che mi ringraziò con lo stesso sorriso che aveva rivolto a Taehyung e che per certi versi mi era sembrato spaventoso.

<Asami che stai facendo?> mi domandò Yoongi irato, spostando rapidamente il suo sguardo da me, al ragazzo che tenevo per mano e a quello con i capelli blu. 

Non sapevo precisamente cosa stessi facendo, né tanto meno quello che avrebbe detto Jimin, ma sentivo che era giusto. Ed ero sicura che saremmo stati in tre a supportarlo, se solo anche Jungkook fosse stato lì.

<Quando avrò finito di parlare voglio che ve la prendiate soltanto con me, loro due non c'entrano niente. La loro unica colpa è quella di stare dalla parte di un perdente come me.> annunciò Jimin guardando quelli che si erano allontanati.

Inaspettatamente Kippeum si mosse nella nostra direzione posizionandosi vicino a Jimin.

La guardai e dentro di me la ringraziai immensamente per essersi schierata dalla nostra parte. Anche se avevamo litigato, non avrei smesso di volerle bene per la sua capacità di aiutare chiunque ne avesse bisogno.

<Ti prometto che non ti lascerò mai più da solo.> gli disse con convinzione prima di prendere la mano libera del ragazzo.

<Odio i segreti, quindi partirò col dirvi qualcosa che finalmente, dopo troppo tempo, non lo sarà più.> confessò creando una tensione inquietante. <L'anno scorso, prima di tutta la faccenda della droga, Haewon bussò alla porta della mia stanza e senza darmi spiegazioni mi costrinse ad accompagnarla in città, dicendomi di dover fare una cosa abbastanza importante. All'iniziò non capii e la seguii pensando volesse farmi qualche scherzo, ma quando ci ritrovammo davanti alla porta di una clinica privata, realizzai che non fosse nulla di lontanamente divertente.> si fermò rivolgendo lo sguardo verso Yoongi.

<Yoongi-hyung non avrei mai voluto partecipare ad un'azione così meschina, ti chiedo perdono.> riferì triste al mio ragazzo, che si muoveva inquieto sulla panchina cercando di contenere la sua rabbia. <Soltanto dopo che Haewon ebbe finito la visita capii quello che aveva fatto. Capii di averla accompagnata ad abortire il bambino che portava in grembo da qualche mese.> disse serio sconvolgendo tutti i presenti.

Sbarrai gli occhi incredula guardando prima Jimin abbassare il capo, pentendosi forse di quello in cui quella stronza insensibile lo aveva coinvolto, e poi lo sguardo pietrificato di Yoongi che a quanto pare non era al corrente di quella gravidanza.

<Perché cazzo non ce lo hai detto prima?!> sbraitò Hoseok.

<Jimin, porca puttana! Ti rendi conto di quello che hai detto?> lo sgridò Jin gesticolando con foga.

<Non ci posso credere...> soffiò debolmente Namjoon.

<State realmente dando la colpa a lui? Non era suo figlio! L'unica persona che avrebbe dovuto dirvelo, ora è in qualche città a rovinare la vita di qualcun altro.> cercò di difenderlo Kippeum.

<Infatti non era suo figlio... ma il mio.> affermò Yoongi alzandosi dalla panchina e andandosene via.

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