83.

Perché gli allenamenti devono iniziare proprio alle cinque?! pensai mentre di fretta afferrai il borsone e corsi più veloce che potevo verso la palestra.

Era il terzo giorno di seguito che arrivavo in ritardo a causa dello studio. Sabato saremmo andati a Goyang per disputare la tanto attesa partita, e se non fosse stato per Kippeum che trovava sempre una scusa plausibile per evitarmi la strigliata dalla capo-cheerleader, a quest'ora sarei già fuori dalla squadra.

Mentre correvo verso l'ingresso controllai l'orario, 17:13 merda.

Aprii piano le grandi porte che conducevano all'interno e feci segno a Kippeum per avvisarla del mio arrivo, subito dopo mi precipitai verso gli spogliatoi dove, fortunatamente, dovevo solamente poggiare il borsone.

Appena dentro, mi accorsi che nel corridoio degli spogliatoi c'erano i ragazzi con delle divise nuove di zecca indosso. A quella vista mi fermai a fissarli e a godermi lo spettacolo che mi avevano inconsapevolmente offerto. Le nuove divise erano bellissime. Il loro colore blu era cambiato e aveva acquistato una nota più scura, la canotta era leggermente più stretta e aderiva meglio ai loro busti, davanti era stampato lo stemma della nostra scuola e dietro i loro cognomi, scritti con un carattere totalmente diverso da quello che c'era sulle vecchie divise, con un tratto più raffinato. I pantaloncini erano lunghi fino alle ginocchia e sui lati di ogni gamba si trovava una striscia bianca, mentre ai piedi ognuno di loro indossava un nuovo paio di Jordan.

<Ciao Asami.> mi salutò Jimin attirando la mia attenzione. 

Tutti gli altri si girarono nella mia direzione sorridendo mentre io cercavo ancora un modo per riprendermi dopo quella visione eterea.

<Asami tutto bene? Hai la bocca spalancata e sembra tu abbia appena visto un fantasma.> rise Jungkook facendomi notare che avessi ancora la bava alla bocca a causa del loro abbigliamento. 

<Tutto benissimo, sì... certo! Voi che ci fate qui fuori con indosso quelle... divise?> domandai balbettando.

<Oh le hai notate! Ti piacciono?> ammiccò Jin chiedendo il mio parere.

<Trovo siano molto... adatte a voi.> cercai di distogliere lo sguardo dalle sue grandi spalle che con quella casacca erano ancora più visibili.

<Piccola il tuo allenamento è iniziato circa venti minuti fa, sei un pelino in ritardo direi.> borbottò Yoongi facendosi avanti. 

Non ascoltai minimamente quello che aveva detto, ero completamente rapita dalla sua bellezza. Quel blu a contrasto con la sua carnagione era qualcosa di incantevole, e anche le sue braccia che non erano esageratamente muscolose mi stavano facendo un certo effetto. Valeva lo stesso per i suoi pettorali che ora erano ben visibili sotto il tessuto della canotta.

<Sei sicura sia tutto okay?> mi guardò preoccupato in assenza di una risposta da parte mia.

<Certo, amore.> dissi senza pensare. Mi tappai la bocca presa alla sprovvista dalla mia stessa sfacciataggine. Brutta idiota ti sei per caso bevuta il cervello?!

<Che hai detto?> chiese spalancando gli occhi incredulo.

<Nulla! Ora se volete scusarmi vado a cercare di non farmi sbatter fuori squadra.> quasi strillai arrossendo di botto come un pomodoro.

Passai in mezzo a quei ragazzi evitando le loro occhiate divertite, e dopo aver praticamente scaraventato il mio borsone sul pavimento di quella stanza, corsi verso la palestra senza nemmeno salutarli e tirai un sospiro di sollievo nel notare che le ragazze non avevano ancora cominciato.

<Nishimura la prossima volta non aspetteremo.> sentii alle mie spalle la voce severa della capo-cheerleader.

<Perdonate il ritardo, prometto che non si ripeterà più.> mi inchinai più volte verso le altre ragazze che mi guardarono annoiate. 

Kippeum si sbatté una mano in fronte disperata, notando che avessi completamente ignorato il suo consiglio di studiare di notte anziché il pomeriggio.

<Avanti, cominciamo.> annunciò la capo-cheerleader soffiando con prepotenza il fischietto.

Il duro allenamento iniziò, mettendo alla prova ogni singolo muscolo del mio corpo. Il fiato divenne pesante e il respiro affilato e un dolore pungente continuava a pulsare all'interno del fianco. Il sudore grondava dalle fronti di ogni singolo membro della squadra e il rumore delle suole di gomma sul pavimento della palestra era l'unico suono che entrava nelle nostre orecchie quando la musica veniva messa in pausa.

Dopo ben due ore di acrobazie, salti e passi, la capo-cheerleader ci congedò lasciandoci riposare. Ripresi fiato poggiandomi sulle ginocchia e nel frattempo Kippeum mi porse una bottiglietta d'acqua. Dopo qualche sorso mi poggiai alle transenne del campo per riposarmi, abbassai lo sguardo e chiusi gli occhi come se in quel modo potessi in qualche modo isolarmi dal luogo in cui mi trovavo, ma fui distratta dalle voci di alcune ragazze che starnazzavano e gridavano. Alzai gli occhi e mi accorsi immediatamente della ragione di tutti quegli urletti inutili. Sospirai esasperata attirando l'attenzione di Kippeum che assistette alla stessa scena non riuscendo a mantenere la calma, come stavo invece provando a fare io.

<Troie.> sibilò lei incrociando le braccia.

<Fino a quando non gli si avvinghiano addosso, cerchiamo di rimanere calme.> le dissi cercando di placare la sua ira.

<Se solo una di quelle lo sfiora, potrei non rispondere delle mie azioni.> mi disse osservando i ragazzi uscire dallo spogliatoio, sotto gli sguardi attenti e innamorati del resto della squadra delle cheerleader.

Gli atleti le ignorarono completamente tenendo lo sguardo fisso in avanti, senza distrarsi o perdere tempo con loro, ma a quelle ragazze sembrò non importare visto che cominciarono a seguirli come dei pulcini che seguono una gallina.

Kippeum per attirare la loro attenzione unì due dita portandosele alla bocca, producendo un fischio sordo che fece girare tutti i presenti nella nostra direzione. I ragazzi cambiarono traiettoria e continuarono a camminare verso di noi con dei grandi sorrisi. Il restante delle ragazze rimase scioccato da quell'azione, alcune cominciarono a sussurrare qualcosa sottovoce mentre altre non si preoccuparono di nascondere la loro invidia nei nostri confronti.

<Volete mettervi anche voi in fila?> ci chiese Hoseok ridendo, dopo aver visto le nostre facce serie.

<Oh molto divertente Hoseok, davvero.> gli rispose Kippeum annoiata.

<Esilarante.> precisai corrucciata.

<Siete le ragazze più invidiate della scuola, dovreste essere abituate alle loro occhiatacce.> fece spallucce Jungkook. <Tu sei fidanzata con l'attaccante e tu con il capitano, è normale.> ci indicò facendo un'osservazione più che evidente.

<Non sentitevi lusingati, perché anche le cheerleader hanno i propri fan.> dissi facendo un occhiolino.

<I vostri fan siamo solo ed esclusivamente noi.> si intromise Jimin guardandoci con severità.

<Noi e nessun'altro.> aggiunse Jin agitando l'indice e indicando tutti loro.

<Kippeum hai visto come ci guardava ieri Heeseung?> mi rivolsi a lei ignorandoli. Fortunatamente lei colse il mio intento di provocazione.

<Già, e anche Sunhoo è venuto a vedere gli allenamenti, sono proprio dei tesori quei ragazzi!> spettegolò lei rigirandosi una ciocca di capelli fra le dita.

<Chi cavolo è Sunhoo!?> esclamò Namjoon avvicinandosi minacciosamente alla sua ragazza che non perse la sua espressione beffarda davanti ai suoi modi.

<Stai parlando di quell'idiota di Heesung per caso?!> Taehyung gesticolò verso di me stupefatto.

Yoongi invece rimase in silenzio, ascoltando l'intera conversazione senza fiatare, e avevo imparato a mie spese che quando faceva così non era mai un buon segno.

<Faremo un bel discorsetto a quei due nerd. Jimin?> parlò ancora Taehyung.

<Con piacere.> rispose Jimin scrocchiandosi le dita.

<Siete per caso gelosi?> li stuzzicai soddisfatta.

<No!> esclamò Hoseok.

<Sì!> disse Jungkook nello stesso istante.

I ragazzi si girarono fulminandolo contemporaneamente, facendogli rendere conto di aver scoperchiato la verità, mentre io e Kippeum ci scambiammo un'occhiata divertita.

<Ciao Jungkook...> sentimmo una piccola voce alle spalle dei ragazzi. 

Si girarono rivelando dietro le loro massicce figure due ragazze che riuscivano a malapena ad alzare lo sguardo verso di noi.

<Ciao, ci conosciamo?> chiese lui facendosi avanti, cercando di incontrare gli occhi della ragazza che aveva parlato.

<No... mi chiamo Suji, e mi chiedevo se avessi già qualcuno con cui andare alla festa di domenica.> lo informò lei mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<Aspetta, domenica c'è una festa?> domandò ancora curioso.

<Sì.> rispose lei facendoci sapere per la prima volta di questa fantomatica festa.

<In ogni caso no, non ho nessuno con cui andarci.> disse lui mordendosi l'interno della guancia.

<Ti andrebbe di... non so, andarci assieme? Insomma, so che è impensabile ma-> iniziò a parlare ciondolando sul posto.

<Accetto volentieri Suji! Ci vediamo alle dieci sullo scalone dei dormitori, d'accordo?> le propose Jungkook con un meraviglioso sorriso.

La ragazza a quelle parole si illuminò riuscendo finalmente ad alzare il viso verso di lui, ricambiando il sorriso.

<E tu come ti chiami?> chiese improvvisamente Hoseok alla ragazza che faceva compagnia a Suji.

<Io sono Danbi...> rispose lei.

<Danbi vuoi venirci con me alla festa?> ammicò Hoseok fiancheggiando Jungkook.

La ragazza sbarrò gli occhi e arrossì, annuendo con veemenza.

<Perfetto, allora ci vediamo in giro ragazze!> le salutò ondeggiando la mano.

Le ragazze salutarono e si allontanarono, saltellando felici. 

Mentre le guardavo andare via qualcuno mi si parò davanti, sporgendosi verso di me con una smorfia saccente.

<Asami, lo stai facendo di nuovo.> disse Yoongi serrando la mascella.

<Facendo cosa?> chiesi confusa guardandolo negli occhi.

<Mi stai provocando.> ringhiò seccato. <Devo ricordarti quello che è successo in quel bagno a malapena una settimana fa?>

<Solo perché non vuoi ammettere di essere geloso? Peccato che i ragazzi gelosi mi abbiano sempre attratta.> gli feci sapere guardandomi con disinteresse le unghie.

<Non provare a rigirare la frittata, se non la smetti potrei fare peggio della scorsa volta, anche qui davanti agli altri.> mi minacciò fissandomi profondamente.

<Vediamo se hai il coraggio Min...> lo sfidai morendomi il labbro.

Gli altri si erano spostati a pochi metri da noi, parlando dell'imminente festa che presunsi si sarebbe svolta di nuovo al capannone sul retro della scuola, ed erano tutti troppo presi dai loro discorsi per prestarci attenzioni. Le ragazze della nostra squadra erano andate già tutte via, rinunciando all'attirare l'attenzione degli atleti. In quell'istante, tutti si erano dimenticati di noi.

Yoongi si avvicinò di colpo e mi girò facendo aderire le mie spalle al suo sterno, bloccandomi entrambe le mani con la sua, mentre l'altra mi teneva stretta a lui.

<Smetti di provocarmi, Nishimura.> sussurrò con voce roca al mio orecchio.

Non mi diede nemmeno il tempo di controbattere che subito mosse la sua mano libera, che dalla mia vita cominciò a strisciare lentamente verso il basso ventre. Ogni centimetro che percorreva mi toglieva il respiro lasciandomi a boccheggiare per ritrovare il ritmo iniziale. Chiusi gli occhi mentre cercavo di liberarmi dalla sua presa che si stringeva sempre di più ad ogni mio tentativo di liberarmi. Sentivo il suo respiro sul mio collo sempre più vicino. La sua mano ormai era quasi arrivata al mio punto debole, così cercai di incrociare le gambe per impedirgli di continuare, ma i brividi che mi stava provocando mi impedirono di controllarmi. Le sue lunghe dita accarezzarono la mia intimità come se fosse un fiore, prima di affondarle del tutto verso l'interno coscia iniziando una specie di massaggio che mi stava mandando in estasi. Il suo palmo compiva movimenti circolari che cercavano in tutti i modi di farmi cedere e dargli libero accesso, ma andai contro i miei istinti e resistetti a quella tentazione che in quel momento mi vedeva vulnerabile. Al contempo sentii le sue labbra sul mio collo, che lasciavano piccoli e umidi baci che mi stavano facendo impazzire.

<Non voglio fermarmi a questo, ma sfortunatamente devo. Ma ricorda che io e te non abbiamo ancora finito ragazzina.> affermò togliendo la mano e lasciandomi andare.

<La prossima volta se proprio ci tieni a farmela pagare vediamocela da soli, non quando ci sono altre persone, così è troppo facile.> ansimai arrabbiata.

<Quando vuoi.> disse attirandomi a sé, avvicinandosi per l'ennesima volta al mio orecchio per sussurrare qualcosa. <Ribadisco il fatto che solo io posso toccarti in questo modo. E sì, sono geloso, troppo. Perciò se non vuoi che ti sbatta al muro davanti a tutti, evita di fare la parte della fidanzata spiritosa.>

<Ammettilo... tu vuoi che io ti provochi, ti piace mettermi in difficoltà.> sibilai con mezzo sorriso.

<E mi eccita ancora di più il fatto che tu mi risponda per le rime.> concluse avvicinandosi a me per darmi un delicato bacio sulle labbra.

Mi manipolava come io manipolavo le sue reazioni alle mie provocazioni. Il nostro era un teatrino complicato che in fin dai conti non dispiaceva a nessuno dei due. Il meccanismo lo capivamo solo noi due e i dietro le quinte erano momenti speciali che non generavano imbarazzo, perché uno faceva esattamente quello che l'altro voleva facesse. Chiamiamola lussuria empatica o anche solo intesa perfetta. 

Ero solo sicura che fosse qualcosa di raro che io e Yoongi eravamo fortunati ad avere.

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